"I miei giorni con Ciro
quando l'ho visto rinascere e
morire"
di Antonella Leardi
3 MAGGIO - "Alle 19 mi ha
chiamato mio nipote Mimmo: era
stravolto. Mi ha saputo dire
solo che Ciro era in ospedale e
che gli avevano sparato. Mentre
mio marito Giovanni avvisava i
parenti ho acceso la tv. Ho
riconosciuto subito lo zainetto
di nostro figlio buttato in
terra. C'erano i panini e il
casatiello che gli aveva
preparato il papà, come fa ogni
volta che Ciro parte per seguire
il suo Napoli. Siamo partiti per
Roma".
4 MAGGIO - "Ringrazio il
Signore, mio figlio è ancora
vivo. Questa è l'unica cosa
importante. De Santis ? Voglio
giustizia. Ma in cuor mio ho già
perdonato chi ha sparato a mio
figlio".
5 MAGGIO - "La situazione è
complicata. Ciro ieri è stato
sei ore sotto i ferri, ha il
polmone bucato. Adesso serve un
miracolo. Sono stanca, ci vuole
tanta forza, quella di Dio".
6 MAGGIO - "Quando sono entrata
nella stanza ho ceduto. Ma Ciro
mi ha fatto segno di non
piangere. I medici non si
sbilanciano. E noi non possiamo
che pregare".
8 MAGGIO - "Ci sono arrivate
sciarpe da Verona, Firenze,
ovviamente da Napoli e una
maglia per i cento anni del
Cosenza. Le conserviamo in un
borsone nella stanza d'albergo
che ci sta pagando il Napoli".
13 MAGGIO - "Ho chiesto a mio
figlio Michele di tornare a casa
e occuparsi dell'autolavaggio
anche per suo fratello Ciro.
Stare qui in ospedale può fargli
solo male".
14 MAGGIO - "Ho appena visto
Ciro, continuava a chiamare me e
suo fratello Michele. Quando
entriamo in stanza prima ci
saluta, poi cambia umore e ci
manda via. Sembra un
pappagallino spaurito. Si guarda
intorno con gli occhi
spalancati. Ha paura di tutte le
persone che non conosce. Ha
chiesto a mio cognato, che è un
ex poliziotto, perché lo
vogliono arrestare. Lui l'ha
tranquillizzato".
16 MAGGIO - "Mi è arrivato un
sms dal funzionario della Digos
che la notte della sparatoria ha
fatto da tramite tra noi e i
medici. Ha scritto che gli
dispiace molto per le condizioni
di Ciro e che ci è vicino. Gesti
così fanno bene al cuore".
18 MAGGIO - "Si è presentato un
tifoso della Roma che ci ha
consegnato una lettera
commovente. È stato l'unico a
scusarsi a nome della città.
L'ho abbracciato ed è scoppiato
in lacrime. Un ragazzo
dolcissimo, non lo
dimenticherò".
20 MAGGIO - "Sono venuti a
trovarci i genitori di Sergio
Ercolano (il 19enne tifoso del
Napoli morto il 20 settembre
2003, prima del derby allo
stadio Partenio di Avellino,
ndr). Nonostante quello che
hanno passato sono riusciti a
trovare la forza di starci
accanto. Solo loro possono
comprendere il nostro dolore".
23 MAGGIO - "Ieri abbiamo
superato il quarto intervento.
Gli hanno asportato il lembo
superiore del polmone destro.
L'operazione è andata bene,
siamo fiduciosi. Oggi i medici
hanno visitato Ciro e dicono che
finalmente c'è stato un piccolo
miglioramento: l'hanno
soprannominato "Roccia". Si vede
che lo dovremo chiamare Pietro
d'ora in poi".
25 MAGGIO - "Ciro inizia a stare
meglio, gli alternano la
mascherina con la respirazione
autonoma. Ha iniziato anche a
mangiare qualcosa. Gli ho dato
del succo di frutta e uno
yogurt. Quando ha finito di bere
ha tirato un lungo sospiro, come
se si fosse scordato il sapore
della frutta".
30 MAGGIO - "Ciro si sente
sempre meglio, ha chiesto del
suo amico Gennaro. Gli ho detto
che hanno colpito anche lui, ma
che sta abbastanza bene. A quel
punto Ciro ha sorriso e ha
detto: "Allora stiamo messi bene
tutti e due !".
3 GIUGNO - "Stamattina è venuto
il manager di Maradona e ha
portato a mio figlio la
maglietta autografata da Diego:
l'aspettava tanto. Ciro non
molla e con l'aiuto di Dio ce la
farà. Promessa di mamma".
5 GIUGNO - "È passato un ragazzo
di Napoli, fa il tassista a Roma
e voleva sapere come sta mio
figlio. Ci ha lasciato il suo
numero di telefono e ci ha detto
che per qualsiasi emergenza la
sua auto è a nostra
disposizione. L'ennesima
dimostrazione di solidarietà da
Napoli".
10 GIUGNO - "Gioacchino Alfano,
il sottosegretario alla Difesa,
è passato a salutarci. È andato
anche da Ciro, gli ha promesso
che tornerà".
17 GIUGNO - "Nel pomeriggio Ciro
ha visto la partita dell'Italia
insieme a suo padre. Sta
seguendo tutti i mondiali, anche
se a volte riesce a vedere solo
pochi minuti di partita. È
debole, si stanca molto
facilmente".
18 GIUGNO - "L'hanno dovuto
operare di nuovo, in endoscopia,
per ridurre l'infezione al
polmone. Mio figlio però resiste
e ha risposto bene anche
stavolta. Resto fiduciosa, ma
siamo sempre nelle mani del
Signore".
23 GIUGNO - "Stasera per la
prima volta non torneremo a cena
in albergo. In questo mese e
mezzo il proprietario Pino
Smiraglia ci ha sempre aspettati
fino alle 22 per cenare insieme.
Ma purtroppo la situazione è
drammatica, Ciro ha avuto una
ricaduta, ha la pressione
bassissima e la sua vita è
appesa a un filo. Stanotte
staremo accanto a lui".
(Testo raccolto da
Lorenzo d'albergo e Luca Monaco)
26 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
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