Giornata di lutto
cittadino a Napoli
L'addio a Ciro Esposito
a Scampia. Anche Genny 'a
Carogna saluta l’ultrà. Il
feretro ha lasciato l'Auditorium
accompagnato da un lungo
applauso e dal coro "Ciro, Ciro
sempre con te sarò". A dare
l'ultimo saluto al tifoso
partenopeo anche Lorenzo
Insigne. Il sindaco De
Magistris: "Paghi anche chi non
ha garantito l'ordine pubblico".
Un funerale con rito
evangelico in piazza Grandi
eventi a Scampia per dare
l'ultimo saluto a Ciro Esposito
il tifoso ferito prima della
partita di Coppa Italia
Napoli-Fiorentina e morto dopo
52 giorni di agonia al
Policlinico Gemelli di Roma. Un
lungo applauso e il coro "Ciro
Ciro sempre con te sarò" hanno
accompagnato il feretro
ricoperto di sciarpe di squadre
di calcio portato a spalla da
parenti e tifosi dall'Auditorium
dove era stata allestita la
Camera ardente. Una volta
terminato il funerale, il corteo
col feretro ha percorso le
strade del rione.
La
madre: "Basta con la violenza.
Per favore, è il momento della
preghiera. Un po’ di silenzio e
raccoglimento'', ha chiesto la
mamma di Ciro Esposito. "Basta
con la violenza perché così Ciro
lo uccidete due volte" ha detto
la fidanzata Simona parlando dal
palco allestito per il funerale.
"Non è stato Dio a fare questo -
ha detto ancora la fidanzata di
Ciro - è successo a causa di
coloro che non hanno Dio nel
cuore". Tante le personalità del
calcio e non solo che hanno
voluto essere presenti per dare
l'ultimo saluto al tifoso. Duro
l'attacco del sindaco di Napoli
De Magistris: "Per quello che è
accaduto, paghi anche chi non ha
garantito l'ordine pubblico,
perché l'ordine pubblico quel
giorno a Roma non ha
funzionato". Mentre il
presidente del Napoli Aurelio De
Laurentiis manda un messaggio di
speranza: "Il 25 giugno è un
giorno che non dimenticheremo,
ma spero che questa morte che ha
concretizzato la morte del
calcio italiano, permetta al
calcio di ripartire e di
ritrovare una sua identità". "La
mamma di Ciro ha insegnato a un
intero popolo come comportarsi"
è invece il commento del
presidente del Coni, Giovanni
Malagò. "Sessanta milioni di
persone hanno ricevuto da lei
lezioni di vita". In piazza è
arrivato anche Genny 'a Carogna,
l'ultrà del Napoli che la sera
della finale di Coppa Italia
trattò con le forze dell'ordine
il regolare svolgimento della
partita all'Olimpico. A Napoli
c'erano anche le delegazioni
delle tifoserie di Genoa,
Catania e Siena, Lazio,
Fiorentina e Borussia Dortmund.
Nella piazza dove si è svolto il
funerale è stato sistemato uno
striscione su cui campeggia la
scritta "Sempre con noi".
27 giugno 2014
Fonte: Rainews.it
© Fotografia:
Ilfattoquotidiano.it
Ciro Esposito, l'ultimo
saluto a Scampia
La madre: il suo
sacrificio non sia vano. Nino
D'Angelo canta con la folla.
Sono accorsi in migliaia
in piazza a Scampia per l'ultimo
saluto a Ciro Esposito, il
tifoso ucciso negli scontri
prima della finale di Coppa
Italia a Roma, lo scorso maggio.
Antonella Leardi, la mamma di
Ciro, ha ricordato come "Abbiamo
tanto pregato, io e mio figlio,
e dopo la preghiera, su di noi è
scesa la pace". La donna, con
voce rotta dall'emozione, ha
raccontato dinanzi a migliaia di
persone quei drammatici momenti.
"Che il suo sacrificio non sia
vano e possa portare pace, gioia
e amore" - ha continuato
Antonella - "Grazie ragazzi a
tutti e mantenete alta la
bandiera dello sport, dei valori
e di Ciro Esposito. Non lo
dimenticate mai". Poco prima
Simona, la fidanzata del tifoso
napoletano, aveva fatto un
appello: "Basta con la violenza
perché così Ciro lo uccidete due
volte. Non è stato Dio a fare
questo, è successo a causa di
coloro che non hanno Dio nel
cuore". De Magistris: "Paghi chi
non ha garantito l'ordine" - Per
quello che è successo a Ciro
Esposito, "paghi anche chi non
ha garantito l'ordine pubblico,
perché l'ordine pubblico quel
giorno a Roma non ha funzionato"
ha detto il sindaco di Napoli,
Luigi de Magistris, durante i
funerali, sottolineando poi: "La
mamma di Ciro Esposito è il
simbolo della città di Napoli".
Malagò: "La madre di Ciro ci ha
insegnato il rispetto" - "Sono
qui per rispetto a Ciro e a un
gigante della vita, la madre
Antonella". Lo ha detto il
presidente del Coni Giovanni
Malagò ai funerali di Ciro
Esposito a Napoli. "A lei ho
detto - ha aggiunto - che ha
insegnato come comportarsi a un
intero popolo, lo hanno capito
60 milioni di persone. Ha una
dignità che farà storia".
Durante la cerimonia ha preso la
parola il presidente del Napoli,
Aurelio De Laurentiis: "Quella
sera del 3 maggio Ciro era già
morto, perché era morto il
calcio e lui lo rappresentava
venendo a Roma, difendendo un
pullman pieno di bambini e di
famiglie". Anche Gioacchino
Alfano, sottosegretario alla
Difesa, è in piazza a Scampia, a
Napoli, ai funerali di Ciro
Esposito, in rappresentanza del
Governo Renzi. La chiusura sulle
note di Nino D'Angelo. A
chiudere la cerimonia, svolta
con rito evangelico, è stato
Nino D'Angelo, che ha intonato
la sua nota canzone "I ragazzi
della curva B", seguito da molti
dei presenti. Terminata la
cerimonia funebre in piazza
Grandi Eventi, a Scampia, il
feretro di Ciro si è diretto,
accompagnato da centinaia di
persone, verso l'autolavaggio di
via Ghisleri dove il giovane
tifoso lavorava. Ad
accompagnarlo soprattutto tanti
tifosi di diverse squadre. In
prima fila quelli del Napoli,
che, ancora una volta, indossano
una maglietta nera con le
scritte: "Ciro uno di noi" e
"Orgoglio partenopeo". Dinanzi
all'autolavaggio migliaia di
persone ad attendere l'arrivo
del feretro.
|
Il corteo - Il feretro
di Ciro Esposito ha lasciato la
camera ardente allestita
all'Auditorium di Scampia
portato in spalla dai tifosi del
Napoli. Un lungo applauso della
gente, assiepata sulla piazza,
ha accompagnato la bara
attraverso le strade del
quartiere per raggiungere piazza
Grande Eventi, luogo delle
esequie con rito evangelico. Il
calciatore del Napoli Lorenzo
Insigne, reduce dai Mondiali in
Brasile, è giunto a Scampia per
partecipare ai funerali di Ciro
Esposito. Il calciatore azzurro
è accompagnato dalla moglie
Genny. Con lui anche il
coordinatore delle giovanili del
Napoli, Gianluca Grava. In
piazza è stato portato anche lo
stemma del club listato a lutto.
Insigne stringe nelle mani una
busta con una sua maglietta del
Napoli che dovrebbe posare sulla
bara di Ciro. Insieme al
calciatore azzurro ci sono anche
cinque giovani calciatori della
primavera del Napoli. Ad
accompagnarli il capo ufficio
stampa azzurro Guido Baldari.
Amici e parenti hanno intonato
"Ciro, Ciro" tra la grande
commozione dei presenti,
soprattutto dei giovanissimi.
Moltissime le persone in lacrime
che non riescono a farsi una
ragione su quanto è accaduto.
Davanti al carro, scortato dalla
Polizia Municipale di Napoli,
palloncini e striscioni. In
prima fila i familiari,
distrutti dal dolore, ma
sorretti dall'affetto di tanta
gente comune.
La camera ardente - La
camera ardente per Ciro
Esposito, allestita
all'Auditorium di Scampia, è
rimasta aperta tutta la notte. A
vegliare la bara sono rimasti il
padre Giuseppe, la madre
Antonella e la fidanzata Simona.
Oggi Napoli, dove è stato
proclamato il lutto cittadino,
gli darà l'ultimo saluto. La
madre e la fidanzata hanno
lasciato l'Auditorium stamattina
presto, mentre il padre è
rimasto accanto a Ciro,
circondato dall'affetto di
parenti e amici. È continuato
incessante il flusso di persone
che vogliono dare l'ultimo
saluto al giovane tifoso, morto
mercoledì mattina al Gemelli di
Roma a causa delle ferite
riportate durante gli scontri
che hanno preceduto la finale di
Coppa Italia tra Napoli e
Fiorentina lo scorso 3 maggio.
Molti i cuscini e le corone di
fiori, tra cui quelli inviati da
altre tifoserie. Un centinaio di
tifosi è giunto alla camera
ardente intonando lo slogan
"Ciro uno di noi". Tutti
indossano una maglia nera con la
scritta "Ciro un eroe". Tra poco
i tifosi porteranno a spalla il
feretro fino a piazza dei Grandi
eventi, percorrendo le strade
del quartiere, dove si terranno
i funerali. Fra le tante corone
di fiori, anche quella del Club
Napoli Milano Partenopea, gruppo
di tifosi che - secondo le
ricostruzioni fatte fino a oggi
- furono assaliti a Tor di
Quinto prima della finale di
Coppa Italia e che Ciro avrebbe
cercato di difendere. A salutare
il giovane tifoso, anche una
squadra di Calcio giovanile di
Marianella, quartiere della
periferia Nord di Napoli. Sulla
bara di Ciro c'è anche una
sciarpa del Borussia Dortmund. A
quanto riferito dai familiari
del giovane, i tifosi tedeschi
che volevano partecipare alle
esequie hanno avuto dei problemi
e non raggiungeranno Napoli, ma
hanno chiesto alla famiglia di
sistemare sulla bara una sciarpa
della squadra tedesca e hanno
promesso che tappezzeranno la
loro città di manifesti in
ricordo del tifoso napoletano.
La bara è ricoperta da sciarpe
del Napoli Calcio e ai piedi del
feretro sono sistemati i fiori
portati dalla gente in visita
alla camera ardente. Sono già a
Napoli le delegazioni delle
tifoserie di Genoa, Catania e
Siena, mentre nel primo
pomeriggio sono attese in piazza
quelle di Lazio, Fiorentina e
Borussia Dortmund. In piazza è
stata portata la corona di fiori
di Aurelio de Laurentiis, patron
del Napoli, e della società
sportiva della quale il giovane,
colpito prima della finale di
Coppa Italia, era tifoso. I
funerali sono stati anticipati
alle ore 16. Il rito sarà
officiato dal pastore evangelico
Alfredo Ciabatti. Il feretro -
come spiegato - si sposterà tra
le 13 e le 13.30 non appena
saranno terminati i preparativi
nella piazza. In piazza Grandi
Eventi già dalle prime ore di
oggi sono al lavoro per
l'installazione del gazebo che
accoglierà la bara di Ciro. In
piazza, inoltre, si stanno
allestendo bagni chimici e la
protezione civile si sta
preparando per il servizio di
distribuzione d'acqua.
Gli abbracci alla madre
- La mamma di Ciro Esposito,
Antonella Leardi, è arrivata
all'Auditorium della
Municipalità di Scampia a Napoli
dove si trova la camera ardente
allestita per il giovane tifoso.
La donna, che si era allontanata
per qualche ora dopo la veglia
notturna, è stata accompagnata
in auto fino alla soglia
dell'ingresso. Una volta scesa,
è stata abbracciata da alcune
donne che stavano entrando nella
camera ardente. Lei ha
ricambiato il saluto con
commozione ed è entrata nella
sede della Municipalità. Anche
Maria Teresa Dolce, moglie del
sindaco di Napoli, Luigi De
Magistris, è entrata nella
camera ardente, dove ha
abbracciato Antonella Leardi. Le
due donne sono rimaste a parlare
per qualche minuto. A rendere
omaggio alla salma anche un
gruppo di una ventina di tifosi
del Palermo. I sostenitori
rosanero hanno poggiato un
cestino di rose rosse ai piedi
della bara, hanno poi camminato
attorno al feretro porgendo le
condoglianze alla mamma del
giovane. Lutto cittadino - Ciro
Esposito "vittima innocente
della barbarie e della
sopraffazione della violenza".
Così recita il manifesto con il
quale il Comune di Napoli
annuncia il lutto cittadino nel
giorno dei funerali di Ciro. "La
città di Napoli - si legge -
ricorda commossa e si stringe
alla famiglia di Ciro Esposito".
La firma è del sindaco di
Napoli, Luigi de Magistris. Lo
zio: "Ciro eroe civile" - "Ciro
deve essere riconosciuto come
eroe civile". Lo ha detto lo zio
Enzo parlando con la stampa
all'esterno della camera ardente
per il giovane tifoso. "Le morti
non sono mai utili, ma mi auguro
- ha aggiunto lo zio - che il
sacrificio di mio nipote possa
aiutare a voltare pagina
affinché nessuna mamma romana o
di un'altra città possa vivere
questo dramma". Lo stadio di
Scampia intitolato a Ciro - Lo
stadio comunale in Via Hugo
Pratt nel quartiere Scampia, a
Napoli, sarà intitolato a Ciro
Esposito. Lo ha deciso la giunta
dell'Ottava Municipalità di
Napoli, nel cui territorio
rientra anche il quartiere
Scampia, nel quale Ciro Esposito
è nato e viveva. Nel testo della
delibera, spiega il presidente
della Municipalità Angelo
Pisani, si chiede al sindaco di
Napoli Luigi de Magistris di
intitolare a Ciro Esposito la
Curva A dello Stadio San Paolo.
27 giugno 2014
Fonte: Ilgazzettino.it
© Fotografia:
Ilfattoquotidiano.it
Funerali Ciro Esposito,
a Scampia migliaia di persone
per l’addio al tifoso ucciso
La madre del 30enne
colpito lo scorso 3 maggio prima
della finale di Coppa Italia ha
chiesto ai tifosi presenti "un
po' di silenzio, oggi è il
momento della preghiera". Anche
la fidanzata ha lanciato un
appello ai presenti: "Sotterrate
la violenza, non facciamo che
accada ancora ad altri giovani".
L’ultimo saluto a Ciro
Esposito verrà dato a Scampia. È
qui, nel popolare quartiere
napoletano, che il giovane
tifoso partenopeo abitava. Ed è
qui, Piazza Grandi Eventi, che
viene celebrato il funerale di
rito evangelico del 28enne
colpito da uno sparo il 3 maggio
scorso prima della finale di
Coppa Italia tra Napoli e
Fiorentina, che venne preceduta
da violenti scontri. Ciro è
rimasto in bilico tra la vita e
la morte per 50 giorni per quel
colpo di pistola sparato,
secondo gli investigatori,
dall’ultrà romanista Daniele De
Santis. Ma il 25 giugno, i
medici non hanno potuto fare
altro che decretarne la morte.
Oggi Napoli lo vuole ricordare,
in silenzio. Lo dice chiaramente
la mamma di Ciro alle migliaia
di persone che si sono radunate
nel cuore del quartiere:" Per
favore, è il momento della
preghiera. Un po’ di silenzio e
di raccoglimento". Aggiungendo
che "io e mio figlio abbiamo
pregato, e dopo la preghiera, su
di noi è scesa la pace", ha
detto la donna che ha poi
lanciato un appello ai tanti
presenti: "Che il suo sacrificio
non sia vano e possa portare
pace, gioia e amore". Poco
prima
delle 16 quando il feretro è
arrivato dalla camera ardente,
la piazza che da oggi porta il
nome di Ciro era diventata un
piccolo stadio con migliaia di
persone. Applausi e poi cori in
omaggio al ragazzo. Da uno degli
accessi numerosi tifosi,
rappresentanti di molte squadre
di calcio, hanno srotolato un
lungo striscione con la scritta:
"La Napoli ultrà con un degno
figlio degli ultrà. Ciao Eroe ".
Firmato Curva A e Curva B. Anche
Gennaro De Tommaso, detto Genny
‘a carogna, ha voluto rendere
omaggio al tifoso. La fidanzata
del 28enne, Simona, è apparsa
commossa ma ferma: "Sotterrate
la violenza, non facciamo che
accada ancora ad altri giovani".
"Basta con la violenza perché
così Ciro lo uccidete due
volte". Perché a volere la sua
morte "non è stato Dio - ha
continuato la ragazza - tutto
questo è successo a causa di
coloro che non hanno Dio nel
cuore". Presente al funerale
anche il sindaco di Napoli Luigi
de Magistris che ha rivolto un
pensiero alla mamma del ragazzo
che "è il simbolo della città di
Napoli", e ha ricordato la
"compostezza e la dignità" con
cui la famiglia ha vissuto
questa tragedia. Poi a prendere
la parola è stato il pastore che
ha iniziato il rito funebre
evangelico: "Ragazzi non siate
animati da sentimenti di odio e
di vendetta, momenti così non
accadano in alcun posto di
Italia". "Non deve accadere mai
più che la vita di un giovane
venga stroncata brutalmente. Mi
rivolgo a tutte le tifoserie
d’Italia - ha continuato - allo
stadio portate sciarpe,
bandiere, fischietti, trombe non
coltelli, spranghe e pistole.
Che Dio vi benedica". Intorno
alle 17, dopo un’ora
dall’inizio, il funerale si è
concluso con le note della
canzone "I ragazzi della curva
B" cantata da Nino D’Angelo
seguito in coro dalle migliaia
di partecipanti.
27 giugno 2014
Fonte:
Ilfattoquotidiano.it
© Fotografia:
Napoli.repubblica.it
In ventimila per i
funerali di Ciro Esposito a
Scampia
di Biagio Chiariello
Almeno ventimila persone
all’Auditorium di Scampia hanno
preso parte ai funerali del
giovane tifoso del Napoli morto
dopo 50 giorni di agonia in
seguito agli scontri
dell’Olimpico a Roma. Fra i
presenti, i dirigenti e i
calciatori della squadra
partenopea (Aurelio De
Laurentiis e Lorenzo Insigne) e
il sindaco Luigi De Magistris.
In piazza anche il cantante Nino
D’Angelo. Molti gli ultras
arrivati da tutt’Italia. Fra
loro anche "Genny ‘a carogna",
il capo ultrà fra i protagonisti
della tragica notte di Roma.
La camera ardente che
ospita le spoglie mortali di
Ciro Esposito, allestita
nell'auditorium di Scampia, ha
chiuso venerdì pomeriggio alle
ore 14. E solo allora in piazza
Grandi Eventi nel quartiere alla
periferia Nord di Napoli è stata
allestita la tendostruttura che
ospita la celebrazione dei
funerali con il rito evangelico.
Fra i presenti nella camera
ardente anche Gennaro De
Tommaso, detto "Genny a
carogna", il tifoso colpito da
Daspo per quanto avvenuto nel
concitato prepartita all'interno
dell'Olimpico. In piazza
tantissimi fra striscioni e
cartelli. Uno su tanti: "Ciro
eroe civile in un mondo vile".
Almeno 2.500 tifosi che si sono
fatti avanti per portare a
spalla il feretro di Ciro
Esposito; in tutto almeno 20.000
le persone che hanno reso
omaggio allo sfortunato ragazzo
napoletano.
Ore 17.03 - L'intervento
di Nino D'Angelo che intona
"Forza Napoli" - "Oggi è bello
vedere qua Napoli riunita. Ho
dedicato tante parole a questo
quartiere così bistrattato dove
vive una maggioranza di persone
perbene", ha aperto il suo
intervento Nino D'Angelo. "Io
non conoscevo Ciro, ma mi è
bastato conoscere i suoi
genitori per capire che persona
era. Sua mamma mi ha insegnato
che cos’è la vita. Suo padre non
ha detto una parola. A lui
dovete fare un grande applauso".
Il cantante partenopeo poi
intona "Forza Napoli ("i ragazzi
della Curva B)". La piazza
Grandi Eventi canta insieme a
lui: "Napoli, Napoli, Napoli,
Ciro è Napoli", diventa il testo
dell’inno della squadra
partenopea.
Ore 17.00 - Parla la
mamma di Ciro Esposito, la
signora Antonella Leardi - "Che
il sacrificio di Ciro non sia
vano e possa portare solo pace,
gioia e amore. Spero che la
memoria di Ciro possa portare
pace e amore ai tifosi di tutta
Italia": così la madre della
giovane vittima, Antonella,
parla del figlio. La donna ha
rilasciato anche un'intervista a
Sandro Ruotolo per uno speciale
di "Servizio Pubblico", su La7,
definendo il figlio "La faccia
pulita di Scampia".
Ore 16.58 - Simona, la
fidanzata di Ciro: "Ciro era un
ragazzo, non un ultrà. Facciamo
sì che non accada più ad altri
giovani". Così la fidanzata di
Ciro Esposito, Simona, durante
il rito funebre. "Basta con la
violenza perché così Ciro lo
uccidete due volte - ha ribadito
la ragazza parlando dal palco -
Non è stato Dio a fare questo,
ma è successo a causa di coloro
che non hanno Dio nel cuore".
Ore 16.55 - L'intervento
del sindaco di Napoli Luigi De
Magistris: "Chi ha sbagliato
dovrà pagare" - "No all'odio e
sì alla giustizia. Io sono stato
in quei luoghi, nel giorno della
finale di Coppa Italia. Qualcosa
non ha funzionato dal punto di
vista dell'ordine pubblico. Ed è
per questo che chi ha sbagliato
dovrà pagare. Hanno subito fatto
il solito collegamento errato
appena hanno saputo che Ciro. Ma
lo sappiamo tutti che non è
così".
Ore 16.50 - Parla il
Presidente del Coni, Giovanni
Malagò: "Oggi un ragazzino mi ha
fermato e mi ha detto:
"preside', c'hai palle". Non si
tratta di palle. Si tratta di
rispetto. Sono qui per rispetto
nei confronti di Ciro. Lui
rappresenta tutti voi. Il mio
rispetto va non solo lui, ma a
sua madre Antonella e alla sua
famiglia".
Ore 16.40 - Il discorso
del Presidente del Napoli,
Aurelio De Laurentiis: "Mi era
stato chiesto di portare la
Coppa Italia. Che valore ha aver
vinto quel trofeo ? Noi vogliamo
vincere a testa alta, con il
rispetto. Il nostro è un paese
troppo giovane, 150 anni sono
pochi. Siamo divisi da troppi
campanilismi. Ma siamo tutti
italiani, tutti figli di questa
terra. Io credo che quella sera
Ciro è morto perché era morto il
calcio italiano. Lui lo
rappresentava perché è andato a
Roma, voleva solo supportare la
sua squadra e si è trovato a
difendere donne e bambini
durante gli scontri davanti allo
stadio". Queste le parole
di Aurelio De Laurentiis.
Ore 16.30 - L'appello
del pastore evangelico: "Allo
stadio portate bandiere e non
pistole" - "Ci auguriamo che
quello che è accaduto non
succeda più. Allo stadio non
portate spranghe, pistole e
coltelli, ma trombe, sciarpe e
bandiere". Sono le parole del
pastore evangelico Alfredo
Ciabatti nel corso del funerale
di Ciro Esposito.
Ore 16.15 - Malagò e De
Laurentiis a Scampia - Nella
piazza di Scampia, dove si
tengono i funerali di Ciro
Esposito, ci sono anche
presidente del Coni Giovanni
Malagò e il presidente del
Calcio Napoli Aurelio De
Laurentiis. Con loro il sindaco
di Napoli Luigi de Magistris e,
in rappresentanza del Governo,
il sottosegretario Gioacchino
Alfano.
Ore 16.05 - Ultras da
tutta Italia, e anche dalla
Germania. Assenti riferimenti
alla Roma - Genoa, Ancona,
Catania, Palermo, Crotone,
Lazio, Fiorentina, Pro Vercelli,
Milan, Casertana e anche del
Borussia Dortmund, oltre che del
Napoli. Sono arrivati da tutta
Italia e anche dalla Germania, i
tifosi per dare il loro ultimo
saluto a Ciro Esposito. Piazza
Grandi Eventi è "addobbata" con
le sciarpe e i loro
striscioni. Nessun riferimento
alla Roma, squadra della quale è
tifoso Daniele De Santis,
sospettato di aver sparato e
ferito mortalmente il tifoso del
Napoli.
Ore 15.50 - La mamma di
Ciro: "Silenzio, ora è il
momento della preghiera" - "Per
favore, è il momento della
preghiera. Un po' di silenzio e
di raccoglimento". La signora
Antonella, mamma di Ciro
Esposito, lancia un appello poco
minuti prima dell'inizio del
funerale del figlio.
Ore 15.35 - Anche De
Magistris ai funerali di Ciro
- Il sindaco di Napoli, Luigi De
Magistris, è giunto in piazza
Grandi Eventi, nel quartiere
napoletano di Scampia, per
prendere parte al funerale di
Ciro Esposito.
Ore 15.15 - Il feretro
di Ciro ha lasciato la camera
ardente -Il feretro con le
spoglie mortali del giovane ha
lasciato la camera ardente
portato in spalla dai tifosi del
Napoli. Un lungo applauso della
gente ha accompagnando la bara
per raggiungere piazza Grande
Eventi, dove alle 16.30 si
terranno i funerali con rito
evangelico. Moltissime le
persone in lacrime, amici e
parenti intonano "Ciro, Ciro".
Ore 14.10 - Piazza
Grandi Eventi a Scampia diventa
"Piazza Ciro Esposito" - La
piazza principale di a Scampia
ha appena ‘cambiato nome'. Al
suo posto i tifosi napoletani, i
parenti, gli amici e i
conoscenti del ragazzo morto
ieri, hanno sistemato una targa
con la scritta "Piazza Ciro
Esposito". Nel frattempo il
presidente della Municipalità,
Angelo Pisani, ha comunicato che
sarà intitolato a Ciro Esposito
un campo di calcio del
quartiere, in via Hugo
Pratt. Nel testo della delibera
si chiede al sindaco di Napoli
Luigi de Magistris di intitolare
allo sfortunato tifoso la Curva
A dello Stadio San Paolo. Tra i
tanti che sono giunti a rendere
omaggio a Ciro c'è stata anche
la moglie del sindaco di Napoli
Luigi De Magistris, Maria Teresa
Dolce, che questa mattina si è
intrattenuta qualche minuto con
la madre del ragazzo, Antonella
Leardi. A rendere omaggio anche
i tifosi del Palermo. Nel
pomeriggio attesi ultras di
Genoa, Catania, Siena e
potrebbero arrivare anche ultras
del Siviglia, Borussia Dortmund
e della Lazio: c'è un
dispositivo di sicurezza
predisposto ad hoc dalla
Questura di Napoli insieme al
ministero dell'Interno ed è
possibile che proprio oggi gli
agenti in servizio possano
indossare le telecamere montate
sui giubbotti, sperimentazione
per rendere ogni poliziotto un
"occhio" elettronico che
inquadra eventuali aggressori (o
anche eventuali abusi). Fra le
corone di fiori da ieri c'è
quella di Speziale, il tifoso
condannato per l'omicidio
dell'ispettore di Polizia Raciti
e quella del Club Napoli Milano
Partenopea, gruppo di tifosi che
- secondo le ricostruzioni fatte
fino a oggi - furono assaliti a
Tor di Quinto prima della finale
di Coppa Italia e che Ciro
avrebbe cercato di difendere.
Oggi Scampia darà il suo
ultimo saluto a Ciro Esposito,
il giovane tifoso del Napoli
rimasto gravemente ferito prima
della finale di Coppa Italia tra
Napoli e Fiorentina e morto dopo
50 giorni di agonia al Gemelli
di Roma. Ieri il suo corpo, in
seguito all’autopsia che ha
rivelato che il giovane è stato
raggiunto da un solo proiettile
che è passato in mezzo alle
costole per poi conficcarsi
nella colonna vertebrale, è
tornato nella sua Scampia. Prima
di raggiungere il luogo
individuato per la camera
ardente, il feretro ha fatto
tappa al cimitero di Miano e poi
davanti all'autolavaggio di
proprietà della famiglia,
attraversando due ali di folla.
Nella camera ardente anche il
gonfalone del Comune. Una fila
interminabile di persone si è
raccolta all’auditorium per
salutare Ciro: si sono visti
bambini, anziani e uomini e
donne di ogni età. Tutti con gli
occhi lucidi. La bara di Ciro
Esposito è stata immediatamente
ricoperta con fiori,
bigliettini, una sciarpa e un
peluche del Napoli. Tante le
corone di fiori arrivate a
Scampia, pensieri da altri
tifosi, quelli della curva A,
dei club Napoli, della curva Sud
di Nocera, del Catania e anche
della famiglia di Antonino
Speziale. Accanto al feretro la
mamma di Ciro, Antonella Leardi,
il padre Giovanni, il fratello
Michele e la fidanzata Simona,
oltre a cugini e zii. La mamma
del ragazzo è stata anche colta
da un malore durante la camera
ardente all'auditorium di
Scampia. La donna si è sentita
male quando è stata esposta la
foto di Ciro. La camera ardente
accoglierà anche oggi le persone
fino a pochi minuti prima del
funerale, che si svolgerà alle
16,00 in piazza Grandi eventi,
nel cuore del quartiere. Il
Comune di Napoli ha donato il
tumulo per la sepoltura del
giovane: la Giunta, su proposta
dell'assessorato al Patrimonio e
Cimiteri, ha approvato una
delibera con cui ha messo a
disposizione della famiglia
Esposito un tumulo nel cimitero
di Secondigliano per la
sepoltura di Ciro, il sindaco
Luigi de Magistris ha dichiarato
la giornata di oggi lutto
cittadino.
27 giugno 2014
Fonte: Fanpage.it
© Fotografia:
Panorama.it
NAPOLI I FUNERALI
Napoli, l'ultimo saluto
a Ciro: la commozione
dell'Italia
di Alessio d'Urso e
Gianluca Monti
Migliaia di persone al
funerale del tifoso napoletano.
Tantissime le manifestazioni
d'affetto. De Laurentiis: "Spero
che la sua morte permetta al
calcio di ripartire".
"Sono troppo emozionato.
Cari Antonella e Giovanni, è
durissima. Quando viene a
mancare un figlio, viene a
mancare la parte migliore di
noi. Antonella in questa Italia
corrotta e senza valori, ha
avuto la forza di far nascere la
fiamma della speranza. Lei vuole
giustizia, non vendetta. Vuole
che certe assurdità non
rimangano impunite, ma parla di
perdono". Queste le parole
pronunciate del patron del
Napoli De Laurentiis, che
commosso ha continuato "Aver
vinto quella coppa Italia non ha
valore, i trofei vogliamo
vincerli a testa alta con onore
e rispetto. Quella sera era
morto il calcio italiano,
rappresentato da Ciro che veniva
colpito mentre difendeva un
pullman di bambini e famiglie.
Io spero che la sua morte
permetta al calcio di ripartire,
di ritrovare una cultura della
sportività. Siamo troppo divisi
dimenticandoci di essere tutti
italiani". Il presidente del
Coni, Giovanni Malagò, ha
raccontato un episodio: "Un
ragazzo che non conoscevo mi si
è avvicinato, mi ha detto "bravo
presidè che sei venuto, hai le
palle. È una questione di
rispetto, non di palle. Rispetto
verso i suoi genitori, quello
che conta è esserci domattina,
tra un mese, tra un anno.
Antonella ha insegnato la
dignità a questo Paese, il 25
giugno ci sarà un premio
intitolato a Ciro Esposito, sarà
la famiglia a decidere a chi
destinarlo".
PAROLE D'AFFETTO - Sul
palco, allestito per raccogliere
le varie testimonianze, anche il
sindaco di Napoli Luigi De
Magistris: "Ciro è nel cuore di
tutti i napoletani, lo avevano
già messo sul banco degli
imputati poi grazie alla dignità
dei familiari si è fatto luce su
quanto era realmente accaduto.
Deve pagare chi non ha garantito
l'ordine pubblico. Antonella è
il simbolo di Napoli". E la
mamma di Ciro ha ringraziato
tutti i presenti all'inizio
della funzione funebre: "Grazie
a tutti, è successa una cosa
bruttissima ma la pace non
l'abbiamo mai persa. Noi siamo
stati il vostro orgoglio, voi
siete il nostro orgoglio.
Abbiamo pregato tanto insieme a
Ciro, lui chiedeva la salvezza
del cuore e non del corpo. Io
ringrazio comunque Dio per il
suo disegno, per la forza che ha
dato alla mia famiglia. Sono
stremata, che il sacrificio di
Ciro non sia vano. Tenete alta
la bandiera dello sport nel nome
di Ciro Esposito. Lui sarà già
nella gloria di Dio. Sono venuti
a migliaia al Gemelli, le
persone più umili e quelle più
importanti. Ringrazio Pino
Smiraglia, che ci ha offerto
ospitalità". La fidanzata
Simona: "Ciro, continua a vivere
nelle cose che ti facevano
sorridere. La nostra vita
prosegue, io sono dietro
l'angolo". Il momento più
toccante con Nino D'Angelo:
"Finalmente vedo una Napoli
unita. Ho dedicato tante parole
a questo quartiere così
bistrattato, ma pieno di brava
gente. Mamma Antonella con poche
parole mi ha insegnato la vita".
La canzone "Quel ragazzo della
curva B", intonata dal cantante,
ha unito tutti in un unico coro
di voci, lacrime e applausi.
CORI E STRISCIONI -
Arrivata in piazza, la salma di
Ciro Esposito è stata accolta da
un fragoroso applauso e dal coro
"Olé olé olé Ciro, Ciro". In
piazza più di 7000 persone,
tanto caldo e tantissima
commozione. Una gigantografia
del ragazzo è mantenuta da
alcuni suoi amici mentre mamma
Antonella e papà Giovanni sono
seduti di fianco alla bara del
figlio. Lunghissimo lo
striscione esposto dai tifosi:
"La Napoli ultras con dignità
piange un degno figlio di questa
città, ciao Ciro".
L'ITALIA INTERA CON CIRO
- Sono arrivati da tutta Italia
per Ciro. Tantissimi tifosi del
Genoa, tanti quelli della Lazio
(alcuni a Napoli già da ieri),
del Catania, del Palermo e
dell'Ancona. Molti indossano una
t-shirt con la scritta: "Ciro un
eroe, orgoglio partenopeo". Da
Roma è arrivato il presidente
del club Napoli della Capitale,
Gino Di Resta. Ed è arrivata a
Scampia anche la delegazione del
Napoli. Oltre a Lorenzo Insigne,
ci sono alcuni ragazzi del
vivaio azzurro accompagnati dal
loro responsabile Gianluca
Grava. "Un dolore immenso",
hanno detto tutti. Presente, a
titolo personale, il Pampa Sosa.
GENNY 'A CAROGNA - Gli
ultras hanno preso posto sui
gradoni adiacenti la piazza, che
è stata "intitolata" a Ciro
Esposito. Tra questi c'è anche
Gennaro De Tommaso, alias Genny
'a carogna, tra i primi
soccorritori di Esposito dopo
gli scontri, ricordato da tutti
per le scene indimenticabili che
lo videro protagonista
all'Olimpico.
IN VISITA - La notte a
Scampia è stata più lunga che
altrove. Migliaia di persone si
sono riversate nella camera
ardente allestita all'interno
dell'auditorium della villa
comunale per rendere omaggio
alla salma di Ciro Esposito. A
vegliarlo c'erano i parenti e la
fidanzata Simona, che non
riusciva a trattenere le
lacrime. La madre a Antonella,
forte come una quercia, ha
avvertito un leggero malore
quando è stata esposta la foto
di Ciro, che si trova ancora in
alto in corrispondenza del
feretro.
IL MESSAGGIO DI MARADONA
- L'ottava municipalità di
Scampia ha deciso di intitolare
lo stadio del popolato quartiere
a Ciro Esposito (impianto da
8mila posti, dove gioca in serie
D il Campania e in passato la
Stella Rossa). Nella delibera il
presidente della municipalità
Angelo Pisani ha proposto di
intitolare al ragazzo anche una
curva del San Paolo, dove Ciro
seguiva abitualmente gli
azzurri. "Attorno all'impianto
si trovano tutte le scuole
calcio e anche i plessi
scolastici di Scampia - dice
Pisani - sarà un polo di
aggregazione importante. Che
l'esempio di Ciro sia scolpito
nella pietra oltre che nei cuori
e nella memoria di tutti gli
appassionati di sport veri".
Anche Diego Armando Maradona,
sconvolto dalla notizia, ha
voluto mandare un messaggio alla
famiglia di Ciro: "Non ci sono
parole per quanto è accaduto".
Ciro è e rappresenta la maglia
di Napoli e della città di
Napoli" - ha poi aggiunto
Maradona che si è detto "molto
addolorato" per la tragedia che
ha colpito la famiglia Esposito
e la città di Napoli.
BLATTER - Anche Joseph
Blatter, presidente della Fifa,
ha voluto con una lettera di
cordoglio ai familiari,
dimostrare la propria vicinanza.
Ecco le prime parole: "La Fifa e
tutto il mondo del calcio si
stringono a voi per la tragica
scomparsa di Ciro, ragazzo dal
cuore grande, che aiutando altre
persone ha perso la sua vita".
27 giugno 2014
Fonte: Gazzetta.it
© Fotografia: Ansa.it -
Laprovinciaonline.info
Il Presidente della Fifa
Blatter scrive ai familiari di
Ciro Esposito
ll presidente della Fifa
Joseph Blatter ha inviato una
lettera di cordoglio ai
familiari di Ciro Esposito, il
tifoso ferito prima della finale
di Coppa Italia dello scorso
maggio e deceduto all'alba del
25 giugno. Di seguito, il testo
della lettera.
Carissima famiglia
Esposito,
amici, la Fifa e tutto
il mondo del calcio si stringono
attorno a voi per la tragica
scomparsa di Ciro, ragazzo dal
cuore grande, che aiutando altre
persone ha perso la sua vita. Il
nostro è uno sport che deve
unire e non dividere, il calcio
non merita tutto questo ! La
vita è troppo preziosa per
perderla per un atto di violenza
assolutamente intollerabile e
soprattutto privo di senso.
perché non c'è alcuna
giustificazione per i fatti
accaduti il 3 maggio a Roma. Non
è giusto che un ragazzo di soli
28 anni debba morire in questo
modo. Io condanno ogni forma di
violenza. Sia nel calcio che
attorno al calcio e ancora una
volta faccio un appello al fair
play. ogni volta che accadono
fatti di questo tipo, si violano
i principi fondamentali dello
sport. mi auguro di tutto cuore
che si trovino i mezzi per
placare la violenza dal mondo
del calcio e dello sport in
generale. La Fifa esprime tutto
il proprio cordoglio per la
perdita di un ragazzo che amava
il calcio, la sua squadra e la
sua città. Esprimo il cordoglio
del mondo del calcio e il mio
personale, unendomi al dolore
dei familiari, degli amici e
conoscenti di Ciro, e di tutti i
tifosi del Napoli. Sentite
condoglianze a tutti voi.
Un caloroso abbraccio
Joseph S. Blatter
27 giugno 2014
Fonte:
Sportmagazinenews.it
© Fotografia: Gazzetta.it
D'Angelo si emoziona e
canta il suo inno
Tocca a Nino D'Angelo
prendere la parola dopo la mamma
di Ciro. Compito arduo, e lui lo
sa. "Certo, non è facile parlare
adesso. Io poi non sono tanto
abituato a parlare, lo sapete,
di solito faccio altro",
esordisce il cantante, la cui
presenza ai funerali di Ciro
Esposito non era stata
annunciata. D'Angelo,
espressione tesa dietro gli
occhiali scuri, aveva
pazientemente atteso il suo
turno seduto accanto al sindaco
de Magistris. Non è facile
parlare. Non dopo la mamma di
Ciro. E infatti l'artista, la
voce rotta dall'emozione,
concluderà il suo breve
intervento cantando, anzi
accennando l'antico inno da lui
scritto per il Napoli anni fa,
ma ancora oggi molto popolare,
"I ragazzi della curva B". Anche
lui, oggi pomeriggio, è un
tifoso tra i tifosi. Ad
accompagnarlo, il coro
improvvisato di molti dei
presenti nella grande piazza.
"La maggior parte delle persone
di Scampia afferma l'artista -
sono persone perbene. L'ho
sempre pensato e infatti sono
sempre stato legato a questo
quartiere. È stato proprio qui
che molti anni fa ho voluto
celebrare, con un concerto, il
mio quarantesimo compleanno. Sì,
questa è gente perbene", insiste
il cantante. "La mamma di Ciro
ci ha insegnato a vivere. Oggi è
bello vedere qua Napoli riunita.
Ho dedicato tante parole a
questo quartiere così
bistrattato dove vive una
maggioranza di persone perbene.
Non conoscevo Ciro ma mi è
bastato conoscere il papà e la
madre per capire com'era lui. La
mamma mi ha insegnato in due
minuti cos'è la vita". Tra gli
applausi, dopo aver cantato,
l'artista ha poi concluso,
rivolgendosi ai ventimila di
piazza Grandi Eventi: "Grazie
Ciro, viva Ciro, sei tutti noi".
28 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
De Laurentiis in lacrime
"Non dimenticheremo
questo nostro tifoso"
di Marco Azzi
Sono arrivati insieme da
Roma: dov'era cominciato e si è
tragicamente concluso il
calvario di Ciro Esposito,
partito con la sciarpa azzurra
al collo e ritornato finalmente
a casa, ma sulle quattro ruote
di un carro funebre. Anche ad
Aurelio De Laurentiis e a
Giovanni Malagò, numero uno del
Coni, sono sembrati duecento
chilometri di via crucis: dai
sensi di colpa della capitale al
bagno di folla e le lacrime di
Scampia, dove i due dirigenti
sono arrivati sostenendosi
idealmente a vicenda. Stesso
treno e uguale commozione:
sincera, non diplomatica.
"Accoglieteli bene, ci sono
stati sempre vicini", si era
raccomandata poco prima mamma
Antonella, chiedendo alla piazza
di non fischiare. Il presidente
del Napoli trova la forza per
avvicinarsi alla bara e vi
appoggia sopra una piccola
bandiera, con un gesto molto più
paterno che teatrale. Accanto ha
il figlio minore Edoardo. "Non
esiste un dramma più grave e
atroce di questo, per un
genitore…", attacca. Il papà De
Laurentiis vorrebbe fermarsi
qui. Rimane in disparte finché
può, sempre con Malagò al fianco
e lo sguardo basso. Lo alza
solamente per incrociare quelli
di Lorenzo Insigne, Gianluca
Grava e Salvatore Carmando,
pezzi pregiati della nuova e
della vecchia squadra, ma
soprattutto napoletani, tra i
napoletani di Scampia. Fra di
loro parlano a voce bassa in
dialetto. "È un dolore troppo
grande, non riesco a dire di
più", confessa lo scugnizzo,
rientrato dal Mondiale da
ventiquattro ore e un po'
frastornato. Ma ha voluto
esserci, a 53 giorni dalla
quella notte maledetta. Mentre
lui segnava la doppietta della
vittoria, nella finale di Coppa
Italia con la Fiorentina, Ciro
Esposito iniziava la sua lunga
agonia all'ospedale Gemelli.
Lorenzo e Ciro: due figli di
Napoli, con la stessa passione
per il pallone e la squadra
azzurra. Come la speranza
Tutino, il portiere Contini e
tutti gli altri ragazzi del
settore giovanile, mischiati
anche loro tra la folla di
Scampia. Non ci sono stelle e
comparse: è il dolore di tutti.
Poi si risente la voce di De
Laurentiis, al microfono. "In
quel terribile tre maggio è
morto pure il calcio italiano,
mentre il nostro tifoso veniva
colpito. Era venuto a Roma solo
per applaudire la sua squadra e
ha perso la vita per difendere
un pullman pieno di bambini e di
famiglie. Non dovremo
dimenticare mai quello che è
successo, mai... Mi auguro che
questa tragedia permetta al
nostro mondo di ritrovare la sua
identità e ripartire dalla
cultura della sportività e del
rispetto reciproco". De
Laurentiis ha parlato per cinque
minuti esatti, trattenendo a
fatica le lacrime. Gli ha dato
la forza Antonella Leardi, la
mamma di Ciro. "Da un luogo
difficile come Scampia può
nascere la fiamma della speranza
- ha detto il presidente - C'è
la limpidezza di una donna che
ha perduto un figlio, il bene
più caro che esiste, ma non
dimentica nemmeno in un momento
così drammatico i valori morali
della vita e parla soltanto del
perdono, non di vendetta: pur
chiedendo legittimamente verità
e giustizia. Dobbiamo fare
tesoro di una lezione come
questa. Il 3 maggio mi avevano
chiesto di portare la Coppa
Italia a Napoli, dopo il
successo con la Fiorentina. Ma
un'impresa come quella non ha
alcun senso: vogliamo vincere a
testa alta, con il rispetto.
Spero che la morte tragica di
questo ragazzo possa restituire
i veri valori della vita". Di
morale ha parlato anche Malagò,
numero uno del Coni. "Un ragazzo
mi ha detto che ho avuto
coraggio, a venire qui. Gli ho
risposto che non potevo mancare,
per una questione di rispetto
nei confronti di Ciro Esposito e
della sua coraggiosa famiglia,
la cui dignità farà storia e
rimarrà per tutti come una
lezione di vita. Di celebrazioni
del genere ne ho già viste
tante, purtroppo: conta però
soltanto quello che succederà e
che sapremo fare da domani, per
cambiare. Istituiremo un premio
alla memoria di questo ragazzo,
che sarà assegnato ogni 25
giugno a giudizio insindacabile
della sua mamma e dei suoi
parenti: a chi avrà mostrato
particolari valori di lealtà.
Basta con i violenti". Hanno
applaudito pure gli ultrà
presenti in piazza: Genoa,
Catania, Palermo. C'erano tutte
le tifoserie amiche del Napoli,
ma quelle nemiche no.
28 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Napoli.repubblica.it
In ventimila per Ciro
L'appello di Simona
"Sotterrate la violenza"
di Antonio Di Costanzo
"Sotterrate la violenza.
Non facciamo che accada ancora
ad altri giovani, perché così lo
uccidete due volte". Simona, la
giovane fidanzata di Ciro
Esposito, il tifoso ferito il 3
maggio scorso prima della finale
di Coppa Italia a Roma e morto
dopo 53 giorni di agonia, lo
dice durante i funerali. Forse è
il momento più toccante della
cerimonia che richiama in piazza
oltre 20 mila persone per dare
l'ultimo saluto al giovane di 29
anni che qui era nato e viveva.
Il funerale, con rito
evangelico, si celebra in piazza
Grandi eventi che per
l'occasione cambia nome: i
tifosi hanno sistemato una nuova
targa in marmo con la scritta
"Piazza Ciro Esposito". Il
presidente della municipalità
Angelo Pisani annuncia che lo
stadio del quartiere sarà
dedicato a Ciro. Scampia mostra
il suo volto più bello, la sua
umanità e si stringe attorno al
suo "figlio caduto". Arrivano
delegazioni di ultrà da tutta
Italia. "Se le morti non sono
mai utili - dice Vincenzo
Esposito, zio di Ciro - perché
lasciano un vuoto incolmabile,
abbiamo la speranza che il
sacrificio di mio nipote possa
aiutare a voltare pagina,
affinché nessuna mamma romana o
di un'altra città possa vivere
questo dramma". La camera
ardente allestita nella
municipalità è rimasta aperta
anche la notte, ma il flusso di
visitatori è senza sosta. Ci
sono i familiari, gli amici, ma
anche semplici conoscenti e i
tifosi che arrivano da tutta
Italia, compreso una delegazione
di genoani poco prima che la
salma lasci l'auditorium della
municipalità. Tra i presenti
anche il cantante Eduardo
Bennato. Sono circa le 15 quando
un gruppo di tifosi e amici
prendere la salma per
accompagnarla in un breve
corteo. Indossano una maglietta
nera. Davanti c'è scritto "Ciro
1 eroe", dietro "Orgoglio
partenopeo". Scandiscono slogan
per ricordare il ragazzo. È un
continuo "Ciro uno di noi". Il
corteo segue ordinatamente il
carro funebre dove i tifosi
hanno sistemato la bara portata
in spalle fuori dalla camera
ardente. Non si sentono slogan
offensivi, né minacce di
vendette. I tifosi sono
rispettosi del dolore della
famiglia Esposito e si accodano
dietro la mamma Antonella che
offre di nuovo prova di grande
dignità. Sul feretro fiori
bianchi e tantissime sciarpe del
Napoli, ma anche di altre
formazioni. C'è anche un
"ciuccio" di pelouche. Ad aprire
il corteo una grande foto di
Ciro con la scritta "Eroe" per
ribadire quello che da queste
parti tutti sostengono: "Ciro è
morto per difendere dei tifosi
vittime di un’aggressione". La
cerimonia si trasforma in un
lungo appello alla non violenza.
Gli ultrà ascoltano rispettosi.
Tra loro, molto defilato, c'è
Gennaro De Tommaso, alias "Genny
‘a carogna", il capo ultrà
diventato famoso per aver
discusso da una balaustra
dell'Olimpico con Hamsik e
alcuni poliziotti, prima
dell'inizio della finale di
Coppa Italia in quel maledetto 3
maggio. Il presidente Aurelio De
Laurentiis porta una maglia del
Napoli con il nome Ciro e il
numero 84, l'anno di nascita del
tifoso. Con lui Lorenzo Insigne,
il presidente del Coni, Giovanni
Malagò e il sindaco Luigi de
Magistris. Tra le autorità
presenti anche il
sottosegretario alla Difesa,
Gioacchino Alfano, il presidente
della Municipalità, Angelo
Pisani, e il senatore Vincenzo
Cuomo, che in queste settimane
hanno fatto sentire la loro
vicinanza alla famiglia. La
madre di Ciro, Antonella Liardo,
invita a non fischiare nessuno
"perché sono qui come nostri
amici". Anche questo suo appello
viene accolto. Don Aniello
Manganiello che per lunghi anni
è stato parroco nella chiesa del
vicino rione don Guanella
combattendo contro droga e
degrado, invita al perdono e
alla pace. Le sue parole
raccolgono grandissimi applausi.
Nel corso della cerimonia,
vengono letti diversi messaggi
di cordoglio giunti alla
famiglia, tra cui quello della
Presidenza della Repubblica.
Un'esplosione di coriandoli
bianchi, applausi e cori, al
termine delle esequie,
accompagna il corteo funebre
diretto verso l'autolavaggio di
via Ghisleri, a Scampia, nel
quale lavorava il giovane
tifoso. Ad accogliere la salma
di Ciro, davanti
all'autolavaggio, moltissime
persone. Nel corteo ha sfilato
pure lo striscione con la
scritta "Sei il nostro eroe.
Tutti gli amici della Case
Gialle". Mentre da uno stereo
partono anche le note dell'inno
del Napoli di Nino D'Angelo.
Anche lui è presente a Scampia
per salutare Ciro. "Oggi è bello
vedere qui Napoli riunita - dice
- ho dedicato tante parole a
questo quartiere così
bistrattato dove vive una
maggioranza di persone perbene.
Non conoscevo Ciro, ma è bastato
conoscere il papà e la madre per
capire com'era. La mamma mi ha
insegnato in due minuti cos'è la
vita".
28 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
Dai duri delle curve
solo cori e applausi
"Siamo qui per Ciro per
noi è un eroe"
di Dario Del Porto
Il silenzio degli ultrà
nella grande piazza di Scampia.
"Siamo qui solo per Ciro. Per
noi è come un fratello", dicono
i "duri" delle curve. Gli ultras
prendono posto sulla scalinata
che si trova dalla parte opposta
del feretro. Quando la funzione
comincia, avanzano di qualche
metro e srotolano lo striscione
che recita: "La Napoli ultras
con dignità piange un degno
figlio della città. Cia' Cirò".
Firmato, Curva A e Curva B. Poi
più niente. Solo qualche coro
per Ciro e tanti applausi
all'indirizzo del feretro. In
mezzo alle delegazioni di tifosi
organizzati provenienti da ogni
parte d'Italia, c'è anche
Gennaro De Tommaso detto ‘a
carogna, uno dei capi della
Curva A la cui immagine sulla
balaustra dello stadio Olimpico,
ripresa dalle telecamere la sera
del 3 maggio, ha fatto il giro
del mondo. Il suo arrivo in
piazza viene addirittura
segnalato come "notizia urgente"
dalle agenzie di stampa, forse
per quella trattativa
sull'inizio della gara, peraltro
sempre negata sia dal Viminale
sia dagli ultras. Stavolta però
Genny non è in prima fila, resta
nelle retrovie, lasciando agli
altri leader il compito di
dirigere le operazioni.
"Lasciatemi stare, sono qua solo
per il funerale", dice
allontanando i cronisti. Non
indossa la maglietta "Speziale
libero", che tanto aveva fatto
discutere dopo il 3 maggio, ma
un'altra t-shirt, sempre nera, e
un berretto per proteggersi dal
sole. Molti lo salutano, poi De
Tommaso sceglie una posizione
defilata dove resterà fino alla
conclusione del rito. Fu proprio
Genny, peraltro, subito dopo la
sparatoria di Tor di Quinto, uno
dei primi a soccorrere Ciro
Esposito e gli altri due tifosi
del Napoli feriti dai colpi
d'arma da fuoco esplosi dalla
pistola impugnata, secondo la
ricostruzione della Procura di
Roma, dall'ultrà romanista
Daniele De Santis detto
"Gastone". I tragici eventi di
quella sera, resi ancor più
dolorosi dalla morte dopo 53
giorni di calvario dello
sfortunato operaio di Scampia,
hanno portato a Napoli per i
funerali supporters di molte
altre tifoserie, non solo
appartenenti ai gruppi
storicamente gemellati con i
gruppi organizzati del San
Paolo. Nella piazza arrivano i
genoani, da più di trent'anni
legati da amicizia con i
napoletani, ma anche le
magliette blu della Curva Nord
Ancona, che sono fra i primi a
raggiungere il quartiere,
parcheggiano tre pulmini proprio
ai piedi delle Vele e srotolano
lo striscione con scritto
"Ancona piange un suo fratello".
A Scampia ci sono anche i
supporters del Catania, quelli
di Avellino, Bari, Nocerina, un
gruppo di milanisti. Sul feretro
di Ciro Esposito compare una
sciarpa gialla del Borussia
Dortmund, la squadra tedesca da
quest'anno gemellata con il
Napoli. Sui muri, un manifesto a
lutto firmato "Brigata Bizantina
Rossano Gruppo ultras ‘86", uno
striscione "Ciao Ciro" esposto
dagli Ultras Curva Nord Taranto
e tanti altri ancora. Tra la
folla, tante magliette con i
messaggi tipici delle tifoserie
organizzate, da "Associazione
non riconosciuta" a "Nati per
difenderti". Ma chi si aspettava
slogan ostili contro i romanisti
oppure frasi riconducibili a
propositi di vendetta resta
deluso. Come durante i surreali
novanta minuti dell'Olimpico,
gli ultrà mantengono nel corso
della lunga funzione religiosa
un silenzio interrotto solo da
cori per Ciro e dagli applausi
all'indirizzo del feretro. La
linea del cordoglio viene
rispettata da tutti e niente
spezza il rispetto chiesto dalla
famiglia Esposito. Anche quando
la salma lascia la piazza e
attraversa il quartiere per
raggiungere l'autolavaggio dove
Esposito lavorava, il corteo che
lo accompagna ha voci e canti
solo per il suo "eroe". È il
giorno del dolore, oggi, non
quello dell'ira.
28 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Ilfattoquotidiano.it
De Magistris strappa gli
applausi della piazza
"Chi ha sbagliato paghi"
di Anna Laura De Rosa
"Devono pagare tutti,
anche chi non ha garantito
l'ordine pubblico". Luigi de
Magistris infiamma Scampia. Nel
giorno dei funerali del tifoso
eroe indossa l'abito scuro e la
fascia tricolore. Quando prende
il microfono non parla solo da
sindaco, ma soprattutto da
cittadino ferito. Con un
intervento di pochi minuti va
dritto al cuore della piazza. La
sera del 3 maggio si trovava
anche lui a Roma e "l'ordine
pubblico quel giorno non ha
funzionato - dice - sono stato
testimone che non ha funzionato.
Deve pagare chi non l'ha
garantito". De Magistris,
giovedì sera, non ha partecipato
alla festa-evento per i 100 anni
di Marinella. Ha spiegato
all'imprenditore che ha scelto
di restare accanto alla famiglia
di Ciro e al quartiere. Una
decisione umana con impliciti
risvolti politici, perché
intercetta il sentimento
generale. In un quartiere dove
peraltro de Magistris, in
passato, aveva spesso inviato il
suo braccio destro, il
vicesindaco Tommaso Sodano.
Adesso invece è lì, tra la
folla. Sono tutti d'accordo con
de Magistris: i tifosi, la
famiglia, gli amici e i
cittadini. E l'applauso della
folla rimbomba sotto la tenda
che ripara dal sole il feretro
ricoperto di sciarpe azzurre.
All'indomani degli scontri
"altri avevano già messo Ciro
sul banco degli imputati -
ricorda de Magistris - avevano
detto che i napoletani erano
colpevoli e che i tifosi avevano
sbagliato. Poi avevano aggiunto
la prova definitiva: siccome
Ciro è di Scampia, siamo tutti
brutti, sporchi e cattivi...".
Il ricordo del pregiudizio fa
scattare un'ovazione nella
folla. "Oggi scriviamo una nuova
pagina. Abbiamo dimostrato che
Ciro è innocente. E la verità è
che lui si è messo tra l'odio e
chi voleva solo vedere una
partita di calcio". Tra le
migliaia di persone presenti ci
sono soprattutto ragazzi e
tifosi giunti da ogni parte
d'Italia per dare l'ultimo
saluto a Ciro. A loro il sindaco
chiede di non farsi prendere
dalla rabbia. "No all'odio e
alla vendetta - aggiunge - ma sì
alla giustizia". La stessa
giustizia che da cinquanta
giorni invoca la famiglia del
ragazzo. "Da domani - prosegue
de Magistris - devono esserci
soprattutto fierezza, dignità,
coraggio e determinazione della
famiglia di Ciro. Hanno fatto
capire all'Italia come ci si
comporta. Credo che la cosa più
bella sia stato il modo in cui
dopo il ferimento di Ciro i suoi
genitori si sono comportati:
avevano già scritto che la
storia era diversa". Il sindaco
rivolge poi alcune parole ad
Antonella Leardi che in questi
giorni è diventata "la madre
d'Italia". La mamma di Ciro
Esposito "è il simbolo della
città di Napoli, una donna
esemplare e una mamma vera, di
grande cuore. Oggi - conclude de
Magistris nel cuore e nel corpo
di ogni napoletano c'è Ciro:
sarà ricordato per sempre".
28 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
La rivincita di Scampia
"Ciao Ciro, nostro eroe"
di Dario Del Porto
NAPOLI - La dolcezza di
una madre contro la violenza.
"Prego affinché il sacrificio di
Ciro non sia vano e questa
tragedia possa portare pace,
amore e gioia", ripete Antonella
Leardi mentre Scampia piange il
suo ragazzo ucciso per una
partita di calcio. È stremata,
dopo 53 giorni di calvario, una
notte trascorsa a vegliare il
figlio nella camera ardente e un
funerale celebrato sotto il sole
di un quartiere commosso. Eppure
questa donna minuta, con il
cuore grande e un carattere
d'acciaio, trova ancora la forza
di indicare al mondo la strada
giusta, quella del rispetto
reciproco, del perdono e della
giustizia, lei che sin dal primo
momento ha scelto di allontanare
con fermezza qualsiasi
sentimento di vendetta o di
rivalsa. Quando prende la
parola, la grande piazza che
ospitò Papa Wojtyla si
ammutolisce. Mamma Antonella
chiede di non fischiare i
politici perché "sono venuti
come nostri amici". Ricorda al
"popolo di Scampia" di aver dato
"grande dimostrazione di
dignità, continuiamo a farlo". E
racconta: "Abbiamo pregato
tanto, mio figlio ed io, e dopo
la preghiera su di noi è scesa
la pace. Ringrazio tutti quelli
che mi sono stati vicino e tutti
i tifosi d'Italia che sono qui.
Dico no alla violenza",
ribadisce. "Antonella è un
gigante della vita. Ha insegnato
a un intero popolo come
comportarsi, sessanta milioni di
persone hanno ricevuto da lei
lezioni di vita", commenta il
presidente del Coni Giovanni
Malagò, ancora emozionato dopo
averla incontrata giovedì a
Roma. Ma il carattere di questa
donna ha impressionato anche il
sindaco, Luigi de Magistris, che
elegge la mamma di Ciro Esposito
a "simbolo della città", e il
sottosegretario alla Difesa,
Gioacchino Alfano, che pensa a
lei come "la migliore
testimonial per uno sport non
violento". Il presidente del
Napoli, Aurelio De Laurentiis,
dice che Antonella "ha avuto
forza in questa Italia
scorretta, in questa Italia dove
i valori si sono persi
totalmente. È una donna che non
ha perso di vista, pur in questo
momento di profonda tristezza, i
veri valori morali della vita".
Gianni Maddaloni, il maestro di
judo che con la sua palestra
tiene ogni giorno lontano dalla
strada tantissimi ragazzi di
Scampia, è ammirato "dalla
straordinaria forza di
Antonella". Ma è tutta la
famiglia di Ciro ad essere
riuscita, in questi due mesi
tragici, a mantenere sempre
equilibrio e dignità. A
cominciare dallo zio, Vincenzo,
il sindacalista che nelle ore
immediatamente successive alla
sparatoria di Tor di Quinto, con
il nipote già in gravissime
condizioni in ospedale, ha
saputo trovare le parole giuste
per far comprendere a tutti come
la vittima di quella follia
fosse un bravo ragazzo, uno che
lavorava in un autolavaggio, non
un delinquente. Poi il papà,
Giovanni, che quando ha saputo
della decisione di sospendere il
mercatino rionale per poter
celebrare i funerali di Ciro ha
scosso il capo: "Sicuri che sia
proprio necessario, qui la gente
ha bisogno di lavorare". E
Simona, la fidanzata, che lo ha
aspettato fino all'ultimo,
dedicandogli un bellissimo
striscione, e ieri ha emozionato
tutti con le sue parole. "Non
dimenticherò mai la forza e il
rigore morale dimostrata da
questa famiglia in un momento
così tragico", sottolinea
l'avvocato Angelo Pisani, il
presidente della municipalità
che assieme al fratello Sergio
assiste i parenti di Ciro
Esposito. È una Scampia che non
fa notizia e non va in
televisione. Una Napoli lontana
dai salotti e dal potere. Un
mondo cresciuto proprio ai piedi
delle Vele, le stesse dove un
quarto di secolo fa Giovanni
Paolo II invitò ad organizzare
la speranza ma dove, da allora,
poco o nulla è cambiato davvero.
Adesso sono qui, a salutare un
ragazzo di neppure trent'anni
che era andato a vedere la
squadra del cuore e non è più
tornato casa. Mentre piangono
chiedono innanzitutto giustizia
e di non fare altro male a quel
ragazzo seminando ancora odio.
"In ogni persona vive una parte
di mio figlio. Ciro aveva mille
motivi per bestemmiare il nome
di Dio, ma lo ha pregato e
glorificato. Io ancora oggi
ringrazio Dio per come ci ha
accompagnato in questi giorni,
per la forza che ci ha dato.
Ciro gode già della gloria di
Dio. Ora tocca a voi: sarete il
nostro orgoglio", dice
Antonella. Sotto il sole di
Scampia, nella grande piazza
stracolma di gente, l'umanità di
una madre sfida il rancore e la
violenza. Una partita più grande
di lei, più grande di tutti.
L'unica, però, che valga la pena
di essere giocata.
28 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Fanpage.it
L'addio di Napoli a Ciro
"Sotterrate la violenza
o lo ucciderete di nuovo"
di Antonio Di Costanzo
NAPOLI - "Sotterrate la
violenza. Non facciamo che
accada ancora ad altri giovani
perché così lo uccidete due
volte". Lo urla con la voce che
trema per l'emozione, Simona, la
giovane fidanzata di Ciro
Esposito, il tifoso ferito il 3
maggio scorso prima della finale
di coppa Italia a Roma e morto
dopo 53 giorni di agonia. Forse
è il momento più toccante della
cerimonia che richiama in
piazza, sotto un sole che brucia
la pelle, oltre 20 mila persone
per dare l'ultimo saluto al
giovane di 29 anni che qui era
nato e viveva. Il funerale, con
rito evangelico, si celebra in
piazza Grandi eventi che per
l'occasione cambia nome: i
tifosi hanno sistemato una nuova
targa in marmo con la scritta
"Piazza Ciro Esposito". Scampia,
quartiere difficile della
martoriata periferia di Napoli,
mostra il suo volto più bello,
la sua umanità e si stringe
attorno a un "figlio caduto".
Arrivano delegazioni di ultrà da
tutta Italia. La camera ardente
allestita nella municipalità è
rimasta aperta anche la notte,
il flusso di visitatori è senza
sosta. Qui un gruppo di tifosi e
amici va a prendere la salma per
accompagnarla in un breve
corteo. Indossano una maglietta
nera. Davanti c'è scritto "Ciro
1 eroe", dietro "Orgoglio
partenopeo". Scandiscono slogan
per ricordare il ragazzo. Il
corteo segue ordinatamente il
carro funebre dove i tifosi
hanno sistemato la bara portata
in spalla fuori dalla camera
ardente. Non si sentono slogan
offensivi, né minacce di
vendette. I tifosi sono
rispettosi del dolore della
famiglia Esposito e si accodano
dietro mamma Antonella che offre
di nuovo prova di grande
dignità. Sul feretro fiori
bianchi e tante sciarpe del
Napoli, ma anche di altre
formazioni. C'è anche un
"ciuccio" di peluche. Ad aprire
il corteo una grande foto di
Ciro con la scritta "Eroe":
"Ciro è morto per difendere dei
tifosi da un’aggressione". La
cerimonia si trasforma in un
appello alla non violenza. Gli
ultrà ascoltano rispettosi. Tra
loro, molto defilato, c'è
Gennaro De Tommaso, alias "Genny
‘a carogna". Il presidente
Aurelio De Laurentiis porta una
maglia del Napoli con il nome
Ciro e il numero 84, l'anno di
nascita del tifoso. Con lui
Lorenzo Insigne e il presidente
del Coni, Giovanni Malagò. Duro
il sindaco Luigi de Magistris:
"Paghi chi non ha garantito
l'ordine pubblico perché non ha
funzionato". Il pastore
evangelico, invece, invita i
tifosi ad andare allo stadio con
bandiere e trombe non con
pistole e coltelli. Tra i
presenti il sottosegretario alla
Difesa Gioacchino Alfano. Alla
famiglia arriva un messaggio
della Presidenza della
Repubblica. La cerimonia termina
con le note dell'inno del
Napoli. In cielo coriandoli
bianchi e si torna a scandire:
"Ciro, uno di noi".
28 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
Scampia dice addio a
Ciro. In prima fila i tifosi
laziali
In 20mila al funerale di
Esposito. Tra Malagò e De
Magistris spunta pure Genny ’a
Carogna.
Una sciarpa della
Juventus che spunta tra quelle
delle tifoserie "solidali",
legata al palo di metallo che
regge la targa "Piazza Ciro
Esposito". Così è stata
ribattezzata Piazza Giovanni
Paolo II, quartiere Scampia,
Napoli, lì dove ieri si sono
svolti i funerali di Ciro con
più di 20mila persone. Quella
sciarpa bianconera è l’immagine
più eloquente di come la
tragedia dello scorso 3 maggio a
Roma, con l’omicidio del giovane
tifoso partenopeo, abbia
completamente sconvolto la
classica "geografia" ultrà
italiana. La sciarpa dei nemici
di sempre è annodata insieme a
quelle delle tifoserie gemellate
(Genoa, Ancona, Catania,
Borussia Dortmund) e a quelle
delle curve "amiche". Mai, prima
di ora, sarebbe stato
immaginabile, tanto è vero che
c’è chi si avvicina più che può
per assicurarsi che sia proprio
lei, la sciarpa juventina.
Eppure è lì, a testimoniare che
"oltre la rivalità c’è il codice
ultrà", quello che condanna
senza aspettare appello e
cassazione chi spara: in questo
caso, "i giallorossi infami". In
piazza, per l’ultimo saluto a
Ciro, ci sono delegazioni di
tifoserie giunte da ogni parte
d’Italia e d’Europa. Dal
microfono qualcuno le ringrazia,
una per una: Lazio, Palermo,
Genoa, Ancona, Catania, Crotone,
Fiorentina, Pro Vercelli, Milan,
Casertana, Martina, Taranto,
Dortmund, Rimini, Bologna, oltre
agli ultrà di decine di squadre
campane. La piazza sembra, nella
parte di fronte alla
tendostruttura allestita per le
esequie, la gradinata di uno
stadio. Qui gli ultrà della
Curva A e della Curva B del San
Paolo si radunano prima
dell’inizio della cerimonia
funebre, celebrata con il rito
evangelico. Gli ultras
partenopei all’arrivo della bara
di Ciro srotolano uno striscione
immenso, lungo 100 metri,
firmato da entrambe le curve:
"La Napoli ultras con dignità
piange un degno figlio della
città. Cia’, Ciro". Lo
striscione avanza e si ferma a
metà piazza. Resterà lì per
tutta la cerimonia, ore e ore
sotto il sole cocente, tenuto
ben steso da decine e decine di
amici di Ciro, di compagni di
stadio, ma anche di tanti tifosi
che il ragazzo ucciso (secondo
l’accusa) dal tifoso romanista
Daniele De Santis, non l’hanno
mai visto. Ma che, durante
questi 53 giorni di agonia,
hanno imparato a conoscerlo, ad
amarne il sorriso, ad
abbracciare idealmente i suoi
familiari, a partire dalla
meravigliosa madre, Antonella:
mai una parola fuori posto, mai
uno sfogo sopra le righe, sempre
e soltanto inviti alla calma, a
non farsi trascinare nella
spirale della vendetta. "In 53
giorni - scandisce al microfono
il presidente del Coni, Giovanni
Malagò - la mamma di Ciro ha
insegnato a un intero popolo
come comportarsi. Sessanta
milioni di persone hanno
ricevuto da lei lezioni di
vita". In piazza c’è anche Genny
’a Carogna, Gennaro De Tommaso,
il leader della Curva A e dei
"suoi" Mastiffs, protagonista
della famosa "trattativa"
all’Olimpico e delle infinite
polemiche scatenate dalla
maglietta con la scritta
"Speziale libero". Il daspo lo
terrà lontano dagli stadi per 5
anni, e lui ora è qui, serio,
riflessivo, in disparte. E c’è
anche Massimiliano Mantice, più
"operativo" nell’organizzazione,
"daspato" per tre anni: è il
(robusto) tifoso partenopeo che
insieme a Genny era seduto sulla
balaustra della Curva Sud
ripreso dalle telecamere di
tutto il mondo. Si alternano al
microfono familiari, amici e
personalità delle istituzioni.
C’è il sindaco di Napoli Luigi
De Magistris, che aveva accolto
il feretro già l’altro ieri al
casello autostradale, restando
per ore a Scampia e rinunciando
a partecipare al party
sfavillante organizzato da
Maurizio Marinella per
festeggiare i 100 anni della
famosa azienda produttrice di
cravatte. "Deve pagare - dice De
Magistris - anche chi non ha
garantito l’ordine pubblico.
Altri avevano già messo Ciro sul
banco degli imputati, avevano
detto che i tifosi napoletani
avevano sbagliato, poi siccome
lui è di Scampia, eravamo tutti
brutti, sporchi e cattivi. Oggi
scriviamo una nuova pagina e la
verità è che Ciro si è messo tra
l’odio e chi voleva solo vedere
una partita". Il riferimento è a
quell’atto di coraggio costato
la vita a Ciro, che per
difendere un pullman di tifosi
napoletani, assaltato da De
Santis e altri romanisti a Tor
di Quinto, ci ha rimesso la
vita. "Spero che questa morte -
dice il presidente del Napoli
Aurelio De Laurentiis, giunto in
piazza con Lorenzo Insigne e
Gianluca Grava - che è anche la
morte del calcio italiano,
permetta al calcio di ripartire,
di ritrovare una cultura della
sportività". "Abbiamo tanto
pregato, io e mio figlio, e dopo
la preghiera, su di noi è scesa
la pace", singhiozza Antonella
Leardi, la madre di Ciro, mentre
Simona, la fidanzata di Ciro,
implora di lasciare da parte
l’odio e il desiderio di
vendetta. Applaudono tutti, in
piazza, una piazza dove l’unico
coro che si alza è "Ciro-Ciro",
dove non trova spazio neanche
una parola, neanche un accenno,
per gli "infami". Nella tragedia
si è imprevedibilmente saldata
un’amicizia tra due tifoserie,
quella napoletana e quella
laziale, divisa da sempre da una
accesissima rivalità. "Onore al
nemico laziale", si disse e si
scrisse quando, poche ore dopo
il ricovero di Ciro Esposito al
Gemelli, gli ultrà biancocelesti
raggiunsero per primi l’ospedale
per mettersi a disposizione dei
familiari di Ciro. E ieri il
"nemico laziale" era molto,
molto meno nemico: era lì, in
prima fila. Forse, in futuro,
una nuova torcida amica di
quella partenopea. Eppure,
mentre Nino D’Angelo intona una
canzone per Ciro, mentre viene
letto un messaggio del Capo
dello Stato Giorgio Napolitano,
in piazza si discute e si
prevedono problemi molto grossi
per i romanisti. Non c’è un solo
ultrà o tifoso che non ricordi
quelle immagini, le foto dei
tifosi della Roma che
all’Olimpico, mentre Ciro
lottava tra la vita e la morte,
ridevano e applaudivano
srotolando gli striscioni della
rivendicazione. Quelle foto,
quei volti, gli ultrà napoletani
li hanno ingranditi mille e
mille volte, studiati uno per
uno. Bersagli ? Ieri a Scampia
c’era chi sogna di trovarseli
vicini di ombrellone, chi non
vede l’ora di incontrarli in
discoteca, chi giura che
"ovunque andranno, l’anno
prossimo, in Italia e in Europa,
troveranno chi non vedrà l’ora
di fargliela pagare".
28 giugno 2014
Fonte: Iltempo.it
© Fotografia:
Corrieredelmezzogiorno.corriere.it
"Ciro è tornato a casa.
E tutte le curve d'Italia hanno
cantato con me"
di Nino D’Angelo
Il popolare artista
napoletano racconta la
straordinaria dimostrazione
d'affetto per Ciro Esposito
durante i funerali di Scampia.
Quanta gente, sembra di
andare ad assistere a una
partita di calcio. Famiglie
intere con bandiere azzurre si
avviano verso quel posto dove
Scampia festeggia i suoi eventi
più importanti. Proprio lì dove
diciassette anni fa volli
festeggiare il mio compleanno, i
miei quarant'anni. Oggi invece è
un "evento" molto triste. Il
figlio più amato di questi
ultimi mesi, da tutto il popolo
napoletano e no, è tornato nella
sua terra, tra le sue vele, tra
la sua gente... La brava gente
di Scampia, quella cui la tv o i
media danno sempre poco spazio
perché è onesta, perché non si è
mai venduta al sistema ma è
costretta a essere vittima di
una strumentalizzazione senza
fine, a essere condannata alla
disperazione senza aver fatto
niente e senza poter mai dire ad
alta voce che in quella terra
non tutti sono camorristi. È
tornato Ciro, con tutto quello
che si era portato quella sera
del 3 maggio, compresi la sua
sciarpa azzurra e l'orgoglio di
essere napoletano. È tornato,
senza respiro, nel silenzio con
la sua innocenza, da sconfitto
eroe, vittima di una mano senza
coscienza, che senza conoscerlo
e solo perché era napoletano,
gli ha sparato. E non per
intimorirlo ma per finirlo senza
dirgli il perché. È tornato Ciro
e con lui la sua famiglia, un
papà che parla poco ma non gli
ha fatto mancare mai niente e
una mamma straordinaria, di
quelle che nascono per fare le
mamme e che sanno accarezzarti
anche solo con lo sguardo. Di
quelle che perdonano anche a chi
gli ha ucciso il figlio, di
quelle che quando ti abbracciano
ti fanno sentire la presenza di
Dio... È tornato Ciro, "Ciro,
Ciro, Ciro" e si alza il coro
delle curve venute lì da mezza
Italia, per portargli i saluti
di tanti tifosi buoni, quelli
che credono che non si può
morire per un gioco anche se è
il più bello del mondo, non si
può morire a 29 anni perché a
quell'età non hai il permesso di
morire, hai ancora tanti sogni
da spendere . È tornato...
"Ciro, Ciro, Ciro" il coro
riprende ad urlare il nome di
quel ragazzo nella bara davanti
a me che conosco solo dalle foto
ma al quale sento di
appartenere, come un fratello
maggiore. Mi chiedono di
intonargli il mio inno del
Napoli. Il magone mi chiude la
gola. Sotto gli occhiali scuri
chiudo gli occhi e canto
all'emozione di tutti quelli che
almeno per questo giorno non
sono qui per vendere promesse...
E canto "Na bandiera tutta
azzurra, c'arrassumiglia 'o
cielo e 'o mare 'e sta città,
Forza Napoli, dint'a ll'uocchie
'e sti gualiune ca se scordano
'e problemi e se mettene a
cantà..." poi tutti insieme per
Ciro..."Napoli... Napoli...
Napoli, forza Napoli Napoli
Napoli ooooohhh Napoli Napoli…".
"Ciro, Ciro, Ciro" di nuovo il
coro... È tornato Ciro è tornato
e non andrà mai più via, sarà
per sempre vivo, in ogni pietra,
in ogni strada, in ogni scuola.
Sarà la luce nuova di Scampia.
Alleluia.
28 giugno 2014
Fonte: Gazzetta.it
© Fotografie: Ansa.it
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