Ultrà, questura: stub
negativo ma compatibile con
polvere sparo.
Per pm De Santis ha
sparato. Cinque anni fuori dagli
stadi Genny ‘a carogna
Nuovi accertamenti sulla
Beretta 7.65 con matricola
abrasa dalla quale sono partiti
i cinque colpi, quattro dei
quali hanno colpito tre tifosi
napoletani prima della finale di
Coppa Italia. La procura non
modifica l'impianto accusatorio:
è stato l'ex leader della curva
giallorossa a fare fuoco.
Critiche le condizioni di Ciro
Esposito. La madre: "Fatemelo
vedere". E conferma: "Genny tra
i primi a soccorrere mio
figlio".
ROMA - Non bastano.
Saranno eseguiti ulteriori
accertamenti sulla Beretta 7.65
con matricola abrasa dalla quale
sono partiti i cinque colpi,
quattro dei quali hanno ferito
tre tifosi napoletani, sabato,
prima della finale di Coppa
Italia. Dopo l'esito negativo
dello stub toccherà all'esame
delle impronte sull'arma che sia
gli investigatori che gli
inquirenti asseriscono sia stata
impugnata e usata da Daniele De
Santis per fare fuoco sui tifosi
napoletani. "L'esame dello stub
eseguito su Daniele De Santis è
compatibile con materiale da
sparo", ha precisato la Questura
di Roma dopo l'esito negativo
del guanto di paraffina. In
sostanza, l'esame pur negativo
avrebbe evidenziato la presenza
di tracce di polvere da sparo.
De Santis, oltre ad essere
accusato di avere sparato contro
i tifosi napoletani, è stato
anche visto lanciare bombe carta
e materiali pirotecnico negli
attimi che hanno preceduto il
ferimento dei tre supporter
partenopei. Le tracce di polvere
da sparo rilevate dallo stub,
non in quantità tale da far
risultare l'esame positivo,
potrebbero ricondurre sia alla
pistola che alle bombe carta. La
Procura quindi non modifica
l'impianto accusatorio: è stato
l'ex leader della curva
giallorossa - nel frattempo
trasferito "per motivi di
sicurezza" in un altro ospedale
- a fare fuoco. E ci sono
diversi testimoni pronti a
giurare che sia stato proprio
lui a impugnare la pistola che
poi una signora del locale
accanto ha provveduto a far
sparire quando il giovane è
stato massacrato di botte dai
napoletani. Ora gli inquirenti
hanno intenzione di sentire
anche lei. La richiesta di
convalida dell'arresto non
conclude - hanno sottolineato a
piazzale Clodio - le verifiche e
i controlli che i magistrati
hanno intenzione di avviare:
"L'attività è appena
all'inizio".
Il ragazzo napoletano
ferito resta in condizioni
critiche - Ciro Esposito "è
stato sottoposto nella notte a
intervento di emicolectomia
destra per ischemia tardiva del
colon, senza perforazione,
susseguente agli arresti
cardiocircolatori intercorsi 48
ore fa. Permangono critiche le
condizioni del paziente,
ricoverato presso il Centro di
Rianimazione del Gemelli, con la
necessità di supporto
farmacologico e strumentale alle
principali funzioni vitali", ha
comunicato il policlinico romano
Gemelli nel bollettino medico.
Sua madre è all'ospedale, resta
lì, stanca. Fino a stamattina
non poteva vederlo perché il
figlio è in stato di arresto. La
convalida, con permanenza però
in una struttura sanitaria per
motivi di salute, è stata
infatti sollecitata anche nei
riguardi di Ciro Esposito. Il
fax con cui il gip ha
autorizzato l'accesso ai
genitori al reparto di terapia
intensiva, è arrivato nel primo
pomeriggio. "Io ho fatto tanti
appelli. Ora mi rivolgo
direttamente a Renzi e
Napolitano. Mio figlio è in
stato di arresto, siamo qui da
tre giorni, stanotte mio figlio
è stato nuovamente operato e
ancora non lo posso vedere
perché è in stato di arresto.
Mio figlio è in coma
farmacologico, se avesse qualche
segreto non potrebbe neanche
rivelarmelo. Vi prego,
aiutateci", ha detto Antonella
Leardi, la mamma di Esposito, ed
ha aggiunto: "Sto ricevendo
numerosi messaggi d'amicizia e
solidarietà da tutta Italia,
perché non c’è solo odio, anche
amore". Il suo appello è ai
giovani: "Pregate per voi,
perché questi episodi non si
verifichino più, e per mio
figlio Ciro". La donna ha
ribadito, durante un'intervista
televisiva, quanto già emerso
dalle immagini del giorno degli
scontri e cioè che tra i primi a
soccorrere il figlio è stato
Gennaro De Tommaso, Genny 'a
carogna.
Il legale di Esposito -
"Ora il problema sono i tempi
per lo svolgimento dell'udienza
di convalida, per la quale è
fondamentale la testimonianza di
Ciro", ha detto l'avvocato
Damiano De Rosa, uno dei legali
di Ciro Esposito.
Cinque anni daspo a
Genny 'a carogna - Niente
Napoli-Cagliari al San Paolo per
Gennaro De Tommaso, ormai noto
come Genny 'a carogna, leader
del gruppo di tifosi che si
riconosce sotto la sigla Mastiff
e uomo della presunta trattativa
tra lo Stato e gli ultrà del
Napoli all'Olimpico, non ci
sarà. Il questore di Napoli
Guido Marino ha firmato un
provvedimento di daspo per 5
anni. De Tommaso era stato
destinatario già in passato di
analogo provvedimento, rispetto
al quale aveva fatto ricorso
vincendolo. "E' responsabile -
si legge in una nota della
questura di Roma - della
violazione riguardante
l'esposizione di "striscioni o
cartelli incitanti la violenza o
recanti ingiurie o minacce" e lo
"scavalcamento e invasione di
campo in occasione di
manifestazioni sportive". Per
quest'ultima violazione è
responsabile anche un altro
ultrà, Massimiliano Mantice, per
il quale il provvedimento ha la
durata di tre anni.
Pm chiede carcere per
tutti - La Procura di Roma ha
chiesto al Gip, contestualmente
alla convalida dei fermi di
Daniele De Santis e dei tre
tifosi del Napoli rimasti feriti
nella sparatoria di sabato
scorso, l'emissione
dell'ordinanza di custodia
cautelare in carcere per tutti a
eccezione, alla luce delle
condizioni di salute, di Ciro
Esposito. Domani gli
interrogatori di garanzia
compatibilmente con lo stato di
salute di tutti gli arrestati.
Per De Santis l'accusa resta di
tentato omicidio, ai napoletani
la procura contesta il reato di
rissa. Ma le indagini
continuano. La Digos sta
analizzando tutti i filmati
degli incidenti nel tentativo di
individuare possibili complici.
L'ipotesi è che De Santis abbia
provocato i tifosi napoletani
insieme ad altri ultrà romanisti
con lanci di sassi e fumogeni.
Al vaglio degli investigatori ci
sono le riprese compiute
dall'alto dalla polizia
scientifica e altri filmati
amatoriali.
Questura Napoli: se
maglie Speziale stop partita -
Suscita polemiche l'idea
attribuita agli ultrà napoletani
di presentarsi stasera allo
stadio per Napoli-Cagliari con
le t-shirt "Speziale libero", ma
la questura ha già annunciato
che l'esposizione di materiale
offensivo determinerà la mancata
disputa della partita. Marisa
Grasso, vedova di Filippo
Raciti, si è appellata al
premier: "A questa notizia
dovrebbe una risposta il
presidente del Consiglio. Deve
dare una risposta", ha detto.
"Chiudete, non fate giocare,
basta".
L'aiuto di Gennaro De
Tommaso - Una delle prime
persone che ha tentato di
rianimare Ciro Esposito, ferito
da colpi di arma da fuoco prima
della finale di Coppa Italia,
sarebbe Genny ‘a carogna, il
capo ultrà napoletano cui oggi è
stato destinato un daspo di 5
anni. A sostenerlo è la madre di
Ciro Esposito.
Il piano di Alfano - Il
ministro dell'Interno Angelino
Alfano intanto è tornato a
smentire che sabato sera ci sia
stata trattativa con gli ultrà.
"Non sta né in cielo né in
terra, nessuno può immaginare
che lo Stato abbia deciso
insieme ai violenti se disputare
o meno una partita". È stata
invece rinviata la
presentazione, prevista nel
pomeriggio, del piano speciale
per la sicurezza della Capitale,
legato anche a cortei e
manifestazioni sportive. Alfano
riferirà domani alle ore 13 in
aula alla Camera sui fatti del 3
maggio.
Spari a Tor di Quinto,
le foto fondamentali per le
indagini
di Francesco Cianfarani
Nuove foto inviate da un
testimone alla redazione de Il
Mattino in cui si vede il
momento in cui Ciro Esposito è
stato colpito e i primi
tentativi di soccorso dei
presenti. Per gli inquirenti
saranno fondamentali per fare
luce sulla vicenda ?
Stamattina il giornale
di Napoli ha ricevuto nuove
prove che aiuteranno anche gli
inquirenti a fare luce sul
tentato omicidio di Ciro
Esposito, il tifoso partenopeo
colpito da un proiettile al
petto prima della finale di
Coppa Italia del 3 maggio. Le
nuove immagini, inviate da un
tifoso del Napoli residente a
Como, mostrano le fasi
successive alla sparatoria. Si
tratta di immagini drammatiche
che mostrano la disperazione e i
disperati tentativi di soccorso
da parte delle altre persone
presenti sul luogo. Dagli scatti
si distingue chiaramente un
ufficiale dei carabinieri in
mezzo alla folla che allontana
le persone da Esposito, per
terra in una pozza di sangue. Il
militare è al telefono e,
certamente, sta chiamando
l’ambulanza per il giovane
napoletano che è ferito a terra
a due passi da lui. Si tratta di
un elemento importante perché
presenza dell’ufficiale
dell’Arma pochi attimi dopo lo
sparo vuol dire che esiste una
testimonianza fondamentale e
accreditata su quello che è
accaduto a Roma nello sciagurato
pomeriggio del sabato della
finale di Tim Cup. Nel frattempo
Ciro Esposito è libero, per la
gioia della mamma, da sabato
accanto a lui al Policlinico
Gemelli dov’è ricoverato in
gravi condizioni. Per il tifoso
napoletano il gip Giacomo Ebner
non ha disposto nessuna misura
cautelare. Per Daniele De
Santis, l’ultrà giallorosso
accusato di aver sparato contro
i supporter napoletani, invece,
il giudice per le indagini
preliminari ha stabilito la
detenzione in carcere per
tentato omicidio. Obbligo di
firma, invece, per Alfonso
Esposito e Gennaro Fioretti, gli
altri due supporter partenopei
indagati nell’ambito
dell’indagine sugli incidenti
avvenuti in occasione della
Coppa Italia. Nel frattempo,
oltre alla liberazione, sono
arrivate notizie confortanti
anche dal quadro clinico di
Esposito. "Ciro ha aperto gli
occhi" ha raccontato il padre
Giovanni, che durante la visita
ha chiesto al figlio se gli
farebbe piacere incontrare
Maradona: "Lui ha fatto cenno di
sì con la testa. Possiamo dire
che sta meglio e spero che lo
stia ogni giorno di più". La
madre di Esposito, Antonella
Leardi, conferma che" Ciro sta
migliorando un passettino alla
volta". Intanto continuano a
fare il giro del mondo le foto
del covo di Tor di Quinto di
quello che, fino alle
ricostruzioni attuali, è il vero
"mostro" di questa vicenda:
Daniele De Santis. "Gastone"
aveva la sua base di nove metri
quadrati all’interno del
Trifoglio di Viale Tor di
Quinto, il posto che Alfredo
Iorio, dopo lo stupro Reggiani,
occupò illegalmente e che adesso
il Campidoglio è ansioso di far
sgomberare. Il bunker di De
Santis, tappezzato di manifesti
di estrema destra e infilato tra
le baracche, rende benissimo
l’idea del soggetto.
Nell’ordinanza, il magistrato
Giacomo Ebner scrive come De
Santis mostri una "natura
incontenibile e specialmente
violenta", "la comprovata
incapacità a misurare la gravità
delle proprie azioni" e "un
generale atteggiamento di sfida
nei confronti dell’ordinamento e
delle sue regole". De Santis
adesso ha troppi nemici, dopo la
lettera con proiettile
recapitata al Mattino di Napoli
ieri mattina destinata a lui,
adesso è nata anche la pagina
Facebook "Daniele De Santis
infame".
8 maggio 2014
Fonte: Vignaclarablog.it
Agguato ultrà, spunta un
paio di guanti
di Dario Del Porto
Le analisi biologiche su
un paio di guanti neri, la
perizia balistica sulla pistola,
l'esame incrociato del
principale teste oculare. Così
la Procura di Roma vuole
"blindare" l'inchiesta sui
gravissimi fatti avvenuti a Roma
sabato 3 maggio, alla vigilia
della finale di Coppa Italia fra
Napoli e Fiorentina, e culminati
nel ferimento a colpi di arma da
fuoco di tre tifosi azzurri,
Ciro Esposito (tuttora in
prognosi riservata) Gennaro
Fioretti e Alfonso Esposito,
vittime secondo alcune
testimonianze di un vero e
proprio agguato. I pm capitolini
Eugenio Albamonte e Antonino Di
Maio hanno presentato al giudice
una richiesta di "incidente
probatorio" per cristallizzare
gli elementi ritenuti
determinanti ai fini della
ricostruzione dell'accaduto.
Hanno chiesto l'incidente
probatorio" anche gli avvocati
di Daniele De Santis, l'ultrà
della Roma soprannominato
Gastone, indagato per tentato
omicidio perché accusato di aver
sparato all'indirizzo dei
napoletani. De Santis nega,
anche sulla scorta dell'esame
dello stube da cui non è emersa
la certezza che l'uomo,
piantonato in ospedale, abbia
usato l'arma. Ora però la
Procura chiede accertamenti
scientifici su un paio di guanti
ritrovati nella zona degli
incidenti. Gli inquirenti
vogliono inoltre acquisire in
contraddittorio con le parti la
testimonianza del tifoso
napoletano che si trovava
accanto a Ciro quando è stato
raggiunto dai colpi esplosi
dalla semiautomatica "Benelli"
7.65 con matricola abrasa,
impugnata secondo l'accusa
proprio da De Santis. I tre
napoletani sono indagati per
rissa e lesioni ai danni di De
Santis. Tutti respingono le
accuse. Ciro Esposito è difeso
dagli avvocati Angelo e Sergio
Pisani. Il pm chiede poi di
analizzare gli altri oggetti
sequestrati sulla scena:
berretti, giacche, una scopa, il
collo di una bottiglia di vetro
e un coltello a serramanico.
Tutto questo mentre Ciro resta
in terapia intensiva. "È più
tranquillo rispetto a ieri, ma
molto stanco. Non gli ho parlato
di quello che è successo, quando
sarà lui a farlo lo ascolterò",
dice la madre. Al giovane tifoso
sono arrivati gli auguri del
capitano del Napoli, Marek
Hamsik: "Vienici presto a
trovare".
16 maggio 2014
Fonte: La Repubblica
Morto Ciro Esposito: lo
sparo ad altezza uomo, colpito a
schiena
di Luca Laviola
La Procura avrà audio
dove Ciro accusa De Santis.
Domani funerali.
(ANSA) Napoli - Ciro
Esposito è stato ferito da un
colpo sparato ad altezza d'uomo,
alla schiena, che gli ha
lacerato un polmone. È un
elemento importante che emerge
dall'autopsia sul corpo del
giovane tifoso del Napoli
eseguita ieri. Secondo le
testimonianze dei parenti,
inoltre, Ciro ha raccontato di
essersi avventato su Daniele De
Santis, scaraventandolo a terra,
prima di essere ferito. I due si
sarebbero quindi rialzati e
l'ultrà romanista avrebbe
sparato il colpo di pistola che
ha raggiunto il ragazzo alle
spalle, forse mentre fuggiva,
attraversando il polmone e
conficcandosi nella quinta
vertebra. Dopo oltre 50 giorni
in ospedale, Esposito è morto
per le conseguenze devastanti
della ferita, che hanno portato
a un "collasso multifunzionale
progressivo". Oggi la salma è
tornata a Napoli accompagnata
dai familiari, dove l'attendeva
la camera ardente allestita
nell'auditorium del municipio di
Scampia. Domani pomeriggio i
funerali pubblici. L'autopsia è
stata effettuata all'Istituto di
medicina legale della Sapienza
dal medico legale nominato dalla
procura di Roma, Costantino
Ciallella, presente il
consulente della famiglia
Esposito, Giuseppe Cenname. Nel
corpo del giovane sono stati
trovati alcuni frammenti del
proiettile estratto il giorno
dopo la sparatoria. Ciallella ha
accertato che quando è partito
il colpo che ha raggiunto il
ragazzo, sia la vittima che De
Santis erano in posizione
eretta. Quest'ultimo, travolto
in un primo momento da Esposito,
avrebbe fatto fuoco dopo essersi
rialzato. Il giovane napoletano
potrebbe quindi aver tentato di
fuggire dopo aver visto la
pistola, oppure per non avere la
peggio nello scontro fisico con
il gigantesco "Gastone", come
viene chiamato De Santis dagli
amici. Ma a quel punto sarebbe
stato colpito alle spalle.
Secondo la testimonianza di un
tifoso del Napoli, che era a
bordo del pullman attaccato da
De Santis, inoltre, un ragazzo
con lo zainetto si sarebbe
scagliato da solo contro
l'assalitore. Poco dopo avrebbe
visto lo stesso ragazzo,
probabilmente Ciro Esposito,
trascinato via a peso morto da
un gruppo di amici.
26 giugno 2014
Fonte: Ansa.it
Scontri Coppa Italia,
Ciro morto per un colpo sparato
alla schiena ad altezza uomo.
La procura acquisisce
audio contro De Santis
di Valeria Forgnone e
Viola Giannoli
Dall'autopsia effettuata
oggi all'obitorio del Verano
emerge che quando il proiettile
è stato esploso Esposito e
l'ultrà della Roma erano in
posizione eretta. Domani,
venerdì, i funerali a Napoli. In
un file registrato col
telefonino il 25 maggio al
Gemelli il riconoscimento da
parte della vittima di "Gastone"
e di altre persone coinvolte.
Ciro Esposito è morto
per un colpo di pistola sparato
ad altezza d'uomo che lo ha
raggiunto alla schiena. Sia la
vittima che la persona che ha
esploso il colpo erano in
posizione eretta. È quanto
stabilito dall'autopsia eseguita
oggi dal medico legale
Costantino Ciallella sul corpo
del tifoso napoletano morto ieri
dopo un lungo ricovero nel
reparto di terapia intensiva del
Gemelli di Roma per le ferite da
arma da fuoco riportate lo
scorso 3 maggio, a poche ore
dalla finale di Coppa Italia
Fiorentina-Napoli disputata allo
stadio Olimpico. Lo stesso Ciro
aveva confidato ai parenti, che
lo hanno riferito alla Digos,
che prima di essere ferito si
era avventato su Daniele De
Santis, scaraventandolo a terra.
Quest'ultimo avrebbe fatto fuoco
dopo essersi rialzato. Il
proiettile che ha perforato un
polmone si è fermato alla spina
dorsale, precisamente nella
quinta vertebra. Sarà
verificato, tramite analisi
balistica, se proveniente dalla
pistola Benelli sequestrata
dalla polizia, dopo averla
ritrovata al Ciak Village, e
attribuita dalla procura all'ex
ultrà giallorosso Daniele De
Santis, indagato per omicidio
volontario. Dall'autopsia emerge
una ricostruzione più
dettagliata di quel 3 maggio
scorso in via di Tor di Quinto a
Roma, prima della finale di
Coppa Italia. Il tifoso
partenopeo si avventò su Daniele
De Santis ed entrambi caddero a
terra. Poi entrambi si
rialzarono e a quel punto De
Santis sparò i colpi di pistola
uno dei quali ferì Ciro alla
schiena, ha accertato l'esame
autoptico. Probabilmente
Esposito rialzandosi aveva
voltato le spalle a De Santis
per fuggire temendo una reazione
o forse perché aveva visto la
pistola. Il particolare che Ciro
si avventò su De Santis lo hanno
riferito i parenti agli agenti
della Digos. Il fatto che De
Santis sparò solo una volta
rialzatosi da terra a Esposito
giustifica il fatto che al
momento dello sparo i due erano
entrambi in posizione eretta ed
infatti il proiettile è stato
sparato ad altezza l'uomo. I
sanitari del policlinico Gemelli
hanno precisato che il
proiettile non è stato estratto
durante l'autopsia, ma durante
il primo intervento chirurgico
sulla colonna vertebrale
eseguito nel policlinico romano
il 4 maggio dall'equipe del
professor Francesco Tamburrelli,
chirurgo vertebrale del Gemelli,
nella stessa giornata del
ricovero, come fu a suo tempo
comunicato.
Nel pomeriggio il carro
funebre con la bara di Ciro
Esposito, morto per la
lacerazione del polmone che ha
portato a un collasso
multifunzionale progressivo,
come accertato dall'autopsia, ha
lasciato l'obitorio
dell'Istituto di medicina legale
della Sapienza a Roma ed è
arrivato alle 18.45 a Napoli.
Dietro il carro funebre un'auto
con a bordo uno zio, uno dei
suoi legali e altri parenti. Il
giovane tifoso napoletano dopo
50 giorni di agonia in ospedale
non ce l'ha fatta. Distrutta dal
dolore la fidanzata di Ciro,
Simona Rainone, attraverso
Damiano De Rosa, uno dei legali
della famiglia Esposito, ha
lanciato un appello: "Fate tutto
ciò che potete affinché Ciro
possa continuare a vivere
attraverso una giustizia
immediata". In piazzale del
Verano, davanti all'obitorio si
sono presentati un tifoso del
Napoli, Aurelio Gallotto, e uno
della Roma, Ermanno Antonini, 45
anni, per dare un ultimo saluto
a Ciro e fare le condoglianze
alla famiglia. I due si sono
stretti la mano e abbracciati in
segno di solidarietà calcistica.
"Conosco Daniele De Santis, se è
stato lui a sparare è giusto che
paghi - ha detto Antonini - Un
ragazzo non può morire per il
calcio. Non si può morire per
una partita di calcio. Ma se non
cambiano le cose succederà
ancora".L'ultrà
della Roma non è poi riuscito a
parlare con la madre di Ciro
Esposito, andata via da un
ingresso secondario
dell'obitorio. "Sono qui per
rispetto a un ragazzo che è
morto per seguire la sua squadra
del cuore", ha detto Gallotto,
originario di Salerno e nella
capitale da tre anni. Nel tardo
pomeriggio è arrivato il feretro
a Napoli, nel quartiere di
Scampia, dove è stata allestita
la camera ardente presso
l'auditorium tra gli applausi di
conoscenti e amici di sempre. I
funerali si terranno domani
pomeriggio, venerdì, alle 16.30,
in piazza Grandi Eventi a
Scampia.
Alle 9.30 di questa
mattina era iniziata l'autopsia
sul corpo del trentenne
all'obitorio comunale dove,
intorno alle 14, sono arrivati i
genitori di Ciro, il fratello,
gli zii e padre Mariano del
Cristo Re. L'esame, che è stato
interrotto verso l'una per poi
riprendere e concludersi poco
prima delle 15, ha subito nel
primo pomeriggio
un'accelerazione "forse per
motivi di ordine pubblico".
L'autopsia era stata affidata al
professor Costantino Ciallella
del policlinico Umberto I dal pm
Eugenio Albamonte, titolare
dell'inchiesta assieme al
collega Antonino Di Maio.
Presenti anche il legale della
famiglia del ragazzo, Angelo
Pisani, il consulente di parte,
il dottor Giuseppe Cenname, e
gli altri due avvocati degli
Esposito, Damiano De Rosa e
Sergio Pisani. Il corpo di Ciro,
nel pomeriggio, è stato
trasferito a Napoli, nel
quartiere Scampia, dove è
cresciuto e dove lavorava fino a
quel 3 maggio. I genitori e gli
zii avevano lanciato un appello
per velocizzare il trasporto:
"Ringraziamo il presidente della
Repubblica per il telegramma di
condoglianze che ci ha inviato e
ci appelliamo alla sua umanità e
a quella della magistratura
affinché Ciro possa tornare a
casa oggi".
Intanto, Daniele De
Santis, l'ultrà romanista legato
ad ambienti dell'estrema destra
accusato di omicidio volontario,
da ieri si trova in una
struttura protetta dell'ospedale
Belcolle a Viterbo, una zona del
nosocomio sorvegliata e con
accessi limitati e stabiliti
dalle autorità giudiziarie e
dall'amministrazione del carcere
Mammagialla. Le misure di
sicurezza sono state rafforzate
anche attorno all'abitazione di
famiglia del detenuto per
evitare incidenti o "vendette".
"Sarebbe rispettoso, in questo
momento, evitare la rincorsa a
conclusioni affrettate
soprattutto sulla base di
elementi ancora frammentari -
hanno affermato i legali di
Daniele De Santis, Tommaso
Politi e Michele D'Urso - È
auspicabile lasciare operare
serenamente consulenti tecnici e
periti su esami ancora in corso
o da attuare". Ciro Esposito nei
piccoli momenti di lucidità
durante la degenza in ospedale
avrebbe riconosciuto "Danielino"
come suo aggressore confermando
anche che più di una persona è
coinvolta. A raccogliere la
testimonianza del ragazzo non
solo i familiari ma anche un
audio registrato dalla
criminologa Angela Tibullo,
chiamata dalla famiglia
Esposito, con un telefonino il
25 maggio. "Pure se la
ricostruzione dei fatti è
chiarissima, noi della difesa
avevamo pensato di acquisire
ulteriori conferme, per
sicurezza. In questo senso
abbiamo registrato un audio
quando Ciro era al Gemelli, che
purtroppo è di qualità
approssimativa perché registrato
con un telefonino, ma chiaro nel
contenuto". "La cosa più
importante del contenuto
dell'audio - ha spiegato De Rosa
- riguarda il momento in cui
abbiamo mostrato al ragazzo una
foto segnaletica estratta dal
fascicolo delle indagini: Ciro
ha riconosciuto De Santis
ritratto nello scatto. Ha
inoltre confermato che più di
una persona era coinvolta
nell'aggressione". La
criminologa è stata sentita ieri
dalla Digos di Roma come persona
informata dei fatti ma la
Procura di Roma acquisirà in
giornata proprio il file audio e
i pm esamineranno la
registrazione per verificare se
l'accusa del tifoso è
esplicitamente rivolta a De
Santis e, se necessario,
ascolteranno anche il parente di
Ciro che ha realizzato il file.
Non è esclusa una perizia fonica
qualora fosse ritenuta
indispensabile. "Non provo nulla
di cattivo e di odioso nei suoi
riguardi - ha detto la mamma di
Esposito Antonella Leardi -
Chiedo che si ravveda e si
inginocchi davanti a Dio". Per
cercare di capire cosa sia
accaduto in quel maledetto 3
maggio i legali di Ciro
chiederanno anche
"l'acquisizione dei piani di
sicurezza predisposti per la
finale di Coppa Italia, per
cercare di capire perché quel
punto non è stato controllato:
non vogliamo puntare il dito
contro nessuno ma è giusto
accertarsi come possa essere
accaduto un fatto del genere".
L'avvocato Sergio Pisani
aggiunge: "I magistrati stanno
lavorando tantissimo per
individuare altri complici, non
sarà un processo con un solo
imputato. Non bisogna poi
dimenticare le altre
responsabilità legate a
disorganizzazioni
amministrative". Il presidente
del Coni Giovanni Malagò ha
deciso di intitolare una borsa
di studio alla memoria di Ciro.
E domani sarà a Napoli e terrà
un'orazione al funerale del
giovane. Anche il Torino
Football Club si è unito al
cordoglio e con un post sul
proprio sito internet ha
espresso "vicinanza ai
famigliari" del "tifoso del
Napoli e del calcio".
26 giugno 2014
Fonte:
Roma.repubblica.it
Ciro Esposito, conclusa
l'autopsia del tifoso ucciso:
"Morto per un colpo
sparato ad altezza d'uomo
Il feretro in viaggio
verso Napoli
Si è conclusa,
all'Istituto di Medicina legale
della Sapienza di Roma,
l'autopsia sul corpo di Ciro
Esposito, il tifoso napoletano
ferito prima della finale di
Coppa Italia e deceduto ieri
mattina al policlinico Agostino
Gemelli. Il carro funebre con la
bara di Ciro Esposito ha
lasciato l'obitorio, ed è giunto
a Napoli alle ore 18,45. La bara
è stata accolta da un lungo
applauso. Resterà nella camera
ardente, allestita
nell'auditorium dell'VIII
municipalità, fino al pomeriggio
di domani, quando verranno
celebrati i funerali. Ad
attendere il feretro, sin dalle
prime ore della giornata di
oggi, oltre agli amici ed i
parenti, tantissime persone del
quartiere. Per il giovane una
bara marrone scuro. Dietro il
carro funebre una macchina con
uno degli zii di Ciro, uno dei
suoi legali e altri parenti.
Prima che il feretro di Ciro
Esposito lasciasse l'obitorio, i
familiari del ragazzo hanno
pregato insieme sulla bara. Il
padre, la madre, tre zii e un
fratello del ragazzo, hanno
stretto le mani sopra la bara.
Con loro un sacerdote, Padre
Mariano, che è stato vicino alla
famiglia in tutti questi giorni.
La camera ardente -
All'interno della camera ardente
sono stati fatti entrare solo i
familiari e gli amici più
stretti della vittima. Il
feretro all'arrivo era seguito
da un'autovettura sulla quale
c'erano i familiari di Ciro
Esposito. Presente anche il
sindaco di Napoli, Luigi de
Magistris, che ha accolto il
feretro al casello autostradale
di Caserta Nord. Grande
commozione, pianti disperati ma
anche applausi per salutare il
giovane tifoso che qui viene già
definito "un eroe" e, come si
legge in un manifesto della VIII
municipalità "Vittima innocente
della criminalità e della
violenza". A quanto si apprende
la camera ardente resterà aperta
per l'intera notte. A breve è
atteso l'arrivo anche di
tantissimi tifosi, soprattutto
quelli della zona che con Ciro
dividevano la grande passione
per il calcio, per la loro
squadra del cuore: il Napoli.
L'autopsia - L'esame,
eseguito dal professor
Costantino Ciallella insieme al
consulente di parte Giuseppe
Cenname si è svolto all'obitorio
comunale del Verano dove si sono
riuniti i legali della famiglia
Esposito Damiano De Rosa, Angelo
Pisani e Sergio Pisani. "Le
operazioni autoptiche sulla
salma di Ciro si sono appena
concluse, il tempo della
vestizione e Ciro torna a
Napoli", ha detto Pisani, che
sull'esito dell'autopsia ha poi
aggiunto: "Il risultato era
scontato. Non si è intromessa
alcuna causa sopravvenuta che
può aver da sola determinato
l'evento". Ciro è morto per un
colpo di pistola sparato ad
altezza d'uomo che lo ha
raggiunto alla schiena. È quanto
stabilito dall'autopsia eseguita
oggi dal medico legale
Costantino Ciallella. Sia la
vittima che la persona che ha
sparato erano in posizione
eretta. Lo stesso Ciro aveva
confidato ai parenti, che lo
hanno riferito alla Digos, che
prima di essere ferito si era
avventato su Daniele De Santis,
scaraventandolo a terra.
Quest'ultimo avrebbe fatto fuoco
dopo essersi rialzato. Nel corso
dell'autopsia è stato anche
estratto dal corpo di Esposito
il proiettile. Sarà verificato
se proveniente dalla pistola
recuperata. Il proiettile che ha
raggiunto alla schiena Ciro ha
lacerato un polmone e si è
fermato nella quinta vertebra.
Causa della morte dunque la
lacerazione del polmone che ha
portato ad un collasso
multifunzionale progressivo. "Il
dato che emerge dall'autopsia è
che il proiettile è passato in
mezzo alle costole per poi
conficcarsi nella colonna
vertebrale". Lo dice Sergio
Pisani, il legale di Ciro
Esposito. Angela Tibullo, la
criminologa di parte nominata
dalla famiglia Esposito, ha
riferito che "Durante l'esame
non sono stati ritrovati
frammenti metallici, segno che
l'operazione di estrazione del
proiettile andò bene". Intanto
l'avvocato Damiano De Rosa si è
recato in Procura a sbrigare le
procedure burocratiche
necessarie per liberare la salma
di Ciro Esposito e permettere il
suo trasferimento a Napoli per i
funerali di domani pomeriggio.
Secondo quanto dichiarato da un
sacerdote vicino alla famiglia,
la salma del ragazzo potrebbe
essere restituita ai suoi cari a
metà pomeriggio.
All'aggressione non
partecipò solo De Santis - Ciro
Esposito avrebbe confermato che
all'agguato del 3 maggio scorso
contro il pullman dei tifosi del
Napoli, culminato nel suo
ferimento, parteciparono altre
persone oltre a Daniele De
Santis. Lo ha detto uno dei
legali del giovane tifoso morto,
Damiano De Rosa, parlando
dell'audio con la voce del
ragazzo registrato dai
familiari, tra il 20 e il 30
maggio, durante la lunga degenza
al policlinico Gemelli. "Ha
riconosciuto De Santis e
confermato che più di una
persona partecipò
all'aggressione". Il file verrà
acquisito in giornata dalla
procura di Roma. I pm Eugenio
Albamonte e Antonino Di Maio,
esamineranno la registrazione
per verificare se l'accusa del
tifoso azzurro è esplicitamente
rivolta a De Santis e, se
necessario, ascolteranno anche
il parente di Ciro che ha
realizzato il file. Non è
escluso neanche una perizia
fonica qualora fosse ritenuta
indispensabile.
Fiori davanti
all'obitorio - Un mazzo di fiori
e un biglietto con scritto "Ciao
Ciro" campeggiano davanti
all'obitorio comunale di
piazzale Verano, dove si sta
svolgendo l'autopsia di Ciro
Esposito. Una sciarpa del Napoli
avvolge i fiori e il biglietto,
che è firmato da quattro
persone: Giselda, Tiziana, Mario
e Ottaviano. Decine di corone di
fiori stanno giungendo invece
alla camera ardente dove tra
poco giungerà il feretro del
tifoso Ciro Esposito.
Nell'intero quartiere di
Scampia, alla periferia di
Napoli, sono stati esposti
decine di striscioni per
ricordare il giovane morto dopo
una lunga agonia durata circa 50
giorni. Ad accogliere il
feretro, il sindaco Luigi de
Magistris.
I familiari -
"Ringraziamo il presidente della
Repubblica per il telegramma di
condoglianze che ci ha inviato e
ci appelliamo alla sua umanità e
a quella della magistratura
affinché Ciro possa tornare a
casa oggi". A parlare, a nome
della famiglia Esposito, è lo
zio Enzo. "Saremo noi familiari
più stretti ad accompagnarlo in
questo triste viaggio di ritorno
a Napoli - ha aggiunto lo zio -
Non lo lasceremo solo". I
genitori di Ciro Esposito sono
poi andati all'obitorio
dell'Istituto di Medicina legale
della Sapienza, a Roma, dove si
è svolta l'autopsia. Giovanni
Esposito e Antonella Leardi,
accompagnati da altri parenti,
non hanno rilasciato
dichiarazioni.
La fidanzata: "Voglio
giustizia per far rivivere
Ciro". "Fate tutto ciò che
potete affinché Ciro possa
continuare a vivere attraverso
una giustizia immediata". È
l'appello della fidanzata di
Ciro Esposito, Simona Rainone,
riferito da uno dei legali della
famiglia del giovane tifoso
ucciso, Damiano De Rosa.
I funerali - Cantici al
Signore per ringraziarlo di aver
accolto in cielo il loro
congiunto e possibilità di
celebrare all'aperto o in
qualsiasi altro posto i
funerali. Domani per Ciro
saranno celebrati i funerali con
rito evangelico da un pastore o
da un anziano. Ai familiari
oppure agli amici sarà data la
possibilità, così come prevede
il rito, di rilasciare una
testimonianza al termine della
funzione. Durante le esequie
sarà letto anche un passo del
Vangelo.
Napoli dona il tumulo
per la sepoltura - Il Comune di
Napoli dona il tumulo per la
sepoltura di Ciro Esposito. La
Giunta, su proposta
dell'assessorato al Patrimonio e
Cimiteri, ha approvato oggi una
delibera con cui ha messo a
disposizione della famiglia
Esposito un tumulo nel cimitero
di Secondigliano per la
sepoltura di Ciro, il tifoso
napoletano morto ieri all'alba
in seguito alle ferite riportate
negli scontri che precedettero
la finale di Coppa Italia tra
Napoli e Fiorentina lo scorso 3
maggio. La famiglia potrà così
seppellire il figlio Ciro nel
cimitero dell'area nord di
Napoli dopo i funerali che si
terranno domani pomeriggio in
piazza Grandi Eventi a Scampia.
Un ultrà della Roma in
visita all'obitorio - Un ultrà
della Roma è andato all'obitorio
in Piazzale del Verano "per fare
le condoglianze alla mamma di
Ciro - ha spiegato - perché una
cosa come questa non può
succedere". L'uomo, Ermanno
Antonini, 45 anni, ultrà della
Roma da decenni, è in attesa
dell'uscita del feretro di Ciro
Esposito in mezzo ai cronisti.
"Conosco Daniele De Santis e se
ha fatto questa cazzata enorme è
giusto che paghi - ha detto
Antonini - Un ragazzo non può
morire per il calcio. Ma se non
cambiano le cose succederà
ancora". L'ultrà della Roma non
è poi riuscito a parlare con la
madre di Ciro Esposito, che
assieme al padre e all'altro
figlio Michele è andata via da
un ingresso secondario
dell'obitorio. Il tifoso
giallorosso è stato avvicinato
davanti all'Istituto di Medicina
legale da un giovane sostenitore
del Napoli, Aurelio Gallotto, e
i due si sono abbracciati
davanti alle telecamere. "Sono
qui per rispetto a un ragazzo
che se ne è andato via per
seguire la sua squadra del
cuore", ha detto Gallotto,
originario di Salerno e nella
capitale da tre anni. I due
tifosi hanno detto di non
credere che ci sarà ora una
guerra tra ultrà della Roma e
del Napoli.
Inler, tributo a Ciro su
Twitter - "Sarai per sempre una
parte di noi": su Twitter il
giocatore del Napoli e capitano
della Svizzera, Gokhan Inler,
ricorda Ciro Esposito, il tifoso
della squadra partenopea morto
ieri mattina dopo esser rimasto
ferito, a Roma, lo scorso 3
maggio poche ore prima della
finale di Coppa Italia. Il
centrocampista ha anche postato
una foto in cui si vedono le
gambe di un tifoso sugli spalti:
il campo di gioco non è però
fatto di erba verde, ma di
nuvole. Tweet di cordoglio anche
del difensore del Napoli,
Federico Fernandez: "Ciro - ha
scritto il giocatore
dell'Argentina - hai lasciato un
vuoto in tutti noi, cercheremo
di vincere anche per te,
condoglianze alla Famiglia".
26 giugno 2014
Fonte: Ilmessaggero.it
Ultrà: Ciro Esposito
morto per colpo sparato ad
altezza d'uomo
È quanto stabilito
dall'autopsia eseguita dal
medico legale.
Ciro Esposito è morto
per un colpo di pistola sparato
ad altezza d'uomo che lo ha
raggiunto alla schiena. È quanto
stabilito dall'autopsia eseguita
dal medico legale Costantino
Ciallella. Sia la vittima che la
persona che ha sparato erano in
posizione eretta. Il medico
legale ha accertato che quando è
partito il proiettile che ha
raggiunto Esposito sia la
vittima che l'aggressore erano
in posizione eretta. Lo stesso
Ciro aveva confidato ai parenti,
che lo hanno riferito alla
Digos, che prima di essere
ferito si era avventato su
Daniele De Santis,
scaraventandolo a terra.
Quest'ultimo avrebbe fatto fuoco
dopo essersi rialzato. Nel corso
dell'autopsia è stato anche
estratto dal corpo di Esposito
il proiettile. Sarà verificato
se proveniente dalla pistola
recuperata.
Causa morte è stata
lacerazione al polmone - Il
proiettile che ha raggiunto alla
schiena Ciro Esposito ha
lacerato un polmone e si è
fermato nella quinta vertebra. È
stato accertato oggi
dall'autopsia. Causa della morte
dunque la lacerazione del
polmone che ha portato ad un
collasso multifunzionale
progressivo.
Fidanzata Ciro, subito
giustizia per farlo rivivere -
"Fate tutto ciò che potete
affinché Ciro possa continuare a
vivere attraverso una giustizia
immediata". È l'appello della
fidanzata di Ciro Esposito,
Simona Rainone, riferito da uno
dei legali della famiglia del
giovane tifoso ucciso, Damiano
De Rosa.
Comune Napoli dona
tumulo per sepoltura Ciro - Il
Comune di Napoli dona il tumulo
per la sepoltura di Ciro
Esposito. La Giunta, su proposta
dell'assessorato al Patrimonio e
Cimiteri, ha approvato oggi una
delibera con cui ha messo a
disposizione della famiglia
Esposito un tumulo nel cimitero
di Secondigliano per la
sepoltura di Ciro, il tifoso
napoletano morto ieri all'alba
in seguito alle ferite riportate
negli scontri che precedettero
la finale di Coppa Italia tra
Napoli e Fiorentina lo scorso 3
maggio. La famiglia potrà così
seppellire il figlio Ciro nel
cimitero dell'area nord di
Napoli dopo i funerali che si
terranno domani pomeriggio in
piazza Grandi Eventi a Scampia.
Il carro funebre con la
bara di Ciro Esposito ha
lasciato l'obitorio
dell'Istituto di Medicina Legale
della Sapienza, dove è stata
effettuata l'autopsia, diretto a
Napoli. Per il giovane una bara
marrone scuro. Dietro il carro
funebre una macchina con uno
degli zii, uno dei suoi legali e
altri parenti. È già iniziato
l'afflusso di persone alla
camera ardente, allestita nella
sede della VIII Municipalità a
Scampia, alla periferia di
Napoli. Il feretro è atteso in
serata ma, nel frattempo, già
stanno giungendo diverse persone
con fasci di fiori. Una bimba,
accompagnata dal padre, ha
deposto fiori ed una bandiera
del Napoli Calcio.
Ultrà Roma, venuto per
condoglianze a madre Ciro - Un
ultrà della Roma è andato
all'obitorio in Piazzale del
Verano "per fare le condoglianze
alla mamma di Ciro - ha spiegato
- perché una cosa come questa
non può succedere". Si chiama
Ermanno Antonini, 45 anni, ultrà
giallorosso da decenni. "Conosco
Daniele De Santis e se ha fatto
questa cazzata enorme è giusto
che paghi - ha detto Antonini -
Un ragazzo non può morire per il
calcio. Ma se non cambiano le
cose succederà ancora". Antonini
non è poi riuscito a parlare con
la madre di Ciro Esposito che
assieme al padre e all'altro
figlio Michele è andata via da
un ingresso secondario
dell'obitorio. Il tifoso
giallorosso è stato avvicinato
davanti all'Istituto di Medicina
legale da un giovane sostenitore
del Napoli, Aurelio Gallotto, e
i due si sono abbracciati
davanti alle telecamere. "Sono
qui per rispetto a un ragazzo
che se ne è andato via per
seguire la sua squadra del
cuore", ha detto Gallotto,
originario di Salerno e nella
capitale da tre anni. I due
tifosi hanno detto di non
credere che ci sarà ora una
guerra tra ultrà della Roma e
del Napoli.
Malagò da parenti Ciro,
ora borsa di studio in sua
memoria - Una borsa di studio
intitolata alla memoria di Ciro
Esposito. È questo l'omaggio
promesso dal presidente del
Coni, Giovanni Malagò, oggi
durante una visita ai familiari
del tifoso napoletano morto in
conseguenza degli incidenti
avvenuti il giorno della finale
di coppa Italia. Malagò domani
sarà a Napoli e terrà
un'orazione al funerale del
giovane, che si svolgerà con
rito evangelico.
L'audio di Ciro
registrato il 25 maggio, disse:
più di una persona partecipò ad
aggressione - Ciro Esposito
avrebbe confermato che
all'agguato del 3 maggio scorso
contro il pullman dei tifosi del
Napoli, culminato nel suo
ferimento, parteciparono altre
persone oltre a Daniele De
Santis. Lo ha detto uno dei
legali del giovane tifoso morto,
Damiano De Rosa, parlando
dell'audio con la voce del
ragazzo registrato dai
familiari, tra il 20 e il 30
maggio, durante la lunga degenza
al policlinico Gemelli. "Ha
riconosciuto De Santis e
confermato che più di una
persona partecipò
all'aggressione", ha detto De
Rosa. "Ho registrato io il 25
maggio scorso con un
registratore la voce di Ciro
Esposito in ospedale. Si sentiva
in modo chiaro, tenendo conto
che era una persona intubata".
Lo ha riferito la criminologa
Angela Tibullo, consulente dei
legali della famiglia Esposito.
La criminologa è stata sentita
ieri dalla Digos di Roma come
persona informata dei fatti.
L'avvocato Pisani, pace
e serenità sul volto di Ciro -
"C'era pace e serenità sul viso
di Ciro, in perfetta sintonia
con le parole di compostezza e
speranza pronunciate dalla
madre". Lo ha detto l'avvocato
Angelo Pisani, uno dei tre
legali della famiglia di Ciro
Esposito, che ha avuto la
possibilità di vedere il giovane
tifoso spirato all'alba di ieri
in ospedale, dopo oltre 50
giorni di agonia, poco prima che
iniziasse l'esame autoptico.
Pisani, appena arrivato a
Scampia, ha voluto subito
rivolgere un invito alla calma e
alla pazienza al fratello di
Ciro, agli amici
dell'autolavaggio e a molti
cittadini che avevano reagito
con forte disappunto alla
notizia del ritardo del rilascio
della salma. "Devono essere
espletate tutte le previste
procedure medico-legali - ha
detto ancora Pisani - così come
ha chiesto la famiglia. Il
magistrato mi ha anche
assicurato che resterà in attesa
che l'esame termini per
autorizzare il rilascio e
consentire il ritorno a casa
della salma". Alcuni suoi amici,
ha fatto sapere ancora Angelo
Pisani (che è anche il
presidente dell'ottava
Municipalità della città, nel
cui territorio cade anche il
rione di Scampia), erano
intenzionati a partire per Roma:
"Comprendo il loro estremo
dolore ma li ho convinti a
desistere anche perché - ha
detto Pisani - il corpo di Ciro
potrebbe giungere a Napoli forse
già in serata".
27 giugno 2014
Fonte: Ansa.it
Ciro ucciso da un colpo
a bruciapelo
L’autopsia: il tifoso
napoletano morto per un
proiettile sparato al torace
Estratto dalla schiena di
Esposito l’ultimo frammento di
pallottola.
Un unico colpo, un unico
proiettile calibro 7,65 esploso
da distanza ravvicinata mentre
entrambi i protagonisti di
questa vicenda surreale si
trovavano in piedi a due passi
del Ciak Village. Un’unica
pallottola che ha colpito Ciro
Esposito al torace, penetrando
il polmone del tifoso napoletano
prima di fermarsi sulla quinta
vertebra della colonna. Ed è
quel foro nel polmone ad avere
reso pressoché impossibili le
cure e gli interventi - una
decina nel corso dei 52 giorni
di agonia trascorsi da Esposito
in ospedale dopo gli scontri di
Tor di Quinto - che i medici del
Gemelli hanno effettuato nel
tentativo, vano, di salvare la
vita all’operaio che era
arrivato a Roma per vedere una
semplice partita di pallone.
Questo il risultato dell’esame
autoptico effettuato ieri
mattina al Verano da Costantino
Ciallella, il medico legale
della Sapienza incaricato dai pm
Antonino Di Maio e Eugenio
Albamonte. Ieri il medico legale
ha estratto l’ultimo frammento
di proiettile su cui i sanitari
del Gemelli non erano potuti
intervenire vista la posizione
delicatissima in cui si era
fermato. L’autopsia sul corpo
del ragazzo è servita a rendere
ancora più chiara la dinamica
degli scontri rispetto al quadro
indiziario già tratteggiato
dalla Procura, confermando la
circostanza che il tifoso del
Napoli è stato colpito da
distanza ravvicinata, da un
colpo esploso presumibilmente
dall’ex ultras della Roma ora
indagato per il reato di
omicidio volontario. Intanto gli
inquirenti hanno acquisto il
file audio registrato dai
parenti della vittima durante
uno dei suoi rari momenti di
lucidità: file nel quale
Esposito avrebbe identificato
proprio in "Danielino" l’uomo
che ha premuto il grilletto. "Ho
registrato io la testimonianza
di Ciro in ospedale, il 25
maggio, con un registratore
perché all’interno dell’ospedale
non era possibile fare riprese
video, e anche nelle condizioni
in cui stava, nonostante fosse
intubato, si sente in modo
chiaro, emerge ciò che vuole
comunicare". La criminologa
Angela Tibullo, consulente dei
legali della famiglia Esposito,
parlando del file audio messo a
disposizione della Digos
conferma come Ciro fosse "lucido
e cosciente" nel ricordare la
dinamica dei fatti, "mimava una
pistola e si portava la mano al
petto", e anche il volto del suo
attentatore. "Durante la
registrazione abbiamo mostrato a
Ciro la foto segnaletica recente
estratta dal fascicolo delle
indagini - continua l’avvocato
Damiano De Rosa - ha
riconosciuto De Santis". Sul
piano delle indagini, sempre gli
avvocati di parte chiederanno
"l’acquisizione del piano di
sicurezza approntato per quel
giorno dalla Questura e dalla
Prefettura - aggiunge l’avvocato
Pisani - evidentemente molte
cose non hanno funzionato, le
falle organizzative sono sotto
gli occhi di tutti, ci chiediamo
perché quel tragitto non fosse
stato controllato prima e anche
perché i soccorsi siano arrivati
con tanto ritardo, vanno
valutati eventuali profili
colposi". Antonella, la mamma di
Ciro, ieri straziata davanti
all’obitorio, voleva solo
riportare a casa suo figlio, il
più presto possibile:
"Ringraziamo il presidente della
Repubblica per il telegramma di
condoglianze che ci ha inviato e
ci appelliamo alla sua umanità e
a quella della magistratura
affinché Ciro possa tornare a
casa oggi". Così è stato. Una
camicia bianca e "nessuna
bandiera del Napoli, nella bara
c’è solo un uomo perché Ciro non
è morto per il Napoli - ha
salutato il feretro don Mariano,
cappellano del Cristo Re che in
questi cinquantatré giorni di
agonia non ha mai lasciato la
famiglia - ma per aiutare
persone in difficoltà". La
famiglia Esposito ha lasciato
Roma, lasciandosi alle spalle
due tifosi, romanista e
napoletano, che si stringevano
la mano: "Volevo fare le
condoglianze alla mamma di Ciro
- ha spiegato il gesto Ermanno
Antonini, storico ultrà della
Roma - Conosco Daniele De Santis
e se è stato lui a sparare è
giusto che paghi. Un ragazzo non
può morire per il calcio".
27 giugno 2014
Fonte: Iltempo.it
"De Santis quando sparò
aveva i guanti"
di Giuseppe Scarpa
"De Santis quando ha
sparato indossava un paio di
guanti". Lo hanno visto, ci sono
diversi testimoni che incastrano
l'ultrà giallorosso accusato di
aver ucciso a colpi di pistola
il supporter partenopeo Ciro
Esposito, lo scorso 3 maggio in
via di Tor di Quinto prima della
finale di coppa Italia tra
Napoli e Fiorentina. È una
svolta per le indagini
coordinate dai pm Eugenio
Albamonte e Antonino Di Maio.
Forse il pezzo più importante
dell'inchiesta per accertare la
responsabilità di Daniele De
Santis. Anche perché a conferma
delle testimonianze, ad oggi
secretate, di alcune persone che
hanno assistito agli scontri con
"De Santis che sparava con
indosso dei guanti" c'è anche
l'esito positivo dello stub
sulla mano sinistra dell'ultras,
contrariamente all'esame
eseguito sulla destra, che non
aveva rivelato la presenza di
tutte e tre le componenti
richieste dall'accertamento -
bario, antimonio e alluminio -
dando solo una positività
parziale. Nessuna impronta
digitale è invece emersa sulla
7.65 che ha ucciso Ciro Esposito
proprio perché, stando alle
testimonianze, De Santis avrebbe
portato dei guanti. Guanti di
colore nero trovati accanto
all'ultrà e non indossati nel
momento in cui è stato poi
caricato sull'ambulanza dopo il
linciaggio da parte dei
supporter del Napoli. Se sia
stato un accorgimento o meno,
quello di De Santis per non
lasciare impronte digitali
sull'arma è un fatto che non
preoccupa ad oggi gli
investigatori. Proprio perché le
testimonianze appaiono coerenti
tra di loro e puntuali nel
riportare quei tragici momenti.
Oltretutto i pm Albamonte e Di
Maio hanno verificato che De
Santis fosse solito indossare un
paio di guanti, una vecchia
abitudine del tifoso come
risulta da tutti i vecchi video
esaminati dalla Digos. Il 24
settembre arriveranno sulla
scrivania del gip Giacomo Ebenr
tutti gli accertamenti da lui
richiesti, in sede di incidente
probatorio, comprese le analisi
sul guanto. Se queste dovessero
riportare materiale biologico
riconducibile a De Santis la
procura avrebbe un'ulteriore
prova contro l'ex tifoso
romanista. "Abbiamo la conferma
della grave responsabilità di De
Santis che ha sparato - spiega
l'avvocato della famiglia
Esposito, Angelo Pisani - ma le
indagini proseguono per capire
le motivazioni del gesto
criminale e gli altri colpevoli
coinvolti". Vincenzo Esposito,
lo zio di Ciro, sostiene che "il
ritrovamento dei guanti e il
lavoro di ricerca, che conferma
che De Santis portasse i guanti
anche in altre occasioni,
costituisce un importante passo
avanti nelle indagini".
22 agosto 2014
Fonte: La Repubblica
Ciro Esposito, in un
video il dramma: lo sparo e i
primi soccorsi
L'edizione online del
Mattino di Napoli pubblica
l'inedita testimonianza
consegnata dalla famiglia
Esposito agli inquirenti.
Milano - Lo sparo, il
panico, un corpo a terra e i
primi soccorsi. In un video
shock una testimonianza inedita
della tragedia di Ciro Esposito,
il tifoso napoletano colpito a
morte a Roma prima della finale
di Coppa Italia 2013-2014 tra
Napoli e Fiorentina. Il video -
pubblicato dall'edizione online
del quotidiano Il Mattino - è
stato consegnato agli inquirenti
della questura di Napoli dalla
famiglia Esposito. Dura oltre
due minuti e racconta il dramma
di quei primi attimi terribili
dopo lo sparo letale. È stato
girato a Tor di Quinto da un
tifoso a bordo di uno dei bus
bloccati davanti al Ciak
Village. Per Giovanni Esposito,
papà del tifoso poi morto dopo
una lunga agonia in ospedale,
"si sente il colpo di pistola
che colpisce Ciro".
3 settembre 2014
Fonte: Gazzetta.it
Morte Ciro Esposito, il
Racis: "De Santis sparò dopo
essere stato aggredito"
La perizia dei tecnici
nominati dal gip svela gli
attimi concitati vissuti
dall'indagato prima del
ferimento dei tifosi del Napoli:
"Esplose i colpi con le mani
sporche del suo sangue".
Milano - Si comincia a
far chiarezza sul tragico
pomeriggio del 3 maggio, quando
Ciro Esposito, tifoso del
Napoli, fu ferito da un colpo di
arma da fuoco in uno scontro nei
pressi di viale Tor di Quinto,
morendo un mese e mezzo dopo (il
25 giugno) per le conseguenze di
quello sparo. "Si ritiene che De
Santis, sopraffatto dagli
aggressori, ferito e
sanguinante, con le mani sporche
del suo stesso sangue abbia
impugnato l'arma ed abbia
esploso i quattro colpi ferendo
i tifosi napoletani". È quanto
scrivono i tecnici del Racis
(raggruppamento carabinieri
investigazioni scientifiche)
nominati dal gip nell'ambito
dell'inchiesta sulla morte di
Ciro Esposito.
AGGRESSIONE - Gli atti,
oltre seicento pagine,
ricostruiscono le drammatiche
fasi culminate nella sparatoria
e nel ferimento di tre tifosi
azzurri da parte dell'ex ultrà
romanista che è accusato dalla
Procura di omicidio volontario.
De Santis viene raggiunto da un
gruppo di tifosi partenopei dopo
aver tentato di chiudere il
cancello del vialetto che porta
al circolo culturale Ciak, dove
si trova la sua abitazione. "De
Santis cade a terra - è detto
nella perizia - viene aggredito
e inizia a perdere
abbondantemente sangue. Non si
esclude che in questa fase sia
stato utilizzato il coltello a
serramanico per mano di uno dei
tifosi partenopei. Dopo
avvengono gli spari in rapida
successione". Il contenuto della
perizia sarà esaminato il 24
settembre prossimo davanti al
gip Giacomo Ebner.
RICHIESTA - "Alla luce
di quanto descritto dai periti
ci sembra doveroso che le
indagini della Procura siano
volte anche a chiarire la
dinamica di quello che a tutti
gli effetti appare un tentativo
di omicidio nei confronti del
nostro assistito", hanno
affermato gli avvocati Tommaso
Politi e Michele D'Urso,
difensori di Daniele De Santis,
detto Gastone, commentando le
conclusioni dei periti del Racis
sui fatti del 3 maggio scorso.
"Le conclusioni della perizia
del Racis - affermano i due
penalisti - vanno in direzione
opposta a quanto inizialmente
riportato dai media. La dinamica
dei fatti che è stata
ricostruita, infatti, risulta
essere palesemente incompatibile
con la tesi dell'agguato,
soprattutto laddove si evidenzia
che il De Santis ha subito una
brutale aggressione già prima
del momento degli spari,
riportando, tra l'altro, diverse
coltellate all'addome".
10 settembre 2014
Fonte: Gazzetta.it
Caso Ciro Esposito
"Polvere da sparo sui
guanti di De Santis"
di Lorenzo D'albergo
Dalle analisi effettuate
sugli abiti indossati da
"Gastone" De Santis e sugli
altri reperti rinvenuti davanti
all'entrata del Ciak Village è
stato possibile fare chiarezza
anche sul numero di armi
presenti in viale di Tor di
Quinto. "A sparare - si legge
nel referto che i periti hanno
consegnato al gip Giacomo Ebner
- è stata una sola pistola. I
cinque bossoli recuperati e i
proiettili estratti dai corpi
dei feriti (tutti tifosi del
Napoli, ndr) sono compatibili
con l'arma" impugnata da
"Gastone" De Santis. Oltre a un
altro proiettile inesploso, gli
esperti del Racis hanno
individuato tracce di dna
dell'ultrà giallorosso nel
guanto che - ulteriore prova -
gli apparterebbe. Sulla pistola,
quindi, nessuna impronta
digitale, ma solo tracce di
sangue di De Santis e di Alfonso
Esposito, altro giovane
partenopeo ferito. Il documento
arricchisce un fascicolo che,
per l'uccisione di Ciro
Esposito, il tifoso del Napoli
morto lo scorso 25 giugno al
policlinico Gemelli, vede
indagati cinque ultrà romanisti
per omicidio volontario. Accanto
a quello di Daniele De Santis,
infatti, si trovano i nomi di
altri quattro tifosi
giallorossi. "Questa è una
notizia liberatoria - commenta
Antonella Leardi, la madre di
Ciro Esposito - la giustizia sta
facendo il suo corso". Nel
frattempo, De Santis, che nella
rappresaglia dei tifosi
napoletani ha riportato gravi
ferite alle gambe, si trova
ancora ricoverato nel reparto
bunker dell'ospedale Belcolle a
Viterbo. "Le particelle di
polvere da sparo trovate sui
suoi indumenti sono state
trovate anche su quelli di altri
soggetti - spiega Tommaso
Politi, avvocato dell'ultrà
romanista - e ciò dimostra solo
che era sul luogo dei fatti, il
che non è mai stato contestato".
10 settembre 2014
Fonte: La Repubblica
Delitto Ciro Esposito
polvere da sparo sui guanti
dell'ultrà De Santis
Sui guanti indossati da
Daniele De Santis, l'ultrà
giallorosso accusato
dell'omicidio del tifoso
napoletano Ciro Esposito, sono
state trovate "tracce univoche e
compatibili con polvere da
sparo". Lo scrivono gli
specialisti del Racis, i
carabinieri delle investigazioni
scientifiche, che hanno
consegnato ieri i risultati
della perizia balistica al
giudice per le indagini
preliminari sui fatti avvenuti
il 3 maggio scorso: quando,
prima della finale di Coppa
Italia, lo scontro tra tifosi
lasciò a terra Daniele, poi
morto dopo cinquanta giorni di
agonia in un ospedale romano. I
periti del Racis, dunque,
nell'ambito dell'incidente
probatorio, hanno effettuato le
analisi su reperti trovati sul
luogo della sparatoria e sugli
indumenti indossati da De
Santis. Secondo quanto
accertato, a sparare "è stata
una sola pistola". Per i periti,
inoltre, "i cinque bossoli
recuperati e i proiettili
estratti dai corpi dei feriti
(tutti tifosi del Napoli) sono
compatibili con l'arma" che
sarebbe stata utilizzata da De
Santis. Anche "un proiettile
inesploso, forse perché l'arma
si era inceppata, presenta segni
compatibili con la pistola". È
un importante punto a favore
dell'accusa, che viene accolto
con sollievo dai legali della
famiglia Esposito, Sergio e
Angelo Pisani, e Damiano De
Rosa. "Viene ormai
definitivamente chiarito -
scrivono gli avvocati - che è la
mano di De Santis a impugnare la
pistola che spara e uccide il
povero Ciro. Nella perizia
biologica è scritto a chiare
lettere che "dalle tracce
biologiche miste costituite da
sangue ed altro materiale
biologico, evidenziato sulle
guanciole della pistola, sulla
superficie posteriore, su
grilletto e caricatore, sono
stati estrapolati profili
genetici multi allelici,
riferibili a più soggetti, in
cui appaiono nettamente
maggioritari, e quindi
chiaramente individuabili,
dell'indagato De Santis".
10 settembre 2014
Fonte: La Repubblica
Morte Ciro Esposito, i
periti: "De Santis sparò dopo
essere stato ferito"
Sarà esaminato il 24
settembre prossimo davanti al
gip Giacomo Ebner il contenuto
della perizia balistica svolta
dal Racis sulla sparatoria
avvenuta il 3 maggio scorso in
occasione della Coppa Italia tra
Fiorentina e Napoli. Si tratta
di un documento di oltre 600
pagine nelle quali ricostruendo
i fatti gli esperti ipotizzano
tra l'altro che "Daniele De
Santis, sopraffatto dagli
aggressori (gli ultrà partenopei
ndr), ferito e sanguinante e con
le mani sporche del suo stesso
sangue, abbia impugnato la
pistola ed esploso quattro colpi
all'indirizzo dei tifosi
napoletani". Nella perizia, tra
l'altro, si scrive che il tifoso
giallorosso venne raggiunto da
un gruppo di supporter
partenopei dopo aver tentato di
chiudere il cancello del
vialetto che porta al circolo
culturale Ciak dove si trova la
sua abitazione. De Santis,
secondo quanto emerso
dall'indagine tecnica, "cade a
terra e viene aggredito.
Comincia a perdere abbondante
sangue e in seguito a questa
circostanza non si esclude che
per ferirlo sia stato utilizzato
il coltello a serramanico da
parte di uno dei tifosi
partenopei. Dopo questo
avvengono gli spari in
successione rapida". "Alla luce
di quanto descritto dai periti
sembra doveroso che le indagini
della Procura siano volte a
chiarire la dinamica di quello
che a tutti gli effetti appare
un tentativo di omicidio nei
confronti del nostro assistito",
dicono gli avvocati Tommaso
Politi e Michele D'Urso,
difensori di Daniele De Santis.
Secondo i due penalisti "le
conclusioni della perizia vanno
in direzione opposta a quanto
inizialmente diffuso dai media.
La dinamica dei fatti che è
stata ricostruita risulta
infatti essere palesemente
incompatibile con le tesi
dell'agguato, soprattutto
laddove si evidenzia che De
Santis ha subito una brutale
aggressione già prima degli
spari riportando tra l'altro
diverse coltellate all'addome".
Nella loro dichiarazione i
difensori sottolineano che "i
guanti di cui si è tanto parlato
e scritto non sarebbero stati
indossati da De Santis al
momento dei fatti ma sarebbero
stati solo investiti da
particelle di polvere da sparo
come altri reperti presenti sul
luogo dei fatti e appartenenti
agli indagati". Concludendo i
due avvocati affermano: "Del
resto abbiamo assistito in
questi mesi a fughe di notizie
incontrollate quanto distorte, a
senso unico, tutto per affermare
la colpevolezza del nostro
assistito prima che si giunga la
processo".
10 settembre 2014
Fonte: Adnkronos.com
Ciro Esposito, la
perizia: "De Santis ha sparato
quando era già a terra ferito"
Secondo gli
investigatori, l'ultras
romanista avrebbe tentato di
sfuggire alla carica dei tifosi
napoletani. Caduto a terra
sarebbe stato aggredito,
probabilmente con un coltello a
serramanico, e in quel momento
avrebbe esploso i colpi che
hanno ucciso l'ultras
partenopeo.
"Si ritiene che Daniele
De Santis, sopraffatto dagli
aggressori, ferito e
sanguinante, con le mani sporche
del suo stesso sangue, abbia
impugnato l’arma ed abbia
esploso i quattro colpi, ferendo
i tifosi napoletani". Lo scrive
la perizia del Racis, il
raggruppamento di investigazione
scientifica dei Carabinieri,
ordinata dal gip riguardo
all’inchiesta relativa
all’omicidio di Ciro Esposito,
il tifoso napoletano ucciso da
un colpo di pistola nel
prepartita della finale di Coppa
Italia del 3 maggio tra Napoli e
Fiorentina. Dagli ultimi
accertamenti risulta che
l’ultras romanista, nel
tentativo di sfuggire alla
carica del gruppo di tifosi
napoletani, sia caduto e, già
ferito, abbia esploso i colpi
che hanno ucciso il 30enne
sostenitore partenopeo. De
Santis è accusato dalla Procura
di Roma di omicidio volontario.
Nel fascicolo relativo alle
indagini si legge che il gruppo
di ultras romanisti, tra cui si
trovava De Santis, ha attaccato
un pullman di tifosi del Napoli
diretti allo stadio Olimpico di
Roma. Quando i supporter
giallorossi si sono accorti
della reazione di un gruppo di
sostenitori della squadra
azzurra si sono dati alla fuga,
ma De Santis, mentre cercava di
chiudere il cancello del circolo
Ciak che porta alla sua
abitazione, a Tor di Quinto, è
caduto e, si legge nel
fascicolo, "viene aggredito e
inizia a perdere abbondantemente
sangue. Non si esclude che in
questa fase sia stato utilizzato
il coltello a serramanico per
mano di uno dei tifosi
partenopei". Tommaso Politi e
Michele D’Urso, legali del
tifoso romanista, hanno
dichiarato che "sembra doveroso
che le indagini della Procura
siano volte anche a chiarire la
dinamica di quello che a tutti
gli effetti appare un tentativo
di omicidio nei confronti del
nostro assistito". Gli avvocati
di Daniele "Gastone" De Santis
sostengono l’incompatibilità
della versione dell’attacco al
pullman napoletano con le nuove
rivelazioni degli investigatori:
"La dinamica dei fatti che è
stata ricostruita - dicono -
risulta essere palesemente
incompatibile con la tesi
dell’agguato, soprattutto
laddove si evidenzia che il De
Santis ha subito una brutale
aggressione già prima del
momento degli spari". I due
legali sostengono la tesi
dell’aggressione da parte dei
tifosi napoletani nei confronti
del loro assistito che è stato
ferito con "diverse coltellate
all’addome".
10 settembre 2014
Fonte:
Ilfattoquotidiano.it
Tifoso napoletano
ucciso, l'ultima perizia: "De
Santis sparò quando era già
ferito"
Le indagini sulla morte
di Ciro Esposito. I tecnici del
Racis, esperti della scientifica
dei Carabinieri, lo scrivono in
un documento di oltre 600 pagine
consegnato al gip del tribunale
di Roma. I legali del tifoso
romanista: tentativo di omicidio
nei suoi confronti.
Il tifoso romanista
Daniele De Santis avrebbe
sparato quattro colpi di pistola
contro i sostenitori del Napoli
quando era già ferito. Lo
sostengono i tecnici del Racis,
gli esperti della scientifica
dei Carabinieri, nella perizia
disposta dal gip del tribunale
di Roma, Giacomo Ebner, in
merito all'uccisione di Ciro
Esposito, morto a seguito degli
incidenti avvenuti prima della
finale di Coppa Italia
Fiorentina-Napoli in viale di
Tor di Quinto il 3 maggio
scorso. "Si ritiene che De
Santis - scrivono i periti nel
documento di oltre 600 pagine -
sopraffatto dagli aggressori,
ferito e sanguinante, con le
mani sporche del suo stesso
sangue abbia impugnato l'arma ed
abbia esploso i quattro colpi
ferendo i tifosi napoletani". Le
seicento pagine e più
ricostruiscono le drammatiche
fasi culminate nella sparatoria
e nel ferimento di tre tifosi
azzurri da parte dell'ex ultrà
romanista, che è accusato dalla
Procura di omicidio volontario.
De Santis viene raggiunto da un
gruppo di supporter partenopei
dopo aver tentato di chiudere il
cancello del vialetto che porta
al circolo culturale Ciak, dove
si trova la sua abitazione.
"Cade a terra - è scritto nella
perizia - viene aggredito e
inizia a perdere abbondantemente
sangue. Non si esclude che in
questa fase sia stato utilizzato
il coltello a serramanico per
mano di uno dei tifosi
partenopei. Dopo avvengono gli
spari in rapida successione".
Immediato il commento dei legali
del tifoso romanista: "Le
conclusioni della perizia vanno
in direzione opposta a quanto
inizialmente riportato dai
media. La dinamica dei fatti che
è stata ricostruita risulta
essere palesemente incompatibile
con la tesi dell'agguato". "Alla
luce di quanto descritto dai
periti - sostengono - sembra
doveroso che le indagini della
procura siano volte anche a
chiarire la dinamica di quello
che a tutti gli effetti appare
un tentativo di omicidio nei
confronti del nostro assistito".
10 settembre 2014
Fonte:
Roma.repubblica.it
L'INCHIESTA
"De Santis ha sparato
prima di essere aggredito"
di Dario Del Porto
La versione dei
familiari di Ciro Esposito dopo
l'ultima perizia dei tecnici del
Racis.
"Mi sembra illogico che
sia stato aggredito a mani nude
uno che aveva una pistola", dice
Vincenzo, lo zio di Ciro
Esposito. Le conclusioni del
Racis dei carabinieri aggiungono
nuovi tasselli alla
ricostruzione dei fatti di Roma
spargendo però altro sale sulle
ferite che da quel 3 maggio
tormentano familiari e amici del
tifoso napoletano assassinato
prima della finale di Coppa
Italia. "Penso che sia una
montatura, De Santis non è stato
picchiato prima di sparare. Ci
sono persone che hanno
testimoniato", afferma Antonella
Leardi, la mamma di Ciro, la
donna che ha saputo affrontare
la tragica morte del figlio con
straordinaria dignità e civiltà.
Nella ricostruzione dei
carabinieri, l'ultrà romanista
sotto inchiesta per omicidio
volontario, Daniele De Santis
detto Gastone, avrebbe dato il
via agli scontri lanciando, come
affermato dai testimoni, petardi
e bombe carta all'indirizzo
degli autobus che trasportavano
i sostenitori napoletani.
11 settembre 2014
Fonte: La Repubblica
Daniele De Santis: la
perizia sulla morte di Ciro
Esposito
La perizia dei
carabinieri cambia tutto
nell’indagine su Daniele De
Santis per la morte di Ciro
Esposito. Rispetto a
ricostruzioni e testimonianze,
il divario è notevole perché
spariscono sia i protagonisti
dell’agguato sia le parole sulla
posizione di Esposito (e degli
altri che hanno colpito De
Santis dopo il suo attacco -
solitario ? - al pullman dei
tifosi del Napoli) al momento
dei fatti.
La ricostruzione dei
carabinieri su Repubblica: La
scena inizia con De Santis,
impegnato a lanciare bombe carta
e fumogeni contro i pullman dei
tifosi partenopei. La reazione è
scontata: un gruppo di
napoletani, 20 o 30, inizia a
inseguire "Gastone". La fuga
dell’ultrà giallorosso è
brevissima. Dopo aver tentato di
chiudere il cancello del
vialetto che porta al Ciak
Village e alla polisportiva
Boreale, il circolo dove si
trova l’abitazione dell’ultrà
giallorosso, "De Santis cade a
terra viene aggredito e inizia a
perdere abbondantemente sangue.
Non si esclude che in questa
fase sia stato utilizzato il
coltello a serramanico per mano
di uno dei tifosi partenopei.
Dopo avvengono gli spari in
rapida successione". Poi la
pistola si inceppa. "In tale
situazione concitata - scrivono
ancora i periti - è probabile
che gli aggressori abbiano anche
tentato di afferrare l’arma,
generando una resistenza sul
carrello - otturatore della
pistola (che, altra ipotesi,
potrebbe essersi sporcata dopo
essere caduta nella pozza di
sangue dell’ultrà giallorosso,
ndr)". I tecnici continuano e
tentano di trovare una
spiegazione ai contraddittori
risultati dello stub effettuato
subito dopo la sparatoria: "I
corpi degli aggressori sarebbero
stati molto vicini a quello di
De Santis e non si esclude che
possano aver schermato il
deposito delle particelle dello
sparo sulla felpa". Antonella
Leardi, mamma di Esposito,
contesta le risultanze della
perizia (tirando in ballo tra
l’altro gli avvocati di Gastone,
che non hanno avuto un ruolo
nella stessa): "È tutta una
montatura, non possono provare
nulla. De Santis non è stato
picchiato prima di fare fuoco,
non esiste. Sono sconvolta, ma
capisco anche che i legali di
"Gastone" stiano facendo il loro
lavoro, stiano cercando di
salvare il loro cliente". Anche
il Corriere pubblica una
ricostruzione dell’accaduto, con
illustrazioni di Franco
Portinara.
11 settembre 2014
Fonte: Nextquotidiano.it
Ciro, la nuova verità
"Gastone massacrato prima di
sparare"
di Lorenzo D'albergo
ROMA - Daniele De Santis
a terra, steso in una pozza del
suo stesso sangue tra le urla
dei tifosi del Napoli. "Gastone"
picchiato, massacrato a colpi di
bastone, accoltellato, ma con
ancora in corpo la forza per
impugnare la semiautomatica e
sparare all'impazzata contro i
supporter partenopei. Questa è
la fotografia che i periti del
Racis, i tecnici della
scientifica dei carabinieri,
hanno consegnato al gip Giacomo
Ebner in vista dell'incidente
probatorio del 24 settembre. Un
documento che, partendo dalla
macchia di sangue trovata sulla
pistola, ricostruisce a ritroso
gli attimi del ferimento di Ciro
Esposito, il 29enne di Scampia
morto a Roma dopo essere stato
colpito dai proiettili esplosi
in viale di Tor di Quinto lo
scorso 3 maggio, prima della
finale di Coppa Italia. "Si
ritiene che De Santis - scrivono
i periti nelle oltre 600 pagine
- sopraffatto dagli aggressori,
ferito, con le mani sporche del
suo stesso sangue abbia
impugnato l'arma ed abbia
esploso i quattro colpi ferendo
i tifosi napoletani". E non è
finita, perché nella
ricostruzione degli scontri
avvenuti prima di
Napoli-Fiorentina spunta anche
una lama. La scena inizia con De
Santis, impegnato a lanciare
bombe carta e fumogeni contro i
pullman dei tifosi partenopei.
La reazione è scontata: un
gruppo di napoletani, 20 o 30,
inizia a inseguire "Gastone". La
fuga dell'ultrà giallorosso è
brevissima. Dopo aver tentato di
chiudere il cancello del
vialetto che porta al Ciak
Village e alla polisportiva
Boreale, il circolo dove si
trova l'abitazione dell'ultrà
giallorosso, "De Santis cade a
terra viene aggredito e inizia a
perdere abbondantemente sangue.
Non si esclude che in questa
fase sia stato utilizzato il
coltello a serramanico per mano
di uno dei tifosi partenopei.
Dopo avvengono gli spari in
rapida successione". Poi la
pistola si inceppa. "In tale
situazione concitata - scrivono
ancora i periti - è probabile
che gli aggressori abbiano anche
tentato di afferrare l'arma,
generando una resistenza sul
carrello-otturatore della
pistola (che, altra ipotesi,
potrebbe essersi sporcata dopo
essere caduta nella pozza di
sangue dell'ultrà giallorosso,
ndr)". I tecnici continuano e
tentano di trovare una
spiegazione ai contraddittori
risultati dello stub effettuato
subito dopo la sparatoria: "I
corpi degli aggressori sarebbero
stati molto vicini a quello di
De Santis e non si esclude che
possano aver schermato il
deposito delle particelle dello
sparo sulla felpa". Stralci di
una perizia che, se da una parte
sembrano confermare che a fare
fuoco sia stato solo e soltanto
"Gastone", dall'altra potrebbero
alleggerirne la posizione e
permettere ai suoi difensori di
premere con decisione sul tasto
della legittima difesa. "Il
nostro assistito - spiega
l'avvocato Tommaso Politi,
legale del tifoso della Roma - è
stato ferito con un coltello a
serramanico prima degli spari.
Sulla lama sequestrata è stato
trovato il sangue di De Santis".
L'ultrà è ricoverato
all'ospedale Belcolle di Viterbo
e rischia ancora di perdere una
gamba. "Dovrà essere rioperato -
continua l'avvocato - ma ora si
faccia luce sull'aggressione ai
suoi danni. Si può parlare di
tentato omicidio". Da Napoli
controbatte l'avvocato della
famiglia Esposito, Angelo
Pisani: "Ci sono tracce del
romanista sulla pistola. È stato
lui a sparare prima
dell'aggressione ed era con
altre quattro persone. In ogni
caso, i periti scrivono di un
"ipotetico scenario". Non si può
parlare di legittima difesa".
11 settembre 2014
Fonte: La Repubblica
Nuova perizia da
Viterbo: "De Santis fu
accoltellato"
Il referto dell'ospedale
Belcolle dove è ricoverato
l'uomo accusato di aver sparato
a Ciro Esposito certifica i
colpi all'addome ricevuti
dall'ultrà della Roma. Il
particolare emerge per la prima
volta negli atti dell'inchiesta.
Milano - Daniele De
Santis, l'ultrà accusato di
avere sparato a Ciro Esposito,
fu accoltellato. È quanto si
legge nel referto stilato dai
medici del reparto protetto
dell'ospedale Belcolle di
Viterbo dove attualmente è
ricoverato. Il particolare è la
prima volta che emerge negli
atti dell'inchiesta e verrà
acquisito dalla Procura. Nuova
versione - Le cartelle cliniche
potrebbero fornire risposte
importanti per ricostruire la
dinamica dei fatti del
prepartita della finale di Coppa
Italia Napoli-Fiorentina del 3
maggio scorso: secondo una
perizia del Racis, De Santis
sparò contro i supporter azzurri
dopo essere stato "sopraffatto
dagli aggressori". Ora dai
referti dell'ospedale di Viterbo
emergerebbe anche che l'ultrà
romanista sarebbe stato
accoltellato all'addome.
Quest'ultimo particolare non
sarebbe stato messo a referto
quando De Santis venne portato
d'urgenza al pronto soccorso del
Policlinico Gemelli mentre, in
base a quanto si apprende, le
ferite da arma da taglio
sarebbero state poi riscontrate
dai medici del Belcolle di
Viterbo.
15 settembre 2014
Fonte: Gazzetta dello
Sport
Coppa Italia, i medici
di Viterbo: "De Santis fu
accoltellato"
La circostanza emerge
per la prima volta. Le ferite
infatti non vennero refertate al
momento del ricovero d'urgenza
al Gemelli subito dopo gli
incidenti, costati la vita a
Ciro Esposito, dello scorso tre
maggio allo stadio Olimpico di
Roma prima della finale tra
Napoli e Fiorentina.
Daniele De Santis,
l'ultrà giallorosso accusato di
aver sparato a Ciro Esposito, fu
accoltellato. È quanto si legge
nel referto stilato dai medici
del reparto protetto
dell'ospedale Belcolle di
Viterbo dove attualmente il
48enne romano è ricoverato in
attesa di essere nuovamente
operato ad una gamba. Le ferite
da arma da taglio, alcune
all'addome, non sarebbero state
refertate quando De Santis venne
portato d'urgenza al pronto
soccorso del Policlinico Gemelli
ma riscontrate solo
successivamente dai medici
viterbesi. È infatti la prima
volta che questo particolare
emerge negli atti dell'inchiesta
e verrà ora acquisito, assieme a
tutte le cartelle cliniche,
dalla Procura. Il dettaglio non
sarebbe contenuto infatti
nemmeno nella perizia depositata
pochi giorni fa dal Racis che,
nel ricostruire la dinamica
degli incidenti scoppiati il 3
maggio scorso vicino allo stadio
Olimpico di Roma prima della
finale di Coppa Italia tra
Napoli e Fiorentina e sfociati
nel ferimento a colpi di pistola
del tifoso partenopeo Ciro
Esposito, morto dopo quasi due
mesi di agonia al Gemelli,
raccontava di un'aggressione ai
danni di De Santis, accusato di
omicidio volontario, poco prima
dello sparo. Sul cappello del
29enne di Scampia era stata
anche ritrovata una traccia di
sangue dell'ultrà giallorosso
che indicherebbe "che tra i due
deve essere avvenuta
un'interazione fisica". E
l'informazione era servita ai
periti per ricostruire quanto
sarebbe accaduto in viale Tor Di
Quinto: De Santis dopo aver
lanciato dei fumogeni contro i
pullman dei tifosi napoletani
appena giunti a Roma, sarebbe
stato rincorso da alcuni
supporter partenopei, che lo
avrebbero raggiunto e ferito. A
quel punto, secondo la
ricostruzione, avrebbe fatto
fuoco con la pistola. "Il punto
di partenza della perizia è che
il nostro assistito - spiega il
penalista Tommaso Politi che
assieme a Michele D'Urso
rappresenta De Santis - ha
subito lesioni prima degli
spari. È stato aggredito ed è
scappato ma l'aggressione è
continuata con diversi corpi
contundenti. Le ferite erano
visibili fin dall'inizio quando
l'abbiamo incontrato, quattro
lesioni lacerocontuse
chiaramente riconducibili ad un
accoltellamento. Lo abbiamo
comunicato noi ai periti che non
ne erano a conoscenza". Nei
documenti in possesso degli
avvocati Michele D'Urso e
Tommaso Politi si parla di
quattro coltellate, almeno due
all'addome. Un solo coltello a
serramanico era stato trovato e
repertato nell'imminenza dei
fatti, ma si ipotizza che nella
rissa ne sia stato usato anche
un altro. Gli avvocati parlano
inoltre di una grossa e profonda
cicatrice sulla fronte del
48enne, che avrebbe la forma del
manico di una pistola.
L'indagine del pm Albamonte
dovrebbe completarsi entro il 24
settembre giorno in cui davanti
al giudice dell'indagine
preliminare Giacomo Ebner sarà
discussa la perizia sui fatti
del 3 maggio.
15 settembre 2014
Fonte: Repubblica.it
Sulla pistola di De
Santis le impronte del tifoso
che lo ha disarmato
di Francesco Salvatore
La pistola utilizzata da
Daniele De Santis, durante gli
scontri prima della finale di
Coppa Italia dello scorso 3
maggio, sarebbe stata impugnata
per la canna da un tifoso del
Napoli per sottrarla a "Gastone"
che era pronto a sparare. La
circostanza è stata ribadita
ieri pomeriggio, nell'udienza in
cui si è tenuto l'incidente
probatorio, dal consulente
balistico del Racis dei
Carabinieri incaricato di
ricostruire i drammatici momenti
di quel pomeriggio a Tor di
Quinto, sfociati nella morte del
29 di Scampia Ciro Esposito. Il
tifoso che avrebbe impugnato
l'arma secondo la ricostruzione
fornita dalla perizia sarebbe
Alfonso Esposito, uno degli
indagati che presero parte alla
rissa: "È verosimile ritenere
che in una qualche fase della
dinamica delittuosa Alfonso
Esposito abbia toccato la parte
anteriore dell'arma - scrivono i
tecnici del Racis - tale ipotesi
è avvalorata dalla presenza
dell'unica ferita patita da
Alfonso Esposito, una ferita di
striscio da colpo d'arma da
fuoco al primo dito della mano
destra". Secondo la
ricostruzione fatta in aula dai
periti il tentativo di
"bloccaggio" della Beretta
avrebbe contribuito
all'inceppamento del carrello
otturatore dell'arma da fuoco,
che non è andato perfettamente
in chiusura e ha portato l'arma
a fare cilecca: una cartuccia,
infatti, è stata ritrovata
intatta accanto agli altri
quattro bossoli esplosi. Gli
altri quattro colpi, invece,
sono andati a segno: uno nel
fianco di Ciro Esposito, un
altro sulle dita di Alfonso
Esposito e gli ultimi due nel
braccio di Gennaro Fioretti,
altro indagato fra i tifosi
napoletani per rissa. Secondo la
procura, l'intervento di Alfonso
Esposito sulla pistola impugnata
da De Santis, difeso dagli
avvocati Tommaso Politi e
Michele D'Urso, sarebbe avvenuto
dopo i primi quattro spari.
Mentre l'incidente probatorio
continuerà il prossimo 13
ottobre, l'ultrà della Roma,
Daniele de Santis, accusato
dell'omicidio di Ciro Esposito,
sarà interrogato dai pm Eugenio
Albamonte e Antonino Di Maio il
prossimo 9 ottobre nell'ospedale
Belcolle di Viterbo, dove si
trova ancora ricoverato per le
ferite riportate nel pestaggio
dei tifosi napoletani. "Gastone"
non ha mai fornito una sua
versione dei fatti limitandosi,
nell'ambito dell'interrogatorio
di garanzia, ad avvalersi della
facoltà di non rispondere.
4 ottobre 2014
Fonte: La Repubblica
Ciro Esposito, gli esami
choc:
"Se fosse sopravvissuto,
sarebbe rimasto paralizzato"
Se si fosse salvato
avrebbe comunque rischiato di
rimanere paralizzato Ciro
Esposito, il tifoso napoletano
ferito il 3 maggio scorso poche
ore prima della finale di Coppa
Italia Fiorentina-Napoli e morto
dopo 53 giorni in ospedale. Lo
ha accertato il medico legale
Costantino Ciallella nel quadro
di esami svolti per fornire agli
inquirenti dati certi sulla
situazione clinica delle persone
rimaste coinvolte nella
sparatoria. Il proiettile che
colpì Esposito, sono le
conclusioni del medico legale
consegnate ai pm Eugenio
Albamonte e Antonino Di Maio,
dopo essersi conficcato in un
polmone provocò una lesione
della colonna vertebrale.
Circostanza che avrebbe potuto
provocare una paralisi. La morte
del tifoso azzurro, spiega
Ciallella, è scaturita dalle
complicanze e dagli esiti
infettivi derivati dal
ferimento. Conseguenze
permanenti al piede sinistro ci
saranno per Daniele De Santis,
l'ex ultrà romanista accusato di
aver fatto fuoco sui napoletani.
Il medico legale afferma che la
prognosi nei confronti di
"Gastone" è tuttora in corso.
Riscontrate sull'ex ultrà
giallorosso una cicatrice sulla
fronte, forse scaturita da un
colpo con il calcio della
pistola che gli sarebbe stata
sottratta da uno dei napoletani.
Per gli altri due tifosi azzurri
rimasti feriti, Gennaro Fioretti
e Alfonso Esposito, Ciallella
sostiene che hanno riportato
feriti guaribili rispettivamente
in 58 e 10 giorni. L'inchiesta
giudiziaria è ora alle battute
finali: a breve ci sarà la
notifica degli avvisi di
chiusura a De Santis, accusato
di omicidio, e dei due
napoletani rimasti feriti.
18 marzo 2015
Fonte: Leggo.it
L’INCHIESTA
Morte Ciro Esposito,
spunta l’audio: "Mi hanno
aggredito in più persone"
di Antonio Scolamiero
In una conversazione
registrata con la criminologa
Tibullo il tifoso napoletano,
mentre era ricoverato in
ospedale, ricostruisce le fasi
della sparatoria con gli ultrà e
romani.
NAPOLI - Dopo mesi e
mesi di voci che si sono
rincorse, di colpo di scena
nell’inchiesta sulla sua morte,
ecco un audio in cui Ciro
Esposito, il tifoso ferito
mortalmente prima della finale
di coppa Italia dall’ultrà della
Roma Daniele De Santis parla.
Sì, proprio la voce, flebile e
spossata del ragazzo che viene
registrata dalla mamma Antonella
Leardi e dalla criminologa
Angela Tibullo (registrazione
trasmessa per la prima volta
grazie a Bruno Sokolowicz di Gr
Rai che ne ha capito
l’importanza e l’ha consegnata
agli avvocati). In alcuni tratti
non si comprendono bene le
parole del ragazzo, troppo
provato delle ferite d’arma da
fuoco provocategli da Gastone.
Ecco uno spaccato della
registrazione:
Policlinico Gemelli: Testimonianza di Ciro
Esposito alla Criminologa Tibullo
Tibullo: "Perché ti
trovi qua ?".Ciro: "Perché mi hanno
sparato".
Tibullo: "Quando ?".
Ciro: "Quando sono andato a
vedere la partita".
Tibullo: "Ma tu lo avevi
il biglietto per andare allo
stadio, dove l’avevi comprato
?". Ciro:
"Dove abito io".
Tibullo: "E tu dove
abiti?".Ciro:
"A Napoli".
Tibullo:
"Senti Ciro, ti
ricordi fisicamente questa
persona vestita di nero, un po’
ciccione ?".Ciro:
"Era più di una
persona…".
Tibullo: "Ma tutti o
alcuni sì e alcuni no ? … Mi
dici sì per dire che c’era
qualcuno che non ce l’aveva ? …
ok".
Tibullo: "E poi che ha
fatto questo ti ha dato due
schiaffi ?".Ciro: "Mi ha sparato".
Tibullo:
"Perché’ ti ha
sparato, Ciro ?".
Ciro: "..."
A questo punto
della conversazione straziante,
fatta con un telefonino, Ciro
risponde, ma non si comprende
bene cosa dica, e allora la
criminologa traduce.
Tibullo: "Hai
incontrato questo che non stava
bene con la testa, ha preso la
pistola e ha sparato… Ma questo
che ti ha sparato ha preso così
la pistola e ti ha sparato o
stavate urlando o è caduto ? Era
a terra, era alzato ?".
E
Ciro
risponde: "In
piedi e a terra".
Ancora domande della
Tibullo: "Quindi sei partito,
sei arrivato a Roma, ti stavi
incamminando per andare a vedere
‘sto Napoli e uno è arrivato e
ti ha sparato… Ed erano tanti,
giusto ? E avevano i caschi
tranne uno, mi hai detto ? Ma
questo qua la pistola da dove
l’ha presa ? Da qua ? Ok. Ma
l’hai sentito parlare ?".
E
l’ultima risposta di
Ciro
Esposito è chiara: "Aveva
l’accento del Lazio".
25 marzo 2015
Fonte:
Corrieredelmezzogiorno.corriere.it
Ciro Esposito, il
racconto prima di morire:
"Erano
più di uno e avevano i caschi"
Secondo un audio diffuso
dal Giornale Radio Rai, il
tifoso napoletano ferito a colpi
di pistola nel prepartita della
finale di Coppa Italia lo scorso
3 maggio "risponde alle domande
di un perito consulente della
famiglia" dal suo letto
d'ospedale dove è deceduto il 25
giugno. Il 23 marzo la procura
di Roma ha notificato l'avviso
di chiusura indagini a Massimo
De Santis, l'ultrà romanista
indagato per l'omicidio.
"Erano più di uno ed
avevano i caschi", raccontava
intubato e sofferente Ciro
Esposito dal suo letto
d’ospedale durante uno dei sui
lunghi 53 giorni di agonia.
Secondo quanto emerge da una
registrazione audio diffusa dal
Giornale Radio Rai, il giovane
tifoso napoletano ferito con
colpi di pistola nel prepartita
della finale di Coppa Italia lo
scorso 3 maggio "risponde -
rende noto il Giornale Radio -
alle domande di un perito
consulente della famiglia.
Perché ti trovi qua, gli viene
chiesto ? "Mi hanno sparato"
risponde il ragazzo che spiega:
"Stavo andando a vedere la
partita, il biglietto lo avevo
comprato dove abito io, a
Napoli". Esposito è nel suo
letto nel reparto di terapia
intensiva del Policlinico
Gemelli dove era ricoverato e
dove è deceduto il 25 giugno.
Con la voce fioca, ricorda che
gli aggressori "Erano più di
uno". E dice: "avevano i
caschi". Perché ti ha sparato
gli chiede il perito ? "Era
fuori di testa". Ed ancora:
"Stava in piedi e poi a terra e
parlava con accento romano". Il
23 marzo la procura di Roma ha
chiuso le indagini sul ferimento
mortale, avvenuto a poche ore
dal calcio d’inizio della finale
di coppa Italia, tra Fiorentina
e Napoli. L’avviso di chiusura
indagini è stato notificato a
Daniele De Santis, il tifoso
romanista accusato di aver fatto
fuoco in direzione del rivale
partenopeo, morto 53 giorni dopo
in ospedale. De Santis, per
indagato per l’omicidio di Ciro,
è sotto accusa anche per porto
abusivo di armi e per il tentato
omicidio di Gennaro Fioretti e
Alfonso Esposito, a loro volta
accusati di rissa aggravata
nell’ambito dello stesso
procedimento. Stralciate invece
le posizioni di altri quattro
soggetti che, stando alla
ricostruzione effettuata dagli
inquirenti, assalì il bus dei
tifosi napoletani a pochi passi
dal luogo degli scontri. "La
chiusura delle indagini
preliminari dell’inchiesta per
l’omicidio di Ciro Esposito è un
passo importante e determinante
per lo sviluppo della vicenda e
per assicurare giustizia alla
famiglia dell’eroico tifoso
azzurro, alla città di Napoli ed
allo sport del calcio". È quanto
affermano, in una nota, gli
avvocati napoletani Angelo e
Sergio Pisani e Damiano De Rosa,
"soprattutto in considerazione
del fatto che la Procura ha
riconosciuto la configurabilità
dell’omicidio volontario con
l’aggravante dei futili motivi a
carico di De Santis". "Era
quello che ci aspettavamo,
l’orientamento della Procura di
Roma è sempre stato questo ma è
importante che sia stato
riconosciuto che Daniele De
Santis è stato oggetto, a sua
volta, di una aggressione
brutale". È quanto afferma
l’avvocato Tommaso Politi,
difensore di "Gastone", l’ultrà
della Roma accusato
dell’omicidio di Esposito.
"Faremo chiarezza al processo -
conclude Politi - ma va messo in
risalto come la Procura abbia
riconosciuto che in quelle fasi
drammatiche il mio assistito è
stato raggiunto da alcune
coltellate come da noi detto fin
dal primo momento al punto che
oggi vengono contestate lesioni
personali permanenti". I fatti
avvennero nella zona di viale
Tor di Quinto, non lontano dallo
stadio Olimpico. Secondo i Ris
che hanno svolto una maxi
perizia, De Santis fece fuoco in
direzione dei tifosi del Napoli
dopo essere stato raggiunto da
alcune coltellate all’addome,
"sopraffatto dagli aggressori",
scrivono i periti. De Santis
pochi minuti prima aveva
compiuto una sorta di blitz,
assieme ad altre quattro persone
con indosso caschi integrali (la
cui posizione è stata
stralciata), lanciando fumogeni
contro alcuni pullman con a
bordo sostenitori del Napoli. Il
colpo partì dalla pistola di De
Santis nel corso della rissa
scoppiata nel viottolo di
accesso al Ciak Village dove
Gastone viveva in quanto
custode. Il proiettile penetrò
il polmone di Esposito per
andarsi a conficcare nella
colonna vertebrale. Lesioni che
apparvero subito gravissime al
punto che, come conferma il
medico legale Costantino
Ciallella che ha svolto una
consulenza per la Procura, se
Ciro si fosse salvato avrebbe
comunque rischiato di rimanere
paralizzato. Dal canto suo De
Santis, nel corso della violenta
rissa, rimase gravemente ferito
al piede sinistro.
25 marzo 2015
Fonte:
Ilfattoquotidiano.it
Ciro Esposito prima di
morire: ecco chi ha sparato, io
aggredito da più persone
di Giuseppe Crimaldi
Per la difesa è una
prova incontrovertibile e
inconfutabile. Un punto fermo
capace di far diradare le molte
nebbie che ancora avvolgono il
caso: un duro atto d'accusa nei
confronti di chi - peraltro reo
confesso - premette il grilletto
di una pistola togliendo la vita
a un giovane innocente partito
alla volta della Capitale per
andare a vedere una partita di
pallone. A guardare il video
registrato con un telefonino al
capezzale di Ciro Esposito -
ancora lucido e ricoverato in
ospedale a Roma, prima di
entrare nel coma che lo avrebbe
portato alla morte per il colpo
di pistola esploso dall'ultrà
romanista Daniele De Santis -
anche gli ultimi dubbi si
dissolvono. Nel file che
ascoltate qui c'è la
registrazione che riproduce la
voce di Ciro Esposito - il
tifoso del Napoli colpito da un
proiettile esploso dalla pistola
di Daniele De Santis all'esterno
del circolo "Ciak" di Tor di
Quinto - che riconosce in una
foto l'immagine dell'uomo che
gli ha sparato. Quell'uomo si
chiama Daniele De Santis, e fino
a undici mesi fa era uno dei
tanti "padroni" che comandano il
tifo violento in Italia. È un
documento inedito. Finora era
rimasto agli atti, nel fascicolo
dei sostituti procuratori
titolari dell'inchiesta, i
pubblici ministeri Eugenio
Albamonte e Antonino Di Maio.
Abbiamo ascoltato quel file
audio. Fu registrato due
settimane prima che il povero
Ciro perdesse conoscenza, per
avviarsi verso quel coma
irreversibile che lo avrebbe
portato alla morte. E le sue
parole sono inequivocabili. Di
quelle dichiarazioni forniamo
adesso una sintesi. "Ciro, che è
successo, chi è stato a farti
questo ?", gli chiede la mamma.
E lui risponde: "C'era tanta
gente, ci stavano i bambini e
tutti erano in pericolo. Sono
intervenuto per difenderli dalle
bombe carta che lanciavano
contro un pullman carico di
famiglie, erano napoletani e
stavano andando allo stadio. Poi
ho visto il "chiattone"...". Il
"chiattone", cioè il grassone.
Chi era questa persona indicata
da Ciro Esposito ? Accanto alla
madre del giovane, nella corsia
di ospedale dove il ragazzo di
Scampia resta ricoverato in
condizioni gravi, c'è anche la
dottoressa Angela Tibullo,
nominata consulente per la parte
civile dai legali che assistono
Ciro, gli avvocati Angelo e
Sergio Pisani. In quei giorni su
tutti i quotidiani e i
rotocalchi nazionali tiene banco
la notizia dell'assurda serata
di violenza a Tor di Quinto:
qui, a due passi dallo stadio
Olimpico di Roma, è andata in
scena l'ultima follia di un
calcio malato. Un raid in piena
regola. Una vera e propria
aggressione contro alcuni tifosi
del Napoli arrivati a Roma per
assistere alla finale della
partita di Coppa Italia tra
Fiorentina e Napoli. E allora la
mamma e la consulente trovano il
coraggio di mostrare a Ciro, che
da quel letto di ospedale non si
è mai alzato, né mai più
riuscirà a farlo, una
fotografia. È l'immagine di un
giornale che ritrae Daniele De
Santis, detto "Gastone"
(nomignolo - sostengono i bene
informati - attribuitogli dalle
consorterie che frequentava per
attribuirgli una prodigiosa
fortuna nell'essere riuscito
sempre a farla franca quando si
trattava di vedersela con la
legge). Ciro Esposito, in
perfetta lucidità, osserva
quella fotografia e risponde
senza mostrare alcun dubbio:
"Sì, è lui".