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Ciro Esposito 3.05.2014 Le Perizie
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Ultrà, questura: stub negativo ma compatibile con polvere sparo.

Per pm De Santis ha sparato. Cinque anni fuori dagli stadi Genny ‘a carogna

Nuovi accertamenti sulla Beretta 7.65 con matricola abrasa dalla quale sono partiti i cinque colpi, quattro dei quali hanno colpito tre tifosi napoletani prima della finale di Coppa Italia. La procura non modifica l'impianto accusatorio: è stato l'ex leader della curva giallorossa a fare fuoco. Critiche le condizioni di Ciro Esposito. La madre: "Fatemelo vedere". E conferma: "Genny tra i primi a soccorrere mio figlio".

ROMA - Non bastano. Saranno eseguiti ulteriori accertamenti sulla Beretta 7.65 con matricola abrasa dalla quale sono partiti i cinque colpi, quattro dei quali hanno ferito tre tifosi napoletani, sabato, prima della finale di Coppa Italia. Dopo l'esito negativo dello stub toccherà all'esame delle impronte sull'arma che sia gli investigatori che gli inquirenti asseriscono sia stata impugnata e usata da Daniele De Santis per fare fuoco sui tifosi napoletani. "L'esame dello stub eseguito su Daniele De Santis è compatibile con materiale da sparo", ha precisato la Questura di Roma dopo l'esito negativo del guanto di paraffina. In sostanza, l'esame pur negativo avrebbe evidenziato la presenza di tracce di polvere da sparo. De Santis, oltre ad essere accusato di avere sparato contro i tifosi napoletani, è stato anche visto lanciare bombe carta e materiali pirotecnico negli attimi che hanno preceduto il ferimento dei tre supporter partenopei. Le tracce di polvere da sparo rilevate dallo stub, non in quantità tale da far risultare l'esame positivo, potrebbero ricondurre sia alla pistola che alle bombe carta. La Procura quindi non modifica l'impianto accusatorio: è stato l'ex leader della curva giallorossa - nel frattempo trasferito "per motivi di sicurezza" in un altro ospedale - a fare fuoco. E ci sono diversi testimoni pronti a giurare che sia stato proprio lui a impugnare la pistola che poi una signora del locale accanto ha provveduto a far sparire quando il giovane è stato massacrato di botte dai napoletani. Ora gli inquirenti hanno intenzione di sentire anche lei. La richiesta di convalida dell'arresto non conclude - hanno sottolineato a piazzale Clodio - le verifiche e i controlli che i magistrati hanno intenzione di avviare: "L'attività è appena all'inizio".

Il ragazzo napoletano ferito resta in condizioni critiche - Ciro Esposito "è stato sottoposto nella notte a intervento di emicolectomia destra per ischemia tardiva del colon, senza perforazione, susseguente agli arresti cardiocircolatori intercorsi 48 ore fa. Permangono critiche le condizioni del paziente, ricoverato presso il Centro di Rianimazione del Gemelli, con la necessità di supporto farmacologico e strumentale alle principali funzioni vitali", ha comunicato il policlinico romano Gemelli nel bollettino medico. Sua madre è all'ospedale, resta lì, stanca. Fino a stamattina non poteva vederlo perché il figlio è in stato di arresto. La convalida, con permanenza però in una struttura sanitaria per motivi di salute, è stata infatti sollecitata anche nei riguardi di Ciro Esposito. Il fax con cui il gip ha autorizzato l'accesso ai genitori al reparto di terapia intensiva, è arrivato nel primo pomeriggio. "Io ho fatto tanti appelli. Ora mi rivolgo direttamente a Renzi e Napolitano. Mio figlio è in stato di arresto, siamo qui da tre giorni, stanotte mio figlio è stato nuovamente operato e ancora non lo posso vedere perché è in stato di arresto. Mio figlio è in coma farmacologico, se avesse qualche segreto non potrebbe neanche rivelarmelo. Vi prego, aiutateci", ha detto Antonella Leardi, la mamma di Esposito, ed ha aggiunto: "Sto ricevendo numerosi messaggi d'amicizia e solidarietà da tutta Italia, perché non c’è solo odio, anche amore". Il suo appello è ai giovani: "Pregate per voi, perché questi episodi non si verifichino più, e per mio figlio Ciro". La donna ha ribadito, durante un'intervista televisiva, quanto già emerso dalle immagini del giorno degli scontri e cioè che tra i primi a soccorrere il figlio è stato Gennaro De Tommaso, Genny 'a carogna.

Il legale di Esposito - "Ora il problema sono i tempi per lo svolgimento dell'udienza di convalida, per la quale è fondamentale la testimonianza di Ciro", ha detto l'avvocato Damiano De Rosa, uno dei legali di Ciro Esposito.

Cinque anni daspo a Genny 'a carogna - Niente Napoli-Cagliari al San Paolo per Gennaro De Tommaso, ormai noto come Genny 'a carogna, leader del gruppo di tifosi che si riconosce sotto la sigla Mastiff e uomo della presunta trattativa tra lo Stato e gli ultrà del Napoli all'Olimpico, non ci sarà. Il questore di Napoli Guido Marino ha firmato un provvedimento di daspo per 5 anni. De Tommaso era stato destinatario già in passato di analogo provvedimento, rispetto al quale aveva fatto ricorso vincendolo. "E' responsabile - si legge in una nota della questura di Roma - della violazione riguardante l'esposizione di "striscioni o cartelli incitanti la violenza o recanti ingiurie o minacce" e lo "scavalcamento e invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive". Per quest'ultima violazione è responsabile anche un altro ultrà, Massimiliano Mantice, per il quale il provvedimento ha la durata di tre anni.

Pm chiede carcere per tutti - La Procura di Roma ha chiesto al Gip, contestualmente alla convalida dei fermi di Daniele De Santis e dei tre tifosi del Napoli rimasti feriti nella sparatoria di sabato scorso, l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per tutti a eccezione, alla luce delle condizioni di salute, di Ciro Esposito. Domani gli interrogatori di garanzia compatibilmente con lo stato di salute di tutti gli arrestati. Per De Santis l'accusa resta di tentato omicidio, ai napoletani la procura contesta il reato di rissa. Ma le indagini continuano. La Digos sta analizzando tutti i filmati degli incidenti nel tentativo di individuare possibili complici. L'ipotesi è che De Santis abbia provocato i tifosi napoletani insieme ad altri ultrà romanisti con lanci di sassi e fumogeni. Al vaglio degli investigatori ci sono le riprese compiute dall'alto dalla polizia scientifica e altri filmati amatoriali.

Questura Napoli: se maglie Speziale stop partita - Suscita polemiche l'idea attribuita agli ultrà napoletani di presentarsi stasera allo stadio per Napoli-Cagliari con le t-shirt "Speziale libero", ma la questura ha già annunciato che l'esposizione di materiale offensivo determinerà la mancata disputa della partita. Marisa Grasso, vedova di Filippo Raciti, si è appellata al premier: "A questa notizia dovrebbe una risposta il presidente del Consiglio. Deve dare una risposta", ha detto. "Chiudete, non fate giocare, basta".

L'aiuto di Gennaro De Tommaso - Una delle prime persone che ha tentato di rianimare Ciro Esposito, ferito da colpi di arma da fuoco prima della finale di Coppa Italia, sarebbe Genny ‘a carogna, il capo ultrà napoletano cui oggi è stato destinato un daspo di 5 anni. A sostenerlo è la madre di Ciro Esposito.

Il piano di Alfano - Il ministro dell'Interno Angelino Alfano intanto è tornato a smentire che sabato sera ci sia stata trattativa con gli ultrà. "Non sta né in cielo né in terra, nessuno può immaginare che lo Stato abbia deciso insieme ai violenti se disputare o meno una partita". È stata invece rinviata la presentazione, prevista nel pomeriggio, del piano speciale per la sicurezza della Capitale, legato anche a cortei e manifestazioni sportive. Alfano riferirà domani alle ore 13 in aula alla Camera sui fatti del 3 maggio.

6 maggio 2014

Fonte: Repubblica.it

© Fotografia: Gazzetta.it

Spari a Tor di Quinto, le foto fondamentali per le indagini

di Francesco Cianfarani

Nuove foto inviate da un testimone alla redazione de Il Mattino in cui si vede il momento in cui Ciro Esposito è stato colpito e i primi tentativi di soccorso dei presenti. Per gli inquirenti saranno fondamentali per fare luce sulla vicenda ?

Stamattina il giornale di Napoli ha ricevuto nuove prove che aiuteranno anche gli inquirenti a fare luce sul tentato omicidio di Ciro Esposito, il tifoso partenopeo colpito da un proiettile al petto prima della finale di Coppa Italia del 3 maggio. Le nuove immagini, inviate da un tifoso del Napoli residente a Como, mostrano le fasi successive alla sparatoria. Si tratta di immagini drammatiche che mostrano la disperazione e i disperati tentativi di soccorso da parte delle altre persone presenti sul luogo. Dagli scatti si distingue chiaramente un ufficiale dei carabinieri in mezzo alla folla che allontana le persone da Esposito, per terra in una pozza di sangue. Il militare è al telefono e, certamente, sta chiamando l’ambulanza per il giovane napoletano che è ferito a terra a due passi da lui. Si tratta di un elemento importante perché presenza dell’ufficiale dell’Arma pochi attimi dopo lo sparo vuol dire che esiste una testimonianza fondamentale e accreditata su quello che è accaduto a Roma nello sciagurato pomeriggio del sabato della finale di Tim Cup. Nel frattempo Ciro Esposito è libero, per la gioia della mamma, da sabato accanto a lui al Policlinico Gemelli dov’è ricoverato in gravi condizioni. Per il tifoso napoletano il gip Giacomo Ebner non ha disposto nessuna misura cautelare. Per Daniele De Santis, l’ultrà giallorosso accusato di aver sparato contro i supporter napoletani, invece, il giudice per le indagini preliminari ha stabilito la detenzione in carcere per tentato omicidio. Obbligo di firma, invece, per Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, gli altri due supporter partenopei indagati nell’ambito dell’indagine sugli incidenti avvenuti in occasione della Coppa Italia. Nel frattempo, oltre alla liberazione, sono arrivate notizie confortanti anche dal quadro clinico di Esposito. "Ciro ha aperto gli occhi" ha raccontato il padre Giovanni, che durante la visita ha chiesto al figlio se gli farebbe piacere incontrare Maradona: "Lui ha fatto cenno di sì con la testa. Possiamo dire che sta meglio e spero che lo stia ogni giorno di più". La madre di Esposito, Antonella Leardi, conferma che" Ciro sta migliorando un passettino alla volta". Intanto continuano a fare il giro del mondo le foto del covo di Tor di Quinto di quello che, fino alle ricostruzioni attuali, è il vero "mostro" di questa vicenda: Daniele De Santis. "Gastone" aveva la sua base di nove metri quadrati all’interno del Trifoglio di Viale Tor di Quinto, il posto che Alfredo Iorio, dopo lo stupro Reggiani, occupò illegalmente e che adesso il Campidoglio è ansioso di far sgomberare. Il bunker di De Santis, tappezzato di manifesti di estrema destra e infilato tra le baracche, rende benissimo l’idea del soggetto. Nell’ordinanza, il magistrato Giacomo Ebner scrive come De Santis mostri una "natura incontenibile e specialmente violenta", "la comprovata incapacità a misurare la gravità delle proprie azioni" e "un generale atteggiamento di sfida nei confronti dell’ordinamento e delle sue regole". De Santis adesso ha troppi nemici, dopo la lettera con proiettile recapitata al Mattino di Napoli ieri mattina destinata a lui, adesso è nata anche la pagina Facebook "Daniele De Santis infame".

8 maggio 2014

Fonte: Vignaclarablog.it

Agguato ultrà, spunta un paio di guanti

di Dario Del Porto

Le analisi biologiche su un paio di guanti neri, la perizia balistica sulla pistola, l'esame incrociato del principale teste oculare. Così la Procura di Roma vuole "blindare" l'inchiesta sui gravissimi fatti avvenuti a Roma sabato 3 maggio, alla vigilia della finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina, e culminati nel ferimento a colpi di arma da fuoco di tre tifosi azzurri, Ciro Esposito (tuttora in prognosi riservata) Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, vittime secondo alcune testimonianze di un vero e proprio agguato. I pm capitolini Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio hanno presentato al giudice una richiesta di "incidente probatorio" per cristallizzare gli elementi ritenuti determinanti ai fini della ricostruzione dell'accaduto. Hanno chiesto l'incidente probatorio" anche gli avvocati di Daniele De Santis, l'ultrà della Roma soprannominato Gastone, indagato per tentato omicidio perché accusato di aver sparato all'indirizzo dei napoletani. De Santis nega, anche sulla scorta dell'esame dello stube da cui non è emersa la certezza che l'uomo, piantonato in ospedale, abbia usato l'arma. Ora però la Procura chiede accertamenti scientifici su un paio di guanti ritrovati nella zona degli incidenti. Gli inquirenti vogliono inoltre acquisire in contraddittorio con le parti la testimonianza del tifoso napoletano che si trovava accanto a Ciro quando è stato raggiunto dai colpi esplosi dalla semiautomatica "Benelli" 7.65 con matricola abrasa, impugnata secondo l'accusa proprio da De Santis. I tre napoletani sono indagati per rissa e lesioni ai danni di De Santis. Tutti respingono le accuse. Ciro Esposito è difeso dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani. Il pm chiede poi di analizzare gli altri oggetti sequestrati sulla scena: berretti, giacche, una scopa, il collo di una bottiglia di vetro e un coltello a serramanico. Tutto questo mentre Ciro resta in terapia intensiva. "È più tranquillo rispetto a ieri, ma molto stanco. Non gli ho parlato di quello che è successo, quando sarà lui a farlo lo ascolterò", dice la madre. Al giovane tifoso sono arrivati gli auguri del capitano del Napoli, Marek Hamsik: "Vienici presto a trovare".

16 maggio 2014

Fonte: La Repubblica

Morto Ciro Esposito: lo sparo ad altezza uomo, colpito a schiena

di Luca Laviola

La Procura avrà audio dove Ciro accusa De Santis. Domani funerali.

(ANSA) Napoli - Ciro Esposito è stato ferito da un colpo sparato ad altezza d'uomo, alla schiena, che gli ha lacerato un polmone. È un elemento importante che emerge dall'autopsia sul corpo del giovane tifoso del Napoli eseguita ieri. Secondo le testimonianze dei parenti, inoltre, Ciro ha raccontato di essersi avventato su Daniele De Santis, scaraventandolo a terra, prima di essere ferito. I due si sarebbero quindi rialzati e l'ultrà romanista avrebbe sparato il colpo di pistola che ha raggiunto il ragazzo alle spalle, forse mentre fuggiva, attraversando il polmone e conficcandosi nella quinta vertebra. Dopo oltre 50 giorni in ospedale, Esposito è morto per le conseguenze devastanti della ferita, che hanno portato a un "collasso multifunzionale progressivo". Oggi la salma è tornata a Napoli accompagnata dai familiari, dove l'attendeva la camera ardente allestita nell'auditorium del municipio di Scampia. Domani pomeriggio i funerali pubblici. L'autopsia è stata effettuata all'Istituto di medicina legale della Sapienza dal medico legale nominato dalla procura di Roma, Costantino Ciallella, presente il consulente della famiglia Esposito, Giuseppe Cenname. Nel corpo del giovane sono stati trovati alcuni frammenti del proiettile estratto il giorno dopo la sparatoria. Ciallella ha accertato che quando è partito il colpo che ha raggiunto il ragazzo, sia la vittima che De Santis erano in posizione eretta. Quest'ultimo, travolto in un primo momento da Esposito, avrebbe fatto fuoco dopo essersi rialzato. Il giovane napoletano potrebbe quindi aver tentato di fuggire dopo aver visto la pistola, oppure per non avere la peggio nello scontro fisico con il gigantesco "Gastone", come viene chiamato De Santis dagli amici. Ma a quel punto sarebbe stato colpito alle spalle. Secondo la testimonianza di un tifoso del Napoli, che era a bordo del pullman attaccato da De Santis, inoltre, un ragazzo con lo zainetto si sarebbe scagliato da solo contro l'assalitore. Poco dopo avrebbe visto lo stesso ragazzo, probabilmente Ciro Esposito, trascinato via a peso morto da un gruppo di amici.

26 giugno 2014

Fonte: Ansa.it

Scontri Coppa Italia, Ciro morto per un colpo sparato alla schiena ad altezza uomo.

La procura acquisisce audio contro De Santis

di Valeria Forgnone e Viola Giannoli

Dall'autopsia effettuata oggi all'obitorio del Verano emerge che quando il proiettile è stato esploso Esposito e l'ultrà della Roma erano in posizione eretta. Domani, venerdì, i funerali a Napoli. In un file registrato col telefonino il 25 maggio al Gemelli il riconoscimento da parte della vittima di "Gastone" e di altre persone coinvolte.

Ciro Esposito è morto per un colpo di pistola sparato ad altezza d'uomo che lo ha raggiunto alla schiena. Sia la vittima che la persona che ha esploso il colpo erano in posizione eretta. È quanto stabilito dall'autopsia eseguita oggi dal medico legale Costantino Ciallella sul corpo del tifoso napoletano morto ieri dopo un lungo ricovero nel reparto di terapia intensiva del Gemelli di Roma per le ferite da arma da fuoco riportate lo scorso 3 maggio, a poche ore dalla finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli disputata allo stadio Olimpico. Lo stesso Ciro aveva confidato ai parenti, che lo hanno riferito alla Digos, che prima di essere ferito si era avventato su Daniele De Santis, scaraventandolo a terra. Quest'ultimo avrebbe fatto fuoco dopo essersi rialzato. Il proiettile che ha perforato un polmone si è fermato alla spina dorsale, precisamente nella quinta vertebra. Sarà verificato, tramite analisi balistica, se proveniente dalla pistola Benelli sequestrata dalla polizia, dopo averla ritrovata al Ciak Village, e attribuita dalla procura all'ex ultrà giallorosso Daniele De Santis, indagato per omicidio volontario. Dall'autopsia emerge una ricostruzione più dettagliata di quel 3 maggio scorso in via di Tor di Quinto a Roma, prima della finale di Coppa Italia. Il tifoso partenopeo si avventò su Daniele De Santis ed entrambi caddero a terra. Poi entrambi si rialzarono e a quel punto De Santis sparò i colpi di pistola uno dei quali ferì Ciro alla schiena, ha accertato l'esame autoptico. Probabilmente Esposito rialzandosi aveva voltato le spalle a De Santis per fuggire temendo una reazione o forse perché aveva visto la pistola. Il particolare che Ciro si avventò su De Santis lo hanno riferito i parenti agli agenti della Digos. Il fatto che De Santis sparò solo una volta rialzatosi da terra a Esposito giustifica il fatto che al momento dello sparo i due erano entrambi in posizione eretta ed infatti il proiettile è stato sparato ad altezza l'uomo. I sanitari del policlinico Gemelli hanno precisato che il proiettile non è stato estratto durante l'autopsia, ma durante il primo intervento chirurgico sulla colonna vertebrale eseguito nel policlinico romano il 4 maggio dall'equipe del professor Francesco Tamburrelli, chirurgo vertebrale del Gemelli, nella stessa giornata del ricovero, come fu a suo tempo comunicato.

Nel pomeriggio il carro funebre con la bara di Ciro Esposito, morto per la lacerazione del polmone che ha portato a un collasso multifunzionale progressivo, come accertato dall'autopsia, ha lasciato l'obitorio dell'Istituto di medicina legale della Sapienza a Roma ed è arrivato alle 18.45 a Napoli. Dietro il carro funebre un'auto con a bordo uno zio, uno dei suoi legali e altri parenti. Il giovane tifoso napoletano dopo 50 giorni di agonia in ospedale non ce l'ha fatta. Distrutta dal dolore la fidanzata di Ciro, Simona Rainone, attraverso Damiano De Rosa, uno dei legali della famiglia Esposito, ha lanciato un appello: "Fate tutto ciò che potete affinché Ciro possa continuare a vivere attraverso una giustizia immediata". In piazzale del Verano, davanti all'obitorio si sono presentati un tifoso del Napoli, Aurelio Gallotto, e uno della Roma, Ermanno Antonini, 45 anni, per dare un ultimo saluto a Ciro e fare le condoglianze alla famiglia. I due si sono stretti la mano e abbracciati in segno di solidarietà calcistica. "Conosco Daniele De Santis, se è stato lui a sparare è giusto che paghi - ha detto Antonini - Un ragazzo non può morire per il calcio. Non si può morire per una partita di calcio. Ma se non cambiano le cose succederà ancora".  L'ultrà della Roma non è poi riuscito a parlare con la madre di Ciro Esposito, andata via da un ingresso secondario dell'obitorio. "Sono qui per rispetto a un ragazzo che è morto per seguire la sua squadra del cuore", ha detto Gallotto, originario di Salerno e nella capitale da tre anni. Nel tardo pomeriggio è arrivato il feretro a Napoli, nel quartiere di Scampia, dove è stata allestita la camera ardente presso l'auditorium tra gli applausi di conoscenti e amici di sempre. I funerali si terranno domani pomeriggio, venerdì, alle 16.30, in piazza Grandi Eventi a Scampia.

Alle 9.30 di questa mattina era iniziata l'autopsia sul corpo del trentenne all'obitorio comunale dove, intorno alle 14, sono arrivati i genitori di Ciro, il fratello, gli zii e padre Mariano del Cristo Re. L'esame, che è stato interrotto verso l'una per poi riprendere e concludersi poco prima delle 15, ha subito nel primo pomeriggio un'accelerazione "forse per motivi di ordine pubblico". L'autopsia era stata affidata al professor Costantino Ciallella del policlinico Umberto I dal pm Eugenio Albamonte, titolare dell'inchiesta assieme al collega Antonino Di Maio. Presenti anche il legale della famiglia del ragazzo, Angelo Pisani, il consulente di parte, il dottor Giuseppe Cenname, e gli altri due avvocati degli Esposito, Damiano De Rosa e Sergio Pisani. Il corpo di Ciro, nel pomeriggio, è stato trasferito a Napoli, nel quartiere Scampia, dove è cresciuto e dove lavorava fino a quel 3 maggio. I genitori e gli zii avevano lanciato un appello per velocizzare il trasporto: "Ringraziamo il presidente della Repubblica per il telegramma di condoglianze che ci ha inviato e ci appelliamo alla sua umanità e a quella della magistratura affinché Ciro possa tornare a casa oggi".

Intanto, Daniele De Santis, l'ultrà romanista legato ad ambienti dell'estrema destra accusato di omicidio volontario, da ieri si trova in una struttura protetta dell'ospedale Belcolle a Viterbo, una zona del nosocomio sorvegliata e con accessi limitati e stabiliti dalle autorità giudiziarie e dall'amministrazione del carcere Mammagialla. Le misure di sicurezza sono state rafforzate anche attorno all'abitazione di famiglia del detenuto per evitare incidenti o "vendette". "Sarebbe rispettoso, in questo momento, evitare la rincorsa a conclusioni affrettate soprattutto sulla base di elementi ancora frammentari - hanno affermato i legali di Daniele De Santis, Tommaso Politi e Michele D'Urso - È auspicabile lasciare operare serenamente consulenti tecnici e periti su esami ancora in corso o da attuare". Ciro Esposito nei piccoli momenti di lucidità durante la degenza in ospedale avrebbe riconosciuto "Danielino" come suo aggressore confermando anche che più di una persona è coinvolta. A raccogliere la testimonianza del ragazzo non solo i familiari ma anche un audio registrato dalla criminologa Angela Tibullo, chiamata dalla famiglia Esposito, con un telefonino il 25 maggio. "Pure se la ricostruzione dei fatti è chiarissima, noi della difesa avevamo pensato di acquisire ulteriori conferme, per sicurezza. In questo senso abbiamo registrato un audio quando Ciro era al Gemelli, che purtroppo è di qualità approssimativa perché registrato con un telefonino, ma chiaro nel contenuto". "La cosa più importante del contenuto dell'audio - ha spiegato De Rosa - riguarda il momento in cui abbiamo mostrato al ragazzo una foto segnaletica estratta dal fascicolo delle indagini: Ciro ha riconosciuto De Santis ritratto nello scatto. Ha inoltre confermato che più di una persona era coinvolta nell'aggressione". La criminologa è stata sentita ieri dalla Digos di Roma come persona informata dei fatti ma la Procura di Roma acquisirà in giornata proprio il file audio e i pm esamineranno la registrazione per verificare se l'accusa del tifoso è esplicitamente rivolta a De Santis e, se necessario, ascolteranno anche il parente di Ciro che ha realizzato il file. Non è esclusa una perizia fonica qualora fosse ritenuta indispensabile. "Non provo nulla di cattivo e di odioso nei suoi riguardi - ha detto la mamma di Esposito Antonella Leardi - Chiedo che si ravveda e si inginocchi davanti a Dio". Per cercare di capire cosa sia accaduto in quel maledetto 3 maggio i legali di Ciro chiederanno anche "l'acquisizione dei piani di sicurezza predisposti per la finale di Coppa Italia, per cercare di capire perché quel punto non è stato controllato: non vogliamo puntare il dito contro nessuno ma è giusto accertarsi come possa essere accaduto un fatto del genere". L'avvocato Sergio Pisani aggiunge: "I magistrati stanno lavorando tantissimo per individuare altri complici, non sarà un processo con un solo imputato. Non bisogna poi dimenticare le altre responsabilità legate a disorganizzazioni amministrative". Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha deciso di intitolare una borsa di studio alla memoria di Ciro. E domani sarà a Napoli e terrà un'orazione al funerale del giovane. Anche il Torino Football Club si è unito al cordoglio e con un post sul proprio sito internet ha espresso "vicinanza ai famigliari" del "tifoso del Napoli e del calcio".

26 giugno 2014

Fonte: Roma.repubblica.it

Ciro Esposito, conclusa l'autopsia del tifoso ucciso:

"Morto per un colpo sparato ad altezza d'uomo

Il feretro in viaggio verso Napoli

Si è conclusa, all'Istituto di Medicina legale della Sapienza di Roma, l'autopsia sul corpo di Ciro Esposito, il tifoso napoletano ferito prima della finale di Coppa Italia e deceduto ieri mattina al policlinico Agostino Gemelli. Il carro funebre con la bara di Ciro Esposito ha lasciato l'obitorio, ed è giunto a Napoli alle ore 18,45. La bara è stata accolta da un lungo applauso. Resterà nella camera ardente, allestita nell'auditorium dell'VIII municipalità, fino al pomeriggio di domani, quando verranno celebrati i funerali. Ad attendere il feretro, sin dalle prime ore della giornata di oggi, oltre agli amici ed i parenti, tantissime persone del quartiere. Per il giovane una bara marrone scuro. Dietro il carro funebre una macchina con uno degli zii di Ciro, uno dei suoi legali e altri parenti. Prima che il feretro di Ciro Esposito lasciasse l'obitorio, i familiari del ragazzo hanno pregato insieme sulla bara. Il padre, la madre, tre zii e un fratello del ragazzo, hanno stretto le mani sopra la bara. Con loro un sacerdote, Padre Mariano, che è stato vicino alla famiglia in tutti questi giorni.

La camera ardente - All'interno della camera ardente sono stati fatti entrare solo i familiari e gli amici più stretti della vittima. Il feretro all'arrivo era seguito da un'autovettura sulla quale c'erano i familiari di Ciro Esposito. Presente anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che ha accolto il feretro al casello autostradale di Caserta Nord. Grande commozione, pianti disperati ma anche applausi per salutare il giovane tifoso che qui viene già definito "un eroe" e, come si legge in un manifesto della VIII municipalità "Vittima innocente della criminalità e della violenza". A quanto si apprende la camera ardente resterà aperta per l'intera notte. A breve è atteso l'arrivo anche di tantissimi tifosi, soprattutto quelli della zona che con Ciro dividevano la grande passione per il calcio, per la loro squadra del cuore: il Napoli.

L'autopsia - L'esame, eseguito dal professor Costantino Ciallella insieme al consulente di parte Giuseppe Cenname si è svolto all'obitorio comunale del Verano dove si sono riuniti i legali della famiglia Esposito Damiano De Rosa, Angelo Pisani e Sergio Pisani. "Le operazioni autoptiche sulla salma di Ciro si sono appena concluse, il tempo della vestizione e Ciro torna a Napoli", ha detto Pisani, che sull'esito dell'autopsia ha poi aggiunto: "Il risultato era scontato. Non si è intromessa alcuna causa sopravvenuta che può aver da sola determinato l'evento". Ciro è morto per un colpo di pistola sparato ad altezza d'uomo che lo ha raggiunto alla schiena. È quanto stabilito dall'autopsia eseguita oggi dal medico legale Costantino Ciallella. Sia la vittima che la persona che ha sparato erano in posizione eretta. Lo stesso Ciro aveva confidato ai parenti, che lo hanno riferito alla Digos, che prima di essere ferito si era avventato su Daniele De Santis, scaraventandolo a terra. Quest'ultimo avrebbe fatto fuoco dopo essersi rialzato. Nel corso dell'autopsia è stato anche estratto dal corpo di Esposito il proiettile. Sarà verificato se proveniente dalla pistola recuperata. Il proiettile che ha raggiunto alla schiena Ciro ha lacerato un polmone e si è fermato nella quinta vertebra. Causa della morte dunque la lacerazione del polmone che ha portato ad un collasso multifunzionale progressivo. "Il dato che emerge dall'autopsia è che il proiettile è passato in mezzo alle costole per poi conficcarsi nella colonna vertebrale". Lo dice Sergio Pisani, il legale di Ciro Esposito. Angela Tibullo, la criminologa di parte nominata dalla famiglia Esposito, ha riferito che "Durante l'esame non sono stati ritrovati frammenti metallici, segno che l'operazione di estrazione del proiettile andò bene". Intanto l'avvocato Damiano De Rosa si è recato in Procura a sbrigare le procedure burocratiche necessarie per liberare la salma di Ciro Esposito e permettere il suo trasferimento a Napoli per i funerali di domani pomeriggio. Secondo quanto dichiarato da un sacerdote vicino alla famiglia, la salma del ragazzo potrebbe essere restituita ai suoi cari a metà pomeriggio.

All'aggressione non partecipò solo De Santis - Ciro Esposito avrebbe confermato che all'agguato del 3 maggio scorso contro il pullman dei tifosi del Napoli, culminato nel suo ferimento, parteciparono altre persone oltre a Daniele De Santis. Lo ha detto uno dei legali del giovane tifoso morto, Damiano De Rosa, parlando dell'audio con la voce del ragazzo registrato dai familiari, tra il 20 e il 30 maggio, durante la lunga degenza al policlinico Gemelli. "Ha riconosciuto De Santis e confermato che più di una persona partecipò all'aggressione". Il file verrà acquisito in giornata dalla procura di Roma. I pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, esamineranno la registrazione per verificare se l'accusa del tifoso azzurro è esplicitamente rivolta a De Santis e, se necessario, ascolteranno anche il parente di Ciro che ha realizzato il file. Non è escluso neanche una perizia fonica qualora fosse ritenuta indispensabile.

Fiori davanti all'obitorio - Un mazzo di fiori e un biglietto con scritto "Ciao Ciro" campeggiano davanti all'obitorio comunale di piazzale Verano, dove si sta svolgendo l'autopsia di Ciro Esposito. Una sciarpa del Napoli avvolge i fiori e il biglietto, che è firmato da quattro persone: Giselda, Tiziana, Mario e Ottaviano. Decine di corone di fiori stanno giungendo invece alla camera ardente dove tra poco giungerà il feretro del tifoso Ciro Esposito. Nell'intero quartiere di Scampia, alla periferia di Napoli, sono stati esposti decine di striscioni per ricordare il giovane morto dopo una lunga agonia durata circa 50 giorni. Ad accogliere il feretro, il sindaco Luigi de Magistris.

I familiari - "Ringraziamo il presidente della Repubblica per il telegramma di condoglianze che ci ha inviato e ci appelliamo alla sua umanità e a quella della magistratura affinché Ciro possa tornare a casa oggi". A parlare, a nome della famiglia Esposito, è lo zio Enzo. "Saremo noi familiari più stretti ad accompagnarlo in questo triste viaggio di ritorno a Napoli - ha aggiunto lo zio - Non lo lasceremo solo". I genitori di Ciro Esposito sono poi andati all'obitorio dell'Istituto di Medicina legale della Sapienza, a Roma, dove si è svolta l'autopsia. Giovanni Esposito e Antonella Leardi, accompagnati da altri parenti, non hanno rilasciato dichiarazioni.

La fidanzata: "Voglio giustizia per far rivivere Ciro". "Fate tutto ciò che potete affinché Ciro possa continuare a vivere attraverso una giustizia immediata". È l'appello della fidanzata di Ciro Esposito, Simona Rainone, riferito da uno dei legali della famiglia del giovane tifoso ucciso, Damiano De Rosa.

I funerali - Cantici al Signore per ringraziarlo di aver accolto in cielo il loro congiunto e possibilità di celebrare all'aperto o in qualsiasi altro posto i funerali. Domani per Ciro saranno celebrati i funerali con rito evangelico da un pastore o da un anziano. Ai familiari oppure agli amici sarà data la possibilità, così come prevede il rito, di rilasciare una testimonianza al termine della funzione. Durante le esequie sarà letto anche un passo del Vangelo.

Napoli dona il tumulo per la sepoltura - Il Comune di Napoli dona il tumulo per la sepoltura di Ciro Esposito. La Giunta, su proposta dell'assessorato al Patrimonio e Cimiteri, ha approvato oggi una delibera con cui ha messo a disposizione della famiglia Esposito un tumulo nel cimitero di Secondigliano per la sepoltura di Ciro, il tifoso napoletano morto ieri all'alba in seguito alle ferite riportate negli scontri che precedettero la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina lo scorso 3 maggio. La famiglia potrà così seppellire il figlio Ciro nel cimitero dell'area nord di Napoli dopo i funerali che si terranno domani pomeriggio in piazza Grandi Eventi a Scampia.

Un ultrà della Roma in visita all'obitorio - Un ultrà della Roma è andato all'obitorio in Piazzale del Verano "per fare le condoglianze alla mamma di Ciro - ha spiegato - perché una cosa come questa non può succedere". L'uomo, Ermanno Antonini, 45 anni, ultrà della Roma da decenni, è in attesa dell'uscita del feretro di Ciro Esposito in mezzo ai cronisti. "Conosco Daniele De Santis e se ha fatto questa cazzata enorme è giusto che paghi - ha detto Antonini - Un ragazzo non può morire per il calcio. Ma se non cambiano le cose succederà ancora". L'ultrà della Roma non è poi riuscito a parlare con la madre di Ciro Esposito, che assieme al padre e all'altro figlio Michele è andata via da un ingresso secondario dell'obitorio. Il tifoso giallorosso è stato avvicinato davanti all'Istituto di Medicina legale da un giovane sostenitore del Napoli, Aurelio Gallotto, e i due si sono abbracciati davanti alle telecamere. "Sono qui per rispetto a un ragazzo che se ne è andato via per seguire la sua squadra del cuore", ha detto Gallotto, originario di Salerno e nella capitale da tre anni. I due tifosi hanno detto di non credere che ci sarà ora una guerra tra ultrà della Roma e del Napoli.

Inler, tributo a Ciro su Twitter - "Sarai per sempre una parte di noi": su Twitter il giocatore del Napoli e capitano della Svizzera, Gokhan Inler, ricorda Ciro Esposito, il tifoso della squadra partenopea morto ieri mattina dopo esser rimasto ferito, a Roma, lo scorso 3 maggio poche ore prima della finale di Coppa Italia. Il centrocampista ha anche postato una foto in cui si vedono le gambe di un tifoso sugli spalti: il campo di gioco non è però fatto di erba verde, ma di nuvole. Tweet di cordoglio anche del difensore del Napoli, Federico Fernandez: "Ciro - ha scritto il giocatore dell'Argentina - hai lasciato un vuoto in tutti noi, cercheremo di vincere anche per te, condoglianze alla Famiglia".

26 giugno 2014

Fonte: Ilmessaggero.it

Ultrà: Ciro Esposito morto per colpo sparato ad altezza d'uomo

È quanto stabilito dall'autopsia eseguita dal medico legale.

Ciro Esposito è morto per un colpo di pistola sparato ad altezza d'uomo che lo ha raggiunto alla schiena. È quanto stabilito dall'autopsia eseguita dal medico legale Costantino Ciallella. Sia la vittima che la persona che ha sparato erano in posizione eretta. Il medico legale ha accertato che quando è partito il proiettile che ha raggiunto Esposito sia la vittima che l'aggressore erano in posizione eretta. Lo stesso Ciro aveva confidato ai parenti, che lo hanno riferito alla Digos, che prima di essere ferito si era avventato su Daniele De Santis, scaraventandolo a terra. Quest'ultimo avrebbe fatto fuoco dopo essersi rialzato. Nel corso dell'autopsia è stato anche estratto dal corpo di Esposito il proiettile. Sarà verificato se proveniente dalla pistola recuperata.

Causa morte è stata lacerazione al polmone - Il proiettile che ha raggiunto alla schiena Ciro Esposito ha lacerato un polmone e si è fermato nella quinta vertebra. È stato accertato oggi dall'autopsia. Causa della morte dunque la lacerazione del polmone che ha portato ad un collasso multifunzionale progressivo.

Fidanzata Ciro, subito giustizia per farlo rivivere - "Fate tutto ciò che potete affinché Ciro possa continuare a vivere attraverso una giustizia immediata". È l'appello della fidanzata di Ciro Esposito, Simona Rainone, riferito da uno dei legali della famiglia del giovane tifoso ucciso, Damiano De Rosa.

Comune Napoli dona tumulo per sepoltura Ciro - Il Comune di Napoli dona il tumulo per la sepoltura di Ciro Esposito. La Giunta, su proposta dell'assessorato al Patrimonio e Cimiteri, ha approvato oggi una delibera con cui ha messo a disposizione della famiglia Esposito un tumulo nel cimitero di Secondigliano per la sepoltura di Ciro, il tifoso napoletano morto ieri all'alba in seguito alle ferite riportate negli scontri che precedettero la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina lo scorso 3 maggio. La famiglia potrà così seppellire il figlio Ciro nel cimitero dell'area nord di Napoli dopo i funerali che si terranno domani pomeriggio in piazza Grandi Eventi a Scampia.

Il carro funebre con la bara di Ciro Esposito ha lasciato l'obitorio dell'Istituto di Medicina Legale della Sapienza, dove è stata effettuata l'autopsia, diretto a Napoli. Per il giovane una bara marrone scuro. Dietro il carro funebre una macchina con uno degli zii, uno dei suoi legali e altri parenti. È già iniziato l'afflusso di persone alla camera ardente, allestita nella sede della VIII Municipalità a Scampia, alla periferia di Napoli. Il feretro è atteso in serata ma, nel frattempo, già stanno giungendo diverse persone con fasci di fiori. Una bimba, accompagnata dal padre, ha deposto fiori ed una bandiera del Napoli Calcio.

Ultrà Roma, venuto per condoglianze a madre Ciro - Un ultrà della Roma è andato all'obitorio in Piazzale del Verano "per fare le condoglianze alla mamma di Ciro - ha spiegato - perché una cosa come questa non può succedere". Si chiama Ermanno Antonini, 45 anni, ultrà giallorosso da decenni. "Conosco Daniele De Santis e se ha fatto questa cazzata enorme è giusto che paghi - ha detto Antonini - Un ragazzo non può morire per il calcio. Ma se non cambiano le cose succederà ancora". Antonini non è poi riuscito a parlare con la madre di Ciro Esposito che assieme al padre e all'altro figlio Michele è andata via da un ingresso secondario dell'obitorio. Il tifoso giallorosso è stato avvicinato davanti all'Istituto di Medicina legale da un giovane sostenitore del Napoli, Aurelio Gallotto, e i due si sono abbracciati davanti alle telecamere. "Sono qui per rispetto a un ragazzo che se ne è andato via per seguire la sua squadra del cuore", ha detto Gallotto, originario di Salerno e nella capitale da tre anni. I due tifosi hanno detto di non credere che ci sarà ora una guerra tra ultrà della Roma e del Napoli.

Malagò da parenti Ciro, ora borsa di studio in sua memoria - Una borsa di studio intitolata alla memoria di Ciro Esposito. È questo l'omaggio promesso dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, oggi durante una visita ai familiari del tifoso napoletano morto in conseguenza degli incidenti avvenuti il giorno della finale di coppa Italia. Malagò domani sarà a Napoli e terrà un'orazione al funerale del giovane, che si svolgerà con rito evangelico.

L'audio di Ciro registrato il 25 maggio, disse: più di una persona partecipò ad aggressione - Ciro Esposito avrebbe confermato che all'agguato del 3 maggio scorso contro il pullman dei tifosi del Napoli, culminato nel suo ferimento, parteciparono altre persone oltre a Daniele De Santis. Lo ha detto uno dei legali del giovane tifoso morto, Damiano De Rosa, parlando dell'audio con la voce del ragazzo registrato dai familiari, tra il 20 e il 30 maggio, durante la lunga degenza al policlinico Gemelli. "Ha riconosciuto De Santis e confermato che più di una persona partecipò all'aggressione", ha detto De Rosa. "Ho registrato io il 25 maggio scorso con un registratore la voce di Ciro Esposito in ospedale. Si sentiva in modo chiaro, tenendo conto che era una persona intubata". Lo ha riferito la criminologa Angela Tibullo, consulente dei legali della famiglia Esposito. La criminologa è stata sentita ieri dalla Digos di Roma come persona informata dei fatti.

L'avvocato Pisani, pace e serenità sul volto di Ciro - "C'era pace e serenità sul viso di Ciro, in perfetta sintonia con le parole di compostezza e speranza pronunciate dalla madre". Lo ha detto l'avvocato Angelo Pisani, uno dei tre legali della famiglia di Ciro Esposito, che ha avuto la possibilità di vedere il giovane tifoso spirato all'alba di ieri in ospedale, dopo oltre 50 giorni di agonia, poco prima che iniziasse l'esame autoptico. Pisani, appena arrivato a Scampia, ha voluto subito rivolgere un invito alla calma e alla pazienza al fratello di Ciro, agli amici dell'autolavaggio e a molti cittadini che avevano reagito con forte disappunto alla notizia del ritardo del rilascio della salma. "Devono essere espletate tutte le previste procedure medico-legali - ha detto ancora Pisani - così come ha chiesto la famiglia. Il magistrato mi ha anche assicurato che resterà in attesa che l'esame termini per autorizzare il rilascio e consentire il ritorno a casa della salma". Alcuni suoi amici, ha fatto sapere ancora Angelo Pisani (che è anche il presidente dell'ottava Municipalità della città, nel cui territorio cade anche il rione di Scampia), erano intenzionati a partire per Roma: "Comprendo il loro estremo dolore ma li ho convinti a desistere anche perché - ha detto Pisani - il corpo di Ciro potrebbe giungere a Napoli forse già in serata".

27 giugno 2014

Fonte: Ansa.it

Ciro ucciso da un colpo a bruciapelo

L’autopsia: il tifoso napoletano morto per un proiettile sparato al torace Estratto dalla schiena di Esposito l’ultimo frammento di pallottola.

Un unico colpo, un unico proiettile calibro 7,65 esploso da distanza ravvicinata mentre entrambi i protagonisti di questa vicenda surreale si trovavano in piedi a due passi del Ciak Village. Un’unica pallottola che ha colpito Ciro Esposito al torace, penetrando il polmone del tifoso napoletano prima di fermarsi sulla quinta vertebra della colonna. Ed è quel foro nel polmone ad avere reso pressoché impossibili le cure e gli interventi - una decina nel corso dei 52 giorni di agonia trascorsi da Esposito in ospedale dopo gli scontri di Tor di Quinto - che i medici del Gemelli hanno effettuato nel tentativo, vano, di salvare la vita all’operaio che era arrivato a Roma per vedere una semplice partita di pallone. Questo il risultato dell’esame autoptico effettuato ieri mattina al Verano da Costantino Ciallella, il medico legale della Sapienza incaricato dai pm Antonino Di Maio e Eugenio Albamonte. Ieri il medico legale ha estratto l’ultimo frammento di proiettile su cui i sanitari del Gemelli non erano potuti intervenire vista la posizione delicatissima in cui si era fermato. L’autopsia sul corpo del ragazzo è servita a rendere ancora più chiara la dinamica degli scontri rispetto al quadro indiziario già tratteggiato dalla Procura, confermando la circostanza che il tifoso del Napoli è stato colpito da distanza ravvicinata, da un colpo esploso presumibilmente dall’ex ultras della Roma ora indagato per il reato di omicidio volontario. Intanto gli inquirenti hanno acquisto il file audio registrato dai parenti della vittima durante uno dei suoi rari momenti di lucidità: file nel quale Esposito avrebbe identificato proprio in "Danielino" l’uomo che ha premuto il grilletto. "Ho registrato io la testimonianza di Ciro in ospedale, il 25 maggio, con un registratore perché all’interno dell’ospedale non era possibile fare riprese video, e anche nelle condizioni in cui stava, nonostante fosse intubato, si sente in modo chiaro, emerge ciò che vuole comunicare". La criminologa Angela Tibullo, consulente dei legali della famiglia Esposito, parlando del file audio messo a disposizione della Digos conferma come Ciro fosse "lucido e cosciente" nel ricordare la dinamica dei fatti, "mimava una pistola e si portava la mano al petto", e anche il volto del suo attentatore. "Durante la registrazione abbiamo mostrato a Ciro la foto segnaletica recente estratta dal fascicolo delle indagini - continua l’avvocato Damiano De Rosa - ha riconosciuto De Santis". Sul piano delle indagini, sempre gli avvocati di parte chiederanno "l’acquisizione del piano di sicurezza approntato per quel giorno dalla Questura e dalla Prefettura - aggiunge l’avvocato Pisani - evidentemente molte cose non hanno funzionato, le falle organizzative sono sotto gli occhi di tutti, ci chiediamo perché quel tragitto non fosse stato controllato prima e anche perché i soccorsi siano arrivati con tanto ritardo, vanno valutati eventuali profili colposi". Antonella, la mamma di Ciro, ieri straziata davanti all’obitorio, voleva solo riportare a casa suo figlio, il più presto possibile: "Ringraziamo il presidente della Repubblica per il telegramma di condoglianze che ci ha inviato e ci appelliamo alla sua umanità e a quella della magistratura affinché Ciro possa tornare a casa oggi". Così è stato. Una camicia bianca e "nessuna bandiera del Napoli, nella bara c’è solo un uomo perché Ciro non è morto per il Napoli - ha salutato il feretro don Mariano, cappellano del Cristo Re che in questi cinquantatré giorni di agonia non ha mai lasciato la famiglia - ma per aiutare persone in difficoltà". La famiglia Esposito ha lasciato Roma, lasciandosi alle spalle due tifosi, romanista e napoletano, che si stringevano la mano: "Volevo fare le condoglianze alla mamma di Ciro - ha spiegato il gesto Ermanno Antonini, storico ultrà della Roma - Conosco Daniele De Santis e se è stato lui a sparare è giusto che paghi. Un ragazzo non può morire per il calcio".

27 giugno 2014

Fonte: Iltempo.it

"De Santis quando sparò aveva i guanti"

di Giuseppe Scarpa

"De Santis quando ha sparato indossava un paio di guanti". Lo hanno visto, ci sono diversi testimoni che incastrano l'ultrà giallorosso accusato di aver ucciso a colpi di pistola il supporter partenopeo Ciro Esposito, lo scorso 3 maggio in via di Tor di Quinto prima della finale di coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. È una svolta per le indagini coordinate dai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio. Forse il pezzo più importante dell'inchiesta per accertare la responsabilità di Daniele De Santis. Anche perché a conferma delle testimonianze, ad oggi secretate, di alcune persone che hanno assistito agli scontri con "De Santis che sparava con indosso dei guanti" c'è anche l'esito positivo dello stub sulla mano sinistra dell'ultras, contrariamente all'esame eseguito sulla destra, che non aveva rivelato la presenza di tutte e tre le componenti richieste dall'accertamento - bario, antimonio e alluminio - dando solo una positività parziale. Nessuna impronta digitale è invece emersa sulla 7.65 che ha ucciso Ciro Esposito proprio perché, stando alle testimonianze, De Santis avrebbe portato dei guanti. Guanti di colore nero trovati accanto all'ultrà e non indossati nel momento in cui è stato poi caricato sull'ambulanza dopo il linciaggio da parte dei supporter del Napoli. Se sia stato un accorgimento o meno, quello di De Santis per non lasciare impronte digitali sull'arma è un fatto che non preoccupa ad oggi gli investigatori. Proprio perché le testimonianze appaiono coerenti tra di loro e puntuali nel riportare quei tragici momenti. Oltretutto i pm Albamonte e Di Maio hanno verificato che De Santis fosse solito indossare un paio di guanti, una vecchia abitudine del tifoso come risulta da tutti i vecchi video esaminati dalla Digos. Il 24 settembre arriveranno sulla scrivania del gip Giacomo Ebenr tutti gli accertamenti da lui richiesti, in sede di incidente probatorio, comprese le analisi sul guanto. Se queste dovessero riportare materiale biologico riconducibile a De Santis la procura avrebbe un'ulteriore prova contro l'ex tifoso romanista. "Abbiamo la conferma della grave responsabilità di De Santis che ha sparato - spiega l'avvocato della famiglia Esposito, Angelo Pisani - ma le indagini proseguono per capire le motivazioni del gesto criminale e gli altri colpevoli coinvolti". Vincenzo Esposito, lo zio di Ciro, sostiene che "il ritrovamento dei guanti e il lavoro di ricerca, che conferma che De Santis portasse i guanti anche in altre occasioni, costituisce un importante passo avanti nelle indagini".

22 agosto 2014

Fonte: La Repubblica

Ciro Esposito, in un video il dramma: lo sparo e i primi soccorsi

L'edizione online del Mattino di Napoli pubblica l'inedita testimonianza consegnata dalla famiglia Esposito agli inquirenti.

Milano - Lo sparo, il panico, un corpo a terra e i primi soccorsi. In un video shock una testimonianza inedita della tragedia di Ciro Esposito, il tifoso napoletano colpito a morte a Roma prima della finale di Coppa Italia 2013-2014 tra Napoli e Fiorentina. Il video - pubblicato dall'edizione online del quotidiano Il Mattino - è stato consegnato agli inquirenti della questura di Napoli dalla famiglia Esposito. Dura oltre due minuti e racconta il dramma di quei primi attimi terribili dopo lo sparo letale. È stato girato a Tor di Quinto da un tifoso a bordo di uno dei bus bloccati davanti al Ciak Village. Per Giovanni Esposito, papà del tifoso poi morto dopo una lunga agonia in ospedale, "si sente il colpo di pistola che colpisce Ciro".

3 settembre 2014

Fonte: Gazzetta.it

Morte Ciro Esposito, il Racis: "De Santis sparò dopo essere stato aggredito"

La perizia dei tecnici nominati dal gip svela gli attimi concitati vissuti dall'indagato prima del ferimento dei tifosi del Napoli: "Esplose i colpi con le mani sporche del suo sangue".

Milano - Si comincia a far chiarezza sul tragico pomeriggio del 3 maggio, quando Ciro Esposito, tifoso del Napoli, fu ferito da un colpo di arma da fuoco in uno scontro nei pressi di viale Tor di Quinto, morendo un mese e mezzo dopo (il 25 giugno) per le conseguenze di quello sparo. "Si ritiene che De Santis, sopraffatto dagli aggressori, ferito e sanguinante, con le mani sporche del suo stesso sangue abbia impugnato l'arma ed abbia esploso i quattro colpi ferendo i tifosi napoletani". È quanto scrivono i tecnici del Racis (raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche) nominati dal gip nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Ciro Esposito.

AGGRESSIONE - Gli atti, oltre seicento pagine, ricostruiscono le drammatiche fasi culminate nella sparatoria e nel ferimento di tre tifosi azzurri da parte dell'ex ultrà romanista che è accusato dalla Procura di omicidio volontario. De Santis viene raggiunto da un gruppo di tifosi partenopei dopo aver tentato di chiudere il cancello del vialetto che porta al circolo culturale Ciak, dove si trova la sua abitazione. "De Santis cade a terra - è detto nella perizia - viene aggredito e inizia a perdere abbondantemente sangue. Non si esclude che in questa fase sia stato utilizzato il coltello a serramanico per mano di uno dei tifosi partenopei. Dopo avvengono gli spari in rapida successione". Il contenuto della perizia sarà esaminato il 24 settembre prossimo davanti al gip Giacomo Ebner.

RICHIESTA - "Alla luce di quanto descritto dai periti ci sembra doveroso che le indagini della Procura siano volte anche a chiarire la dinamica di quello che a tutti gli effetti appare un tentativo di omicidio nei confronti del nostro assistito", hanno affermato gli avvocati Tommaso Politi e Michele D'Urso, difensori di Daniele De Santis, detto Gastone, commentando le conclusioni dei periti del Racis sui fatti del 3 maggio scorso. "Le conclusioni della perizia del Racis - affermano i due penalisti - vanno in direzione opposta a quanto inizialmente riportato dai media. La dinamica dei fatti che è stata ricostruita, infatti, risulta essere palesemente incompatibile con la tesi dell'agguato, soprattutto laddove si evidenzia che il De Santis ha subito una brutale aggressione già prima del momento degli spari, riportando, tra l'altro, diverse coltellate all'addome".

10 settembre 2014

Fonte: Gazzetta.it

Caso Ciro Esposito

"Polvere da sparo sui guanti di De Santis"

di Lorenzo D'albergo

Dalle analisi effettuate sugli abiti indossati da "Gastone" De Santis e sugli altri reperti rinvenuti davanti all'entrata del Ciak Village è stato possibile fare chiarezza anche sul numero di armi presenti in viale di Tor di Quinto. "A sparare - si legge nel referto che i periti hanno consegnato al gip Giacomo Ebner - è stata una sola pistola. I cinque bossoli recuperati e i proiettili estratti dai corpi dei feriti (tutti tifosi del Napoli, ndr) sono compatibili con l'arma" impugnata da "Gastone" De Santis. Oltre a un altro proiettile inesploso, gli esperti del Racis hanno individuato tracce di dna dell'ultrà giallorosso nel guanto che - ulteriore prova - gli apparterebbe. Sulla pistola, quindi, nessuna impronta digitale, ma solo tracce di sangue di De Santis e di Alfonso Esposito, altro giovane partenopeo ferito. Il documento arricchisce un fascicolo che, per l'uccisione di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto lo scorso 25 giugno al policlinico Gemelli, vede indagati cinque ultrà romanisti per omicidio volontario. Accanto a quello di Daniele De Santis, infatti, si trovano i nomi di altri quattro tifosi giallorossi. "Questa è una notizia liberatoria - commenta Antonella Leardi, la madre di Ciro Esposito - la giustizia sta facendo il suo corso". Nel frattempo, De Santis, che nella rappresaglia dei tifosi napoletani ha riportato gravi ferite alle gambe, si trova ancora ricoverato nel reparto bunker dell'ospedale Belcolle a Viterbo. "Le particelle di polvere da sparo trovate sui suoi indumenti sono state trovate anche su quelli di altri soggetti - spiega Tommaso Politi, avvocato dell'ultrà romanista - e ciò dimostra solo che era sul luogo dei fatti, il che non è mai stato contestato".

10 settembre 2014

Fonte: La Repubblica

Delitto Ciro Esposito polvere da sparo sui guanti dell'ultrà De Santis

Sui guanti indossati da Daniele De Santis, l'ultrà giallorosso accusato dell'omicidio del tifoso napoletano Ciro Esposito, sono state trovate "tracce univoche e compatibili con polvere da sparo". Lo scrivono gli specialisti del Racis, i carabinieri delle investigazioni scientifiche, che hanno consegnato ieri i risultati della perizia balistica al giudice per le indagini preliminari sui fatti avvenuti il 3 maggio scorso: quando, prima della finale di Coppa Italia, lo scontro tra tifosi lasciò a terra Daniele, poi morto dopo cinquanta giorni di agonia in un ospedale romano. I periti del Racis, dunque, nell'ambito dell'incidente probatorio, hanno effettuato le analisi su reperti trovati sul luogo della sparatoria e sugli indumenti indossati da De Santis. Secondo quanto accertato, a sparare "è stata una sola pistola". Per i periti, inoltre, "i cinque bossoli recuperati e i proiettili estratti dai corpi dei feriti (tutti tifosi del Napoli) sono compatibili con l'arma" che sarebbe stata utilizzata da De Santis. Anche "un proiettile inesploso, forse perché l'arma si era inceppata, presenta segni compatibili con la pistola". È un importante punto a favore dell'accusa, che viene accolto con sollievo dai legali della famiglia Esposito, Sergio e Angelo Pisani, e Damiano De Rosa. "Viene ormai definitivamente chiarito - scrivono gli avvocati - che è la mano di De Santis a impugnare la pistola che spara e uccide il povero Ciro. Nella perizia biologica è scritto a chiare lettere che "dalle tracce biologiche miste costituite da sangue ed altro materiale biologico, evidenziato sulle guanciole della pistola, sulla superficie posteriore, su grilletto e caricatore, sono stati estrapolati profili genetici multi allelici, riferibili a più soggetti, in cui appaiono nettamente maggioritari, e quindi chiaramente individuabili, dell'indagato De Santis".

10 settembre 2014

Fonte: La Repubblica

Morte Ciro Esposito, i periti: "De Santis sparò dopo essere stato ferito"

Sarà esaminato il 24 settembre prossimo davanti al gip Giacomo Ebner il contenuto della perizia balistica svolta dal Racis sulla sparatoria avvenuta il 3 maggio scorso in occasione della Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. Si tratta di un documento di oltre 600 pagine nelle quali ricostruendo i fatti gli esperti ipotizzano tra l'altro che "Daniele De Santis, sopraffatto dagli aggressori (gli ultrà partenopei ndr), ferito e sanguinante e con le mani sporche del suo stesso sangue, abbia impugnato la pistola ed esploso quattro colpi all'indirizzo dei tifosi napoletani". Nella perizia, tra l'altro, si scrive che il tifoso giallorosso venne raggiunto da un gruppo di supporter partenopei dopo aver tentato di chiudere il cancello del vialetto che porta al circolo culturale Ciak dove si trova la sua abitazione. De Santis, secondo quanto emerso dall'indagine tecnica, "cade a terra e viene aggredito. Comincia a perdere abbondante sangue e in seguito a questa circostanza non si esclude che per ferirlo sia stato utilizzato il coltello a serramanico da parte di uno dei tifosi partenopei. Dopo questo avvengono gli spari in successione rapida". "Alla luce di quanto descritto dai periti sembra doveroso che le indagini della Procura siano volte a chiarire la dinamica di quello che a tutti gli effetti appare un tentativo di omicidio nei confronti del nostro assistito", dicono gli avvocati Tommaso Politi e Michele D'Urso, difensori di Daniele De Santis. Secondo i due penalisti "le conclusioni della perizia vanno in direzione opposta a quanto inizialmente diffuso dai media. La dinamica dei fatti che è stata ricostruita risulta infatti essere palesemente incompatibile con le tesi dell'agguato, soprattutto laddove si evidenzia che De Santis ha subito una brutale aggressione già prima degli spari riportando tra l'altro diverse coltellate all'addome". Nella loro dichiarazione i difensori sottolineano che "i guanti di cui si è tanto parlato e scritto non sarebbero stati indossati da De Santis al momento dei fatti ma sarebbero stati solo investiti da particelle di polvere da sparo come altri reperti presenti sul luogo dei fatti e appartenenti agli indagati". Concludendo i due avvocati affermano: "Del resto abbiamo assistito in questi mesi a fughe di notizie incontrollate quanto distorte, a senso unico, tutto per affermare la colpevolezza del nostro assistito prima che si giunga la processo".

10 settembre 2014

Fonte: Adnkronos.com

Ciro Esposito, la perizia: "De Santis ha sparato quando era già a terra ferito"

Secondo gli investigatori, l'ultras romanista avrebbe tentato di sfuggire alla carica dei tifosi napoletani. Caduto a terra sarebbe stato aggredito, probabilmente con un coltello a serramanico, e in quel momento avrebbe esploso i colpi che hanno ucciso l'ultras partenopeo.

"Si ritiene che Daniele De Santis, sopraffatto dagli aggressori, ferito e sanguinante, con le mani sporche del suo stesso sangue, abbia impugnato l’arma ed abbia esploso i quattro colpi, ferendo i tifosi napoletani". Lo scrive la perizia del Racis, il raggruppamento di investigazione scientifica dei Carabinieri, ordinata dal gip riguardo all’inchiesta relativa all’omicidio di Ciro Esposito, il tifoso napoletano ucciso da un colpo di pistola nel prepartita della finale di Coppa Italia del 3 maggio tra Napoli e Fiorentina. Dagli ultimi accertamenti risulta che l’ultras romanista, nel tentativo di sfuggire alla carica del gruppo di tifosi napoletani, sia caduto e, già ferito, abbia esploso i colpi che hanno ucciso il 30enne sostenitore partenopeo. De Santis è accusato dalla Procura di Roma di omicidio volontario. Nel fascicolo relativo alle indagini si legge che il gruppo di ultras romanisti, tra cui si trovava De Santis, ha attaccato un pullman di tifosi del Napoli diretti allo stadio Olimpico di Roma. Quando i supporter giallorossi si sono accorti della reazione di un gruppo di sostenitori della squadra azzurra si sono dati alla fuga, ma De Santis, mentre cercava di chiudere il cancello del circolo Ciak che porta alla sua abitazione, a Tor di Quinto, è caduto e, si legge nel fascicolo, "viene aggredito e inizia a perdere abbondantemente sangue. Non si esclude che in questa fase sia stato utilizzato il coltello a serramanico per mano di uno dei tifosi partenopei". Tommaso Politi e Michele D’Urso, legali del tifoso romanista, hanno dichiarato che "sembra doveroso che le indagini della Procura siano volte anche a chiarire la dinamica di quello che a tutti gli effetti appare un tentativo di omicidio nei confronti del nostro assistito". Gli avvocati di Daniele "Gastone" De Santis sostengono l’incompatibilità della versione dell’attacco al pullman napoletano con le nuove rivelazioni degli investigatori: "La dinamica dei fatti che è stata ricostruita - dicono - risulta essere palesemente incompatibile con la tesi dell’agguato, soprattutto laddove si evidenzia che il De Santis ha subito una brutale aggressione già prima del momento degli spari". I due legali sostengono la tesi dell’aggressione da parte dei tifosi napoletani nei confronti del loro assistito che è stato ferito con "diverse coltellate all’addome".

10 settembre 2014

Fonte: Ilfattoquotidiano.it

Tifoso napoletano ucciso, l'ultima perizia: "De Santis sparò quando era già ferito"

Le indagini sulla morte di Ciro Esposito. I tecnici del Racis, esperti della scientifica dei Carabinieri, lo scrivono in un documento di oltre 600 pagine consegnato al gip del tribunale di Roma. I legali del tifoso romanista: tentativo di omicidio nei suoi confronti.

Il tifoso romanista Daniele De Santis avrebbe sparato quattro colpi di pistola contro i sostenitori del Napoli quando era già ferito. Lo sostengono i tecnici del Racis, gli esperti della scientifica dei Carabinieri, nella perizia disposta dal gip del tribunale di Roma, Giacomo Ebner, in merito all'uccisione di Ciro Esposito, morto a seguito degli incidenti avvenuti prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli in viale di Tor di Quinto il 3 maggio scorso. "Si ritiene che De Santis - scrivono i periti nel documento di oltre 600 pagine - sopraffatto dagli aggressori, ferito e sanguinante, con le mani sporche del suo stesso sangue abbia impugnato l'arma ed abbia esploso i quattro colpi ferendo i tifosi napoletani". Le seicento pagine e più ricostruiscono le drammatiche fasi culminate nella sparatoria e nel ferimento di tre tifosi azzurri da parte dell'ex ultrà romanista, che è accusato dalla Procura di omicidio volontario. De Santis viene raggiunto da un gruppo di supporter partenopei dopo aver tentato di chiudere il cancello del vialetto che porta al circolo culturale Ciak, dove si trova la sua abitazione. "Cade a terra - è scritto nella perizia - viene aggredito e inizia a perdere abbondantemente sangue. Non si esclude che in questa fase sia stato utilizzato il coltello a serramanico per mano di uno dei tifosi partenopei. Dopo avvengono gli spari in rapida successione". Immediato il commento dei legali del tifoso romanista: "Le conclusioni della perizia vanno in direzione opposta a quanto inizialmente riportato dai media. La dinamica dei fatti che è stata ricostruita risulta essere palesemente incompatibile con la tesi dell'agguato". "Alla luce di quanto descritto dai periti - sostengono - sembra doveroso che le indagini della procura siano volte anche a chiarire la dinamica di quello che a tutti gli effetti appare un tentativo di omicidio nei confronti del nostro assistito".

10 settembre 2014

Fonte: Roma.repubblica.it

L'INCHIESTA

"De Santis ha sparato prima di essere aggredito"

di Dario Del Porto

La versione dei familiari di Ciro Esposito dopo l'ultima perizia dei tecnici del Racis.

"Mi sembra illogico che sia stato aggredito a mani nude uno che aveva una pistola", dice Vincenzo, lo zio di Ciro Esposito. Le conclusioni del Racis dei carabinieri aggiungono nuovi tasselli alla ricostruzione dei fatti di Roma spargendo però altro sale sulle ferite che da quel 3 maggio tormentano familiari e amici del tifoso napoletano assassinato prima della finale di Coppa Italia. "Penso che sia una montatura, De Santis non è stato picchiato prima di sparare. Ci sono persone che hanno testimoniato", afferma Antonella Leardi, la mamma di Ciro, la donna che ha saputo affrontare la tragica morte del figlio con straordinaria dignità e civiltà. Nella ricostruzione dei carabinieri, l'ultrà romanista sotto inchiesta per omicidio volontario, Daniele De Santis detto Gastone, avrebbe dato il via agli scontri lanciando, come affermato dai testimoni, petardi e bombe carta all'indirizzo degli autobus che trasportavano i sostenitori napoletani.

11 settembre 2014

Fonte: La Repubblica

Daniele De Santis: la perizia sulla morte di Ciro Esposito

La perizia dei carabinieri cambia tutto nell’indagine su Daniele De Santis per la morte di Ciro Esposito. Rispetto a ricostruzioni e testimonianze, il divario è notevole perché spariscono sia i protagonisti dell’agguato sia le parole sulla posizione di Esposito (e degli altri che hanno colpito De Santis dopo il suo attacco - solitario ? - al pullman dei tifosi del Napoli) al momento dei fatti.

La ricostruzione dei carabinieri su Repubblica: La scena inizia con De Santis, impegnato a lanciare bombe carta e fumogeni contro i pullman dei tifosi partenopei. La reazione è scontata: un gruppo di napoletani, 20 o 30, inizia a inseguire "Gastone". La fuga dell’ultrà giallorosso è brevissima. Dopo aver tentato di chiudere il cancello del vialetto che porta al Ciak Village e alla polisportiva Boreale, il circolo dove si trova l’abitazione dell’ultrà giallorosso, "De Santis cade a terra viene aggredito e inizia a perdere abbondantemente sangue. Non si esclude che in questa fase sia stato utilizzato il coltello a serramanico per mano di uno dei tifosi partenopei. Dopo avvengono gli spari in rapida successione". Poi la pistola si inceppa. "In tale situazione concitata - scrivono ancora i periti - è probabile che gli aggressori abbiano anche tentato di afferrare l’arma, generando una resistenza sul carrello - otturatore della pistola (che, altra ipotesi, potrebbe essersi sporcata dopo essere caduta nella pozza di sangue dell’ultrà giallorosso, ndr)". I tecnici continuano e tentano di trovare una spiegazione ai contraddittori risultati dello stub effettuato subito dopo la sparatoria: "I corpi degli aggressori sarebbero stati molto vicini a quello di De Santis e non si esclude che possano aver schermato il deposito delle particelle dello sparo sulla felpa". Antonella Leardi, mamma di Esposito, contesta le risultanze della perizia (tirando in ballo tra l’altro gli avvocati di Gastone, che non hanno avuto un ruolo nella stessa): "È tutta una montatura, non possono provare nulla. De Santis non è stato picchiato prima di fare fuoco, non esiste. Sono sconvolta, ma capisco anche che i legali di "Gastone" stiano facendo il loro lavoro, stiano cercando di salvare il loro cliente". Anche il Corriere pubblica una ricostruzione dell’accaduto, con illustrazioni di Franco Portinara.

11 settembre 2014

Fonte: Nextquotidiano.it

Ciro, la nuova verità "Gastone massacrato prima di sparare"

di Lorenzo D'albergo

ROMA - Daniele De Santis a terra, steso in una pozza del suo stesso sangue tra le urla dei tifosi del Napoli. "Gastone" picchiato, massacrato a colpi di bastone, accoltellato, ma con ancora in corpo la forza per impugnare la semiautomatica e sparare all'impazzata contro i supporter partenopei. Questa è la fotografia che i periti del Racis, i tecnici della scientifica dei carabinieri, hanno consegnato al gip Giacomo Ebner in vista dell'incidente probatorio del 24 settembre. Un documento che, partendo dalla macchia di sangue trovata sulla pistola, ricostruisce a ritroso gli attimi del ferimento di Ciro Esposito, il 29enne di Scampia morto a Roma dopo essere stato colpito dai proiettili esplosi in viale di Tor di Quinto lo scorso 3 maggio, prima della finale di Coppa Italia. "Si ritiene che De Santis - scrivono i periti nelle oltre 600 pagine - sopraffatto dagli aggressori, ferito, con le mani sporche del suo stesso sangue abbia impugnato l'arma ed abbia esploso i quattro colpi ferendo i tifosi napoletani". E non è finita, perché nella ricostruzione degli scontri avvenuti prima di Napoli-Fiorentina spunta anche una lama. La scena inizia con De Santis, impegnato a lanciare bombe carta e fumogeni contro i pullman dei tifosi partenopei. La reazione è scontata: un gruppo di napoletani, 20 o 30, inizia a inseguire "Gastone". La fuga dell'ultrà giallorosso è brevissima. Dopo aver tentato di chiudere il cancello del vialetto che porta al Ciak Village e alla polisportiva Boreale, il circolo dove si trova l'abitazione dell'ultrà giallorosso, "De Santis cade a terra viene aggredito e inizia a perdere abbondantemente sangue. Non si esclude che in questa fase sia stato utilizzato il coltello a serramanico per mano di uno dei tifosi partenopei. Dopo avvengono gli spari in rapida successione". Poi la pistola si inceppa. "In tale situazione concitata - scrivono ancora i periti - è probabile che gli aggressori abbiano anche tentato di afferrare l'arma, generando una resistenza sul carrello-otturatore della pistola (che, altra ipotesi, potrebbe essersi sporcata dopo essere caduta nella pozza di sangue dell'ultrà giallorosso, ndr)". I tecnici continuano e tentano di trovare una spiegazione ai contraddittori risultati dello stub effettuato subito dopo la sparatoria: "I corpi degli aggressori sarebbero stati molto vicini a quello di De Santis e non si esclude che possano aver schermato il deposito delle particelle dello sparo sulla felpa". Stralci di una perizia che, se da una parte sembrano confermare che a fare fuoco sia stato solo e soltanto "Gastone", dall'altra potrebbero alleggerirne la posizione e permettere ai suoi difensori di premere con decisione sul tasto della legittima difesa. "Il nostro assistito - spiega l'avvocato Tommaso Politi, legale del tifoso della Roma - è stato ferito con un coltello a serramanico prima degli spari. Sulla lama sequestrata è stato trovato il sangue di De Santis". L'ultrà è ricoverato all'ospedale Belcolle di Viterbo e rischia ancora di perdere una gamba. "Dovrà essere rioperato - continua l'avvocato - ma ora si faccia luce sull'aggressione ai suoi danni. Si può parlare di tentato omicidio". Da Napoli controbatte l'avvocato della famiglia Esposito, Angelo Pisani: "Ci sono tracce del romanista sulla pistola. È stato lui a sparare prima dell'aggressione ed era con altre quattro persone. In ogni caso, i periti scrivono di un "ipotetico scenario". Non si può parlare di legittima difesa".

11 settembre 2014

Fonte: La Repubblica

Nuova perizia da Viterbo: "De Santis fu accoltellato"

Il referto dell'ospedale Belcolle dove è ricoverato l'uomo accusato di aver sparato a Ciro Esposito certifica i colpi all'addome ricevuti dall'ultrà della Roma. Il particolare emerge per la prima volta negli atti dell'inchiesta.

Milano - Daniele De Santis, l'ultrà accusato di avere sparato a Ciro Esposito, fu accoltellato. È quanto si legge nel referto stilato dai medici del reparto protetto dell'ospedale Belcolle di Viterbo dove attualmente è ricoverato. Il particolare è la prima volta che emerge negli atti dell'inchiesta e verrà acquisito dalla Procura. Nuova versione - Le cartelle cliniche potrebbero fornire risposte importanti per ricostruire la dinamica dei fatti del prepartita della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina del 3 maggio scorso: secondo una perizia del Racis, De Santis sparò contro i supporter azzurri dopo essere stato "sopraffatto dagli aggressori". Ora dai referti dell'ospedale di Viterbo emergerebbe anche che l'ultrà romanista sarebbe stato accoltellato all'addome. Quest'ultimo particolare non sarebbe stato messo a referto quando De Santis venne portato d'urgenza al pronto soccorso del Policlinico Gemelli mentre, in base a quanto si apprende, le ferite da arma da taglio sarebbero state poi riscontrate dai medici del Belcolle di Viterbo.

15 settembre 2014

Fonte: Gazzetta dello Sport

Coppa Italia, i medici di Viterbo: "De Santis fu accoltellato"

La circostanza emerge per la prima volta. Le ferite infatti non vennero refertate al momento del ricovero d'urgenza al Gemelli subito dopo gli incidenti, costati la vita a Ciro Esposito, dello scorso tre maggio allo stadio Olimpico di Roma prima della finale tra Napoli e Fiorentina.

Daniele De Santis, l'ultrà giallorosso accusato di aver sparato a Ciro Esposito, fu accoltellato. È quanto si legge nel referto stilato dai medici del reparto protetto dell'ospedale Belcolle di Viterbo dove attualmente il 48enne romano è ricoverato in attesa di essere nuovamente operato ad una gamba. Le ferite da arma da taglio, alcune all'addome, non sarebbero state refertate quando De Santis venne portato d'urgenza al pronto soccorso del Policlinico Gemelli ma riscontrate solo successivamente dai medici viterbesi. È infatti la prima volta che questo particolare emerge negli atti dell'inchiesta e verrà ora acquisito, assieme a tutte le cartelle cliniche, dalla Procura. Il dettaglio non sarebbe contenuto infatti nemmeno nella perizia depositata pochi giorni fa dal Racis che, nel ricostruire la dinamica degli incidenti scoppiati il 3 maggio scorso vicino allo stadio Olimpico di Roma prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina e sfociati nel ferimento a colpi di pistola del tifoso partenopeo Ciro Esposito, morto dopo quasi due mesi di agonia al Gemelli, raccontava di un'aggressione ai danni di De Santis, accusato di omicidio volontario, poco prima dello sparo. Sul cappello del 29enne di Scampia era stata anche ritrovata una traccia di sangue dell'ultrà giallorosso che indicherebbe "che tra i due deve essere avvenuta un'interazione fisica". E l'informazione era servita ai periti per ricostruire quanto sarebbe accaduto in viale Tor Di Quinto: De Santis dopo aver lanciato dei fumogeni contro i pullman dei tifosi napoletani appena giunti a Roma, sarebbe stato rincorso da alcuni supporter partenopei, che lo avrebbero raggiunto e ferito. A quel punto, secondo la ricostruzione, avrebbe fatto fuoco con la pistola. "Il punto di partenza della perizia è che il nostro assistito - spiega il penalista Tommaso Politi che assieme a Michele D'Urso rappresenta De Santis - ha subito lesioni prima degli spari. È stato aggredito ed è scappato ma l'aggressione è continuata con diversi corpi contundenti. Le ferite erano visibili fin dall'inizio quando l'abbiamo incontrato, quattro lesioni lacerocontuse chiaramente riconducibili ad un accoltellamento. Lo abbiamo comunicato noi ai periti che non ne erano a conoscenza". Nei documenti in possesso degli avvocati Michele D'Urso e Tommaso Politi si parla di quattro coltellate, almeno due all'addome. Un solo coltello a serramanico era stato trovato e repertato nell'imminenza dei fatti, ma si ipotizza che nella rissa ne sia stato usato anche un altro. Gli avvocati parlano inoltre di una grossa e profonda cicatrice sulla fronte del 48enne, che avrebbe la forma del manico di una pistola. L'indagine del pm Albamonte dovrebbe completarsi entro il 24 settembre giorno in cui davanti al giudice dell'indagine preliminare Giacomo Ebner sarà discussa la perizia sui fatti del 3 maggio.

15 settembre 2014

Fonte: Repubblica.it

Sulla pistola di De Santis le impronte del tifoso che lo ha disarmato

di Francesco Salvatore

La pistola utilizzata da Daniele De Santis, durante gli scontri prima della finale di Coppa Italia dello scorso 3 maggio, sarebbe stata impugnata per la canna da un tifoso del Napoli per sottrarla a "Gastone" che era pronto a sparare. La circostanza è stata ribadita ieri pomeriggio, nell'udienza in cui si è tenuto l'incidente probatorio, dal consulente balistico del Racis dei Carabinieri incaricato di ricostruire i drammatici momenti di quel pomeriggio a Tor di Quinto, sfociati nella morte del 29 di Scampia Ciro Esposito. Il tifoso che avrebbe impugnato l'arma secondo la ricostruzione fornita dalla perizia sarebbe Alfonso Esposito, uno degli indagati che presero parte alla rissa: "È verosimile ritenere che in una qualche fase della dinamica delittuosa Alfonso Esposito abbia toccato la parte anteriore dell'arma - scrivono i tecnici del Racis - tale ipotesi è avvalorata dalla presenza dell'unica ferita patita da Alfonso Esposito, una ferita di striscio da colpo d'arma da fuoco al primo dito della mano destra". Secondo la ricostruzione fatta in aula dai periti il tentativo di "bloccaggio" della Beretta avrebbe contribuito all'inceppamento del carrello otturatore dell'arma da fuoco, che non è andato perfettamente in chiusura e ha portato l'arma a fare cilecca: una cartuccia, infatti, è stata ritrovata intatta accanto agli altri quattro bossoli esplosi. Gli altri quattro colpi, invece, sono andati a segno: uno nel fianco di Ciro Esposito, un altro sulle dita di Alfonso Esposito e gli ultimi due nel braccio di Gennaro Fioretti, altro indagato fra i tifosi napoletani per rissa. Secondo la procura, l'intervento di Alfonso Esposito sulla pistola impugnata da De Santis, difeso dagli avvocati Tommaso Politi e Michele D'Urso, sarebbe avvenuto dopo i primi quattro spari. Mentre l'incidente probatorio continuerà il prossimo 13 ottobre, l'ultrà della Roma, Daniele de Santis, accusato dell'omicidio di Ciro Esposito, sarà interrogato dai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio il prossimo 9 ottobre nell'ospedale Belcolle di Viterbo, dove si trova ancora ricoverato per le ferite riportate nel pestaggio dei tifosi napoletani. "Gastone" non ha mai fornito una sua versione dei fatti limitandosi, nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia, ad avvalersi della facoltà di non rispondere.

4 ottobre 2014

Fonte: La Repubblica

Ciro Esposito, gli esami choc:

"Se fosse sopravvissuto, sarebbe rimasto paralizzato"

Se si fosse salvato avrebbe comunque rischiato di rimanere paralizzato Ciro Esposito, il tifoso napoletano ferito il 3 maggio scorso poche ore prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli e morto dopo 53 giorni in ospedale. Lo ha accertato il medico legale Costantino Ciallella nel quadro di esami svolti per fornire agli inquirenti dati certi sulla situazione clinica delle persone rimaste coinvolte nella sparatoria. Il proiettile che colpì Esposito, sono le conclusioni del medico legale consegnate ai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, dopo essersi conficcato in un polmone provocò una lesione della colonna vertebrale. Circostanza che avrebbe potuto provocare una paralisi. La morte del tifoso azzurro, spiega Ciallella, è scaturita dalle complicanze e dagli esiti infettivi derivati dal ferimento. Conseguenze permanenti al piede sinistro ci saranno per Daniele De Santis, l'ex ultrà romanista accusato di aver fatto fuoco sui napoletani. Il medico legale afferma che la prognosi nei confronti di "Gastone" è tuttora in corso. Riscontrate sull'ex ultrà giallorosso una cicatrice sulla fronte, forse scaturita da un colpo con il calcio della pistola che gli sarebbe stata sottratta da uno dei napoletani. Per gli altri due tifosi azzurri rimasti feriti, Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, Ciallella sostiene che hanno riportato feriti guaribili rispettivamente in 58 e 10 giorni. L'inchiesta giudiziaria è ora alle battute finali: a breve ci sarà la notifica degli avvisi di chiusura a De Santis, accusato di omicidio, e dei due napoletani rimasti feriti.

18 marzo 2015

Fonte: Leggo.it

L’INCHIESTA

Morte Ciro Esposito, spunta l’audio: "Mi hanno aggredito in più persone"

di Antonio Scolamiero

In una conversazione registrata con la criminologa Tibullo il tifoso napoletano, mentre era ricoverato in ospedale, ricostruisce le fasi della sparatoria con gli ultrà e romani.

NAPOLI - Dopo mesi e mesi di voci che si sono rincorse, di colpo di scena nell’inchiesta sulla sua morte, ecco un audio in cui Ciro Esposito, il tifoso ferito mortalmente prima della finale di coppa Italia dall’ultrà della Roma Daniele De Santis parla. Sì, proprio la voce, flebile e spossata del ragazzo che viene registrata dalla mamma Antonella Leardi e dalla criminologa Angela Tibullo (registrazione trasmessa per la prima volta grazie a Bruno Sokolowicz di Gr Rai che ne ha capito l’importanza e l’ha consegnata agli avvocati). In alcuni tratti non si comprendono bene le parole del ragazzo, troppo provato delle ferite d’arma da fuoco provocategli da Gastone. Ecco uno spaccato della registrazione:

Policlinico Gemelli: Testimonianza di Ciro Esposito alla Criminologa Tibullo

Tibullo: "Perché ti trovi qua ?". Ciro: "Perché mi hanno sparato".

Tibullo: "Quando ?". Ciro: "Quando sono andato a vedere la partita".

Tibullo: "Ma tu lo avevi il biglietto per andare allo stadio, dove l’avevi comprato ?". Ciro: "Dove abito io".

Tibullo: "E tu dove abiti?". Ciro: "A Napoli".

Tibullo: "Senti Ciro, ti ricordi fisicamente questa persona vestita di nero, un po’ ciccione ?". Ciro: "Era più di una persona…".

Tibullo: "Ti ricordi com’erano vestite ?". Ciro: "Coi caschi".

Tibullo: "Ma tutti o alcuni sì e alcuni no ? … Mi dici sì per dire che c’era qualcuno che non ce l’aveva ? … ok".

Tibullo: "E poi che ha fatto questo ti ha dato due schiaffi ?". Ciro: "Mi ha sparato".

Tibullo: "Perché’ ti ha sparato, Ciro ?". Ciro: "..."

A questo punto della conversazione straziante, fatta con un telefonino, Ciro risponde, ma non si comprende bene cosa dica, e allora la criminologa traduce.

Tibullo: "Hai incontrato questo che non stava bene con la testa, ha preso la pistola e ha sparato… Ma questo che ti ha sparato ha preso così la pistola e ti ha sparato o stavate urlando o è caduto ? Era a terra, era alzato ?".

E Ciro risponde: "In piedi e a terra".

Ancora domande della Tibullo: "Quindi sei partito, sei arrivato a Roma, ti stavi incamminando per andare a vedere ‘sto Napoli e uno è arrivato e ti ha sparato… Ed erano tanti, giusto ? E avevano i caschi tranne uno, mi hai detto ? Ma questo qua la pistola da dove l’ha presa ? Da qua ? Ok. Ma l’hai sentito parlare ?".

E l’ultima risposta di Ciro Esposito è chiara: "Aveva l’accento del Lazio".

25 marzo 2015

Fonte: Corrieredelmezzogiorno.corriere.it

Ciro Esposito, il racconto prima di morire:

"Erano più di uno e avevano i caschi"

Secondo un audio diffuso dal Giornale Radio Rai, il tifoso napoletano ferito a colpi di pistola nel prepartita della finale di Coppa Italia lo scorso 3 maggio "risponde alle domande di un perito consulente della famiglia" dal suo letto d'ospedale dove è deceduto il 25 giugno. Il 23 marzo la procura di Roma ha notificato l'avviso di chiusura indagini a Massimo De Santis, l'ultrà romanista indagato per l'omicidio.

"Erano più di uno ed avevano i caschi", raccontava intubato e sofferente Ciro Esposito dal suo letto d’ospedale durante uno dei sui lunghi 53 giorni di agonia. Secondo quanto emerge da una registrazione audio diffusa dal Giornale Radio Rai, il giovane tifoso napoletano ferito con colpi di pistola nel prepartita della finale di Coppa Italia lo scorso 3 maggio "risponde - rende noto il Giornale Radio - alle domande di un perito consulente della famiglia. Perché ti trovi qua, gli viene chiesto ? "Mi hanno sparato" risponde il ragazzo che spiega: "Stavo andando a vedere la partita, il biglietto lo avevo comprato dove abito io, a Napoli". Esposito è nel suo letto nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Gemelli dove era ricoverato e dove è deceduto il 25 giugno. Con la voce fioca, ricorda che gli aggressori "Erano più di uno". E dice: "avevano i caschi". Perché ti ha sparato gli chiede il perito ? "Era fuori di testa". Ed ancora: "Stava in piedi e poi a terra e parlava con accento romano". Il 23 marzo la procura di Roma ha chiuso le indagini sul ferimento mortale, avvenuto a poche ore dal calcio d’inizio della finale di coppa Italia, tra Fiorentina e Napoli. L’avviso di chiusura indagini è stato notificato a Daniele De Santis, il tifoso romanista accusato di aver fatto fuoco in direzione del rivale partenopeo, morto 53 giorni dopo in ospedale. De Santis, per indagato per l’omicidio di Ciro, è sotto accusa anche per porto abusivo di armi e per il tentato omicidio di Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, a loro volta accusati di rissa aggravata nell’ambito dello stesso procedimento. Stralciate invece le posizioni di altri quattro soggetti che, stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, assalì il bus dei tifosi napoletani a pochi passi dal luogo degli scontri. "La chiusura delle indagini preliminari dell’inchiesta per l’omicidio di Ciro Esposito è un passo importante e determinante per lo sviluppo della vicenda e per assicurare giustizia alla famiglia dell’eroico tifoso azzurro, alla città di Napoli ed allo sport del calcio". È quanto affermano, in una nota, gli avvocati napoletani Angelo e Sergio Pisani e Damiano De Rosa, "soprattutto in considerazione del fatto che la Procura ha riconosciuto la configurabilità dell’omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi a carico di De Santis". "Era quello che ci aspettavamo, l’orientamento della Procura di Roma è sempre stato questo ma è importante che sia stato riconosciuto che Daniele De Santis è stato oggetto, a sua volta, di una aggressione brutale". È quanto afferma l’avvocato Tommaso Politi, difensore di "Gastone", l’ultrà della Roma accusato dell’omicidio di Esposito. "Faremo chiarezza al processo - conclude Politi - ma va messo in risalto come la Procura abbia riconosciuto che in quelle fasi drammatiche il mio assistito è stato raggiunto da alcune coltellate come da noi detto fin dal primo momento al punto che oggi vengono contestate lesioni personali permanenti". I fatti avvennero nella zona di viale Tor di Quinto, non lontano dallo stadio Olimpico. Secondo i Ris che hanno svolto una maxi perizia, De Santis fece fuoco in direzione dei tifosi del Napoli dopo essere stato raggiunto da alcune coltellate all’addome, "sopraffatto dagli aggressori", scrivono i periti. De Santis pochi minuti prima aveva compiuto una sorta di blitz, assieme ad altre quattro persone con indosso caschi integrali (la cui posizione è stata stralciata), lanciando fumogeni contro alcuni pullman con a bordo sostenitori del Napoli. Il colpo partì dalla pistola di De Santis nel corso della rissa scoppiata nel viottolo di accesso al Ciak Village dove Gastone viveva in quanto custode. Il proiettile penetrò il polmone di Esposito per andarsi a conficcare nella colonna vertebrale. Lesioni che apparvero subito gravissime al punto che, come conferma il medico legale Costantino Ciallella che ha svolto una consulenza per la Procura, se Ciro si fosse salvato avrebbe comunque rischiato di rimanere paralizzato. Dal canto suo De Santis, nel corso della violenta rissa, rimase gravemente ferito al piede sinistro.

25 marzo 2015

Fonte: Ilfattoquotidiano.it

Ciro Esposito prima di morire: ecco chi ha sparato, io aggredito da più persone

di Giuseppe Crimaldi

Per la difesa è una prova incontrovertibile e inconfutabile. Un punto fermo capace di far diradare le molte nebbie che ancora avvolgono il caso: un duro atto d'accusa nei confronti di chi - peraltro reo confesso - premette il grilletto di una pistola togliendo la vita a un giovane innocente partito alla volta della Capitale per andare a vedere una partita di pallone. A guardare il video registrato con un telefonino al capezzale di Ciro Esposito - ancora lucido e ricoverato in ospedale a Roma, prima di entrare nel coma che lo avrebbe portato alla morte per il colpo di pistola esploso dall'ultrà romanista Daniele De Santis - anche gli ultimi dubbi si dissolvono. Nel file che ascoltate qui c'è la registrazione che riproduce la voce di Ciro Esposito - il tifoso del Napoli colpito da un proiettile esploso dalla pistola di Daniele De Santis all'esterno del circolo "Ciak" di Tor di Quinto - che riconosce in una foto l'immagine dell'uomo che gli ha sparato. Quell'uomo si chiama Daniele De Santis, e fino a undici mesi fa era uno dei tanti "padroni" che comandano il tifo violento in Italia. È un documento inedito. Finora era rimasto agli atti, nel fascicolo dei sostituti procuratori titolari dell'inchiesta, i pubblici ministeri Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio. Abbiamo ascoltato quel file audio. Fu registrato due settimane prima che il povero Ciro perdesse conoscenza, per avviarsi verso quel coma irreversibile che lo avrebbe portato alla morte. E le sue parole sono inequivocabili. Di quelle dichiarazioni forniamo adesso una sintesi. "Ciro, che è successo, chi è stato a farti questo ?", gli chiede la mamma. E lui risponde: "C'era tanta gente, ci stavano i bambini e tutti erano in pericolo. Sono intervenuto per difenderli dalle bombe carta che lanciavano contro un pullman carico di famiglie, erano napoletani e stavano andando allo stadio. Poi ho visto il "chiattone"...". Il "chiattone", cioè il grassone. Chi era questa persona indicata da Ciro Esposito ? Accanto alla madre del giovane, nella corsia di ospedale dove il ragazzo di Scampia resta ricoverato in condizioni gravi, c'è anche la dottoressa Angela Tibullo, nominata consulente per la parte civile dai legali che assistono Ciro, gli avvocati Angelo e Sergio Pisani. In quei giorni su tutti i quotidiani e i rotocalchi nazionali tiene banco la notizia dell'assurda serata di violenza a Tor di Quinto: qui, a due passi dallo stadio Olimpico di Roma, è andata in scena l'ultima follia di un calcio malato. Un raid in piena regola. Una vera e propria aggressione contro alcuni tifosi del Napoli arrivati a Roma per assistere alla finale della partita di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. E allora la mamma e la consulente trovano il coraggio di mostrare a Ciro, che da quel letto di ospedale non si è mai alzato, né mai più riuscirà a farlo, una fotografia. È l'immagine di un giornale che ritrae Daniele De Santis, detto "Gastone" (nomignolo - sostengono i bene informati - attribuitogli dalle consorterie che frequentava per attribuirgli una prodigiosa fortuna nell'essere riuscito sempre a farla franca quando si trattava di vedersela con la legge). Ciro Esposito, in perfetta lucidità, osserva quella fotografia e risponde senza mostrare alcun dubbio: "Sì, è lui".

25 marzo 2015

Fonte: Ilmessaggero.it

© Fotografia: Gazzetta.it
 
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