Omicidio Ciro Esposito.
Chiesti i domiciliari per
"Gastone"
La Corte d’Appello di
Roma aveva dimezzato la sua
condanna da 26 a 16 anni, per
l’omicidio di Ciro Esposito. Ma
ora, per Daniele De Santis,
meglio conosciuto come
"Gastone", si prospetta la
possibilità della scarcerazione,
vista la richiesta dei suoi
legali dei domiciliari.
L’istanza è stata presentata
alla Corte d’Assise di Roma e
potrebbe avere una risposta già
tra una decina di giorni.
De Santis, ultrà della
Roma, vicino ad ambienti
neofascisti, è accusato (e
condannato) di aver ucciso con
un colpo di pistola il giovane
Ciro Esposito, tifoso del Napoli
di Scampia, a poche ore dal
fischio d’inizio della finale di
Coppa Italia 2015 tra Napoli e
Fiorentina. I legali di
"Gastone" (Politi e Terracina)
hanno avanzato la richiesta dei
domiciliari perché il loro
assistito non è in grado "di
restare in carcere" per una
forma di osteomielite. "Il De
Santis - dicono i legali - è
affetto da una grave forma di
osteomielite all’arto inferiore
destro sin dal 2015, è stato
sottoposto a numerosi interventi
chirurgici per scongiurare
l’amputazione dell’arto". In
data 1 agosto 2018, spiegano
ancora, il professor Vincenzo De
Santis del Policlinico Gemelli
di Roma aveva programmato
un’operazione di "artrodesi
tibiotarsica destra con innesto
autologo da perone", necessaria
per le condizioni di salute del
detenuto. La buona riuscita
dell’intervento è legata allo
svolgimento di una lunga
fisioterapia e che il De Santis
sta già svolgendo nel carcere di
Velletri, dove è stato
trasferito a fine agosto scorso
(da Regina Coeli). "Non vogliamo
la tortura di nessuno, ma la
richiesta non è condivisibile",
tuona il legale della famiglia
Esposito, Angelo Pisani che
annuncia: "abbiamo chiesto anche
noi al Magistrato di valutare se
ci sono le condizioni cliniche
attraverso una c.t.u (consulenza
tecnica)".
11 settembre 2018
Fonte: Farodiroma.it
© Fotografia:
Ciro Esposito,
Cassazione conferma condanna a
16 anni per De Santis
È stata appena
confermata dalla Cassazione la
condanna a 16 anni di reclusione
nei confronti dell'ultrà
romanista Daniele De Santis
colpevole dell'omicidio di Ciro
Esposito, il giovane napoletano
ucciso a Roma poco prima della
finale di Coppa Italia tra
Fiorentina-Napoli del maggio
2014. La Suprema Corte ha
infatti respinto il ricorso di
De Santis contro il verdetto di
appello che gli aveva già
ridotto la condanna da 26 a 16
anni di carcere.
LA MAMMA DI CIRO -
"Volevo la verità, e l'ho avuta:
non mi interessa quanti anni si
fa De Santis ma solo che siano
state definite le sue
responsabilità": così Antonella
Leardi, mamma di Ciro Esposito,
ha commentato il verdetto della
Cassazione. La donna stamani è
stata presente in Cassazione
all'udienza davanti alla Prima
sezione penale e dopo avere
ascoltato le arringhe degli
avvocati di parte civile, Angelo
e Sergio Pisani, è uscita quanto
ha preso la parola la difesa di
De Santis. Antonella Leardi ha
fatto ritorno a Napoli, nel
quartiere di Scampia dove ci
sono gli altri due fratelli di
Ciro.
I LEGALI, NEGATA TESI
LEGITTIMA DIFESA - "Siamo
soddisfatti della decisione
della Cassazione che non ha
accolto il tentativo della
difesa di Daniele De Santis di
far passare la tesi che
l'omicidio di Ciro Esposito
fosse un caso di legittima
difesa". Lo hanno sottolineato
gli avvocati Angelo e Sergio
Pisani che hanno rappresentato
in Cassazione i famigliari di
Ciro Esposito. "Chiaramente non
siamo soddisfatti della
riduzione di pena che è stata
concessa a De Santis in appello,
è che è troppo lieve in
relazione a una vicenda così
grave, ma la pena al ribasso non
è una colpa della Cassazione
perché è stata decisa dalla
Corte d'Assise. È importante che
sia stato riconosciuto che De
Santis era consapevole del fatto
che sparando poteva uccidere,
cosa che purtroppo è avvenuta",
hanno sottolineato i due legali
commentando il verdetto della
Suprema Corte.
ECCO COSA ERA ACCADUTO -
L'innesco degli scontri è il
tentativo di alcuni tifosi
romanisti di intercettare gli
ultras napoletani di passaggio
in viale Tor di Quinto, nei
pressi dell'Olimpico. Ma non si
tratta di tifosi comuni. Uno di
loro è Daniele De Santis,
vecchia conoscenza giallorossa.
Fu lui nel 2004, assieme agli
altri 6 compagni, a entrare in
campo durante il derby
fermandosi accanto a Francesco
Totti e all'arbitro per
convincerli a sospendere
l'incontro per la presunta morte
di un bambino investito da un
furgone della polizia, notizia
palesemente falsa, veicolata da
ambienti ultras. Ieri pomeriggio
poco prima dell'incontro per la
finale di Coppa Italia tra
Fiorentina e Napoli, De Santis
assieme a un altro ultras si
trovava al Ciak Village, il
centro sportivo dove lavora come
custode proprio De Santis,
centro che ospitò il raduno di
tutte le tifoserie italiane che
si opponevano all'adozione della
tessera del tifoso. Ed è qui che
è scoppiato il finimondo.
L'amico di De Santis, un ultras
legato alla tifoseria di destra
romanista, è stato riconosciuto
dai tifosi partenopei in
transito davanti al parco.
TROPPI TATUAGGI -
"Spqr", il tatuaggio spicca
sulle nocche delle dita del
romanista che passa a fianco dei
tifosi napoletani. Lui gonfia i
muscoli, credendo probabilmente
di passare inosservato, o forse
di essere garantito dalla
copertura di altri compagni. Ma
non è così. Quando i rivali lo
riconoscono, lo inseguono. Lui
cerca di difendersi, ma in pochi
secondi viene gettato a terra e
preso a calci. I muscoli non
bastano di fronte alla furia
cieca del branco. "Adesso vi
facciamo fuori", l'urlo che si
leva dalla folla. A quel punto
entra in gioco De Santis.
Sarebbe stato lui, secondo le
prime ricostruzioni degli
investigatori, a tirare fuori
una pistola e a sparare. Ci
sarebbero anche dei testimoni.
Anche se il tifoso nega tutto.
Sette colpi partiti da una
semiautomatica verso i
napoletani, a questo punto, in
fuga. Almeno due ultras vengono
colpiti dai proiettili. Altri si
gettano su De Santis e lo
pestano di botte. Interviene la
polizia presa alla sprovvista. I
primi agenti vengono sopraffatti
dalla massa di tifosi
inferociti. Sono attimi di
terrore. I colpi di pistola
sparati durante la lite
rimbombano e vengono
riconosciuti subito da alcuni
poliziotti. Volano i manganelli,
scoppiano le bombe carta
lanciate dai tifosi partenopei
in fuga. Una di queste è stata
confezionata con chiodi e
metallo. A farne le spese è un
ultrà napoletano che viene
colpito in pieno torace da un
colpo di pistola e finisce a
Villa San Pietro (morirà pochi
giorni dopo). Si chiama Ciro
Esposito e ha appena 25 anni. Un
altro, Alfonso Esposito, 43
anni, viene ferito a una mano. I
colpi d'arma da fuoco, invece,
feriscono Gennaro Fioretti, un
tifoso napoletano, che viene
ricoverato al Santo Spirito con
una ferita alla mano, trapassata
da un proiettile, e un colpo al
braccio. In viale Tor di Quinto
restano a terra in cinque,
compresi i due ultras romanisti.
Gli investigatori prestano i
primi soccorsi e fanno scattare
le manette. La pistola viene
recuperata poco distante. È una
semiautomatica calibro 7,65 con
matricola abrasa. La scientifica
la recupera assieme ai bossoli:
le impronte digitali saranno
indispensabili. Dall'ospedale
parla uno dei partenopei feriti:
"È stato un agguato, ci
aspettavano".
25 settembre 2018
Fonte: Ilmessaggero.it
CASSAZIONE
Roma, morte Ciro
Esposito: definitiva la condanna
a 16 anni per De Santis
I giudici della Suprema
Corte hanno confermato la
condanna dell’ex ultrà romanista
colpevole dell’omicidio del
giovane tifoso del Napoli
rimasto ferito poco prima della
finale di Coppa Italia
all’Olimpico. La madre: "Volevo
la verità e l’ho avuta".
La Cassazione ha reso
definitiva la condanna a 16 anni
di reclusione nei confronti
dell’ex ultrà romanista Daniele
De Santis colpevole
dell’omicidio di Ciro Esposito,
il giovane napoletano ucciso a
Roma poco prima della finale di
Coppa Italia tra
Fiorentina-Napoli del maggio
2014. La Suprema Corte ha
infatti respinto il ricorso di
De Santis contro il verdetto di
appello che gli aveva già
ridotto la condanna da 26 a 16
anni di carcere. "Volevo la
verità, e l’ho avuta: non mi
interessa quanti anni si fa De
Santis ma solo che siano state
definite le sue responsabilità":
così Antonella Leardi, mamma di
Ciro Esposito, ha commentato il
verdetto della Cassazione. La
mamma di Ciro era presente in
Cassazione all’udienza davanti
alla Prima sezione penale e dopo
avere ascoltato le arringhe
degli avvocati di parte civile,
Angelo e Sergio Pisani, è uscita
quanto ha preso la parola la
difesa di De Santis. Antonella
Leardi ha fatto ritorno a
Napoli, nel quartiere di Scampia
dove ci sono gli altri due
fratelli di Ciro. Il giovane, il
tifoso del Napoli, è rimasto
ferito il 3 maggio 2014 alla
vigilia della finale di Coppa
Italia nel corso di incidenti
scoppiati a Tor di Quinto e
morto all’ospedale Gemelli dopo
53 giorni di agonia.
"Non ci saranno altri
sconti di pena" - È stato Angelo
Pisani, legale di parte civile
della famiglia di Ciro Esposito,
a comunicare per telefono il
verdetto della Corte alla mamma
di Ciro Esposito, la quale è
scoppiata in lacrime.
"Finalmente giustizia" ha detto
l’avvocato. "Ora c’è la certezza
che non ci saranno altri sconti
di pena per chi ha compiuto un
crimine ingiustificato che ha
colpito non solo la famiglia
Esposito - osserva l’avvocato -
ma anche l’intera città di
Napoli e il mondo del calcio. È
importante - conclude - che
questa pena venga scontata in
carcere senza nessun vantaggio".
Negata la tesi della
legittima difesa - "Siamo
soddisfatti della decisione
della Cassazione che non ha
accolto il tentativo della
difesa di Daniele De Santis di
far passare la tesi che
l’omicidio di Ciro Esposito
fosse un caso di legittima
difesa". Lo hanno sottolineato
gli avvocati Angelo e Sergio
Pisani che hanno rappresentato
in Cassazione i famigliari di
Ciro Esposito, il giovane tifoso
del Napoli ucciso a Roma nel
maggio 2014 da un colpo di
pistola sparato dall’ultrà
romanista Daniele De Santis.
"Chiaramente non siamo
soddisfatti della riduzione di
pena che è stata concessa a De
Santis in appello, è che è
troppo lieve in relazione a una
vicenda così grave, ma la pena
al ribasso non è una colpa della
Cassazione perché è stata decisa
dalla Corte d’Assise. È
importante che sia stato
riconosciuto che De Santis era
consapevole del fatto che
sparando poteva uccidere, cosa
che purtroppo è avvenuta", hanno
sottolineato i due legali
commentando il verdetto della
Suprema Corte.
25 settembre 2018
Fonte: Roma.corriere.it
Morte di Ciro Esposito:
la Cassazione conferma
la
condanna a 16 anni per Daniele
De Santis
Il giovane napoletano
era stato ucciso a Roma poco
prima della finale di Coppa
Italia tra Fiorentina e Napoli
del maggio 2014.
È stata confermata dalla
Cassazione la condanna a 16 anni
di reclusione nei confronti
dell’ultrà romanista Daniele De
Santis colpevole dell’omicidio
di Ciro Esposito, il giovane
napoletano ucciso a Roma poco
prima della finale di Coppa
Italia tra Fiorentina e Napoli
del maggio 2014. La Suprema
Corte ha infatti respinto il
ricorso di De Santis contro il
verdetto d’Assise di appello che
gli aveva già ridotto la
condanna da 26 a 16 anni di
carcere. Nella sua requisitoria
la Procura della Cassazione
aveva chiesto di non accogliere
la richiesta dei legali di De
Santis di riaprire il caso nel
tentativo di ottenere un
ulteriore sconto di pena. Ciro
Esposito venne ferito gravemente
con un colpo di pistola al
torace nel corso di un assalto
al pullman dei tifosi del Napoli
scoppiato nella zona di viale di
Tor di Quinto durante il
pre-partita della finale di
Coppa Italia 2014. Il giovane
morì al policlinico Gemelli dopo
un’agonia di 53 giorni. A
determinare la riduzione della
condanna in secondo grado era
stata l’assoluzione di De Santis
dal reato "satellite" di rissa
ed inoltre, a suo carico, era
stata esclusa l’aggravante dei
futili motivi e la recidiva. La
riduzione della condanna, e le
motivazioni della sentenza
avevano fatto esclamare alla
madre di Ciro Esposito,
Antonella Leardi che il figlio
le era stato "ucciso un’altra
volta" perché l’azione di De
Santis veniva descritta come
"una bravata". In sostanza,
secondo i magistrati di merito
quello di De Santis non fu un
agguato ma "una scomposta azione
dimostrativa". In Cassazione i
famigliari di Ciro Esposito sono
stati rappresentati
dall’avvocato Angelo Pisani che
ha sempre seguito il
procedimento. "Siamo soddisfatti
della decisione della Cassazione
che non ha accolto il tentativo
della difesa di Daniele De
Santis di far passare la tesi
che l’omicidio di Ciro Esposito
fosse un caso di legittima
difesa", hanno poi sottolineato
i due legali. Mentre la madre di
Ciro Esposito, poco prima di
lasciare la Cassazione, ha detto
"Volevo la verità, e l’ho avuta:
non mi interessa quanti anni si
fa De Santis ma solo che siano
state definite le sue
responsabilità".
25 settembre 2018
Fonte: Lastampa.it
Giustizia
& impunità
Ciro Esposito, la
Cassazione conferma i 16 anni
all’ultrà romanista Daniele De
Santis: fu omicidio volontario.
È stata confermata dalla
Cassazione la condanna a 16 anni
di reclusione nei confronti
dell’ultrà romanista Daniele De
Santis colpevole dell’omicidio
di Ciro Esposito, il giovane
napoletano ucciso a Roma poco
prima della finale di Coppa
Italia tra Fiorentina-Napoli del
maggio 2014. La Suprema Corte ha
infatti respinto il ricorso di
De Santis contro il verdetto di
appello che gli aveva già
ridotto la condanna da 26 a 16
anni di carcere. "Volevo la
verità, e l’ho avuta: non mi
interessa quanti anni si fa De
Santis ma solo che siano state
definite le sue responsabilità",
ha commentato così il verdetto
Antonella Leardi, mamma di Ciro
Esposito. La donna stamani era
presente in Cassazione
all’udienza davanti alla Prima
sezione penale e dopo avere
ascoltato le arringhe degli
avvocati di parte civile, Angelo
e Sergio Pisani, è uscita quanto
ha preso la parola la difesa di
De Santis. Antonella Leardi ha
fatto ritorno a Napoli, nel
quartiere di Scampia dove ci
sono gli altri due fratelli di
Ciro. "Siamo soddisfatti della
decisione della Cassazione che
non ha accolto il tentativo
della difesa di Daniele De
Santis di far passare la tesi
che l’omicidio di Ciro Esposito
fosse un caso di legittima
difesa", hanno sottolineato i
Pisani. "Chiaramente non siamo
soddisfatti della riduzione di
pena che è stata concessa a De
Santis in appello, è che è
troppo lieve in relazione a una
vicenda così grave, ma la pena
al ribasso non è una colpa della
Cassazione perché è stata decisa
dalla Corte d’Assise - hanno
aggiunto - È importante che sia
stato riconosciuto che De Santis
era consapevole del fatto che
sparando poteva uccidere, cosa
che purtroppo è avvenuta". La
sentenza di appello era arrivata
nel giugno 2017 e aveva anche
assolto altri due imputati,
Gennaro Fioretti e Alfonso
Esposito, i due tifosi del
Napoli entrambi condannati in
primo grado a 8 mesi di
reclusione per rissa e lesioni
al volto dello stesso De Santis.
La Corte d’Assise aveva ridotto
al pena a 26 anni comminata nel
2015 in primo grado dal
tribunale dopo la richiesta di
ergastolo del pm Eugenio
Albamonte.
25 settembre 2018
Fonte:
Ilfattoquotidiano.it
Morte Ciro Esposito,
confermati 16 anni per De Santis
È stata confermata dalla
Corte di Cassazione la condanna
a 16 anni di reclusione per
Daniele De Santis, l'ultras
della Roma responsabile
dell'omicidio del tifoso
napoletano Ciro Esposito, morto
a causa delle ferite da arma da
fuoco riportate nei pressi dello
stadio Olimpico poco prima della
finale di Coppa Italia tra
Napoli e Fiorentina il 3 maggio
2014. La Cassazione ha
confermato il verdetto della
Corte d'Appello che aveva
ridotto la condanna da 26 a 16
anni per De Santis, respingendo
il ricorso presentato dal tifoso
romanista. IL LEGALE -
"Finalmente è stata messa la
parola fine a questo calvario
giudiziario" dice Angelo Pisani,
legale della famiglia del tifoso
partenopeo. Una pena sulla quale
l'avvocato conferma
all'AdnKronos la propria
insoddisfazione, manifestata già
in occasione del verdetto
d'appello: "Non ci può essere
soddisfazione né ci riporterà in
vita Ciro Esposito - spiega
Pisani - però è una sentenza che
può essere da esempio per il
mondo del calcio, colpito da
questo crimine così come la
famiglia Esposito e l'intera
città di Napoli".
25 settembre 2018
Fonte: Adnkronos.com
Ciro Esposito:
Cassazione conferma 16 anni a De
Santis
Respinto ricorso per
l'ultrà romanista.
È stata confermata dalla
Cassazione la condanna a 16 anni
di reclusione nei confronti
dell'ultrà romanista Daniele De
Santis colpevole dell'omicidio
di Ciro Esposito, il giovane
napoletano ucciso a Roma poco
prima della finale di Coppa
Italia tra Fiorentina-Napoli del
maggio 2014. La Suprema Corte ha
infatti respinto il ricorso di
De Santis contro il verdetto di
appello che gli aveva già
ridotto la condanna da 26 a 16
anni di carcere.
26 settembre 2018
Fonte: Ansa.it
(Testo © Fotografia)
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