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Ciro Esposito 3.05.2014 La Camera Ardente
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CIRO VIVE Onlus
 
 

Esposito, la salma di Ciro è a Napoli

Camera ardente aperta. Il funerale in diretta su Gazzetta.it

di Marco Calabresi e Gianluca Monti

Completata l'autopsia, il feretro del tifoso napoletano è stato subito trasferito a Scampia, accolto da oltre 300 persone: supporters azzurri ma anche di altre squadre. Presente il sindaco De Magistris. Domani il funerale alle 16.30.

Roma - Contrariamente alle previsioni iniziali, l'autopsia condotta all'Istituto di medicina legale del Policlinico Umberto I sul corpo di Ciro Esposito, morto ieri al Policlinico Gemelli dopo 53 giorni di agonia, è terminata alle 14.30. La famiglia e gli avvocati hanno fatto pressione ("C'è una città intera, Napoli, che aspetta di riabbracciare simbolicamente Ciro") affinché ci fosse un'accelerazione sui tempi previsti. SALMA A NAPOLI - Ed infatti è arrivata a Scampia alle 18.42 la salma di Ciro Esposito. La camera ardente allestita nell'auditorium della villa comunale resterà aperta tutta la notte. Del resto, c'è un'intera città che vuole salutare questo suo figlio morto per una partita di calcio. Così, già verso le 18, si erano radunate circa 300 persone in viale della Resistenza per attendere il feretro di Ciro. Il quartiere è tappezzato di drappi neri e di striscioni che inneggiano a quello che tutti qui definiscono un "eroe". Davanti all'autolavaggio della famiglia Esposito e sotto casa di Ciro tante sciarpe. In maggioranza quelle del Napoli, ma non mancano i vessilli di altre squadre: Bologna, Catania, Lazio, Fiorentina. Grande applauso e commozione quando la salma è entrata nella camera ardente, dove ci sono diverse corone di fiori bianchi ed una piccola bandiera del Napoli. Presente anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Il funerale è previsto per domani alle 16.30 in piazza Grandi Eventi, a Scampia: verrà trasmesso in diretta su Gazzetta.it. MALAGÒ IN VISITA - A far visita ai familiari della vittima anche Giovanni Malagò. Il presidente del Coni, che domani sarà a Napoli e terrà un'orazione al funerale del ragazzo, ha promesso una borsa di studio a lui intitolata. PROIETTILE - "L'autopsia si è svolta in maniera regolare - ha spiegato la criminologa della famiglia Esposito, Angela Tibullo - Non c'erano frammenti del proiettile, estratto dal corpo di Ciro durante la prima operazione. Ma per l'esito finale bisognerà attendere". La dott.ssa Tibullo è anche colei che ha raccolto l'audio (con un registratore vocale) in cui Ciro riconosce la foto di Daniele De Santis, l'uomo accusato di aver sparato e trasferito ieri dal Policlinico Umberto I al complesso ospedaliero Belcolle di Viterbo. "Ho registrato la testimonianza il 25 maggio. È un audio sottile, la voce è quella di una persona intubata, ma riconoscibile". INDAGINI - "La registrazione sarà consegnata agli investigatori - ha aggiunto Sergio Pisani, un altro degli avvocati di Ciro Esposito - Non aveva la forza di parlare ad alta voce, ma si esprimeva bene anche a gesti. Come quando ha mimato quello della pistola". Fuori dall'obitorio, un tifoso con la maglia del Napoli (quella "militare", con il numero 9 di Higuain) e un mazzo di fiori con lo stemma del club legato a un palo. A presidiare l'area c'è sempre una Volante della Polizia. CORDOGLIO GIALLOROSSO - Ad attendere l'uscita del carro funebre che ha trasportato la salma di Ciro Esposito a Scampia, anche Ermanno Antonini, 45 anni, tifoso della Roma e frequentatore della curva Sud "fino a qualche anno fa, perché ora è piena di ragazzini. Noi più vecchi ce ne stiamo in tribuna Tevere". "Sono venuto qui per fare le condoglianze alla mamma di Ciro - ha detto - Cose come queste non possono succedere. Conosco De Santis, se ha fatto una cazzata è giusto che paghi, ma i tifosi non sono solo questi". Antonini lo dice stringendo la mano ad Aurelio Gallotto, tifoso del Napoli arrivato anche lui per esprimere la sua vicinanza alla famiglia Esposito. "Non si può morire per una partita di calcio - chiude Antonini, rivolgendosi alle istituzioni - ma se le cose non cambiano succederà ancora". L'ultrà giallorosso non è però riuscito a incontrare i genitori di Ciro, usciti dall'Istituto di medicina legale da un varco secondario.

26 giugno 2014

Fonte: Gazzetta.it

© Fotografia: Ilfattoquotidiano.it

Il cardinale Sepe "Voglio incontrare i genitori di Ciro"

di Conchita Sannino

"Ora tutti devono riflettere sul povero corpo senza vita di Ciro. La società tutta, le società sportive, lo Stato, e i tifosi. Perché alla violenza non si deve mai rispondere con la violenza, e anche perché ad un atto così irresponsabile deve seguire un atto di giustizia. Serena, lucida giustizia. Anche se ovviamente qualunque condanna non potrà mai ridare quel figlio alla sua famiglia. E io voglio incontrare i genitori di Ciro Esposito, anche per dire loro grazie per come hanno reagito a questo enorme dolore". Il cardinale Crescenzio Sepe è notoriamente appassionato di calcio. Ma, soprattutto, ha sempre nutrito la sua "vocazione" per i colori del Napoli. Un tifoso vivace che ha seguito la squadra del cuore nella buona e nella cattiva sorte, destinandole spesso anche pubblici incoraggiamenti, battute, ironie. Ma stavolta non c'è spazio per i sorrisi. Sepe arriva alle undici a benedire, al porto di Napoli, la mini crociera organizzata dalla FederMediterraneo che porta in gita lungo la costa flegrea oltre 400 ragazzi e famiglie colpite da disabilità o emarginazione. E porta con sé un'enorme torta da 45 chili che riscuoterà l'applauso di mamme e bambini. Ma, prima, si ferma a ragionare sulla morte "di un innocente".

Cardinale, questo lutto macchia tutto. Un pastore può ancora invitare i giovani a vedere nello sport un’occasione di crescita, di amicizia, di integrazione ? "Dobbiamo farlo. Dobbiamo continuare a farlo proprio adesso. Quando lo sport è macchiato dalla violenza tradisce in modo assurdo i suoi stessi valori. E questa morte deve essere una lezione per tutti. Non è possibile immaginare che un giovane lavoratore perda la vita in un'occasione e in un contesto assurdo come quello che si è verificato a Roma".

Anche i vescovi, in un loro documento, a proposito della morte di Ciro parlano di "un autentico fallimento del calcio". "Certamente è così. Perciò occorre che ciascuno riparta da un esame di coscienza, anche e in particolare il mondo dello sport. Mi dicono che Ciro era un giovane pacifico. La violenza non ha mai giustificazioni, ma in questo caso diventa ancora più inaccettabile: è l'espressione di una animalità senza confini. E proprio nell'ambito di una disciplina che tanti amano nel mondo perché favorisce il gioco, l'amicizia tra i popoli, la voglia di mettersi in gioco e di misurarsi pacificamente. Ma mi chiedo: nelle nostre città e non solo, quanti pensano che questo sia davvero possibile con il calcio ?".

Ora la famiglia di Ciro invita alla non violenza, ma il mondo ultrà sembra scosso dalla sete di vendetta. "Non c'è altra strada, oltre alla negazione della violenza. Abbiamo visto dove porta la cecità, il rancore, la follia di chi vede nell'altro, anche uno sconosciuto, un bersaglio, un presunto nemico sul quale cuciamo addosso un'etichetta. Tutto questo è assurdo, è contro ogni legge, anche umana. Ma accanto alla non violenza, bisogna sempre perseguire la ricerca delle responsabilità. Io penso che lo Stato saprà esercitare la sua funzione di giustizia ed io mi auguro nella maniera più completa, più ampia e anche nei tempi che sono ovviamente compatibili con il lavoro importante e delicato di tutte le indagini del caso".

Incontrerà la famiglia di Ciro ? "Incontrerò i genitori di Ciro, ed i loro parenti, per un momento di solidarietà, di vicinanza, di conforto e preghiera. So che stanno preparando l'arrivo della salma e di una celebrazione a Scampia (i genitori di Ciro sono di fede evangelica, ndr), ma al di là del rito mi farà piacere incontrarli ed abbracciarli anche per esprimere tutta la mia solidarietà per come questa famiglia si è comportata durante una prova così dura e sofferta, i cinquanta giorni di agonia di un figlio".

26 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

© Fotografia: Chiesadinapoli.it

Il racconto

di Dario Del Porto

Il cuore di Ciro Esposito si è fermato, quello di Scampia batte ancora per il giovane assassinato a Roma prima della finale di Coppa Italia. Dopo 53 giorni di speranza e una notte con il fiato sospeso, oggi il quartiere è a lutto. Gli striscioni che lo invitavano a non mollare sono stati riavvolti fra le lacrime. Ora c'è un lungo drappo nero, davanti all'autorimessa dove Ciro lavorava e dove, da quella tragica sera del 3 maggio, gli amici non avevano mai smesso di aspettarlo. Accanto, un lenzuolo bianco con la scritta "Ciao eroe" e una grande foto dove Ciro sorride in un momento felice. Sul marciapiedi, con la vernice spray, altre quattro parole: "Ciro per sempre ultrà". È listata a lutto, con le bandiere olimpiche a mezz'asta, anche la palestra del maestro di judo Gianni Maddaloni, mentre la scritta "Ciao, eroe" compare di volta in volta sui muri delle Vele, lungo l'Asse mediano, poi in altri quartieri della città come il Borgo Sant'Antonio Abate. Si apre con un minuto di silenzio, al teatro San Carlo, la replica pomeridiana del Requiem Wolfgang Amadeus Mozart firmato dal coreografo Boris Eifman. "Questo ragazzo è figlio di tutti noi", dice una donna che si ferma nei pressi dell'autolavaggio e chiede notizie dei funerali. L'autopsia, annunciata in un primo momento per ieri pomeriggio, sarà eseguita oggi. Domani alle 16.30, a meno di ulteriori rinvii, sarà celebrata la funzione con rito evangelico. "Questa città deve scegliere di dire basta alla violenza", afferma Christian Parisi, uno dei pastori della chiesa Evangelica di Secondigliano". E aggiunge: "Le nostre periferie vanno aiutate ma nel modo giusto, ovvero non facendo soldi, non promettendo aiuti come fa la politica in cambio di voti o favori. Serve un intervento serio che trascenda ogni altro interesse, se non quello della nostra gente". Christian ricorda l'incontro con Ciro una settimana dopo i fatti del 3 maggio: "Volevamo salutarlo e lanciare un messaggio forte contro la violenza negli stadi. Riuscimmo ad entrare in rianimazione: lui era intubato ma aveva gli occhi aperti e capiva tutto, parlammo e pregammo insieme a lui, e alla fine della preghiera pianse". La camera ardente sarà allestita presso l'auditorium del quartiere, la funzione sarà officiata in piazza Grandi Eventi, la stessa che ospitò la storica visita di Papa Giovanni Paolo II. Il trasporto della salma e l'organizzazione delle esequie saranno offerti alla famiglia Esposito da un'impresa di pompe funebri di Miano. "Ringraziamo tutti i tifosi - ha detto lo zio di Ciro, Enzo Esposito - che si sono offerti di farsi carico della gestione dei funerali di Ciro, ma i titolari della ditta hanno voluto offrire i funerali. Sono gesti che ci toccano e portano alla luce la grande umanità che c'è nella gente che vive nelle estreme periferie di Napoli".

Ai funerali è annunciata la presenza di delegazioni di ultrà delle squadre gemellate con il Napoli: Genoa, Catania, Ancona ma sono attesi anche i sostenitori della Lazio, con i quali una pluriennale ostilità si è trasformata in amicizia proprio dopo i tragici fatti avvenuti alla vigilia della finale dell'Olimpico. Il timore è che, dopo il cordoglio, qualcuno metta in campo assurdi propositi di rappresaglia, come fanno temere le scritte contro i romanisti che cominciano a fare capolino in diversi punti della città. Ma è stata proprio la famiglia di Ciro, sin dal primo giorno, a chiedere solo ed esclusivamente giustizia, non vendetta. "Nessuno più deve pagare e soffrire per una cosa bella come il calcio, che mio figlio amava tanto", ha ripetuto ieri Antonella Leardi, la mamma di Ciro che chiede di conoscere la verità sulla morte del figlio e lancia un appello a chiudere per sempre la pagina della violenza: "Ragazzi, alzate gli striscioni, applaudite, battete le mani, fate i cori. Ma nel nome di Ciro, basta con la violenza. Ve lo vieto". L'avvocato Angelo Pisani, presidente della municipalità e avvocato della famiglia Esposito, propone di chiedere al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di conferire a Ciro la medaglia al valore civile "perché - spiega - non bisogna dimenticare che è stato ferito mortalmente a colpi di pistola per aver cercato di difendere donne e bambini da un attacco con bombe carta ad un pullman di supporter partenopei alla vigilia della finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina. Abbiamo coinvolto anche le altre municipalità per raccogliere le firme e far giungere una proposta unanime al Quirinale". Per tributare l'ultimo saluto a Ciro ci saranno anche i ragazzi delle associazioni che si impegnano sul territorio di Scampia. Come "Progetto per la vita", la onlus promossa da Francesco Verde, il fratello di Mina, vittima innocente della faida del 2004/2005. "Certo che andrò ai funerali di Ciro - spiega Verde sono profondamente addolorato per quello che è accaduto. Poteva capitare a ognuno di noi e ci sono altri due feriti di quella sparatoria che non dobbiamo dimenticare. Anche se mi piace molto lo sport, non seguo il calcio - aggiunge Francesco Verde - perché non mi piace tutta la violenza che gira intorno a quel mondo. Il senso dello sport è applaudire tutti, avversari compresi. Non è possibile che una persona esca di casa con una pistola per sparare contro i tifosi di un'altra squadra".

26 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

© Fotografia: Fanpage.it

Ciro, il giorno delle lacrime

Malagò gli dedica una borsa di studio

Grande commozione a Scampia per l'arrivo della salma. Testimonianze di solidarietà anche da parte dei tifosi della Lazio. Il presidente del Coni terrà un'orazione funebre ai funerali. Il colpo che ha ucciso il tifoso napoletano è stato sparato ad altezza d'uomo.

NAPOLI - Grande commozione a Scampia per l'arrivo della salma di Ciro Esposito arrivata nel pomeriggio a Scampia. Dopo 54 giorni il tifoso azzurro raggiunto da un colpo di pistola nel giorno della finale di Coppa Italia, Fiorentina-Napoli, è tornato nel suo quartiere da morto. A Scampia è stata allestita all'interno della sede dell'Ottava Municipalità di Napoli la camera ardente e la bara di Ciro Esposito: i funerali si svolgeranno domani pomeriggio. Ad attendere il feretro, sin dalle prime ore della giornata di oggi, oltre agli amici e ai parenti, tantissime persone del quartiere che hanno invaso l'Auditorium di Scampia. Inizialmente sono entrati solo i familiari e gli amici più stretti della vittima. Presente anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che ha accolto il feretro al casello autostradale di Caserta Nord. L'esito dell'autopsia è stato chiaro: Ciro è morto per un colpo di pistola sparato ad altezza d'uomo che lo ha raggiunto alla schiena. Sia la vittima che la persona che ha sparato erano in posizione eretta. Lo stesso Ciro aveva confidato ai parenti, che lo hanno riferito alla Digos, che prima di essere ferito si era avventato su Daniele De Santis, scaraventandolo a terra. Quest'ultimo avrebbe fatto fuoco dopo essersi rialzato. Nel corso dell'autopsia è stato anche estratto dal corpo di Esposito il proiettile. Tante le testimonianze arrivate dalle altre tifoserie. Davanti all'autolavaggio dove lavorava Ciro Esposito sono state messe le sciarpe di Catania e Lazio. A proposito della Lazio. Alcuni gruppi di ultrà napoletani hanno accolto i sostenitori biancazzurri e li hanno portati a Scampia nella camera ardente dove c'era la salma di Ciro Esposito. Nemiche storiche da sempre, le due fazioni hanno messo da parte l'odio e si sono abbracciate per rispettare il lutto. I tifosi laziali si sono autotassati e hanno messo a disposizione della famiglia Esposito cinquemila euro. Questi soldi potranno servire per mettere una lapide a Tor di Quinto, dove è accaduta la tragedia. Il Comune di Napoli ha donato il tumulo per la sepoltura di Ciro Esposito. La Giunta, su proposta dell'assessorato al Patrimonio e Cimiteri, ha approvato una delibera con cui ha messo a disposizione della famiglia Esposito un tumulo nel cimitero di Secondigliano per la sepoltura di Ciro. Un'altra iniziativa è partita dal presidente del Coni Giovanni Malagò, che ha deciso di istituire una borsa di studio intitolata alla memoria di Ciro. L'omaggio è stato promesso da Malagò durante una visita ai familiari del tifoso napoletano. Malagò domani sarà a Napoli e terrà un'orazione al funerale del giovane, che si svolgerà con rito evangelico.

26 giugno 2014

Fonte: Repubblica.it

Addio a Ciro, è il giorno del dolore marea umana nella camera ardente

di Dario Del Porto e Antonio Di Costanzo

Ciro Esposito è tornato a Scampia, accolto da un fiume di persone che si mette in fila, silenziosamente, per tributare un omaggio al ragazzo ferito prima di una partita di calcio e morto dopo 53 giorni di agonia. Nella camera ardente allestita nell'auditorium, un fascio di fiori bianchi, una bandiera del Napoli, un orsacchiotto di peluche, il biglietto "Ciro per sempre con noi". Quando sulla bara viene issata la grande foto che ritrae Ciro mentre sorride, mamma Antonella viene colta da un lieve malore e intorno a lei tanti giovani piangono a dirotto. Quasi certamente il feretro sarà trasportato dall'auditorium al centro della piazza già intorno alle 13 di oggi, per consentire a tutti di rendervi omaggio e anche per rispettare appieno le regole del rito evangelico con cui sarà celebrato il funerale. Si fermerà anche il mercatino rionale di Scampia. Il padre di Ciro non era d'accordo: "Qui la gente ha bisogno di lavorare". Anche il presidente del Coni, Gianni Malagò, parteciperà ai funerali. Dalla Fifa un messaggio di solidarietà.

27 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

© Fotografia: Secoloditalia.it

Ciro colpito alla schiena folla alla camera ardente

ROMA - Ciro Esposito è morto per un colpo di pistola sparato frontalmente ad altezza d'uomo. Lo ha accertato l'autopsia eseguita ieri. Il proiettile ha raggiunto il tifoso alla schiena, lacerato un polmone e poi si è fermato nella quinta vertebra. Causa della morte dunque la lacerazione del polmone che ha portato ad un collasso multifunzionale progressivo. Prosegue intanto l'inchiesta della procura di Roma. I pubblici ministeri Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio hanno disposto una perizia fonica su una registrazione fatta da un parente di Ciro, in cui si sente la vittima affermare "sì è lui che mi ha sparato" riconoscendo in una foto di Daniele De Santis. Ieri la salma è tornata a Napoli accompagnata dai familiari, dove l'attendeva la camera ardente allestita nell'auditorium del municipio di Scampia. L'ha accolta un bagno di folla e per tutta la nottata amici e conoscenti hanno portato peluche, lettere, bandiere e sciarpe biancoazzurre, fiori. Oggi pomeriggio i funerali. (f. a.)

27 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

I volti dolenti di Scampia

di Dario Del Porto

Migliaia si stringono a Ciro, alle 16,30 i funerali in piazza.

Un quartiere in fila per salutare il suo "eroe". Ciro Esposito torna a Scampia e viene accolto da un fiume di persone che si mette in coda, silenziosamente, per tributare un omaggio al ragazzo ucciso prima di una partita di calcio. Nella camera ardente allestita nell'auditorium, un fascio di fiori bianchi, una bandiera del Napoli, un orsacchiotto di peluche, il biglietto "Ciro per sempre con noi". Quando il feretro arriva, la folla si scioglie in un applauso. C'è tutto il suo mondo, nei volti rigati dalle lacrime di questi giovani che, da quel maledetto 3 di maggio, non hanno smesso un istante di aspettarlo e di pregare, confidando in un miracolo che invece non si è avverato: gli amici che in questi 53 giorni si sono alternati al lavoro nell'autolavaggio per aiutare la famiglia, i vicini di casa, la fidanzata Simona che gli aveva dedicato uno striscione commovente, il papà Giovanni, che invita Roma "a prendere esempio dalla civiltà di Scampia", la straordinaria mamma Antonella, che con esemplare dignità non ha mai smesso di invocare giustizia invitando a chiudere per sempre la pagina della violenza, lo zio Vincenzo, che sin dal primo momento ha trovato la forza e le parole giuste per far comprendere che ad essere colpito, nell'assurda sparatoria di Tor di Quinto, era stato un bravo ragazzo, non un delinquente. E soprattutto tantissima gente del quartiere, che si firma con i soprannomi di una vita su biglietti e messaggi. Quando sulla bara viene issata la grande foto che ritrae Ciro mentre sorride, mamma Antonella viene colta da un lieve malore e intorno a lei tanti giovani piangono a dirotto. "Ciro è una vittima della criminalità e della violenza, dalle indagini sta venendo fuori la verità", sottolinea l'avvocato Angelo Pisani, presidente della municipalità, che assiste la famiglia con il fratello Sergio. E aggiunge: "Sul suo viso c'erano pace e serenità, in perfetta sintonia con le parole di compostezza e speranza pronunciate dalla madre".

Anche il mondo ultrà si è mobilitato. Hanno mandato corone di fiori la famiglia Speziale, l'ultrà del Catania condannato per la morte del poliziotto Salvatore Raciti, che scrive "al caro amico Ciro", i supporter della Curva Sud della Nocerina, quelli del Bologna. Nella notte, direttamente dalla Germania, arriveranno i sostenitori del Borussia Dortmund per partecipare ai funerali fissati per questo pomeriggio alle 16.30 nella piazza Grandi Eventi di Scampia. Il Calcio Napoli sta preparando per il suo sfortunato tifoso una maglietta commemorativa. Quasi certamente il feretro sarà trasportato dall'auditorium al centro della piazza già intorno alle 13 di oggi, per consentire a tutti di rendervi omaggio e anche per rispettare appieno le regole del rito evangelico con cui sarà celebrato il funerale. Dopo l'autopsia, la salma di Ciro Esposito è partita da Roma per poi arrivare a Scampia, accompagnata dal sindaco Luigi de Magistris intorno alle 18.30 di ieri. "Un viaggio di ritorno che non avrei mai voluto fare", commenta l'avvocato Sergio Pisani, che per tutto il tragitto è rimasto accanto ai parenti di Ciro. Il Comune ha donato il tumulo dove la salma sarà sepolta. Prima di arrivare all'auditorium, il corteo ha attraversato, fra gli applausi, le strade del quartiere tappezzate di striscioni in memoria del ragazzo, passando anche davanti all'autorimessa dove, da due giorni, centinaia di persone si avvicendano per lasciare fiori ed esprimere cordoglio. Tutto si sta svolgendo nella massima civiltà e tranquillità, sotto l'occhio vigile della Digos diretta da Luigi Bonagura, del commissariato Scampia guidato da Cristiano Tatarelli con il vice Lorenzo Gentile e dell'Arma dei carabinieri. Nella camera ardente si è trattenuto a lungo il sindaco de Magistris, che ha annullato tutti gli impegni previsti nelle giornate di ieri e di oggi "per essere più vicino alla famiglia di Ciro Esposito", come ha spiegato nella garbata lettera inviata a Maurizio Marinella con la quale gli ha comunicato la decisione di non partecipare all'iniziativa per i cento anni dell'azienda delle cravatte. "La vita del nostro Ciro Esposito si è fermata a causa di un'assurda e gratuita violenza - scrive de Magistris - e motivi prima di tutto umani non mi consentono di partecipare al tuo evento subito dopo aver reso omaggio alla memoria di un ragazzo ucciso dalla barbarie e dalla sopraffazione". In occasione delle esequie si fermerà anche il mercatino rionale di Scampia. Il papà di Ciro, Giovanni, non era d'accordo: "È proprio necessario ? - aveva obiettato - qui la gente ha bisogno di lavorare".

27 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

© Fotografia: Ilfattoquotidiano.it

Alle esequie il presidente del Coni Malagò

Lettera della Fifa alla famiglia: "tutto il calcio è scosso"

Una borsa di studio in memoria di Ciro Esposito. È l'omaggio promesso dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ieri ha incontrato la mamma del giovane sostenitori del Napoli ucciso a Roma la sera del 3 maggio. È stato un colloquio carico di emozione, come Malagò ha riferito a Gianni Maddaloni, il maestro di judo di Scampia con il quale il presidente del Coni ha parlato ieri a lungo di questa tragedia che ha ferito tutto il Paese. Il presidente del Coni sarà oggi a Napoli per partecipare ai funerali di Ciro dove, quasi certamente, prenderà anche la parola per pronunciare una breve orazione. Ma i drammatici eventi consumati alla vigilia della finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina, hanno destato profonda commozione anche all'estero. "Tutto il calcio è scosso per la morte di Ciro", ha scritto l'ufficio delle relazioni esterne della Fifa, il governo mondiale del calcio presieduto da Joseph Blatter, nel messaggio di posta elettronica inviato a Angelo Pisani, presidente della municipalità e legale della famiglia Esposito, con il quale si preannuncia un telegramma di cordoglio per la famiglia. Anche il cardinale Crescenzio Sepe è tornato a commentare la scomparsa di Ciro Esposito, definendola come "la morte non solo di un giovane ma di tutti, perché chi crede negli ideali si sente mortificato da questi eventi". L'arcivescovo ha parlato di "episodio di una gravità unica, senza alcuna logica. Siamo di fronte alla violenza fine a sé stessa contro un giovane che va a divertirsi per vedere la sua squadra. Ma questo è l'assurdo a cui si arriva quando si perdono i valori". Alla funzione, che sarà celebrata con rito evangelico, pronuncerà un'orazione anche don Aniello Manganiello, parroco molto impegnato sul territorio di Scampia con l'associazione "Ultimi". "Ciro non ha pensato a sé stesso, ma agli altri - sottolinea il sacerdote - Era un ragazzo gioviale, aperto, generoso. È naturale, in alcune situazioni, vivere momenti di rabbia e di vendetta, ma bisogna fare spazio alla razionalità e alla riflessione. L'invito che Ciro fa alla mamma e a tutti noi è a bandire la violenza perché non è quella la strada per dare un volto nuovo alla nostra città. Ho letto su Facebook commenti che mi hanno lasciato allibito. Sono frasi piene di odio. Le ho cancellate dal mio profilo. La via del cambiamento - conclude don Manganiello - non è la violenza, ma il perdono".

27 giugno 2014

Fonte: La Repubblica

© Fotografia: Napoli.repubblica.it

La moglie di De Magistris abbraccia la madre dell'ultrà

Maria Teresa Dolce, moglie del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è entrata nella camera ardente allestita per Ciro Esposito nell'Auditorium della Municipalità di Scampia, dove ha abbracciato la madre del ragazzo, Antonella Leardi. Le due donne sono rimaste a parlare per qualche minuto.  L'autopsia: Esposito colpito alla schiena Il corpo dell'ultrà è arrivato nel napoletano nel tardo pomeriggio di ieri, dopo l'autopsia effettuata dai medici dell'Istituto di Medicina Legale della Sapienza. Esami che hanno confermato che Esposito è stato colpito alla schiena da uno sparo ad altezza uomo, durante gli scontri scoppiati nel prepartita della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli. Ma i parenti che hanno parlato con lui durante i 52 giorni di agonia al Gemelli affermano che il ragazzo è stato colpito anche da un altro proiettile oltre a quello che gli perforò il polmone che lo ha ferito di striscio ad una mano. Il racconto dell'ultrà prima di morire Nel suo ultimo racconto prima di morire il tifoso napoletano avrebbe ricostruito la dinamica di quel drammatico pomeriggio. "Ho raggiunto io per prima quell'uomo e l'ho spinto a terra. Quando si è rialzato in piedi eravamo a breve distanza, faccia a faccia e mi sparato in petto" avrebbe detto Esposito ai suoi riconoscendo in Daniele De Santis il suo presunto assassino. Una ricostruzione che, se confermata, cambia il capo d'accusa da tentato omicidio a omicidio volontario per De Santis che, intanto per motivi di sicurezza è stato trasferito dal carcere del Policlinico all'ospedale Belcolle di Viterbo.

27 giugno 2014

Fonte: Rainews.it

© Fotografia: Fanpage.it
 
 
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