Esposito, la salma di
Ciro è a Napoli
Camera ardente aperta.
Il funerale in diretta su
Gazzetta.it
di Marco Calabresi e
Gianluca Monti
Completata l'autopsia,
il feretro del tifoso napoletano
è stato subito trasferito a
Scampia, accolto da oltre 300
persone: supporters azzurri ma
anche di altre squadre. Presente
il sindaco De Magistris. Domani
il funerale alle 16.30.
Roma - Contrariamente
alle previsioni iniziali,
l'autopsia condotta all'Istituto
di medicina legale del
Policlinico Umberto I sul corpo
di Ciro Esposito, morto ieri al
Policlinico Gemelli dopo 53
giorni di agonia, è terminata
alle 14.30. La famiglia e gli
avvocati hanno fatto pressione
("C'è una città intera, Napoli,
che aspetta di riabbracciare
simbolicamente Ciro") affinché
ci fosse un'accelerazione sui
tempi previsti. SALMA A NAPOLI -
Ed infatti è arrivata a Scampia
alle 18.42 la salma di Ciro
Esposito. La camera ardente
allestita nell'auditorium della
villa comunale resterà aperta
tutta la notte. Del resto, c'è
un'intera città che vuole
salutare questo suo figlio morto
per una partita di calcio. Così,
già verso le 18, si erano
radunate circa 300 persone in
viale della Resistenza per
attendere il feretro di Ciro. Il
quartiere è tappezzato di drappi
neri e di striscioni che
inneggiano a quello che tutti
qui definiscono un "eroe".
Davanti all'autolavaggio della
famiglia Esposito e sotto casa
di Ciro tante sciarpe. In
maggioranza quelle del Napoli,
ma non mancano i vessilli di
altre squadre: Bologna, Catania,
Lazio, Fiorentina. Grande
applauso e commozione quando la
salma è entrata nella camera
ardente, dove ci sono diverse
corone di fiori bianchi ed una
piccola bandiera del Napoli.
Presente anche il sindaco di
Napoli, Luigi De Magistris. Il
funerale è previsto per domani
alle 16.30 in piazza Grandi
Eventi, a Scampia: verrà
trasmesso in diretta su
Gazzetta.it. MALAGÒ IN VISITA -
A far visita ai familiari della
vittima anche Giovanni Malagò.
Il presidente del Coni, che
domani sarà a Napoli e terrà
un'orazione al funerale del
ragazzo, ha promesso una borsa
di studio a lui intitolata.
PROIETTILE - "L'autopsia si è
svolta in maniera regolare - ha
spiegato la criminologa della
famiglia Esposito, Angela
Tibullo - Non c'erano frammenti
del proiettile, estratto dal
corpo di Ciro durante la prima
operazione. Ma per l'esito
finale bisognerà attendere". La
dott.ssa Tibullo è anche colei
che ha raccolto l'audio (con un
registratore vocale) in cui Ciro
riconosce la foto di Daniele De
Santis, l'uomo accusato di aver
sparato e trasferito ieri dal
Policlinico Umberto I al
complesso ospedaliero Belcolle
di Viterbo. "Ho registrato la
testimonianza il 25 maggio. È un
audio sottile, la voce è quella
di una persona intubata, ma
riconoscibile".
INDAGINI - "La
registrazione sarà consegnata
agli investigatori - ha aggiunto
Sergio Pisani, un altro degli
avvocati di Ciro Esposito - Non
aveva la forza di parlare ad
alta voce, ma si esprimeva bene
anche a gesti. Come quando ha
mimato quello della pistola".
Fuori dall'obitorio, un tifoso
con la maglia del Napoli (quella
"militare", con il numero 9 di
Higuain) e un mazzo di fiori con
lo stemma del club legato a un
palo. A presidiare l'area c'è
sempre una Volante della
Polizia.
CORDOGLIO GIALLOROSSO -
Ad attendere l'uscita del carro
funebre che ha trasportato la
salma di Ciro Esposito a
Scampia, anche Ermanno Antonini,
45 anni, tifoso della Roma e
frequentatore della curva Sud
"fino a qualche anno fa, perché
ora è piena di ragazzini. Noi
più vecchi ce ne stiamo in
tribuna Tevere". "Sono venuto
qui per fare le condoglianze
alla mamma di Ciro - ha detto -
Cose come queste non possono
succedere. Conosco De Santis, se
ha fatto una cazzata è giusto
che paghi, ma i tifosi non sono
solo questi". Antonini lo dice
stringendo la mano ad Aurelio
Gallotto, tifoso del Napoli
arrivato anche lui per esprimere
la sua vicinanza alla famiglia
Esposito. "Non si può morire per
una partita di calcio - chiude
Antonini, rivolgendosi alle
istituzioni - ma se le cose non
cambiano succederà ancora".
L'ultrà giallorosso non è però
riuscito a incontrare i genitori
di Ciro, usciti dall'Istituto di
medicina legale da un varco
secondario.
26 giugno 2014
Fonte: Gazzetta.it
© Fotografia:
Ilfattoquotidiano.it
Il cardinale Sepe
"Voglio incontrare i genitori di
Ciro"
di Conchita Sannino
"Ora
tutti devono riflettere sul
povero corpo senza vita di Ciro.
La società tutta, le società
sportive, lo Stato, e i tifosi.
Perché alla violenza non si deve
mai rispondere con la violenza,
e anche perché ad un atto così
irresponsabile deve seguire un
atto di giustizia. Serena,
lucida giustizia. Anche se
ovviamente qualunque condanna
non potrà mai ridare quel figlio
alla sua famiglia. E io voglio
incontrare i genitori di Ciro
Esposito, anche per dire loro
grazie per come hanno reagito a
questo enorme dolore". Il
cardinale Crescenzio Sepe è
notoriamente appassionato di
calcio. Ma, soprattutto, ha
sempre nutrito la sua
"vocazione" per i colori del
Napoli. Un tifoso vivace che ha
seguito la squadra del cuore
nella buona e nella cattiva
sorte, destinandole spesso anche
pubblici incoraggiamenti,
battute, ironie. Ma stavolta non
c'è spazio per i sorrisi. Sepe
arriva alle undici a benedire,
al porto di Napoli, la mini
crociera organizzata dalla
FederMediterraneo che porta in
gita lungo la costa flegrea
oltre 400 ragazzi e famiglie
colpite da disabilità o
emarginazione. E porta con sé
un'enorme torta da 45 chili che
riscuoterà l'applauso di mamme e
bambini. Ma, prima, si ferma a
ragionare sulla morte "di un
innocente".
Cardinale, questo lutto macchia
tutto. Un pastore può ancora
invitare i giovani a vedere
nello sport un’occasione di
crescita, di amicizia, di
integrazione ? "Dobbiamo
farlo. Dobbiamo continuare a
farlo proprio adesso. Quando lo
sport è macchiato dalla violenza
tradisce in modo assurdo i suoi
stessi valori. E questa morte
deve essere una lezione per
tutti. Non è possibile
immaginare che un giovane
lavoratore perda la vita in
un'occasione e in un contesto
assurdo come quello che si è
verificato a Roma".
Anche i vescovi, in un loro
documento, a proposito della
morte di Ciro parlano di "un
autentico fallimento del
calcio". "Certamente è
così. Perciò occorre che
ciascuno riparta da un esame di
coscienza, anche e in
particolare il mondo dello
sport. Mi dicono che Ciro era un
giovane pacifico. La violenza
non ha mai giustificazioni, ma
in questo caso diventa ancora
più inaccettabile: è
l'espressione di una animalità
senza confini. E proprio
nell'ambito di una disciplina
che tanti amano nel mondo perché
favorisce il gioco, l'amicizia
tra i popoli, la voglia di
mettersi in gioco e di misurarsi
pacificamente. Ma mi chiedo:
nelle nostre città e non solo,
quanti pensano che questo sia
davvero possibile con il calcio
?".
Ora
la famiglia di Ciro invita alla
non violenza, ma il mondo ultrà
sembra scosso dalla sete di
vendetta. "Non c'è altra
strada, oltre alla negazione
della violenza. Abbiamo visto
dove porta la cecità, il
rancore, la follia di chi vede
nell'altro, anche uno
sconosciuto, un bersaglio, un
presunto nemico sul quale
cuciamo addosso un'etichetta.
Tutto questo è assurdo, è contro
ogni legge, anche umana. Ma
accanto alla non violenza,
bisogna sempre perseguire la
ricerca delle responsabilità. Io
penso che lo Stato saprà
esercitare la sua funzione di
giustizia ed io mi auguro nella
maniera più completa, più ampia
e anche nei tempi che sono
ovviamente compatibili con il
lavoro importante e delicato di
tutte le indagini del caso".
Incontrerà la famiglia di Ciro ?
"Incontrerò i genitori di Ciro,
ed i loro parenti, per un
momento di solidarietà, di
vicinanza, di conforto e
preghiera. So che stanno
preparando l'arrivo della salma
e di una celebrazione a Scampia
(i genitori di Ciro sono di fede
evangelica, ndr), ma al di là
del rito mi farà piacere
incontrarli ed abbracciarli
anche per esprimere tutta la mia
solidarietà per come questa
famiglia si è comportata durante
una prova così dura e sofferta,
i cinquanta giorni di agonia di
un figlio".
26 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Chiesadinapoli.it
Il racconto
di Dario Del Porto
Il cuore di Ciro
Esposito si è fermato, quello di
Scampia batte ancora per il
giovane assassinato a Roma prima
della finale di Coppa Italia.
Dopo 53 giorni di speranza e una
notte con il fiato sospeso, oggi
il quartiere è a lutto. Gli
striscioni che lo invitavano a
non mollare sono stati riavvolti
fra le lacrime. Ora c'è un lungo
drappo nero, davanti
all'autorimessa dove Ciro
lavorava e dove, da quella
tragica sera del 3 maggio, gli
amici non avevano mai smesso di
aspettarlo. Accanto, un lenzuolo
bianco con la scritta "Ciao
eroe" e una grande foto dove
Ciro sorride in un momento
felice. Sul marciapiedi, con la
vernice spray, altre quattro
parole: "Ciro per sempre ultrà".
È listata a lutto, con le
bandiere olimpiche a mezz'asta,
anche la palestra del maestro di
judo Gianni Maddaloni, mentre la
scritta "Ciao, eroe" compare di
volta in volta sui muri delle
Vele, lungo l'Asse mediano, poi
in altri quartieri della città
come il Borgo Sant'Antonio
Abate. Si apre con un minuto di
silenzio, al teatro San Carlo,
la replica pomeridiana del
Requiem Wolfgang Amadeus Mozart
firmato dal coreografo Boris
Eifman. "Questo ragazzo è figlio
di tutti noi", dice una donna
che si ferma nei pressi
dell'autolavaggio e chiede
notizie dei funerali.
L'autopsia, annunciata in un
primo momento per ieri
pomeriggio, sarà eseguita oggi.
Domani alle 16.30, a meno di
ulteriori rinvii, sarà celebrata
la funzione con rito evangelico.
"Questa città deve scegliere di
dire basta alla violenza",
afferma Christian Parisi, uno
dei pastori della chiesa
Evangelica di Secondigliano". E
aggiunge: "Le nostre periferie
vanno aiutate ma nel modo
giusto, ovvero non facendo
soldi, non promettendo aiuti
come fa la politica in cambio di
voti o favori. Serve un
intervento serio che trascenda
ogni altro interesse, se non
quello della nostra gente".
Christian ricorda l'incontro con
Ciro una settimana dopo i fatti
del 3 maggio: "Volevamo
salutarlo e lanciare un
messaggio forte contro la
violenza negli stadi. Riuscimmo
ad entrare in rianimazione: lui
era intubato ma aveva gli occhi
aperti e capiva tutto, parlammo
e pregammo insieme a lui, e alla
fine della preghiera pianse". La
camera ardente sarà allestita
presso l'auditorium del
quartiere, la funzione sarà
officiata in piazza Grandi
Eventi, la stessa che ospitò la
storica visita di Papa Giovanni
Paolo II. Il trasporto della
salma e l'organizzazione delle
esequie saranno offerti alla
famiglia Esposito da un'impresa
di pompe funebri di Miano.
"Ringraziamo tutti i tifosi - ha
detto lo zio di Ciro, Enzo
Esposito - che si sono offerti
di farsi carico della gestione
dei funerali di Ciro, ma i
titolari della ditta hanno
voluto offrire i funerali. Sono
gesti che ci toccano e portano
alla luce la grande umanità che
c'è nella gente che vive nelle
estreme periferie di Napoli".
|
Ai funerali è annunciata
la presenza di delegazioni di
ultrà delle squadre gemellate
con il Napoli: Genoa, Catania,
Ancona ma sono attesi anche i
sostenitori della Lazio, con i
quali una pluriennale ostilità
si è trasformata in amicizia
proprio dopo i tragici fatti
avvenuti alla vigilia della
finale dell'Olimpico. Il timore
è che, dopo il cordoglio,
qualcuno metta in campo assurdi
propositi di rappresaglia, come
fanno temere le scritte contro i
romanisti che cominciano a fare
capolino in diversi punti della
città. Ma è stata proprio la
famiglia di Ciro, sin dal primo
giorno, a chiedere solo ed
esclusivamente giustizia, non
vendetta. "Nessuno più deve
pagare e soffrire per una cosa
bella come il calcio, che mio
figlio amava tanto", ha ripetuto
ieri Antonella Leardi, la mamma
di Ciro che chiede di conoscere
la verità sulla morte del figlio
e lancia un appello a chiudere
per sempre la pagina della
violenza: "Ragazzi, alzate gli
striscioni, applaudite, battete
le mani, fate i cori. Ma nel
nome di Ciro, basta con la
violenza. Ve lo vieto".
L'avvocato Angelo Pisani,
presidente della municipalità e
avvocato della famiglia
Esposito, propone di chiedere al
presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, di conferire
a Ciro la medaglia al valore
civile "perché - spiega - non
bisogna dimenticare che è stato
ferito mortalmente a colpi di
pistola per aver cercato di
difendere donne e bambini da un
attacco con bombe carta ad un
pullman di supporter partenopei
alla vigilia della finale di
Coppa Italia fra Napoli e
Fiorentina. Abbiamo coinvolto
anche le altre municipalità per
raccogliere le firme e far
giungere una proposta unanime al
Quirinale".
Per tributare l'ultimo
saluto a Ciro ci saranno anche i
ragazzi delle associazioni che
si impegnano sul territorio di
Scampia. Come "Progetto per la
vita", la onlus promossa da
Francesco Verde, il fratello di
Mina, vittima innocente della
faida del 2004/2005. "Certo che
andrò ai funerali di Ciro -
spiega Verde sono profondamente
addolorato per quello che è
accaduto. Poteva capitare a
ognuno di noi e ci sono altri
due feriti di quella sparatoria
che non dobbiamo dimenticare.
Anche se mi piace molto lo
sport, non seguo il calcio -
aggiunge Francesco Verde -
perché non mi piace tutta la
violenza che gira intorno a quel
mondo. Il senso dello sport è
applaudire tutti, avversari
compresi. Non è possibile che
una persona esca di casa con una
pistola per sparare contro i
tifosi di un'altra squadra".
26 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Fanpage.it
Ciro, il giorno delle
lacrime
Malagò gli dedica una
borsa di studio
Grande commozione a
Scampia per l'arrivo della
salma. Testimonianze di
solidarietà anche da parte dei
tifosi della Lazio. Il
presidente del Coni terrà
un'orazione funebre ai funerali.
Il colpo che ha ucciso il tifoso
napoletano è stato sparato ad
altezza d'uomo.
NAPOLI - Grande
commozione a Scampia per
l'arrivo della salma di Ciro
Esposito arrivata nel pomeriggio
a Scampia. Dopo 54 giorni il
tifoso azzurro raggiunto da un
colpo di pistola nel giorno
della finale di Coppa Italia,
Fiorentina-Napoli, è tornato nel
suo quartiere da morto. A
Scampia è stata allestita
all'interno della sede
dell'Ottava Municipalità di
Napoli la camera ardente e la
bara di Ciro Esposito: i
funerali si svolgeranno domani
pomeriggio. Ad attendere il
feretro, sin dalle prime ore
della giornata di oggi, oltre
agli amici e ai parenti,
tantissime persone del quartiere
che hanno invaso l'Auditorium di
Scampia. Inizialmente sono
entrati solo i familiari e gli
amici più stretti della vittima.
Presente anche il sindaco di
Napoli, Luigi de Magistris, che
ha accolto il feretro al casello
autostradale di Caserta Nord.
L'esito dell'autopsia è stato
chiaro: Ciro è morto per un
colpo di pistola sparato ad
altezza d'uomo che lo ha
raggiunto alla schiena. Sia la
vittima che la persona che ha
sparato erano in posizione
eretta. Lo stesso Ciro aveva
confidato ai parenti, che lo
hanno riferito alla Digos, che
prima di essere ferito si era
avventato su Daniele De Santis,
scaraventandolo a terra.
Quest'ultimo avrebbe fatto fuoco
dopo essersi rialzato. Nel corso
dell'autopsia è stato anche
estratto dal corpo di Esposito
il proiettile. Tante le
testimonianze arrivate dalle
altre tifoserie. Davanti
all'autolavaggio dove lavorava
Ciro Esposito sono state messe
le sciarpe di Catania e Lazio. A
proposito della Lazio. Alcuni
gruppi di ultrà napoletani hanno
accolto i sostenitori
biancazzurri e li hanno portati
a Scampia nella camera ardente
dove c'era la salma di Ciro
Esposito. Nemiche storiche da
sempre, le due fazioni hanno
messo da parte l'odio e si sono
abbracciate per rispettare il
lutto. I tifosi laziali si sono
autotassati e hanno messo a
disposizione della famiglia
Esposito cinquemila euro. Questi
soldi potranno servire per
mettere una lapide a Tor di
Quinto, dove è accaduta la
tragedia. Il Comune di Napoli ha
donato il tumulo per la
sepoltura di Ciro Esposito. La
Giunta, su proposta
dell'assessorato al Patrimonio e
Cimiteri, ha approvato una
delibera con cui ha messo a
disposizione della famiglia
Esposito un tumulo nel cimitero
di Secondigliano per la
sepoltura di Ciro. Un'altra
iniziativa è partita dal
presidente del Coni Giovanni
Malagò, che ha deciso di
istituire una borsa di studio
intitolata alla memoria di Ciro.
L'omaggio è stato promesso da
Malagò durante una visita ai
familiari del tifoso napoletano.
Malagò domani sarà a Napoli e
terrà un'orazione al funerale
del giovane, che si svolgerà con
rito evangelico.
26 giugno 2014
Fonte: Repubblica.it
Addio a Ciro, è il
giorno del dolore marea umana
nella camera ardente
di Dario Del Porto e
Antonio Di Costanzo
Ciro Esposito è tornato
a Scampia, accolto da un fiume
di persone che si mette in fila,
silenziosamente, per tributare
un omaggio al ragazzo ferito
prima di una partita di calcio e
morto dopo 53 giorni di agonia.
Nella camera ardente allestita
nell'auditorium, un fascio di
fiori bianchi, una bandiera del
Napoli, un orsacchiotto di
peluche, il biglietto "Ciro per
sempre con noi". Quando sulla
bara viene issata la grande foto
che ritrae Ciro mentre sorride,
mamma Antonella viene colta da
un lieve malore e intorno a lei
tanti giovani piangono a
dirotto. Quasi certamente il
feretro sarà trasportato
dall'auditorium al centro della
piazza già intorno alle 13 di
oggi, per consentire a tutti di
rendervi omaggio e anche per
rispettare appieno le regole del
rito evangelico con cui sarà
celebrato il funerale. Si
fermerà anche il mercatino
rionale di Scampia. Il padre di
Ciro non era d'accordo: "Qui la
gente ha bisogno di lavorare".
Anche il presidente del Coni,
Gianni Malagò, parteciperà ai
funerali. Dalla Fifa un
messaggio di solidarietà.
27 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Secoloditalia.it
Ciro colpito alla
schiena folla alla camera
ardente
ROMA - Ciro Esposito è
morto per un colpo di pistola
sparato frontalmente ad altezza
d'uomo. Lo ha accertato
l'autopsia eseguita ieri. Il
proiettile ha raggiunto il
tifoso alla schiena, lacerato un
polmone e poi si è fermato nella
quinta vertebra. Causa della
morte dunque la lacerazione del
polmone che ha portato ad un
collasso multifunzionale
progressivo. Prosegue intanto
l'inchiesta della procura di
Roma. I pubblici ministeri
Eugenio Albamonte e Antonino Di
Maio hanno disposto una perizia
fonica su una registrazione
fatta da un parente di Ciro, in
cui si sente la vittima
affermare "sì è lui che mi ha
sparato" riconoscendo in una
foto di Daniele De Santis. Ieri
la salma è tornata a Napoli
accompagnata dai familiari, dove
l'attendeva la camera ardente
allestita nell'auditorium del
municipio di Scampia. L'ha
accolta un bagno di folla e per
tutta la nottata amici e
conoscenti hanno portato
peluche, lettere, bandiere e
sciarpe biancoazzurre, fiori.
Oggi pomeriggio i funerali. (f.
a.)
27 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
I volti dolenti di
Scampia
di Dario Del Porto
Migliaia si stringono a
Ciro, alle 16,30 i funerali in
piazza.
Un quartiere in fila per
salutare il suo "eroe". Ciro
Esposito torna a Scampia e viene
accolto da un fiume di persone
che si mette in coda,
silenziosamente, per tributare
un omaggio al ragazzo ucciso
prima di una partita di calcio.
Nella camera ardente allestita
nell'auditorium, un fascio di
fiori bianchi, una bandiera del
Napoli, un orsacchiotto di
peluche, il biglietto "Ciro per
sempre con noi". Quando il
feretro arriva, la folla si
scioglie in un applauso. C'è
tutto il suo mondo, nei volti
rigati dalle lacrime di questi
giovani che, da quel maledetto 3
di maggio, non hanno smesso un
istante di aspettarlo e di
pregare, confidando in un
miracolo che invece non si è
avverato: gli amici che in
questi 53 giorni si sono
alternati al lavoro
nell'autolavaggio per aiutare la
famiglia, i vicini di casa, la
fidanzata Simona che gli aveva
dedicato uno striscione
commovente, il papà Giovanni,
che invita Roma "a prendere
esempio dalla civiltà di
Scampia", la straordinaria mamma
Antonella, che con esemplare
dignità non ha mai smesso di
invocare giustizia invitando a
chiudere per sempre la pagina
della violenza, lo zio Vincenzo,
che sin dal primo momento ha
trovato la forza e le parole
giuste per far comprendere che
ad essere colpito, nell'assurda
sparatoria di Tor di Quinto, era
stato un bravo ragazzo, non un
delinquente. E soprattutto
tantissima gente del quartiere,
che si firma con i soprannomi di
una vita su biglietti e
messaggi. Quando sulla bara
viene issata la grande foto che
ritrae Ciro mentre sorride,
mamma Antonella viene colta da
un lieve malore e intorno a lei
tanti giovani piangono a
dirotto. "Ciro è una vittima
della criminalità e della
violenza, dalle indagini sta
venendo fuori la verità",
sottolinea l'avvocato Angelo
Pisani, presidente della
municipalità, che assiste la
famiglia con il fratello Sergio.
E aggiunge: "Sul suo viso
c'erano pace e serenità, in
perfetta sintonia con le parole
di compostezza e speranza
pronunciate dalla madre".
|
Anche il mondo ultrà si
è mobilitato. Hanno mandato
corone di fiori la famiglia
Speziale, l'ultrà del Catania
condannato per la morte del
poliziotto Salvatore Raciti, che
scrive "al caro amico Ciro", i
supporter della Curva Sud della
Nocerina, quelli del Bologna.
Nella notte, direttamente dalla
Germania, arriveranno i
sostenitori del Borussia
Dortmund per partecipare ai
funerali fissati per questo
pomeriggio alle 16.30 nella
piazza Grandi Eventi di Scampia.
Il Calcio Napoli sta preparando
per il suo sfortunato tifoso una
maglietta commemorativa. Quasi
certamente il feretro sarà
trasportato dall'auditorium al
centro della piazza già intorno
alle 13 di oggi, per consentire
a tutti di rendervi omaggio e
anche per rispettare appieno le
regole del rito evangelico con
cui sarà celebrato il funerale.
Dopo l'autopsia, la salma di
Ciro Esposito è partita da Roma
per poi arrivare a Scampia,
accompagnata dal sindaco Luigi
de Magistris intorno alle 18.30
di ieri. "Un viaggio di ritorno
che non avrei mai voluto fare",
commenta l'avvocato Sergio
Pisani, che per tutto il
tragitto è rimasto accanto ai
parenti di Ciro. Il Comune ha
donato il tumulo dove la salma
sarà sepolta. Prima di arrivare
all'auditorium, il corteo ha
attraversato, fra gli applausi,
le strade del quartiere
tappezzate di striscioni in
memoria del ragazzo, passando
anche davanti all'autorimessa
dove, da due giorni, centinaia
di persone si avvicendano per
lasciare fiori ed esprimere
cordoglio. Tutto si sta
svolgendo nella massima civiltà
e tranquillità, sotto l'occhio
vigile della Digos diretta da
Luigi Bonagura, del
commissariato Scampia guidato da
Cristiano Tatarelli con il vice
Lorenzo Gentile e dell'Arma dei
carabinieri. Nella camera
ardente si è trattenuto a lungo
il sindaco de Magistris, che ha
annullato tutti gli impegni
previsti nelle giornate di ieri
e di oggi "per essere più vicino
alla famiglia di Ciro Esposito",
come ha spiegato nella garbata
lettera inviata a Maurizio
Marinella con la quale gli ha
comunicato la decisione di non
partecipare all'iniziativa per i
cento anni dell'azienda delle
cravatte. "La vita del nostro
Ciro Esposito si è fermata a
causa di un'assurda e gratuita
violenza - scrive de Magistris -
e motivi prima di tutto umani
non mi consentono di partecipare
al tuo evento subito dopo aver
reso omaggio alla memoria di un
ragazzo ucciso dalla barbarie e
dalla sopraffazione". In
occasione delle esequie si
fermerà anche il mercatino
rionale di Scampia. Il papà di
Ciro, Giovanni, non era
d'accordo: "È proprio necessario
? - aveva obiettato - qui la
gente ha bisogno di lavorare".
27 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Ilfattoquotidiano.it
Alle esequie il
presidente del Coni Malagò
Lettera della Fifa alla
famiglia: "tutto il calcio è
scosso"
Una
borsa di studio in memoria di
Ciro Esposito. È l'omaggio
promesso dal presidente del
Coni, Giovanni Malagò, che ieri
ha incontrato la mamma del
giovane sostenitori del Napoli
ucciso a Roma la sera del 3
maggio. È stato un colloquio
carico di emozione, come Malagò
ha riferito a Gianni Maddaloni,
il maestro di judo di Scampia
con il quale il presidente del
Coni ha parlato ieri a lungo di
questa tragedia che ha ferito
tutto il Paese. Il presidente
del Coni sarà oggi a Napoli per
partecipare ai funerali di Ciro
dove, quasi certamente, prenderà
anche la parola per pronunciare
una breve orazione. Ma i
drammatici eventi consumati alla
vigilia della finale di Coppa
Italia fra Napoli e Fiorentina,
hanno destato profonda
commozione anche all'estero.
"Tutto il calcio è scosso per la
morte di Ciro", ha scritto
l'ufficio delle relazioni
esterne della Fifa, il governo
mondiale del calcio presieduto
da Joseph Blatter, nel messaggio
di posta elettronica inviato a
Angelo Pisani, presidente della
municipalità e legale della
famiglia Esposito, con il quale
si preannuncia un telegramma di
cordoglio per la famiglia. Anche
il cardinale Crescenzio Sepe è
tornato a commentare la
scomparsa di Ciro Esposito,
definendola come "la morte non
solo di un giovane ma di tutti,
perché chi crede negli ideali si
sente mortificato da questi
eventi". L'arcivescovo ha
parlato di "episodio di una
gravità unica, senza alcuna
logica. Siamo di fronte alla
violenza fine a sé stessa contro
un giovane che va a divertirsi
per vedere la sua squadra. Ma
questo è l'assurdo a cui si
arriva quando si perdono i
valori". Alla funzione, che sarà
celebrata con rito evangelico,
pronuncerà un'orazione anche don
Aniello Manganiello, parroco
molto impegnato sul territorio
di Scampia con l'associazione
"Ultimi". "Ciro non ha pensato a
sé stesso, ma agli altri -
sottolinea il sacerdote - Era un
ragazzo gioviale, aperto,
generoso. È naturale, in alcune
situazioni, vivere momenti di
rabbia e di vendetta, ma bisogna
fare spazio alla razionalità e
alla riflessione. L'invito che
Ciro fa alla mamma e a tutti noi
è a bandire la violenza perché
non è quella la strada per dare
un volto nuovo alla nostra
città. Ho letto su Facebook
commenti che mi hanno lasciato
allibito. Sono frasi piene di
odio. Le ho cancellate dal mio
profilo. La via del cambiamento
- conclude don Manganiello - non
è la violenza, ma il perdono".
27 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Napoli.repubblica.it
La moglie di De
Magistris abbraccia la madre
dell'ultrà
Maria Teresa Dolce,
moglie del sindaco di Napoli,
Luigi De Magistris, è entrata
nella camera ardente allestita
per Ciro Esposito
nell'Auditorium della
Municipalità di Scampia, dove ha
abbracciato la madre del
ragazzo, Antonella Leardi. Le
due donne sono rimaste a parlare
per qualche minuto.
L'autopsia: Esposito colpito
alla schiena Il corpo dell'ultrà
è arrivato nel napoletano nel
tardo pomeriggio di ieri, dopo
l'autopsia effettuata dai medici
dell'Istituto di Medicina Legale
della Sapienza. Esami che hanno
confermato che Esposito è stato
colpito alla schiena da uno
sparo ad altezza uomo, durante
gli scontri scoppiati nel
prepartita della finale di Coppa
Italia Fiorentina-Napoli. Ma i
parenti che hanno parlato con
lui durante i 52 giorni di
agonia al Gemelli affermano che
il ragazzo è stato colpito anche
da un altro proiettile oltre a
quello che gli perforò il
polmone che lo ha ferito di
striscio ad una mano. Il
racconto dell'ultrà prima di
morire Nel suo ultimo racconto
prima di morire il tifoso
napoletano avrebbe ricostruito
la dinamica di quel drammatico
pomeriggio. "Ho raggiunto io per
prima quell'uomo e l'ho spinto a
terra. Quando si è rialzato in
piedi eravamo a breve distanza,
faccia a faccia e mi sparato in
petto" avrebbe detto Esposito ai
suoi riconoscendo in Daniele De
Santis il suo presunto
assassino. Una ricostruzione
che, se confermata, cambia il
capo d'accusa da tentato
omicidio a omicidio volontario
per De Santis che, intanto per
motivi di sicurezza è stato
trasferito dal carcere del
Policlinico all'ospedale
Belcolle di Viterbo.
27 giugno 2014
Fonte: Rainews.it
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Fanpage.it
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