Follia ultrà, il dramma
di Ciro: è clinicamente morto
Le condizioni del tifoso
del Napoli ferito a colpi di
pistola prima della finale di
Coppa Italia il 3 maggio si sono
improvvisamente aggravate. È
tenuto in vita solo da farmaci e
macchinari. La madre: "Se n'è
andato".
Ciro Esposito, il tifoso
del Napoli ferito a colpi di
pistola prima della finale di
Coppa Italia il 3 maggio scorso,
è clinicamente morto. La notizia
è arrivata dopo il peggioramento
delle sue condizioni di salute
in seguito a un nuovo intervento
chirurgico "salva vita" al
polmone, subito due giorni fa.
Il ragazzo è in coma
farmacologico, tenuto in vita
soltanto dai farmaci e dai
macchinari. In mattinata il suo
legale aveva comunicato il
peggioramento dello stato di
salute. Anche i genitori di Ciro
sono in ospedale. "Vogliamo
giustizia" - "Voglio che nessuno
usi il nome di mio nipote - ha
ribadito lo zio di Ciro - per
altre violenze. Noi vogliamo
giustizia, vogliamo che De
Santis paghi per quello che ha
fatto e vogliamo anche che
prefetto e questore siano
rimossi. Spero che il presidente
del Consiglio intervenga".
"Vogliamo che chi ha commesso
errori paghi", ha sottolineato
Vincenzo Esposito fuori dal
Policlinico Gemelli. "Il sindaco
di Roma ha dimostrato squallore
umano, è venuto qui e non è
passato a trovarlo. In generale
- ha aggiunto Vincenzo Esposito
- non abbiamo sentito vicino lo
Stato". Il legale di De Santis -
"Ho appreso da poco che si sono
aggravate le condizioni di Ciro
Esposito. Provo dispiacere, come
tutti, per questo ragazzo, prima
che un avvocato sono un uomo. Mi
auguro che le sue condizioni
possano migliorare". Così
l’avvocato Tommaso Politi,
difensore di Daniele De Santis,
l’ultrà giallorosso accusato di
tentato omicidio dopo gli
scontri per la finale di Coppa
Italia, ha commentato
l’aggravarsi delle condizioni
del tifoso napoletano Ciro
Esposito. L’avvocato ha riferito
che incontrerà De Santis nei
prossimi giorni: "Daniele non
sta bene, deve essere rioperato.
Ha una infezione importante alla
gamba".
24 giugno 2014
Fonte: Sport.sky.it
© Fotografia:
Ilpost.it - Roma.repubblica.it
È morto Ciro Esposito,
50 giorni di agonia
Il tifoso del Napoli fu
ferito a Roma il 3 maggio prima
della finale di Coppa Italia.
Ciro Esposito, il
giovane tifoso del Napoli ferito
a Roma prima della finale di
Coppa Italia, è morto nelle
prime ore di questa mattina nel
reparto di Rianimazione del
Gemelli, dove era ricoverato. Le
sue condizioni si erano
improvvisamente aggravate ieri,
dopo svariati interventi
chirurgici che avevano fatto
sperare in un miglioramento.
Cosciente quasi fino all'ultimo,
era poi entrato in coma
irreversibile. Esposito è morto
"per insufficienza multi
organica non rispondente alle
terapie mediche e di supporto
alle funzioni vitali", ha
precisato Massimo Antonelli,
direttore del Centro
rianimazione del Gemelli, che ha
anche espresso, nome di tutto il
reparto "profondo cordoglio e
vicinanza ai genitori di Ciro in
questo momento di dolore per la
perdita del proprio figlio".
Ciro a familiari, mi ha
sparato De Santis - "Mi ha
sparato lui". Questo avrebbe
detto Ciro Esposito ad alcuni
suoi familiari che gli
mostravano foto di Daniele De
Santis apparse sui giornali. I
parenti saranno sentiti dalla
Digos di Roma. Ciro avrebbe
affidato la sua testimonianza ai
familiari in uno dei momenti di
lucidità durante la lunga
degenza. Tifoso, ora può accadere
di tutto - "Ora può accadere di
tutto". A parlare è Sasà
Capobiondo, appartenente ai
gruppi del tifo organizzato del
Napoli, che si trova
all'autolavaggio a Scampia
gestito dalla famiglia di Ciro
Esposito. "Rispetto l'appello
dei familiari - dice - ma non so
come reagirò quando vedrò un
tifoso della Roma che si
comporta come ha fatto De
Santis". Parla di odio e spiega
però che questi sentimenti "non
sono per i tifosi romanisti in
generale, ma per chi si macchia
di simili gesti". Ora De Santis è indagato
per omicidio volontario - Con la
morte di Ciro Esposito cambia,
aggravandosi, la posizione di
Daniele de Santis, l'uomo
detenuto a Regina Coeli in
quanto ritenuto colui che sparò
al gruppo di supporters
napoletani. Non più tentato
omicidio, ma omicidio
volontario: questa la nuova
ipotesi di reato contestata
all'ex ultrà romanista. Il dolore al Gemelli - I
parenti e gli amici di Ciro
Esposito si sono riuniti al
Gemelli dopo la notizia della
morte del giovane. C'erano la
madre, Antonella Leardi, il
padre Giovanni, la fidanzata
Simona e un'altra ventina di
persone. Il dolore e la
stanchezza dei genitori di
Esposito sono evidenti: la
famiglia ha annunciato
l'intenzione di non rilasciare
dichiarazioni oggi, a parte
quelle dello zio di Ciro, e ha
affidato il proprio pensiero ad
un comunicato stampa La famiglia
attende di poter disporre del
suo corpo per riportarlo a
Napoli. Appello famiglia
Esposito, chi ha sbagliato paghi
- ''Alle 6 di questa mattina
dopo un calvario durato 50
giorni si è spento il nostro
Ciro, un eroe civile. Quel
maledetto 3 maggio il nostro
Ciro è intervenuto in via Tor di
Quinto a Roma per salvare i
passeggeri del pullman delle
famiglie dei tifosi del Napoli
calcio. Il nostro Ciro ha
sentito le urla di paura dei
bambini che insieme alle loro
famiglie volevano vedere una
partita di calcio; è morto per
salvare gli altri. Chiediamo
alle istituzioni di fare la loro
parte''. Comincia così l'appello
della Famiglia Esposito per
chiedere giustizia per Ciro
morto dopo 50 giorni di agonia. Domani autopsia,
funerale Ciro non prima di
venerdì - L'autopsia verrà
eseguita domani mattina e il
funerale si svolgerà non prima
di venerdì prossimo. L'esame
autoptico è affidato al medico
legale Costantino Ciallella e
successivamente il pm Eugenio
Albamonte firmerà il nulla osta
per la riconsegna della salma ai
familiari. L'autopsia, oltre ad
accertare le cause della morte,
servirà per ricostruire la
dinamica del ferimento del
tifoso.
Camera ardente in
allestimento a Scampia - Si sta
allestendo nell'auditorium di
Scampia, a Napoli, la camera
ardente che dovrebbe accogliere
la salma di Ciro Esposito, fa
sapere Angelo Pisani, presidente
della Municipalità nel cui
territorio cade anche il rione
di Scampia. Pisani, che è anche
l'avvocato di Esposito, ha
avviato una raccolta firme per
chiedere al Presidente
Napolitano la medaglia al valore
civile per Ciro: "Non
dimentichiamo che è stato ferito
e poi è morto dopo una lunga
agonia per avere cercato di
difendere donne e bambini da un
attacco con bombe carta a un
pullman di supporter
partenopei". L'avvocato ha anche
fatto sapere che è stata
inoltrata alla magistratura
l'istanza di rilascio della
salma.
|
Avvocato, chiediamo
lutto nazionale - "All'alba il
cuore di Ciro si è fermato,
chiediamo il lutto nazionale per
il nostro ragazzo". È quanto
chiede Angelo Pisani, l'avvocato
di Ciro Esposito, il giovane
tifoso del Napoli, ferito prima
della finale di Coppa Italia, a
Roma, lo scorso 3 maggio.
Pisani, che è anche presidente
della municipalità di Napoli in
cui ricade anche Scampia, zona
di Napoli dove Ciro viveva,
chiede anche che gli sia dato
l'ultimo saluto nell'auditorium
del quartiere, con tutti i
napoletani. Sindaco Napoli,
proclamiamo il lutto cittadino -
Il sindaco di Napoli, Luigi De
Magistris, proclama il lutto
cittadino. Lo annuncia con un
tweet nel quale scrive "Ciro è
morto e a Napoli proclamiamo il
lutto cittadino. Per Ciro, per i
familiari, per il nostro popolo.
Per dire no al binomio
calcio-violenza", conclude De
Magistris..Lo zio, basta violenza -
"A nome di tutta la famiglia -
ha aggiunto lo zio di Esposito -
dico a tutti basta violenza".
Esposito era rimasto ferito da
colpi di pistola a Roma il 3
maggio, vicino allo Stadio
olimpico prima della finale di
Coppa Italia tra Napoli e
Fiorentina. Un'infezione
polmonare che si è innestata in
un quadro clinico già
compromesso. Sarebbe questa la
causa dell'aggravarsi delle
condizioni di Esposito. L'uomo
era già stato sottoposto ad
alcune operazioni, la prima al
polmone; era in dialisi e aveva
un'attività epatica non
pienamente efficiente. L'ultimo
intervento il 19 giugno scorso. Allerta forze ordine
Roma, si temono raid tifosi -
Forze dell'ordine in allerta
nella Capitale per l'eventuale
arrivo di gruppi isolati di
tifosi napoletani dopo il
decesso di Ciro Esposito. Si
temono raid e vendette nei
confronti della tifoseria
romanista. A sparare a Ciro
sarebbe stato un ultrà
giallorosso, Daniele De Santis. La visita della famiglia
Sandri - A fare visita a Ciro
Esposito, ieri, anche il padre e
il fratello di Gabriele Sandri,
il tifoso laziale ucciso l'11
novembre del 2007 in un'area di
servizio nei pressi di Arezzo
mentre era in viaggio in
macchina, con quattro amici,
diretto verso lo stadio Meazza
per vedere la partita
Inter-Lazio. Durante una sosta
nell'area di servizio Badia del
Pino, sulla A1, Gabriele Sandri
fu colpito da un colpo di
pistola sparato dall'agente
della Polstrada Luigi
Spaccarotella. Lo zio di Ciro, Questore
e Prefetto Roma si dimettano -
"Vogliamo giustizia, non
vogliamo che il nome di mio
nipote sia usato per altre
violenze. Ma il questore e il
prefetto di Roma devono
dimettersi". Così lo zio di
Ciro, Enzo Esposito davanti al
Gemelli. "Mio nipote sta morendo
- aveva detto ieri, prima del
decesso - perché quel fascista
gli ha sparato - ha aggiunto -
ma anche perché è rimasto a
terra un'ora senza soccorsi.
Vogliamo De Santis condannato e
questore e prefetto a casa per
le loro negligenze". Lo zio di
Ciro ha anche criticato
aspramente il sindaco di Roma
Ignazio Marino per non essere
mai venuto a trovare il giovane.
"Il suo squallore è ormai
chiaro", ha detto..
24 Giugno 2014
Fonte: Ansa.it
© Fotografia: Ansa.it
- Ilmattino.it
All'alba è morto Ciro
Esposito
di Daniela De Crescenzo
Ha smesso di battere
alle sei del mattino il cuore di
Ciro Esposito, il tifoso del
Napoli di 28 anni ferito il 3
maggio da un ex tifoso
romanista, l’estremista di
destra Daniele De Santis, detto
Gastone, mentre si avviava allo
stadio Olimpico per assistere
all’incontro Napoli-Fiorentina.
"Ciro è un eroe civile, è morto
per difendere degli innocenti",
ha detto lo zio Vincenzo. Il
ragazzo era rimasto coinvolto
negli scontri con il gruppo
guidato da De Santis che aveva
assaltato un bus pieno di
napoletani. Tra di loro molte
donne e bambini. Ciro è spirato
al policlinico Gemelli dopo 52
giorni di agonia e dopo aver
subito sei interventi
chirurgici. Con lui c’erano la
mamma Antonella, il padre
Giovanni, la fidanzata Simona e
il fratello Michele. Ma tutta la
famiglia Esposito, le zie e gli
zii del ragazzo, i cugini e
tanti amici arrivati da Scampia
dove il ragazzo gestiva un
autolavaggio insieme al
fratello, è restata per tutta la
notte a vegliare nel piazzale
dell’ospedale. L’allarme era
scattato ieri mattina quando
dopo l’ennesimo intervento al
polmone le condizioni del
ragazzo erano peggiorate. Ma
Ciro, che aveva solo 28 anni,
era robusto e quindi ha cercato
di resistere fino all’ultimo.
"Il cuore batte, Ciro è vivo.
Preghiamo", aveva continuato a
dire per l’intera giornata
Gianni, il padre del ragazzo. Ma
alle sei di stamane il giovane
si è arreso e la famiglia ha
rinnovato il suo appello: "No a
tutti i tipi di violenza, noi
chiediamo giustizia e non
vendetta. Il prefetto e il
Questore di Roma si devono
dimettere, ma a tutti i tifosi
del Napoli chiediamo di
mantenere i nervi saldi. Nessun
gesto violento nel nome di
Ciro".
24 Giugno 2014
Fonte: Ilmattino.it
La famiglia: rimuovere
il prefetto di Roma. il sindaco
De Magistris proclama il lutto
cittadino.
Morto Ciro Esposito, i
parenti: riconobbe chi gli ha
sparato
Il tifoso del Napoli
ferito prima della finale di
Coppa Italia era ricoverato da
50 giorni. Avrebbe detto di aver
riconosciuto dalle foto sui
giornali l’ex ultra giallorosso
De Santis.
Ciro Esposito non ce
l’ha fatta. Il tifoso del Napoli
ferito il 3 maggio scorso a Roma
prima della finale di Coppa
Italia, è morto mercoledì
all’alba. Lo si è appreso dal
Policlinico Gemelli dove il
tifoso era ricoverato nel
reparto di rianimazione. Dopo 50
giorni di degenza, le sue
condizioni si erano aggravate
nella giornata di martedì. La
morte di Esposito modifica anche
la situazione di Daniele de
Santis, ex ultrà giallorosso
accusato di aver sparato i colpi
di pistola contro il tifoso
napoletano: per lui l’accusa è
ora quella di omicidio
volontario. I pubblici
ministeri, Eugenio Albamonte e
Antonino Di Maio, faranno
notificare la nuova imputazione
a De Santis, ora ricoverato in
stato di arresto in una
struttura medica penitenziaria. Le informazioni dei
famigliari - Conversando con le
persone che sono andate a
trovarlo durante la sua lunga
degenza al Policlinico Gemelli,
Esposito potrebbe aver
riconosciuto in Daniele De
Santis il suo aggressore. È
questo quanto vogliono accertare
gli investigatori e i pubblici
ministeri capitolini che hanno
affidato ora alla Digos la
delicata indagine. In
particolare, si vuole stabilire
attraverso l’audizione di
familiari, amici e di chi si è
alternato al capezzale del
ferito, se quest’ultimo, in
momenti di lucidità, possa aver
parlato con loro di un eventuale
riconoscimento di De Santis,
magari dopo aver visto una foto
dell’ex ultras sui giornali. Il
magistrato e gli investigatori
avevano in programma
l’interrogatorio di Esposito su
questo punto dell’inchiesta ma
la morte avvenuta stamattina li
ha costretti a far riferimento a
chi possa aver raccolto
informazioni da lui. "Nostro figlio, eroe
civile" - "Alle 6 di mercoledì
mattina dopo un calvario durato
50 giorni si è spento il nostro
Ciro, un eroe civile. Quel
maledetto 3 maggio il nostro
Ciro è intervenuto in via Tor di
Quinto a Roma per salvare i
passeggeri del pullman delle
famiglie dei tifosi del Napoli
calcio. Il nostro Ciro ha
sentito le urla di paura dei
bambini che insieme alle loro
famiglie volevano vedere una
partita di calcio; è morto per
salvare gli altri. Chiediamo
alle istituzioni di fare la loro
parte". Comincia così l’appello
della famiglia Esposito per
chiedere giustizia. Chi ha sbagliato paghi -
La famiglia del giovane tifoso
partenopeo chiede anche azioni
immediate: "Daniele De Santis
non era solo. Vogliamo che
vengano individuati e consegnati
alla giustizia i suoi complici.
Vogliamo che chi, nella gestione
dell’ordine pubblico, ha
sbagliato paghi. Innanzitutto il
prefetto di Roma che non ha
tutelato l’incolumità dei tifosi
napoletani. Chiediamo al
presidente del Consiglio di
accertare le eventualità
responsabilità politiche di
quanto accaduto". "Nessuno può
restituirci Ciro ma in nome suo
chiediamo giustizia e non
vendetta. Vogliamo ringraziare
tutti coloro che in questi 50
giorni hanno manifestato la loro
solidarietà. Oggi non è gradita
la presenza delle istituzioni
che si sono nascoste in questi
50 giorni di dolore". De Laurentiis: "Una
tragedia, calcio e istituzioni
riflettano" - "Una tragedia che
deve far riflettere il mondo del
calcio e delle istituzioni che
collaborano con esso". Così il
presidente del Napoli, Aurelio
De Laurentiis, ha commentato la
notizia relativa alla scomparsa
di Esposito. "Ciro era un nostro
tifoso che voleva passare una
serata di gioia tifando per la
propria squadra. Esprimo ai
genitori ed a tutta la sua
famiglia le mie più sentite
condoglianze, unitamente a tutto
il Napoli".
|
Cinquanta giorni di
ricovero - Esposito è morto "per
insufficienza multi organica non
rispondente alle terapie mediche
e di supporto alle funzioni
vitali", spiega in una nota
Massimo Antonelli, direttore del
Centro rianimazione del Gemelli,
dove il tifoso era ricoverato da
50 giorni. Il professor
Antonelli, a nome di tutto il
reparto "esprime profondo
cordoglio e la vicinanza ai
genitori di Ciro in questo
momento di dolore per la perdita
del proprio figlio". Lo zio: no a violenza in
nome di Ciro - "Non si faccia
violenza nel nome di Ciro". È
l'appello lanciato da Enzo, lo
zio di Ciro Esposito mercoledì
mattina. "Invitiamo a mantenere
la calma - sottolinea lo zio,
poco dopo la morte del ragazzo -
non vogliamo altra violenza, ma
solo rispetto per Ciro. Il
nostro obiettivo è riportare
Ciro al più presto a casa. Per
noi adesso è il momento del
dolore - aggiunge - ma stiamo
lavorando per poter accelerare i
tempi e ripartire per Napoli".
Bisogna avere però
l'autorizzazione visto che c'è
un'inchiesta in corso e potrebbe
essere richiesta un'autopsia.
"Speriamo che almeno su questo
ci sia un po' di pietas umana e
ci venga evitato un lungo
strazio anche per tornare a
casa". L'uomo non nasconde un
po' di amarezza: "Mi aspettavo
un po' di vicinanza in queste
settimane da parte delle
istituzioni, ma non è mai
arrivata salvo qualche eccezione
come il sindaco di Napoli De
Magistris" e ha ribadito:
"questore e prefetto di Roma
devono dimettersi". Nelle prime
ore di mercoledì è arrivato un
tweet del sindaco di Napoli, che
proclama il lutto cittadino. Camera ardente a Scampia
- Si terrà nell’auditorium di
Scampia la camera ardente di
Ciro Esposito. Lo riferisce
Angelo Pisani, presidente della
Municipalità nel cui territorio
cade anche il rione di Scampia,
nonché uno dei legali della
famiglia Esposito:
"L’allestimento inizierà dopo
l’autopsia e il nulla osta della
magistratura. Intanto abbiamo
avviato una raccolta firme per
chiedere al presidente
Napolitano la medaglia al valore
civile per Ciro. Non
dimentichiamo che è stato ferito
e poi è morto dopo una lunga
agonia per avere cercato di
difendere donne e bambini da un
attacco con bombe carta a un
pullman di supporter
partenopei"..
25 giugno 201425 giugno 2014
Fonte: Roma.corriere.it
© Fotografia:
Gazzetta.it
Ciro Esposito è morto
La famiglia del tifoso del
Napoli: "Solo rispetto, no a
violenza in suo nome".
Non ce l'ha fatta Ciro
Esposito, il tifoso del Napoli
gravemente ferito il 3 maggio
scorso durante gli incidenti
avvenuti fuori allo Stadio
Olimpico di Roma, in occasione
della finale di Coppa Italia. Il
giovane era ricoverato al
policlinico Gemelli. Il 19
giugno scorso era stato
sottoposto a una nuova revisione
chirurgica, dopo avere subito
pochi giorni prima una
lobectomia superiore destra e,
in precedenza, diversi altri
interventi chirurgici dai quali
non si era mai ripreso
completamente per via di
numerose complicanze dovute alla
grave lesione traumatica subita.
"Dopo 50 giorni di rianimazione
intensa e protratta Ciro
Esposito è deceduto per
insufficienza multi organica -
comunica il professor Massimo
Antonelli, direttore del Centro
di Rianimazione del Policlinico
A. Gemelli dove il giovane era
ricoverato - non rispondente
alle terapie mediche e di
supporto alle funzioni vitali".
Il professor Antonelli a nome di
tutto il personale del reparto
esprime "il profondo cordoglio e
la vicinanza ai genitori di Ciro
in questo momento di intenso
dolore per la perdita del
proprio figlio". La famiglia del
tifoso partenopeo lancia un
appello ai tifosi per bocca di
Enzo, zio di Ciro: "Non si
faccia violenza nel nome di
Ciro". "Invitiamo a mantenere la
calma - sottolinea lo zio poco
dopo la morte del ragazzo - non
vogliamo altra violenza, ma solo
rispetto per Ciro". Poco più
tardi arriva una nota a firma
dei famigliari in cui si
lanciano accuse pesanti alle
istituzioni: "Nessuno può
restituirci Ciro, ma in nome suo
chiediamo giustizia e non
vendetta. Vogliamo ringraziare
tutti coloro che in questi 50
giorni hanno manifestato la loro
solidarietà. Oggi non è gradita
la presenza delle istituzioni
che si sono nascoste in questi
50 giorni di dolore". E ancora:
"Alle 6 di questa mattina dopo
un calvario durato 50 giorni si
è spento il nostro Ciro, un eroe
civile. Quel maledetto 3 maggio
il nostro Ciro è intervenuto in
via Tor di Quinto a Roma per
salvare i passeggeri del pullman
delle famiglie dei tifosi del
Napoli calcio. Il nostro Ciro ha
sentito le urla di paura dei
bambini che insieme alle loro
famiglie volevano vedere una
partita di calcio. Ciro è morto
per salvare gli altri. Noi
chiediamo alle istituzioni di
fare la loro parte". "All'alba di questa
mattina, stavolta per sempre, si
è fermato il cuore di Ciro
Esposito, il giovane tifoso
napoletano ricoverato al
Policlinico Gemelli di Roma dopo
gli scontri dinanzi all'Olimpico
del 3 maggio scorso, nei quali
era rimasto gravemente ferito da
un colpo di pistola sparato da
ultrà della Roma. Chiediamo che
sia proclamato il lutto
nazionale". è quanto chiede
Angelo Pisani, difensore della
famiglia Esposito e presidente
dell'Ottava Municipalità di
Napoli, comprendente il
quartiere in cui Ciro lavorava
all'autolavaggio, a Scampia. "La
morte di Ciro - spiega il legale
- rappresenta il fallimento di
uno Stato che aveva il dovere di
tutelare i cittadini e le
manifestazioni sportive in
generale. Tutto questo non è
avvenuto e a rimetterci la vita
è stato un ragazzo innocente,
che da oggi in poi sarà il
nostro eroe". "Aspettiamo -
conclude Pisani - di poterlo
onorare per l'ultima volta con
una cerimonia che convocheremo
presso l'Auditorium di Scampia,
perché tutto il quartiere possa
stringersi intorno a Ciro e alla
sua famiglia, che rappresentano
dinanzi a tutta l'Italia i
valori positivi di Napoli".
25 giugno 2014
Fonte: Huffingtonpost.it
© Fotografia:
Napolitoday.it
Ciro Esposito è morto,
la famiglia: "Ci disse che a
sparare fu De Santis"
Era stato ferito a colpi
di pistola il 3 maggio scorso a
Roma prima della gara tra il
Napoli e la Fiorentina. L'uomo è
morto "per insufficienza multi
organica non rispondente alle
terapie mediche e di supporto
alle funzioni vitali", si legge
in una nota del policlinico
Gemelli di Roma, dove era
ricoverato. Il sindaco De
Magistris: "A Napoli lutto
cittadino. Comune si costituirà
parte civile al processo".
Marino: "Morte Ciro notizia
devastante". Intanto il presunto
omicida è stato trasferito per
ragioni di sicurezza.
È morto questa mattina
alle 6 Ciro Esposito, il tifoso
del Napoli ferito il 3 maggio
scorso a Roma prima della finale
di Coppa Italia tra al squadra
partenopea e la Fiorentina. Lo
si apprende dal policlinico
Gemelli dove il tifoso era
ricoverato nel reparto di
rianimazione. Le sue condizioni
ieri si erano aggravate
lasciando poche speranze di
sopravvivenza. Intanto Daniele
De Santis, il presunto omicida,
è stato trasferito per motivi di
sicurezza nella struttura
protetta dell’ospedale Belcolle
di Viterbo. De Santis si trovava
in stato di arresto presso il
Policlinico Umberto I di Roma.
Esposito è morto "per
insufficienza multi organica non
rispondente alle terapie mediche
e di supporto alle funzioni
vitali", spiega in una nota
Massimo Antonelli, direttore del
Centro rianimazione del Gemelli,
dove il tifoso era ricoverato da
54 giorni. I parenti e gli amici
sono riuniti all’esterno del
pronto soccorso del Policlinico,
attiguo al reparto Rianimazione
dove il giovane tifoso del
Napoli è deceduto. Ci sono la
madre, Antonella Leardi, il
padre Giovanni, la fidanzata
Simona e un’altra ventina di
persone tra familiari e amici.
La salma è stata trasferita al
Policlinico Umberto I, dove
verrà effettuata l’autopsia. Il
Comune di Napoli provvederà
all’allestimento della camera
ardente per Ciro Esposito
nell’auditorium di Scampia. I
funerali si terranno a Napoli
tra venerdì e sabato.
Ciro avrebbe detto ai
parenti: "Mi ha sparato De
Santis" -Esposito conversando
con le persone che sono andate a
trovarlo durante la sua lunga
degenza al Policlinico Gemelli,
potrebbe aver riconosciuto in
Daniele De Santis, l’uomo
detenuto a Regina Coeli in
quanto ritenuto colui che sparò
al gruppo di supporter
napoletani il suo aggressore. È
quanto vogliono accertare gli
investigatori e i pubblici
ministeri capitolini. "Mi ha
sparato lui", avrebbe detto il
giovane ad alcuni suoi familiari
che gli mostravano foto di De
Santis. I parenti che hanno
ricevuto la confidenza saranno
sentiti dalla Digos di Roma. Il
magistrato e gli investigatori
avevano in programma
l’interrogatorio di Esposito su
questo punto dell’inchiesta ma
la morte avvenuta stamattina li
ha costretti a far riferimento a
chi possa aver raccolto
informazioni da lui.
Cambia l’accusa per De
Santis: omicidio volontario -
Con la morte di Esposito cambia,
aggravandosi, la posizione di De
Santis. Non più tentato
omicidio, ma omicidio
volontario: questa la nuova
ipotesi di reato contestata
all’ex ultrà romanista. Il pm,
Eugenio Albamonte, titolare
dell’inchiesta giudiziaria,
dovrà oggi, tra l’altro,
nominare il medico legale al
quale sarà affidato l’incarico
di eseguire l’autopsia su
Esposito.
Rischio scontri,
questure di Roma e Napoli in
contatto - Le questure di Roma e
Napoli sono in contatto per
monitorare la situazione legata
a possibili arrivi di ultrà
partenopei a Roma. Si temono
raid e vendette tra ultrà. Per
questo, anche se al momento non
si segnalano arrivi neanche di
tifosi isolati a Roma, resta
l’allerta per le forze
dell’ordine. Anche per questo la
salma di Ciro Esposito è
arrivata all’Istituto di
Medicina legale della Sapienza
accompagnata da una staffetta
delle forze dell’ordine.
Ultrà napoletano: "Ora
può succedere del tutto" - "Ora
può accadere di tutto". A
parlare è Sasà Capobiondo,
appartenente ai gruppi del tifo
organizzato del Napoli, che si
trova all’autolavaggio a Scampia
gestito dalla famiglia Esposito.
"Rispetto l’appello dei
familiari - dice - ma non so
come reagirò quando vedrò un
tifoso della Roma che si
comporta come ha fatto De
Santis". Parla di odio e spiega
però che questi sentimenti "non
sono per i tifosi romanisti in
generale, ma per chi si macchia
di simili gesti". Alle
istituzioni e forze dell’ordine
che hanno gestito l’ordine
pubblico in occasione della
partita dà "zero in condotta".
"Siamo stati lasciati soli -
conclude - quando siamo arrivati
a Roma non c’era neanche un
vigile urbano".
La famiglia: "Oggi non è
gradita la presenza delle
istituzioni" - "Alle 6 di questa
mattina dopo un calvario durato
50 giorni si è spento il nostro
Ciro, un eroe civile. Quel
maledetto 3 maggio il nostro
Ciro è intervenuto in via Tor di
Quinto a Roma per salvare i
passeggeri del pullman delle
famiglie dei tifosi del Napoli
calcio. Il nostro Ciro ha
sentito le urla di paura dei
bambini che insieme alle loro
famiglie volevano vedere una
partita di calcio; è morto per
salvare gli altri. Chiediamo
alle istituzioni di fare la loro
parte". Comincia così l’appello
della Famiglia Esposito per
chiedere giustizia per Ciro.
Daniele De Santis (l’uomo che
secondo l’accusa avrebbe aperto
il fuoco contro il tifoso
napoletano, ndr) non era solo.
Vogliamo che vengano individuati
e consegnati alla giustizia i
suoi complici. Vogliamo che chi
- ribadiscono - nella gestione
dell’ordine pubblico, ha
sbagliato paghi. Innanzitutto il
prefetto di Roma che non ha
tutelato l’incolumità dei tifosi
napoletani. Chiediamo al
presidente del Consiglio di
accertare le eventualità
responsabilità politiche di
quanto accaduto - continua la
nota diramata dalla famiglia -
nessuno può restituirci Ciro ma
in nome suo chiediamo giustizia
e non vendetta. Oggi non è
gradita la presenza delle
istituzioni che si sono nascoste
in questi 50 giorni di dolore".
Lo zio: "Questore e
prefetto di Roma devono
dimettersi" - "Speriamo di
riportarlo a casa presto -
spiega Enzo, lo zio del giovane
- stiamo lavorando per poter
accelerare i tempi e ripartire
per Napoli". Bisogna avere però
l’autorizzazione visto che c’è
un’inchiesta in corso e potrebbe
essere richiesta un’autopsia.
"Mi aspettavo un po’ di
vicinanza in queste settimane da
parte delle istituzioni, ma non
è mai arrivata salvo qualche
eccezione come il sindaco di
Napoli De Magistris" e ha
ribadito: "Questore e prefetto
di Roma devono dimettersi".
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De Magistris: "Lutto
cittadino. Comune si costituirà
parte civile" - Il sindaco di
Napoli Luigi de Magistris
proclama il "lutto cittadino".
"Proclamiamo il lutto cittadino
- spiega de Magistris - per
Ciro, per i familiari, per il
nostro popolo. Per dire no al
binomio calcio-violenza". "La
città è profondamente colpita
dal lutto e lo sono anche io
personalmente - ha detto de
Magistris - è una vicenda triste
e drammatica. La città si
stringe attorno ai familiari".
"Vogliamo giustizia, se c’è
qualcuno che ha sbagliato paghi
- ha detto il sindaco - se da un
lato diciamo no alla vendetta,
dall’altro diciamo anche sì alla
giustizia. Chiediamo alla
magistratura romana di
ricostruire nel dettaglio quella
giornata drammatica e chiediamo
al Governo di accertare le
responsabilità, qualora
esistenti, sull’ordine pubblico
apparso assolutamente carente".
Il Comune di Napoli, inoltre, si
costituirà parte civile nel
processo a carico dei
responsabili della morte di
Esposito. "Napoli in questa
vicenda è stata particolarmente
lesa, ho trovato vergognoso come
nei giorni successivi la città
sia stata messa sul banco degli
imputati. Napoli difende i suoi
cittadini", ha spiegato il
sindaco Luigi De Magistris.
"Napoli - ha aggiunto - si è
sempre schierata, da quando sono
sindaco, dalla parte dei
cittadini in tutti i processi in
cui un cittadino e Napoli sono
stati danneggiati. Con la morte
di Ciro è morta nei sentimenti
tutta la città. Ho trovato
vergognoso certe operazioni
mediatiche e politiche".
Il legale: "Chiediamo il
lutto nazionale, lo Stato ha
fallito" - "Chiediamo che sia
proclamato il lutto nazionale",
scrive Angelo Pisani, difensore
della famiglia Esposito e
presidente dell’Ottava
Municipalità di Napoli,
comprendente il quartiere in cui
Ciro lavorava all’autolavaggio,
a Scampia. "La morte di Ciro -
spiega il legale - rappresenta
il fallimento di uno Stato che
aveva il dovere di tutelare i
cittadini e le manifestazioni
sportive in generale. Tutto
questo non è avvenuto e a
rimetterci la vita è stato un
ragazzo innocente, che da oggi
in poi sarà il nostro eroe".
"Aspettiamo - conclude Pisani -
di poterlo onorare per l’ultima
volta con una cerimonia che
convocheremo presso l’Auditorium
di Scampia, perché tutto il
quartiere possa stringersi
intorno a Ciro e alla sua
famiglia, che rappresentano
dinanzi a tutta l’Italia i
valori positivi di Napoli".
Scontri a Roma, Esposito
raggiunto da colpi di pistola -
Esposito era stato ferito il 3
maggio a Roma. Durante scontri
scoppiati con ultrà romanisti
nella zona di Tor di Quinto
prima della gara tra il Napoli e
la Fiorentina, l’uomo era stato
raggiunto da diversi colpi di
pistola uno dei quali, entrato
dal torace, è arrivato alla
colonna vertebrale. Per
l’accaduto era finito in manette
Daniele De Santis, detto
"Danielino" o "Gastone", ex
ultrà giallorosso proveniente
dall’estrema destra, titolare di
un chiosco nelle vicinanze del
luogo in cui si sono verificati
i tafferugli. Secondo gli
inquirenti, l’ultrà romanista ha
fatto fuoco in direzione di
alcuni tifosi del Napoli, tra
cui Esposito, nel corso di una
rissa scoppiata dopo che De
Santis, assieme ad altre tre
persone ancora da identificare,
aveva provocato alcuni tifosi
del Napoli a bordo di un bus con
lanci di oggetti e fumogeni.
Chi era Ciro Esposito -
Un ragazzo di 31 anni, Ciro, con
la passione per il calcio e il
suo Napoli. Era aiuto
infermiere, aveva due fratelli e
una fidanzata, Simona. Lavorava
nell’azienda familiare, un
autolavaggio, insieme ai suoi
fratelli, sulla cui cancellata
oggi è stato apposto un drappo
nero, in segno di lutto. Viveva
a casa, con mamma e papà. Per
seguire una delle trasferte del
Napoli, il 3 maggio era partito
da Scampia, come aveva fatto
altre volte, insieme agli amici,
per quella che doveva essere una
festa del calcio. Arrivato a
Roma sperando in una vittoria in
finale di Coppa Italia,
all’Olimpico non è riuscito
neanche a mettere piede.
Benitez: "Una morte che
non ha senso" - "La morte di
Ciro Esposito è qualcosa di
drammatico, ingiustificabile,
terribile… Un giovane non può
perdere la vita mentre
s’incammina allo stadio per
vedere la sua squadra. Non ha
senso". È il messaggio di
cordoglio che Rafa Benitez,
allenatore del Napoli, affida al
suo sito web. "Dove sta andando
il calcio e ciò che lo circonda
? A quale limite lo stiamo
portando ? Questo - prosegue
Benitez - non dovrà succedere
mai più, mai. Bisogna trovare i
mezzi per sradicare
assolutamente fatti come questi
dal panorama del calcio e dal
mondo dello sport".
Lotito: "Morte che ci
spezza il cuore, Lazio vicina a
famiglia" - "La morte di Ciro
Esposito ci spezza il cuore. In
questo giorno di lutto la
società Sportiva Lazio è vicina
alla famiglia e ai suoi cari,
cui va tutta la nostra
vicinanza". Lo dichiara il
presidente del club
biancoceleste, Claudio Lotito.
"Dopo l’ennesimo dramma
consumato in occasione di un
evento sportivo - prosegue - è
altrettanto opportuno che le
forze politiche ed istituzionali
s’incarichino ora di elaborare
un pacchetto di misure affinché
gli stadi tornino ad essere
luoghi sicuri e di
partecipazione positiva, lontani
anni luce dai messaggi di odio e
di vendetta, da cui la stessa
famiglia di Ciro ha preso
nettamente le distanze".
Marino: "Morte Ciro
notizia devastante" - "È una
notizia devastante. Come medico,
sindaco e uomo non è accettabile
l’idea che una persona possa
giungere in una città per
partecipare a una serata di
gioia e tutto questo si concluda
con violenza, addirittura una
sparatoria. Una giovane vita
spezzata mi lascia senza
parole". Così il sindaco di Roma
Ignazio Marino commentando la
morte del tifoso napoletano Ciro
Esposito. "Personalmente questi
sono i sentimenti che provo -
aggiunge - e porto tutta la
vicinanza mia e della città alla
famiglia".
25 giugno 2014
Fonte:
Ilfattoquotidiano.it
© Fotografia: Ilmattino.it
Morto Ciro Esposito. La
famiglia: ci ha detto "ha
sparato De Santis"
di Laura Bogliolo e
Alessia Marani
È morto all'alba Ciro
Esposito, il tifoso partenopeo
ha lottato disperatamente per
cinquanta giorni, ma non ce l'ha
fatta. E mentre le questure si
attivano temendo una resa dei
conti tra la tifoseria
napoletana e quella romanista,
la famiglia torna a lanciare un
appello affinché non ci siano
vendette tra le tifoserie. Ma
allo stesso tempo rivelano che
Ciro avrebbe riconosciuto
nell'ultrà della Roma Daniele De
Santis l'uomo che gli ha
sparato.
La veglia dei familiari
- Ciro ė "morto per
insufficienza multi organica non
rispondente alle terapie mediche
e di supporto alle funzioni
vitale", spiega in una nota il
policlinico Gemelli attraverso
Massimo Antonelli, il direttore
del Centro della Rianimazione. I
genitori, mamma Antonella e papà
Gianni, lo hanno vegliato per
tutta la notte, l'ennesima,
senza abbandonare per un attimo
l'ospedale. Poi stamani intorno
alle sei il cuore del loro
ragazzo ha smesso di battere. Il
dolore è enorme: Simona, la
fidanzata, seduta su una
panchina nel cortile del
Gemelli, non riesce a smettere
di piangere.
I funerali non prima di
venerdì - L'autopsia sul
cadavere di Ciro Esposito verrà
eseguita domani mattina e il
funerale si svolgerà non prima
di venerdì prossimo. L'esame
autoptico è affidato al medico
legale Costantino Ciallella e
successivamente il pm Eugenio
Albamonte firmerà il nulla osta
per la riconsegna della salma ai
familiari. L'autopsia, oltre ad
accertare le cause della morte,
servirà per ricostruire la
dinamica del ferimento del
tifoso. Il corpo di Esposito
sarà trasferito dal Policlinico
Gemelli all'Istituto di Medicina
legale dell'Umberto I.
Il cordoglio di
Napolitano - "Le esprimo i
sentimenti di cordoglio del
presidente Napolitano per le
sofferenze e la morte di suo
figlio Ciro". È il testo del
telegramma inviato dal
segretario generale, Donato
Marra, alla signora Antonella
Leardi.
La fidanzata - Damiano
De Rosa, uno dei legali della
famiglia non nasconde la
commozione: "Ieri sera Simona,
la fidanzata di Ciro, mi ha
detto: avvocato, se Ciro muore,
spetta a lei farlo rivivere
attraverso la giustizia. E noi
giustizia cercheremo".
La richiesta di lutto
nazionale - "All'alba il cuore
di Ciro si è fermato, chiediamo
per il lutto nazionale per il
nostro ragazzo", chiede Angelo
Pisani, l'altro avvocato di Ciro
Esposito. Pisani, che è anche
presidente della municipalità di
Napoli in ricade anche Scampia,
zona di Napoli dove Ciro viveva,
chiede anche che gli sia dato
l'ultimo saluto nell'auditorium
del quartiere, con tutti i
napoletani.
L'agonia dell'ultimo
giorno - Ciro ha combattuto fino
all'ultimo. Un gigante smagrito
che combatte la lotta più
grande, quella per la vita. Zia
Maria non lo molla per un attimo
e lo ricopre di baci. Mamma
Antonella non smette di pregare:
si sente male, non vorrebbe, ma
deve allontanarsi dalla stanza.
Solo qualche istante però, poi
torna, prende la mano di Ciro,
lo accarezza e inghiotte le
lacrime. Il valore dei battiti
del cuore evidenziati sul
monitor in colore verde segna
93. La pressione è bassissima:
55 e 24.
Gli scontri del 3 maggio
- Ciro Esposito è steso sul
letto di una stanza al piano
terra del reparto di
Rianimazione del policlinico
Gemelli: è la sua "casa" ormai
da 50 giorni, da quando quel
maledetto 3 maggio è stato
colpito con due colpi di pistola
in viale Tor Di Quinto. C’era la
finale di Coppa Italia
Fiorentina-Napoli, Ciro era
partito da Scampia con quattro
amici. "Nello zaino aveva il
casatiello che avevo preparato
io, non è mai stato un violento"
aveva raccontato Antonella
Leardi, la mamma. Poi il caos,
gli spari, e l’accusa di tentato
omicidio per l’ultrà della Roma,
Daniele De Santis. Ieri le
condizioni di Ciro si sono
aggravate, Antonella non
riusciva a trattenere le lacrime
mentre una suora l’abbracciava.
Con lei c’era Simona, la
fidanzata del ragazzo,
disperata.
Le ultime ore - "I
supporti vitali non riescono a
tenere sotto controllo la
funzionalità degli organi, è
cosciente, ma sedato
farmacologicamente" la sentenza
del bollettino medico alle 18.25
comunicato dal professor Massimo
Antonelli, direttore del Centro
di terapia intensiva che
commosso si lascia scappare:
"Per me Ciro è come un figlio".
È in dialisi e con un'attività
epatica non pienamente
efficiente. Venerdì l’ultimo
intervento al polmone devastato
dal proiettile che ha colpito
anche la spina dorsale. "La cosa
assurda è che mi stanno già
arrivando messaggi di
condoglianze", spiega zio Pino,
uno dei fratelli di papà Gianni,
che fa l’aiuto infermiere.
"Giustizia per mio figlio,
voglio giustizia, non vendette e
altra violenza" dice piangendo
davanti a un agente della Digos
papà Gianni, mentre dà il cambio
a mamma Antonella nella stanza
dove c’è Ciro. Perché intanto
scatta l’allerta sicurezza. La
Questura rafforza i controlli:
si temono vendette di gruppi
isolati di ultrà del Napoli che
potrebbero arrivare a Roma.
Dolore e rabbia - "Non
ce la faccio più" aveva
sussurrato giorni fa Ciro alla
mamma. Ieri, verso l’ora di
pranzo un sacerdote, padre
Mariano Palumbo, cappellano
dell’ospedale Cristo Re, dà
l'unzione degli infermi a Ciro e
si sfoga per i riflettori spenti
sulla vicenda: "L’Italia è il
Paese delle grandi catarsi
collettive, dopo una settimana
ci si dimentica di tutto".
Dolore e rabbia tra i familiari
e gli amici del tifoso
napoletano. "Il cuore di mio
fratello batte ancora, non dite
che è morto" dice disperato
Michele. "Il sindaco Marino ?
Non lo voglio vedere. Viene a
trovarci dopo che ci ha ignorati
per 50 giorni ?", dice disperato
Gianni, il papà di Ciro. La
visita del primo cittadino viene
annullata, mentre lo zio del
tifoso, Vincenzo Esposito, tra
le lacrime, si sfoga: "Voglio
che nessuno usi il nome di mio
nipote per altre violenze.
Vogliamo giustizia, vogliamo che
De Santis paghi per quello che
ha fatto e vogliamo anche che
prefetto e questore siano
rimossi. Spero che il presidente
del Consiglio intervenga".
Rabbia anche da Gino Di Resta,
presidente del Napoli club di
Roma: "Dov’è l’amministrazione
comunale di Roma ? Neanche
l’acqua ci hanno portato".
Tenuto in vita dai
farmaci - Accanto alla famiglia
Damiano De Rosa, uno degli
avvocati della famiglia: "È
tenuto in vita da farmaci e
macchine. Speriamo in un
miracolo". De Rosa racconta: "Ho
parlato con Ciro giorni fa, è
sempre stato cosciente e ricorda
tutto di quel maledetto giorno".
L’avvocato parla di Ciro come di
un "eroe, in un video si vede
mentre va in soccorso ai tifosi
del Napoli sul pullman colpiti
da bombe carte, c’era anche un
bambino disabile. Ciro non ha
fatto altro che rispondere alle
grida di aiuto e da solo si è
precipitato verso quelle
persone". Il dolore nel dolore:
a metà pomeriggio ad abbracciare
la mamma di Ciro ci saranno
anche Giorgio e Cristiano
Sandri, padre e fratello di
Gabriele, tifoso della Lazio
ucciso da un poliziotto nel
2007. Il caso ha voluto che ieri
in ospedale ci fosse anche un
amico di De Santis: "sono qui
per mia madre, mi dispiace per
Ciro". La famiglia di Ciro ha
già deciso: qualunque cosa
accada deve tornare a Napoli.
25 giugno 2014
Fonte: Ilmessaggero.it
Napoli. Ciro Esposito è
morto.
Berlusconi ai parenti:
"Soffro con voi"
di Marco Calabresi
La Procura di Roma
dispone l'autopsia, decisione
non condivisa con gli avvocati
della famiglia: "Strazio
inutile, tutto già accertato".
De Magistris: "Lutto cittadino".
Alle 7 comunicato dell'ospedale
Gemelli di Roma: "Dopo 50 giorni
di rianimazione intensa e
protratta, il signor Esposito è
deceduto per insufficienza multi
organica". Venerdì a Scampia i
funerali.
Roma - Ciro Esposito è
morto. Il suo cuore ha smesso di
battere all'alba di questo
mercoledì nero. La notizia è
stata comunicata, pochi minuti
dopo le 7, dal professor Massimo
Antonelli, direttore del Centro
di Rianimazione del Policlinico
Gemelli dove il giovane era
ricoverato. Immediatamente a
Napoli il sindaco De Magistris
ha proclamato il lutto
cittadino.
Insufficienza multi
organica - "Dopo 50 giorni di
rianimazione intensa e protratta
- si legge nella nota
dell'ospedale Gemelli - il
signor Ciro Esposito è deceduto
per insufficienza multi organica
non rispondente alle terapie
mediche e di supporto alle
funzioni vitali". Il professor
Antonelli a nome di tutto il
personale del reparto esprime
"il cordoglio e la vicinanza ai
genitori di Ciro in questo
momento di intenso dolore per la
perdita del proprio figlio".
Ciro Esposito era un tifoso del
Napoli, un lavoratore, una
persona perbene, che ha pagato
la "colpa" di voler condividere
con la propria squadra del cuore
quella che doveva essere la
serata di festa della finale di
coppa Italia
(Napoli-Fiorentina). Ma, a Roma,
nel pomeriggio di quel maledetto
3 maggio, la vita di Ciro è
stata rapita da una mano
vigliacca e assassina che ha
sparato 4 colpi di pistola.
Il comune di Napoli - Il
Comune di Napoli, appena
informato dall'ospedale Gemelli
della tragedia, non ha esitato
un solo secondo a proclamare il
lutto cittadino. "A Napoli
proclamiamo il lutto cittadino -
ha comunicato via tweet il
sindaco di Napoli, Luigi De
Magistris intorno alle 7.20 -
Per Ciro, per i familiari, per
il nostro popolo. Per dire no al
binomio calcio-violenza".
De Magistris - In
mattinata De Magistris ha poi
convocato una conferenza stampa.
"Napoli è profondamente colpita
- dice il sindaco - Quella di
Ciro Esposito è una vicenda
triste e drammatica, ho il
ricordo di questo ragazzo
stampato nella mia mente da
stamattina all'alba". A Scampia
è allestita la camera ardente
nell'auditorium di viale della
Resistenza, mentre i funerali
verranno celebrati nella chiesa
evangelica di piazza Grandi
Eventi. "Non deve esserci alcuna
vendetta, ma soltanto
giustizia", da ex magistrato, De
Magistris ha idee chiare in tal
senso: "Chiediamo agli
inquirenti romani di ricostruire
nel dettaglio quella giornata e
chiediamo al governo di
accertare responsabilità,
qualora ve ne fossero, per la
gestione assolutamente carente
dell'ordine pubblico. È evidente
che se ci sono stati degli
errori, qualcuno deve esserne
responsabile e deve pagare.
Vedremo se costituirci parte
civile nel processo".
Il riconoscimento - "Mi
ha sparato lui". Ciro Esposito,
in uno dei momenti di lucidità
prima della sua morte, avrebbe
riconosciuto Daniele De Santis
da alcune foto apparse sui
giornali, e lo avrebbe confidato
ai familiari. Proprio questi,
nel tardo pomeriggio di oggi,
hanno confermato quanto detto in
precedenza davanti alla Digos di
Roma (su incarico del pm Eugenio
Albamonte), che li ha sentiti
come testimoni. Ora De Santis è
stato trasferito per motivi di
sicurezza nella struttura
protetta dell'ospedale Belcolle
di Viterbo: era ricoverato, in
stato di arresto, al Policlinico
Umberto I di Roma.
Autopsia - Lo strazio
della famiglia Esposito,
intanto, si è spostato dal
Policlinico Gemelli alla
Questura. La salma di Ciro,
invece, è all'Istituto di
medicina legale dell'Università
La Sapienza, in Piazzale Verano.
È qui che verrà effettuata
l'autopsia sul corpo di Ciro,
morto stamattina dopo che nei
giorni scorsi le sue condizioni
si erano irrimediabilmente
aggravate. L'esame sarà affidato
al medico legale Costantino
Ciallella, con il pm Albamonte
che successivamente firmerà il
nulla osta per la riconsegna del
corpo ai familiari. Alcuni
parenti di Ciro che sono già
ripartiti per Napoli, per
organizzare la camera ardente e
la cerimonia funebre. Fuori
l'obitorio, solo una cinquantina
di cronisti e nessun tifoso: a
presidiare l'area, soltanto una
volante della Polizia. La salma,
vista la preoccupazione per
possibili vendette ultrà (né
ieri né oggi, però, si sono
registrati arrivi di tifosi del
Napoli nella Capitale), è stata
comunque scortata nel tragitto
dal Gemelli all'Istituto di
medicina legale.
La protesta della
famiglia - La decisione della
magistratura dell'esame
autoptico sul corpo del povero
Ciro non è condivisa dalla
famiglia Esposito: "Già da ieri
si sapeva che questo sarebbe
stato un epilogo quasi
inevitabile - ha replicato
l'avvocato Damiano De Rosa, uno
dei legali della famiglia
Esposito - Da Napoli ci stiamo
battendo per avere la salma in
città affinché la città possa
riabbracciare il suo tifoso.
Faremo di tutto per evitare
questo ulteriore strazio ai
famigliari e far sì che
l'autopsia non venga fatta: è
stato già tutto accertato, mi
sembrerebbe un accanimento
davvero inutile e ritarderebbe
solo l'ultimo simbolico
abbraccio con la sua famiglia".
Autopsia e funerali -
"Domani mattina alle 9,30 si
svolgerà l'autopsia al
Policlinico di Tor Vergata". Ad
annunciarlo è l'avvocato Angelo
Pisani, legale della famiglia di
Ciro Esposito, che aggiunge: "La
salma verrà successivamente
trasferita all'Auditorium di
Scampia, dove verrà allestita la
camera ardente per consentire a
tutti di salutarlo per l'ultima
volta". Pisani, infine, ha reso
note anche data e ora del
funerale: si terrà venerdì alle
16.30 in piazza Grandi Eventi, a
Scampia.
Mertens - "Riposa in
pace Ciro. Triste di sentire
questa notizia oggi. I miei
pensieri sono alla sua famiglia
e agli amici". Così l'attaccante
del Napoli Dries Mertens ha
ricordato il suo tifoso con un
Tweet.
Berlusconi - "La morte
di Ciro Esposito ci addolora e
ci sgomenta - ha dichiarato
Silvio Berlusconi - il calcio è
la metafora della vita e tutto
ciò che si genera intorno al
calcio dovrebbe essere positivo
ed educativo. Davvero non si può
arrivare a credere che dal
calcio possano derivare
situazioni e comportamenti come
quelli che hanno causato il
ferimento mortale di un ragazzo.
Una storia davvero tragica,
inconcepibile, inaccettabile. Le
parole non bastano a dare la
misura del nostro sconforto. Da
padre sento anch'io il dolore
del papà e della mamma di Ciro.
Vi sono vicino, soffro con voi".
25 giugno 2014
Fonte: Gazzetta dello
Sport
© Fotografia: Theromanpost.com
Scontri Coppa Italia,
morto Ciro Esposito
Durante il ricovero ha
riconosciuto De Santis in foto:
"Mi ha sparato lui"
di Lorenzo D'albergo,
Valeria Forgnone, Viola Giannoli
e Luca Monaco
Non ce l'ha fatta il
tifoso napoletano ferito a colpi
di pistola prima della finale
all'Olimpico il 3 maggio scorso.
La famiglia: "E' un eroe, chi ha
sbagliato paghi". Lo zio:
"Nessuna violenza in suo nome".
Domani autopsia sul corpo, i
funerali venerdì a Scampia.
Cordoglio di Napolitano. Alfano:
"Cacceremo i violenti". Totti:
"Abbraccio la famiglia". De
Santis, l'ex ultrà romanista
accusato di aver sparato e ora
indagato per omicidio
volontario, è stato trasferito
in una struttura protetta.
ROMA - Ciro Esposito non
ce l'ha fatta. Il tifoso del
Napoli ferito il 3 maggio scorso
a Roma prima della finale di
Coppa Italia è morto questa
mattina al policlinico Gemelli
dove era ricoverato nel reparto
di rianimazione da ormai 50
giorni. Le sue condizioni si
erano ulteriormente aggravate
ieri quando si era diffusa la
notizia del decesso ma "il suo
cuore batte ancora", avevano
dichiarato i familiari, accorsi
al suo capezzale, lasciando
comunque intendere che la
situazione fosse disperata.
Vincenzo Esposito, detto Enzo,
lo zio del giovane napoletano,
ha lanciato un appello poco dopo
la morte del nipote: "Non si
faccia violenza nel nome di
Ciro. Invitiamo a mantenere la
calma, non vogliamo altra
violenza, ma solo rispetto per
lui".
Parole
ribadite anche dalla mamma,
Antonella Leardi, a Tv2000 "Ciro
è stato ucciso per un atto di
violenza. Questo non deve
accadere più. Nessuno più deve
pagare e soffrire per una cosa
bella come il calcio che Ciro
amava tanto".
Alcuni familiari del
giovane tifoso partenopeo hanno
raccontato, secondo quanto
accertato dai pm di Roma, che
durante la lunga degenza
mostrando le foto di Daniele De
Santis apparse sui giornali Ciro
avrebbe risposto, in un momento
di lucidità: "Mi ha sparato lui,
mi ha sparato un chiattone". A
riferire le parole del giovane
tifoso napoletano è stato lo zio
Pino Esposito in un'intervista a
"Servizio Pubblico": "Mio nipote
gli era andato incontro per
bloccarlo. De Santis, ha
raccontato Ciro, buttava bombe
carta contro il pullman dei
tifosi pieno di donne e bambini.
Non si era accorto che De Santis
fosse armato: poi quello gli ha
sparato. Dopo una piccola
colluttazione, De Santis è
caduto a terra e ha continuato a
sparare, ferendo anche altri
ragazzi oltre a Ciro. Poteva
essere una strage. Daniele De
Santis - ha proseguito Pino
Esposito che ha fatto una
deposizione spontanea in
Questura - non era il solo a
sparare contro il pullman dei
tifosi napoletani: con lui
c'erano altre persone con i
caschi". Ma il riconoscimento
sarebbe avvenuto più volte: "Ha
fatto cenni affermativi con la
testa quando gli abbiamo fatto
vedere la foto, almeno una volta
c'ero anch'io" ha aggiunto lo
zio Vincenzo.
Intanto per motivi di
sicurezza De Santis, che fino a
oggi era ricoverato al
policlinico Umberto I per
un'infezione alla gamba
gravemente ferita sempre negli
scontri che hanno preceduto la
finale di Coppa Italia, è stato
trasferito nella struttura
protetta dell'ospedale Belcolle
di Viterbo. Oltre allo zio, sono
stati sentiti per circa tre ore
dalla Digos di Roma in Questura
anche ''il padre Giovanni, la
mamma Antonella e il fratello
Michele'', riferisce l'avvocato
Damiano De Rosa, che assiste
legalmente la famiglia assieme
agli avvocati Angelo e Sergio
Pisani. Inoltre, aggiunge il
legale, ''è stata ascoltata
anche Angela Tibullo, una nostra
criminologa di parte, che ha
deposto sulle modalità del
riconoscimento effettuato da
Ciro". La Digos è stata
incaricata dal magistrato di
rintracciare e sentire anche
altri parenti come testimoni.
Un'attività avviata solo ora
perché gli inquirenti, Eugenio
Albamonte e Antonino Di Maio,
confidavano in un miglioramento
delle condizioni di Esposito che
gli avrebbe consentito di
ascoltarlo tramite il nulla osta
rilasciato dai medici. A
disposizione dei magistrati c'è
comunque già un riconoscimento
fatto dal tifoso partenopeo
Raffaele Puzone, tra i feriti
del 3 maggio, che è stato già
ascoltato in incidente
probatorio e che in sostanza ha
confermato di avere individuato
in De Santis l'autore degli
spari, anche se durante
l'interrogatorio il superteste è
caduto in diverse
contraddizioni.
Esposito, 30 anni, è
morto "per insufficienza multi
organica non rispondente alle
terapie mediche e di supporto
alle funzioni vitali", spiega in
una nota Massimo Antonelli,
direttore del Centro
rianimazione del Gemelli. Che ha
espresso a nome di tutto il
personale del reparto "profondo
cordoglio e la vicinanza ai
genitori di Ciro in questo
momento di intenso dolore per la
perdita del proprio figlio".
Lacrime fuori dal pronto
soccorso del Policlinico
Gemelli, dove si è riunita la
famiglia Esposito, tra cui la
fidanzata Simona e un'altra
ventina di persone. "La mia vita
non sarà più la stessa, forse ci
sarà un disegno divino", ha
detto all'avvocato Angelo Pisani
la madre di Ciro, Antonella
Leardi, che insieme al marito
Giovanni hanno raggiunto
l'Istituto di medicina legale
del policlinico Umberto I dove è
stata trasferita sotto scorta la
salma del figlio per l'autopsia
che sarà effettuata domattina,
il 25 giugno, alle 9.30.
L'incarico è stato affidato dal
pm Albamonte al medico legale,
il professore Costantino
Ciallella, mentre il perito di
parte della famiglia Esposito è
il dottor Giuseppe Cenname.
Anche i difensori di Daniele De
Santis, l'uomo accusato ora di
omicidio volontario, si sono
riservati sulla nomina del loro
perito di parte. Solo allora la
famiglia e il corpo di Ciro
ripartiranno per Napoli.
Al Gemelli è arrivato
anche Don Luigi Merola,
conosciuto a Napoli come il
prete "anticamorra" per la sua
attività sociale nei quartieri
più difficili come quello di
Scampia. A bordo dell'auto della
scorta, cui è sottoposto in
seguito alle sue battaglie, il
sacerdote è passato
dall'ingresso principale
dell'obitorio comunale: ''Volevo
benedire Ciro perché è il
simbolo di una Napoli bella ed è
il figlio non solo di una parte
ma di tutta la città, ma il
magistrato non mi ha autorizzato
a farlo. Ciro ora, dall'alto,
dovrà benedire questa città
diventata così amara''. Secondo
il sacerdote ''purtroppo lo
Stato arriva sempre in ritardo e
anche in questo caso solo dopo
la morte si faranno tutti vivi.
Fa bene la famiglia a non
accogliere nessuno".
I funerali con rito
evangelico si svolgeranno
venerdì alle 16.30 in piazza
Grandi Eventi, a Scampia a
Napoli. La camera ardente sarà
allestita all'Auditorium, sempre
di Scampia, dal Comune di
Napoli, come richiesto
dall'avvocato Angelo Pisani,
anche presidente dell'Ottava
Municipalità che comprende il
quartiere di Scampia, in cui
Ciro viveva e lavorava in un
autolavaggio.
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Il sindaco di Roma,
Ignazio Marino ha chiesto alla
famiglia "a nome della città di
Roma" di poter "partecipare a
questo momento con un gesto
simbolico nel trasporto del
corpo di Ciro nel luogo che la
famiglia indicherà, se la
famiglia lo ritiene un gesto
gradito. La notizia della morte
di Ciro Esposito è devastante
perché, come medico, come
sindaco, come uomo, l'idea che
una persona possa giungere in
una città per partecipare a una
serata di gioia e tutto questo
si concluda con violenza e
addirittura una sparatoria e una
persona che muore, una persona
giovane con la vita spezzata, mi
lascia veramente senza parole".
Delle spese del trasporto della
salma e dell'organizzazione del
funerale si dovrebbe però
occupare gratuitamente una ditta
di pompe funebri napoletana di
Miano, quartiere a nord della
città. Intanto la famiglia
Esposito ha deciso di non
rilasciare dichiarazioni ma solo
un comunicato diffuso in
mattinata. "Il silenzio della
nostra famiglia si contrappone
al silenzio delle istituzioni.
Anche oggi non si è ancora visto
nessuno per Ciro qui al Gemelli
- ha osservato zio Enzo - Ieri
siamo stati molto disponibili
con la stampa oggi è il giorno
del lutto e del silenzio". E
nella nota dei parenti del
giovane tifoso partenopeo si
legge: "Nessuno può restituirci
Ciro ma in nome suo chiediamo
giustizia e non vendetta.
Vogliamo ringraziare tutti
coloro che in questo periodo
hanno manifestato la loro
solidarietà. Oggi non è gradita
la presenza delle istituzioni
che si sono nascoste in questi
50 giorni di dolore. Alle 6 di
questa mattina dopo un lungo
calvario si è spento Ciro, un
eroe civile. Quel maledetto 3
maggio è intervenuto in via Tor
di Quinto a Roma per salvare i
passeggeri del pullman delle
famiglie dei tifosi del Napoli
calcio - prosegue la nota - Il
nostro Ciro ha sentito le urla
di paura dei bambini che insieme
alle loro famiglie volevano
vedere una partita di calcio.
Ora è morto per salvare gli
altri. Noi chiediamo alle
istituzioni di fare la loro
parte". ''Chiederemo il
riconoscimento formale
dell'eroicità del gesto di Ciro
Esposito", ha detto uno dei
legali della famiglia, Damiano
De Rosa. E il collega Pisani ha
aggiunto a Radio Crc: "L'Italia
oggi si deve fermare. È un
giorno di lutto nazionale e
aspetto le condoglianze di
Napolitano che deve consegnare
la medaglia al valore civile a
Ciro Esposito, il quale è morto
per aver difeso donne e bambini
che chiedevano aiuto".
La mamma di Ciro "ha
sempre pregato, mai una parola
di astio da parte della famiglia
Esposito. Se ora ci sono
sentimenti di rivalsa arrivano
dal contorno di altre persone e
spero che prevalga, come è stato
finora, la preghiera - ha
commentato il cappellano del
Policlinico Gemelli, don Nunzio
Currao, che presta la sua
assistenza al reparto
rianimazione - Quando si è
capito che non ci sarebbe stato
più niente da fare, i genitori,
soprattutto la mamma, hanno
chiesto una presenza religiosa.
Ieri siamo stati accanto a Ciro
in preghiera tutto il pomeriggio
io, il cappellano del Cristo Re,
un sacerdote napoletano legato
alla famiglia, e il pastore
evangelico" (religione della
famiglia Esposito). Ormai da
qualche giorno "sapevano in
reparto che Ciro non ce
l'avrebbe fatta. Era consumato
da tutti questi giorni di
rianimazione e non faceva
progressi. Tuttavia si deve
sperare sempre e soprattutto in
questo caso, perché era giovane.
Spero che non prevalgano
sentimenti di astio e rivalsa".
Il tifoso partenopeo era
stato ferito a colpi d'arma da
fuoco prima della partita tra
Fiorentina e Napoli a Roma,
preceduta da violenti scontri.
Per questo è stato arrestato
Daniele De Santis, ex ultrà
della Roma legato agli ambienti
dell'estrema destra e gestore di
un chiosco in viale Tor di
Quinto. Con la morte di Esposito
la sua posizione si aggrava: non
più tentato omicidio, ma la
nuova ipotesi di reato
contestata è omicidio
volontario. Gli inquirenti
stanno valutando la possibilità
di trasferirlo in una struttura
protetta, forse anche fuori
Roma. "Oggi è la giornata del
dolore. Come persona la morte di
Esposito mi addolora", ha
osservato l'avvocato Tommaso
Politi che oggi incontra il suo
assistito, Daniele De Santis.
Lo zio Enzo non ha
nascosto un po' di amarezza: "Mi
aspettavo un po' di vicinanza in
queste settimane da parte delle
istituzioni, ma non è mai
arrivata salvo qualche eccezione
come il sindaco di Napoli De
Magistris" e ha ribadito:
"Questore e prefetto di Roma
devono dimettersi".
Dopo qualche ora durante
un incontro alla "Fondazione
Centri Giovanili Don Mazzi" a
Cavriana, sono arrivate le
parole del presidente del Coni,
Giovanni Malagò: "Oggi il primo
e unico dramma è la notizia
della morte di Ciro Esposito.
Una notizia che amareggia tutti
gli italiani". Poi il cordoglio
della Figc: "La Federcalcio e la
Nazionale italiana esprimono il
loro profondo cordoglio e la
vicinanza ai familiari di Ciro
Esposito".
Le reazioni. Il sindaco
di Napoli, Luigi De Magistris ha
annunciato il lutto cittadino.
"Le esprimo i sentimenti di
cordoglio del Presidente
Napolitano per le sofferenze e
la morte di suo figlio Ciro" ha
scritto anche in un telegramma
diretto ad Antonella Leardi il
segretario generale della
Presidenza della Repubblica,
Donato Marra. "Dobbiamo cacciare
i violenti dagli stadi e ce la
faremo" ha detto il ministro
dell'interno Angelino Alfano,
che ha espresso "profondo
dolore" per la morte di Ciro
Esposito. "La violenza - ha
aggiunto Alfano - è la negazione
dello sport; è il contrario
dell'amore per il calcio di
milioni di italiani".
Addolorata per la morte
di Ciro, Marisa Grasso, la
vedova dell'ispettore di polizia
Filippo Raciti: "È assurdo
morire per una partita di
calcio. Mi dispiace che ci sia
ancora tanto dolore che provenga
dal mondo del calcio, dalla
violenza che si innesca attorno
a un evento legato a questo
sport. Purtroppo è un male che
in Italia non si riesce a
estirpare da vent'anni a questa
parte". Secondo la vedova Raciti
a questo punto "lo Stato deve
dare risposte forti alla società
civile che si impegna ogni
giorno nel rispetto della vita.
Ogni forma di violenza va
combattuta. Queste morti - ha
infine ribadito Marisa Grasso -
dimostrano un segnale di
debolezza e indicano quanto vada
rivisto il sistema".
Anche l'A.s. Roma ha
espresso "rammarico per la
tragica scomparsa di Ciro
Esposito e si stringe ai suoi
familiari. Il club rinnova il
proprio sconcerto di fronte al
verificarsi di episodi così
drammatici in concomitanza di
eventi sportivi e auspica che
tali tragedie non debbano mai
ripetersi''. Il capitano
giallorosso Francesco Totti ha
pubblicato un messaggio sul suo
blog: ''Il dolore per la perdita
di un figlio è la cosa peggiore
che possa accadere a un
genitore. Da uomo e da padre dò
un abbraccio ai familiari di
Ciro".
25 giugno 2014
Fonte:
Roma.repubblica.it
© Fotografia: Ansa.it
La fidanzata di Ciro
Esposito: dovevamo sposarci
prestoo
di Daniela De Crescenzo
Io e Ciro dovevamo
sposarci presto, lui lavorava
già, io speravo di trovare un
posto fisso da commessa dopo
aver lavorato da precaria in una
catena di negozi di
abbigliamento. La vita che
sognavamo era semplice: una
famiglia, dei figli, qualche
viaggio. Perché lui, Ciro, era
un ragazzo che amava viaggiare.
Insieme l’estate scorsa eravamo
stati a Palma di Maiorca, aveva
organizzato tutto in internet.
Lo faceva spesso: Parigi,
Amsterdam, l’Italia intera.
Insieme l’abbiamo girata tutta,
dal Nord al Sud": Simona spiega
il suo Ciro mentre lui ha smesso
di lottare e a qualche metro di
distanza, nella sala di
rianimazione del policlinico
Gemelli, lentamente si spegne,
come ha detto già nel primo
pomeriggio la mamma Antonella
staccandosi per un momento dal
figlio per venire ad abbracciare
il marito e l’altro suo ragazzo,
Michele. La vita che racconta
Simona è quella di due ragazzi
come tanti. I sogni, le speranze
che il killer ha spezzato il 2
maggio sono quelli di chi,
giorno dopo giorno,
faticosamente, cerca di
costruirsi un futuro e ha il
coraggio di non farsi ingoiare
dallo squallore delle periferie.
La Scampia dove ha vissuto Ciro
Esposito, 28 anni, e che Simona
racconta, è infinitamente
lontana, e allo stesso tempo
incredibilmente uguale a quella
dei film. Perché la vita, la
vita vera, è complicata e ha
mille riflessi. E allora, anche
se ci sono le Vele, puoi vivere
in una casa dignitosa. Anche se
intorno a te spacciano, non devi
necessariamente spacciare. Anche
se c’è chi ammazza hai il
diritto a non essere scambiato
per un assassino. Lo hanno
ribadito nei loro 52 giorni di
calvario Antonella e Giovanni, i
genitori di Ciro. "Abbiamo
lottato tanto per aprire un
autolavaggio e dare un futuro ai
nostri figli", ha ricordato
Antonella. Perché non amava la
scuola Ciro, ma era un ragazzo
onesto. Un ragazzo onesto di
Scampia: se ne facciano una
ragione gli spacciatori di
luoghi comuni. Come viveva lo
racconta con la semplicità della
quotidianità a fidanzata di
Ciro: "Abbiamo tanti amici
perché lui è un ragazzo allegro,
socievole. Tanti sono qua,
aspettano notizie con noi.
Insieme facciamo tante cose:
andiamo al pub in centro, ma
anche al Vomero. Ma ci piace
anche restare in casa e cucinare
qualcosa: Ciro è un buongustaio,
gli piacciono anche i dolci. E
io ho imparato a cucinare per
dividere un’altra cosa con lui".
I colpi di De Santis, l’uomo che
secondo i magistrati ha sparato,
non hanno ancora ucciso i sogni
di Simona. E parlando di Ciro le
spunta un sorriso tra le lacrime
mentre con la folla di parenti
aspetta notizie dalla
rianimazione dove Antonella
continua ad abbracciare e
baciare il ragazzo. "È
Pentecoste - racconta padre
Mariano Palumbo, arrivato a
portare conforto alla famiglia -
e la mamma di Ciro ha voluto
intonare le laudi". La famiglia
Esposito è religiosa e fino
all’ultimo momento continua a
sperare nel miracolo. Ci spera
Gianni, il papà del tifoso del
Napoli, che accasciato su un
muretto del Policlinico continua
a pregare. "Il cuore batte, Ciro
è vivo", ripetono come un mantra
i familiari e, quando i media
diffondono la notizia che il
ragazzo sarebbe morto, si
ribellano e lo zio Enzo chiama a
raccolta i reporter per
ribadire: "Ciro sta male, è
peggiorato, ma è vivo. Noi
continuiamo a sperare". Poi nel
pomeriggio ad un certo punto
papà Giovanni ha un malore, la
pressione è diventata troppo
alta e nonostante sia in un
ospedale risulta difficile
procurare le gocce necessarie a
curarlo. Ma lui non si muove,
non abbandona il posto di
guardia che si è assegnato. E
non accetta, nonostante i
drammatici bollettini dei
medici, che il figlio debba
morire. E per che cosa poi ?
"Per nulla, assolutamente per
nulla", come ribadisce Enzo
Esposito, lo zio che in tutti
questi infiniti 52 giorni ha
continuato a difendere il nome
del nipote e dell’intera
famiglia e che adesso, mentre
davanti alla sala rianimazione
aspetta notizie di Ciro, lancia
un appello: "No ad altre
violenze, il nostro dolore basta
in questo momento". No alla
violenza, dice Enzo, ma sì alla
giustizia: "Chi ha sbagliato
deve pagare - dice - e il
Questore e il Prefetto di Napoli
dovrebbero pagare. Mio nipote è
in queste condizioni anche
perché i soccorsi sono arrivati
in ritardo. E non solo: le forze
dell’ordine erano poche, quel
giorno erano impegnate altrove.
Mancanze gravi, ma i
responsabili sono ancora al loro
posto. E questo non va bene, non
è giusto". E Giovanni, il papà
di Ciro rifiuta di incontrare il
sindaco di Roma, Ignazio Marino
e al medico che gli comunicava
l’intenzione del primo cittadino
di venire spiega: "È una persona
indegna in 50 giorni non si è
mai fatto vedere, adesso non lo
vogliamo. È del mio partito ma è
indegno". Ma non c’è rabbia
nelle sue parole, solo
indignazione. Indignazione per
quella solitudine che la
famiglia Esposito ha subito come
un affronto: "In tanti giorni
sono venute tante persone
comuni, ci è stato vicino il
presidente del Napoli, De
Laurentis, ma abbiamo visto solo
un politico, il senatore Enzo
Cuomo che ha anche presentato
un’interrogazione sulla vicenda
di Ciro", conclude Enzo
Esposito, ex sindacalista che
non si arrende. Non è facile
vivere se si nasce a Scampia. E
anche per morire bisogna
chiedere il permesso di farlo da
persona onesta.
25 Giugno 2014
Fonte: Ilmessaggero.it
(Testo © Fotografia)
Ciro Esposito è morto
tra le braccia di sua madre:
"Ho
visto il sorriso sulle sue
labbra"
Ciro Esposito è morto
tra le braccia della madre
Antonella alle sei del mattino,
dopo una lunga notte di vana
speranza. Ciro aveva cominciato
a spegnersi già ventiquattro ore
prima quando i parametri vitali
avevano mostrato segnali di
cedimento. Da qui la notizia che
la battaglia era definitivamente
persa. Ma il cuore di un ragazzo
di 28anni è forte e Ciro ha
combattuto fino all’ultimo
aggrappato disperatamente alla
vita mentre tutta la sua
numerosissima famiglia e gli
amici restavano in attesa nel
cortile del policlinico Gemelli.
Fino all’ultimo minuto la mamma
Antonella, che è di fede
evangelista, non ha rinunciato a
sperare. La notizia arriva a
Napoli, proclamato il lutto
cittadino. Ieri sera, arriva il
cordoglio del capo dello Stato,
Giorgio Napolitano. È un
telegramma spedito a mamma
Antonella Leardi, firmato dal
segretario generale del
Quirinale, Donato Marra. Ecco il
testo: "Le esprimo i sentimenti
di cordoglio del presidente
Napolitano per le sofferenze e
la morte di suo figlio Ciro".
"Con Ciro abbiamo pregato, ho
visto il sorriso sulle sue
labbra", ha raccontato la mamma.
Tutti hanno pregato e sperato in
un miracolo che però non è
arrivato. (Fonte: il mattino)
26 Giugno 2014
Fonte: IamNaples.it
© Fotografia:
Napoli.repubblica.it
Ciro si arrende
l'appello dei familiari
"Vogliamo giustizia"
La giornata - Il
miracolo che tutta Scampia
aspettava non si è avverato:
Ciro Esposito, il tifoso del
Napoli ferito a colpi di pistola
il 3 maggio scorso a Roma, nella
zona di Tor di Quinto, alla
vigilia della finale di Coppa
Italia fra Napoli è Fiorentina,
è morto dopo 53 giorni di
agonia. Aveva 30 anni e lavorava
presso un autolavaggio a
Scampia. Il quartiere e tutta la
città sono a lutto. "È un eroe",
dicono gli amici. La
municipalità presieduta da
Angelo Pisani prepara una
raccolta di firme per chiedere
al Quirinale di conferire al
giovane la medaglia al valor
civile. La famiglia chiede
giustizia e invita gli
inquirenti a fare piena luce su
quanto accaduto quella sera, a
cominciare dalla gestione
dell'ordine pubblico nelle fasi
che determinarono il passaggio
dei sostenitori napoletani nella
roccaforte dell'ultrà romanista
Daniele De Santis detto
"Gastone", ora accusato di aver
sparato a Ciro. Nella sparatoria
restarono feriti altri due
tifosi del Napoli.
Nell'auditorium di Scampia è
stata allestita la camera
ardente, la salma di Ciro
Esposito sarà trasportata a
Napoli dopo l'autopsia, in
programma domani. Domani
pomeriggio i funerali con rito
evangelico nella piazza del
quartiere. (d. d. p.)
26 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
Morte Ciro, De Santis:
"Dovevo morire io non Ciro, ma
non l'ho sparato"
Gastone nel frattempo è
stato trasferito per sicurezza
nella struttura protetta
dell’ospedale Belcolle di
Viterbo, per preservarlo da
eventuali vendette.
Dovevo morire io, invece
è toccato a Ciro. Non ci posso
pensare che è morto. Più che
altro non ci voglio credere. Ma
non ho sparato". Daniele De
Santis, detto Gastone, colui che
secondo gli inquirenti e la
testimonianza dello stesso Ciro
Esposito avrebbe sparato al
tifoso azzurro provocandone la
tragica scomparsa, ha dichiarato
all'edizione romana di
Repubblica di essere molto
addolorato per la fine di Ciro,
ma rigetta le accuse che gli
sono piovute addosso. De Santis,
trasferito per sicurezza nella
struttura protetta dell’ospedale
Belcolle di Viterbo è accusato
di omicidio volontario, dopo il
decesso di Ciro avvenuto ieri.
Le questure di Napoli e Roma
sono nel frattempo al lavoro per
evitare che possano sorgere
scontri o tensioni tra le due
tifoserie e hanno perciò
predisposto barriere alle
stazioni ferroviarie e
all'uscita dell'autostrada A1 in
direzione Roma.
26 giugno 2014
Fonte: Napolitoday.it
Lutto cittadino a Somma
per la morte di Ciro Esposito
SOMMA VESUVIANA - Lutto
cittadino per la morte del
giovane tifoso del Napoli Ciro
Esposito. A deciderlo il sindaco
Pasquale Piccolo che ha da poco
comunicato la sua decisione.
"Interpretando il
dolore, lo sconcerto, lo sdegno
dell’intero Paese", scrive
Piccolo nel manifesto che
informa i cittadini, "per la
tragica scomparsa di Ciro
Esposito ultima vittima della
violenza negli stadi, ritenuto
opportuno e doveroso,
interpretando comune sentimento
della popolazione proclamare il
lutto cittadino in segno di
rispetto e di partecipazione al
dolore della famiglia. Proclama
il lutto cittadino per venerdì
27 giugno 2014, ordina
l’esposizione a mezz’asta delle
bandiere su edifici comunali
scolastici listate a lutto.
Invita tutti i cittadini ad
osservare un minuto di
raccoglimento per dire no al
binomio calcio-violenza".
26 giugno 2014
Fonte:
Laprovinciaonline.info
Scampia piange il suo
Ciro il ragazzo
dell'autolavaggio
di Dario Del Porto e
Roberto Fuccillo
Dopo 53 giorni di agonia
è morto Ciro Esposito, il tifoso
del Napoli ferito a colpi di
pistola il 3 maggio scorso a
Roma, nella zona di Tor di
Quinto, alla vigilia della
finale di Coppa Italia fra
Napoli è Fiorentina. Aveva 30
anni e lavorava in un
autolavaggio a Scampia. Domani
pomeriggio i funerali nella
piazza del quartiere. "È un
eroe", dicono gli amici. La
famiglia chiede giustizia e
invita gli inquirenti a fare
piena luce su quanto accaduto
quella sera, a cominciare dalla
gestione dell'ordine pubblico
nelle fasi che determinarono il
passaggio dei sostenitori
napoletani nella roccaforte
dell'ultrà romanista Daniele De
Santis detto "Gastone", ora
accusato di aver sparato a Ciro.
Anche il sindaco de Magistris,
che ha proclamato lutto
cittadino per il giorno dei
funerali, chiede ai magistrati
romani "di ricostruire nei
dettagli quella giornata e al
governo di accertare le
responsabilità. Se c'è qualcuno
che ha sbagliato, come pare del
tutto evidente, paghi". Intanto
si temono rappresaglie. "Nel
nome di Ciro, basta con la
violenza. Ve lo vieto", dice la
mamma, Antonella.
26 giugno 2014
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Fanpage.it
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