Presentazione libro "Ciro
vive"
Ciro Vive: il libro edito da
Graus Editore in libreria a
fine marzo. Intervista
inedita a Antonella Leardi,
scritta dalla giornalista
RAI Vittoriana Abate.
La
storia di Ciro Esposito, un
ragazzo perbene, le
testimonianze della
fidanzata, amici e parenti.
I 52 giorni di agonia
trascorsi al Policlinico
Gemelli di Roma. Una
testimonianza esclusiva:
l’intervista di Antonella
Leardi, mamma di Ciro
Esposito, il tifoso ferito
mortalmente a Roma il 3
maggio 2014, prima della
finale di Coppa Italia. Il
volume Ciro Vive sarà
presentato mercoledì 1°
aprile a Roma alle ore 11.00
presso la Sala Conferenze
dello Stadio Olimpico con
gli interventi del
Presidente del Coni Giovanni
Malagò; il Ministro
dell’Istruzione Stefania
Giannini; Antonella Leardi,
mamma di Ciro; Luigi De
Magistris, Sindaco di
Napoli; Vincenzo Cuomo,
senatore; Gioacchino Alfano,
Sottosegretario alla Difesa.
Introduce il professore
Cataldo Calabretta. Modera
Alessandro Iovino,
scrittore. La vita di Ciro
era quella come tanti altri
giovani italiani, un normale
e perbene ragazzo, tifoso
del Napoli, la squadra del
cuore. Il 3 maggio di un
anno fa andò a vedere la
partita della sua squadra e
da quel giorno non tornò più
a casa. Ciro Vive, edito da
Graus Editore in uscita a
fine marzo, scritto dalla
giornalista RAI Vittoriana
Abate che intervista in
esclusiva Antonella Leardi,
raccontando i giorni del
dolore e della speranza.
Ciro Vive, titolo scelto per
rendere omaggio anche
all’Associazione fondata
dalla mamma stessa subito
dopo la morte del figlio,
con l’intento ed il
desiderio di voler
trasmettere un meraviglioso
messaggio di amore e di
pace, soprattutto ai
giovani. Nel libro sono
contenuti, oltre ai
durissimi momenti
dell’agonia, che ha portato
purtroppo ad un epilogo
drammatico, anche la
solidarietà ricevuta, la
speranza di una grande donna
che ha deciso che Ciro, suo
figlio, deve essere l’icona
di un cambiamento, in cui lo
sport deve rappresentare
solo un sano divertimento.
Ciro Vive è la storia di
Ciro Esposito, dall’infanzia
al giorno del drammatico
incidente a Roma. I suoi 52
giorni di agonia al
Policlinico Gemelli
raccontati dalla madre
vissuti da tutta la
famiglia. Con le interviste
alla madre, ai familiari,
alla fidanzata e agli amici
che raccontano la sua vita
ed il suo dramma.
24 marzo 2015
Fonte: Cirovive.it
© Fotografia:
Coni.it
Un'agonia lunga 52
giorni. Poi la morte.
La storia di Ciro
Esposito diventa un libro
Una
testimonianza esclusiva:
l'intervista di Antonella
Leardi, mamma di Ciro
Esposito, il tifoso ferito
mortalmente a Roma il 3
maggio 2014, prima della
finale di Coppa Italia. Il
volume Ciro Vive sarà
presentato mercoledì 1
aprile a Roma alle ore 11.00
presso la Sala Conferenze
dello Stadio Olimpico con
gli interventi del
Presidente del Coni Giovanni
Malagò; il Ministro
dell’Istruzione Stefania
Giannini; Antonella Leardi,
mamma di Ciro; Luigi De
Magistris, Sindaco di
Napoli; Vincenzo Cuomo,
senatore; Gioacchino Alfano,
Sottosegretario alla Difesa.
Introduce il professore
Cataldo Calabretta. Modera
Alessandro Iovino,
scrittore. La vita di Ciro
era quella come tanti altri
giovani italiani, un normale
e perbene ragazzo, tifoso
del Napoli, la squadra del
cuore. Il 3 maggio di un
anno fa andò a vedere la
partita della sua squadra e
da quel giorno non tornò più
a casa. Ciro Vive, edito da
Graus Editore in uscita a
fine marzo, scritto dalla
giornalista RAI Vittoriana
Abate che intervista in
esclusiva Antonella Leardi,
raccontando i giorni del
dolore e della speranza.
Ciro Vive, titolo scelto per
rendere omaggio anche
all’Associazione fondata
dalla mamma stessa subito
dopo la morte del figlio,
con l'intento ed il
desiderio di voler
trasmettere un meraviglioso
messaggio di amore e di
pace, soprattutto ai
giovani. Nel libro sono
contenuti, oltre ai
durissimi momenti
dell’agonia, che ha portato
purtroppo ad un epilogo
drammatico, anche la
solidarietà ricevuta, la
speranza di una grande donna
che ha deciso che Ciro, suo
figlio, deve essere l’icona
di un cambiamento, in cui lo
sport deve rappresentare
solo un sano divertimento.
Ciro Vive è la storia di
Ciro Esposito, dall’infanzia
al giorno del drammatico
incidente a Roma. I suoi 52
giorni di agonia al
Policlinico Gemelli
raccontati dalla madre
vissuti da tutta la
famiglia. Con le interviste
alla madre, ai familiari,
alla fidanzata e agli amici
che raccontano la sua vita
ed il suo dramma.
24 marzo 2015
Fonte:
Affaritaliani.it
© Fotografia: Cirovive.it
Un
libro sulla morte di Ciro
Esposito lo scrive la mamma,
Antonella Leardi
Un
libro dedicato alla memoria
di Ciro Esposito. "Ciro
Vive", questo il titolo del
libro scritto da Antonella
Leardi, mamma del tifoso
ucciso, e pubblicato da
Graus, che sarà presentato
il primo aprile a Roma alla
presenza del presidente del
Coni, Giovanni Malagò, del
ministro dell'Istruzione
Stefania Giannini, del
sindaco di Napoli Luigi de
Magistris e del
sottosegretario alla Difesa,
Gioacchino Alfano. La mamma
di Ciro racconta in
un'intervista esclusiva,
realizzata da Vittoriana
Abate, la storia di suo
figlio, scomparso al
Policlinico Gemelli dopo 52
giorni di agonia in seguito
alle ferite riportate lo
scorso 3 maggio prima della
finale di Coppa Italia tra
Napoli e Fiorentina.
26 marzo 2015
Fonte: La Repubblica
Il libro sul dramma di
Ciro Esposito oggi la
presentazione
all'Olimpico
Sarà presentato oggi alle 11
allo stadio Olimpico di Roma
"Ciro Vive", il libro
dedicato alla memoria di
Ciro Esposito. Tra gli
ospiti il presidente del
Coni, Giovanni Malagò, il
ministro dell'Istruzione,
Stefania Giannini, Luigi de
Magistris, il
sottosegretario alla difesa,
Gioacchino Alfano, e
Antonella Leardi. La mamma
di Ciro ha raccontato in
un'intervista esclusiva la
tragica storia di suo
figlio: ferito a morte il 3
maggio prima della finale di
Coppa Italia.
1 aprile 2015
Fonte: La Repubblica
© Fotografia: Cirovive.it
- Asalerno.it
Un libro per
ricordare Ciro Esposito
Malagò:
''Roma-Napoli sia solo una
festa''
A pochi giorni dal
temuto Roma-Napoli,
Antonella Leardi presenta
nella Capitale il libro
"Ciro Vive". Al suo fianco,
il presidente del Coni:
"Speriamo che sabato sia
solo una festa di sport". De
Magistris: "Sia fatta
giustizia, paghi anche chi
non ha garantito l’ordine
pubblico".
ROMA - A tre giorni dalla
sfida di campionato tra Roma
e Napoli, che si giocherà
allo Stadio Olimpico,
Antonella Leardi torna a
Roma per parlare di suo
figlio, Ciro Esposito, il
tifoso azzurro ferito a
morte prima della scorsa
finale di Coppa Italia.
Mamma Antonella, nella
Capitale, presenta il libro
"Ciro Vive", scritto con la
giornalista Vittoriana
Abate: "Mio figlio ha
lasciato una speranza - dice
la Leardi - Mi auguro che la
sua morte non sia stata
vana, mi auguro sia un
simbolo. Un esempio. Ciro
lascia un sorriso, un
messaggio d’amore. Vorrei
che la sua storia lasciasse
qualcosa di concreto per
tanti e, in particolare, per
chi vive in una zona come
Scampia o come altre
periferie. Vorrei che la
morte di mio figlio unisse
Napoli, l’Italia, il calcio
e lo sport. Ciro vive nel
cuore di chi lo ama". E
ancora: "Mi dispiace che
sabato non ci saranno i
sostenitori napoletani sugli
spalti. Per i tifosi sani,
non per le persone represse
che vanno allo stadio per
fare altre cose, si tratta
di una sconfitta".
MALAGÒ: "ROMA-NAPOLI SIA
SOLO UNA FESTA" - La sfida
tra giallorossi e partenopei
è in cima alle
preoccupazioni di Giovanni
Malagò, presidente del Coni,
che ha partecipato alla
presentazione del volume e
ne ha approfittato per
esprimere il suo auspicio di
serenità in vista di
Roma-Napoli: "Dopo quanto
accaduto in passato, dopo la
presentazione di questo
libro, e calcolando che il
giorno dopo sarà Pasqua, non
scherziamo assolutamente, la
partita Roma-Napoli deve
essere una festa dello sport
- ha dichiarato il n.1 del
Coni - L’auspicio è che
tutto vada bene, e
onestamente non mi sembra ci
sia particolare fermento,
quindi mi auguro che non
covi nulla sotto le ceneri.
DE
MAGISTRIS: "GIUSTIZIA PER
CIRO" - Anche Luigi De
Magistris, sindaco di
Napoli, ha fatto sentire la
propria voce, in
collegamento dal capoluogo
campano: "Bisogna pretendere
giustizia e verità sulla
vicenda di Ciro, perché
finora non è stato così -
attacca l’inquilino di
Palazzo San Giacomo - Le
responsabilità non sono solo
di chi ha ucciso Ciro ma
anche di chi doveva
garantire l’ordine pubblico
in modo efficace. Su questo
c’è stato un silenzio
assordante. Andava evitato
che le diverse tifoserie si
mescolassero".
D'ALESSIO: "MAMMA ANTONELLA
CI HA FATTO FARE BELLA
FIGURA" - All’evento ha
partecipato anche Gigi
D’Alessio, che ha raccontato
le sensazioni vissute in
prima persona quel 3 maggio
all’Olimpico: "Il Napoli mi
aveva chiesto di cantare in
caso di vittoria nella
finale di Coppa Italia -
racconta il cantante
napoletano - Ero qui allo
stadio Olimpico, arrivavano
le notizie su Ciro. Non ho
nemmeno visto la partita,
sono tornato a casa.
Antonella - aggiunge
riferendosi alla mamma del
tifoso - ha fatto fare una
grande figura a tutti noi
napoletani, perché ha
chiesto giustizia ma non
vendetta. È stato un bel
segnale. Ciro ha dato la sua
vita affinché, da domani,
tutto quello che succede sia
migliore. Il calcio deve
dividere solo per 90 minuti,
per il resto deve essere
spettacolo e divertimento.
Allo stadio bisognerebbe
andare con figli e nipoti…
Vorrei che la morte di Ciro
fosse un pesce d’aprile…".
1 aprile 2015
Fonte: Repubblica.it
© Fotografia:
Napoliclubcapri.it
"Il sacrificio del
mio Ciro per la pace nel
calcio"
di Cosimo Cito
Indica il soffitto, "sabato
Ciro sarebbe quassù",
intende la curva, intende
l'Olimpico, Roma-Napoli.
Prenderebbe le sue cose,
come la mattina del 3
maggio, "mamma vado", in
fretta. "Lo vidi andar via,
quasi non lo salutai, non
feci in tempo", allarga il
sorriso Antonella Leardi,
stringendo il libro che
racconta di suo figlio, Ciro
Esposito. "Ciro vive", bel
titolo le dicono, stringe
gli occhi, la sua voce si
distende luminosa nel ventre
dello stadio, l'approdo mai
raggiunto da Ciro, che sulla
strada verso
Napoli-Fiorentina, la finale
di Coppa Italia, trovò uno
sparo, 53 giorni di agonia,
una morte atroce. Mamma
Antonella sabato allo stadio
non ci sarà, "aspetto mia
nipote da Brescia,
preferisco festeggiare la
Pasqua a casa". Non ha
voglia di far polemica, "se
la Roma mi ha invitato ? No,
ma non è il momento di
parlarne, non serve a nulla
e non cambia nulla", lo dice
con pacatezza, con pazienza,
dolcemente. "Ciro andava
dovunque in trasferta, amava
la maglia, amava il Napoli,
di un amore spropositato,
sin da bambino". Non ci sarà
mai più Ciro a tifare
Napoli, e, almeno questo
sabato, all'Olimpico non ci
saranno napoletani.
All'andata la trasferta al
San Paolo era stata vietata
ai romanisti. "Mi dispiace
per i tifosi sani, non per
le persone represse che
vanno allo stadio per fare
altre cose, si tratta di una
sconfitta per tutto il
calcio italiano". "Ciro
vive" (Graus editore,
scritto con Vittoriana
Abate) è un collage di
istantanee, è una piccola
storia dentro una grande
guerra. La vicenda di una
vita comune, quella di un
ragazzo di 29 anni, "un
figlio di tutti" e di
Scampia, le Vele, il
quartiere-mondo, di una fine
crudelissima. Lo sparo di De
Santis è il chiodo che cade
al centro e ordina lo spazio
di una vita intorno, è la
fine di Ciro e l'inizio di
una battaglia. La chiama "la
mia utopia" mamma Antonella,
"la pace nel calcio, perché
il sacrificio di mio figlio
non sia stato vano". I
proventi andranno tutti
all'associazione "Ciro
vive". Antonella ha dovuto
persino respingere accuse
odiose di speculazione,
l'ultima di ieri, di Casa
Pound: "Mi vergogno per
loro, non sanno nemmeno
lontanamente di cosa
parlano". La voce le si
spezza, ma resta luminosa
come un ruscello, parla di
una fede rifiorita dopo la
tragedia, non c'è una parola
d'odio, di rancore, di
risentimento verso "Gastone"
De Santis, il killer di suo
figlio, verso Genny ‘a
Carogna, ma no, nemmeno
contro le forze dell'ordine
e le istituzioni. Il sindaco
di Napoli De Magistris, per
telefono, invece accusa la
gestione dell'emergenza di
quella maledetta notte.
All'andata, in una
Fuorigrotta deserta, tra
misure di sicurezza
eccezionali, tutto si svolse
senza problemi. Sabato sarà
il primo ritorno del Napoli
a Roma. "Sa" e si commuove,
la mamma di Scampia, "ho
belle sensazioni, prima o
poi il calcio dovrà
cambiare, la mia lotta sarà
questa finché vivrò".
2 aprile 2015
Fonte: La Repubblica
© Fotografia: Ilmattino.it
"Quando l'ho visto,
mi sono sentita male: c'è
chi non vuole la pace nel
calcio"
di Pasquale Tina
NAPOLI - "Quando ho visto
gli striscioni in Curva Sud,
sono stata male". Antonella
Leardi, la madre di Ciro
Esposito, è sotto choc al
termine di Roma-Napoli.
Preferisce aspettare qualche
ora per riordinare le idee,
poi è un fiume in piena di
emozioni. La voce è quella
di una donna ferita. Tono
basso, ma efficace. "Le
accuse sono state pesanti".
Lei come risponde ?
"Ero a casa davanti
alla tv e posso dire di aver
provato un forte dolore.
Hanno scritto che lucro
sulla morte di mio figlio.
Tutto questo è assurdo. La
mia è una famiglia onesta.
Abbiamo sempre aiutato i
nostri figli, poi il 3
maggio la nostra vita è
stata distrutta".
Cosa vuole dire ai
responsabili ?
"Prego per queste persone
che non hanno cuore. Io
comunque non mi fermerò e
porterò avanti il mio
messaggio".
Perché lo hanno
fatto ?
"Evidentemente c'è qualcuno
che non ama la pace, non
vuole la pace nel calcio, e
fa di tutto affinché il
clima resti teso".
L'hanno criticata
per aver scritto un libro.
"Sinceramente non mi
interessa. Invito tutti i
tifosi a leggerlo. Vorrei
chiarire un aspetto: quando
ho firmato il contratto con
l'editore, non ho avuto
dubbi. I proventi saranno
dovuti alla onlus "Ciro
Vive". Noi facciamo tanta
beneficenza".
Di cosa vi occupate
?
"Organizziamo
seminari nelle scuole calcio
per sensibilizzare i giovani
sul tema della non violenza.
Lo abbiamo fatto in tutta
Italia. A Natale abbiamo
fatto donazioni al
Policlinico Gemelli, dove è
morto Ciro, e in una casa
famiglia a Meta di Sorrento.
Qualche giorno fa siamo
stati all'ospedale
Pausilipon di Napoli. Nel
nostro piccolo cerchiamo di
aiutare chi soffre con
piccoli doni. Non abbiamo
bisogno di questi soldi per
le nostre esigenze".
I controlli negli
stadi dovrebbero essere più
severi ?
"Assolutamente sì. Il nostro
striscione "Ciro X Sempre"
li ha sempre superati tutti,
tranne che in un'occasione.
Se non ricordo male contro
la Lazio. Ma noi non
offendiamo nessuno".
Come è possibile che
questi invece siano entrati
?
"Non lo so. Forse li hanno
composti all'interno dello
stadio. La Polizia comunque
è al lavoro. Mi auguro che i
responsabili vengano
individuati".
5 aprile 2015
Fonte: La Repubblica
© Fotografia: Ilgiornale.it
NAPOLI DOPO GLI STRISCIONI
La madre di Ciro
Esposito: "Che dolore, la
parola lucro non la
conosciamo"
Antonella Leardi al
"Processo del lunedì": "Gli
insulti degli striscioni li
avevo già ricevuti su
Facebook, credo siano le
stesse persone che hanno
organizzato l'attacco a mio
figlio".
"Quegli insulti li avevo già
ricevuti su una pagina
Facebook, mi erano
familiari, credo che siano
le stesse persone che hanno
organizzato l'attacco vile
di quel 3 maggio". Lo ha
detto Antonella Leardi,
madre di Ciro Esposito,
intervenuta al Processo del
lunedì su Raisport a
proposito degli striscioni
apparsi sabato nel corso di
Roma-Napoli. La mamma di
Ciro Esposito ha anche
specificato a chi andranno i
proventi del libro
contestato con gli
striscioni: "I proventi
andranno all'associazione
"Ciro vive", che si muove
già in tutto il mondo
portando parole di serenità
e di pace. Certamente i
proventi saranno devoluti a
vari ospedali e vari
progetti. Cosa ho provato ?
Un dolore grande, la parola
lucro non la conosciamo - ha
aggiunto la signora Leardi -
noi siamo persone semplici
che con grandi sacrifici
abbiamo tirato su i nostri
figli. Poi, però, mi sono
rafforzata, ho pensato che
quelle persone non vogliono
che io vada avanti, ma io
vado avanti lo stesso".
SILENZIO - Mercoledì,
intanto, al San Paolo arriva
la Lazio, altra squadra
di
Roma, per il ritorno della
semifinale di Coppa Italia e
la mamma di Ciro ha invitato
i tifosi del Napoli a non
"rispondere" agli striscioni
dell'Olimpico: "Mi auguro
con tutto il cuore che non
offendano nessuno. Io
personalmente non ho mai
istigato le due tifoserie.
Spero che possano rispondere
con il loro silenzio
affinché quegli striscioni
non valgano nulla". IL LIBRO
- "Questo libro deve essere
letto perché parla di un
ragazzo che amava il calcio
e la vita, che si metteva da
parte i soldi per andare in
trasferta - ha aggiunto la
Leardi, parlando del libro
sul figlio Ciro - Una vita
che gli è stata strappata in
un modo assurdo. Contiene un
messaggio d'amore, che
dovrebbe essere letto non
solo dai tifosi italiani, ma
da quelli di tutto il mondo.
Io invito i ragazzi che
hanno esposto quelle scritte
a venire con me negli
ospedali oncologici, dove ci
sono bambini che soffrono.
Finché io sarò viva lo sarà
anche Ciro. Se poi
uccideranno anche me, tutto
sarà finito".
6 aprile 2015
Fonte: Gazzetta.it
(Testo © Fotografia)
"Il mio impegno per
ricordare Ciro corsi per
aiutare i giovani a rischio"
di Pasquale Tina
IL
RICORDO - Un anno senza Ciro
Esposito. E per mamma
Antonella le sensazioni di
questo giorno sono un
groviglio inestricabile. Era
il 25 giugno 2014 e il
giovane tifoso del Napoli
morì al Policlinico Gemelli,
a causa delle ferite
riportate il 3 maggio prima
della finale di Coppa
Italia. È difficile spiegare
cosa provo, le parole
servono a poco", dice la
signora Leardi. "Questo
vuoto non si colmerà mai. La
sua assenza è enorme in
questa casa. Ciro manca a
tutti, alla sua famiglia e
naturalmente agli amici. Mi
sembra che sia andato via da
pochi giorni". I ricordi
della lunga agonia sono
precisi e minuziosi.
"Ringrazio comunque Dio per
i 53 giorni al Gemelli. Ho
potuto vedere ancora mio
figlio anche se stava molto
male. Almeno tante verità e
molte brutte cose sono
venute fuori. Se fosse
scomparso il 3 maggio,
sarebbe passato per un
delinquente, invece siamo
riusciti a ricostruire la
vicenda. Ciro ha fatto anche
un percorso di fede". Oggi
sarà ricordato a Scampia
presso l'Auditorium in viale
della Resistenza.
L'appuntamento è alle 17.
"Sarà una commemorazione -
continua la Leardi - mio
figlio non deve essere
dimenticato. Mai. Continuerò
a portare avanti la mia
battaglia. Solo così posso
andare avanti dopo questo
grande dolore. Non si può
morire per una partita di
calcio e continuerò a
ribadirlo. Sto diffondendo
questo messaggio con l'aiuto
dell'Associazione Ciro Vive.
Lo faccio per i figli del
futuro". L'occasione sarà
propizia anche per
annunciare un nuovo
progetto. Saranno
organizzati corsi gratuiti
per pizzaioli e pasticceri
destinati ai minori a
rischio di Scampia e di
altri quartieri. I migliori
allievi saranno poi inseriti
nel mondo del lavoro.
"Partiremo a settembre. Può
sembrare una piccola cosa,
ma noi vogliamo dare
un'opportunità ai ragazzi
insegnando loro un mestiere.
Cerchiamo di offrire
un'alternativa". Suo figlio
Ciro non l'ha avuta quel
pomeriggio a Tor di Quinto,
quando è stato ferito
mortalmente dai colpi di
pistola esplosi da Daniele
De Santis che è stato
rinviato a giudizio lo
scorso 28 aprile dal gup
Maria Paola Tomaselli.
"Gastone" dovrà rispondere
delle accuse di omicidio
volontario, lesioni e porto
abusivo di arma da fuoco.
"Sono soddisfatta delle
incriminazioni, ma ora
dobbiamo aspettare il
processo che comincerà il 9
luglio. Vediamo cosa
accadrà. Naturalmente sarò
presente in aula e assisterò
a tutte le udienze come ho
sempre fatto finora". La
signora Leardi non dimentica
neanche le responsabilità di
chi era preposto, prefetto e
questore di Roma (che nel
frattempo sono cambiati),
alla salvaguardia
dell'ordine pubblico prima
di una partita dove il
pericolo non era la rivalità
tra la tifoseria del Napoli
e quella della Fiorentina,
ma le possibili incursioni,
come poi è accaduto, di
alcuni ultras giallorossi.
"Purtroppo nessuno ha pagato
- spiega - e io posso
soltanto confermare la mia
testimonianza. È anche
inutile aggiungere altro
perché mio figlio di certo
non me lo possono
restituire. Ribadisco che ci
devono essere persone
competenti ad occupare certi
posti. A Tor di Quinto non
c'era neanche una camionetta
della polizia. Le
responsabilità di chi ha
definito il piano per la
sicurezza sono enormi. Sono
anche loro colpevoli della
morte di Ciro". Che però è
sempre presente nei cuori e
nella mente di chi gli
voleva bene. "Tante persone
mi sono state accanto",
aggiunge Antonella Leardi.
Anche nel mondo del calcio.
"Devo dire che il presidente
del Napoli De Laurentiis e
la società non mi hanno mai
fatto mancare il loro
supporto. La vicinanza è
stata molto concreta. Ho
sempre riscontrato grande
partecipazione in tutte le
mie iniziative. Il patron ha
anche acquistato mille copie
del mio libro "Ciro Vive" da
distribuire nelle scuole
calcio. Noi non ci fermiamo,
a luglio saremo al carcere
minorile di Nisida e poi a
Poggioreale per delle
campagne di
sensibilizzazione". In
memoria e per conto di Ciro.
25 giugno 2015
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Scrivonapoli.it