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EPISTOLARIO 2008-2025
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LETTERE APERTE   MUSEO VIRTUALE MULTIMEDIALE
A Paolo Avanti, Vice Caporedattore Gazzetta dello Sport (Articolo Heysel)
Da Paolo Simionato, Tifoso Juventus a Bruxelles (Rifiuti sotto Lapide Heysel)
A Cristiano Carriero, Editorialista "ilneroelazzurro.com" (Articolo Heysel)
Alla Redazione di Vocidisport.it (Articolo Heysel)
Da Armand Company Guiilem, Autore del Libro "HEYSEL" (Libro Heysel)
A Christian Raimo, Giornalista di Internazionale.it (Articolo Heysel)
A "Il Ciuccio", Redazione ilnapolista.it (Articolo Heysel)
A Franco Ossola, Storico Torino Fc (Mostra Superga-Heysel)
 
A Yvan Mayeur, Borgomastro di Bruxelles (Faretti Meridiana Heysel)
A Matteo Braida, Sito blog.zingarate.com (Articolo Heysel)
A Freddy Thielemans, Borgomastro di Bruxelles (Petizione Monumento Heysel 2013)
A Stefano Pioli, Allenatore Bologna Fc (Rispetto e Heysel)
Da Giampaolo Muliari, Direttore del Museo del Grande Torino (Memoria Heysel)
A Furio Honsell, Sindaco di Udine (Vilipendio Vittime Heysel)
Alla Redazione di Fiorentinanews.com (Cori Dileggio Vittime Heysel)
Al Liverpool Fc e Suoi Tifosi (Lettera Aperta)
A Christian Ceux, Assessore Urbanistica di Bruxelles (Correzione Lapide Heysel)
A Gianluca Guarnieri, Sito Lenovae.it 30.5.2012 (Articolo Heysel)
 
A Stefano Palazzi, Procuratore Federale F.I.G.C. (Cori Dileggio Vittime Heysel)
A Freddy Thielemans, Borgomastro di Bruxelles (Faretti Meridiana Heysel)
A Crazeology, Blog Ju29ro.com (Articolo Heysel)
Al Presidente Andrea Agnelli, Juventus Fc (Aggiornamenti sul Luogo della Memoria)
A Stefano Cecchi, Giornalista "La Nazione" di Firenze (Articolo Heysel)
Alla Redazione di Ju29ro.com  (Articolo Heysel)
Da Andrea Leonetti, Juventus Club Andria  (Odio contro gli Juventini)
Ad Armando Colotta, Tifoso Viola, Firenze (Articolo Heysel)
A Matteo Renzi, Sindaco di Firenze  (Targa in Memoria Heysel allo Stadio)
Ad Andrea Agnelli, Presidente Juventus Fc (Rifiuti sotto Lapide Heysel)
 
A Freddy Thielemans, Borgomastro di Bruxelles (Rifiuti sotto Lapide Heysel)
Al Presidente Andrea Agnelli, Juventus Fc (Ringraziamento)
A Roberto Bettega, Vicedirettore Generale Juventus Fc (Sala della Memoria Heysel)
A Jean Claude Blanc, Presidente Juventus Fc (Sala della Memoria Heysel)
Ad Andrea e Diego Della Valle, Presidenti ACF Fiorentina (Commemorazione a Liverpool)
Ai Tifosi della Fiorentina, Città di Firenze (Gemellaggio Tifoserie Fiorentina-Livepool)
Alla Curva Fiesole, Stadio "Franchi" di Firenze (Gemellaggio Tifoserie Fiorentina-Livepool)
A Wez Edwards, Tifoso Liverpool Fc (Sala della Memoria Liverpool)
To Liverpool Sportsmen (Heysel e Hillsborough: uniti dal dolore)
A Giovanni Cobolli Gigli, Presidente Juventus Fc (Sala della Memoria Heysel)
 
 
 
A Paolo Avanti, Vice Caporedattore Gazzetta dello Sport
Oggetto: Articolo "Juventus, Liverpool, l’Heysel e quel filo spezzato"
"Chi ama la pace non teme la verità"

Preg.mo Paolo Avanti, ho letto il suo ottimo articolo e ho avuto anche il piacere e l’onore di conoscere di persona Mauro (Garino) in occasione del 30° dell’Heysel a Torino. Uomo e tifoso sensibile e perbene. Conosco il suo punto di vista e apprezzo moltissimo quanto sta facendo da tempo per tessere il dialogo incamminandosi su questo crinale davvero impervio verso la pace. Mi occupo, ormai, da molti anni di questa tragica vicenda e avendo sfiorato da vicino la sensibilità dei parenti delle vittime e constatato il rancore ancora vivo nella tifoseria bianconera, mi sento chiamato in causa ad esprimere il mio pensiero su qualche affermazione colta nei commenti dei lettori al suo pezzo. L’ispirazione a sostegno delle mie prossime parole è l’idea che mai ci potrà essere pace fra gli uomini nella storia a discapito della verità. Nel caso specifico quella della strage di Bruxelles, fondata sulle migliaia di testimonianze comuni, le inequivocabili immagini degli audiovisivi di repertorio, ma soprattutto sulle verità storico-processuali...

Premetto che anche io da ragazzo ho follemente amato il Liverpool: era persino la mia squadra di subbuteo ! Fino a quel pomeriggio di morte… Premetto pure che è impensabile prolungare l’odio fra le genti nei secoli. Proprio la II guerra mondiale e la recente unità europea dimostrano che un popolo intero non deve pagare per sempre le colpe di quanti lo governarono facendo dissennatamente uso scientifico e ideologico della violenza, della dittatura e della sopraffazione. Allo stesso modo non concordo assolutamente, al di là delle gravissime responsabilità di UEFA e Belgio, sul concetto che quei tifosi "non avessero l’intento di uccidere nessuno" e che si possa risolvere i conflitti di colpa con le affermazioni edulcorate di uno celebre scrittore sulla consueta "pratica di invadere il settore nemico molto in voga". Vorrei ricordare che i reds avevano in serbo la vendetta per i fatti accaduti dopo la finale di Roma nel maggio 1984 e premeditato un piano di aggressione, che prima della partita saccheggiarono un cantiere incustodito adiacente allo stadio armandosi di tutto punto, che ci furono diversi sprangati e accoltellati fra i feriti e che anche su una delle vittime italiane l’autopsia rilevò un profondo taglio di lama alla gola. Non si faccia, dunque, passare lo spirito omicida di un’avanguardia di assatanati "figli di puttana" come una sorta di usanza goliardica, si offende così la memoria delle vittime e dei loro familiari, ritardando oltre il fisiologico processo della riconciliazione.

A mio parere, la Kop nell’aprile del 2005 compose la parola sbagliata nel mosaico. A caratteri cubitali non "amicizia", ma "perdono" avrebbe dovuto scrivere. E’ vero che hanno "teso una mano", ma avrebbero dovuto chinare prima il capo. Non sarà mai la curva della Juve che potrà decidere sul perdono. Non conta veramente la volontà degli Ultras o dei tifosi comuni, ma soltanto quella di chi perse i propri cari nel settore Z dell’Heysel. A loro unicamente spetterà il diritto di chiudere un cerchio pluridecennale fra la vita e la morte. E lo farà soprattutto quando dopo 33 anni smetteranno di leggere ancora parole farneticanti da Liverpool, in alcuni casi proprio dai calciatori dell’epoca, sulle cause dei fatti drammatici di quella sera. Quando i tempi del percorso pacificatorio saranno maturi mi adeguerò serenamente alla volontà istituzionale dell’"Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel", ma nel frattempo, se da una parte giudico inutile l’odio della mia tifoseria, dall’altra smaschererò e condannerò in ogni ambito l’ipocrisia di quanti in memoria delle vittime dovrebbero soltanto inginocchiarsi e chiedere perdono a chi ancora le piange. Cordialmente, la ringrazio e la saluto. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 8 ottobre 2017

Grazie

Caro Laudadio, grazie della testimonianza. E grazie per il grande lavoro che ha fatto in questi anni per ricordare le vittime dell’Heysel. Da parte mia nessuna intenzione di sminuire quanto fecero quei tifosi del Liverpool a Bruxelles né di nascondere omertà e ambiguità che si sono registrate dall’Inghilterra negli anni. Mi piace, però, la battaglia di Guarino proprio perché sono passati tanti anni e come scrive lei "è impensabile prolungare l’odio tra le genti nei secoli". E perché mi disturba vedere impugnato l’Heysel da ragazzini che nulla sanno a riguardo e che lo utilizzano solo per far casino. Detto questo, sono d’accordissimo sul fatto che l’ultima parola spetta ai familiari delle vittime. Grazie ancora. Paolo Avanti Fonte: Inthebox.gazzetta.it © 9 ottobre 2017

La Risposta di Andrea

Caro Laudadio, le rispondo perché ha parlato del mio commento. Prima di tutto lasci che esprima il mio (ovvio) apprezzamento per quello che lei, assieme ad altre persone altrettanto ammirevoli, fa per tenere viva la memoria. Alcuni punti del mio commento sono in effetti rivedibili (ha ragione lei, è sbagliato dire che non c’era l’intenzione di uccidere, anche alla luce di quello che lei documenta) e su altri forse mi sono fatto mal interpretare. Mi pare ad esempio ovvio che il senso del mio commento non volesse essere quello di ridurre il tutto a una cosa "goliardica", ci mancherebbe e insomma, se non fosse per il fatto che non ci conosciamo, e che quindi non può sapere quelli che sono i miei valori, me ne potrei quasi dire offeso. In effetti quello che diceva Hornby era parte di un discorso in cui inseriva il tutto nel contesto (deprecabile, ovviamente !) del movimento hooligan inglese anni 80. Insomma, era anche il contesto ad essere malato, è per questo che, idealmente, non riesco a isolare le colpe (enormi) della tifoseria del Liverpool dell’epoca. Per finire, lungi da me poter anche solo immaginare di mancare di rispetto alle vittime e ai loro familiari, ripeto, forse mi sono espresso male facendomi mal interpretare. Sul resto concordo, soprattutto sul punto in cui dice che sarebbe stato più opportuno un mosaico con la parola "perdono". Ha ragione anche sul fatto che l’ultima parola spetti ai familiari delle vittime. L’unica cosa che mi sento di dire, ed è una mia opinione, è che non credo che senza il coro odio Liverpool prima di quello (bellissimo) per le vittime dell’Heysel al 39esimo di ogni partita chi ha perso la vita e i suoi cari sarebbero onorati in modo minore, e il senso ultimo del mio commento, alla fine, era questo: secondo me il punto è anche scindere le colpe della KOP dell’epoca e degli aggressori dell’epoca dall’odio per la tifoseria del Liverpool e per il Liverpool di adesso, e lo dico. Poi è anche vero che come lei dice sono processi inevitabilmente lunghissimi, e non contesto certo (anzi) l’operato della curva di cui tra l’altro faccio di fatto fisicamente parte, perché con coreografie cori e altro svolge una parte molto importante per il ricordo. Grazie ancora per tutto quello che fa, e buona giornata. Andrea Fonte: Inthebox.gazzetta.it © 10 ottobre 2017 Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)

 
Da Paolo Simionato, Tifoso Juventus a Bruxelles
Oggetto: Segnalazione Rifiuti sotto Meridiana Heysel
"Una Vergogna che si ripete"

Bruxelles 4.10.2017 - "In merito a quanto pubblicato dal giornale Tuttosport e da voi segnalato, riguardo alla mancanza di rispetto verso le vittime dello stadio Heysel, vi invio volentieri alcune foto scattate domenica scorsa al termine della Belfius Bruxelles Marathon da me disputata e dedicata alla memoria dei nostri tifosi deceduti in occasione della maledetta finale. Mai l'ignoranza e la superficialità di pochi trogloditi supereranno l'affetto e la sofferenza, ancora viva nei cuori dei veri tifosi juventini. Sarebbe bello poter dare risalto anche a chi nel più totale anonimato compie gesti, a mio parere, degni di nota". Paolo Simionato Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 4 ottobre 2017

 
A Cristiano Carriero, Editorialista "ilneroelazzurro.com"
Oggetto: "Abbracciarsi. Le considerazioni che non avevo scritto..."
"Cristiano di nome e di fatto"

Carissimo Cristiano, il tuo nome di battesimo rispetta perfettamente i sentimenti di profonda umanità e sportività che hai dimostrato in questo articolo e vorrei ringraziarti personalmente per la lucidità con la quale discerni fra il campo e la piazza. Qualcuno ha suonato le campane, altri fatto i fuochi di artificio mentre tu hai pensato soltanto alla disgrazia sfiorata e al sangue che ancora una volta ha sporcato le nostre maglie. Sortilegio ? Casualità ? Pessima organizzazione di certo. Mi occupo da tanti anni di Heysel e questa volta mi è sembrato di vivere un nuovo incubo. Assurdo. Il panico in comune ad entrambe le storie, un’aggressione fisica e premeditata nel primo caso, una presunta e figlia della psicosi del nostro tempo nel secondo. Ti faccio i complimenti per il pezzo, per come lo hai scritto e perché conduce veritiero il tenore del tuo essere tifoso sano e sapiente. La nostra rivalità è il sale del calcio, ma sarebbe bello poter tornare insieme fianco a fianco negli stadi, senza rischiare l’incolumità. A Bruxelles sono morti tre tifosi interisti. Loro malgrado sono stati coperti pietosamente dalle nostre bandiere. Sono cari al nostro cuore quanto i feriti gravi di Piazza S. Carlo al tuo. Ripartiamo da qui. Grazie veramente di cuore, Cristiano. Sportivamente. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 5 giugno 2017

La Risposta di Cristiano Carriero

Grazie Domenico. Il tuo messaggio mi riempie di orgoglio e di forza, e mi fa pensare che qualcosa di bello, un po’ di umanità in questo mondo (non solo in questo calcio) c’è ancora. Un abbraccio forte. Cristiano Carriero Fonte: ilneroelazzurro.com © 6 giugno 2017

 
Alla Redazione di Vocidisport.it
Oggetto: Articolo a cura di Luigi Magliano 29.05.2015
"Falso storico !"

Buongiorno, vorrei segnalarvi un passaggio impreciso e pericolosamente fuorviante che non è corrispondente ad alcuna verità storica e processuale dei fatti accertata dalle testimonianze, nell'articolo del vostro redattore Luigi Magliano al link leggiamo testualmente: "reazione della tifoseria italiana". Le conseguenze della fitta sassaiola hanno prodotto da subito i primi dei 600 feriti in Curva Z e il naturale arretramento della folla terrorizzata. Ci può essere stato qualche sparuto gesto di reazione (e vorrei vedere) ma associare le parole "reazione" e "tifoseria" presuppone una mentalità di gruppo... Ribadiamo per l'ennesima volta: non si trattava di Ultras e non erano soltanto italiani. Scrivere questo è dare un nuovo appiglio alla ipocrisia di molti inglesi che danno ancora oggi la colpa al muretto crollato e in 30 anni non si sono mai voluti prendere le loro responsabilità sull'aggressione INFAME e PREMEDITATA anche di vecchi, donne e bambini oltre ai tifosi pacifici del settore invaso selvaggiamente. Chiedo, a questo proposito, se non fosse possibile la rettifica del testo, almeno che la mia precisazione venga posta a commento dell'articolo. Grazie. Cordialmente. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 21 luglio 2015

La Risposta del Direttore Responsabile

Gentile Sig. Laudadio, innanzitutto, grazie mille per aver letto il nostro articolo. Si tratta di una tematica delicata, che il nostro giovane redattore ha provato a coprire in modo adeguato. Riteniamo la sua precisazione utile e di fondamentale importanza. Provvederemo al più presto a modificare quanto da lei specificato. Continui a leggerci, se le va. Cordiali saluti. Andrea Motta (Direttore Voci di Sport) Fonte: Vocidisport.it © 21 luglio 2015

Conclusioni finali e saluto

Gent.mo Direttore, nulla da eccepire sulla bontà del pezzo di Magliano e della vostra testata web, la seguirò con accresciuto interesse, vista la sensibilità e la solerzia con la quale avete accolto la mia segnalazione. Niente di personale con l'autore ci mancherebbe ! Purtroppo come dice giustamente lei è una tematica molto "delicata" e ancora poco definita, proprio a causa della mancanza di una memoria unica e condivisa da tutti. Noi lavoreremo come Associazione nel futuro proprio a questo scopo. La ringrazio e la saluto molto cordialmente. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 21 luglio 2015

 
Da Armand Company Guiilem, Autore del Libro "HEYSEL"
Oggetto: Presentazione del Libro "HEYSEL"
"Un altro libro sull'Heysel"

Ciao bianconeri di la Sala della Memoria Heysel, sono uno scrittore dalla Spagna che ha scritto "Heysel" romanzo, basato su fatti reali e con due personaggi veri della storia, sulla tragedia del Heysel, attualmente solo in lingua catalana. Speriamo presto in italiano. Forza Juve ! Argomento "Heysel": Il 29 maggio 1985 si è tenuto presso Stadio Heysel Park, Bruxelles il calcio finale di Coppa Europa tra Juventus Football Club di Torino e il Liverpool Football Club. Due giovani, il Gary Cooper, un Liverpool hooligan e Giuseppina Conti, una tifosa della Juventus, presenti alla festa del calcio europeo, ognuno con i sogni di vedere la sua squadra campione d'Europa. Ma il sogno si trasforma in un incubo. Niente sarà più lo stesso dopo la fine del campionato. Questo produrrà la fine dell'età dell'innocenza nell'Unione Football Association (UEFA) e cambiare la storia del calcio per sempre. Heysel è la presunta violenza nello sport. E' basato su una storia vera, con personaggi reali, mentre un romanzo cronica installato e circa come si è verificato un evento. Un salutto. Armand Company Guiilem Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 1 marzo 2015

Risposta e approfondimento sull'opera

Gent.mo Armand Company Guiilem, in occasione del trentennale di un evento così tragico e doloroso matura rigogliosamente il tempo della memoria, ma anche quello degli affari. Io non mi permetto di giudicare la qualità del suo lavoro che fra l’altro non conosco, ma le esterno alcune mie considerazioni, manipolando da tanto tempo una materia così delicata per la quale è facile a volte dimenticare di restare rispettosi al proprio posto. Innanzitutto lei narra di un "romanzo basato su fatti reali e con due personaggi veri della storia". Nella trama di un romanzo la libertà può manifestarsi pure nella creatività, ma fino al punto in cui non si citano i nomi reali di due persone che nulla avrebbero mai avuto in comune fra loro prima dell’Heysel. Lei conosce la vera storia di Giuseppina Conti ? Ha mai contattato la sua famiglia per chiedere almeno il permesso di coinvolgerne la memoria in questo suo "romanzo" ? Ha idea di cosa significhi il rispetto per una famiglia che nonostante siano trascorsi 30 anni è ancora distrutta dalla sua tragica scomparsa ? Mi auguro che almeno sappia trovare le risposte a queste mie semplici domande. Credo siano più importanti del successo che avrà il suo libro che non ha in copertina o nel trailer alcun riferimento alle immagini di quella sera e sinceramente sembra incartare con un origami una caramella avvelenata. Cordialmente. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 5 marzo 2015

Chiarimenti dell'autore sulla genesi del libro

Gentile Dominico Laudadio, ho risposto a tutte le vostre domande con il cuore. 1) Libro "Heysel" per molti anni non aveva completato per qualsiasi attività commerciale per il 30 anni é. L'editor Casa editrice voleva rimuovere il libro ora sul mercato. Non mi piace l'idea, perché il libro è stato dedicato alle vittime, e perché tali succesos non si ripetano. Molti giovani da 20 anni in Spagna, non sanno nulla della tragedia dul Heysel. Il miglior antidoti alla violenza combrate conoscere la storia. 2) Si tratta di un romanzo basato su fatti reali e le persone reali, sì, lo è. Paraller due storie di due giovani, niente a che fare con l'altro. È vero, il libro e non conosciuti prima o mai. 3) Chiedimi se ho avuto contatti con la famiglia Conti almeno per chiedere il permesso di citare la figlia Giuseppina Conti nella sua memoria "romanzo" ? Sì, prima ho contattato Francesco, e poi Antonio Conti. Ho chiesto loro il permesso, ovviamente. In Antonio Conti gli ha chiesto molte cose sulla sua figlia Giusy. 4) Riuscire in un libro del genere di "Heysel" non è importante per me. La più importante è il messaggio. 5) Agire come la mia buona fede, mi piacerebbe inviare il mio libro, perché il valore, non come un prodotto per rimuovere beneficio personale. Odio la fama, e il denaro non è tutto nella vita. Ho anche perso per sempre una bambina, a causa di problemi di salute. Un abbraccio. (Notta: I dimenticando qualcosa. Copertina e il trailer non sono il mio lavoro. La storia che ho scritto solo. Temi come copertina nel trailer sono soggetti della casa editrice. Se io sono onesto, gli unici vantaggi economici reali che porta questa storia è l'editor). Armand Company Guiilem Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 5 marzo 2015

Scuse e apertura al dialogo e all'amicizia

Gent.mo Armand, perdonami per la durezza delle parole con le quali mi sono rivolto a te, ma purtroppo alcune volte le persone usano questa tragedia umana per secondi fini con il pretesto della memoria. La sincerità e la serenità che giungono dalla tua lettera, nonostante le difficoltà della lingua, mi tranquillizzano su questo aspetto e penso da quello che hai scritto su tua figlia che purtroppo anche tu hai assaggiato il calice amaro del dolore. Aver chiesto alla Famiglia Conti il permesso di menzionare Giuseppina ti fa davvero grande onore. In virtù di questo io penso che la tua opera meriti il giusto riconoscimento e gli competa di essere inserita in questo museo virtuale nello spazio della Bibliografia ufficiale dell’Heysel. Sarebbe molto bello incontrarti in occasione del trentennale in Italia, pensaci. Intanto grazie per la Memoria e per l’Arte. Un abbraccio forte. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 6 marzo 2015

Rassicurazioni e saluti

Gentile Dominico Laudadio, non è necessario perché chiedere scusa per la lettera. Capisco le tue ragioni per la tua prima lettera ed è che ci sono persone nel mondo con anima cattiva. Vorrei tanto andare in Italia per rendere omaggio alle vittime e 30 anni dopo. Cercherò di andare per l'Italia. Un abraccio forta. Armand Company Guiilem Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 6 marzo 2015

 
A Christian Raimo, Giornalista di Internazionale.it
Oggetto: Articolo "Perché ho smesso di tifare Juventus"
"Heysel e altri isterismi"

Gent.mo Christian Raimo, desidero esternarle sinceramente il mio punto di vista e le mie sensazioni a riguardo del terzo punto da lei enunciato fra le profonde motivazioni del rinnegamento della sua fede juventina nell’articolo di Internazionale.it con riferimento alla tragedia dell’Heysel. Se proprio di "scena" lei parla, con tanto di video allegato al suo pezzo, ancora per l’ennesima volta davanti a quei morti e al dolore non lenito dei loro familiari utilizziamo la provincialistica ribalta del nostro piccolo tornaconto e anteponiamo alla memoria dei caduti il senso ultimo di quel trofeo. Le spiego meglio. Capita nei baretti di provincia, a me è successo persino nell’anticamera del mio dentista, di ascoltare peana dileggianti l’etica bianconera su quella Coppa per cui senza dubbio è facile stracciarsi le vesti come i farisei nel tempio, ma ignorando, da qualunque punto di osservazione interessato o disincantato dei fatti che il sangue di cui è colma non è proprietà di nessuno, né della Juventus Football Club, come ebbe a dire tuonando Otello Lorentini, Presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime dell’Heysel, né tanto meno di chi ne faccia un uso improprio per becero e malevolo antagonismo o per spicciolo moralismo. Dicesi "heyselismo", come da qualche parte ho letto, il nuovo conio di un neologismo di chi malignamente si arrampica sui quei morti pur di denigrare e sminuire il valore sportivo dell’odiata avversaria. Il penoso rischio davanti a quelle vittime è che si rischia tutti quanti di steccare nel coro della cattedrale. Sarebbe più consono un religioso silenzio per nutrirne il rispetto e la memoria nelle date e nelle sedi opportune. Anche lei come altri, non ha speso mezza parola per loro, concentrandosi sul valore sportivo di quella coppa. Lei pensi che a Bruxelles bandiere juventine hanno mestamente ricoperto tre interisti. Sono caduti per l’amicizia che li legava a compagni di viaggio di un’altra fede. Perché il calcio, vede, a qualunque latitudine geografica è amore. Lo abbiamo sputtanato anche noi, non solo Moggi e il farmacista. Il fanciullino che le vive dentro è rimasto a letto da quando ha saputo dei morti... Prendiamone atto, ma io penso che alla nazione potrebbe tornare molto più utile come insegnamento etico ricordare più quel ragazzino che si è addormentato a Bruxelles abbracciato a suo padre sulle gradinate di uno stadio di merda e che nel letto di casa a Cagliari non ci ha mai più dormito. Il problema, caro Raimo, qualche volta è scriverlo. Con rispetto. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 26 novembre 2014

La firma di Francesco Caremani

"Sottoscrivo". Francesco Caremani (Autore di "HEYSEL Le verità di una strage annunciata") Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 26 novembre 2014

@ Nessuna Risposta di Christian Raimo alla Lettera
 
A "Il Ciuccio", Redazione ilnapolista.it
Oggetto: "Ma Andrea, morto a 11 anni all’Heysel, non me lo toccate"
"Spegniamo il Vesuvio"

Preg.mo "Il Ciuccio", non vorrei scomodare Esopo nell’esordio, ma trovo molta similitudine fra l’insegnamento del suo scritto e la morale di una favola dove per una volta, ma non sarà la prima, né l’ultima, persino un asino insegna l’etica agli esseri umani. Quanto letto nel suo pezzo dovrebbe bastare per ripristinare quei naturali confini del bene e del male, dello sfottò e dell’odio, ma purtroppo non basta più e forse mai sarà veramente sufficiente a colmare le notorie abiette distanze fra alcune tifoserie. Leggevo con sincera ammirazione e compiacimento il suo articolo, proprio mentre il pullman della Juventus, scortato dalla polizia, si era imbucato al centro di una gigantesca omelette, profumato dagli incensi canonici dei fumogeni da stadio. Peccato davvero nel rituale stagionale e tradizionale di accoglienza per quel ragliare in coro sui morti di Bruxelles che vanificava l’encomiabile eloquio del suo verbo amabile e saggio. Certamente li aveva previsti anche lei, erano già nell’aria annunciati, dati quei somari della peggior specie che all’anagrafe rispondono addirittura a un nome e un cognome, ma purtroppo mai per la legge che dovrebbe punirli. Non proprio asinelli, quindi, intelligenti e del mestiere come lei, nascosto bene dietro il segreto della redazione e di un alias dimesso. E non pensi di essere così originale in questo, perché in via San Gregorio Armeno ne troverà moltissimi altri di ottima fattura e buona volontà come lei a riscaldare il corpicino infreddolito di un cristo bambino. Umilmente e dolcemente a dimostrazione, quando il creato si capovolge, che le bestie sono meglio degli uomini nella storia in cui tramano una nuova strage degli innocenti. Eh, già… Erode è sempre fra noi, caro mio Ciuccio… E davanti alla morte di un povero bambino non vi troverò mai giustizia, né rassegnazione. E visto che lo ha rievocato proprio lei, anche se a me costa sempre molto abusarne della memoria, Andrea non è poi così lontano, mi creda… Probabilmente stasera sarà al San Paolo dopo aver affrontato un viaggio da incubo, impaurito da uno sguardo di traverso al casello o alla stazione, orfano della sua sciarpa bianconera strappatagli con violenza ed uno sputo e se gli va bene un calcio in culo a suo padre, bersagliato da piscio e merda in una pentecoste di livore, nel suo settore di ospite pagante e indesiderato. Perché, vede, nobile Ciuccio, Andrea siamo noi… E’ proprio mio figlio che a scuola ogni lunedì mattina si sente dare del ladro per un rigore negato, una rimessa laterale invertita o una di quelle "scemenze" che scriveva lei, magari proprio dal primogenito di chi possiede un SUV e la barca, ma non ha mai pagato le tasse.

Andrea che non indosserebbe mai quella maglia destinata a chi non salta perché è bianconero e che confonde il tifo con il razzismo trasmettendo per celia un dogma d’intolleranza subdola e strisciante. Io, invece, mi sforzerò sempre di non confondere tra loro le cose e, nonostante tutto, confesso che amo Napoli, ho grande simpatia per i Napoletani, ma quelli con la lettera maiuscola, da cui nascono gli Eduardo e i Troisi... Per me il Vesuvio è bellissimo nelle cartoline o sugli striscioni spento e chi ne invoca un prossimo risveglio, se non per burla, è un emerito coglione. Il calcio è fatto sin dalle origini di sane pedate: si danno e si prendono e diamocele, tranquillamente, pure di santa ragione… Ma intorno al pallone ci sono tanti loschi figuri che vi lucrano il pizzo tutti i santi giorni, riempiendoci di menate e spargendo sale sulle ferite e aspidi sui sedili della giostra… Saltate, dunque, dove, quando e quanto volete per l’orgoglio di non aver scelto i nostri colori, ma trovando sempre un modo e l’occasione quando è l’ora di smetterla. Per esempio, davanti ai morti… Il silenzio è già onore. Io penso che Andrea Casula avesse in serbo un altro grande sogno oltre quello di emulare Gigi Riva: crescere in un mondo diverso. Lo abbiamo tradito sugli spalti e sul campo, nelle redazioni dei giornali, davanti ad un microfono o al taccuino di un cronista. Magari una sera, un pomeriggio, capiterà che il povero Andrea morirà ancora una volta corpo e anima in uno stadio e la carne insanguinata della zebra farà persino compassione alle fiere immonde che l’hanno sbranata dando la colpa al muro crollato ed agli ipocriti avventori del safari. Occhio… Accanto al suo magistrale pezzo nella colonna affianco ho letto che la Juve è uguale alla merda. Dal vostro punto di vista ci potrebbe anche stare, per carità, non amo il fariseismo e questo gergo è talmente in voga... Potrei anche contraccambiare sostituendo il soggetto, volendo, ma resterebbe ecumenicamente la stessa puzza. Andrea, molto probabilmente, vi suggerirebbe di scrivere soltanto Forza Napoli. Nessuno in quel caso si sentirebbe offeso. A volte basta veramente molto poco per ricominciare a camminare insieme oppure a due passi da noi è il baratro e poi non si potrà tornare mai più indietro. Pensiamoci. Con profonda stima. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 30 marzo 2014

@ Nessuna Risposta Ufficiale da "Il Ciuccio" alla Lettera
 
A Franco Ossola, Storico Torino Football Club
Oggetto: Articolo "Una scelta che non condivido" (Toro.it)
"Glielo dica negli occhi"

(Lettera aperta a Franco Ossola, figlio del grande calciatore del Torino caduto a Superga, in risposta al suo articolo in marcato dissenso sulla Mostra Heysel-Superga organizzata nel Museo del Grande Torino a Grugliasco)

Gentilissimo Sig. Franco Ossola, ho scelto di risponderle qui da casa mia, prima di ricevere generosa e cortese ospitalità nelle stanze del museo dove è onorata anche la memoria del grande campione che è stato suo padre, in una squadra indimenticabile, cara a tutti e vanto di una nazione ferita in ripresa dall’apocalisse di una guerra mondiale. Dalla sua premessa la morte metterebbe da subito a tacere qualunque obiezione di merito perché, così come scrive molto bene nel suo articolo, al suo cospetto "non ci sono parole che tengano e si è tutti affratellati ed uniti". Di seguito, però, le è sfuggita un poco la mano insieme al garbo ed alla ragione e dalla sua penna son partiti gli schizzi di un tono altero anche nei confronti di chi, al di là delle "dinamiche" differenti e del tempo trascorso, ha pianto nella disgrazia i suoi cari per una partita di pallone, altrettanto come lei e la sua famiglia. Al fine di sostenere il suo educato dissenso per una mostra che "oserebbe accomunare gli eroi invincibili di Superga" ai poveri cristi dell’Heysel, dimenticati purtroppo da tutti, espone a contrasto "le imprese memorabili" del Grande Torino alle "volgari brutalità" di Bruxelles, "un destino epico" alla "becera assurdità della violenza umana". Dunque crea una scala di valori nella quale i morti non sono tutti uguali, ma educano soltanto quelli che scrissero "le imprese memorabili sul campo", tali da meritare un onorevole ricordo solenne. Profondamente, me ne dolgo... E non è certamente una questione di pietismo, né di "pietas", un sentimento ormai in estinzione, svuotato dei valori nobili, poco più d’ una parola tronfia da tirare fuori nei salotti importanti… Qui stiamo parlando di morti ammazzati per una partita di pallone, tornati a casa in una bara, proprio come suo padre, e se per lei è giusto creare aristocrazie meritorie fra i morti per il calcio o del calcio, penso che contribuirà anche lei ad avallare il pregiudizio e il tornaconto infame di quei tifosi che in nome della propria bandiera già al prossimo derby mancheranno di rispetto alla memoria di suo padre ed a quella dei 39 caduti di Bruxelles. Caro Sig. Franco, la Memoria non è fatta a scale, scenda giù fra noi comuni mortali e venga domenica 16 febbraio all’inaugurazione della nostra mostra provando a guardare in faccia chi a Bruxelles ha perso tutto… Glielo dica negli occhi che "non è giusto confondere le cose" e che "sono due esperienze da non affratellare"… Perché, vede, per loro ognuno dei propri cari rappresentava una leggenda… Qualcuno disse, scrive, che siamo cugini. Si sbaglia, di grosso, perché l’umanità ha un solo grado di parentela, siamo tutti fratelli. Si adegui. Cordialmente. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 9 febbraio 2014

La Risposta di Franco Ossola

Cortese signor Laudadio, ricevo, tramite la redazione di Toro.it, la sua lettera. Come sempre, quando ci si esprime in merito a qualcosa, qualunque sia il tema, ci si espone - ma è giusto che sia così - alle opinioni altrui nel bene e nel male. E ciò, ovviamente, tanto più accade quanto più il tema affrontato si presenta arduo. Non sono mai salito da nessuna parte, né su alcun piedistallo come lei crede che abbia fatto e non credo né di essere protervo né tanto meno altero, come lei mi giudica. Comprendo appieno la sofferenza e il dolore ingiusto di coloro che hanno patito il terribile lutto dell’Heysel. Chi ci passa lo sa e non può, su questo piano, che condividere. Non mi sono detto favorevole all’iniziativa perché ho avvertito dentro di me, forse per negligenza o ottusità, una sorta di stridore, una difficoltà a vincere un’inerzia forte che non mi ha consentito di rappacificare dentro di me questa situazione, questo accostamento. Ritengo che ognuno di noi abbia una propria sensibilità che, al di là di ragionamenti e parole, suggerisce, sussurra modi di essere e atteggiamenti. Credo che il tutto si riconduca alla fine a questo, senza pregiudizi o mala fede, così. Né, d’altra parte, mi sento assolutamente solo in questa sensazione. Apprezzo quanto lei fa per la giusta causa dell’Heysel, per tener vivo un ricordo che non deve mai affievolirsi e per tutto il resto (cosa che io cerco di fare da anni in merito al Grande Torino). La ringrazio inoltre per la mano tesa e l’invito. Abbia il mio più vivo apprezzamento e un caloroso, sincero saluto. Con stima. Franco Ossola (Figlio del calciatore del Grande Torino, caduto a Superga il 4.05.1949) Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 11 febbraio 2014

Replica a Franco Ossola e saluto

Preg.mo Franco Ossola, la ringrazio veramente di cuore per la risposta e soprattutto per la sincerità con la quale ha voluto trasferirmi le sue sensazioni, ammettendone sinceramente persino i limiti. Comprendo benissimo il suo pensiero su certe dinamiche profondamente differenti che distinsero durante e dopo le vicende di questi due lutti, ma allo stesso tempo manifestandone conseguenze irrimediabilmente e crudelmente lesive per tutti. Mi auguro possa superare nel tempo la distanza di qualunque remora a riguardo, affinché il dolore davvero ci renda tutti uomini migliori. E non mi sento affatto immune neanche io, mi creda, da questa severa lezione della storia e della vita, essendo rimasto orfano di madre in giovane età. In verità, sono molteplici i colori del calcio a sedurre le nostre emozioni, ma una sola è la Memoria davanti alla quale inchinare tutte le nostre bandiere e i nostri trofei. Allora camminiamo insieme, in nome della verità e per amore dei nostri cari. Una calorosa stretta di mano. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 11 febbraio 2014

 
A Yvan Mayeur, Borgomastro di Bruxelles
Objet: Projecteurs cassés Cadran solaire Heysel
"Faretti Meridiana Heysel spenti"

Monsieur le Maire, je vous écris parce'que je suis informer qu' aux débuts de cette année malheureusement y as de nouveaux le problème avec l'éclairage de la Meridienne - Monument devant le Stade Roi Baudouin, qu'en effet ne fonctionne plus et d'autres ont une faible lueur. C'est pour nous tous un grand motif de peine comme vous savez trés bien, ces lumiéres représante nos 39 martyrs de l'Heysel, nos anges dans la mémoires de tous nos supporters et dans le couer blessé des familles. Voir ces lumiéres s'éteindre c'est une faute trés grave de consideration envers eux. Monsieur on vous demande gentillement d'intervenir et exiger un controle rigoureux de la part des préposé aux travaux et leur tache. Certain de votre habituel et cordiale disponibilité je vous remerçie en vous souhaitant une Bonne Année. Bien à vous. Domenico Laudadio (NdR: je vous remercie pour votre traduction Iuliana Bodnari) Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 16 gennaio 2014 (NdR: lettera inviata erroneamente già il 14 gennaio 2014 a Freddy Thielemans, Borgomastro di Bruxelles fino a novembre 2013, sostituito da Yvan Mayeur, ufficialmente dal 13 dicembre 2013)

@ Nessuna Risposta Ufficiale del Borgomastro alla Lettera
 
A Matteo Braida, Blogger Zingarate.com
Oggetto: Articolo "L’Heysel, lo stadio della discordia"
"Nessuno scontro fra tifosi esagitati"

Gentile Signor Braida, la prego di documentarsi molto più approfonditamente sulla tragedia dell’Heysel, perchè gli scontri a cui fa riferimento nel suo articolo, fra "tifosi esagitati", non sono mai avvenuti. Il settore Z era un settore destinato a tifosi neutrali belgi, rivenduto a clubs della Juventus e famiglie italiane dal bagarinaggio di privati e dalle agenzie turistiche nazionali. Ci furono cariche comandate da un ex ufficiale di parà Inglesi su spettatori inermi, anziani, donne e bambini e nessuna colluttazione di “ultras”. Ci fosse stata conteremmo qualche ferito. La tifoseria organizzata bianconera purtroppo, era nella curva opposta… Sarei lieto visitasse il mio sito museo per affinare la sua conoscenza molto approssimativa sull’argomento. La ringrazio. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 1 ottobre 2013

La correzione dell'articolo di Matteo Braida

Il Signor Matteo Braida ha qualche tempo dopo correttamente rettificato il passaggio del suo articolo come segnalatogli, dimostrando la sua buona fede e sensibilità. Ci sono sentenze e verità processuali per cui fortunatamente l'Heysel non è opinabile o di genere "fantasy". Lo ringraziamo a nome dei Familiari delle Vittime. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 2013

 
A Freddy Thielemans, Borgomastro di Bruxelles
Objet: Pétition Populaire "Sauvez le Heysel Mémoire"
"Non abbattete il Monumento alla Memoria delle Vittime dell'Heysel"

A l'attention: Freddy Thielemans Bourgmestre de la Ville de Bruxelles

e.p.c. Dott. Andrea Agnelli Président Juventus Football Club

On. Antonio Tajani Vice-président Commission européenne

Bonjour à vous Mr. Thielemans, nous avons appris de sources journalistique près de la Mairie de Bruxelles que prochainement le stade "Roi Badouin" , auparavant "Heysel" va étre completement detruit et que est votre intention de construire tout près dans le voisinage un nouveau stade en vue de la candidature du Belgique pour l'organisations des jeux Euro 2020. En quant nous concerne, sincerement on est vraiment très inqiuetes à ce sujet vue que pour la rèalisations doivent disparaitre ces lieux sacres de la memoires des 39 citoyennes d'Europe, la plus part italiens et Juventins, trop de sang verser innocentement, un martyre absurde et inadmissible, du quelle sont rester seulement la Méridienne et la plaque commemorative et rien de plus, meme pas une pierre. Cette tragedie aussi cruel resteras toujours écrite non seulement dans les documents de repertoire, mais surtout dans notre coeur, nos sentiments. Aux noms des tous les souporteurs de Juventus, que nous avons l'honneur de rapresenter, on vous prie en tant que Maire de la Capitale de prendre sa tache au coeur et faire si que à la fin des travaux notre Memoire ne soit encore une fois piétiner, éventuelement preserver dignement ces lieux cheres à nous. Certes de votre sensibilité et disponibilité envers nous on attend avec confiance votre reponse positive. Merçi beaucoup. Bien à vous. (NdR: testo della Petizione Popolare del 2013 "Non abbattete il Monumento alla Memoria delle Vittime dell'Heysel")

11 juin 2013

Andrea Lorentini (Journaliste et fils de Roberto Lorentini, Heysel victime)

Andrea Landini (Fils de Giovacchino Landini, victime Heysel)

Carla Gonnelli (Fille de Giancarlo Gonnelli victime Heysel)

Anna Passino (Mère d'Andrea et épouse de Giovanni Casùla, victimes du Heysel)

Emanuela Casùla (Sœur d'Andrea et fille de Giovanni Casùla, victimes du Heysel)

Fam. Zavaroni (Famille Claudio Zavaroni, victime Heysel)

Domenico Laudadio (Créateur et Gardien www.saladellamemoriaheysel.it)

Annamaria Licata (Porte - parole du Comité et Membre "Pour ne Jamais Oublier Heysel" de Reggio Emilia)

Beppe Franzo - "Via Filadelfia 88"

Raphael De Santis - Président association de défense des victimes française

Tuttojuve.com - Network web (www.tuttojuve.com)

Nicola de Bonis - Speaker radio

RadioJuveweb - Webradio

Calcioblog.it - Magazine

Vecchiasignora.com - 90.000 membres du forum

Emilio Targia - Rédacteur Radio Radicale, survivant, et auteur du livre "Heysel, 29/5/1985, prove di memoria"

Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 11 giugno 2013

@ La Risposta Ufficiale della Città di Bruxelles
 
A Stefano Pioli, Allenatore Bologna Football Club
Oggetto: sull'esultanza e sul rispetto nel calcio
"Ci vuole più rispetto"

Lettera aperta a Stefano Pioli, valente allenatore del Bologna Football Club, ex calciatore della Juventus dal 1984 al 1987)

Gentilissimo Mister Stefano Pioli, sabato sera in diretta televisiva ho visto pronunciare più volte dal suo labiale, risentito e stizzito, la parola "rispetto", recriminando per le scene di esultanza di Antonio Conte, a suo dire "esagerata" per la vittoria al Dall’Ara, probabilmente decisiva in chiave scudetto. Comprendo, data la sua consueta signorilità, fosse anche questo suo polemico disagio crusca nella medesima farina, propriamente detta "trance agonistica", quanto lo sfogo liberatorio di felicità dell’allenatore bianconero. Fatti di campo, propri del calcio, in cui si vince e si perde, in cui si esulta e si impreca, a torto, od a ragione, alla sorte, all’arbitro, agli avversari. E’ da sempre così, nel suo campionato di massima serie come in quello dei pulcini dove gioca mio figlio. Lei ha certamente ragione: "ci vuole più rispetto", ma non mi sto riferendo affatto alla notoria gestualità impetuosa ed ormonale da gladiatore di Antonio Conte, bersagliato, fra l’altro, sistematicamente, in trasferta dagli insulti beceri del pubblico delle tribune o per la strada, protetto, come il resto della sua squadra, soltanto dal vetro di un pullman dal lancio di artiglieria pesante dell’odio di abusivi del genere umano. Mi riferisco, invece, a quello striscione di "benvenuto" esibito provocatoriamente alla tifoseria juventina dalla curva del Bologna, glorioso e storico club di una meravigliosa, nobile e libera città, simbolo nazionale dal 2 agosto 1980 del martirio in una strage d’innocenti di cui tutti in Italia ancora siamo assetati di giustizia. "Juventino bianconero il tuo posto è al cimitero", citava laconico il motto sul lenzuolo in bella mostra. Purtroppo, niente di nuovo sotto il sole, anzi, i riflettori… Sembrano oramai tutti uguali questi aforismi privi di autore e di onore, imparentati alla lontana da una rima forzata all’italiano, ma più che altro ispirati dal grugnire di bestie. Puntualmente si annovera l’ennesimo impunito sfregio alla memoria di quei cari poveri cristi. Ci fosse morto uno importante, qualcuno dal cognome eccellente, in quello stadio di merda, forse, sì, probabilmente, in questi ultimi 28 anni sarebbe partita una denuncia, qualche partita giocata a porte chiuse, qualcuno avrebbe passato molte domeniche al riformatorio od in questura. Ma, evidentemente, il "rispetto" per quelle vite innocenti falciate barbaramente in 39 mucchi di pelle e di ossa da sorella morte, in verità, per i nostri padroni e giudici dello sport vale meno che niente. Anche lei, mister, era da calciatore della Juventus allo stadio Heysel quel maledetto pomeriggio di maggio. Ed anche lei esultò al termine di quella partita. Diciamolo, con parole a lei familiari, dato il contesto, assolutamente in modo "esagerato". Ci sarebbe voluto più rispetto, ma lo fece addirittura anche il suo capitano Gaetano. Lei, come tutti i suoi compagni, che "sapeva e non sapeva". Facemmo certamente di peggio noi, esultando in centinaia nelle città della penisola, sciaguratamente, e senza una sola delle vostre attenuanti. Una vergogna infinita su cui stendere un sudario per tutto lo stivale, da Aosta a Lampedusa. Non era mio scopo intraprendere una predica, gentile mister Stefano, abbiamo quasi la stessa età… Anzi approfitto per farle i miei più sinceri auguri per una luminosa carriera di allenatore. La stoffa, il talento, ci sono, si vede, ed a parte il marchio di sangue di quella serata infausta, probabilmente proprio la maglia che indossava sarà stata in quei trascorsi una scuola di umiltà e di tenacia ed in buona sostanza formativa di quell’etica olimpica che invoca legittimamente dagli altri. Però, anche Antonio Conte ha ragione a dirle che "l’esultanza è bella"… Tre anni a Torino, forse, non ricorda già più niente e vuole rinnegare anche la mimica di una gioia per una vittoria così importante ? Rispetto, sì, certo, tanto rispetto, per lei, per tutti, per i vincitori gaudenti e per i vinti, ma a Bologna questa volta si poteva veramente esultare alla grande. I morti profanati c’erano soltanto sullo striscione. Sportivamente... Domenico Laudadio Fonte: Giulemanidallajuve.com © 19 marzo 2013

@ Nessuna Risposta Ufficiale di Stefano Pioli alla Lettera
 
Da Giampaolo Muliari, Direttore Museo del Grande Torino
Oggetto: Heysel e Superga, il dolore che ci affratella
"Tragedie Sorelle"

Oggetto: Alla cortese attenzione di Domenico Laudadio

Custode e ideatore www.saladellamemoriaheysel.it

Carissimo Domenico, ho appena ultimato un pensiero rivolto agli angeli dell’Heysel… E ora mi rivolgo a te. Di quella immane tragedia umana ne ho sempre sentito parlare velatamente. Il giorno della tragedia ero sotto le armi per il servizio militare (allora obbligatorio). Ero in Fanteria a Fossano e quella sera ero pure di guardia. Non vidi nulla e sentii anche poco. Oggi, a distanza di molti anni, grazie al tuo meraviglioso sito curato con grande passione e amore, ho potuto approfondire nel migliore dei modi tutti i risvolti umani di quella drammatica vicenda. Ti ringrazio per questa opportunità. Spero sia di utilità per tanti e soprattutto per i giovani. Spero lo sia anche per i tifosi più accesi (di tutte le bandiere), che spesso (ahimè) offendono le memorie tragiche altrui. Da alcuni anni ho l’onore e il piacere di dirigere il Museo del Grande Torino. Mi sono avvicinato a questo impegno di memoria una quindicina d’anni fa, dopo aver conosciuto Domenico Beccaria, Presidente dell’Associazione Memoria Storica Granata e, soprattutto, fraterno amico. Con lui e altri amici ho intrapreso un cammino umano meraviglioso. Oggi il nostro museo ha dieci anni di vita ed è un museo atipico, perché gestito in forma totalmente volontaria (nemmeno rimborsi spese). Abbiamo fatto tutto da soli, sostenuti unicamente da una incrollabile fede e amore verso la nostra storia (spesso dura e difficile). Torino Città e il Torino Calcio sono stati praticamente indifferenti al nostro operato. Non per nulla il nostro Museo si trova a Grugliasco, visto che l’allora sindaco Chiamparino (granata doc dichiarato….) non ci trovò dopo le Olimpiadi del 2006 uno spazio alternativo allo sfratto di Superga (altra vergogna). In questi dieci anni abbiamo avuto il piacere di avere in visita il nostro illustre presidente solo una volta, due anni fa. Incredibile ma è così. Te ne sarai accorto bene anche tu quanto è difficile far emergere e valorizzare il valore della memoria… Ma noi non abbiamo mai mollato e oggi il Museo è la nostra isola felice. Detto questo, dopo aver dedicato alcune ore al tuo sito, sento la necessità di ricordare gli Angeli dell’Heysel anche nel nostro Museo. Attualmente il nostro spazio espositivo è davvero esiguo. Siamo su una superficie museale di circa 700 metri quadri e sono tutti ormai strapieni di documenti e reperti. Non mi rimane, quindi, molto margine operativo ma qualcosa mi riprometto di fare. Contaci. Inoltre abbiamo all’orizzonte delle prospettive museali davvero importanti. Avrai sentito parlare anche tu della benedetta area dismessa del Filadelfia (lo stadio del Grande Torino demolito nel 1997, altra ennesima vergogna della città). Finalmente sembra concretizzarsi un suo recupero urbanistico e sta prendendo corpo l’idea di realizzarci, tra le altre cose, un’area importante come sede museale. Se così sarà noi ci trasferiremo all’area Filadelfia su una superficie di alcune migliaia di metri quadri. Oggi è solo un sogno ma siamo fiduciosi. Se questo sogno si avvererà e se avrò ancora il piacere e l’onore di poterlo dirigere sotto l’aspetto espositivo allora ti prometto che il ricordo per gli angeli dell’Heysel sarà ancora più significativo. Nella speranza che questo sogno diventi realtà inizio a concentrarmi su quello che è oggi il nostro Museo. Preparerò un ricordo e poi ti scriverò. Ne parlerò con Mecu (Domenico Beccaria) e sicuramente avrò il suo appoggio totale. A riguardo la pensiamo allo stesso modo. Vorrei poterlo esporre per il 4 maggio, anniversario di Superga, oppure per il 25 maggio (cade sempre di sabato). Sarà un bel ricordo e, soprattutto, un messaggio di fratellanza. Ne abbiamo tutti bisogno. Un sportivo e fraterno abbraccio. Lainate, 16 gennaio 2013 Giampaolo Muliari (Direttore Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata) Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 16 gennaio 2013

La Risposta alla Lettera di Giampaolo Muliari

Carissimo Giampaolo, avverto intimamente nelle tue parole il brivido della sincerità. E’ una lettera dedicata a me, ma, in fondo, estensibile a tutta la comunità bianconera e certamente rappresenta una delle maggiori gratificazioni che abbia mai ricevuto da quando mi occupo della memoria dell’Heysel. Quando ti accorgi che il rispetto per la tragedia altrui scavalca con disinvoltura le mura dell’indifferenza, le nebbie dell’oblio o gli steccati delle fedi calcistiche, allora, vuol dire che esiste davvero nello sport un Amore più grande di tutto e di tutti che non distingue più fra i colori delle bandiere, le inimicizie insanabili, le cicatrici degli scontri fra ultras, i titoli asserviti dei giornali, le squallide contraddizioni della giustizia sportiva, la politica e l’economia che inquinano i valori sani del football. Un uomo innamorato che non rispetta l’amore degli altri, in realtà, non è degno di amare neanche se stesso. Su quella collina di Superga e nella famigerata curva sbriciolata del settore Z dello stadio Heysel è sgorgato lo stesso sangue. Famiglie straziate dal dolore hanno ricevuto le medesime privazioni e umiliazioni nell’incolmabile vuoto di interminabili silenzi. Hanno pulito ed accarezzato lapidi, celebrato anniversari con lacrime e fiori freschi, dignitosamente, lontane da riflettori e rotocalchi, tramandando la tragica memoria a figli e nipoti. Veder insozzare tutto questo immenso dolore con ignobili e crudeli scritte sui muri, da luridi striscioni negli stadi, nelle, oramai note, canzoncine di infami che si professano tifosi, è una vergogna impunita che si estende da una curva all’altra, di comune in comune, in un rosario di odio che genera soltanto altro odio. Hai definito il vostro glorioso museo "un’isola felice"… Sai, Giampaolo, io ho sempre pensato che ogni uomo è un’isola, ma poiché la terra, il mare, fortunatamente si muovono, alcune distanze si possono abbreviare miracolosamente. Quello che ti propongo è un altro tuo bellissimo disegno da incorniciare per la data del 29 maggio nel vostro museo di Grugliasco, sotto al quale si possano portare fiori. Il soggetto ? Le due tragedie di Superga e dell’Heysel mischiate in una grande nuvola, così che i nostri martiri possano apparire assieme, come lo sono ora, nel cielo. Un piccolo segno semplice di fratellanza in un quadro. Io auguro, sportivamente, al Toro di ricalcare di nuovo il "sacro suolo" del Filadelfia, di rimuovere quei ruderi dentro e fuori il campo, di ritornare presto l’avversaria alla pari degli anni ‘70, quando lo scudetto era soltanto roba della Mole… Assolutamente, le nostre squadre non potranno e non dovranno mai essere amiche sul campo, ci mancherebbe... Anzi, non tollerando le ipocrisie, mi auguro tanto continuino a darsele di santa ragione, nei limiti della correttezza, ad ogni derby ed i nostri tifosi a sfottersi, nei limiti dell’educazione... Invece, in cielo, i nostri caduti inseparabili e fratelli, lo sono già per l'eternità. Onoriamoli degnamente, insieme. Grazie. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 17 gennaio 2013

 
A Furio Honsell, Sindaco di Udine
Oggetto: vilipendio vittime Heysel di un Consigliere Comunale ?
"Infima goliardia"

Preg.mo Sindaco, nelle ultime settimane ho ricevuto numerose segnalazioni e fotografie riguardanti il presunto** gesto spregevole consumato dal consigliere comunale (omissis) ai piedi della targa in memoria dei martiri dello stadio Heysel presso Anfield Road a Liverpool. Leggendo articoli di repertorio sulla sua attività politica e civile parrebbe trattarsi di un nocchiero scafato in queste provocazioni al limite estremo fra la decenza e la brutalità. Le scrivo perché non riuscivo più a sottacere la rabbia ed il disprezzo innanzi all’ ennesimo infame vilipendio della memoria di quelle vittime innocenti e per esprimerle non soltanto i sentimenti del mio profondo sdegno, ma anche la ferma condanna e la sete di giustizia della comunità sportiva bianconera. Credo, che assieme ai familiari dei caduti siano state offese gravemente anche la cittadinanza e la tifoseria udinese, del tutto estranee a questa tronfia e vile bravata. Lascio a lei di trarre le dovute considerazioni sul caso, gli accertamenti ed eventuali azioni disciplinari conseguenti ad eventuali responsabilità effettivamente appurate dagli organi inquirenti. Il materiale che mi è pervenuto dalle testimonianze sottoscritte resterà a loro completa disposizione. Per quanto lo riguarda, ammesso ne sia provata la colpevolezza, ma sembrerebbe verosimilmente acclarata, il personaggio si commenta benissimo da solo e qualunque altra parola in aggiunta rappresenterebbe un tributo che normalmente si riserva alla creatività di una intelligenza superiore. Con i miei migliori e più sinceri auguri per la città di Udine e per il suo mandato la saluto e la ringrazio vivamente per la cortese attenzione. Cordialmente. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 18 ottobre 2012

La versione del consigliere comunale

"Nessun intento polemico o irriguardoso da parte mia. Io indicavo la targa con il dito indice, può darsi che qualcuno abbia inviato ai giornali un fotomontaggio. C’è gente, su Twitter e su Facebook, che mi insulta e mi attacca continuamente. Io ho risposto loro minacciandoli di querela, mi stanno facendo la guerra e risponderò in ogni sede. Ho solamente indicato quella targa che ho trovato dopo aver fatto tutto il giro dello stadio di Liverpool. Non avevo alcun intento offensivo sui morti dell’Heysel, ci mancherebbe. Sono uno che segue il calcio da oltre 30 anni, avrei potuto trovarmi in mezzo anch’io a drammi del genere". Fonte: Messaggeroveneto.gelocal.it © 7 ottobre 2012

Miserie dell'uomo e un dubbio

Fotomontaggio oppure due pose distinte ? La vicenda fra accuse e smentite non è mai stata definitivamente chiarita, lasciando irrisolti tanti dubbi in un senso e nell'altro, ma certamente monta ancora la rabbia per come l'Heysel diventi il terreno praticabile di squallide speculazioni politiche e di tali bassezze disumane. Omesso volontariamente il nome e cognome del politico proprio in ragione di questo punto di vista. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 18 ottobre 2012

@ Nessuna Risposta Ufficiale del Sindaco alla Lettera
 
Alla Redazione di Fiorentinanews.com
Oggetto: Cori della Fiesole "Amo Liverpool"
"Chiedi chi erano i Beatles"

(Lettera Aperta sui cori ascoltati allo stadio "Artemio Franchi" di Firenze, in occasione della partita con la Juventus del 25.09.2012, dedicati dalla curva Fiesole a Liverpool)

Gentilissimo Nome Cognome, Gentile Redazione di Fiorentinanews.com, ho appena letto sul vostro sito, citando testualmente, della "scomparsa dell’Heysel dal Franchi" per merito di "una battaglia di civiltà, portata avanti da più parti e in tutti i modi possibili" che dopo 27 anni avrebbe eliminato il barbaro coro di scherno sui 39 cittadini europei, non tutti di fede juventina, massacrati il 29 maggio 1985 a Bruxelles. Siamo dunque al lieto fine in cui persino gli orchi rinsaviscono e lo scrittore firma in calce alla morale di una favola per sordo-ciechi ? Quindi, devo credere per davvero che il coro "amo Liverpool" cantato con accanito trasporto dalla curva Fiesole martedì sera e ampiamente documentato sulle testate giornalistiche nazionali, si riferisse amorevolmente soltanto ai Beatles ? Sinceramente non pensavo che tutte quelle magliette e sciarpe rosse indossate dai tifosi viola fossero ispirate al mito del quartetto di Abbey Road. Sono proprio sbadatamente un malpensante… Ad ogni modo bisognerebbe segnalare a chi le ha indossate l’altra sera di far correggere in sartoria il numero, erano in 4: Paul, John, Ringo e George, non 39. Nulla di personale con la vostra testata, ma, secondo il mio parere, le battaglie di civiltà nella storia si vincono anche scrivendo giornalisticamente la verità, non misconoscendola a tutela di chi camuffa l’infamia con l’allegoria. Nelle dinamiche della "sana" rivalità sportiva un tifoso juventino può tollerare qualunque sfottò verbale, ma i familiari delle 39 vittime di quella strage meritano il rispetto di chiunque, dei dotti, dei sensibili e dei miserabili. Nel nome della "civiltà umana" chi detta le regole dell’etica e dell’informazione lo esiga, da tutti. Onore ai martiri dell’Heysel. Cordialmente. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 30 settembre 2012

La Risposta ufficiale di Fiorentinanews.com

Caro Domenico Laudadio, innanzitutto grazie per averci scritto. Credo che sia espresso chiaramente all’interno del pezzo un concetto importante che Lei non ha colto (o non ha voluto cogliere). Durante la partita Fiorentina-Juventus non è stato mai, e sottolineo mai, cantato il coro "ti ricordi lo stadio Heysel…" (sulle note della canzone di Marcella Bella), e se qualcuno prova a dire il contrario, o è disattento o è in malafede. Questo era fondamentale per noi, intesa come cittadinanza di Firenze e non solo come rappresentanza di una tifoseria. Ci sono voluti 27 anni, tanti, troppi, per ottenere questo primo risultato importante, ma almeno una pagina becera della storia del tifo viola è stata cancellata. Ribadisco, questo è quello che è sottolineato nel pezzo. Il secondo passo sarà debellare "Amo Liverpool", ma siamo sicuri che anche questo coro verrà cancellato dalla memoria. Se poi volete leggerci in quelle righe una "misconoscenza della verità a tutela di chi camuffa l’infamia con l’allegoria" fate pure, ma non è un problema nostro, nel senso di testata giornalistica che rappresento. Chiudo con una chiosa: purtroppo e sottolineo purtroppo, nessuno a livello nazionale ha sottolineato bomba carta partita dal settore dei tifosi bianconeri durante l’intervallo, senza contare il fatto che un bar è stato distrutto da qualche "buontempone". Mi aspetto che qualcuno prenda le distanze da questa gente. Cordiali saluti. Stefano Del Corona (Direttore Fiorentinanews.com) Fonte: Fiorentinanews.com © 30 settembre 2012

Conclusioni e saluti finali 

Gent.mo Direttore, grazie della tempestiva e cortese risposta. Sinceramente credo sia relativamente importante se il coro è quello di Marcella Bella o un gospel, non si tratta di San Remo, ma di vilipendio della memoria dei defunti. Comprendo e plaudo sinceramente all’impegno della vostra testata a riguardo, ma le radici dell’odio sono profondissime e dubito si estirperanno con l’impegno della cultura perché affondano nel sottobosco dell’ignoranza umana. Le scrivo a titolo personale, non rappresento la tifoseria bianconera, né la Juventus Football Club o altri comitati o associazioni, ma in qualità di cittadino italiano disgustato da questa tradizionale pagina di inciviltà della tifoseria fiorentina che calpesta la dignità di chi non ha più voce e storia per difendersi. Nella pagina della vergogna del mio sito museo multimediale annovero contenuti censurabili che riguardano anche la tifoseria della mia squadra. Le bombe carta e i bar distrutti sono eventi che giudico parimenti infami, ma con la pesante differenza che in questo caso i bersagli non stanno al cimitero. Lavoriamo insieme contro la violenza gratuita, fisica o verbale, che ha lo stesso colore, quello della merda. Cordialmente. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 30 settembre 2012

 
Al Liverpool Football Club e Suoi Tifosi
Oggetto: Open letter to LFC and fans
"Beyond the wall"

"Hypocrisy does not erase the sins of the fathers, but only truth will free their sons"

It's a long time I wanted to write, too many years, unfortunately, have passed. I would have preferred some of their relatives to do this, having more title and right, but, despite everything, silence has dominated the pain of those who never accepted and the shame of those who should never have forgotten. Meanwhile, in Hillsborough tragedy you have suffered the nemesis of an evil demon, mocking and cruel fate. We saw the poor disfigured faces of men and women on the barbed wire that resembled so much those of our fans with wide eyes taken away like sacks on Heysel barriers. Perhaps because, they actually were simply brothers. We even enjoyed in 2005 those banners, those two-colour scarves and the giant scenery, plaques in the museum and on the wall of Anfield, those religious services and bells in the cathedral, the website dedicated to the memory of our 39 angels and those friendly matches. Everything nice, good and right, all according to your well-known British style. But there is still something that after all this time puts us inexorably apart and will condemn us to eternal enmity, until you'll do justice to our victims through bravely unveiling their executioners' face. Those 39 martyrs of Brussels did not die because of the "collapse of a wall," and before that had not launched any object on the heads of the British fans. They died instead because your fans had initially targeted them with rockets and bottles, with iron bars and stones torn from the stands, wildly assaulted them and brutally beaten, then terrorized and driven to crush, choking each other, then robbed, ridiculed and humiliated, even when they were dead. Alcohol and hooliganism turned in front of the whole world those "reds" in wild beasts, but you will still continue for a long time, maybe forever, to blame the rusty cage or the money greedy circus director, or even frightened italian fans, who stopped to blame them before the fragile barriers were smashed and they were savaged themselves. Look truth completely in the face, once and for all... I understand that the shame of Heysel will reign sovereign even more than your beloved Queen. I fully understand that this certainly will never be a legend to be passed down from father to son with pride ... But as it is written in the Bible: "The truth will set you free" and this hypocrisy of yours is a useless match that cannot protect yourself from the darkness of an atavistic guilt. For Heysel victims, their loved ones, neither our hatred will be of any help, nor your inconsistency. Let us walk together side by side in the name of truth and celebrate together the memory of all our dead. The right word to fill the "kop" that night of April was not "friendship", but "forgiveness"... Who is not willing to kneel down, is not worthy of pity... Only in that moment our sportsmen will actually reconcile to each other as it has always happened in mankind history. Cheer up, 38 families are waiting. Domenico Laudadio (NdR: many thanks to Salvatore Costa for translating) Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 28 agosto 2012 References: Site Liverpool Football Club - Site Liverpoolecho.co.uk - Dalglish shock: "All'Heysel iniziarono i tifosi della Juventus, reagire è umano"

@ Nessuna Risposta Ufficiale da Liverpool alla Lettera
 
A Christian Ceux, Assessore Urbanistica di Bruxelles
Objet: Mauvais Nom de la victime Plaque à la mémoire à Bruxelles
"Correzione Nome della Vittima Cerullo sulla Lapide"

À l'attention de Monsieur Christian Ceux, Echevin

de l'Urbanisme et de la Mobilité - Ville de Bruxelles

Cher Monsieur Christian Ceux, je voudrais tout d'abord vous remerçier du coeur pour ce que vous avais fais en ce qui concerne l'éclairage du Monument aux Martyrs 29 Mai 1985 Heysel stade "Roi Baudoin". De la part des tous les fans de la Juventus un grand merçi pour votre disponibilité. Toutefois, je dois vous écrire de nouveaux, parceque en visionant mon matèriel photographique je me suis rendus compte d'un erreur d'écriture assez douloureux qui me fait vraiment beaucoup de peine au coeur. Sur la plaque commémorative des 39 noms des Martyrs de Heysel près de la Tribune 1c'est écrit CERULLO NINA aulieu de CERULLO NINO ! Je me permet de segnaler à vous en tant que membre de l'administration comunale de la Mairie de Bruxelles. Le 29 Mai 1985 au stade Heysel ont perdue la vie deux femmes: Madame BARBARA LUSCI et Mademoiselle GIUSEPPINA CONTI. C'est pour ça cher Monsieur que je vous prie gentilement de corriger l'erreur humain, respectant la dignité de la memoire du pauvre Monsieur CERULLO NINO et de sa famille. Je vous remerçie beaucoup au nom de l'amitié ! Cordialement bien à vous. Domenico Laudadio (NdR: traduit par Iuliana Giulia Bodnari membre du Comité "Pour Pas Oublier Heysel" de Reggio Emilia) Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 5 agosto 2012 (NdR: il nome della vittima Nino Cerullo risultava trascritto erroneamente al femminile già dalla prima posa nel 2005)

La réponse officielle de la Ville de Bruxelles

Monsieur Laudadio, Votre courriel de ce jeudi 9 août m'est bien parvenu et je vous en remercie. J'ai immédiatement transmis votre requête auprès de mes services en leur demandant d’y réserver une suite positive. Je vous tiendrais au courant de l’évolution de ce dossier. Cordialement. Fri, 10 Aug 2012 Christian Ceux (Echevin de l'urbanisme et de la mobilité) Fonte: Ville de Bruxelles © 10 agosto 2012

Communication Important par la Ville de Bruxelles

Cher Monsieur Laudadio, Comme promis je reviens vers vous au sujet de la gravure du nom de Monsieur Cerullo Nino sur la plaque commémorative des 39 Martyrs du Heysel. J’ai immédiatement demandé à mes services de corriger le nom, de nettoyer la plaque commémorative et également d’accentuer les textes dans le haut de la plaque. Espérant avoir répondu à vos attentes, je vous prie de recevoir, Monsieur Laudadio, l’assurance des mes meilleurs sentiments. Thu, 16 Aug 2012 Christian Ceux (Echevin de l'urbanisme et de la mobilité) Fonte: Ville de Bruxelles (Département Urbanisme - Architecture) © 16 agosto 2012

Communications et demande d'information

Cher Monsieur Laudadio, Nous avons bien reçu votre demande de correction du nom de M. Nino Cerullo. Nous allons faire le nécessaire dès que possible. Je me permets de vous contacter pour complétér nos renseignements. Nous avons vérifié les registres des déces du 29 mai 1985 et trouvé 36 noms de personnes décédées au Heysel et 1 personne, Walla Jean-Michel, décédé à l'Hôpital Brugman. M. Luigi Pidone est décédé plus tard, probablement à l'Hôpital Erasme - à confirmer, si vous pouvez. Pour M. Domenico Russo, je n'ai pas d'informations. Il a probablement été transporté dans un hôpital hors Bruxelles. Pouvez-vous nous en dire plus ? La consultation des registres du 29 mai 1985 a été une expérience très emouvante, un voyage dans la mémoire avec une pensée pour les familles et proches des victimes. Bien à vous, Wed, 29 Aug 2012 Annick Solon Fonte: Ville de Bruxelles (Département Urbanisme - Architecture) © 29 agosto 2012

Réponse aux demandes d'information

Chere Madame Annick Solon, Je vous remerçie beaucoup pour votre intéret dans la correction du nom de Monsieur Nino Cerrullo sur la plaque commemorative au stade "Roi Baudouin", ex Heysel. En ce qui concerne les informations pour votre recherche: Monsieur Luigi Pidone est décédé à l'Hopital Erasme le 14 Aout 1985, sans se réveiller du comà dépuis celle date du 29 Mai 1985. Monsieur Domenico Russo est décédé le jour même du massacre, mais je ne sais pas dans quel hôpital. C'est très gentille d'avoir pensée aux familles des victimes , je vais le publier dans la section correspondance de mon site musée du quel je suis gardien et auteur. Bien à vous et merçi beaucoup. Domenico Laudadio (NdR: traduit par Iuliana Giulia Bodnari membre du Comité "Pour Pas Oublier Heysel" de Reggio Emilia) Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 30 agosto 2012

Merci

Cher Monsieur Laudadio, Merci pour l'info. Si vous parvenez à trouver ou est décédé M. Domenico Russo, je pourrai compléter les données dans nos listes. Bien à vous, Fri, 31 Aug 2012 Annick Solon   Fonte: Ville de Bruxelles (Département Urbanisme - Architecture) © 31 agosto 2012 Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 31 agosto 2012

Correction Nom de Cerullo et la restauration Targa Mémoire

Cher Monsieur Laudadio, C'est fait; l'erreur a été rectifiée et la plaque a été remise en valeur. Je vous envoie les photos que le restaurateur vient de faire. Je trouve le travail bien réussi. Bien à vous, Fri, 26 Oct 2012 Annick Solon Fonte: Ville de Bruxelles (Département Urbanisme - Architecture) © 31 agosto 2012

Merci et salutations

Chere Madame Solon, sa communication m'a rendu très heureux parce qu'elle a enfin été honorée aussi dignement la mémoire du monsieur Nino Cerullo. Je remercie vraiment de coeur elle et la Commune de Bruxelles pour l'opération rapide de restauration de la plaque. Elle sera rendue publique sur la première page de mon site www.saladellamemoriaheysel.it Vous je salue cordialement et je lui souhaite chaque bien. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 26 ottobre 2012

 
A Gianluca Guarnieri, Sito Lenovae.it
Oggetto: Articolo "Accadde oggi sport 29 maggio"
"Nessuno scontro fra le tifoserie nel settore Z"

Gent.mo sig. Guarnieri, ero in macchina ieri sera ed ascoltavo alla radio, letto dalla speaker, il suo testo relativo alla strage dell'Heysel: "1985 - E’ il giorno della "Strage dell’Heysel". A Bruxelles, 39 persone muoiono e centinaia rimangono ferite, durante scontri scoppiati nella finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. Per la cronaca, il trofeo va ai bianconeri, vincenti per 1 a 0 (contestato rigore di Platini al 56°)". Con molta franchezza, oso dirle che se fossi un familiare di una delle vittime dell'Heysel mi sentirei profondamente offeso dal contenuto di questa breve informazione. I morti ed i feriti non parteciparono ad alcuno scontro fra tifoserie perché furono aggrediti ingiustificatamente e barbaramente dall'orda selvaggia degli inglesi ubriachi. Gli scontri dei tifosi Juventini avvennero semmai con la polizia belga, successivamente, nella curva opposta, impegnando soltanto gli ultras bianconeri e non tifosi comuni. Riguardo la "cronaca" riferita al trofeo, mi permetto di farle notare che nessun calciatore o dirigente del Liverpool contestò il rigore fischiato a favore della Juventus dall'arbitro Deyna. La palesemente errata interpretazione arbitrale del fallo su Boniek, avvenuto nettamente fuori area, non legittima a riguardo alcun genere di accanimento terapeutico su quell'incontro di calcio, disputato fondamentalmente per gravi motivi di ordine pubblico e non certo per il crogiuolo delle moviole di Biscardi. Bisognerebbe fare comunemente tutti insieme lo sforzo di tramandare a quanti non conoscono quella tragedia una informazione corretta e pulita, non cedendo alle insidie di argomentazioni più consone al bar dello sport. Perdoni il mio spirito critico, ma sentivo di doverle comunicare quanto le ho detto. La saluto molto cordialmente. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 30 maggio 2012 (NdR: i contenuti della rubrica "Accadde oggi" di Lenovae.it sono stati assorbiti dal sito web Tag24.it)

@ Nessuna Risposta Ufficiale di Gianluca Guarnieri alla Lettera
 
A Stefano Palazzi, Procuratore Federale F.I.G.C.
Oggetto: Profanazione Memoria Caduti Heysel in Stadi italiani
"Cori canaglia alle Vittime dello Stadio Heysel"

Alla cortese attenzione: Dr. Stefano Palazzi, Procura Federale F.I.G.C.

e.p.c. Comitato "Per non dimenticare Heysel", Reggio Emilia

Preg.mo Dr. Palazzi, rivolgo alla sua autorevole attenzione la puntuale, impunita, esecrabile consuetudine di cori, magliette e striscioni lesivi la sacralità della memoria delle povere vittime dell'Heysel di Bruxelles in alcuni stadi italiani, con particolare riferimento ai fatti del 17.3.2012, durante la partita Fiorentina-Juventus allo stadio "Artemio Franchi" di Firenze, di cui allego il link della documentazione sonora e per i quali sussistono prove inconfutabili di testimoni oculari, articoli di stampa e sul web. Affidando alla sua professionalità l'indagine e gli adempimenti conseguenti che riterrà coscienziosamente più idonei in merito a queste ricorrenti ed infami profanazioni della pietà di quei morti, posso in aggiunta soltanto testimoniarle, a riguardo, quanto siano profonde e sanguinanti, nonostante i 27 anni trascorsi, le ferite dei loro familiari, dignitosamente e da sempre in silenzio, meritevoli di tutela morale da parte delle istituzioni del calcio e del paese. In conclusione, mi preme sottolineare che allo Stadio Heysel di Bruxelles il 29 maggio 1985 sono caduti 39 cittadini europei, non tutti di nazionalità italiana e non tutti tifosi juventini. Una tragedia umana e sportiva che non si deve permettere ad alcuno d'insozzare né per odio, né tanto peggio con il pretesto di una incivile goliardia. La ringrazio e la saluto, cordialmente. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 23 marzo 2012

@ Nessuna Risposta Ufficiale di Stefano Palazzi alla Lettera
 
A Freddy Thielemans, Borgomastro di Bruxelles
Objet: Projecteurs cassés Cadran solaire Heysel
"Faretti Meridiana Heysel spenti"

A l'attention de Monsieur Freddy Thielemans, Bourgmestre de Bruxelles

Monsieur le Bourgmestre, je me trouve malheureusement à vous signaler encore une fois une désagréable atteinte au décor et un manque de respect de votre communauté pour la mémoire des 39 victimes du stade Heysel. Suite à une communication que j’ai reçu ce 1/1/2012 d'un touriste lors de son séjour à Bruxelles, et à sa documentation photographique, que vous trouverez ci-joint, nous dénonçons l'état indécent d'abandon de la zone du cadran solaire, le monument aux martyrs du 29 mai 1985, devant le Stade Roi Baudouin. Certaines des lumières au sol sont cassées et comblées d’eau, ce qui empêche qu’elles s’allument le soir. Comme ces lumières symbolisent les 39 vies innocentes brisées dans votre ancien complexe sportif délabré, par une agression bestiale qui n’a trouvé aucun obstacle, nous vous demandons de procéder au rétablissement immédiat et définitif du fonctionnement de la zone du monument, et nous vous recommandons de réserver une plus grande attention et une sensibilité accrue face au lieu de la mémoire de nos chers disparus. Veuillez agréer, Monsieur, l’expression de nos sentiments plus distingués, et nos meilleurs vœux pour le nouvel an. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 4 janvier 2012 (NdR: je vous remercie pour votre traduction Simonetta Paparella. La segnalazione documentata fotograficamente è giunta da Roberto Nappi testimone sul luogo nel periodo delle feste natalizie)

La réponse officielle du Maire de Bruxelles

Cher Monsieur, J’ai bien reçu votre courriel et vous remercie d’avoir attiré mon attention sur l’état de ce monument. Comme vous le savez, cet hommage aux victimes du drame du Heysel me tient particulièrement à cœur. J’ai d’ailleurs œuvré pour sa construction et l’ai inauguré avec beaucoup d’émotion. Si je transfère votre courriel à M. Christian Ceux, Echevin de l’Urbanisme, je peux cependant vous assurer que je veillerai personnellement à ce qu’un suivi rapide et efficace soit donné à votre demande. Bien à vous, Wed, 4 Jan 2012 Freddy Thielemans (Bourgmestre de Bruxelles) Fonte: Ville de Bruxelles © 4 gennaio 2012

La réponse officielle à la conseillère d'urbanisme

Monsieur Laudadio, J’ai bien reçu votre requête au sujet de l’état de l’éclairage du monument aux martyrs du 29 mai 1985, devant le Stade Roi Baudouin. Je peux vous assurer que votre courrier électronique a retenu ma plus grande attention. J’ai donc immédiatement donné instruction à mes services afin de remettre ce monument en parfait état. Toutes les installations d’éclairage du mât et au sol ont été réparées. Restant à votre disposition et à votre écoute, je vous prie de recevoir, Monsieur Laudadio, l’assurance de ma parfaite considération. Tue, 17 Jul 2012 Christian Ceux (Echevin de l'Urbanisme et de la Mobilité - Ville de Bruxelles) Fonte: Ville de Bruxelles (Département Urbanisme - Architecture) © 17 luglio 2012

 
A Crazeology, Blog Ju29ro.com
Oggetto: Articolo "Heysel 1985" Blog.ju29ro.com
"Una coppa di fiele"

Fratello bianconero, la mia risposta d'acchito al tuo pezzo è stata, pur non condividendolo in buona parte, pubblicarlo per prima cosa sulle testimonianze del mio sito museo. Credo avesse comunque i degni crismi della memoria, pertanto meritava rispetto per se stesso. E' la medesima posizione di tanti tifosi della Juventus, compreso mio fratello, di 10 anni più grande di me ed autentico mio mentore bianconero. Nulla da eccepire sul valore sportivo della partita, sulla obbligata e doverosa scelta politica di disputarla, ma che importanza può avere "una coppa regolare, vinta con merito", davanti ad una strage del genere seguita dallo scimmiottamento di festeggiamenti indegni ? C'era tanto bisogno di alzare quel trofeo a Caselle, mentre dall'altra parte della pista, attesi dai parenti sgomenti, scendevano bare e feriti, alcuni di essi permanentemente segnati dall'invalidità a vita ? Il valore affettivo che attribuisci a quella coppa colma di fiele stride con la sostanza della coppa stessa che sorge all'albeggiare di un trionfo. Andrebbe coperta da un drappo nero, o listata a lutto, basterebbe anche una sciarpa della curva Z annodata ad una delle sue grandi orecchie per legarla alla memoria di sangue, visto che Boniperti ne ha fatto una questione di "sangue" per tenersela stretta. Il valore che gli attribuisci è affettivamente rispettabile, ma dal punto di vista storico in un albo che è sempre frutto di pura aritmetica resta una cifra isolata che non tiene impietosamente alcun conto degli altri 39... La polvere di una bacheca gloriosa non alimenta mai la clessidra del dolore, ma soltanto quella dell'orgoglio. E' per questo sentimento che la Juventus ha seppellito la memoria per decine di anni, nascondendo la testa sotto la sabbia dell'arena sporca di sangue, dove caddero 39 innocenti del pubblico per mano di bestie e non crollarono per una volta i gladiatori. La presenza stessa di quella coppa fra i trofei mirabili della nostra amata Signora, priva di un segno qualunque di lutto, fa proprio della sua presenza un insulto beffardo alla memoria dei suoi caduti ed ai loro familiari. I "fatti specifici" a cui fai riferimento nel tuo pezzo non disegnano su quel metallo alcun tratto di giustizia umana e di risarcimento morale per nessuna delle vittime e delle loro famiglie. Prova a dirglielo di persona, guardandogli in fondo agli occhi, il tuo pensiero secondo il quale: "Non è la coppa ad essere sbagliata, ma sono gli occhi di chi la guarda che dovrebbero essere diversi". Tu li conosci bene i forum. Sai quante persone su 40-50-60.000 interagivano nei miei topic riguardanti l'Heysel, negli ultimi anni, mentre lottavo davanti ad un muro di gomma con pochi altri ? Ebbene, si contavano sulle dita delle mani... Pensi davvero che per gli altri tifosi quella coppa sia qualcosa di veramente unico e speciale ? Gli occhi davanti a quella coppa saranno sempre abbagliati dalla coppa e basta. Meglio coprirla, credimi. E' una lama di luce che può solo ferire quelli che ancora dopo ventisei primavere non si sono rassegnati alle tenebre dei loro cari. E secondo me è più la vittoria di Satana che "lo sguardo severo di Dio", che, poi, fra l'altro, quella sera a Bruxelles non c'era... E sai, perché ? Lui è già sceso una volta in campo... Lui non seppe vincere... Passò oltre... Quella sera era altrove, magari in cielo, ad accoglierli... Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 29 maggio 2011

@ Nessuna Risposta Ufficiale alla Lettera sul Blog Ju29ro.com
 
Al Presidente Andrea Agnelli, Juventus Football Club
Oggetto: In memoria dei 39 caduti dell'Heysel
"Aggiornamenti su Luogo della Memoria Heysel a Torino"

Egr. Presidente Dott. Andrea Agnelli, in occasione del 25° anniversario della strage dello stadio Heysel, il 29 maggio 2010, davanti ai familiari delle vittime, aveva promesso "un luogo per ricordare queste persone", da crearsi "nella nostra nuova casa", ovvero nel nuovo stadio di ormai prossima inaugurazione. Alle sue promesse hanno fatto seguito, durante i lavori dell'assemblea societaria al Lingotto, lo scorso 27 Ottobre 2010, quelle dell'Amministratore delegato Jean Claude Blanc che, rispondendo all'osservazione di un azionista del club, affermava che nel nuovo complesso sarebbe sorto "un monumento" a ricordo di quei morti. Dalle vostre parole si evidenzia, in entrambi, la volontà di dare finalmente il giusto tributo a quei 39 caduti di Bruxelles, per sempre nel cuore della nostra tifoseria. Giunti, però, ad ormai pochi mesi dall’inaugurazione del nuovo stadio, su periodici e organi massmediatici si parla spesso delle nuove strutture integrate al complesso, tra cui supermercati, sale cinematografiche e luoghi simili, ma della "sala della memoria" non abbiamo più sentito notizie in merito. Sig. Presidente, tutti i tifosi juventini Le chiedono di onorare la promessa fatta, a riprova di quello stile che si chiama "Juventus". Per evitare di farLe pervenire molteplici lettere con identica richiesta, abbiamo raccolto in calce alla presente, le firme dei gruppi più significativi che hanno aderito singolarmente all’iniziativa, e non solo: club, associazioni e spazi web tra i più importanti e conosciuti, che raccolgono decine di migliaia di iscritti. Non, pertanto, una coalizione di gruppi racchiusi sotto un’unica sigla, ma le richieste dei tanti club, gruppi ultras e spazi web, che Le rivolgono il medesimo appello: la creazione della sala della memoria nel nuovo stadio di Torino dedicata ai nostri 39 angeli, con ingresso libero, al fine di onorarne il martirio e tramandare ai posteri un insegnamento di umana civiltà contro la barbarie. Nel frattempo, sarebbe cosa doverosa aggiungere nel sito ufficiale della Juventus Football Club una pagina dedicata all'Heysel, dove non solo ricordare degnamente i 39 tifosi Juventini morti nel modo tragico in cui tutti sappiamo, ma anche tenere aggiornati i tifosi su quanto state, sicuramente, prevedendo nel nuovo stadio e sulle vostre iniziative in merito agli anniversari a seguire, ogni 29 maggio, per onorare la memoria di un evento così tragico della storia bianconera. In attesa di un Suo gradito riscontro, cordialmente La salutiamo.

26 aprile 2011

PROMOTORI: Gruppo FB "Via Filadelfia 88" - Saladellamemoriaheysel.it - OrgoglioGobbo - Radiojuveweb.com

FIRMATARI: Gruppo FB "Via Filadelfia 88" - Famiglia Lorentini - Famiglia Casula - Famiglia Gonnelli - Famiglia Russo - La mamma di Claudio, Adele Fontana, ved. Zavaroni - Vivella Zavaroni - Maria Zavaroni - Famiglia Landini - Famiglia Salvi - Comitato Heysel Reggio Emilia - Associazione "Amici di Claudio" (Zavaroni) - Francesco Caremani

GRUPPI ULTRAS: Bravi Ragazzi - Drughi Bianconeri - Nucleo 1985 - Viking Curva Nord - Tradizione - Antichi Valori

SPAZI WEB e ASSOCIAZIONI: Uccellinodidelpiero.com - VecchiaSignora.com - Juvemania.it - Tuttojuve.com - TifosiBianconeri.com - Combriccola Romana della trasmissione Tutti Pazzi per la Juve - GLMDJ Ass. Giù Le Mani dalla Juventus - DNA GOBBO - Gruppo FB e Forum - Juvefans.org - Juventusfans.forumcommunity.net - Ilblogdialessandromagno.it - OBN Orgoglio bianconero gruppo FB - "Stile Juventus" trasmissione radiofonica di Nicola de Bonis - Ladivinajuventus.com

Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 26 aprile 2011

@ La Risposta della Juventus Football Club sul Sito Ufficiale
 
A Stefano Cecchi, Giornalista "La Nazione" di Firenze
Oggetto: Articolo "I 15 motivi per non tifare Juve"
"39 buone ragioni per restare in silenzio"

Egregio Stefano Cecchi, ho letto nei giorni precedenti la partita fra Fiorentina e Juventus il suo vademecum, tra il serio ed il faceto, per un modello di anti-juventinità pocket del tifoso viola medio, consapevole del suo possibile effetto degenerativo nella mente deficitaria di quelli soliti all'insulto delle vittime dell'Heysel, dai solonici rappresentanti dell'intellighentia giornalistica e dal governo del calcio italiano, condannati, semmai, soltanto a parole, minimizzandone il numero e favorendone puntualmente l'impunità. Delle masturbazioni cerebrali sull'esistenza medesima della Juventus nel mondo del calcio, sinceramente non sono interessato più di tanto, perché non soffro di complessi d'inferiorità davanti a nessuno, tranne che al padre eterno e di conseguenza per il valore della vita umana. Il suo "pezzo" di giornalismo potrebbe risultarmi anche simpatico nel clima festaiolo delle taverne o di una fiera di paese, ma sembra che a Firenze facciate a gara, sindaco in testa, ad aizzare le masse con certe elucubrazioni semiserie prima delle partite con la squadra bianconera, mischiando la farina del diavolo con il lievito della satira. Panem et circenses ? "Qui ventum seminabunt et turbinem metent..." E' scritto anche nella Bibbia... Mi permetta di domandarle, a riguardo, soltanto una cosa... La notte, oltre a sognare gli "impuniti soprusi" di quel cattivone di Furino, ha mai rivolto un pensiero per le vittime dello stadio Heysel di cui la tifoseria, a lei affine, insozza la memoria da ventisei anni ? Il coretto che fa rima con laghetto di domenica pomeriggio che ha profanato la memoria di Alessio Ferramosca e Riccardo Neri li ha sentiti anche lei o il suo insegnante di catechismo era lo stesso che non ammetteva Roberto Bettega fra i figli di Dio ? E' forse il diavolo, lo stesso che dovrebbe vestire "Prada e non in bianco e nero", fra l'altro da sempre riconosciuti come i colori antesignani dell'eleganza, quello che ha soffiato gli ululati nel vento a Felipe Melo o il suo "civilissimo e sportivissimo pubblico" ? Sa qual è il vero problema, Cecchi, se fosse davvero il bene a vincere sempre, oggi dovremmo commentare una squalifica dell'Artemio Franchi... Potrei, però, sempre rivolgermi a Paperinik... Concludendo, per quanto riguarda i 15 comandamenti per rinnegare la Juventus, nulla da eccepire, ma la prossima volta, a poche ore dalla partita le consiglio 39 buone ragioni per restare in silenzio e 2 preghiere da innalzare al cielo... Rocco Acerra, Bruno Balli, Alfons Bos, Giancarlo Bruschera, Andrea Casula, Giovanni Casula, Nino Cerullo, Willy Chielens, Giuseppina Conti, Dirk Daenecky, Dionisio Fabbro, Jacques François, Eugenio Gagliano, Francesco Galli, Giancarlo Gonnelli, Alberto Guarini, Giovacchino Landini, Roberto Lorentini, Barbara Lusci, Franco Martelli, Loris Messore, Gianni Mastroiaco, Sergio Bastino Mazzino, Luciano Rocco Papaluca, Luigi Pidone, Benito Pistolato, Patrick Radcliffe, Domenico Ragazzi, Antonio Ragnanese, Claude Robert, Mario Ronchi, Domenico Russo, Tarcisio Salvi, Gianfranco Sarto, Giuseppe Spalaore, Mario Spanu, Tarcisio Venturin, Jean Michel Walla, Claudio Zavaroni... Alessio Neri e Riccardo Fieramosca... Perché, vede, caro Cecchi, è storia, il cielo, prima o poi, restituisce tutto... "Intelligenti pauca"... Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 20 aprile 2011

La risposta di Stefano Cecchi

Caro Domenico ho sempre creduto e credo che se il calcio perde l'ironia e il gusto dello sfottò smarrisce la sua ragione di essere. Forse nei 15 motivi nei quali provavo a raccontare a modo mio perché i tifosi fiorentini non amano la Juventus, non sono stato bravo ad usarla. E se è così, chiedo scusa. Ma se io avessi letto da qualche parte i 15 motivi per non tifare viola, probabilmente ci avrei riso su, magari mi sarei infuriato ma avrei risposto attraverso la chiave dello sfottò e non dell'ira. Sono fatto così. E non credo di essere nell'errore. In fondo, io non c'entro niente con lo sport. Ho 52 anni, faccio l'inviato occupandomi prevalentemente di politica. Di sport, o meglio: di Fiorentina, scrivo solo una volta la settimana (la domenica) come tifoso, cercando di metterla sempre sulla chiave del costume e non certo del calcio specialistico. Non so se sempre ci riesco, ma questo è il filo conduttore dei miei articoli. Punto. Su una sola cosa, invece, non accetterei ironie: e cioè sull'Heysel. Avevo una persona cara quel giorno allo stadio di Bruxelles, che rischiò di fare la stessa fine di quella povera gente massacrata dalla follia omicida degli ultrà inglesi. Proprio per questo, provo orrore per ciò che è successo quel giorno e rabbia profonda ogni volta che un imbecille usa parole e striscioni a sproposito per ricordare quella tragedia. Provo talmente rispetto per quei poveri morti, che anche le feste a fine partita che i giocatori fecero quel giorno, in qualche modo mi ferirono, e lo fanno ancora oggi ogni volta che le rivedo. Sono convinto che la violenza sia la leucemia del calcio, la sua metastasi. Ma su questo non esistono colori a dividermi né da lei né da tutti gli altri che vivono il calcio come uno sport e non come campo di battaglia dove sfogare le proprie frustrazioni. Quindi, mi dispiaccio (e non poco) di certi paragoni ingrati, a loro modo offensivi, che francamente non credo di meritare. Con rispetto. Stefano Cecchi (La Nazione, Firenze) Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 20 aprile 2011

Conclusioni finali e saluti

Gent.mo Stefano Cecchi, non conosco la presunzione da tifoso juventino di essere immune dall'ironia e dagli sfottò delle tifoserie "avversarie", che, talvolta, riescono persino a farmi sorridere, come in qualche passaggio del suo articolo. Il problema di fondo per noi juventini, però, è insito in un dileggio serpeggiante per il solo fatto di esistere. Sia esso cabarettistico, umorale, goliardico o scientificamente mediatico, diviene un martirio condiviso esattamente dal momento in cui s'indossa la prima sciarpa al collo. Dicesi "sentimento popolare", il tribunale sovrano dei fatti di calciopoli, lo stesso che tolse una meritata Champions a Firenze... Avevo già intuito dal tenore del suo pezzo un voler prendere sul serio fino ad un certo punto il calcio ed i suoi derivati, ma lei conosce benissimo le problematiche di ordine pubblico che accompagnano tutte le partite fra la Juventus e la Fiorentina e non devo essere certamente io, data la sua esperienza giornalistica ed umana, ad insegnarle la prudenza. Anche quella che obiettivamente potrebbe apparire una innocente partita di risiko per altri diventa una guerra nucleare... In virtù dell'orrore e dello sdegno che lei nobilmente denuncia per gli striscioni ed i cori subdoli della Fiesole, le chiedo di farsi garante presso la dirigenza della Fiorentina e le autorità cittadine dello sradicamento di questa usanza barbara in ogni ambito. Se, in nome dello sport e della civiltà, vorrà scrivere un articolo per condannare autorevolmente questa ripetuta ed impunita infamia e chiedere scusa da cittadino e tifoso fiorentino alle famiglie dei 39 cittadini europei caduti all'Heysel ed alle famiglie Neri e Ferramosca, sono certo che la tifoseria juventina l'apprezzerà moltissimo, al di là delle polemiche di questi giorni e del campanilismo, almeno quanto me la sua gradita e cortese replica. Con stima. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 20 aprile 2011

Conclusioni finali e saluti di Stefano Cecchi

Lo prendo come un impegno personale. Domenica non ero allo stadio e dunque non ho udito quei cori vergognosi che lei giustamente denuncia. Dovesse ricapitare, per quanto mi riguarda farò il possibile per stigmatizzare ciò. Come d'altronde più volte ho fatto pubblicamente in passato. In fondo, tutto ciò ha davvero poco a che fare con la fede sportiva, sconfinando nel campo dell'imbecillità e della violenza ignorante. Un saluto (ovviamente viola, me lo consenta). Spero di risentirla per un confronto sulle corde che a me più piacciono: quelle dell'ironia legata allo sport. Magari dopo una vittoria sul campo della Fiorentina con la Juve. A Firenze l'aspettiamo da 13 anni, un'eternità. Se rosichiamo un po', via, ce lo conceda... E lunga permanenza a Torino a Del Neri... Stefano Cecchi (La Nazione, Firenze) Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 20 aprile 2011

 
Alla Redazione di Ju29ro.com
Oggetto: Articolo "Juventino chiacchierone" 1.03.2011
"Quella notte è senza stelle"

Gentile redazione di Ju29ro, nell'articolo "Juventino chiacchierone" del 1.3.2011 sulla vostra pregevole testata l'autore decanta le lodi di Zbigniew Boniek come l'unico prode ad aver onorato la storia della Juventus all'Heysel con la sua, per giunta mai certificata, donazione del premio partita di cento milioni ai familiari delle vittime. Desidero fare alcune precisazioni e considerazioni in merito, essendo oramai legato indissolubilmente all'argomento in qualità di autore e custode del sito museo virtuale multimediale www.saladellamemoriaheysel.it. Zbigniew Boniek sbandiera la cosa da troppo tempo, ripetendola a mo' di karma in qualunque esternazione sulla Juventus, autocelebrandola quanto l'opera pia di una dama di carità e rivendicandone con orgoglio un personale primato di solidarietà. Il denaro nella tragedia dello stadio Heysel è stato il vero demone ispiratore della tragedia, dall'organizzazione criminosa dell'Uefa all'impunito bagarinaggio dei biglietti. Adesso si annida nei rossicci lineamenti di un'avvenente creatura sportiva notturna, nel peccato della vanità. Nel libro di Francesco Caremani del 1994, "Le verità sull'Heysel" c'è scritto che fu ad opera della Fondazione Agnelli la raccolta dei fondi di solidarietà, fra i quali anche sette milioni da ciascuno dei calciatori della Juventus, oltre ai soldi delle varie associazioni juventine, dell'IFI e della Fiat. In un articolo del quotidiano Tuttosport, alcune settimane dopo la tragedia, fu anche scritto della dichiarazione di Boniek sul premio da devolvere per intero alle famiglie dei caduti. Al di là della consistenza delle cifre dell'importo, della verità dei fatti, delle tabelle etiche di merito, mi sembra di non trovarci, quindi, di fronte ad un caso di beneficenza, isolato, eroico e salvifico. Nel libro di Francesco Caremani, autentica "Bibbia dell'Heysel" per ricchezza di documenti e fonti, si parla anche di altre donazioni raccolte, oltre che dalla suddetta Fondazione Agnelli, da CEE, Ministero degli Interni italiano, Governo inglese, Croce Rossa, e Coni. In realtà, io penso che nessuno dei calciatori presenti allo stadio di Bruxelles quella sera possa scoprirsi oggi immune da critiche per come ha gestito l'emotività nel dopo partita sul campo e credo che qualunque cifra di denaro postuma non ripari da quell'onta e sia ipocritamente suggello di un acquietamento del senso di colpa. Per questa ultima ragione la rivendicazione del polacco è sgradevole oltre che scorretta proprio nei confronti dei familiari e della memoria delle vittime. Come si legge nel vangelo di Matteo al capitolo 6, versetto 3: "Non sappia la tua sinistra quello che fa la destra". Credo che un polacco, credente, e figlio della stessa terra di Karol Wojtyla, uno dei più grandi uomini della storia dell'umanità, dovrebbe mettere in pratica meglio questo basilare insegnamento cristiano... "Davanti a una tragedia, c'è solo una parte dove stare. E da quella parte ci si è messo solo Boniek. L'Heysel è la storia della Juve, e solo Boniek l'ha onorata" : ha scritto l'autore del pezzo sul vostro sito. Lievemente solonica, è un'affermazione di cui non condivido assolutamente nulla, perché davanti ad una tragedia come l' Heysel non ci possono essere parti in cui schierarsi, ma solo corpi su cui inginocchiarsi... Perché mi piace ricordare l'eroismo dei tifosi che soccorrevano gli altri tifosi, dei medici, degli infermieri e degli uomini di buona volontà che spostavano i vivi ed i morti fra le macerie, che soffiavano la vita in polmoni tramontati. Quella è l'unica collocazione meritoria, in bilico fra la vita e la morte e con la sola mercede di un dolore e di una memoria così lancinante da conoscere ancora oggi il pudore di non saperla più dire, né voler raccontare. Boniek, con la sua tronfia rivendicazione, ha già vanificato le buone intenzioni e il verosimile espletamento del suo gesto. Nella sua trappola mediatica, mi sembra essere caduto anche l'autore dell'articolo, del quale rispetto il pensiero, ma a cui mi permetto fraternamente di suggerire che quando si parla dell'Heysel è come entrare in una moschea, ci si leva i sandali, perché è terra consacrata dal sangue di martiri. Si posa per terra la faretra dei luoghi comuni e si affronta la coscienza a mani nude. Non c'è nulla che potrà restituire l'amore e l'onore di quella notte senza stelle e senza campioni. Nessuna somma di denaro, solo il silenzio e la meditazione possono ristabilire la distanza fra la terra ed il cielo, favorendo il perdono delle omissioni delle opere. Memoria... Silenzio... Onore. Fratello bianconero, le chiacchiere sull'Heysel lasciamole fare agli sciacalli. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 4 marzo 2011 (NdR: l'articolo originale di Ju29ro non è più reperibile)

@ Nessuna Risposta Ufficiale alla Lettera sul Blog Ju29ro.com
 
Da Andrea Leonetti, Consigliere Juventus Club Andria
Oggetto: La trasferta a Napoli dello Juventus Club "Avv. Giovanni Agnelli" di Andria
"Vedi Napoli e poi muori"

Il racconto di una famiglia di tifosi pugliesi che dimostra quanto sia ancora diffuso l'odio nei confronti della tifoseria Juventina, in tutta Italia, nonostante il tributo di sangue versato all'Heysel, nonostante le promesse e le rassicurazioni della farisaica tessera del tifoso.

Gent.ma redazione, ho deciso di scrivere questa nota con la speranza che tramite il canale televisivo e magari anche grazie ad una presa di posizione ufficiale da parte della società JUVENTUS venga diffusa e resa nota la grottesca situazione che ho vissuto con circa un migliaio di tifosi juventini domenica sera in quel di NAPOLI. Premetto che con tanto di tessera del tifoso sottoscritta anche per i miei due figli (uno dei quali minorenne), abbiamo partecipato con il nostro club di appartenenza (JUVENTUS CLUB DOC GIOVANNI AGNELLI - ANDRIA), alla trasferta napoletana con un pullman da 54 persone + un pulmino da 19 persone. Nel nostro pullman abbiamo ospitato amici juventini del club di Aosta che hanno raggiunto Bari in aereo e si sono aggregati al nostro gruppo. Alle ore 17.30 circa giungiamo al casello autostradale di Napoli dove pensavamo di trovare un mezzo della polizia di stato da noi in precedenza avvertita del nostro arrivo. Dopo un'attesa di circa 40 minuti, pur senza incidenti, ma con qualche normale sfottò ricevuto da napoletani in transito veniamo raggiunti da un’auto della polizia che ci accompagna qualche chilometro più avanti dove venivano raggruppati tutti i pullman provenienti da varie zone d'Italia. Fatti scendere, uno alla volta, filmati da una telecamera e sottoposti al capillare controllo su eventuali mezzi di offesa in nostro possesso sia in dosso, sia nel pullman, senza alcun controllo sul possesso della fantomatica tessera del tifoso, risaliamo sul pullman per essere "scortati" verso lo stadio.

Da questo momento inizia la parte incredibile della vicenda. I pullman vengono accompagnati con tanto di sirene da mezzi della polizia, utilizzando la tangenziale per un tragitto completamente identico a quello fatto dai tifosi napoletani che si recano allo stadio, fino all'uscita Fuorigrotta. Qui, bontà loro, invece di andare verso lo stadio la carovana prosegue fino all'uscita Agnano da dove attraverso stradine piccolissime con auto parcheggiate su entrambi i lati che impediscono il normale passaggio dei pullman, sottoposti al pubblico ludibrio della tifoseria napoletana appostata sui lati della strada, si giunge finalmente nella zona stadio riservata agli ospiti. A questo punto zelanti agenti di polizia con urla e chiari movimenti con le mani, invitano i tifosi a scendere dai pullman e correre in maniera dissennata, verso i cancelli dello stadio, senza che alcuno di noi sapesse quale strada prendere e quale fosse il pericolo incombente sulle nostre teste. Tale fuga verso lo stadio viene effettuata già in una situazione di terrore e panico in quanto gli inviti minacciosi della polizia lasciano intendere di essere in una grave situazione di pericolo. Questa corsa (io ero con mio figlio di anni 11 e vi erano anche persone anziane con problemi fisici) della durata di circa 200 metri termina in un ammasso umano di persone che erano state bloccate da una serie di transenne poste proprio per impedire il passaggio. Dopo aver travolto queste transenne, terminiamo la corsa contro un cancello chiuso, in quanto l'accesso al settore era posto una decina di metri più in là. Scavalcando gli ostacoli, in un caos indescrivibile, senza che ad alcuno fosse controllato il biglietto, la tessera del tifoso o quant'altro (sono in possesso dei tre biglietti, mio e dei miei due figli, ancora completamente integri, senza che sia stato staccato nemmeno il talloncino di controllo con il codice a barre) entriamo nello stadio. Con quel sistema, nel settore ospiti sarebbe potuto entrare chiunque, tifoso juventino e non con grave rischio per tutti. Una volta "al sicuro", all'interno dello stadio, nella parte superiore del settore riservato ai tifosi ospiti, con inspiegabile divieto di accesso da parte della polizia al settore inferiore, ove non vi sarebbe stato alcun contatto con la tifoseria napoletana, veniamo sottoposti ad un incredibile fuoco di artiglieria con lancio di petardi o bombe al cui scoppio venivano divelti ogni volta addirittura i sediolini dello stadio. Di queste pericolosissime bombe tutto il gruppo di tifosi juventini presenti ne avranno ricevute circa una trentina. Il lancio avveniva da parte di aspiranti uomo ragno che si inerpicavano fra le strutture in ferro dello stadio per raggiungere alle spalle i tifosi juventini e dopo aver bucato al rete di protezione con coltelli, lanciavano questi ordigni attraverso i buchi testé prodotti.

Ho rivisto il giorno dopo, la partita sul Vostro canale a cui sono abbonato e ho udito (senza mai vedere) chiaramente lo scoppio dei petardi che avveniva in maniera continua e ripetuta mettendo a grave repentaglio l'incolumità dei presenti. Per quale motivo nessun telecronista pur presente allo stadio ha fatto menzione di quello che accadeva ? Per quale motivo nessuna testata giornalistica ha riportato questo a dir poco incivile comportamento della tifoseria napoletana ? Perché non vi è stata da parte di nessuna televisione neppure una inquadratura verso il settore occupato dai tifosi juventini sottoposti al bersaglio ? Perché il Giudice Sportivo sanziona la società Juventus di una multa di euro 6000 perché i suoi tifosi hanno divelto dei seggiolini, che invece erano stati divelti dalla forza d'urto delle esplosioni dei petardi lanciati dai napoletani ? Perché la società Napoli viene multata solo di euro 20000 perché "propri sostenitori lanciavano nr. 4 petardi verso la zona occupata dagli steward (???)" e non fa menzione di nemmeno un petardo lanciato verso i tifosi juventini ? Dove erano questi steward quando venivano lanciate le bombe ? Erano complici dei tifosi napoletani ? Nel bollettino del giudice sportivo si menziona una attenuazione della sanzione verso la società Napoli dovuta a concreti atti posti in essere in collaborazione con le forze dell'ordine ai fini preventivi e di vigilanza. Di cosa parliamo ? Dove erano i poliziotti ? Quali misure preventive sono state poste in essere ? In che cosa è consistita la vigilanza ? A Napoli queste cose vengono definite testualmente "puttanate" !!! Vi assicuro che per molto meno, la Juventus nello scorso anno ebbe l'interruzione della gara con il Parma e con il Bari oltre alla sanzione della gara da disputare a porte chiuse. La differenza sta nel fatto che a Torino il settore ospiti è inquadrato costantemente da telecamere e che certa stampa non si lascia sfuggire nessuna occasione per... Comunque l'allucinante racconto non è ancora terminato !

Qualche minuto prima del fischio finale, con il bombardamento in pieno corso (erano in possesso di un vero e proprio arsenale bellico), rinvigorito dalla trionfale vittoria, nel settore da noi occupato fanno per la prima volta presenza alcuni poliziotti che, in maniera alquanto serafica, invitano i tifosi juventini ad abbandonare lo stadio prima del termine della gara. Tale comunicazione fatta ad alcuni, in maniera quasi confidenziale, provoca di fatto che una buona parte di tifosi lasci le gradinate. Personalmente noto che sta avvenendo questo abbandono, ma forte dell'esperienza maturata in molti stadi, rimanendo certo del fatto che senza comunicazioni ufficiali i tifosi ospiti rimangono nello stadio fino a quando non vi sono le condizioni per l'uscita degli stessi in sicurezza, penso che vi sia solo un ammassarsi verso la parte inferiore. Comunque, sentendo ancora lo scoppio di bombe e invitato da mio figlio, molto spaventato, scendo anch'io verso il basso, dove scopro che alcuni agenti di polizia stanno invitando i tifosi a correre verso i pullman in quanto - recito testualmente - "non siamo in grado di garantire la vostra sicurezza". Ad una mia richiesta di spiegazioni insieme all'invito di correre anch'io verso i pullman di appartenenza mi viene detto: "oggi, caro signore, vi è la possibilità di acquistare una semplice scheda e di starsene tranquilli a casa a vedere la partita ! Per quale motivo lei ha preferito venire qui ? Seppure allibito, capisco che non è il caso proprio di polemizzare con queste pseudo forze dell'ordine e accogliendo l'invito iniziamo una lunga corsa (circa 500 metri) fra le urla e le minacce dei poliziotti stessi fino a raggiungere il pullman dove tanti altri amici erano già.

A questo punto, forse la cosa più incredibile !!! Altri poliziotti si affiancano agli autisti dei pullman invitandoli subito a ripartire in quanto la presenza in quel punto era ritenuta pericolosissima. I pullman sono pertanto ripartiti su ordine perentorio della polizia senza che tutti i passeggeri fossero ancora a bordo. Vane sono state le proteste da parte nostra. L'ordine impartito era perentorio. Ripartire senza preoccuparsi di chi manca !Nel frattempo la carovana dei pullman "quasi pieni" era ripartita con la scorta della polizia. Il nostro pullman leggermente attardatosi in attesa di qualche ritardatario era costretto ad inseguire la scorta che a quel punto precedeva abbondantemente il nostro pullman. Non sono in grado di dire che cosa è successo agli altri pullman. Posso solo dire che il nostro mezzo è rimasto fermo nei pressi dello svincolo autostradale fino all'una di notte, senza alcuna scorta o protezione, sottoposti a gesti triviali da parte dei tifosi napoletani di passaggio, con il rischio di dar corso ad un pestaggio in piena regola qualora altri scalmanati si fossero fermati vicino al nostro pullman. In questa situazione abbiamo atteso, affinché coloro che erano rimasti a terra potessero raggiungere in qualche modo il pullman e fare ritorno a casa tutti insieme. L'ultimo dei dispersi, ironia della sorte, è stato accompagnato da una volante della polizia. Al termine, mio figlio di 11 anni mi ha detto: "Papà, io a Napoli non voglio venire mai più !!". Gli ho risposto: "Anch'io !" Ho voluto raccontare questa paradossale odissea che nella mia lunga esperienza di tifoso bianconero aveva avuto in termini di paura un solo altro caso: BRUXELLES - 29 maggio 1985. Non so se la stessa sarà ritenuta degna di cassa di risonanza e se ritenete opportuna diffonderla e renderla nota, ma una sola preghiera mi sento di rivolgere: Fate conoscere questa esperienza alla società, affinché possa fare anche in maniera provocatoria ricorso verso la sanzione della multa di euro 6000 comminata per il comportamento incivile dei propri sostenitori. Quei 6000 euro che siano destinati ad un'opera benefica e non a questi "venditori di fumo" fra cui la Federazione, la Lega e il ministro Maroni !!! Con cordialità. Andrea Leonetti (Consigliere Juventus Club "Avv. Giovanni Agnelli" di Andria) Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 13 gennaio 2011

A rischio di Heysel

Da meridionale e da italiano non è mutato affatto il mio profondo amore per Napoli e per la maggior parte dei suoi cittadini, ma ho deciso fosse il caso di pubblicare questa testimonianza che mi ha inviato il consigliere di un club juventino di Andria, al fine di denunciare lo stato latente di grave pericolo per le famiglie di tifosi bianconeri che decidono di seguire pacificamente la Juventus in trasferta negli stadi d'Italia. Sono in possesso del recapito telefonico e dell'indirizzo dell'autore dell'articolo, al quale potrete scrivere in privato per eventuali chiarimenti o per l'autorizzazione alla pubblicazione della fonte. (Scrivete a postmaster@saladellamemoriaheysel.it) Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 13 gennaio 2011 ©

 
Ad Armando Colotta, Tifoso Viola, Firenze
Oggetto: Articolo "Juve, ognuno si lavi i panni sporchi in casa propria"
"Fatti non foste a viver come bruti..."

Gentile Armando Colotta, l'esordio del suo articolo scomoda quell'immagine cruenta di un celeberrimo omicidio dell'antica storia romana assimilandolo al sangue innocente versato all'Heysel, inforcando un'infelice metafora, sia perché il dolore dei familiari di quelle vittime, da lei di seguito appellati con lo sgradevole termine "disgraziati", non può essere strumentalizzato in nessun altro paragone e sia perché nella incongruente similitudine ha subliminalmente infilato il pugnale assassino perfino nelle mie mani, nude. Allora, citazione per citazione, le rammenterò quella di un grande fiorentino, orgoglio della sua città e della nostra madre lingua: "... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120). Vorrei, pertanto, chiarire, non solo a lei, ma a tutta la tifoseria Viola il mio sincero punto di vista. Anche al Sindaco Matteo Renzi che dopo aver soffiato benzina sul fuoco con le sue farneticazioni irresponsabili prima della partita ha creduto più opportuno rintanarsi ad Arcore invece di rispondere alla mia lettera. La memoria è una comune speranza, non la spettanza di un comune ed è pure madre amorevole che accoglie figli multietnici. Proprio come spesso si sente dire "non c'è futuro senza memoria... Lei ha intitolato il pezzo "Juve. ognuno si lavi i panni in casa propria"... Credo, invece, sia ben più spinoso il problema. E' proprio nell'acqua putrida che scorga, nelle fonti avvelenate. Lei mi insignisce dei galloni del comando della tifoseria juventina, ignorando che il mio sito è opera esclusiva del sottoscritto ed in virtù di questa ragione spontaneamente ecumenico nel suo fine ispiratore. Avrei potuto realizzarlo, infatti, anche non da appassionato di calcio o della Juventus. Il problema nasce da qui. Nella presupponenza del campanile. Voi, noi... I viola così, i gobbi colà... Proprio perché penso che il calcio e tutti i suoi derivati contino zero davanti a qualunque tragedia civile e che le bandiere appaiano poco più di un dettaglio di fronte alla morte di chiunque, non potrò mai minimizzare sulla sacralità violata di quelle vittime, tra l'altro non tutte italiane e juventine. Non lo permetterò a chiunque e non mi fermerò davanti a nessuna minaccia. Venticinque anni d'insulti da una parte e di indifferenza dall'altra. Due poli della medesima vergogna. Non chiedo onori, ma iniziamo dal rispetto e dal silenzio. L'Heysel non è terra di campanili, ma terra consacrata su cui levarsi i sandali, tutti e se non s'insegna o non si pretende il rispetto dei morti, ci saranno altri morti... Lei mi ha anche invitato a pensare ai "barbari della mia tifoseria" che hanno lanciato i petardi, che insultarono le povere vittime di Superga e dell'Arno, dei mostri di Firenze. Non soltanto condivido la sua indignazione, ma la sposo da cittadino italiano che tifoso di calcio o meno, dovrebbe sempre denunciarne penalmente fatti e risvolti. Però, vede, Colotta, io credo sinceramente di aver fatto ancora di meglio, potendo rispondere di quei cori moralmente solo per me stesso. Nel mio sito museo ci sono delle pagine in memoria di altre vittime premature dello sport. Una di queste è dedicata da tempo alla sciagura aerea di Pier Cesare Baretti ed al suo compagno di volo, Oreste Puglisi. Come potrà constatare, approfondendo la lettura del mio sito, non sono avvezzo a strategie di fazione, a complotti partigiani, proprio perché non giudico amica o nemica nessuna tifoseria che è avversaria sul campo. Io saggio gli uomini, nella sostanza. Quella benedetta o maledetta targa al "Franchi", ovviamente, non si farà mai, stia tranquillo. La mia provocazione al Sindaco servirà invece, magari, ad isolare sempre di più il presunto "sparuto gruppetto" nel suo immarcescibile liquame mentale, ma il setaccio è nelle vostre mani e se realmente ne avrete forza, ma soprattutto voglia, lo dovrete smuovere voi... D'accordo, signor Colotta, accetterò di buon grado il suo consiglio, ringraziando prima di tutto lei ed i gestori del vostro sito per la cortesia degli spazi a me concessi. Da questo momento in poi tornerò ad occuparmi del potere sbiancante della mia candeggina e con un occhio severo al balcone del Palazzo, perché prima o poi di questo passo non crolli. Proprio in ragione delle regole etiche del vivere sociale e nel nome di quelle più nobili e affascinanti del vero credo Ultrà, mi permetta solo un piccolo suggerimento per il vostro bucato: rottamatela quella lavatrice, com'è che stinge tutte quelle sciarpe di rosso ? Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 11 Dicembre 2010 (NdR: l'articolo originale di Armando Colotta non è più reperibile)

La Risposta del webmaster di dodicesimouomo.net

Sig.re Domenico Laudadio, sono Alessandro Landi, webmaster del sito dodicesimouomo.net. Entrando nel suo sito, ho trovato la lettera indirizzata ad Armando Colotta. Non sappiamo se la stessa ci è stata inviata, non avendola trovata nella posta ma se ci dà il permesso, la pubblicheremo senza alcun problema. Innanzitutto, lasci che le spieghi cosa è questo sito. Nasce il 12 Luglio 2010, dalla passione di soli tifosi, contro un calcio che non ci appartiene. E per essere chiari, non siamo nostalgici di un calcio violento ma vorremmo un calcio più umano, più sincero, meno schiavo di televisioni e restrizioni incostituzionali. Fatta questa piccola premessa, ben prima che ci giungesse voce della sua lettera al sindaco, e ben prima dell'articolo di Crosetti, noi abbiamo chiesto alla curva di smettere con quel coro. Si badi bene, non rispunta fuori all'improvviso il Martedì di Coppa ma il Sabato della partita Juventus - Fiorentina, dopo il lancio delle bombe carta. Chi le scrive è un ex Ultras che non per compiacerla ma ha sempre odiato quel coro. Crediamo di essere stata l'unica voce a Firenze a chiedere di farla finita con questo odioso coro. Gli altri siti, tv, radio, si limitano a riportare le notizie ma la faccia non ce la mettono quasi mai. Però siamo tifosi e se troviamo legittima la sua lettera al sindaco (a tal proposito siamo in buona compagnia a noi non si è mai degnato di rispondere, forse perché 4.000 utenti giornalieri sono un palcoscenico di poco conto per chi oramai è arrivato ad...Arcore), proprio da tifosi non accettiamo che vengano evocate pene esemplari, squalifiche del campo. Nemmeno accettiamo di leggere che la questura di Firenze dorme. Pensiamo che nessuna piazza abbia subito la repressione degli ultimi 5 anni come a Firenze, giusta, sbagliata, poco importa, mi creda la questura vigila e parecchio, facendo del resto il suo lavoro. Mi permetta di rabbrividire a sentire invocare pene esemplari. Evocano dittature, se permette. Sappiamo benissimo che lei è del tutto estraneo a queste richieste. Solo che generano come potrà ben capire, recriminazioni, tipo squalificate a loro il campo per le bombe carta. E i nostri morti ? Capisce che ragionando così non ne usciamo ? Avrei piacere di parlare telefonicamente con lei, fosse solo per farle gli auguri. Se non è possibile voglia gradire i nostri migliori auguri di buone feste e buon lavoro. Alessandro Landi Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 22 Dicembre 2010

Conclusioni finali e auguri al sito dodicesimouomo.net

Gent.mo Alessandro Landi, ho inviato tramite il modulo all'interno del vostro sito la lettera in risposta ad Armando Colotta, ma evidentemente non l'avete ricevuta per qualche problema tecnico. Mi spiace, sinceramente, potete pubblicarla subito, se lo ritenete utile. Condivido la vostra indignazione per ciò che è ora il "nostro" calcio. Penso che lo teniamo in vita, soltanto noi, con la nostra passione e le nostre piccole "faide". Mi domando spesso se ne valga veramente ancora la pena... Quel coro è infame, ed altrettanto da infami profanare il riposo di Gaetano Scirea o dei grandi di Superga, di Fortunato e delle povere vittime dell'Arno, di Alessio e di Riccardo e così di quei ragazzi massacrati da Pacciani e compagni o di Pier Cesare Baretti. Come avrete notato, visitando il mio sito museo, c'è un piccolo omaggio anche per lui nelle pagine in memoria. Io non odio Firenze, città meravigliosa e madre della nostra cultura, non odio i fiorentini, magari nutro di riflesso una radicata avversione per i tifosi della Fiorentina. Accetto allo stesso tempo serenamente che la Juve possa essere detestata per la ragione contraria alla quale è amata alla follia, ma non tollero e denuncerò sempre cosa e chi travalichi il limite del rispetto per gli esseri umani. Il coro in favore del Liverpool della Fiesole, quelle tante sciarpe rosse, feriscono quanto la famigerata canzoncina di "Montagne verdi", perché ambiguo e maligne come quel gemellaggio con i reds dell'anno passato, finito in burletta ad Anfield Road, e non di meno subdolo. Non mi aspetto nulla dai mezzi d'informazione, asserviti ai giochi della politica ed ai calcoli dell'economia che decidono sempre le sorti del paese e spesso anche del calcio. Quelli che vi hanno umiliati indegnamente fino al fallimento ed alla C2, per colpire Cecchi Gori, graziando viceversa Parma, Lazio e Roma. Quelli che hanno spedito persino la Juve in serie B, sull'onda del sentimento popolare e di un processo farsa, come sta emergendo dagli atti del processo penale di Napoli. Se ne esce soltanto osservando rigorosamente un codice etico, quello degli esseri umani. Il rispetto, il silenzio e la memoria condivisa. Tutti, insieme. Nel credo ultrà ci sono già gli anticorpi per debellare la bestialità di certi pseudo ultrà, basta disconoscerne l'identità ed allontanarli dalle curve. La nostra rivalità sia eterna, Alessandro, gli sfottò sempre più pittoreschi, al netto del lancio criminoso dei petardi e delle magliette -39, ma nel rispetto dei morti, di tutti i nostri morti. Il colore del lutto ci riunisce sotto lo stesso vessillo, quello del dolore. Rispettiamoci nel suo nome, lealmente, da tifosi, da ultras e da uomini. A lei, ad Armando ed ai suoi affezionati lettori, ed ai vostri cari un sereno Natale. Sportivamente. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 22 Dicembre 2010 (NdR: autorizzo la pubblicazione anche di questa mail privata e chiedo liberatoria per quella da lei ricevuta in data odierna)

 
A Matteo Renzi, Sindaco di Firenze
Oggetto: Targa in Memoria Heysel allo Stadio "Artemio Franchi"
"Benzina sul fuoco"

Gent.mo Sindaco, mi ritrovo nel doveroso impaccio di scriverle guardandomi bene dal rappresentare il pensiero di una fazione ed il colore della mia bandiera. Le scriverò, pertanto, da cittadino europeo e soprattutto in qualità di responsabile del sito museo virtuale multimediale www.saladellamemoriaheysel.it che intende custodire ai posteri la memoria di una tragedia che troppo spesso è infangata in molti stadi italiani dallo scherno e dalla presunta goliardia dei cosiddetti "imbecilli della mamma sempre incinta", a cui sarebbe opportuno, una volta per tutte, asportare le ovaie. Lei è indubbiamente persona di spessore, ispirata da principi e valori nei quali non mi risulta affatto difficile riconoscermi e persino condividerne i percorsi di rinnovamento. Dovrò, pur tuttavia, confidarle, innanzitutto la mia sorpresa e la conseguente preoccupazione per le sue esternazioni che hanno preceduto la partita tra Fiorentina e Juventus, autentico arsenale per un evento sportivo che di sportivo ha sempre meno da tre decenni. Un corredo di parole decisamente più appropriate al privato di un comodo divano di casa con gli amici, non di certo per l'ansa. Un fusto di benzina sul braciere, anche se lei, quasi candidamente, ne ha rivendicato l'assoluta buona fede, prendendone le distanze, come fosse stato il modesto contenuto alcoolico di un vasetto di ciliege sotto spirito. Gli effetti ampiamente prevedibili, in barba alle ipocrite limitazioni dell'impotente tessera del tifoso, quanto beceri e indegni. Canzoncine vigliacche che offendono i morti e vili petardi, altrettanto esecrabili, azioni di figli di meretrici notorie, ma per dovere di cronaca anagraficamente, comunque distanti. Lungi dall'essere questa mia il pretesto per un giudizio arbitrario sulla sua persona, fidandomi a tal fine unicamente della sua coscienza, non sono qui a scriverle, neanche a nome dei familiari di quelle vittime, poiché di fronte a tanto dolore lo farei indegnamente. Per la medesima ragione non oserò chiedere le scuse a loro nome, dovute dall'altro popolo che assieme a lei s'indigna. Suggerisco, invece, a Firenze, che lei in qualità di Sindaco rappresenta, di compiere un gesto solenne per onorare quei 39 innocenti: una targa in loro memoria all'interno dello stadio Artemio Franchi, come a Bruxelles, come a Liverpool. Mi creda, Renzi, le parole se le porta via il vento, le pietre restano e come insegnano i padri si verrà giudicati dalle opere. La saluto cordialmente. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 2 Dicembre 2010

@ Nessuna Risposta Ufficiale di Matteo Renzi alla Lettera
 
Ad Andrea Agnelli, Presidente Juventus Football Club
Oggetto: Bidoni dei Rifiuti sotto Targa Caduti a Bruxelles
"L'usanza ignobile del Comune di Bruxelles"

Preg.mo Presidente Andrea Agnelli, Le scrivo in merito alla inqualificabile usanza da parte delle maestranze dello stadio "Re Badouin" di Bruxelles di posizionare alcuni cassonetti della spazzatura sotto le targhe in memoria dei nostri 39 caduti dell'Heysel. L'ultima segnalazione ci è pervenuta leggendo un articolo scritto a riguardo dal giornalista Ivan Zazzaroni. Sono certo che non si tratti di un fotomontaggio, né di un caso isolato. Durante i campionati europei del 2000 in Belgio la cosa era già stata documentata da relativa fotografia. Ho scritto di getto una lettera al Borgomastro di Bruxelles manifestando la mia civile e ferma protesta, chiedendo non soltanto lo spostamento dei bidoni, ma le scuse ai familiari delle vittime ed al popolo bianconero, di cui mi ero modestamente fatto portavoce. Mi ha risposto circa un mese dopo un addetto stampa del comune di Bruxelles con l'educata formalità della burocrazia di rito, palleggiando le responsabilità dal Sindaco all'assessore dello sport ed assicurandomi che avrebbe segnalato la cosa a chi di dovere. Un atteggiamento pilatesco tipico nella politica belga già ai tempi della difesa al processo dopo la strage del 1985. Nessuna dovuta parola di scuse, quindi, da parte del sindaco o di altri rappresentanti politici. I nostri martiri dell'Heysel, meritano il rispetto di chiunque. Sono puntualmente dileggiati in molti stadi d'Italia, nel silenzio più omertoso di certa stampa italiana. Sono stati dimenticati per 25 anni da tutti, tranne che dalla tifoseria organizzata della Juventus e da pochissime altre persone. Non possiamo tollerare, né tacere davanti a questa ennesima profanazione a metà tra l'incuria e la cattiveria. Per queste ragioni La prego d'intervenire personalmente nel merito ed esigere le scuse dovute alla memoria delle vittime, ai loro familiari, alla Juventus Football Club ed a tutta la sua moltitudine di tifosi, in Italia e nel mondo. Caro Presidente Andrea, come ha sensibilmente dimostrato in occasione del 25° anniversario della tragedia a Torino, sono certo che Lei porti sul cuore le stigmate zebrate del nostro stesso dolore e che realizzerà quel "luogo alla memoria" promesso nella nostra nuova casa a Torino. Ne siamo certi, anche perché il Suo cognome è da sempre orgoglio della nostra storia e la sovranità della nostra leggenda. La ringrazio di cuore per l'attenzione e per la Sua cortese disponibilità. Con stima. Domenico Laudadio (Ideatore e responsabile del sito museo virtuale multimediale www.saladellamemoriaheysel.it) Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 18 Ottobre 2010

@ Nessuna Risposta Ufficiale di Andrea Agnelli alla Lettera
 
A Freddy Thielemans, Borgomastro di Bruxelles
Objet: Des poubelles sous Plaque tombée à Bruxelles
"Vergogna, Bruxelles !"

Fatto riprovevole denunciato nel suo blog personale da un articolo web del giornalista Ivan Zazzaroni (non più reperibile sul web) e segnalato anche al Presidente della Juventus Football Club Andrea Agnelli.

Monsieur le Bourgmestre, c'est avec beaucoup d'indignation que je vous écris aujourd'hui après avoir vu la photo du journaliste Ivan Zazzaroni qui montre des containers d'immondices placés juste sous la plaque commémorative des 39 victimes de la tragédie du Heysel. Véritable profanation de profanati on ce symbole porteur d'une grande valeur affective. Je suis certain qu'il ne s'agit pas d'un photo montage, la photo a été prise récemment lors du match Belgique-Allemagne, joué pour les qualifications de l'Euro 2012. Malheureusement, je dois ajouter que ce n'est pas la première fois que ces bacs d'immondices se trouvent sur ce lieux du souvenir. Cette autre photo remonte à quelques années et concerne l'autre plaque présente à l'intérieur du stade. A première vue, on pourrait presque penser qu'en règle générale les responsables du nettoyage du stade ont pris cette très mauvaise habitude... pour ne pas utiliser des paroles plus offensives. Je vous écris comme simple citoyen italien et européen, et non seulement en qualité de supporter de la Juventus et responsable du musée virtuel multimédial "sala della memoria", mais je voudrais aussi vous rappeler que dans cette tragédie quelques-uns de vos co-nationaux sont aussi disparus: Alfons Bos, Willy Chielens, Dirk Daeninckx, Jacques François. Je m'efforce sincèrement de penser que cette balafre à la mémoire des morts qui nous sont si chers, est seulement un geste de légerté, sans aucune arrière pensée. Mais je peux vous assurer que l'impact émotif est insoutenable. Pensez, seulement à l'effet de ces photos sur les familles des victimes. Tout cela me semble très contradictoire avec les cérémonies du 29 mai dernier. Au Stade Roi Baudouin, ce jour là, la ville de Bruxelles a célébré avec beaucoup de dignité le 25ème anniversaire de la tragédie, je l'ai d'ailleurs souligné sur mon site internet. Ce jour là, une équipe de la RTBF pour le Journal Télévisé, dirigée avec sensibilité par la journaliste Valérie Dupont, a recueilli le témoignage des tifosi de la Juventus, à l'occasion de la messe de commémoration des victimes, sur la place de Santa Rita à Turin. Bouleversé par ces évènements, je vous prie d'intervenir, en personne, pour mettre un terme à cette mauvaise habitude. Je pense aussi en toute franchise que la ville de Bruxelles devrait s'excuser publiquement auprès des familles des victimes du Stade du Heysel. Je fais confiance à votre sensibilité pour trouver les mots justes et effacer l'outrage. D'avance je vous remercie Monsieur le Bourgmestre, pour l'attention que vous porterez à ma lettre et je vous prie d'agreez mes salutations distinguées. Domenico Laudadio (Créateur du site et conservateur du musée des médias virtuels www.saladellamemoriaheysel.it Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 16 septembre 2010 (NdR: je vous remercie pour votre traduction reporter genre Valerie Dupont correspondant de la TSR - Télévision Suisse Romande et la RTBF Radio Télévision Belge)

La réponse officielle de la ville de Bruxelles

Monsieur, Votre mail m’est bien parvenu et a retenu toute mon attention. Je prends bonne note de vos remarques. La gérance du site du Heysel est de la compétence de Monsieur Bertin Mampaka, Echevin en charge du Sport. Dans ce cadre, je me permets d’attirer son attention su la présence des poubelles indiquées et sur la nécessité de les déplacer. Restant à votre entière disposition, je vous prie de croire, Monsieur, à l’assurance de mes sentiments les meilleurs. 12 octobre 2010 Karine Lalieux (Cabinet de l'Echevine de la Propreté et de l'Informatique) Fonte: Ville de Bruxelles (Département Urbanisme - Architecture) © 12 ottobre 2010

Merci envoyez et considérations finales

Madame, je vous remercie de votre réponse à ma lettre, mais en même temps je ne peux cacher mon amertume en observant qu’elle ne contenait pas un mot d’excuses, tel qu’il serait dû premièrement aux familles des 39 victimes du stade Heysel, et ensuite aux supporteurs de la Juventus, dont je suis le porte-parole en vertu de mon site musée multimédia qui protège depuis des années la mémoire de nos morts à Bruxelles, et des vôtres. J’aurais bien préféré, au-delà des responsabilités directes, que ce soit le Bourgmestre en personne à me répondre et à spécifier ces responsabilités, étant donné que ça fait bien longtemps que des journalistes et des supporteurs nous envoient des communications et des photos de ces poubelles , dès le Championnat Européen de Football 2000. Vous avez certainement bien fait votre travail, mais ma requête était bien plus qu’une simple formalité : c’était l’expression d’une douleur profonde partagée pendant vingt-cinq ans avec ceux qui portent dans le corps et l’âme les signes du mal subi ce soir-là, dans votre stade de l’horreur. C’est pour cette raison que je m’attendais, et non de votre part, à un peu moins de formalité et un peu plus de solidarité. Tout en vous remerciant, je vous annonce cependant que nous allons contrôler personnellement la position de ces poubelles honteuses, et que je vais informer le Juventus Football Club, dans la personne de son Président, M. Andrea Agnelli, de ce problème désagréable et de notre échange de courrier. Domenico Laudadio (Créateur du site et conservateur du musée des médias virtuels www.saladellamemoriaheysel.it) Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 13 octobre 2010 (NdR: je vous remercie pour votre traduction Simonetta Paparella)

 
Al Presidente Andrea Agnelli, Juventus Football Club
Oggetto: 39 volte GRAZIE, Presidente...
"Luogo in memoria Heysel nel Museo della Juventus"

Il 29 maggio 2010, durante la commemorazione ufficiale delle vittime nel giardino della sede della Juventus, Andrea Agnelli, neo presidente, annunciava che "Nel nuovo stadio che stiamo costruendo ci sarà un luogo dedicato a ricordare le vittime di quella serata, che sono sempre nei nostri cuori. Vogliamo che il loro ricordo ci accompagni anche nella nostra nuova casa". E' questa dichiarazione certamente una grande vittoria morale per il sottoscritto ed il raggiungimento del fine perseguito amorevolmente e disinteressatamente con l'impegno coerente di questi anni, ma resta umanamente un fondo di amarezza per non aver ricevuto mai un segnale di attenzione dalla società per cui ho sempre tifato e continuerò per sempre a fare il tifo, consapevole che la Juventus è un ideale alto e puro di sportività in mano o nei piedi di uomini di passaggio, come ogni valore per cui si vive, si lotta e si muore... 39 volte grazie, Presidente Agnelli... Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 30 maggio 2010

@ Nessuna Risposta Ufficiale di Andrea Agnelli alla Lettera
 
A Roberto Bettega, Vicedirettore Generale Football Club Juventus
Oggetto: Sala della Memoria Heysel nel nuovo stadio a Torino
"Lettera ad una Signora senza Memoria"

Carissimo Roberto, mi permetto di darti del tu, perché un bambino non teme mai dai suoi sogni. Forse tu non lo immagini, ma io volavo proprio quando le tue braccia si elevavano al cielo e principe delle aree svettavi regale in quelle immagini senza colore. Eri maestro e carezza di parole mai banali, dal sorriso appuntito e con quel fendente di lama vincente in campo, da imitare. E' in virtù di questo intimo legame che oggi busso temerario al portone del tuo maniero, perché sei rimasto l'ultimo templare di una fede, così nobile e antica ed a molti ieri come oggi invisa. La bandiera arrotolata, il cuore in tumulto, una gioia a metà fra l'orgoglio e l'orrore nel mio passo spedito verso casa. Vent'anni sono troppo pochi per capire che la vita di un uomo vale più dell'esultanza di mille altri. Una macchina strombazzava invereconda, qualcuno che esultava nell'abitacolo, io alzo il pugno rabbiosamente in alto in segno di vittoria, poi mi gela da dentro una brezza di vergogna che ho seppellito in terra sconsacrata per cinque lustri nella coscienza. Ci sono vittorie e sconfitte nella vita, ma ciò che t'insegna i passi di danza del respiro del mondo è la verità che giace nel fondo delle cose. Per questa ragione è nato il mio sito in memoria dei caduti di Bruxelles, www.saladellamemoriaheysel.it, il 22 febbraio dell'anno scorso. L'Heysel è una pagina di storia che qualcuno infantilmente ha stralciato nel grande libro della Juventus e che non riceve più ospitalità neanche sul suo sito ufficiale. Aleggia ancora imbrattata dal sangue di innocenti peregrinando in quella sala dei trofei come un fantasma ed intimando al metallo anonimo della vanagloria posato sulla fredda bacheca di costituirsi responsabilmente ai vincoli della memoria. Basterebbe un lembo di stoffa bianca e nera a marchiarla, affinché quella coppa si trasformi da calice amaro in un venerabile Graal di Juventinità. Nell'archivio polveroso dell'oblio, come sacchi di patate, abbandonati sono ancora là, in un angolo, i bozzoli inermi di quei 39 angeli. Se avrai la bontà di scendervi assieme a noi, scoprirai il sollievo di un brivido precoce di giustizia e la calorosa vampa della memoria che non giudica, ma unisce in un solo abbraccio le vittime ai carnefici e chi l'ha messa al bando in tutti questi anni, confinandola fino a lì.

Carissimo Roberto, l'onore è una scuola che ti annovera fra i suoi luminari emeriti, riscendiamo insieme in quello scantinato da chi impose al circo di non fermarsi, immolando l'inciampo nel vuoto di acrobati e funamboli alla ragione di stato. Non fummo colpevoli noi di generare quella infame mattanza, ma gaudenti di banchettare all'effimero trionfo, come fosse Pasqua sul Golgota, quando avremmo dovuto soltanto piangere. Voltati, siamo in tanti, abbiamo pochi fiammiferi per illuminare un ricordo, ma siamo venuti fino a te per chiederti una sala della memoria dove riscrivere definitivamente la medesima storia abbagliandola di fiaccole eterne, un luogo perenne dove sussurrare una preghiera, posare un fiore, imparare da un silenzio più grande. Un museo multimediale che trasmetta un messaggio autorevole contro la violenza, nel nuovo stadio della Juventus, ma anche un simbolo che non faccia alcuna distinzione fra le bandiere. Carissimo Roberto, ho già scritto agli ultimi due presidenti, che hanno pensato fosse più in stile non rispondermi, ma è la prima e l'ultima volta che scrivo veramente alla Juventus, perché tu ne sei l'ultimo baluardo. Tu che per l'amata sovrana non hai disdegnato le lacrime, che ne conosci tutte le anse del cuore e ne sei amante fedele, riportale a casa quei figli dispersi nel Belgio, ricordarle uno ad uno i loro nomi, prima che calino altri venticinque sipari di tenebra. Noi tifosi non abbiamo mai dimenticato. Confidalo da parte nostra all'orecchio della divina signora, c'è sempre tempo per l'amore. Con affetto. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 6 Febbraio 2010 (NdR: questa lettera, pur non avendo ricevuto mai risposta da Roberto Bettega, è stata pubblicata nel libro di Francesco Caremani "Heysel le verità di una strage annunciata", riedito in occasione del 25° anniversario della strage nel 2010 da Bradipolibri Editore)

@ Nessuna Risposta Ufficiale di Roberto Bettega alla Lettera
 
A Jean Claude Blanc, Presidente Juventus Football Club
Oggetto: Sala della Memoria Heysel nel nuovo stadio a Torino
"Lo chiede la Storia"

Gentilissimo Presidente Blanc, credo che la famiglia juventina sia divisa molto più di quello che può apparirle. Calciopoli, un po' come la morte contadina delle allegorie medioevali, ha tracciato un solco profondo nell'animo del popolo Juventino. La moltitudine dei tifosi, infatti, ha percorso itinerari molto differenti, chi, aggrappandosi alla tradizione, altri al proprio istinto, magari fino al punto di rinnegare il blasone, altri ancora, studiando pedissequamente le carte processuali ed ascoltando tutte le udienze. Bisogna guardare molto più indietro per trovare qualcosa che ci unisca davvero tutti, indistintamente, giovani e anziani tifosi juventini. Qualcosa che offra, pur nel dolore, un memoriale di Juventinità che aggreghi tutte le anime bianconere in un cuor solo ed in un'anima sola. Nel corso della nostra infinita storia sportiva, ben più grave della retrocessione del 2006, non possiamo dimenticare l'olocausto dei nostri fratelli caduti a Bruxelles. L'Heysel è un lutto mai elaborato fino in fondo dalla Juventus, in questi ventiquattro anni. Le due righe di commiato ad ogni anniversario non ci bastano più. Sul sito ufficiale della società, a differenza di quello del Liverpool, non c'è nemmeno una pagina in memoria con i nomi delle vittime. E' tempo di fare pace con la memoria di quella sera tragica, in dignità e stile, come ci compete sin dalla nostra fondazione. Gli errori del passato sono fantasmi che svaniscono e soltanto l'amore resta, a cambiare le cose, a spegnere in modo solenne l'ardire di chi è andato persino oltre, sbeffeggiando il nostro dolore. Noi, nonostante tutto questo tempo che è trascorso, non abbiamo mai dimenticato quei caduti e mai lo faremo. Sinceramente non posso dirle lo stesso della nostra amata e gloriosa Società, di cui è onorato Presidente. Se riuscissimo insieme a trovare un luogo dove ricordarli veramente quei morti, accarezzare i loro nomi su una lapide, dove portare un fiore, magari proprio in una sala museo del nuovo stadio, dedicata alla loro cara memoria, forse, finalmente, troveremmo tutti un vero senso anche a quella Coppa, maledetta. Anzi, oserei dirle di più, Presidente, sarebbe proprio quella Coppa, spostata dalla gelida ed anonima sala dei trofei su di un basamento, ricoperto dai fiori, al centro della sala della memoria dei caduti dell'Heysel, il cuore ed il simbolo del mausoleo per eccellenza. Non si tratterebbe di sminuirla, di rifiutarla, di restituirla, ma di darle l'unico senso finalmente condivisibile da tutti: la dedica e la memoria perenne ai posteri di un sacrificio umano che non dovrà ripetersi mai più in nessun ambito dello sport. Perché erano nostri fratelli. Perché ciascuno di noi sarebbe potuto essere al loro posto. Perché l'odio non costruisce niente, l'indifferenza è ancora peggio, ma soltanto la memoria raduna alla stessa mensa le vittime ed i carnefici e non pensi che sono qui da solo a chiederglielo, con il povero mezzo di una lettera. Si guardi alle spalle, caro Presidente, glielo chiede la storia. In stima. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 21 novembre 2009

@ Nessuna Risposta Ufficiale di Roberto Bettega alla Lettera
 
Ad Andrea e Diego Della Valle, Presidenti ACF Fiorentina
Oggetto: Commemorazione Caduti Heysel in Anfield Road a Liverpool
"Commemorazione vittime Heysel ad Anfield Road"

Pregiatissimi Andrea e Diego Della Valle, scrivo a Voi, espressione signorile di Firenze, culla della lingua e della cultura italiana, certo di trovare accoglienza e solidarietà per le mie semplici parole. Ho realizzato un sito in forma di museo virtuale multimediale in memoria dei trentanove caduti dell'Heysel, quelli che noi tifosi juventini chiamiamo affettuosamente "i nostri 39 angeli". Nelle ultime settimane il gemellaggio della vostra tifoseria con quella del Liverpool ha riaperto ferite e polemiche su vari fronti. Di striscio i giornali, impegnati molto più da Mourinho e dalle sue facezie, ma soprattutto le radio e le televisioni private tra Roma e Firenze, hanno affrontato il problema di questo gemellaggio che la tifoseria bianconera vede tutt'ora come un inganno dai risvolti ipocriti. Tra dialogo e toni accesi, le parti hanno scambiato pareri contrastanti sull'evento. La tifoseria organizzata, attraverso la voce dei suoi capi storici ed i giornalisti locali, tra i più accreditati tifosi della vostra società, hanno garantito che non vi erano motivazioni fondate dal dileggio della memoria o dalla celebrazione di quella lurida mattanza. Abbiamo creduto alla buona fede della parte sana di Firenze e pensato che, forse quel nervo era ancora scoperto e ci doleva. Abbiamo anche chiesto scusa alla città per aver usato certi toni, forti ed aggressivi. Ho scritto sui vostri forum e sui vostri siti ufficiali, assieme ad un vostro tifoso, parole di concordia, chiedendo uno striscione in ricordo delle 39 vittime da esporre durante la partita di Torino dello scorso 17 Ottobre. Non ho ricevuto alcuna risposta, né in privato, né sugli spalti. Anzi, con dolore e sdegno, ho collezionato segnalazioni e testimonianze, foto e filmati, di alcuni vostri tifosi con magliette e sciarpe del Liverpool con scritte e numeri, "meno" e "39". Certamente minoranze, potreste obiettarmi, ma in tutta franchezza io penso che quel gemellaggio sia nato sotto una cattiva stella e che sia stato oggetto di contraddizione e divisione soprattutto nelle fila della vostra tifoseria. La preghiera che rivolgo a Voi, dalla illuminata visione del calcio e dello sport, non dimentico del Vostro gesto di grande civiltà con l'introduzione del "terzo tempo" al termine delle gare, è quella di fare più luce ed ordine nel merito e di compiere ancora una volta ad esempio, un gesto ufficiale di commemorazione da parte della ACF Fiorentina. A questo proposito, vorrei segnalarvi la presenza di un monumento ad Anfield Road che è stato eretto in memoria delle vittime dell'Heysel. (NdR: più precisamente si trattava all’epoca di una targa nel museo del Liverpool) Prima della partita di ritorno di Champions deponetevi un mazzo di fiori viola. Saranno certamente un segno inequivocabile e graditi, sciogliendo definitivamente i vincoli dell'odio e della idiozia di frange che non meritano di militare in nessuna tifoseria. In stima. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 6 Ottobre 2009

@ Nessuna Risposta Ufficiale dei Presidenti della Fiorentina alla Lettera
 
Ai Tifosi della Fiorentina, Città di Firenze
Oggetto: Gemellaggio fra le Tifoserie di Fiorentina e Liverpool
"Un gesto di civiltà e fratellanza"

Gentili Tifosi della "Viola", mi permetto, pur con un pizzico di soggezione, d'invadere lo spazio che comunemente utilizzate per gioire e soffrire per la vostra gloriosa squadra. Sono un tifoso juventino che non ha mai dimenticato l'Heysel, a differenza di molti altri dirigenti e tifosi della sua stessa società e che giudica quel trofeo niente di più di un numero beffardo nelle statistiche. Sono anche il tifoso che giudica i cori e le canzoncine su Superga, Baretti e l'Heysel, una fiera della imbecillità che accomuna i suoi mentecatti in un colore solo, quello della vergogna. Credo, però, fra italiani, ce l'abbia anche il dolore, un pane raffermo di condivisione. In questi giorni sono divampate polemiche che riguardano il gemellaggio della vostra tifoseria con il Liverpool, poiché non è sembrata ben chiara la motivazione al popolo bianconero, ma soprattutto a quella parte del nostro tifo che custodisce nel cuore la memoria degli "angeli di Bruxelles", come fossero morti della propria famiglia. Anche io sono tra questi, pur non essendo mai riuscito ad odiare il Liverpool, perché è da sempre la mia squadra inglese preferita. Sportivamente, quindi, posso condividere il fascino che suscita nel vostro immaginario di grande tifoseria, quale siete da sempre. Viscerale e generosa, in amore ed odio. Comprendo allo stesso modo come la Juve si possa, tanto amare quanto odiare allo stesso modo ed in latitudini diverse della penisola e del gusto personale. E' insita nella natura del calcio, delle cose e dello sport, in generale, la sana rivalità fra alcune tifoserie. Il problema, dunque, per quanto riguarda me, ideatore del museo virtuale multimediale www.saladellamemoriaheysel.it che vi invito ufficialmente a visitare tutti, non è il gemellaggio in sé, ma proprio la comunicazione sulle motivazioni dell'evento da parte vostra. Io mi sarei aspettato dalla Fiesole, durante la partita con i Reds, uno striscione, anche piccolo, piccolo, in memoria dei nostri caduti, proprio al fine di scampare qualunque ambiguità in merito alla nuova amicizia con gli inglesi. Ciò, purtroppo, non è avvenuto ed al momento ne ignoro francamente le motivazioni recondite. Per questo, pur sapendo che i caduti di Bruxelles appartengono fisicamente soltanto alle famiglie dei loro cari, ho provato ad immedesimarmi nel loro pensiero storico scrivendo di getto una lettera immaginaria rivolta alla Curva Fiesole. Si tratta di un mero espediente letterario che in qualche passaggio potrà anche sembrarvi duro ed aggressivo nei vostri confronti, ma non è rivolto a tutti i tifosi fiorentini, né alla città di Firenze, che amo da italiano, ma soltanto a quella minoranza becera, tra di voi, mi auguro sparuta, che non ha mai portato il rispetto dovuto ai nostri martiri e li ha irrisi in tutti gli stadi d'Italia. Sono certo che proprio la curva Fiesole in maggioranza sia assemblata da uomini e donne degni di stima e di grande umanità e non la fraintenderà. L'occasione del prossimo match in programma all'Olimpico di Torino ci pone davanti ad un gesto di grande responsabilità per evitare altri scontri dialettici e non solo. Mai più un altro Heysel... Il tempo di onorare i 39 caduti dell'Heysel è ancora propizio e foriero di un gesto di civiltà e fratellanza da parte vostra. Lo attendo, senza ipocrisie, molto semplicemente, nella prossima partita del 17 di Ottobre. Sportivamente... Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 5 ottobre 2009

@ Nessuna Risposta Ufficiale della Tifoseria Fiorentina alla Lettera
 
Alla Curva Fiesole, Stadio "Artemio Franchi" di Firenze
Oggetto: Gemellaggio fra le Tifoserie di Fiorentina e Liverpool
"Serpeggia l'ipocrisia"

"Da questo spicchio di cielo, dove non tramonta mai il sole, abbiamo osservato bandiere viola e rosse ondeggiare all’unisono nella notte. Noi non abbiamo più preferenze in questo prato fiorito. Tutti i colori dei fiori s’intonano al disegno di esserne degni. Abbiamo riconosciuto laggiù il colore dei panni che ammantarono le nostre camere ardenti ed il rosso dell’onda di barbari che ci travolse. Un matrimonio nato da una menzogna per noi che da qui leggiamo oltre le parole, ma non temete, fratelli di Firenze, non ci farà più male di chi ci pianse. Fu presto la luce e prendemmo distacco alato dal mondo, da quei ferri arrugginiti impigliati nelle nostri carni e da quei calcinacci che soffocarono le nostre gole. Fratelli ci calpestarono impauriti come una mandria di bisonti. Sciacalli ci derubarono, si urinarono addosso e presero a lanciare in aria i nostri documenti che già eravamo dall’altra parte e non li sentivamo. Anzi, come Cristi innocenti, fummo pronti da subito a perdonarli. Qualcuno dei nostri e dei belgi ci prese sul petto anche a pugni, illusi di riprenderci che già eravamo in viaggio. Poi vedemmo oramai da lontano quei nostri poveri corpi, gonfi, tumefatti, trasportati come sacchi di patate, adagiati come i tonni dopo la mattanza, sull’asfalto caldo e poi gelido dell’antistadio. Li coprirono con le nostre bandiere, bianche e nere, nostro amore e nostro orgoglio. All’ospedale militare di Bruxelles li fecero a pezzi per scrivere su un foglio bollato di cosa quella sera erano periti. Non li ricucirono neanche e li rispedirono all’indirizzo di casa avvolti in teli neri ed in tranci, come fosse pesce andato a male. Era successo proprio a noi, poteva succedere ad altri, potrebbe succedere a chiunque di voi se non placherete il vostro livore per la differenza. Noi ad esempio accogliemmo tutti festanti i fratelli di Hillsborough mentre allo stadio vi eccitavate al memoriale del nostro sangue. Voi cosa ne sapete quanto è fitto il dolore di una madre che ha perso un bambino di 11 anni. Voi non capite cosa significhi perdere una figlia di vent’anni. Sforzatevi per un istante solo ad immaginare la crescita di un figlio senza di suo padre. Quello che gli ha rimboccato le coperte, il 28 di maggio prima di salire sul pullman e l’ha tatuato del suo amore in eterno in quell’ultimo bacio. Cantavate del nostro tonfo e contavate fino a 39 volte l’odio, soltanto tre giorni dopo. Lo fanno ancora molti tra voi. Glorificaste anche le fiamme che avvolsero il povero Gaetano. Non ci fa più male da qui, pugnala, invece, chi ci ama ancora, chi non ci ha dimenticati. Serpeggia l’ipocrisia che si nasconde nei vostri proclami mentre voi ci uccidete in un rosario di bestemmie tutte le domeniche. Canzoncine da taverna inneggiano al luogo del nostro martirio, disonorando l’intelligenza umana e le nostre famiglie. Satana vi suggerisce le parole. Acclamate senza vergogna quel popolo britannico perché dette i natali ai nostri sicari. Ne comprate sciarpe e bandiere per rinnovare il dolore a chi ancora ci piange nel vostro rituale di sangue. Vi assicuriamo, non ci potete fare del male, noi siamo oltre le vostre invettive. Vi osserviamo con grande pena. Saremmo lieti di un gesto, di un cenno, di un segno di rispetto per le nostre anime. Noi vi amiamo anche quando ci dileggiate, noi intercediamo affinché il vostro passo sia lieve sullo sterco del mondo che spargete. Voi potere trasformare un canto di odio in un canto di amore. I vostri fumogeni viola non siano l’incenso di una messa al contrario di croci capovolte nel fango. Rispetto al dolore, vi schierate con i carnefici ? Viola colore di morte o di un fiore in suffragio ? Basterebbero soltanto le parole di una preghiera a restituirvi l’onore. Firenze, che hai insegnato la lingua ai miei padri, smetti di giocare alla morte con le parole perché la morte non è mai doma e fa la ruota come un pavone… Firenze, gemma d’Italia, domenica ci aspettiamo parole nuove e d’occasione dal tuo altare". Messaggio dai 39 Angeli dell’Heysel. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 3 Ottobre 2009 (NdR: scritta in occasione del "gemellaggio" proposto dalla tifoseria organizzata della Fiorentina a quella del Liverpool. Qualcuno ha criticato infastidito la forma d'uso della parola ai caduti nel messaggio. Mi scuso con i Familiari delle Vittime se anche a loro può aver dato questa sensazione. E' chiaramente una figura retorica scelta volontariamente, ma con il massimo rispetto da parte mia, soltanto al fine della condivisione della Memoria. Domenico Laudadio)

@ Nessuna Risposta Ufficiale della Tifoseria Fiorentina alla Lettera
 
A Wez Edwards, Tifoso Liverpool Football Club
Oggetto: Official Petition "An Anfield Memorial for Heysel"
"Camminiamo insieme"

Dear Wez Edwards, I've known almost by chance on the web about your wonderful work about Heysel. Besides honouring you as a person and as a sportsman, I would like to inform you about my year long (and counting) battle for the same cause in my country, facing great difficulties and indifference. In May 2008, twenty-three years after Bruxelles' massacre, I proposed a petition (linked hereafter) on the web, very similar to yours, with the help provided by a working group, spontaneously formed on vecchiasignora.com forum. Having not received since any response from Juventus F.C., I decided to leave an even more unerasable mark on the web, creating on my own a virtual multimedia museum, dedicated to "the 39 Angels at Heysel": www.saladellamemoriaheysel.it The goal of my work is to support every action remembering those poor brothers of ours, who died by Uefa's fault and by the killing hands of a violent group of your mates, from which, I'm sure, you have took the distance and have nothing in common from a long time in the Kop. You were very kind in commemorating our martyrs before our last match in 2005 Champions League. I do believe you were sincere. Our organized fans, unfortunately, didn't appreciate it at all and still hate you today, but, frankly speaking, I believe that the word "friendship" remains the real goal of a long and winding walk we must take together, sharing brotherhood as men of good will and the olympic spirit that's underneath every sport challenge. Forgiveness is in every man's heart, only love can move it and if there is no memory, there is no love... Let's work together to honour Heysel's Angels. I saw that your petition didn't collect many signatures. If you want my help, or some advice or even to prepare a common project, I'm here, ready to help you by any energy necessary. As for now, I'm asking you to send me the addresses to write, alone or with you, to Liverpool F.C. and to Reds' fans websites and/or forums, to present them our virtual museum. I also ask you to "advertise" our petition to every information media in your country and to every sensible place. The real peace between our "enemy" fan groups passes through these two sister rooms, located in Juventus new stadium and in Anfield Road. I will tell you a little secret. When I was a kid I used to play Subbuteo with my friends and I used to play with Liverpool team, with Keegan, Kennedy, Neal Rush, Clemence, Dalglish... They were my favourite foreign team, they gave me strong emotions and I used to consider them the English Juventus, for glamour and nobility. Then came the damned May 29th, 1985, I stopped loving your team.I'm often asking myself if the true reason preventing me from hating them could be the key to return to shake their fans' hand, in a time I hope not too far away. In this moment I feel a spontaneous will to hug you close, since we represent two humble and firm peace workers. I'm begging you, if you can and if you want, to leave for me a little rose at the monument to Hillsborough Angels and to send me a picture of you, so I'll be able to make my work even more precious, showing a right man's face. We'll Never Walk Alone. Yours brotherly. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 14 marzo 2009 (NdR: una petizione speculare a quella della Sala della Memoria Heysel, ritrovata sul web, ma senza riuscire ad agganciare il promotore di cui risulta noto soltanto nome e cognome)

@ Nessuna Risposta Ufficiale di Wez Edwards alla Lettera
 
To Liverpool Sportsmen
Oggetto: Heysel and Hillsborough: united by grief
"Titolo della Lettera aperta"

Liverpool Sportsmen, we are writing you 23 years after that tragic May, 29th night in Heysel, in the name of civility, peoples' brotherhood and in the name of football we all love, even if in different places and culture, that puts us together in the same passion, but also divided and marked us with pain in different moments. We don't want to judge anyone, we are not seeking any revenge, and no human justice could ever completely refund those innocent people and their families for the pain they suffered by you. We write you to remember together that crazy afternoon and those 39 human beings' martyrdom. We know your story too, for better and for worse; you have a long bereavements' list as we do. Looking at 1989 April, 15th Hillsborough disaster was just like open again that bleeding wound. So you will surely understand the real meaning of our words as fans and men. We are trying to create a "Memory hall", maybe in Juventus new arena, to remember our 39 brothers who fell in Brussels that damned night. We wrote everyone in Italy, newspapers, journalists, televisions, even a famous italian politician... Juventus F.C. didn't gave us any answer whatsoever, and very few people considered us. Simply think that your official site contains a page about Heysel, but Juventus' site does not. As we faced in last Champions League match, your attempt to remember together our fallen angels and to seal a new friendship, even in such a complex context, gives you a lot of honour. I am deeply convinced that Brussels' and Hillsborough victims are already twinned with each other and that they smile together, angels among angels. Shall they pray for our miseries. We will never walk alone. Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 22 febbraio 2009 (NdR: many thanks to Salvatore Costa for translating)

@ Nessuna Risposta Ufficiale da Liverpool alla Lettera
 
A Giovanni Cobolli Gigli, Presidente Juventus Football Club
Oggetto: Petizione Ufficiale Sala della Memoria Heysel a Torino
"Petizione Popolare Sala della Memoria Heysel a Torino"

Gentilissimo Presidente, mi permetto di scriverle personalmente, interpretando il sentimento e la volontà di una moltitudine di tifosi che non hanno mai dimenticato quella tragica serata dell’Heysel. Secondo me, nonostante il tempo trascorso, non siamo riusciti ad elaborarne fino in fondo il lutto, né ad appropriarci veramente di quella vittoria, fra rimorsi, sensi di colpa e le suggestioni di una vittoria dal memoriale così funesto. Alla "vittoria scomoda", offuscata da tanta cruda violenza, possiamo ancora rispondere da Juventus con un gesto nobile, commemorativo, anche a quanti ci accusano, pretestuosamente, di aver cinicamente ignorato la morte, celebrando il trionfo. Io penso che non sia più utile a nessuno, né oltremodo possibile, giudicare il comportamento della società, dei giocatori e dei tifosi della Juventus, data la fatale e drammatica imprevedibilità degli eventi di quel pomeriggio maledetto, ma sono certo che possiamo ricollocare tutti assieme quei sentimenti e quelle reliquie, quelle immagini e quelle lacrime, riavvolgere con le nostre bandiere i volti cari dei nostri fratelli caduti, accerchiando la coppa del dolore, in un posto che ci appartenga per sempre, come una "Superga" bianconera. Un museo della memoria per celebrare e discernere, per bandire ogni violenza e invocare la fratellanza nello sport, potrebbe sorgere nel nuovo stadio che state progettando o eventualmente in un altro luogo di Torino. M’impegno da subito, assieme a tutto il gruppo di tifosi in nome dei quali Le scrivo a proporre idee o magari un progetto ben definito per la sua realizzazione, magari coinvolgendo fattivamente l’associazione dei familiari delle vittime. Sono certo che Lei, non resterà insensibile alla nostra proposta, perché è soprattutto un tifoso prima ancora che il presidente della nostra amatissima squadra che merita il rispetto di tutti e da sempre. Un abbraccio bianconero. Roma, 24 maggio 2008 Domenico Laudadio Fonte: Saladellamemoriaheysel.it 24 maggio 2008 © (NdR: questa lettera è stata una petizione popolare sul web nel 2008, ma purtroppo la Juventus Football Club, nonostante le varie lettere aperte e quelle scritte privatamente ed inviate in sede, prima dell'avvento di Andrea Agnelli alla Presidenza, non ha mai risposto formalmente alla mia proposta di una Sala della Memoria per i 39 caduti dello stadio Heysel nel nuovo stadio di Torino)

@ Nessuna Risposta Ufficiale di Giovanni Cobolli Gigli alla Lettera

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