LETTERE
APERTE
MUSEO
VIRTUALE MULTIMEDIALE
A Paolo Avanti, Vice Caporedattore Gazzetta
dello Sport
(Articolo Heysel)
Da Paolo Simionato, Tifoso Juventus a Bruxelles
(Rifiuti sotto Lapide Heysel)
A Cristiano Carriero, Editorialista "ilneroelazzurro.com" (Articolo
Heysel)
Alla Redazione di Vocidisport.it (Articolo
Heysel)
Da Armand
Company Guiilem, Autore del Libro "HEYSEL"
(Libro Heysel)
A Christian Raimo, Giornalista di
Internazionale.it (Articolo
Heysel)
A "Il Ciuccio",
Redazione ilnapolista.it
(Articolo Heysel)
A Franco Ossola, Storico Torino Fc
(Mostra
Superga-Heysel)
A Yvan Mayeur , Borgomastro di Bruxelles
(Faretti
Meridiana Heysel)
A Matteo Braida, Sito
blog.zingarate.com
(Articolo Heysel)
A Freddy Thielemans, Borgomastro di Bruxelles (Petizione
Monumento Heysel 2013)
A Stefano Pioli, Allenatore Bologna Fc (Rispetto
e Heysel)
Da Giampaolo Muliari, Direttore del
Museo del Grande Torino (Memoria
Heysel)
A Furio Honsell, Sindaco di Udine (Vilipendio
Vittime Heysel)
Alla Redazione di Fiorentinanews.com
(Cori Dileggio Vittime Heysel)
Al Liverpool Fc e Suoi Tifosi
(Lettera
Aperta)
A Christian Ceux, Assessore Urbanistica di
Bruxelles (Correzione Lapide
Heysel)
A Gianluca Guarnieri, Sito Lenovae.it 30.5.2012
(Articolo Heysel)
A Stefano Palazzi, Procuratore Federale F.I.G.C.
(Cori Dileggio Vittime Heysel)
A Freddy Thielemans, Borgomastro di Bruxelles
(Faretti
Meridiana Heysel)
A Crazeology, Blog Ju29ro.com (Articolo
Heysel)
Al Presidente Andrea Agnelli,
Juventus Fc
(Aggiornamenti
sul Luogo della Memoria)
A Stefano Cecchi, Giornalista "La
Nazione" di Firenze
(Articolo Heysel)
Alla Redazione di Ju29ro.com
(Articolo
Heysel)
Da Andrea Leonetti, Juventus Club
Andria
(Odio
contro gli Juventini)
Ad Armando Colotta, Tifoso Viola,
Firenze (Articolo
Heysel)
A Matteo Renzi, Sindaco di Firenze
(Targa
in Memoria Heysel allo Stadio)
Ad Andrea Agnelli, Presidente
Juventus Fc
(Rifiuti
sotto Lapide Heysel)
A Freddy Thielemans, Borgomastro di
Bruxelles
(Rifiuti sotto
Lapide Heysel)
Al Presidente Andrea Agnelli,
Juventus Fc
(Ringraziamento)
A Roberto Bettega, Vicedirettore
Generale Juventus Fc
(Sala della
Memoria Heysel)
A Jean Claude Blanc, Presidente
Juventus Fc (Sala
della Memoria Heysel)
Ad Andrea e Diego Della Valle,
Presidenti ACF Fiorentina
(Commemorazione
a Liverpool)
Ai Tifosi della Fiorentina, Città di
Firenze
(Gemellaggio
Tifoserie Fiorentina-Livepool)
Alla Curva Fiesole, Stadio "Franchi" di Firenze
(Gemellaggio
Tifoserie Fiorentina-Livepool)
A Wez Edwards, Tifoso Liverpool Fc
(Sala della
Memoria Liverpool)
To Liverpool Sportsmen
(Heysel e
Hillsborough: uniti dal dolore)
A Giovanni Cobolli Gigli, Presidente
Juventus Fc
(Sala della
Memoria Heysel)
Preg.mo Paolo Avanti,
ho letto il suo ottimo articolo
e ho avuto anche il piacere e l’onore di
conoscere di persona Mauro (Garino) in occasione
del 30° dell’Heysel a Torino. Uomo e tifoso
sensibile e perbene. Conosco il suo punto di
vista e apprezzo moltissimo quanto sta facendo
da tempo per tessere il dialogo incamminandosi
su questo crinale davvero impervio verso la
pace. Mi occupo, ormai, da molti anni di questa
tragica vicenda e avendo sfiorato da vicino la
sensibilità dei parenti delle vittime e
constatato il rancore ancora vivo nella
tifoseria bianconera, mi sento chiamato in causa
ad esprimere il mio pensiero su qualche
affermazione colta nei commenti dei lettori al
suo pezzo. L’ispirazione a sostegno delle mie
prossime parole è l’idea che mai ci potrà essere
pace fra gli uomini nella storia a discapito
della verità. Nel caso specifico quella della
strage di Bruxelles, fondata sulle migliaia di
testimonianze comuni, le inequivocabili immagini
degli audiovisivi di repertorio, ma soprattutto
sulle verità storico-processuali...
Premetto che anche io da
ragazzo ho follemente amato il Liverpool: era
persino la mia squadra di subbuteo ! Fino a quel
pomeriggio di morte… Premetto pure che è
impensabile prolungare l’odio fra le genti nei
secoli. Proprio la II guerra mondiale e la
recente unità europea dimostrano che un popolo
intero non deve pagare per sempre le colpe di
quanti lo governarono facendo dissennatamente
uso scientifico e ideologico della violenza,
della dittatura e della sopraffazione. Allo
stesso modo non concordo assolutamente, al di là
delle gravissime responsabilità di UEFA e
Belgio, sul concetto che quei tifosi "non
avessero l’intento di uccidere nessuno" e che si
possa risolvere i conflitti di colpa con le
affermazioni edulcorate di uno celebre scrittore
sulla consueta "pratica di invadere il settore
nemico molto in voga". Vorrei ricordare che i
reds avevano in serbo la vendetta per i fatti
accaduti dopo la finale di Roma nel maggio 1984
e premeditato un piano di aggressione, che prima
della partita saccheggiarono un cantiere
incustodito adiacente allo stadio armandosi di
tutto punto, che ci furono diversi sprangati e
accoltellati fra i feriti e che anche su una
delle vittime italiane l’autopsia rilevò un
profondo taglio di lama alla gola. Non si
faccia, dunque, passare lo spirito omicida di
un’avanguardia di assatanati "figli di puttana"
come una sorta di usanza goliardica, si offende
così la memoria delle vittime e dei loro
familiari, ritardando oltre il fisiologico
processo della riconciliazione.
A mio parere, la Kop
nell’aprile del 2005 compose la parola sbagliata
nel mosaico. A caratteri cubitali non
"amicizia", ma "perdono" avrebbe dovuto
scrivere. E’ vero che hanno "teso una mano", ma
avrebbero dovuto chinare prima il capo. Non sarà
mai la curva della Juve che potrà decidere sul
perdono. Non conta veramente la volontà degli
Ultras o dei tifosi comuni, ma soltanto quella
di chi perse i propri cari nel settore Z
dell’Heysel. A loro unicamente spetterà il
diritto di chiudere un cerchio pluridecennale
fra la vita e la morte. E lo farà soprattutto
quando dopo 33 anni smetteranno di leggere
ancora parole farneticanti da Liverpool, in
alcuni casi proprio dai calciatori dell’epoca,
sulle cause dei fatti drammatici di quella sera.
Quando i tempi del percorso pacificatorio
saranno maturi mi adeguerò serenamente alla
volontà istituzionale dell’"Associazione fra i
Familiari delle Vittime dell’Heysel", ma nel
frattempo, se da una parte giudico inutile
l’odio della mia tifoseria, dall’altra
smaschererò e condannerò in ogni ambito
l’ipocrisia di quanti in memoria delle vittime
dovrebbero soltanto inginocchiarsi e chiedere
perdono a chi ancora le piange.
Cordialmente, la ringrazio
e la saluto. Domenico Laudadio
Fonte: Saladellamemoriaheysel.it
©
8 ottobre 2017
Grazie
Caro Laudadio, grazie della
testimonianza. E grazie per il grande lavoro che
ha fatto in questi anni per ricordare le vittime
dell’Heysel.
Da parte mia nessuna
intenzione di sminuire quanto fecero quei tifosi
del Liverpool a Bruxelles né di nascondere
omertà e ambiguità che si sono registrate
dall’Inghilterra negli anni.
Mi piace, però, la
battaglia di Guarino proprio perché sono passati
tanti anni e come scrive lei "è impensabile
prolungare l’odio tra le genti nei secoli". E
perché mi disturba vedere impugnato l’Heysel da
ragazzini che nulla sanno a riguardo e che lo
utilizzano solo per far casino.
Detto questo, sono d’accordissimo
sul fatto che l’ultima parola spetta ai
familiari delle vittime. Grazie ancora.
Paolo Avanti
Fonte:
Inthebox.gazzetta.it ©
9 ottobre 2017
La Risposta di Andrea
Caro Laudadio, le rispondo perché ha
parlato del mio commento.
Prima di tutto lasci che
esprima il mio (ovvio) apprezzamento per quello
che lei, assieme ad altre persone altrettanto
ammirevoli, fa per tenere viva la memoria.
Alcuni punti del mio
commento sono in effetti rivedibili (ha ragione
lei, è sbagliato dire che non c’era l’intenzione
di uccidere, anche alla luce di quello che lei
documenta) e su altri forse mi sono fatto mal
interpretare. Mi pare ad esempio ovvio che il
senso del mio commento non volesse essere quello
di ridurre il tutto a una cosa "goliardica", ci
mancherebbe e insomma, se non fosse per il fatto
che non ci conosciamo, e che quindi non può
sapere quelli che sono i miei valori, me ne
potrei quasi dire offeso. In effetti quello che
diceva Hornby era parte di un discorso in cui
inseriva il tutto nel contesto (deprecabile,
ovviamente !) del movimento hooligan inglese
anni 80. Insomma, era anche il contesto ad
essere malato, è per questo che, idealmente, non
riesco a isolare le colpe (enormi) della
tifoseria del Liverpool dell’epoca. Per finire,
lungi da me poter anche solo immaginare di
mancare di rispetto alle vittime e ai loro
familiari, ripeto, forse mi sono espresso male
facendomi mal interpretare.
Sul resto concordo,
soprattutto sul punto in cui dice che sarebbe
stato più opportuno un mosaico con la parola
"perdono".
Ha ragione anche sul fatto
che l’ultima parola spetti ai familiari delle
vittime. L’unica cosa che mi sento di dire, ed è
una mia opinione, è che non credo che senza il
coro odio Liverpool prima di quello (bellissimo)
per le vittime dell’Heysel al 39esimo di ogni
partita chi ha perso la vita e i suoi cari
sarebbero onorati in modo minore, e il senso
ultimo del mio commento, alla fine, era questo:
secondo me il punto è anche scindere le colpe
della KOP dell’epoca e degli aggressori
dell’epoca dall’odio per la tifoseria del
Liverpool e per il Liverpool di adesso, e lo
dico.
Poi è anche vero che come
lei dice sono processi inevitabilmente
lunghissimi, e non contesto certo (anzi)
l’operato della curva di cui tra l’altro faccio
di fatto fisicamente parte, perché con
coreografie cori e altro svolge una parte molto
importante per il ricordo.
Grazie ancora per tutto
quello che fa, e buona giornata.
Andrea
Fonte:
Inthebox.gazzetta.it ©
10 ottobre 2017
Fotografia: GETTY IMAGES
© (Not
for Commercial Use)
Bruxelles
4.10.2017 - "In merito a quanto pubblicato dal
giornale Tuttosport e da voi segnalato, riguardo
alla mancanza di rispetto verso le vittime dello
stadio Heysel, vi invio volentieri alcune foto
scattate domenica scorsa al termine della
Belfius Bruxelles Marathon da me disputata e
dedicata alla memoria dei nostri tifosi deceduti
in occasione della maledetta finale. Mai
l'ignoranza e la superficialità di pochi
trogloditi supereranno l'affetto e la
sofferenza, ancora viva nei cuori dei veri
tifosi juventini. Sarebbe bello poter dare
risalto anche a chi nel più totale anonimato
compie gesti, a mio parere, degni di nota".
Paolo Simionato
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 4
ottobre 2017
Carissimo
Cristiano, il tuo nome
di battesimo rispetta perfettamente i sentimenti
di profonda umanità e sportività che hai
dimostrato in questo articolo e vorrei
ringraziarti personalmente per la lucidità con
la quale discerni fra il campo e la piazza.
Qualcuno ha suonato le campane, altri fatto i
fuochi di artificio mentre tu hai pensato
soltanto alla disgrazia sfiorata e al sangue che
ancora una volta ha sporcato le nostre maglie.
Sortilegio ? Casualità ? Pessima organizzazione
di certo. Mi occupo da tanti anni di Heysel e
questa volta mi è sembrato di vivere un nuovo
incubo. Assurdo. Il panico in comune ad entrambe
le storie, un’aggressione fisica e premeditata
nel primo caso, una presunta e figlia della
psicosi del nostro tempo nel secondo. Ti faccio
i complimenti per il pezzo, per come lo hai
scritto e perché conduce veritiero il tenore del
tuo essere tifoso sano e sapiente. La nostra
rivalità è il sale del calcio, ma sarebbe bello
poter tornare insieme fianco a fianco negli
stadi, senza rischiare l’incolumità. A Bruxelles
sono morti tre tifosi interisti. Loro malgrado
sono stati coperti pietosamente dalle nostre
bandiere. Sono cari al nostro cuore quanto i
feriti gravi di Piazza S. Carlo al tuo.
Ripartiamo da qui. Grazie veramente di cuore,
Cristiano. Sportivamente.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 5
giugno 2017
La Risposta di
Cristiano Carriero
Grazie
Domenico. Il tuo messaggio mi riempie di
orgoglio e di forza, e mi fa pensare che
qualcosa di bello, un po’ di umanità in questo
mondo (non solo in questo calcio) c’è ancora. Un
abbraccio forte.
Cristiano Carriero
Fonte:
ilneroelazzurro.com
©
6 giugno
2017
Buongiorno,
vorrei segnalarvi un passaggio
impreciso e pericolosamente fuorviante che non è
corrispondente ad alcuna verità storica e
processuale dei fatti accertata dalle
testimonianze, nell'articolo del vostro
redattore Luigi Magliano al link leggiamo
testualmente: "reazione della tifoseria
italiana".
Le conseguenze della fitta sassaiola
hanno prodotto da subito i primi dei 600 feriti
in Curva Z e il naturale arretramento della
folla terrorizzata. Ci può essere stato qualche
sparuto gesto di reazione (e vorrei vedere) ma
associare le parole "reazione" e "tifoseria"
presuppone una mentalità di gruppo... Ribadiamo
per l'ennesima volta: non si trattava di Ultras
e non erano soltanto italiani. Scrivere questo è
dare un nuovo appiglio alla ipocrisia di molti
inglesi che danno ancora oggi la colpa al
muretto crollato e in 30 anni non si sono mai
voluti prendere le loro responsabilità
sull'aggressione INFAME e PREMEDITATA anche di
vecchi, donne e bambini oltre ai tifosi pacifici
del settore invaso selvaggiamente.
Chiedo, a questo proposito, se non
fosse possibile la rettifica del testo, almeno
che la mia precisazione venga posta a commento
dell'articolo. Grazie.
Cordialmente.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
21 luglio 2015
La Risposta del
Direttore Responsabile
Gentile
Sig. Laudadio, innanzitutto, grazie mille per
aver letto il nostro articolo. Si tratta di una
tematica delicata, che il nostro giovane
redattore ha provato a coprire in modo adeguato.
Riteniamo la sua precisazione utile e di
fondamentale importanza. Provvederemo al più
presto a modificare quanto da lei specificato.
Continui a leggerci, se le va. Cordiali saluti.
Andrea Motta
(Direttore Voci di Sport)
Fonte:
Vocidisport.it
©
21 luglio 2015
Conclusioni finali e
saluto
Gent.mo
Direttore, nulla da eccepire sulla bontà del
pezzo di Magliano e della vostra testata web, la
seguirò con accresciuto interesse, vista la
sensibilità e la solerzia con la quale avete
accolto la mia segnalazione. Niente di personale
con l'autore ci mancherebbe ! Purtroppo come
dice giustamente lei è una tematica molto
"delicata" e ancora poco definita, proprio a
causa della mancanza di una memoria unica e
condivisa da tutti. Noi lavoreremo come
Associazione nel futuro proprio a questo scopo.
La ringrazio e la saluto molto cordialmente.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
21 luglio 2015
Ciao bianconeri di la Sala della Memoria
Heysel,
sono uno scrittore dalla Spagna che ha
scritto "Heysel" romanzo, basato su fatti reali
e con due personaggi veri della storia, sulla
tragedia del Heysel, attualmente solo in lingua
catalana. Speriamo presto in italiano. Forza
Juve ! Argomento "Heysel": Il 29 maggio 1985 si
è tenuto presso Stadio Heysel Park, Bruxelles il
calcio finale di Coppa Europa tra Juventus
Football Club di Torino e il Liverpool Football
Club. Due giovani, il Gary Cooper, un Liverpool
hooligan e Giuseppina Conti, una tifosa della
Juventus, presenti alla festa del calcio
europeo, ognuno con i sogni di vedere la sua
squadra campione d'Europa. Ma il sogno si
trasforma in un incubo. Niente sarà più lo
stesso dopo la fine del campionato. Questo
produrrà la fine dell'età dell'innocenza
nell'Unione Football Association (UEFA) e
cambiare la storia del calcio per sempre. Heysel
è la presunta violenza nello sport. E' basato su
una storia vera, con personaggi reali, mentre un
romanzo cronica installato e circa come si è
verificato un evento.
Un salutto.
Armand Company
Guiilem
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
1 marzo 2015
Risposta e approfondimento sull'opera
Gent.mo Armand Company Guiilem,
in occasione del trentennale di un
evento così tragico e doloroso matura
rigogliosamente il tempo della memoria, ma anche
quello degli affari. Io non mi permetto di
giudicare la qualità del suo lavoro che fra
l’altro non conosco, ma le esterno alcune mie
considerazioni, manipolando da tanto tempo una
materia così delicata per la quale è facile a
volte dimenticare di restare rispettosi al
proprio posto. Innanzitutto lei narra di un
"romanzo basato su fatti reali e con due
personaggi veri della storia". Nella trama di un
romanzo la libertà può manifestarsi pure nella
creatività, ma fino al punto in cui non si
citano i nomi reali di due persone che nulla
avrebbero mai avuto in comune fra loro prima
dell’Heysel. Lei conosce la vera storia di
Giuseppina Conti ? Ha mai contattato la sua
famiglia per chiedere almeno il permesso di
coinvolgerne la memoria in questo suo "romanzo"
? Ha idea di cosa significhi il rispetto per una
famiglia che nonostante siano trascorsi 30 anni
è ancora distrutta dalla sua tragica scomparsa ?
Mi auguro che almeno sappia trovare le risposte
a queste mie semplici domande. Credo siano più
importanti del successo che avrà il suo libro
che non ha in copertina o nel trailer alcun
riferimento alle immagini di quella sera e
sinceramente sembra incartare con un origami una
caramella avvelenata. Cordialmente.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
5 marzo 2015
Chiarimenti
dell'autore sulla genesi del libro
Gentile
Dominico Laudadio,
ho risposto a tutte le vostre
domande con il cuore. 1) Libro "Heysel" per
molti anni non aveva completato per qualsiasi
attività commerciale per il 30 anni é. L'editor
Casa editrice voleva rimuovere il libro ora sul
mercato. Non mi piace l'idea, perché il libro è
stato dedicato alle vittime, e perché tali
succesos non si
ripetano. Molti giovani da 20 anni in Spagna,
non sanno nulla della tragedia
dul Heysel. Il miglior antidoti alla
violenza combrate
conoscere la storia.
2) Si tratta di un romanzo basato su
fatti reali e le persone reali, sì, lo è.
Paraller due storie di
due giovani, niente a che fare con l'altro. È
vero, il libro e non conosciuti prima o mai. 3)
Chiedimi se ho avuto contatti con la famiglia
Conti almeno per chiedere il permesso di citare
la figlia Giuseppina Conti nella sua memoria
"romanzo" ? Sì, prima ho contattato Francesco, e
poi Antonio Conti. Ho chiesto loro il permesso,
ovviamente. In Antonio Conti gli ha chiesto
molte cose sulla sua figlia Giusy.
4) Riuscire in un libro del genere
di "Heysel" non è importante per me. La più
importante è il messaggio.
5) Agire come la mia buona fede, mi
piacerebbe inviare il mio libro, perché il
valore, non come un prodotto per rimuovere
beneficio personale. Odio la fama, e il denaro
non è tutto nella vita. Ho anche perso per
sempre una bambina, a causa di problemi di
salute. Un abbraccio.
(Notta: I dimenticando qualcosa. Copertina e il
trailer non sono il mio lavoro. La storia che ho
scritto solo. Temi come copertina nel trailer
sono soggetti della casa editrice. Se io sono
onesto, gli unici vantaggi economici reali che
porta questa storia è l'editor).
Armand
Company Guiilem
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
5 marzo 2015
Scuse e apertura al dialogo e all'amicizia
Gent.mo
Armand,
perdonami per la durezza delle
parole con le quali mi sono rivolto a te, ma
purtroppo alcune volte le persone usano questa
tragedia umana per secondi fini con il pretesto
della memoria. La sincerità e la serenità che
giungono dalla tua lettera, nonostante le
difficoltà della lingua, mi tranquillizzano su
questo aspetto e penso da quello che hai scritto
su tua figlia che purtroppo anche tu hai
assaggiato il calice amaro del dolore.
Aver chiesto alla Famiglia Conti il
permesso di menzionare Giuseppina ti fa davvero
grande onore. In virtù di questo io penso che la
tua opera meriti il giusto riconoscimento e gli
competa di essere inserita in questo museo
virtuale nello spazio della Bibliografia
ufficiale dell’Heysel. Sarebbe molto bello
incontrarti in occasione del trentennale in
Italia, pensaci.
Intanto grazie per la Memoria e per
l’Arte.
Un abbraccio forte.
Domenico
Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
6 marzo
2015
Rassicurazioni e
saluti
Gentile
Dominico Laudadio,
non è necessario perché chiedere
scusa per la lettera. Capisco le tue ragioni per
la tua prima lettera ed è che ci sono persone
nel mondo con anima cattiva. Vorrei tanto andare
in Italia per rendere omaggio alle vittime e 30
anni dopo. Cercherò di andare per l'Italia. Un
abraccio forta.
Armand Company Guiilem
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 6
marzo 2015
Gent.mo
Christian Raimo,
desidero esternarle sinceramente il
mio punto di vista e le mie sensazioni a
riguardo del terzo punto da lei enunciato fra le
profonde motivazioni del rinnegamento della sua
fede juventina nell’articolo di
Internazionale.it con riferimento
alla tragedia dell’Heysel.
Se proprio di "scena" lei parla, con
tanto di video allegato al suo pezzo, ancora per
l’ennesima volta davanti a quei morti e al
dolore non lenito dei loro familiari utilizziamo
la provincialistica
ribalta del nostro piccolo tornaconto e
anteponiamo alla memoria dei caduti il senso
ultimo di quel trofeo. Le spiego meglio. Capita
nei baretti di provincia, a me è successo
persino nell’anticamera del mio dentista, di
ascoltare peana dileggianti l’etica bianconera
su quella Coppa per cui senza dubbio è facile
stracciarsi le vesti come i farisei nel tempio,
ma ignorando, da qualunque punto di osservazione
interessato o disincantato dei fatti che il
sangue di cui è colma non è proprietà di
nessuno, né della Juventus Football Club, come
ebbe a dire tuonando Otello
Lorentini, Presidente dell’Associazione
tra i familiari delle vittime dell’Heysel, né
tanto meno di chi ne faccia un uso improprio per
becero e malevolo antagonismo o per spicciolo
moralismo. Dicesi " heyselismo",
come da qualche parte ho letto, il nuovo conio
di un neologismo di chi malignamente si
arrampica sui quei morti pur di denigrare e
sminuire il valore sportivo dell’odiata
avversaria. Il penoso rischio davanti a quelle
vittime è che si rischia tutti quanti di
steccare nel coro della cattedrale. Sarebbe più
consono un religioso silenzio per nutrirne il
rispetto e la memoria nelle date e nelle sedi
opportune.
Anche lei come altri, non ha speso
mezza parola per loro, concentrandosi sul valore
sportivo di quella coppa. Lei pensi che a
Bruxelles bandiere juventine hanno mestamente
ricoperto tre interisti. Sono caduti per
l’amicizia che li legava a compagni di viaggio
di un’altra fede. Perché il calcio, vede, a
qualunque latitudine geografica è amore. Lo
abbiamo sputtanato anche noi, non solo Moggi e
il farmacista.
Il fanciullino che le vive dentro è
rimasto a letto da quando ha saputo dei morti...
Prendiamone atto, ma io penso che alla nazione
potrebbe tornare molto più utile come
insegnamento etico ricordare più quel ragazzino
che si è addormentato a Bruxelles abbracciato a
suo padre sulle gradinate di uno stadio di merda
e che nel letto di casa a Cagliari non ci ha mai
più dormito.
Il problema, caro Raimo, qualche
volta è scriverlo.
Con rispetto.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it © 26 novembre 2014
La firma di
Francesco Caremani
@
Nessuna Risposta
di Christian Raimo alla Lettera
Preg.mo
"Il Ciuccio",
non vorrei scomodare Esopo
nell’esordio, ma trovo molta similitudine fra
l’insegnamento del suo scritto e la morale di
una favola dove per una volta, ma non sarà la
prima, né l’ultima, persino un asino insegna
l’etica agli esseri umani. Quanto letto nel suo
pezzo dovrebbe bastare per ripristinare quei
naturali confini del bene e del male, dello
sfottò e dell’odio, ma purtroppo non basta più e
forse mai sarà veramente sufficiente a colmare
le notorie abiette distanze fra alcune
tifoserie.
Leggevo con sincera ammirazione e
compiacimento il suo articolo, proprio mentre il
pullman della Juventus, scortato dalla polizia,
si era imbucato al centro di una gigantesca
omelette, profumato dagli incensi canonici dei
fumogeni da stadio. Peccato davvero nel rituale
stagionale e tradizionale di accoglienza per
quel ragliare in coro sui morti di Bruxelles che
vanificava l’encomiabile eloquio del suo verbo
amabile e saggio. Certamente li aveva previsti
anche lei, erano già nell’aria annunciati, dati
quei somari della peggior specie che
all’anagrafe rispondono addirittura a un nome e
un cognome, ma purtroppo mai per la legge che
dovrebbe punirli.
Non proprio asinelli, quindi,
intelligenti e del mestiere come lei, nascosto
bene dietro il segreto della redazione e di un
alias dimesso. E non pensi di essere così
originale in questo, perché in via San Gregorio
Armeno ne troverà moltissimi altri di ottima
fattura e buona volontà come lei a riscaldare il
corpicino infreddolito di un cristo bambino.
Umilmente e dolcemente a dimostrazione, quando
il creato si capovolge, che le bestie sono
meglio degli uomini nella storia in cui tramano
una nuova strage degli innocenti.
Eh, già… Erode è sempre fra noi,
caro mio Ciuccio… E davanti alla morte di un
povero bambino non vi troverò mai giustizia, né
rassegnazione. E visto che lo ha rievocato
proprio lei, anche se a me costa sempre molto
abusarne della memoria, Andrea non è poi così
lontano, mi creda… Probabilmente stasera sarà al
San Paolo dopo aver affrontato un viaggio da
incubo, impaurito da uno sguardo di traverso al
casello o alla stazione, orfano della sua
sciarpa bianconera strappatagli con violenza ed
uno sputo e se gli va bene un calcio in culo a
suo padre, bersagliato da piscio e merda in una
pentecoste di livore, nel suo settore di ospite
pagante e indesiderato. Perché,
vede, nobile Ciuccio, Andrea siamo noi… E’
proprio mio figlio che a scuola ogni lunedì
mattina si sente dare del ladro per un rigore
negato, una rimessa laterale invertita o una di
quelle "scemenze" che scriveva lei, magari
proprio dal primogenito di chi possiede un SUV e
la barca, ma non ha mai pagato le tasse.
Andrea
che non indosserebbe mai quella maglia destinata
a chi non salta perché è bianconero e che
confonde il tifo con il razzismo trasmettendo
per celia un dogma d’intolleranza subdola e
strisciante. Io, invece, mi sforzerò sempre di
non confondere tra loro le cose e, nonostante
tutto, confesso che amo Napoli, ho grande
simpatia per i Napoletani, ma quelli con la
lettera maiuscola, da cui nascono gli Eduardo e
i Troisi... Per me il Vesuvio è bellissimo nelle
cartoline o sugli striscioni spento e chi ne
invoca un prossimo risveglio, se non per burla,
è un emerito coglione. Il calcio è fatto sin
dalle origini di sane pedate: si danno e si
prendono e diamocele, tranquillamente, pure di
santa ragione… Ma intorno al pallone ci sono
tanti loschi figuri che vi lucrano il pizzo
tutti i santi giorni, riempiendoci di menate e
spargendo sale sulle ferite e aspidi sui sedili
della giostra…
Saltate, dunque, dove, quando e
quanto volete per l’orgoglio di non aver scelto
i nostri colori, ma trovando sempre un modo e
l’occasione quando è l’ora di smetterla. Per
esempio, davanti ai morti… Il silenzio è già
onore. Io penso che Andrea Casula avesse in
serbo un altro grande sogno oltre quello di
emulare Gigi Riva: crescere in un mondo diverso.
Lo abbiamo tradito sugli spalti e sul campo,
nelle redazioni dei giornali, davanti ad un
microfono o al taccuino di un cronista. Magari
una sera, un pomeriggio, capiterà che il povero
Andrea morirà ancora una volta corpo e anima in
uno stadio e la carne insanguinata della zebra
farà persino compassione alle fiere immonde che
l’hanno sbranata dando la colpa al muro crollato
ed agli ipocriti avventori del safari. Occhio…
Accanto al suo magistrale pezzo
nella colonna affianco ho letto che la Juve è
uguale alla merda. Dal vostro punto di vista ci
potrebbe anche stare, per carità, non amo il
fariseismo e questo gergo è talmente in voga...
Potrei anche contraccambiare sostituendo il
soggetto, volendo, ma resterebbe ecumenicamente
la stessa puzza. Andrea, molto probabilmente, vi
suggerirebbe di scrivere soltanto Forza Napoli.
Nessuno in quel caso si sentirebbe offeso. A
volte basta veramente molto poco per
ricominciare a camminare insieme oppure a due
passi da noi è il baratro e poi non si potrà
tornare mai più indietro. Pensiamoci.
Con profonda stima.
Domenico
Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it © 30 marzo 2014
@
Nessuna Risposta
Ufficiale da "Il Ciuccio" alla Lettera
(Lettera aperta a Franco Ossola, figlio del
grande calciatore del Torino caduto a Superga,
in risposta al suo articolo in marcato dissenso sulla Mostra
Heysel-Superga organizzata nel Museo del Grande
Torino a Grugliasco)
Gentilissimo Sig. Franco Ossola,
ho scelto di risponderle qui da casa mia,
prima di ricevere generosa e cortese ospitalità
nelle stanze del museo dove è onorata anche la
memoria del grande campione che è stato suo
padre, in una squadra indimenticabile, cara a
tutti e vanto di una nazione ferita in ripresa
dall’apocalisse di una guerra mondiale.
Dalla sua premessa la morte metterebbe da
subito a tacere qualunque obiezione di merito
perché, così come scrive molto bene nel suo
articolo, al suo cospetto "non ci sono parole
che tengano e si è tutti affratellati ed uniti".
Di seguito, però, le è sfuggita un poco la mano
insieme al garbo ed alla ragione e dalla sua
penna son partiti gli schizzi di un tono altero
anche nei confronti di chi, al di là delle
"dinamiche" differenti e del tempo trascorso, ha
pianto nella disgrazia i suoi cari per una
partita di pallone, altrettanto come lei e la
sua famiglia.
Al fine di sostenere il suo educato dissenso
per una mostra che "oserebbe accomunare gli eroi
invincibili di Superga" ai poveri cristi
dell’Heysel, dimenticati purtroppo da tutti,
espone a contrasto "le imprese memorabili" del
Grande Torino alle "volgari brutalità" di
Bruxelles, "un destino epico" alla "becera
assurdità della violenza umana". Dunque crea una
scala di valori nella quale i morti non sono
tutti uguali, ma educano soltanto quelli che
scrissero "le imprese memorabili sul campo",
tali da meritare un onorevole ricordo solenne.
Profondamente, me ne dolgo... E non è certamente
una questione di pietismo, né di "pietas", un
sentimento ormai in estinzione, svuotato dei
valori nobili, poco più d’ una parola tronfia da
tirare fuori nei salotti importanti…
Qui stiamo parlando di morti ammazzati per
una partita di pallone, tornati a casa in una
bara, proprio come suo padre, e se per lei è
giusto creare aristocrazie meritorie fra i morti
per il calcio o del calcio, penso che
contribuirà anche lei ad avallare il pregiudizio
e il tornaconto infame di quei tifosi che in
nome della propria bandiera già al prossimo
derby mancheranno di rispetto alla memoria di
suo padre ed a quella dei 39 caduti di
Bruxelles.
Caro Sig. Franco, la Memoria non è fatta a
scale, scenda giù fra noi comuni mortali e venga
domenica 16 febbraio all’inaugurazione della
nostra mostra provando a guardare in faccia chi
a Bruxelles ha perso tutto… Glielo dica negli
occhi che "non è giusto confondere le cose" e
che "sono due esperienze da non affratellare"…
Perché, vede, per loro ognuno dei propri cari
rappresentava una leggenda…
Qualcuno disse, scrive, che siamo cugini. Si
sbaglia, di grosso, perché l’umanità ha un solo
grado di parentela, siamo tutti fratelli.
Si adegui.
Cordialmente.
Domenico Laudadio
Fonte: Saladellamemoriaheysel.it
© 9 febbraio 2014
La Risposta di
Franco Ossola
Cortese signor
Laudadio,
ricevo, tramite la
redazione di Toro.it, la sua lettera.
Come sempre, quando ci
si esprime in merito a qualcosa, qualunque sia
il tema, ci si espone - ma è giusto che sia così
- alle opinioni altrui nel bene e nel male.
E ciò, ovviamente,
tanto più accade quanto più il tema affrontato
si presenta arduo.
Non sono mai salito da
nessuna parte, né su alcun piedistallo come lei
crede che abbia fatto e non credo né di essere
protervo né tanto meno altero, come lei mi
giudica.
Comprendo appieno la
sofferenza e il dolore ingiusto di coloro che
hanno patito il terribile lutto dell’Heysel. Chi
ci passa lo sa e non può, su questo piano, che
condividere.
Non mi sono detto
favorevole all’iniziativa perché ho avvertito
dentro di me, forse per negligenza o ottusità,
una sorta di stridore, una difficoltà a vincere
un’inerzia forte che non mi ha consentito di
rappacificare dentro di me questa situazione,
questo accostamento.
Ritengo che ognuno di
noi abbia una propria sensibilità che, al di là
di ragionamenti e parole, suggerisce, sussurra
modi di essere e atteggiamenti. Credo che il
tutto si riconduca alla fine a questo, senza
pregiudizi o mala fede, così.
Né, d’altra parte, mi
sento assolutamente solo in questa sensazione.
Apprezzo quanto lei fa per la giusta causa
dell’Heysel, per tener vivo un ricordo che non
deve mai affievolirsi e per tutto il resto (cosa
che io cerco di fare da anni in merito al Grande
Torino).
La ringrazio inoltre
per la mano tesa e l’invito.
Abbia il mio più vivo
apprezzamento e un caloroso, sincero saluto.
Con stima.
Franco Ossola (Figlio
del calciatore del Grande Torino, caduto a
Superga il 4.05.1949)
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 11 febbraio 2014
Replica a Franco Ossola e saluto
Preg.mo Franco Ossola,
la ringrazio veramente di cuore per la
risposta e soprattutto per la sincerità con la
quale ha voluto trasferirmi le sue sensazioni,
ammettendone sinceramente persino i limiti.
Comprendo benissimo il suo pensiero su certe
dinamiche profondamente differenti che
distinsero durante e dopo le vicende di questi
due lutti, ma allo stesso tempo manifestandone
conseguenze irrimediabilmente e crudelmente
lesive per tutti.
Mi auguro possa superare nel tempo la
distanza di qualunque remora a riguardo,
affinché il dolore davvero ci renda tutti uomini
migliori. E non mi sento affatto immune neanche
io, mi creda, da questa severa lezione della
storia e della vita, essendo rimasto orfano di
madre in giovane età.
In verità, sono molteplici i colori del
calcio a sedurre le nostre emozioni, ma una sola
è la Memoria davanti alla quale inchinare tutte
le nostre bandiere e i nostri trofei.
Allora camminiamo insieme, in nome della
verità e per amore dei nostri cari.
Una calorosa stretta di mano.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 11 febbraio 2014
@
Nessuna Risposta
Ufficiale del Borgomastro alla Lettera
A l'attention: Freddy
Thielemans Bourgmestre de la Ville de Bruxelles
e.p.c. Dott. Andrea Agnelli
Président Juventus Football Club
On. Antonio Tajani
Vice-président Commission européenne
Bonjour à vous Mr.
Thielemans, nous avons appris de
sources journalistique près de la Mairie de
Bruxelles que prochainement le stade "Roi
Badouin" , auparavant "Heysel" va étre
completement detruit et que est votre intention
de construire tout près dans le voisinage un
nouveau stade en vue de la candidature du
Belgique pour l'organisations des jeux Euro
2020.
En quant nous concerne,
sincerement on est vraiment très inqiuetes à ce
sujet vue que pour la rèalisations doivent
disparaitre ces lieux sacres de la memoires des
39 citoyennes d'Europe, la plus part italiens et
Juventins, trop de sang verser innocentement, un
martyre absurde et inadmissible, du quelle sont
rester seulement la Méridienne et la plaque
commemorative et rien de plus, meme pas une
pierre. Cette tragedie aussi cruel
resteras toujours écrite non seulement dans les
documents de repertoire, mais surtout dans notre
coeur, nos sentiments.
Aux noms des tous les
souporteurs de Juventus, que nous avons
l'honneur de rapresenter, on vous prie en tant
que Maire de la Capitale de prendre sa tache au
coeur et faire si que à la fin des travaux notre
Memoire ne soit encore une fois piétiner,
éventuelement preserver dignement ces lieux
cheres à nous. Certes de votre sensibilité
et disponibilité envers nous on attend avec
confiance votre reponse positive.
Merçi beaucoup. Bien à vous.
(NdR:
t esto della Petizione Popolare del 2013
"Non abbattete il Monumento alla Memoria delle
Vittime dell'Heysel")
11 juin 2013
Andrea Lorentini (Journaliste
et fils de Roberto Lorentini, Heysel victime)
Andrea Landini (Fils
de Giovacchino Landini, victime Heysel)
Carla Gonnelli (Fille de
Giancarlo Gonnelli victime Heysel)
Anna Passino (Mère d'Andrea
et épouse de Giovanni Casùla, victimes du
Heysel)
Emanuela Casùla (Sœur
d'Andrea et fille de Giovanni Casùla, victimes
du Heysel)
Fam. Zavaroni (Famille
Claudio Zavaroni, victime Heysel)
Domenico Laudadio (Créateur et Gardien www.saladellamemoriaheysel.it)
Annamaria Licata (Porte -
parole du Comité et Membre "Pour ne Jamais
Oublier Heysel" de Reggio Emilia)
Beppe Franzo - "Via
Filadelfia 88"
Raphael De Santis - Président
association de défense des victimes française
Tuttojuve.com - Network web
(www.tuttojuve.com)
Nicola de Bonis - Speaker
radio
RadioJuveweb - Webradio
Calcioblog.it - Magazine
Vecchiasignora.com - 90.000
membres du forum
Emilio Targia - Rédacteur
Radio Radicale, survivant, et auteur du livre
"Heysel, 29/5/1985, prove di memoria"
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it © 11 giugno 2013
@
La Risposta
Ufficiale della Città di Bruxelles
Lettera aperta a Stefano Pioli, valente
allenatore del Bologna Football Club, ex
calciatore della Juventus dal 1984 al 1987)
Gentilissimo Mister Stefano Pioli, sabato sera in diretta televisiva ho visto
pronunciare più volte dal suo labiale, risentito
e stizzito, la parola "rispetto", recriminando
per le scene di esultanza di Antonio Conte, a
suo dire "esagerata" per la vittoria al
Dall’Ara, probabilmente decisiva in chiave
scudetto.
Comprendo, data la sua consueta signorilità,
fosse anche questo suo polemico disagio crusca
nella medesima farina, propriamente detta
"trance agonistica", quanto lo sfogo liberatorio
di felicità dell’allenatore bianconero. Fatti di
campo, propri del calcio, in cui si vince e si
perde, in cui si esulta e si impreca, a torto,
od a ragione, alla sorte, all’arbitro, agli
avversari. E’ da sempre così, nel suo campionato
di massima serie come in quello dei pulcini dove
gioca mio figlio.
Lei ha certamente ragione: "ci vuole più
rispetto", ma non mi sto riferendo affatto alla
notoria gestualità impetuosa ed ormonale da
gladiatore di Antonio Conte, bersagliato, fra
l’altro, sistematicamente, in trasferta dagli
insulti beceri del pubblico delle tribune o per
la strada, protetto, come il resto della sua
squadra, soltanto dal vetro di un pullman dal
lancio di artiglieria pesante dell’odio di
abusivi del genere umano.
Mi riferisco, invece, a quello striscione di
"benvenuto" esibito provocatoriamente alla
tifoseria juventina dalla curva del Bologna,
glorioso e storico club di una meravigliosa,
nobile e libera città, simbolo nazionale dal 2
agosto 1980 del martirio in una strage
d’innocenti di cui tutti in Italia ancora siamo
assetati di giustizia.
"Juventino bianconero il tuo posto è al
cimitero", citava laconico il motto sul lenzuolo
in bella mostra. Purtroppo, niente di nuovo
sotto il sole, anzi, i riflettori… Sembrano
oramai tutti uguali questi aforismi privi di
autore e di onore, imparentati alla lontana da
una rima forzata all’italiano, ma più che altro
ispirati dal grugnire di bestie. Puntualmente si
annovera l’ennesimo impunito sfregio alla
memoria di quei cari poveri cristi. Ci fosse
morto uno importante, qualcuno dal cognome
eccellente, in quello stadio di merda, forse,
sì, probabilmente, in questi ultimi 28 anni
sarebbe partita una denuncia, qualche partita
giocata a porte chiuse, qualcuno avrebbe passato
molte domeniche al riformatorio od in questura.
Ma, evidentemente, il "rispetto" per quelle vite
innocenti falciate barbaramente in 39 mucchi di
pelle e di ossa da sorella morte, in verità, per
i nostri padroni e giudici dello sport vale meno
che niente.
Anche lei, mister, era da calciatore della
Juventus allo stadio Heysel quel maledetto
pomeriggio di maggio. Ed anche lei esultò al
termine di quella partita. Diciamolo, con parole
a lei familiari, dato il contesto, assolutamente
in modo "esagerato". Ci sarebbe voluto più
rispetto, ma lo fece addirittura anche il suo
capitano Gaetano. Lei, come tutti i suoi
compagni, che "sapeva e non sapeva". Facemmo
certamente di peggio noi, esultando in centinaia
nelle città della penisola, sciaguratamente, e
senza una sola delle vostre attenuanti. Una
vergogna infinita su cui stendere un sudario per
tutto lo stivale, da Aosta a Lampedusa.
Non era mio scopo intraprendere una predica,
gentile mister Stefano, abbiamo quasi la stessa
età… Anzi approfitto per farle i miei più
sinceri auguri per una luminosa carriera di
allenatore. La stoffa, il talento, ci sono, si
vede, ed a parte il marchio di sangue di quella
serata infausta, probabilmente proprio la maglia
che indossava sarà stata in quei trascorsi una
scuola di umiltà e di tenacia ed in buona
sostanza formativa di quell’etica olimpica che
invoca legittimamente dagli altri.
Però, anche Antonio Conte ha ragione a dirle
che "l’esultanza è bella"… Tre anni a Torino,
forse, non ricorda già più niente e vuole
rinnegare anche la mimica di una gioia per una
vittoria così importante ? Rispetto, sì, certo,
tanto rispetto, per lei, per tutti, per i
vincitori gaudenti e per i vinti, ma a Bologna
questa volta si poteva veramente esultare alla
grande. I morti profanati c’erano soltanto sullo
striscione.
Sportivamente...
Domenico Laudadio
Fonte:
Giulemanidallajuve.com
© 19
marzo 2013
@
Nessuna Risposta
Ufficiale di Stefano Pioli alla Lettera
Oggetto: Alla cortese
attenzione di Domenico Laudadio
Custode e ideatore
www.saladellamemoriaheysel.it
Carissimo Domenico,
ho appena ultimato un
pensiero rivolto agli angeli dell’Heysel… E ora
mi rivolgo a te.
Di quella immane tragedia
umana ne ho sempre sentito parlare velatamente.
Il giorno della tragedia ero sotto le armi per
il servizio militare (allora obbligatorio). Ero
in Fanteria a Fossano e quella sera ero pure di
guardia. Non vidi nulla e sentii anche poco.
Oggi, a distanza di molti anni, grazie al tuo
meraviglioso sito curato con grande passione e
amore, ho potuto approfondire nel migliore dei
modi tutti i risvolti umani di quella drammatica
vicenda. Ti ringrazio per questa opportunità.
Spero sia di utilità per tanti e soprattutto per
i giovani. Spero lo sia anche per i tifosi più
accesi (di tutte le bandiere), che spesso
(ahimè) offendono le memorie tragiche altrui. Da alcuni anni ho l’onore e
il piacere di dirigere il Museo del Grande
Torino. Mi sono avvicinato a questo impegno di
memoria una quindicina d’anni fa, dopo aver
conosciuto Domenico Beccaria, Presidente
dell’Associazione Memoria Storica Granata e,
soprattutto, fraterno amico. Con lui e altri
amici ho intrapreso un cammino umano
meraviglioso. Oggi il nostro museo ha dieci anni
di vita ed è un museo atipico, perché gestito in
forma totalmente volontaria (nemmeno rimborsi
spese). Abbiamo fatto tutto da soli, sostenuti
unicamente da una incrollabile fede e amore
verso la nostra storia (spesso dura e
difficile). Torino Città e il Torino Calcio sono
stati praticamente indifferenti al nostro
operato. Non per nulla il nostro Museo si trova
a Grugliasco, visto che l’allora sindaco
Chiamparino (granata doc dichiarato….) non ci
trovò dopo le Olimpiadi del 2006 uno spazio
alternativo allo sfratto di Superga (altra
vergogna).
In questi dieci anni
abbiamo avuto il piacere di avere in visita il
nostro illustre presidente solo una volta, due
anni fa. Incredibile ma è così. Te ne sarai
accorto bene anche tu quanto è difficile far
emergere e valorizzare il valore della memoria…
Ma noi non abbiamo mai mollato e oggi il Museo è
la nostra isola felice. Detto questo, dopo aver
dedicato alcune ore al tuo sito, sento la
necessità di ricordare gli Angeli dell’Heysel
anche nel nostro Museo. Attualmente il nostro
spazio espositivo è davvero esiguo. Siamo su una
superficie museale di circa 700 metri quadri e
sono tutti ormai strapieni di documenti e
reperti. Non mi rimane, quindi, molto margine
operativo ma qualcosa mi riprometto di fare.
Contaci. Inoltre abbiamo all’orizzonte delle
prospettive museali davvero importanti. Avrai
sentito parlare anche tu della benedetta area
dismessa del Filadelfia (lo stadio del Grande
Torino demolito nel 1997, altra ennesima
vergogna della città). Finalmente sembra
concretizzarsi un suo recupero urbanistico e sta
prendendo corpo l’idea di realizzarci, tra le
altre cose, un’area importante come sede
museale. Se così sarà noi ci trasferiremo
all’area Filadelfia su una superficie di alcune
migliaia di metri quadri. Oggi è solo un sogno
ma siamo fiduciosi. Se questo sogno si avvererà
e se avrò ancora il piacere e l’onore di poterlo
dirigere sotto l’aspetto espositivo allora ti
prometto che il ricordo per gli angeli
dell’Heysel sarà ancora più significativo.
Nella speranza che questo
sogno diventi realtà inizio a concentrarmi su
quello che è oggi il nostro Museo. Preparerò un
ricordo e poi ti scriverò. Ne parlerò con
Mecu
(Domenico Beccaria) e sicuramente avrò il suo
appoggio totale. A riguardo la pensiamo allo
stesso modo. Vorrei poterlo esporre per il 4
maggio, anniversario di Superga, oppure per il
25 maggio (cade sempre di sabato).
Sarà un bel ricordo e,
soprattutto, un messaggio di fratellanza. Ne abbiamo tutti bisogno.
Un sportivo e fraterno
abbraccio. Lainate, 16 gennaio 2013
Giampaolo Muliari
( Direttore Museo del Grande
Torino e della Leggenda Granata)
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 16
gennaio 2013
La Risposta alla
Lettera di Giampaolo Muliari
Carissimo Giampaolo,
avverto intimamente nelle
tue parole il brivido della sincerità. E’ una
lettera dedicata a me, ma, in fondo, estensibile
a tutta la comunità bianconera e certamente
rappresenta una delle maggiori gratificazioni
che abbia mai ricevuto da quando mi occupo della
memoria dell’Heysel. Quando ti accorgi che il
rispetto per la tragedia altrui scavalca con
disinvoltura le mura dell’indifferenza, le
nebbie dell’oblio o gli steccati delle fedi
calcistiche, allora, vuol dire che esiste
davvero nello sport un Amore più grande di tutto
e di tutti che non distingue più fra i colori
delle bandiere, le inimicizie insanabili, le
cicatrici degli scontri fra ultras, i titoli
asserviti dei giornali, le squallide
contraddizioni della giustizia sportiva, la
politica e l’economia che inquinano i valori
sani del football.
Un uomo innamorato che non
rispetta l’amore degli altri, in realtà, non è
degno di amare neanche se stesso. Su quella
collina di Superga e nella famigerata curva
sbriciolata del settore Z dello stadio Heysel è
sgorgato lo stesso sangue. Famiglie straziate
dal dolore hanno ricevuto le medesime privazioni
e umiliazioni nell’incolmabile vuoto di
interminabili silenzi. Hanno pulito ed
accarezzato lapidi, celebrato anniversari con
lacrime e fiori freschi, dignitosamente, lontane
da riflettori e rotocalchi, tramandando la
tragica memoria a figli e nipoti. Veder insozzare tutto
questo immenso dolore con ignobili e crudeli
scritte sui muri, da luridi striscioni negli
stadi, nelle, oramai note, canzoncine di infami
che si professano tifosi, è una vergogna
impunita che si estende da una curva all’altra,
di comune in comune, in un rosario di odio che
genera soltanto altro odio.
Hai definito il vostro
glorioso museo "un’isola felice"… Sai,
Giampaolo, io ho sempre pensato che ogni uomo è
un’isola, ma poiché la terra, il mare,
fortunatamente si muovono, alcune distanze si
possono abbreviare miracolosamente. Quello che
ti propongo è un altro tuo bellissimo disegno da
incorniciare per la data del 29 maggio nel
vostro museo di Grugliasco, sotto al quale si
possano portare fiori. Il soggetto ? Le due
tragedie di Superga e dell’Heysel mischiate in
una grande nuvola, così che i nostri martiri
possano apparire assieme, come lo sono ora, nel
cielo. Un piccolo segno semplice di fratellanza
in un quadro. Io auguro, sportivamente,
al Toro di ricalcare di nuovo il "sacro suolo"
del Filadelfia, di rimuovere quei ruderi dentro
e fuori il campo, di ritornare presto
l’avversaria alla pari degli anni ‘70, quando lo
scudetto era soltanto roba della Mole…
Assolutamente, le nostre squadre non potranno e
non dovranno mai essere amiche sul campo, ci
mancherebbe... Anzi, non tollerando le
ipocrisie, mi auguro tanto continuino a darsele
di santa ragione, nei limiti della correttezza,
ad ogni derby ed i nostri tifosi a sfottersi,
nei limiti dell’educazione...
Invece, in cielo, i nostri
caduti inseparabili e fratelli, lo sono già per
l'eternità. Onoriamoli degnamente,
insieme.
Grazie.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 17 gennaio 2013
Preg.mo Sindaco,
nelle ultime settimane ho
ricevuto numerose segnalazioni e fotografie
riguardanti il presunto** gesto spregevole
consumato dal consigliere comunale (omissis) ai
piedi della targa in memoria dei martiri dello
stadio Heysel presso Anfield Road a Liverpool.
Leggendo articoli di repertorio sulla sua
attività politica e civile parrebbe trattarsi di
un nocchiero scafato in queste provocazioni al
limite estremo fra la decenza e la brutalità.
Le scrivo perché non
riuscivo più a sottacere la rabbia ed il
disprezzo innanzi all’ ennesimo infame
vilipendio della memoria di quelle vittime
innocenti e per esprimerle non soltanto i
sentimenti del mio profondo sdegno, ma anche la
ferma condanna e la sete di giustizia della
comunità sportiva bianconera. Credo, che assieme
ai familiari dei caduti siano state offese
gravemente anche la cittadinanza e la tifoseria
udinese, del tutto estranee a questa tronfia e
vile bravata.
Lascio a lei di trarre le
dovute considerazioni sul caso, gli accertamenti
ed eventuali azioni disciplinari conseguenti ad
eventuali responsabilità effettivamente appurate
dagli organi inquirenti. Il materiale che mi è
pervenuto dalle testimonianze sottoscritte
resterà a loro completa disposizione.
Per quanto lo riguarda,
ammesso ne sia provata la colpevolezza, ma
sembrerebbe verosimilmente acclarata, il
personaggio si commenta benissimo da solo e
qualunque altra parola in aggiunta
rappresenterebbe un tributo che normalmente si
riserva alla creatività di una intelligenza
superiore.
Con i miei migliori e più
sinceri auguri per la città di Udine e per il
suo mandato la saluto e la ringrazio vivamente
per la cortese attenzione. Cordialmente.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 18 ottobre 2012
La versione del
consigliere comunale
"Nessun intento polemico o
irriguardoso da parte mia. Io indicavo la targa
con il dito indice, può darsi che qualcuno abbia
inviato ai giornali un fotomontaggio. C’è gente,
su Twitter e su Facebook, che mi insulta e mi
attacca continuamente. Io ho risposto loro
minacciandoli di querela, mi stanno facendo la
guerra e risponderò in ogni sede. Ho solamente
indicato quella targa che ho trovato dopo aver
fatto tutto il giro dello stadio di Liverpool.
Non avevo alcun intento offensivo sui morti
dell’Heysel, ci mancherebbe. Sono uno che segue
il calcio da oltre 30 anni, avrei potuto
trovarmi in mezzo anch’io a drammi del genere".
Fonte:
Messaggeroveneto.gelocal.it
© 7 ottobre 2012
Miserie dell'uomo e un dubbio
Fotomontaggio
oppure due pose distinte ? La vicenda fra accuse
e smentite non è mai stata definitivamente
chiarita, lasciando irrisolti tanti dubbi in un
senso e nell'altro, ma certamente monta ancora
la rabbia per come l'Heysel diventi il terreno
praticabile di squallide speculazioni politiche
e di tali bassezze disumane. Omesso
volontariamente il nome e cognome del politico
proprio in ragione di questo punto di vista.
Domenico
Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 18
ottobre 2012
@
Nessuna Risposta
Ufficiale del Sindaco alla Lettera
(Lettera Aperta sui cori
ascoltati allo stadio "Artemio Franchi" di
Firenze, in occasione della partita con la
Juventus del 25.09.2012, dedicati dalla curva
Fiesole a Liverpool)
Gentilissimo Nome Cognome,
Gentile Redazione di
Fiorentinanews.com,
ho appena letto sul vostro
sito, citando testualmente, della "scomparsa
dell’Heysel dal Franchi" per merito di "una
battaglia di civiltà, portata avanti da più
parti e in tutti i modi possibili" che dopo 27
anni avrebbe eliminato il barbaro coro di
scherno sui 39 cittadini europei, non tutti di
fede juventina, massacrati il 29 maggio 1985 a
Bruxelles.
Siamo dunque al lieto fine
in cui persino gli orchi rinsaviscono e lo
scrittore firma in calce alla morale di una
favola per sordo-ciechi ? Quindi, devo credere
per davvero che il coro "amo Liverpool" cantato
con accanito trasporto dalla curva Fiesole
martedì sera e ampiamente documentato sulle
testate giornalistiche nazionali, si riferisse
amorevolmente soltanto ai Beatles ?
Sinceramente non pensavo
che tutte quelle magliette e sciarpe rosse
indossate dai tifosi viola fossero ispirate al
mito del quartetto di Abbey Road. Sono proprio
sbadatamente un malpensante… Ad ogni modo
bisognerebbe segnalare a chi le ha indossate
l’altra sera di far correggere in sartoria il
numero, erano in 4: Paul, John, Ringo e George,
non 39.
Nulla di personale con la
vostra testata, ma, secondo il mio parere, le
battaglie di civiltà nella storia si vincono
anche scrivendo giornalisticamente la verità,
non misconoscendola a tutela di chi camuffa
l’infamia con l’allegoria.
Nelle dinamiche della
"sana" rivalità sportiva un tifoso juventino può
tollerare qualunque sfottò verbale, ma i
familiari delle 39 vittime di quella strage
meritano il rispetto di chiunque, dei dotti, dei
sensibili e dei miserabili.
Nel nome della "civiltà
umana" chi detta le regole dell’etica e
dell’informazione lo esiga, da tutti.
Onore ai martiri
dell’Heysel.
Cordialmente.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 30 settembre 2012
La Risposta
ufficiale di Fiorentinanews.com
Caro Domenico Laudadio,
innanzitutto grazie per
averci scritto. Credo che sia espresso
chiaramente all’interno del pezzo un concetto
importante che Lei non ha colto (o non ha voluto
cogliere). Durante la partita
Fiorentina-Juventus non è stato mai, e
sottolineo mai, cantato il coro "ti ricordi lo
stadio Heysel…" (sulle note della canzone di
Marcella Bella), e se qualcuno prova a dire il
contrario, o è disattento o è in malafede.
Questo era fondamentale per noi, intesa come
cittadinanza di Firenze e non solo come
rappresentanza di una tifoseria. Ci sono voluti
27 anni, tanti, troppi, per ottenere questo
primo risultato importante, ma almeno una pagina
becera della storia del tifo viola è stata
cancellata. Ribadisco, questo è quello che è
sottolineato nel pezzo. Il secondo passo sarà
debellare "Amo Liverpool", ma siamo sicuri che
anche questo coro verrà cancellato dalla
memoria. Se poi volete leggerci in quelle righe
una "misconoscenza della verità a tutela di chi
camuffa l’infamia con l’allegoria" fate pure, ma
non è un problema nostro, nel senso di testata
giornalistica che rappresento.
Chiudo con una chiosa:
purtroppo e sottolineo purtroppo, nessuno a
livello nazionale ha sottolineato bomba carta
partita dal settore dei tifosi bianconeri
durante l’intervallo, senza contare il fatto che
un bar è stato distrutto da qualche
"buontempone". Mi aspetto che qualcuno prenda le
distanze da questa gente. Cordiali saluti .
Stefano Del Corona (Direttore
Fiorentinanews.com )
Fonte:
Fiorentinanews.com
©
30 settembre 2012
Conclusioni e saluti finali
Gent.mo Direttore, grazie della tempestiva e
cortese risposta.
Sinceramente credo sia
relativamente importante se il coro è quello di
Marcella Bella o un gospel, non si tratta di San
Remo, ma di vilipendio della memoria dei
defunti. Comprendo e plaudo sinceramente
all’impegno della vostra testata a riguardo, ma
le radici dell’odio sono profondissime e dubito
si estirperanno con l’impegno della cultura
perché affondano nel sottobosco dell’ignoranza
umana. Le scrivo a titolo
personale, non rappresento la tifoseria
bianconera, né la Juventus Football Club o altri
comitati o associazioni, ma in qualità di
cittadino italiano disgustato da questa
tradizionale pagina di inciviltà della tifoseria
fiorentina che calpesta la dignità di chi non ha
più voce e storia per difendersi.
Nella pagina della vergogna
del mio sito museo multimediale annovero
contenuti censurabili che riguardano anche la
tifoseria della mia squadra. Le bombe carta e i
bar distrutti sono eventi che giudico parimenti
infami, ma con la pesante differenza che in
questo caso i bersagli non stanno al cimitero.
Lavoriamo insieme contro la
violenza gratuita, fisica o verbale, che ha lo
stesso colore, quello della merda. Cordialmente.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
30 settembre 2012
"Hypocrisy does not erase
the sins of the fathers, but only truth will
free their sons"
It's a long time I wanted
to write, too many years, unfortunately, have
passed. I would have preferred some of their
relatives to do this, having more title and
right, but, despite everything, silence has
dominated the pain of those who never accepted
and the shame of those who should never have
forgotten.
Meanwhile, in Hillsborough
tragedy you have suffered the nemesis of an evil
demon, mocking and cruel fate. We saw the poor
disfigured faces of men and women on the barbed
wire that resembled so much those of our fans
with wide eyes taken away like sacks on Heysel
barriers. Perhaps because, they actually were
simply brothers. We even enjoyed in 2005
those banners, those two-colour scarves and the
giant scenery, plaques in the museum and on the
wall of Anfield, those religious services and
bells in the cathedral, the website dedicated to
the memory of our 39 angels and those friendly
matches. Everything nice, good and right, all
according to your well-known British style.
But there is still
something that after all this time puts us inexorably
apart and will condemn us to eternal enmity,
until you'll do justice to our victims through
bravely unveiling their executioners' face.
Those 39 martyrs of Brussels did not die because
of the "collapse of a wall," and before that had
not launched any object on the heads of the
British fans.
They died instead because
your fans had initially targeted them with
rockets and bottles, with iron bars and stones
torn from the stands, wildly assaulted them and
brutally beaten, then terrorized and driven to
crush, choking each other, then robbed,
ridiculed and humiliated, even when they were
dead.
Alcohol and hooliganism
turned in front of the whole world those "reds"
in wild beasts, but you will still continue for
a long time, maybe forever, to blame the rusty
cage or the money greedy circus director, or
even frightened italian fans, who stopped to
blame them before the fragile barriers were
smashed and they were savaged themselves.
Look truth completely in
the face, once and for all...
I understand that the shame
of Heysel will reign sovereign even more than
your beloved Queen. I fully understand that this
certainly will never be a legend to be passed
down from father to son with pride ... But as it
is written in the Bible: "The truth will set you
free" and this hypocrisy of yours is a useless
match that cannot protect yourself from the
darkness of an atavistic guilt. For Heysel victims, their
loved ones, neither our hatred will be of any
help, nor your inconsistency. Let us walk
together side by side in the name of truth and
celebrate together the memory of all our dead.
The right word to fill the "kop" that night of
April was not "friendship", but "forgiveness"...
Who is not willing to kneel
down, is not worthy of pity...
Only in that moment our
sportsmen will actually reconcile to each other
as it has always happened in mankind history.
Cheer up, 38 families are
waiting.
Domenico Laudadio (NdR: many thanks to Salvatore
Costa for translating)
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
28
agosto 2012
References: Site Liverpool
Football Club - Site Liverpoolecho.co.uk -
Dalglish shock: "All'Heysel iniziarono i tifosi
della Juventus, reagire è umano"
@
Nessuna Risposta
Ufficiale da Liverpool alla Lettera
À l'attention de Monsieur
Christian Ceux, Echevin
de l'Urbanisme et
de la Mobilité - Ville de Bruxelles
Cher Monsieur Christian
Ceux,
je voudrais tout d'abord
vous remerçier du coeur pour ce que vous avais
fais en ce qui concerne l'éclairage du Monument
aux Martyrs 29 Mai 1985 Heysel stade "Roi
Baudoin". De la part des tous les fans de la
Juventus un grand merçi pour votre disponibilité. Toutefois, je dois vous
écrire de nouveaux, parceque en visionant mon
matèriel photographique je me suis rendus compte
d'un erreur d'écriture assez douloureux qui me
fait vraiment beaucoup de peine au coeur.
Sur la plaque commémorative
des 39 noms des Martyrs de Heysel près de la
Tribune 1c'est écrit CERULLO NINA aulieu de
CERULLO NINO ! Je me permet de segnaler à vous
en tant que membre de l'administration comunale
de la Mairie de Bruxelles. Le 29 Mai 1985 au
stade Heysel ont perdue la vie deux femmes:
Madame BARBARA LUSCI et Mademoiselle GIUSEPPINA
CONTI. C'est pour ça cher Monsieur
que je vous prie gentilement de corriger l'erreur
humain, respectant la dignité de la memoire du
pauvre Monsieur CERULLO NINO et de sa famille.
Je vous remerçie beaucoup
au nom de l'amitié !
Cordialement bien à vous .
Domenico Laudadio
(NdR:
traduit par Iuliana Giulia
Bodnari membre du Comité "Pour Pas Oublier
Heysel" de Reggio Emilia)
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 5 agosto 2012
(NdR:
i l nome della vittima
Nino Cerullo risultava trascritto erroneamente
al femminile già dalla prima posa nel 2005)
La réponse officielle de la
Ville de Bruxelles
Monsieur Laudadio, Votre courriel de ce jeudi
9 août m'est bien parvenu et je vous en
remercie. J'ai immédiatement transmis votre
requête auprès de mes services en leur demandant
d’y réserver une suite positive. Je vous
tiendrais au courant de l’évolution de ce
dossier.
Cordialement.
Fri, 10 Aug 2012
Christian Ceux
( Echevin de l' urbanisme et
de la mobilité)
Fonte:
Ville de Bruxelles
© 10
agosto 2012
Communication Important par
la Ville de Bruxelles
Cher Monsieur Laudadio,
Comme promis je
reviens
vers vous
au
sujet de la
gravure du
nom de
Monsieur Cerullo Nino sur la
plaque
commémorative
des 39 Martyrs
du Heysel.
J’ai
immédiatement demandé à
mes
services de
corriger
le nom, de
nettoyer la
plaque commémorative et
également d’ accentuer
les
textes dans le
haut de
la plaque.
Espérant avoir
répondu à
vos
attentes, je
vous prie de
recevoir, Monsieur
Laudadio, l’assurance
des
mes meilleurs
sentiments.
Thu, 16 Aug 2012
Christian Ceux
( Echevin de l'urbanisme et
de la mobilité)
Fonte:
Ville de Bruxelles
(Département Urbanisme - Architecture)
© 16
agosto 2012
Communications et demande
d'information
Cher Monsieur Laudadio,
Nous avons bien reçu votre
demande de correction du nom de M. Nino Cerullo.
Nous allons faire le nécessaire dès que
possible.
Je me permets de vous
contacter pour complétér nos renseignements.
Nous avons vérifié les registres des déces du 29
mai 1985 et trouvé 36 noms de personnes décédées
au Heysel et 1 personne, Walla Jean-Michel,
décédé à l'Hôpital Brugman. M. Luigi Pidone est
décédé plus tard, probablement à l'Hôpital
Erasme - à confirmer, si vous pouvez. Pour M.
Domenico Russo, je n'ai pas d'informations. Il a
probablement été transporté dans un hôpital hors
Bruxelles. Pouvez-vous nous en dire plus ?
La consultation des
registres du 29 mai 1985 a été une expérience
très emouvante, un voyage dans la mémoire avec
une pensée pour les familles et proches des
victimes.
Bien à vous,
Wed, 29 Aug 2012
Annick Solon
Fonte:
Ville de Bruxelles
(Département Urbanisme - Architecture)
© 29 agosto 2012
Réponse aux demandes
d'information
Chere Madame Annick Solon,
Je vous
remerçie
beaucoup
pour votre
intéret
dans la correction
du
nom de
Monsieur Nino Cerrullo
sur la
plaque
commemorative au
stade " Roi
Baudouin", ex
Heysel. En ce qui concerne
les informations pour
votre
recherche: Monsieur
Luigi Pidone est
décédé à l' Hopital
Erasme le 14
Aout 1985, sans se
réveiller
du
comà dépuis
celle date du 29 Mai 1985.
Monsieur Domenico Russo est
décédé le jour
même
du massacre, mais je ne
sais
pas dans quel
hôpital. C'est
très
gentille d' avoir
pensée aux
familles
des victimes , je
vais le
publier
dans la section
correspondance de
mon
site musée
du quel je
suis gardien et
auteur.
Bien à vous et
merçi
beaucoup.
Domenico Laudadio ( NdR:
traduit par
Iuliana Giulia
Bodnari
membre du
Comité "Pour
Pas
Oublier
Heysel" de Reggio Emilia)
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 30
agosto 2012
Merci
Correction Nom de Cerullo
et la restauration Targa Mémoire
Cher Monsieur Laudadio,
C'est fait; l'erreur a été
rectifiée et la plaque a été remise en valeur.
Je vous envoie les photos que le restaurateur
vient de faire. Je trouve le travail bien réussi.
Bien à vous,
Fri, 26 Oct 2012
Annick Solon
Fonte:
Ville de Bruxelles
( Département
Urbanisme - Architecture)
© 31 agosto 2012
Merci et salutations
Chere Madame Solon,
sa communication m'a rendu
très heureux parce qu'elle a enfin été honorée
aussi dignement la mémoire du monsieur Nino
Cerullo.
Je remercie vraiment de
coeur elle et la Commune de Bruxelles pour l'opération
rapide de restauration de la plaque. Elle sera
rendue publique sur la première page de mon site
www.saladellamemoriaheysel.it
Vous je salue cordialement
et je lui souhaite chaque bien.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 26
ottobre 2012
Gent.mo sig. Guarnieri,
ero in macchina ieri sera
ed ascoltavo alla radio, letto dalla speaker, il
suo testo relativo alla strage dell'Heysel:
"1985 - E’ il giorno della "Strage dell’Heysel".
A Bruxelles, 39 persone muoiono e centinaia
rimangono ferite, durante scontri scoppiati
nella finale di Coppa dei Campioni tra Juventus
e Liverpool. Per la cronaca, il trofeo va ai
bianconeri, vincenti per 1 a 0 (contestato
rigore di Platini al 56°)". Con molta franchezza, oso
dirle che se fossi un familiare di una delle
vittime dell'Heysel mi sentirei profondamente
offeso dal contenuto di questa breve
informazione. I morti ed i feriti non
parteciparono ad alcuno scontro fra tifoserie
perché furono aggrediti ingiustificatamente e
barbaramente dall'orda selvaggia degli inglesi
ubriachi. Gli scontri dei tifosi Juventini
avvennero semmai con la polizia belga,
successivamente, nella curva opposta, impegnando
soltanto gli ultras bianconeri e non tifosi
comuni. Riguardo la "cronaca"
riferita al trofeo, mi permetto di farle notare
che nessun calciatore o dirigente del Liverpool
contestò il rigore fischiato a favore della
Juventus dall'arbitro Deyna. La palesemente
errata interpretazione arbitrale del fallo su
Boniek, avvenuto nettamente fuori area, non
legittima a riguardo alcun genere di accanimento
terapeutico su quell'incontro di calcio,
disputato fondamentalmente per gravi motivi di
ordine pubblico e non certo per il crogiuolo
delle moviole di Biscardi. Bisognerebbe fare
comunemente tutti insieme lo sforzo di
tramandare a quanti non conoscono quella
tragedia una informazione corretta e pulita, non
cedendo alle insidie di argomentazioni più
consone al bar dello sport. Perdoni il mio
spirito critico, ma sentivo di doverle
comunicare quanto le ho detto.
La saluto molto
cordialmente.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
30 maggio 2012
(NdR: i contenuti della
rubrica "Accadde oggi" di Lenovae.it sono
stati assorbiti dal sito web Tag24.it)
@
Nessuna Risposta
Ufficiale di Gianluca Guarnieri alla Lettera
class="style512"style="width:590px;height:30px">
Alla cortese attenzione:
Dr. Stefano Palazzi, Procura Federale F.I.G.C.
e.p.c. Comitato "Per non
dimenticare Heysel", Reggio Emilia
Preg.mo Dr. Palazzi, rivolgo alla sua autorevole
attenzione la puntuale, impunita, esecrabile
consuetudine di cori, magliette e striscioni
lesivi la sacralità della memoria delle povere
vittime dell'Heysel di Bruxelles in alcuni stadi
italiani, con particolare riferimento ai fatti
del 17.3.2012, durante la partita
Fiorentina-Juventus allo stadio "Artemio
Franchi" di Firenze, di cui allego il link della
documentazione sonora e per i quali sussistono
prove inconfutabili di testimoni oculari,
articoli di stampa e sul web.
Affidando alla sua
professionalità l'indagine e gli adempimenti
conseguenti che riterrà coscienziosamente più
idonei in merito a queste ricorrenti ed infami
profanazioni della pietà di quei morti, posso in
aggiunta soltanto testimoniarle, a riguardo,
quanto siano profonde e sanguinanti, nonostante
i 27 anni trascorsi, le ferite dei loro
familiari, dignitosamente e da sempre in
silenzio, meritevoli di tutela morale da parte
delle istituzioni del calcio e del paese.
In conclusione, mi preme
sottolineare che allo Stadio Heysel di Bruxelles
il 29 maggio 1985 sono caduti 39 cittadini
europei, non tutti di nazionalità italiana e non
tutti tifosi juventini. Una tragedia umana e
sportiva che non si deve permettere ad alcuno
d'insozzare né per odio, né tanto peggio con il
pretesto di una incivile goliardia.
La ringrazio e la saluto,
cordialmente.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 23 marzo 2012
@
Nessuna Risposta
Ufficiale di Stefano Palazzi alla Lettera
A l'attention de Monsieur
Freddy Thielemans, Bourgmestre de Bruxelles
Monsieur le Bourgmestre,
je me trouve
malheureusement à vous signaler encore une fois
une désagréable atteinte au décor et un manque
de respect de votre communauté pour la mémoire
des 39 victimes du stade Heysel.
Suite à une communication
que j’ai reçu ce 1/1/2012 d'un touriste lors de
son séjour à Bruxelles, et à sa documentation
photographique, que vous trouverez ci-joint,
nous dénonçons l'état indécent d'abandon de la
zone du cadran solaire, le monument aux martyrs
du 29 mai 1985, devant le Stade Roi Baudouin.
Certaines des lumières au sol sont cassées et
comblées d’eau, ce qui empêche qu’elles
s’allument le soir. Comme ces lumières
symbolisent les 39 vies innocentes brisées dans
votre ancien complexe sportif délabré, par une
agression bestiale qui n’a trouvé aucun
obstacle, nous vous demandons de procéder au
rétablissement immédiat et définitif du
fonctionnement de la zone du monument, et nous
vous recommandons de réserver une plus grande
attention et une sensibilité accrue face au lieu
de la mémoire de nos chers disparus.
Veuillez agréer, Monsieur,
l’expression de nos sentiments plus distingués,
et nos meilleurs vœux pour le nouvel an.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
4 janvier 2012
(NdR:
je
vous
remercie pour
votre traduction Simonetta Paparella.
La segnalazione
documentata fotograficamente è giunta da Roberto Nappi
testimone sul luogo nel periodo delle feste
natalizie)
La réponse officielle du
Maire de Bruxelles
Cher Monsieur,
J’ai bien
reçu
votre courriel et
vous
remercie d’ avoir
attiré
mon attention
sur l’ état de ce
monument.
Comme vous le
savez,
cet hommage
aux
victimes du
drame
du Heysel me
tient particulièrement à
cœur.
J’ai d’ ailleurs
œuvré
pour sa construction et l’ai
inauguré
avec
beaucoup d’ émotion.
Si je transfère
votre
courriel à M. Christian
Ceux,
Echevin de l’ Urbanisme,
je peux
cependant vous
assurer
que je veillerai
personnellement à ce
qu’un
suivi rapide et
efficace soit
donné à
votre demande.
Bien à vous,
Wed, 4 Jan 2012
Freddy Thielemans
( Bourgmestre de Bruxelles )
Fonte:
Ville de
Bruxelles
© 4
gennaio 2012
La réponse officielle à la
conseillère d'urbanisme
Monsieur Laudadio,
J’ai bien
reçu
votre requête
au
sujet de l’ état de l’ éclairage
du
monument aux
martyrs
du 29 mai 1985,
devant le
Stade
Roi Baudouin. Je
peux
vous assurer
que
votre courrier
électronique a
retenu ma plus
grande attention.
J’ai
donc immédiatement
donné
instruction à
mes services
afin de
remettre ce
monument en
parfait
état. Toutes
les
installations d’ éclairage
du
mât et au sol
ont
été réparées.
Restant à votre
disposition
et à votre
écoute, je
vous prie de
recevoir,
Monsieur Laudadio, l’assurance de ma
parfaite
considération.
Tue, 17 Jul 2012
Christian
Ceux
( Echevin de l' Urbanisme et
de la Mobilité - Ville de Bruxelles)
Fonte:
Ville de Bruxelles
(Département Urbanisme - Architecture)
© 17
luglio 2012
Fratello bianconero,
la mia risposta d'acchito
al tuo pezzo è stata, pur non condividendolo in
buona parte, pubblicarlo per prima cosa sulle
testimonianze del mio sito museo. Credo avesse
comunque i degni crismi della memoria, pertanto
meritava rispetto per se stesso. E' la medesima
posizione di tanti tifosi della Juventus,
compreso mio fratello, di 10 anni più grande di
me ed autentico mio mentore bianconero. Nulla da
eccepire sul valore sportivo della partita,
sulla obbligata e doverosa scelta politica di
disputarla, ma che importanza può avere "una
coppa regolare, vinta con merito", davanti ad
una strage del genere seguita dallo
scimmiottamento di festeggiamenti indegni ?
C'era tanto bisogno di alzare quel trofeo a
Caselle, mentre dall'altra parte della pista,
attesi dai parenti sgomenti, scendevano bare e
feriti, alcuni di essi permanentemente segnati
dall'invalidità a vita ? Il valore affettivo che
attribuisci a quella coppa colma di fiele stride
con la sostanza della coppa stessa che sorge
all'albeggiare di un trionfo. Andrebbe coperta
da un drappo nero, o listata a lutto, basterebbe
anche una sciarpa della curva Z annodata ad una
delle sue grandi orecchie per legarla alla
memoria di sangue, visto che Boniperti ne ha
fatto una questione di "sangue" per tenersela
stretta. Il valore che gli attribuisci è
affettivamente rispettabile, ma dal punto di
vista storico in un albo che è sempre frutto di
pura aritmetica resta una cifra isolata che non
tiene impietosamente alcun conto degli altri
39... La polvere di una bacheca gloriosa non
alimenta mai la clessidra del dolore, ma
soltanto quella dell'orgoglio. E' per questo
sentimento che la Juventus ha seppellito la
memoria per decine di anni, nascondendo la testa
sotto la sabbia dell'arena sporca di sangue,
dove caddero 39 innocenti del pubblico per mano
di bestie e non crollarono per una volta i
gladiatori. La presenza stessa di quella coppa
fra i trofei mirabili della nostra amata
Signora, priva di un segno qualunque di lutto,
fa proprio della sua presenza un insulto
beffardo alla memoria dei suoi caduti ed ai loro
familiari. I "fatti specifici" a cui fai
riferimento nel tuo pezzo non disegnano su quel
metallo alcun tratto di giustizia umana e di
risarcimento morale per nessuna delle vittime e
delle loro famiglie. Prova a dirglielo di
persona, guardandogli in fondo agli occhi, il
tuo pensiero secondo il quale: "Non è la coppa
ad essere sbagliata, ma sono gli occhi di chi la
guarda che dovrebbero essere diversi". Tu li
conosci bene i forum. Sai quante persone su
40-50-60.000 interagivano nei miei
topic
riguardanti l'Heysel, negli ultimi anni, mentre
lottavo davanti ad un muro di gomma con pochi
altri ? Ebbene, si contavano sulle dita delle
mani... Pensi davvero che per gli altri tifosi
quella coppa sia qualcosa di veramente unico e
speciale ? Gli occhi davanti a quella coppa
saranno sempre abbagliati dalla coppa e basta.
Meglio coprirla, credimi. E' una lama di luce
che può solo ferire quelli che ancora dopo
ventisei primavere non si sono rassegnati alle
tenebre dei loro cari. E secondo me è più la
vittoria di Satana che "lo sguardo severo di
Dio", che, poi, fra l'altro, quella sera a
Bruxelles non c'era... E sai, perché ? Lui è già
sceso una volta in campo... Lui non seppe
vincere... Passò oltre... Quella sera era
altrove, magari in cielo, ad accoglierli...
Domenico
Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
29 maggio 2011
@
Nessuna Risposta
Ufficiale alla Lettera sul Blog Ju29ro.com
Egr. Presidente Dott.
Andrea Agnelli,
in occasione del 25°
anniversario della strage dello stadio Heysel,
il 29 maggio 2010, davanti ai familiari delle
vittime, aveva promesso "un luogo per ricordare
queste persone", da crearsi "nella nostra nuova
casa", ovvero nel nuovo stadio di ormai prossima
inaugurazione.
Alle sue promesse hanno
fatto seguito, durante i lavori dell'assemblea
societaria al Lingotto, lo scorso 27 Ottobre
2010, quelle dell'Amministratore delegato Jean
Claude Blanc che, rispondendo all'osservazione
di un azionista del club, affermava che nel
nuovo complesso sarebbe sorto "un monumento" a
ricordo di quei morti. Dalle vostre parole si
evidenzia, in entrambi, la volontà di dare
finalmente il giusto tributo a quei 39 caduti di
Bruxelles, per sempre nel cuore della nostra
tifoseria.
Giunti, però, ad ormai
pochi mesi dall’inaugurazione del nuovo stadio,
su periodici e organi massmediatici si parla
spesso delle nuove strutture integrate al
complesso, tra cui supermercati, sale
cinematografiche e luoghi simili, ma della "sala
della memoria" non abbiamo più sentito notizie
in merito.
Sig. Presidente, tutti i
tifosi juventini Le chiedono di onorare la
promessa fatta, a riprova di quello stile che si
chiama "Juventus".
Per evitare di
farLe
pervenire molteplici lettere con identica
richiesta, abbiamo raccolto in calce alla
presente, le firme dei gruppi più significativi
che hanno aderito singolarmente all’iniziativa,
e non solo: club, associazioni e spazi web tra i
più importanti e conosciuti, che raccolgono
decine di migliaia di iscritti. Non, pertanto,
una coalizione di gruppi racchiusi sotto
un’unica sigla, ma le richieste dei tanti club,
gruppi ultras e spazi web, che Le rivolgono il
medesimo appello: la creazione della sala della
memoria nel nuovo stadio di Torino dedicata ai
nostri 39 angeli, con ingresso libero, al fine
di onorarne il martirio e tramandare ai posteri
un insegnamento di umana civiltà contro la
barbarie.
Nel frattempo, sarebbe cosa
doverosa aggiungere nel sito ufficiale della
Juventus Football Club una pagina dedicata
all'Heysel, dove non solo ricordare degnamente i
39 tifosi Juventini morti nel modo tragico in
cui tutti sappiamo, ma anche tenere aggiornati i
tifosi su quanto state, sicuramente, prevedendo
nel nuovo stadio e sulle vostre iniziative in
merito agli anniversari a seguire, ogni 29
maggio, per onorare la memoria di un evento così
tragico della storia bianconera.
In attesa di un Suo gradito
riscontro, cordialmente La salutiamo.
26 aprile 2011
PROMOTORI: Gruppo FB "Via
Filadelfia 88" -
Saladellamemoriaheysel.it - OrgoglioGobbo - Radiojuveweb.com
FIRMATARI:
Gruppo FB "Via
Filadelfia 88" - Famiglia Lorentini - Famiglia
Casula - Famiglia Gonnelli - Famiglia Russo - La
mamma di Claudio, Adele Fontana, ved. Zavaroni -
Vivella Zavaroni - Maria Zavaroni - Famiglia
Landini - Famiglia Salvi - Comitato Heysel
Reggio Emilia - Associazione "Amici di Claudio"
(Zavaroni) - Francesco Caremani
GRUPPI
ULTRAS: Bravi
Ragazzi - Drughi Bianconeri - Nucleo 1985 -
Viking Curva Nord - Tradizione - Antichi Valori
SPAZI WEB
e ASSOCIAZIONI:
Uccellinodidelpiero.com - VecchiaSignora.com - Juvemania.it - Tuttojuve.com - TifosiBianconeri.com - Combriccola Romana della
trasmissione Tutti Pazzi per la Juve - GLMDJ Ass.
Giù Le Mani dalla Juventus - DNA GOBBO - Gruppo
FB e Forum - Juvefans.org - Juventusfans.forumcommunity.net - Ilblogdialessandromagno.it - OBN Orgoglio
bianconero gruppo FB - "Stile Juventus"
trasmissione radiofonica di Nicola de Bonis - Ladivinajuventus.com
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 26
aprile 2011
@
La Risposta della Juventus
Football Club sul Sito Ufficiale
Egregio Stefano Cecchi,
ho letto nei giorni
precedenti la partita fra Fiorentina e Juventus
il suo vademecum, tra il serio ed il faceto, per
un modello di anti- juventinità pocket del tifoso
viola medio, consapevole del suo possibile
effetto degenerativo nella mente deficitaria di
quelli soliti all'insulto delle vittime
dell'Heysel, dai solonici rappresentanti
dell' intellighentia giornalistica e dal governo
del calcio italiano, condannati, semmai,
soltanto a parole, minimizzandone il numero e
favorendone puntualmente l'impunità.
Delle masturbazioni
cerebrali sull'esistenza medesima della Juventus
nel mondo del calcio, sinceramente non sono
interessato più di tanto, perché non soffro di
complessi d'inferiorità davanti a nessuno,
tranne che al padre eterno e di conseguenza per
il valore della vita umana. Il suo "pezzo" di
giornalismo potrebbe risultarmi anche simpatico
nel clima festaiolo delle taverne o di una fiera
di paese, ma sembra che a Firenze facciate a
gara, sindaco in testa, ad aizzare le masse con
certe elucubrazioni semiserie prima delle
partite con la squadra bianconera, mischiando la
farina del diavolo con il lievito della satira.
Panem et circenses ? "Qui
ventum
seminabunt et
turbinem
metent..." E' scritto anche nella
Bibbia...
Mi permetta di domandarle,
a riguardo, soltanto una cosa... La notte, oltre
a sognare gli "impuniti soprusi" di quel
cattivone di Furino, ha mai rivolto un pensiero
per le vittime dello stadio Heysel di cui la
tifoseria, a lei affine, insozza la memoria da
ventisei anni ? Il coretto che fa rima con
laghetto di domenica pomeriggio che ha profanato
la memoria di Alessio Ferramosca e Riccardo Neri
li ha sentiti anche lei o il suo insegnante di
catechismo era lo stesso che non ammetteva
Roberto Bettega fra i figli di Dio ? E' forse il
diavolo, lo stesso che dovrebbe vestire "Prada e
non in bianco e nero", fra l'altro da sempre
riconosciuti come i colori antesignani
dell'eleganza, quello che ha soffiato gli
ululati nel vento a Felipe Melo o il suo
"civilissimo e sportivissimo pubblico" ?
Sa qual è il vero problema,
Cecchi, se fosse davvero il bene a vincere
sempre, oggi dovremmo commentare una squalifica
dell'Artemio Franchi... Potrei, però, sempre
rivolgermi a Paperinik...
Concludendo, per quanto
riguarda i 15 comandamenti per rinnegare la
Juventus, nulla da eccepire, ma la prossima
volta, a poche ore dalla partita le consiglio 39
buone ragioni per restare in silenzio e 2
preghiere da innalzare al cielo...
Rocco Acerra, Bruno Balli,
Alfons Bos, Giancarlo Bruschera, Andrea Casula,
Giovanni Casula, Nino Cerullo, Willy
Chielens,
Giuseppina Conti, Dirk
Daenecky, Dionisio
Fabbro, Jacques François, Eugenio Gagliano,
Francesco Galli, Giancarlo Gonnelli, Alberto
Guarini, Giovacchino Landini, Roberto
Lorentini,
Barbara Lusci, Franco Martelli, Loris Messore,
Gianni Mastroiaco, Sergio Bastino Mazzino,
Luciano Rocco Papaluca, Luigi
Pidone, Benito
Pistolato, Patrick
Radcliffe, Domenico Ragazzi,
Antonio Ragnanese, Claude Robert, Mario Ronchi,
Domenico Russo, Tarcisio Salvi, Gianfranco
Sarto, Giuseppe Spalaore, Mario
Spanu, Tarcisio
Venturin, Jean Michel
Walla, Claudio
Zavaroni...
Alessio Neri e Riccardo
Fieramosca...
Perché, vede, caro
Cecchi, è storia, il cielo, prima o poi,
restituisce tutto... "Intelligenti
pauca"...
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it © 20 aprile 2011
La risposta di Stefano
Cecchi
Caro Domenico ho sempre creduto e credo
che se il calcio perde l'ironia e il gusto dello
sfottò smarrisce la sua ragione di essere. Forse
nei 15 motivi nei quali provavo a raccontare a
modo mio perché i tifosi fiorentini non amano la
Juventus, non sono stato bravo ad usarla. E se è
così, chiedo scusa. Ma se io avessi letto da
qualche parte i 15 motivi per non tifare viola,
probabilmente ci avrei riso su, magari mi sarei
infuriato ma avrei risposto attraverso la chiave
dello sfottò e non dell'ira. Sono fatto così. E
non credo di essere nell'errore.
In fondo, io non c'entro
niente con lo sport. Ho 52 anni, faccio
l'inviato occupandomi prevalentemente di
politica. Di sport, o meglio: di Fiorentina,
scrivo solo una volta la settimana (la domenica)
come tifoso, cercando di metterla sempre sulla
chiave del costume e non certo del calcio
specialistico. Non so se sempre ci riesco, ma
questo è il filo conduttore dei miei articoli.
Punto.
Su una sola cosa, invece,
non accetterei ironie: e cioè sull'Heysel. Avevo
una persona cara quel giorno allo stadio di
Bruxelles, che rischiò di fare la stessa fine di
quella povera gente massacrata dalla follia
omicida degli ultrà inglesi. Proprio per questo,
provo orrore per ciò che è successo quel giorno
e rabbia profonda ogni volta che un imbecille
usa parole e striscioni a sproposito per
ricordare quella tragedia. Provo talmente
rispetto per quei poveri morti, che anche le
feste a fine partita che i giocatori fecero quel
giorno, in qualche modo mi ferirono, e lo fanno
ancora oggi ogni volta che le rivedo. Sono
convinto che la violenza sia la leucemia del
calcio, la sua metastasi. Ma su questo non
esistono colori a dividermi né da lei né da
tutti gli altri che vivono il calcio come uno
sport e non come campo di battaglia dove sfogare
le proprie frustrazioni. Quindi, mi dispiaccio
(e non poco) di certi paragoni ingrati, a loro
modo offensivi, che francamente non credo di
meritare.
Con rispetto.
Stefano Cecchi
( La Nazione, Firenze )
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 20
aprile 2011
Conclusioni finali e saluti
Gent.mo Stefano Cecchi, non conosco la presunzione
da tifoso juventino di essere immune dall'ironia
e dagli sfottò delle tifoserie "avversarie",
che, talvolta, riescono persino a farmi
sorridere, come in qualche passaggio del suo
articolo. Il problema di fondo per noi
juventini, però, è insito in un dileggio
serpeggiante per il solo fatto di esistere. Sia
esso cabarettistico, umorale, goliardico o
scientificamente mediatico, diviene un martirio
condiviso esattamente dal momento in cui
s'indossa la prima sciarpa al collo. Dicesi
"sentimento popolare", il tribunale sovrano dei
fatti di calciopoli, lo stesso che tolse una
meritata Champions a Firenze...
Avevo già intuito dal
tenore del suo pezzo un voler prendere sul serio
fino ad un certo punto il calcio ed i suoi
derivati, ma lei conosce benissimo le
problematiche di ordine pubblico che
accompagnano tutte le partite fra la Juventus e
la Fiorentina e non devo essere certamente io,
data la sua esperienza giornalistica ed umana,
ad insegnarle la prudenza. Anche quella che
obiettivamente potrebbe apparire una innocente
partita di risiko per altri diventa una guerra
nucleare... In virtù dell'orrore e
dello sdegno che lei nobilmente denuncia per gli
striscioni ed i cori subdoli della Fiesole, le
chiedo di farsi garante presso la dirigenza
della Fiorentina e le autorità cittadine dello
sradicamento di questa usanza barbara in ogni
ambito. Se, in nome dello sport e della civiltà,
vorrà scrivere un articolo per condannare
autorevolmente questa ripetuta ed impunita
infamia e chiedere scusa da cittadino e tifoso
fiorentino alle famiglie dei 39 cittadini
europei caduti all'Heysel ed alle famiglie Neri
e Ferramosca, sono certo che la tifoseria
juventina l'apprezzerà moltissimo, al di là
delle polemiche di questi giorni e del
campanilismo, almeno quanto me la sua gradita e
cortese replica.
Con stima.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it © 20 aprile 2011
Conclusioni finali e saluti
di Stefano Cecchi
Lo prendo come un impegno
personale. Domenica non ero allo
stadio e dunque non ho udito quei cori
vergognosi che lei giustamente denuncia. Dovesse
ricapitare, per quanto mi riguarda farò il
possibile per stigmatizzare ciò. Come d'altronde
più volte ho fatto pubblicamente in passato. In
fondo, tutto ciò ha davvero poco a che fare con
la fede sportiva, sconfinando nel campo
dell'imbecillità e della violenza ignorante.
Un saluto (ovviamente
viola, me lo consenta). Spero di risentirla per
un confronto sulle corde che a me più piacciono:
quelle dell'ironia legata allo sport. Magari
dopo una vittoria sul campo della Fiorentina con
la Juve. A Firenze l'aspettiamo da 13 anni,
un'eternità. Se rosichiamo un po', via, ce lo
conceda... E lunga permanenza a Torino a Del
Neri...
Stefano Cecchi
( La Nazione, Firenze )
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it © 20 aprile 2011
Gentile redazione di
Ju29ro,
nell'articolo "Juventino
chiacchierone" del 1.3.2011 sulla vostra
pregevole testata l'autore decanta le lodi di
Zbigniew Boniek come l'unico prode ad aver
onorato la storia della Juventus all'Heysel con
la sua, per giunta mai certificata, donazione
del premio partita di cento milioni ai familiari
delle vittime. Desidero fare alcune precisazioni
e considerazioni in merito, essendo oramai
legato indissolubilmente all'argomento in
qualità di autore e custode del sito museo
virtuale multimediale
www.saladellamemoriaheysel.it.
Zbigniew Boniek sbandiera
la cosa da troppo tempo, ripetendola a mo' di
karma in qualunque esternazione sulla Juventus,
autocelebrandola quanto l'opera pia di una dama
di carità e rivendicandone con orgoglio un
personale primato di solidarietà. Il denaro
nella tragedia dello stadio Heysel è stato il
vero demone ispiratore della tragedia,
dall'organizzazione criminosa dell'Uefa
all'impunito bagarinaggio dei biglietti. Adesso
si annida nei rossicci lineamenti di
un'avvenente creatura sportiva notturna, nel
peccato della vanità.
Nel libro di Francesco
Caremani del 1994, "Le verità sull'Heysel" c'è
scritto che fu ad opera della Fondazione Agnelli
la raccolta dei fondi di solidarietà, fra i
quali anche sette milioni da ciascuno dei
calciatori della Juventus, oltre ai soldi delle
varie associazioni juventine, dell'IFI e della
Fiat. In un articolo del quotidiano Tuttosport,
alcune settimane dopo la tragedia, fu anche
scritto della dichiarazione di Boniek sul premio
da devolvere per intero alle famiglie dei
caduti.
Al di là della consistenza
delle cifre dell'importo, della verità dei
fatti, delle tabelle etiche di merito, mi sembra
di non trovarci, quindi, di fronte ad un caso di
beneficenza, isolato, eroico e salvifico. Nel
libro di Francesco Caremani, autentica "Bibbia
dell'Heysel" per ricchezza di documenti e fonti,
si parla anche di altre donazioni raccolte,
oltre che dalla suddetta Fondazione Agnelli, da
CEE, Ministero degli Interni italiano, Governo
inglese, Croce Rossa, e Coni.
In realtà, io penso che
nessuno dei calciatori presenti allo stadio di
Bruxelles quella sera possa scoprirsi oggi
immune da critiche per come ha gestito
l'emotività nel dopo partita sul campo e credo
che qualunque cifra di denaro postuma non ripari
da quell'onta e sia ipocritamente suggello di un
acquietamento del senso di colpa. Per questa
ultima ragione la rivendicazione del polacco è
sgradevole oltre che scorretta proprio nei
confronti dei familiari e della memoria delle
vittime. Come si legge nel vangelo di Matteo al
capitolo 6, versetto 3: "Non sappia la tua
sinistra quello che fa la destra". Credo che un
polacco, credente, e figlio della stessa terra
di Karol Wojtyla, uno dei più grandi uomini
della storia dell'umanità, dovrebbe mettere in
pratica meglio questo basilare insegnamento
cristiano...
"Davanti a una tragedia,
c'è solo una parte dove stare. E da quella parte
ci si è messo solo Boniek. L'Heysel è la storia
della Juve, e solo Boniek l'ha onorata" : ha
scritto l'autore del pezzo sul vostro sito.
Lievemente solonica, è un'affermazione di cui
non condivido assolutamente nulla, perché
davanti ad una tragedia come l' Heysel non ci
possono essere parti in cui schierarsi, ma solo
corpi su cui inginocchiarsi... Perché mi piace
ricordare l'eroismo dei tifosi che soccorrevano
gli altri tifosi, dei medici, degli infermieri e
degli uomini di buona volontà che spostavano i
vivi ed i morti fra le macerie, che soffiavano
la vita in polmoni tramontati. Quella è l'unica
collocazione meritoria, in bilico fra la vita e
la morte e con la sola mercede di un dolore e di
una memoria così lancinante da conoscere ancora
oggi il pudore di non saperla più dire, né voler
raccontare.
Boniek, con la sua tronfia
rivendicazione, ha già vanificato le buone
intenzioni e il verosimile espletamento del suo
gesto. Nella sua trappola mediatica, mi sembra
essere caduto anche l'autore dell'articolo, del
quale rispetto il pensiero, ma a cui mi permetto
fraternamente di suggerire che quando si parla
dell'Heysel è come entrare in una moschea, ci si
leva i sandali, perché è terra consacrata dal
sangue di martiri. Si posa per terra la faretra
dei luoghi comuni e si affronta la coscienza a
mani nude. Non c'è nulla che potrà restituire
l'amore e l'onore di quella notte senza stelle e
senza campioni. Nessuna somma di denaro, solo il
silenzio e la meditazione possono ristabilire la
distanza fra la terra ed il cielo, favorendo il
perdono delle omissioni delle opere. Memoria...
Silenzio... Onore. Fratello bianconero, le
chiacchiere sull'Heysel lasciamole fare agli
sciacalli.
Domenico Laudadio
Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 4 marzo 2011
(NdR: l'articolo originale di Ju29ro non è più reperibile)
@
Nessuna Risposta
Ufficiale alla Lettera sul Blog Ju29ro.com
Il racconto di una famiglia
di tifosi pugliesi che dimostra quanto sia
ancora diffuso l'odio nei confronti della
tifoseria Juventina, in tutta Italia, nonostante
il tributo di sangue versato all'Heysel,
nonostante le promesse e le rassicurazioni della
farisaica tessera del tifoso.
Gent.ma redazione, ho deciso di scrivere
questa nota con la speranza che tramite il
canale televisivo e magari anche grazie ad una
presa di posizione ufficiale da parte della
società JUVENTUS venga diffusa e resa nota la
grottesca situazione che ho vissuto con circa un
migliaio di tifosi juventini domenica sera in
quel di NAPOLI. Premetto che con tanto di
tessera del tifoso sottoscritta anche per i miei
due figli (uno dei quali minorenne), abbiamo
partecipato con il nostro club di appartenenza
(JUVENTUS CLUB DOC GIOVANNI AGNELLI - ANDRIA),
alla trasferta napoletana con un pullman da 54
persone + un pulmino da 19 persone. Nel nostro
pullman abbiamo ospitato amici juventini del
club di Aosta che hanno raggiunto Bari in aereo
e si sono aggregati al nostro gruppo. Alle ore
17.30 circa giungiamo al casello autostradale di
Napoli dove pensavamo di trovare un mezzo della
polizia di stato da noi in precedenza avvertita
del nostro arrivo. Dopo un'attesa di circa 40
minuti, pur senza incidenti, ma con qualche
normale sfottò ricevuto da napoletani in
transito veniamo raggiunti da un’auto della
polizia che ci accompagna qualche chilometro più
avanti dove venivano raggruppati tutti i pullman
provenienti da varie zone d'Italia. Fatti
scendere, uno alla volta, filmati da una
telecamera e sottoposti al capillare controllo
su eventuali mezzi di offesa in nostro possesso
sia in dosso, sia nel pullman, senza alcun
controllo sul possesso della fantomatica tessera
del tifoso, risaliamo sul pullman per essere
"scortati" verso lo stadio.
Da questo momento inizia la
parte incredibile della vicenda. I pullman
vengono accompagnati con tanto di sirene da
mezzi della polizia, utilizzando la tangenziale
per un tragitto completamente identico a quello
fatto dai tifosi napoletani che si recano allo
stadio, fino all'uscita Fuorigrotta. Qui, bontà
loro, invece di andare verso lo stadio la
carovana prosegue fino all'uscita Agnano da dove
attraverso stradine piccolissime con auto
parcheggiate su entrambi i lati che impediscono
il normale passaggio dei pullman, sottoposti al
pubblico ludibrio della tifoseria napoletana
appostata sui lati della strada, si giunge
finalmente nella zona stadio riservata agli
ospiti. A questo punto zelanti agenti di polizia
con urla e chiari movimenti con le mani,
invitano i tifosi a scendere dai pullman e
correre in maniera dissennata, verso i cancelli
dello stadio, senza che alcuno di noi sapesse
quale strada prendere e quale fosse il pericolo
incombente sulle nostre teste. Tale fuga verso
lo stadio viene effettuata già in una situazione
di terrore e panico in quanto gli inviti
minacciosi della polizia lasciano intendere di
essere in una grave situazione di pericolo.
Questa corsa (io ero con mio figlio di anni 11 e
vi erano anche persone anziane con problemi
fisici) della durata di circa 200 metri termina
in un ammasso umano di persone che erano state
bloccate da una serie di transenne poste proprio
per impedire il passaggio. Dopo aver travolto
queste transenne, terminiamo la corsa contro un
cancello chiuso, in quanto l'accesso al settore
era posto una decina di metri più in là.
Scavalcando gli ostacoli, in un caos
indescrivibile, senza che ad alcuno fosse
controllato il biglietto, la tessera del tifoso
o quant'altro (sono in possesso dei tre
biglietti, mio e dei miei due figli, ancora
completamente integri, senza che sia stato
staccato nemmeno il talloncino di controllo con
il codice a barre) entriamo nello stadio. Con
quel sistema, nel settore ospiti sarebbe potuto
entrare chiunque, tifoso juventino e non con
grave rischio per tutti. Una volta "al sicuro",
all'interno dello stadio, nella parte superiore
del settore riservato ai tifosi ospiti, con
inspiegabile divieto di accesso da parte della
polizia al settore inferiore, ove non vi sarebbe
stato alcun contatto con la tifoseria
napoletana, veniamo sottoposti ad un incredibile
fuoco di artiglieria con lancio di petardi o
bombe al cui scoppio venivano divelti ogni volta
addirittura i sediolini dello stadio. Di queste
pericolosissime bombe tutto il gruppo di tifosi
juventini presenti ne avranno ricevute circa una
trentina. Il lancio avveniva da parte di
aspiranti uomo ragno che si inerpicavano fra le
strutture in ferro dello stadio per raggiungere
alle spalle i tifosi juventini e dopo aver
bucato al rete di protezione con coltelli,
lanciavano questi ordigni attraverso i buchi
testé prodotti.
Ho rivisto il giorno dopo,
la partita sul Vostro canale a cui sono abbonato
e ho udito (senza mai vedere) chiaramente lo
scoppio dei petardi che avveniva in maniera
continua e ripetuta mettendo a grave repentaglio
l'incolumità dei presenti. Per quale motivo
nessun telecronista pur presente allo stadio ha
fatto menzione di quello che accadeva ? Per
quale motivo nessuna testata giornalistica ha
riportato questo a dir poco incivile
comportamento della tifoseria napoletana ?
Perché non vi è stata da parte di nessuna
televisione neppure una inquadratura verso il
settore occupato dai tifosi juventini sottoposti
al bersaglio ? Perché il Giudice Sportivo
sanziona la società Juventus di una multa di
euro 6000 perché i suoi tifosi hanno divelto dei
seggiolini, che invece erano stati divelti dalla
forza d'urto delle esplosioni dei petardi
lanciati dai napoletani ? Perché la società
Napoli viene multata solo di euro 20000 perché
"propri sostenitori lanciavano nr. 4 petardi
verso la zona occupata dagli steward (???)" e
non fa menzione di nemmeno un petardo lanciato
verso i tifosi juventini ? Dove erano questi
steward quando venivano lanciate le bombe ?
Erano complici dei tifosi napoletani ? Nel
bollettino del giudice sportivo si menziona una
attenuazione della sanzione verso la società
Napoli dovuta a concreti atti posti in essere in
collaborazione con le forze dell'ordine ai fini
preventivi e di vigilanza. Di cosa parliamo ?
Dove erano i poliziotti ? Quali misure
preventive sono state poste in essere ? In che
cosa è consistita la vigilanza ? A Napoli queste
cose vengono definite testualmente "puttanate"
!!! Vi assicuro che per molto meno, la Juventus
nello scorso anno ebbe l'interruzione della gara
con il Parma e con il Bari oltre alla sanzione
della gara da disputare a porte chiuse. La
differenza sta nel fatto che a Torino il settore
ospiti è inquadrato costantemente da telecamere
e che certa stampa non si lascia sfuggire
nessuna occasione per... Comunque l'allucinante
racconto non è ancora terminato !
Qualche minuto prima del
fischio finale, con il bombardamento in pieno
corso (erano in possesso di un vero e proprio
arsenale bellico), rinvigorito dalla trionfale
vittoria, nel settore da noi occupato fanno per
la prima volta presenza alcuni poliziotti che,
in maniera alquanto serafica, invitano i tifosi
juventini ad abbandonare lo stadio prima del
termine della gara. Tale comunicazione fatta ad
alcuni, in maniera quasi confidenziale, provoca
di fatto che una buona parte di tifosi lasci le
gradinate. Personalmente noto che sta avvenendo
questo abbandono, ma forte dell'esperienza
maturata in molti stadi, rimanendo certo del
fatto che senza comunicazioni ufficiali i tifosi
ospiti rimangono nello stadio fino a quando non
vi sono le condizioni per l'uscita degli stessi
in sicurezza, penso che vi sia solo un
ammassarsi verso la parte inferiore. Comunque,
sentendo ancora lo scoppio di bombe e invitato
da mio figlio, molto spaventato, scendo anch'io
verso il basso, dove scopro che alcuni agenti di
polizia stanno invitando i tifosi a correre
verso i pullman in quanto - recito testualmente
- "non siamo in grado di garantire la vostra
sicurezza". Ad una mia richiesta di spiegazioni
insieme all'invito di correre anch'io verso i
pullman di appartenenza mi viene detto: "oggi,
caro signore, vi è la possibilità di acquistare
una semplice scheda e di starsene tranquilli a
casa a vedere la partita ! Per quale motivo lei
ha preferito venire qui ? Seppure allibito,
capisco che non è il caso proprio di polemizzare
con queste pseudo forze dell'ordine e
accogliendo l'invito iniziamo una lunga corsa
(circa 500 metri) fra le urla e le minacce dei
poliziotti stessi fino a raggiungere il pullman
dove tanti altri amici erano già.
A questo punto, forse la
cosa più incredibile !!! Altri poliziotti si
affiancano agli autisti dei pullman invitandoli
subito a ripartire in quanto la presenza in quel
punto era ritenuta pericolosissima. I pullman
sono pertanto ripartiti su ordine perentorio
della polizia senza che tutti i passeggeri
fossero ancora a bordo. Vane sono state le
proteste da parte nostra. L'ordine impartito era
perentorio. Ripartire senza preoccuparsi di chi
manca !Nel frattempo la carovana dei pullman
"quasi pieni" era ripartita con la scorta della
polizia. Il nostro pullman leggermente
attardatosi in attesa di qualche ritardatario
era costretto ad inseguire la scorta che a quel
punto precedeva abbondantemente il nostro
pullman. Non sono in grado di dire che cosa è
successo agli altri pullman. Posso solo dire che
il nostro mezzo è rimasto fermo nei pressi dello
svincolo autostradale fino all'una di notte,
senza alcuna scorta o protezione, sottoposti a
gesti triviali da parte dei tifosi napoletani di
passaggio, con il rischio di dar corso ad un
pestaggio in piena regola qualora altri
scalmanati si fossero fermati vicino al nostro
pullman. In questa situazione abbiamo atteso,
affinché coloro che erano rimasti a terra
potessero raggiungere in qualche modo il pullman
e fare ritorno a casa tutti insieme. L'ultimo
dei dispersi, ironia della sorte, è stato
accompagnato da una volante della polizia. Al
termine, mio figlio di 11 anni mi ha detto:
"Papà, io a Napoli non voglio venire mai più
!!". Gli ho risposto: "Anch'io !" Ho voluto
raccontare questa paradossale odissea che nella
mia lunga esperienza di tifoso bianconero aveva
avuto in termini di paura un solo altro caso:
BRUXELLES - 29 maggio 1985. Non so se la stessa
sarà ritenuta degna di cassa di risonanza e se
ritenete opportuna diffonderla e renderla nota,
ma una sola preghiera mi sento di rivolgere:
Fate conoscere questa esperienza alla società,
affinché possa fare anche in maniera
provocatoria ricorso verso la sanzione della
multa di euro 6000 comminata per il
comportamento incivile dei propri sostenitori.
Quei 6000 euro che siano destinati ad un'opera
benefica e non a questi "venditori di fumo" fra
cui la Federazione, la Lega e il ministro Maroni
!!!
Con cordialità.
Andrea Leonetti
(Consigliere Juventus Club "Avv. Giovanni
Agnelli" di Andria)
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
13 gennaio 2011
A rischio di Heysel
Da meridionale e da
italiano non è mutato affatto il mio profondo
amore per Napoli e per la maggior parte dei suoi
cittadini, ma ho deciso fosse il caso di
pubblicare questa testimonianza che mi ha
inviato il consigliere di un club juventino di
Andria, al fine di denunciare lo stato latente
di grave pericolo per le famiglie di tifosi
bianconeri che decidono di seguire pacificamente
la Juventus in trasferta negli stadi d'Italia.
Sono in possesso del recapito telefonico e
dell'indirizzo dell'autore dell'articolo, al
quale potrete scrivere in privato per eventuali
chiarimenti o per l'autorizzazione alla
pubblicazione della fonte. (Scrivete a postmaster@saladellamemoriaheysel.it)
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it © 13 gennaio 2011
©
Gentile Armando Colotta, l'esordio del suo articolo
scomoda quell'immagine cruenta di un celeberrimo
omicidio dell'antica storia romana assimilandolo
al sangue innocente versato all'Heysel,
inforcando un'infelice metafora, sia perché il
dolore dei familiari di quelle vittime, da lei
di seguito appellati con lo sgradevole termine
"disgraziati", non può essere strumentalizzato
in nessun altro paragone e sia perché nella
incongruente similitudine ha subliminalmente
infilato il pugnale assassino perfino nelle mie
mani, nude.
Allora, citazione per
citazione, le rammenterò quella di un grande
fiorentino, orgoglio della sua città e della
nostra madre lingua: "... Non vogliate negar
l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza
gente. Considerate la vostra semenza fatti non
foste a viver come bruti ma per seguir virtute e
canoscenza" (Dante Alighieri, Divina Commedia,
Inferno canto XXVI, 116-120).
Vorrei, pertanto, chiarire,
non solo a lei, ma a tutta la tifoseria Viola il
mio sincero punto di vista. Anche al Sindaco
Matteo Renzi che dopo aver soffiato benzina sul
fuoco con le sue farneticazioni irresponsabili
prima della partita ha creduto più opportuno
rintanarsi ad Arcore invece di rispondere alla
mia lettera. La memoria è una comune speranza,
non la spettanza di un comune ed è pure madre
amorevole che accoglie figli multietnici.
Proprio come spesso si sente dire "non c'è
futuro senza memoria...
Lei ha intitolato il pezzo
"Juve. ognuno si lavi i panni in casa
propria"... Credo, invece, sia ben più spinoso
il problema. E' proprio nell'acqua putrida che
scorga, nelle fonti avvelenate. Lei mi
insignisce dei galloni del comando della
tifoseria juventina, ignorando che il mio sito è
opera esclusiva del sottoscritto ed in virtù di
questa ragione spontaneamente ecumenico nel suo
fine ispiratore. Avrei potuto realizzarlo,
infatti, anche non da appassionato di calcio o
della Juventus. Il problema nasce da qui. Nella
presupponenza del campanile. Voi, noi... I viola
così, i gobbi colà... Proprio perché penso che
il calcio e tutti i suoi derivati contino zero
davanti a qualunque tragedia civile e che le
bandiere appaiano poco più di un dettaglio di
fronte alla morte di chiunque, non potrò mai
minimizzare sulla sacralità violata di quelle
vittime, tra l'altro non tutte italiane e
juventine. Non lo permetterò a chiunque e non mi
fermerò davanti a nessuna minaccia. Venticinque
anni d'insulti da una parte e di indifferenza
dall'altra. Due poli della medesima vergogna.
Non chiedo onori, ma iniziamo dal rispetto e dal
silenzio. L'Heysel non è terra di campanili, ma
terra consacrata su cui levarsi i sandali, tutti
e se non s'insegna o non si pretende il rispetto
dei morti, ci saranno altri morti...
Lei mi ha anche invitato a
pensare ai "barbari della mia tifoseria" che
hanno lanciato i petardi, che insultarono le
povere vittime di Superga e dell'Arno, dei
mostri di Firenze. Non soltanto condivido la sua
indignazione, ma la sposo da cittadino italiano
che tifoso di calcio o meno, dovrebbe sempre
denunciarne penalmente fatti e risvolti. Però,
vede, Colotta, io credo sinceramente di aver
fatto ancora di meglio, potendo rispondere di
quei cori moralmente solo per me stesso. Nel mio
sito museo ci sono delle pagine in memoria di
altre vittime premature dello sport. Una di
queste è dedicata da tempo alla sciagura aerea
di Pier Cesare Baretti ed al suo compagno di
volo, Oreste Puglisi.
Come potrà constatare,
approfondendo la lettura del mio sito, non sono
avvezzo a strategie di fazione, a complotti
partigiani, proprio perché non giudico amica o
nemica nessuna tifoseria che è avversaria sul
campo. Io saggio gli uomini, nella sostanza.
Quella benedetta o maledetta targa al "Franchi",
ovviamente, non si farà mai, stia tranquillo. La
mia provocazione al Sindaco servirà invece,
magari, ad isolare sempre di più il presunto
"sparuto gruppetto" nel suo immarcescibile
liquame mentale, ma il setaccio è nelle vostre
mani e se realmente ne avrete forza, ma
soprattutto voglia, lo dovrete smuovere voi...
D'accordo, signor Colotta,
accetterò di buon grado il suo consiglio,
ringraziando prima di tutto lei ed i gestori del
vostro sito per la cortesia degli spazi a me
concessi. Da questo momento in poi tornerò ad
occuparmi del potere sbiancante della mia
candeggina e con un occhio severo al balcone del
Palazzo, perché prima o poi di questo passo non
crolli. Proprio in ragione delle regole etiche
del vivere sociale e nel nome di quelle più
nobili e affascinanti del vero credo Ultrà, mi
permetta solo un piccolo suggerimento per il
vostro bucato: rottamatela quella lavatrice,
com'è che stinge tutte quelle sciarpe di rosso ?
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
11 Dicembre 2010 (NdR: l'articolo originale di
Armando Colotta non è più reperibile)
La Risposta del webmaster
di dodicesimouomo.net
Sig.re Domenico Laudadio, sono Alessandro Landi,
webmaster del sito dodicesimouomo.net. Entrando
nel suo sito, ho trovato la lettera indirizzata
ad Armando Colotta. Non sappiamo se la stessa ci
è stata inviata, non avendola trovata nella
posta ma se ci dà il permesso, la pubblicheremo
senza alcun problema. Innanzitutto, lasci che le
spieghi cosa è questo sito. Nasce il 12 Luglio
2010, dalla passione di soli tifosi, contro un
calcio che non ci appartiene. E per essere
chiari, non siamo nostalgici di un calcio
violento ma vorremmo un calcio più umano, più
sincero, meno schiavo di televisioni e
restrizioni incostituzionali. Fatta questa
piccola premessa, ben prima che ci giungesse
voce della sua lettera al sindaco, e ben prima
dell'articolo di Crosetti, noi abbiamo chiesto
alla curva di smettere con quel coro. Si badi
bene, non rispunta fuori all'improvviso il
Martedì di Coppa ma il Sabato della partita
Juventus - Fiorentina, dopo il lancio delle
bombe carta. Chi le scrive è un ex Ultras che
non per compiacerla ma ha sempre odiato quel
coro. Crediamo di essere stata l'unica voce a
Firenze a chiedere di farla finita con questo
odioso coro. Gli altri siti, tv, radio, si
limitano a riportare le notizie ma la faccia non
ce la mettono quasi mai. Però siamo tifosi e se
troviamo legittima la sua lettera al sindaco (a
tal proposito siamo in buona compagnia a noi non
si è mai degnato di rispondere, forse perché
4.000 utenti giornalieri sono un palcoscenico di
poco conto per chi oramai è arrivato
ad...Arcore), proprio da tifosi non accettiamo
che vengano evocate pene esemplari, squalifiche
del campo. Nemmeno accettiamo di leggere che la
questura di Firenze dorme. Pensiamo che nessuna
piazza abbia subito la repressione degli ultimi
5 anni come a Firenze, giusta, sbagliata, poco
importa, mi creda la questura vigila e
parecchio, facendo del resto il suo lavoro. Mi
permetta di rabbrividire a sentire invocare pene
esemplari. Evocano dittature, se permette.
Sappiamo benissimo che lei è del tutto estraneo
a queste richieste. Solo che generano come potrà
ben capire, recriminazioni, tipo squalificate a
loro il campo per le bombe carta. E i nostri
morti ? Capisce che ragionando così non ne
usciamo ? Avrei piacere di parlare
telefonicamente con lei, fosse solo per farle
gli auguri.
Se non è possibile voglia
gradire i nostri migliori auguri di buone feste
e buon lavoro. Alessandro Landi
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 22 Dicembre 2010
Conclusioni finali e auguri
al sito dodicesimouomo.net
Gent.mo Alessandro Landi,
ho inviato tramite il
modulo all'interno del vostro sito la lettera in
risposta ad Armando Colotta, ma evidentemente
non l'avete ricevuta per qualche problema
tecnico. Mi spiace, sinceramente, potete
pubblicarla subito, se lo ritenete utile.
Condivido la vostra
indignazione per ciò che è ora il "nostro"
calcio. Penso che lo teniamo in vita, soltanto
noi, con la nostra passione e le nostre piccole
"faide". Mi domando spesso se ne valga veramente
ancora la pena...
Quel coro è infame, ed
altrettanto da infami profanare il riposo di
Gaetano Scirea o dei grandi di Superga, di
Fortunato e delle povere vittime dell'Arno, di
Alessio e di Riccardo e così di quei ragazzi
massacrati da Pacciani e compagni o di Pier
Cesare Baretti. Come avrete notato, visitando il
mio sito museo, c'è un piccolo omaggio anche per
lui nelle pagine in memoria. Io non odio Firenze, città
meravigliosa e madre della nostra cultura, non
odio i fiorentini, magari nutro di riflesso una
radicata avversione per i tifosi della
Fiorentina. Accetto allo stesso tempo
serenamente che la Juve possa essere detestata
per la ragione contraria alla quale è amata alla
follia, ma non tollero e denuncerò sempre cosa e
chi travalichi il limite del rispetto per gli
esseri umani. Il coro in favore del Liverpool
della Fiesole, quelle tante sciarpe rosse,
feriscono quanto la famigerata canzoncina di
"Montagne verdi", perché ambiguo e maligne come
quel gemellaggio con i
reds dell'anno passato,
finito in burletta ad Anfield Road, e non di
meno subdolo.
Non mi aspetto nulla dai
mezzi d'informazione, asserviti ai giochi della
politica ed ai calcoli dell'economia che
decidono sempre le sorti del paese e spesso
anche del calcio. Quelli che vi hanno umiliati
indegnamente fino al fallimento ed alla C2, per
colpire Cecchi Gori, graziando viceversa Parma,
Lazio e Roma. Quelli che hanno spedito persino
la Juve in serie B, sull'onda del sentimento
popolare e di un processo farsa, come sta
emergendo dagli atti del processo penale di
Napoli. Se ne esce soltanto
osservando rigorosamente un codice etico, quello
degli esseri umani. Il rispetto, il silenzio e
la memoria condivisa. Tutti, insieme. Nel credo
ultrà ci sono già gli anticorpi per debellare la
bestialità di certi pseudo ultrà, basta
disconoscerne l'identità ed allontanarli dalle
curve.
La nostra rivalità sia
eterna, Alessandro, gli sfottò sempre più
pittoreschi, al netto del lancio criminoso dei
petardi e delle magliette -39, ma nel rispetto
dei morti, di tutti i nostri morti. Il colore
del lutto ci riunisce sotto lo stesso vessillo,
quello del dolore. Rispettiamoci nel suo nome,
lealmente, da tifosi, da ultras e da uomini.
A lei, ad Armando ed ai
suoi affezionati lettori, ed ai vostri cari un
sereno Natale. Sportivamente.
Domenico Laudadio
Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 22 Dicembre 2010
(NdR: a utorizzo
la pubblicazione anche di questa mail privata e
chiedo liberatoria per quella da lei ricevuta in
data odierna)
Gent.mo Sindaco, mi ritrovo nel doveroso
impaccio di scriverle guardandomi bene dal
rappresentare il pensiero di una fazione ed il
colore della mia bandiera. Le scriverò,
pertanto, da cittadino europeo e soprattutto in
qualità di responsabile del sito museo virtuale
multimediale www.saladellamemoriaheysel.it che
intende custodire ai posteri la memoria di una
tragedia che troppo spesso è infangata in molti
stadi italiani dallo scherno e dalla presunta
goliardia dei cosiddetti "imbecilli della mamma
sempre incinta", a cui sarebbe opportuno, una
volta per tutte, asportare le ovaie.
Lei è indubbiamente persona
di spessore, ispirata da principi e valori nei
quali non mi risulta affatto difficile
riconoscermi e persino condividerne i percorsi
di rinnovamento. Dovrò, pur tuttavia,
confidarle, innanzitutto la mia sorpresa e la
conseguente preoccupazione per le sue
esternazioni che hanno preceduto la partita tra
Fiorentina e Juventus, autentico arsenale per un
evento sportivo che di sportivo ha sempre meno
da tre decenni. Un corredo di parole decisamente
più appropriate al privato di un comodo divano
di casa con gli amici, non di certo per l'ansa.
Un fusto di benzina sul braciere, anche se lei,
quasi candidamente, ne ha rivendicato l'assoluta
buona fede, prendendone le distanze, come fosse
stato il modesto contenuto alcoolico di un
vasetto di ciliege sotto spirito. Gli effetti ampiamente
prevedibili, in barba alle ipocrite limitazioni
dell'impotente tessera del tifoso, quanto beceri
e indegni. Canzoncine vigliacche che offendono i
morti e vili petardi, altrettanto esecrabili,
azioni di figli di meretrici notorie, ma per
dovere di cronaca anagraficamente, comunque
distanti.
Lungi dall'essere questa
mia il pretesto per un giudizio arbitrario sulla
sua persona, fidandomi a tal fine unicamente
della sua coscienza, non sono qui a scriverle,
neanche a nome dei familiari di quelle vittime,
poiché di fronte a tanto dolore lo farei
indegnamente. Per la medesima ragione non
oserò chiedere le scuse a loro nome, dovute
dall'altro popolo che assieme a lei s'indigna.
Suggerisco, invece, a Firenze, che lei in
qualità di Sindaco rappresenta, di compiere un
gesto solenne per onorare quei 39 innocenti: una
targa in loro memoria all'interno dello stadio
Artemio Franchi, come a Bruxelles, come a
Liverpool. Mi creda, Renzi, le parole se le
porta via il vento, le pietre restano e come
insegnano i padri si verrà giudicati dalle
opere. La saluto cordialmente.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
2 Dicembre 2010
@
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Ufficiale di Matteo Renzi alla Lettera
Preg.mo Presidente Andrea
Agnelli, Le scrivo in merito alla
inqualificabile usanza da parte delle maestranze
dello stadio "Re Badouin" di Bruxelles di
posizionare alcuni cassonetti della spazzatura
sotto le targhe in memoria dei nostri 39 caduti
dell'Heysel.
L'ultima segnalazione ci è
pervenuta leggendo un articolo scritto a
riguardo dal giornalista Ivan
Zazzaroni. Sono
certo che non si tratti di un fotomontaggio, né
di un caso isolato. Durante i campionati europei
del 2000 in Belgio la cosa era già stata
documentata da relativa fotografia. Ho scritto di getto una
lettera al Borgomastro di Bruxelles manifestando
la mia civile e ferma protesta, chiedendo non
soltanto lo spostamento dei bidoni, ma le scuse
ai familiari delle vittime ed al popolo
bianconero, di cui mi ero modestamente fatto
portavoce.
Mi ha risposto circa un
mese dopo un addetto stampa del comune di
Bruxelles con l'educata formalità della
burocrazia di rito, palleggiando le
responsabilità dal Sindaco all'assessore dello
sport ed assicurandomi che avrebbe segnalato la
cosa a chi di dovere. Un atteggiamento pilatesco
tipico nella politica belga già ai tempi della
difesa al processo dopo la strage del 1985.
Nessuna dovuta parola di scuse, quindi, da parte
del sindaco o di altri rappresentanti politici. I nostri martiri
dell'Heysel, meritano il rispetto di chiunque.
Sono puntualmente dileggiati in molti stadi
d'Italia, nel silenzio più omertoso di certa
stampa italiana. Sono stati dimenticati per 25
anni da tutti, tranne che dalla tifoseria
organizzata della Juventus e da pochissime altre
persone. Non possiamo tollerare, né tacere
davanti a questa ennesima profanazione a metà
tra l'incuria e la cattiveria.
Per queste ragioni La prego
d'intervenire personalmente nel merito ed
esigere le scuse dovute alla memoria delle
vittime, ai loro familiari, alla Juventus
Football Club ed a tutta la sua moltitudine di
tifosi, in Italia e nel mondo. Caro Presidente Andrea,
come ha sensibilmente dimostrato in occasione
del 25° anniversario della tragedia a Torino,
sono certo che Lei porti sul cuore le stigmate
zebrate del nostro stesso dolore e che
realizzerà quel "luogo alla memoria" promesso
nella nostra nuova casa a Torino. Ne siamo
certi, anche perché il Suo cognome è da sempre
orgoglio della nostra storia e la sovranità
della nostra leggenda.
La ringrazio di cuore per
l'attenzione e per la Sua cortese disponibilità.
Con stima.
Domenico
Laudadio (Ideatore e responsabile del
sito museo virtuale multimediale
www.saladellamemoriaheysel.it)
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
18 Ottobre 2010
@
Nessuna Risposta
Ufficiale di Andrea Agnelli alla Lettera
Fatto
riprovevole denunciato nel suo blog personale da
un articolo web del giornalista Ivan Zazzaroni (non più reperibile
sul web) e segnalato anche al Presidente della
Juventus Football Club Andrea Agnelli.
Monsieur le Bourgmestre,
c 'est avec beaucoup
d'indignation que je vous écris aujourd'hui
après avoir vu la photo du journaliste Ivan
Zazzaroni qui montre des containers d'immondices
placés juste sous la plaque commémorative des 39
victimes de la tragédie du Heysel. Véritable
profanation de profanati on ce symbole porteur
d'une grande valeur affective. Je suis certain
qu'il ne s'agit pas d'un photo montage, la photo
a été prise récemment lors du match
Belgique-Allemagne, joué pour les qualifications
de l'Euro 2012. Malheureusement, je dois
ajouter que ce n'est pas la première fois que
ces bacs d'immondices se trouvent sur ce lieux
du souvenir. Cette autre photo remonte à
quelques années et concerne l'autre plaque
présente à l'intérieur du stade. A première vue,
on pourrait presque penser qu'en règle générale
les responsables du nettoyage du stade ont pris
cette très mauvaise habitude... pour ne pas
utiliser des paroles plus offensives.
Je vous écris comme simple
citoyen italien et européen, et non seulement en
qualité de supporter de la Juventus et
responsable du musée virtuel multimédial "sala
della memoria", mais je voudrais aussi vous
rappeler que dans cette tragédie quelques-uns de
vos co-nationaux sont aussi disparus: Alfons
Bos, Willy Chielens, Dirk Daeninckx, Jacques
François. Je m'efforce sincèrement de
penser que cette balafre à la mémoire des morts
qui nous sont si chers, est seulement un geste
de légerté, sans aucune arrière pensée. Mais je
peux vous assurer que l'impact émotif est
insoutenable. Pensez, seulement à l'effet de ces
photos sur les familles des victimes.
Tout cela me semble très
contradictoire avec les cérémonies du 29 mai
dernier. Au Stade Roi Baudouin, ce jour là, la
ville de Bruxelles a célébré avec beaucoup de
dignité le 25ème anniversaire de la tragédie, je
l'ai d'ailleurs souligné sur mon site internet. Ce jour là, une équipe de
la RTBF pour le Journal Télévisé, dirigée avec
sensibilité par la journaliste Valérie Dupont, a
recueilli le témoignage des tifosi de la
Juventus, à l'occasion de la messe de
commémoration des victimes, sur la place de
Santa Rita à Turin.
Bouleversé par ces
évènements, je vous prie d'intervenir, en
personne, pour mettre un terme à cette mauvaise
habitude. Je pense aussi en toute franchise que
la ville de Bruxelles devrait s'excuser
publiquement auprès des familles des victimes du
Stade du Heysel. Je fais confiance à votre
sensibilité pour trouver les mots justes et
effacer l'outrage. D'avance je vous remercie
Monsieur le Bourgmestre, pour l'attention que
vous porterez à ma lettre et je vous prie
d'agreez mes salutations distinguées.
Domenico Laudadio (Créateur du site et
conservateur du musée des médias virtuels
www.saladellamemoriaheysel.it
Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 16 septembre 2010
(NdR: j e vous remercie pour votre
traduction reporter genre Valerie Dupont
correspondant de la TSR - Télévision Suisse
Romande et la RTBF Radio Télévision Belge)
La réponse officielle de la
ville de Bruxelles
Monsieur, Votre mail m’est bien
parvenu et a retenu toute mon attention. Je
prends bonne note de vos remarques. La gérance
du site du Heysel est de la compétence de
Monsieur Bertin Mampaka, Echevin en charge du
Sport. Dans ce cadre, je me permets d’attirer
son attention su la présence des poubelles
indiquées et sur la nécessité de les déplacer.
Restant à votre entière disposition, je vous
prie de croire, Monsieur, à l’assurance de mes
sentiments les meilleurs. 12 octobre 2010
Karine
Lalieux (Cabinet de l' Echevine de
la Propreté et de l' Informatique)
Fonte:
Ville de Bruxelles
(Département Urbanisme - Architecture)
© 12
ottobre 2010
Merci envoyez et
considérations finales
Madame, je vous remercie de votre
réponse à ma lettre, mais en même temps je ne
peux cacher mon amertume en observant qu’elle ne
contenait pas un mot d’excuses, tel qu’il serait
dû premièrement aux familles des 39 victimes du
stade Heysel, et ensuite aux supporteurs de la
Juventus, dont je suis le porte-parole en vertu
de mon site musée multimédia qui protège depuis
des années la mémoire de nos morts à Bruxelles,
et des vôtres.
J’aurais bien
préféré,
au-delà
des responsabilités
directes,
que ce
soit le
Bourgmestre en
personne à me
répondre et
à spécifier
ces
responsabilités, étant
donné
que ça
fait
bien longtemps
que
des journalistes et
des
supporteurs
nous envoient
des
communications
et des
photos de ces
poubelles ,
dès le
Championnat
Européen de Football 2000.
Vous
avez certainement
bien
fait votre
travail, mais ma
requête
était bien
plus qu’une
simple
formalité : c’ était l’ expression
d’une douleur profonde
partagée pendant
vingt-cinq
ans
avec ceux qui
portent
dans le
corps et l’ âme
les
signes du mal
subi ce
soir-là,
dans
votre stade de l’ horreur. C’est pour
cette
raison que je m’ attendais, et non de
votre part,
à un peu
moins de
formalité et un
peu plus de
solidarité.
Tout en vous
remerciant, je
vous
annonce cependant
que
nous allons
contrôler
personnellement la position de
ces
poubelles honteuses, et
que je
vais informer le Juventus
Football Club, dans la
personne de son
Président,
M. Andrea Agnelli, de ce
problème désagréable et
de notre
échange de
courrier.
Domenico Laudadio (Créateur du site et
conservateur du musée des médias virtuels
www.saladellamemoriaheysel.it)
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 13 octobre 2010
(NdR: j e vous remercie pour votre
traduction Simonetta Paparella)
Il 29 maggio 2010, durante
la commemorazione ufficiale delle vittime nel
giardino della sede della Juventus, Andrea
Agnelli, neo presidente, annunciava che "Nel
nuovo stadio che stiamo costruendo ci sarà un
luogo dedicato a ricordare le vittime di quella
serata, che sono sempre nei nostri cuori.
Vogliamo che il loro ricordo ci accompagni anche
nella nostra nuova casa".
E' questa dichiarazione certamente una
grande vittoria morale per il sottoscritto
ed il raggiungimento del fine perseguito amorevolmente e disinteressatamente
con l'impegno coerente di questi anni, ma resta umanamente un fondo di amarezza per non aver ricevuto mai un segnale di attenzione dalla
società per cui ho sempre tifato e continuerò
per sempre a fare il tifo, consapevole
che la Juventus è un ideale alto e puro di sportività
in mano o nei piedi di uomini di passaggio, come ogni valore per cui si vive, si
lotta e si muore...
39 volte grazie, Presidente Agnelli...
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it © 30 maggio 2010
@
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Ufficiale di Andrea Agnelli alla Lettera
Carissimo Roberto,
mi permetto di darti del
tu, perché un bambino non teme mai dai suoi
sogni. Forse tu non lo immagini, ma io volavo
proprio quando le tue braccia si elevavano al
cielo e principe delle aree svettavi regale in
quelle immagini senza colore. Eri maestro e
carezza di parole mai banali, dal sorriso
appuntito e con quel fendente di lama vincente
in campo, da imitare. E' in virtù di questo
intimo legame che oggi busso temerario al
portone del tuo maniero, perché sei rimasto
l'ultimo templare di una fede, così nobile e
antica ed a molti ieri come oggi invisa. La bandiera arrotolata, il
cuore in tumulto, una gioia a metà fra
l'orgoglio e l'orrore nel mio passo spedito
verso casa. Vent'anni sono troppo pochi per
capire che la vita di un uomo vale più
dell'esultanza di mille altri. Una macchina
strombazzava invereconda, qualcuno che esultava
nell'abitacolo, io alzo il pugno rabbiosamente
in alto in segno di vittoria, poi mi gela da
dentro una brezza di vergogna che ho seppellito
in terra sconsacrata per cinque lustri nella
coscienza. Ci sono vittorie e sconfitte nella
vita, ma ciò che t'insegna i passi di danza del
respiro del mondo è la verità che giace nel
fondo delle cose. Per questa ragione è nato il
mio sito in memoria dei caduti di Bruxelles, www.saladellamemoriaheysel.it, il 22 febbraio
dell'anno scorso.
L'Heysel è una pagina di
storia che qualcuno infantilmente ha stralciato
nel grande libro della Juventus e che non riceve
più ospitalità neanche sul suo sito ufficiale.
Aleggia ancora imbrattata dal sangue di
innocenti peregrinando in quella sala dei trofei
come un fantasma ed intimando al metallo anonimo
della vanagloria posato sulla fredda bacheca di
costituirsi responsabilmente ai vincoli della
memoria. Basterebbe un lembo di stoffa bianca e
nera a marchiarla, affinché quella coppa si
trasformi da calice amaro in un venerabile Graal
di Juventinità. Nell'archivio polveroso
dell'oblio, come sacchi di patate, abbandonati
sono ancora là, in un angolo, i bozzoli inermi
di quei 39 angeli. Se avrai la bontà di
scendervi assieme a noi, scoprirai il sollievo
di un brivido precoce di giustizia e la calorosa
vampa della memoria che non giudica, ma unisce
in un solo abbraccio le vittime ai carnefici e
chi l'ha messa al bando in tutti questi anni,
confinandola fino a lì.
Carissimo Roberto, l'onore
è una scuola che ti annovera fra i suoi luminari
emeriti, riscendiamo insieme in quello
scantinato da chi impose al circo di non
fermarsi, immolando l'inciampo nel vuoto di
acrobati e funamboli alla ragione di stato. Non
fummo colpevoli noi di generare quella infame
mattanza, ma gaudenti di banchettare
all'effimero trionfo, come fosse Pasqua sul
Golgota, quando avremmo dovuto soltanto
piangere. Voltati, siamo in tanti, abbiamo pochi
fiammiferi per illuminare un ricordo, ma siamo
venuti fino a te per chiederti una sala della
memoria dove riscrivere definitivamente la
medesima storia abbagliandola di fiaccole
eterne, un luogo perenne dove sussurrare una
preghiera, posare un fiore, imparare da un
silenzio più grande. Un museo multimediale che
trasmetta un messaggio autorevole contro la
violenza, nel nuovo stadio della Juventus, ma
anche un simbolo che non faccia alcuna
distinzione fra le bandiere. Carissimo Roberto, ho già
scritto agli ultimi due presidenti, che hanno
pensato fosse più in stile non rispondermi, ma è
la prima e l'ultima volta che scrivo veramente
alla Juventus, perché tu ne sei l'ultimo
baluardo. Tu che per l'amata sovrana non hai
disdegnato le lacrime, che ne conosci tutte le
anse del cuore e ne sei amante fedele, riportale
a casa quei figli dispersi nel Belgio,
ricordarle uno ad uno i loro nomi, prima che
calino altri venticinque sipari di tenebra. Noi
tifosi non abbiamo mai dimenticato. Confidalo da
parte nostra all'orecchio della divina signora,
c'è sempre tempo per l'amore.
Con affetto.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
6 Febbraio 2010
(NdR: questa lettera, pur
non avendo ricevuto mai risposta da Roberto
Bettega, è stata pubblicata nel libro di
Francesco Caremani "Heysel le verità di una
strage annunciata", riedito in occasione del 25°
anniversario della strage nel 2010 da
Bradipolibri Editore)
@
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Ufficiale di Roberto Bettega alla Lettera
Gentilissimo Presidente
Blanc, credo che la famiglia
juventina sia divisa molto più di quello che può
apparirle. Calciopoli, un po' come la morte
contadina delle allegorie medioevali, ha
tracciato un solco profondo nell'animo del
popolo Juventino. La moltitudine dei tifosi,
infatti, ha percorso itinerari molto differenti,
chi, aggrappandosi alla tradizione, altri al
proprio istinto, magari fino al punto di
rinnegare il blasone, altri ancora, studiando
pedissequamente le carte processuali ed
ascoltando tutte le udienze. Bisogna guardare molto più
indietro per trovare qualcosa che ci unisca
davvero tutti, indistintamente, giovani e
anziani tifosi juventini. Qualcosa che offra,
pur nel dolore, un memoriale di Juventinità che
aggreghi tutte le anime bianconere in un cuor
solo ed in un'anima sola. Nel corso della nostra
infinita storia sportiva, ben più grave della
retrocessione del 2006, non possiamo dimenticare
l'olocausto dei nostri fratelli caduti a
Bruxelles. L'Heysel è un lutto mai elaborato
fino in fondo dalla Juventus, in questi
ventiquattro anni. Le due righe di commiato ad
ogni anniversario non ci bastano più. Sul sito
ufficiale della società, a differenza di quello
del Liverpool, non c'è nemmeno una pagina in
memoria con i nomi delle vittime. E' tempo di
fare pace con la memoria di quella sera tragica,
in dignità e stile, come ci compete sin dalla
nostra fondazione. Gli errori del passato sono
fantasmi che svaniscono e soltanto l'amore
resta, a cambiare le cose, a spegnere in modo
solenne l'ardire di chi è andato persino oltre,
sbeffeggiando il nostro dolore. Noi, nonostante tutto
questo tempo che è trascorso, non abbiamo mai
dimenticato quei caduti e mai lo faremo.
Sinceramente non posso dirle lo stesso della
nostra amata e gloriosa Società, di cui è
onorato Presidente. Se riuscissimo insieme a
trovare un luogo dove ricordarli veramente quei
morti, accarezzare i loro nomi su una lapide,
dove portare un fiore, magari proprio in una
sala museo del nuovo stadio, dedicata alla loro
cara memoria, forse, finalmente, troveremmo
tutti un vero senso anche a quella Coppa,
maledetta. Anzi, oserei dirle di più,
Presidente, sarebbe proprio quella Coppa,
spostata dalla gelida ed anonima sala dei trofei
su di un basamento, ricoperto dai fiori, al
centro della sala della memoria dei caduti
dell'Heysel, il cuore ed il simbolo del mausoleo
per eccellenza. Non si tratterebbe di sminuirla,
di rifiutarla, di restituirla, ma di darle
l'unico senso finalmente condivisibile da tutti:
la dedica e la memoria perenne ai posteri di un
sacrificio umano che non dovrà ripetersi mai più
in nessun ambito dello sport. Perché erano nostri
fratelli. Perché ciascuno di noi sarebbe potuto
essere al loro posto. Perché l'odio non
costruisce niente, l'indifferenza è ancora
peggio, ma soltanto la memoria raduna alla
stessa mensa le vittime ed i carnefici e non
pensi che sono qui da solo a chiederglielo, con
il povero mezzo di una lettera. Si guardi alle
spalle, caro Presidente, glielo chiede la
storia. In stima.
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it © 21 novembre 2009
@
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Ufficiale di Roberto Bettega alla Lettera
Pregiatissimi Andrea e
Diego Della Valle, scrivo a Voi, espressione
signorile di Firenze, culla della lingua e della
cultura italiana, certo di trovare accoglienza e
solidarietà per le mie semplici parole. Ho
realizzato un sito in forma di museo virtuale
multimediale in memoria dei trentanove caduti
dell'Heysel, quelli che noi tifosi juventini
chiamiamo affettuosamente "i nostri 39 angeli".
Nelle ultime settimane il gemellaggio della
vostra tifoseria con quella del Liverpool ha
riaperto ferite e polemiche su vari fronti. Di striscio i giornali,
impegnati molto più da Mourinho e dalle sue
facezie, ma soprattutto le radio e le
televisioni private tra Roma e Firenze, hanno
affrontato il problema di questo gemellaggio che
la tifoseria bianconera vede tutt'ora come un
inganno dai risvolti ipocriti. Tra dialogo e
toni accesi, le parti hanno scambiato pareri
contrastanti sull'evento. La tifoseria
organizzata, attraverso la voce dei suoi capi
storici ed i giornalisti locali, tra i più
accreditati tifosi della vostra società, hanno
garantito che non vi erano motivazioni fondate
dal dileggio della memoria o dalla celebrazione
di quella lurida mattanza. Abbiamo creduto alla buona
fede della parte sana di Firenze e pensato che,
forse quel nervo era ancora scoperto e ci
doleva. Abbiamo anche chiesto scusa alla città
per aver usato certi toni, forti ed aggressivi.
Ho scritto sui vostri forum e sui vostri siti
ufficiali, assieme ad un vostro tifoso, parole
di concordia, chiedendo uno striscione in
ricordo delle 39 vittime da esporre durante la
partita di Torino dello scorso 17 Ottobre. Non ho ricevuto alcuna
risposta, né in privato, né sugli spalti. Anzi,
con dolore e sdegno, ho collezionato
segnalazioni e testimonianze, foto e filmati, di
alcuni vostri tifosi con magliette e sciarpe del
Liverpool con scritte e numeri, "meno" e "39".
Certamente minoranze, potreste obiettarmi, ma in
tutta franchezza io penso che quel gemellaggio
sia nato sotto una cattiva stella e che sia
stato oggetto di contraddizione e divisione
soprattutto nelle fila della vostra tifoseria. La preghiera che rivolgo a
Voi, dalla illuminata visione del calcio e dello
sport, non dimentico del Vostro gesto di grande
civiltà con l'introduzione del "terzo tempo" al
termine delle gare, è quella di fare più luce ed
ordine nel merito e di compiere ancora una volta
ad esempio, un gesto ufficiale di commemorazione
da parte della ACF Fiorentina. A questo proposito, vorrei
segnalarvi la presenza di un monumento ad
Anfield Road che è stato eretto in memoria delle
vittime dell'Heysel. (NdR: più precisamente si
trattava all’epoca di una targa nel museo del
Liverpool) Prima della partita di ritorno di
Champions deponetevi un mazzo di fiori viola.
Saranno certamente un segno inequivocabile e
graditi, sciogliendo definitivamente i vincoli
dell'odio e della idiozia di frange che non
meritano di militare in nessuna tifoseria. In stima.
Domenico
Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it © 6 Ottobre 2009
@
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Ufficiale dei Presidenti della Fiorentina alla Lettera
Gentili Tifosi della
"Viola", mi permetto, pur con un
pizzico di soggezione, d'invadere lo spazio che
comunemente utilizzate per gioire e soffrire per
la vostra gloriosa squadra. Sono un tifoso
juventino che non ha mai dimenticato l'Heysel, a
differenza di molti altri dirigenti e tifosi
della sua stessa società e che giudica quel
trofeo niente di più di un numero beffardo nelle
statistiche. Sono anche il tifoso che
giudica i cori e le canzoncine su Superga,
Baretti e l'Heysel, una fiera della imbecillità
che accomuna i suoi mentecatti in un colore
solo, quello della vergogna. Credo, però, fra
italiani, ce l'abbia anche il dolore, un pane
raffermo di condivisione.
In questi giorni sono
divampate polemiche che riguardano il
gemellaggio della vostra tifoseria con il
Liverpool, poiché non è sembrata ben chiara la
motivazione al popolo bianconero, ma soprattutto
a quella parte del nostro tifo che custodisce
nel cuore la memoria degli "angeli di
Bruxelles", come fossero morti della propria
famiglia.
Anche io sono tra questi,
pur non essendo mai riuscito ad odiare il
Liverpool, perché è da sempre la mia squadra
inglese preferita. Sportivamente, quindi, posso
condividere il fascino che suscita nel vostro
immaginario di grande tifoseria, quale siete da
sempre. Viscerale e generosa, in amore ed odio. Comprendo allo stesso modo
come la Juve si possa, tanto amare quanto odiare
allo stesso modo ed in latitudini diverse della
penisola e del gusto personale. E' insita nella
natura del calcio, delle cose e dello sport, in
generale, la sana rivalità fra alcune tifoserie. Il problema, dunque, per
quanto riguarda me, ideatore del museo virtuale
multimediale www.saladellamemoriaheysel.it che
vi invito ufficialmente a visitare tutti, non è
il gemellaggio in sé, ma proprio la
comunicazione sulle motivazioni dell'evento da
parte vostra. Io mi sarei aspettato dalla
Fiesole, durante la partita con i
Reds, uno
striscione, anche piccolo, piccolo, in memoria
dei nostri caduti, proprio al fine di scampare
qualunque ambiguità in merito alla nuova
amicizia con gli inglesi. Ciò, purtroppo, non è
avvenuto ed al momento ne ignoro francamente le
motivazioni recondite. Per questo, pur sapendo che
i caduti di Bruxelles appartengono fisicamente
soltanto alle famiglie dei loro cari, ho provato
ad immedesimarmi nel loro pensiero storico
scrivendo di getto una lettera immaginaria
rivolta alla Curva Fiesole. Si tratta di un mero
espediente letterario che in qualche passaggio
potrà anche sembrarvi duro ed aggressivo nei
vostri confronti, ma non è rivolto a tutti i
tifosi fiorentini, né alla città di Firenze, che
amo da italiano, ma soltanto a quella minoranza
becera, tra di voi, mi auguro sparuta, che non
ha mai portato il rispetto dovuto ai nostri
martiri e li ha irrisi in tutti gli stadi
d'Italia. Sono certo che proprio la
curva Fiesole in maggioranza sia assemblata da
uomini e donne degni di stima e di grande
umanità e non la fraintenderà. L'occasione del
prossimo match in programma all'Olimpico di
Torino ci pone davanti ad un gesto di grande
responsabilità per evitare altri scontri
dialettici e non solo. Mai più un altro Heysel... Il tempo di onorare i 39
caduti dell'Heysel è ancora propizio e foriero
di un gesto di civiltà e fratellanza da parte
vostra. Lo attendo, senza ipocrisie, molto
semplicemente, nella prossima partita del 17 di
Ottobre. Sportivamente...
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it © 5 ottobre 2009
@
Nessuna Risposta
Ufficiale della Tifoseria Fiorentina alla Lettera
"Da questo spicchio di
cielo, dove non tramonta mai il sole, abbiamo
osservato bandiere viola e rosse ondeggiare
all’unisono nella notte. Noi non abbiamo più
preferenze in questo prato fiorito. Tutti i
colori dei fiori s’intonano al disegno di
esserne degni. Abbiamo riconosciuto laggiù
il colore dei panni che ammantarono le nostre
camere ardenti ed il rosso dell’onda di barbari
che ci travolse. Un matrimonio nato da una
menzogna per noi che da qui leggiamo oltre le
parole, ma non temete, fratelli di Firenze, non
ci farà più male di chi ci pianse. Fu presto la luce e
prendemmo distacco alato dal mondo, da quei
ferri arrugginiti impigliati nelle nostri carni
e da quei calcinacci che soffocarono le nostre
gole. Fratelli ci calpestarono impauriti come
una mandria di bisonti. Sciacalli ci derubarono,
si urinarono addosso e presero a lanciare in
aria i nostri documenti che già eravamo
dall’altra parte e non li sentivamo. Anzi, come
Cristi innocenti, fummo pronti da subito a
perdonarli. Qualcuno dei nostri e dei belgi ci
prese sul petto anche a pugni, illusi di
riprenderci che già eravamo in viaggio. Poi vedemmo oramai da
lontano quei nostri poveri corpi, gonfi,
tumefatti, trasportati come sacchi di patate,
adagiati come i tonni dopo la mattanza,
sull’asfalto caldo e poi gelido dell’antistadio.
Li coprirono con le nostre bandiere, bianche e
nere, nostro amore e nostro orgoglio.
All’ospedale militare di Bruxelles li fecero a
pezzi per scrivere su un foglio bollato di cosa
quella sera erano periti. Non li ricucirono
neanche e li rispedirono all’indirizzo di casa
avvolti in teli neri ed in tranci, come fosse
pesce andato a male. Era successo proprio a noi,
poteva succedere ad altri, potrebbe succedere a
chiunque di voi se non placherete il vostro
livore per la differenza. Noi ad esempio
accogliemmo tutti festanti i fratelli di
Hillsborough mentre allo stadio vi eccitavate al
memoriale del nostro sangue. Voi cosa ne sapete
quanto è fitto il dolore di una madre che ha
perso un bambino di 11 anni. Voi non capite cosa
significhi perdere una figlia di vent’anni.
Sforzatevi per un istante solo ad immaginare la
crescita di un figlio senza di suo padre. Quello
che gli ha rimboccato le coperte, il 28 di
maggio prima di salire sul pullman e l’ha
tatuato del suo amore in eterno in quell’ultimo
bacio. Cantavate del nostro tonfo
e contavate fino a 39 volte l’odio, soltanto tre
giorni dopo. Lo fanno ancora molti tra voi.
Glorificaste anche le fiamme che avvolsero il
povero Gaetano. Non ci fa più male da qui,
pugnala, invece, chi ci ama ancora, chi non ci
ha dimenticati. Serpeggia l’ipocrisia che
si nasconde nei vostri proclami mentre voi ci
uccidete in un rosario di bestemmie tutte le
domeniche. Canzoncine da taverna inneggiano al
luogo del nostro martirio, disonorando
l’intelligenza umana e le nostre famiglie.
Satana vi suggerisce le parole. Acclamate senza
vergogna quel popolo britannico perché dette i
natali ai nostri sicari. Ne comprate sciarpe e
bandiere per rinnovare il dolore a chi ancora ci
piange nel vostro rituale di sangue. Vi
assicuriamo, non ci potete fare del male, noi
siamo oltre le vostre invettive. Vi osserviamo
con grande pena. Saremmo lieti di un gesto, di
un cenno, di un segno di rispetto per le nostre
anime. Noi vi amiamo anche quando ci dileggiate,
noi intercediamo affinché il vostro passo sia
lieve sullo sterco del mondo che spargete. Voi potere trasformare un
canto di odio in un canto di amore. I vostri fumogeni viola non
siano l’incenso di una messa al contrario di
croci capovolte nel fango. Rispetto al dolore,
vi schierate con i carnefici ? Viola colore di
morte o di un fiore in suffragio ? Basterebbero
soltanto le parole di una preghiera a
restituirvi l’onore. Firenze, che hai insegnato
la lingua ai miei padri, smetti di giocare alla
morte con le parole perché la morte non è mai
doma e fa la ruota come un pavone… Firenze,
gemma d’Italia, domenica ci aspettiamo parole
nuove e d’occasione dal tuo altare". Messaggio dai 39 Angeli
dell’Heysel. Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
©
3 Ottobre 2009
(NdR: scritta in occasione
del "gemellaggio" proposto dalla tifoseria
organizzata della Fiorentina a quella del
Liverpool. Qualcuno ha criticato infastidito la
forma d'uso della parola ai caduti nel
messaggio. Mi scuso con i Familiari delle
Vittime se anche a loro può aver dato questa
sensazione. E' chiaramente una figura retorica
scelta volontariamente, ma con il massimo
rispetto da parte mia, soltanto al fine della
condivisione della Memoria. Domenico Laudadio)
@
Nessuna Risposta
Ufficiale della Tifoseria Fiorentina alla Lettera
Dear Wez Edwards, I've known almost by chance
on the web about your wonderful work about
Heysel.
Besides honouring
you
as a
person and
as a sportsman, I
would
like to
inform
you about
my
year long (and
counting)
battle for the
same cause in
my country,
facing great
difficulties and
indifference.
In May 2008,
twenty-three
years
after Bruxelles'
massacre, I
proposed a
petition ( linked
hereafter) on the web,
very
similar to
yours, with the help
provided by a
working
group, spontaneously
formed on
vecchiasignora.com forum.
Having not
received
since
any response from Juventus F.C., I
decided to
leave an
even more
unerasable
mark on the web,
creating on
my
own a virtual multimedia
museum,
dedicated to "the 39
Angels
at Heysel":
www.saladellamemoriaheysel.it
The goal of
my work is to
support
every action
remembering
those
poor brothers of
ours,
who died by
Uefa's fault and
by the killing
hands of a
violent group of
your
mates, from
which, I'm
sure,
you have
took the
distance and
have
nothing in common from a long
time in the Kop.
You
were very
kind in
commemorating
our
martyrs before
our last match
in 2005 Champions League. I do
believe you
were
sincere. Our
organized fans,
unfortunately,
didn't
appreciate
it at
all and
still hate
you
today, but,
frankly
speaking, I
believe that the
word " friendship"
remains the
real goal of a
long and winding
walk
we must take together,
sharing
brotherhood
as men of good
will and the
olympic
spirit that's
underneath
every sport
challenge.
Forgiveness
is in every
man's
heart,
only love can
move
it and if
there
is no memory,
there
is no love...
Let's work together to
honour
Heysel's Angels.
I saw
that
your petition
didn't
collect many
signatures.
If
you want
my
help, or some advice or
even to
prepare a common
project,
I'm
here, ready to help
you by any
energy
necessary.
As for now,
I'm
asking you
to send me the
addresses to
write, alone or with
you, to Liverpool F.C. and to
Reds' fans
websites and/or
forums, to
present them
our
virtual museum. I
also
ask you to " advertise"
our
petition to
every information media in
your
country and to every
sensible
place.
The real
peace
between our
" enemy" fan
groups
passes through
these
two sister rooms,
located in Juventus new
stadium
and in Anfield Road. I
will
tell you a
little
secret. When I
was a
kid I used to play Subbuteo
with my friends and I
used to play with
Liverpool team, with Keegan, Kennedy, Neal Rush,
Clemence,
Dalglish...
They were
my
favourite foreign team,
they
gave me strong
emotions and I
used to
consider them the English Juventus, for
glamour and nobility.
Then
came the damned
May
29th, 1985, I stopped
loving
your team.I'm
often
asking myself
if the
true reason
preventing me
from hating
them
could be the key to
return to
shake their fans'
hand, in a time I
hope
not too
far away. In
this moment I
feel a
spontaneous
will to hug
you
close, since
we
represent two
humble and
firm peace
workers.
I'm
begging you,
if
you can
and if
you want, to
leave for me a
little rose
at the
monument to
Hillsborough Angels and to
send me a
picture of
you, so I'll be
able to
make
my work even more
precious,
showing a right
man's face.
We'll
Never Walk Alone.
Yours
brotherly. Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it © 14 marzo 2009
(NdR: una
petizione speculare a quella della Sala della
Memoria Heysel, ritrovata sul
web, ma senza riuscire ad agganciare il
promotore di cui risulta noto soltanto nome e
cognome)
@
Nessuna Risposta
Ufficiale di Wez Edwards alla Lettera
To Liverpool Sportsmen
Oggetto: Heysel and
Hillsborough: united by grief
"Titolo della Lettera aperta"
Liverpool Sportsmen,
we are writing you 23 years
after that tragic May, 29th night in Heysel, in
the name of civility, peoples' brotherhood and
in the name of football we all love, even if in
different places and culture, that puts us
together in the same passion, but also divided
and marked us with pain in different moments. We don't want to judge
anyone, we are not seeking any revenge, and no
human justice could ever completely refund those
innocent people and their families for the pain
they suffered by you. We write you to remember
together that crazy afternoon and those 39 human
beings' martyrdom. We know your story too, for
better and for worse; you have a long
bereavements' list as we do.
Looking at 1989 April, 15th
Hillsborough disaster was just like open again
that bleeding wound. So you will surely
understand the real meaning of our words as fans
and men. We are trying to create a "Memory
hall", maybe in Juventus new arena, to remember
our 39 brothers who fell in Brussels that damned
night. We wrote everyone in Italy, newspapers,
journalists, televisions, even a famous italian
politician...
Juventus F.C. didn't gave
us any answer whatsoever, and very few people
considered us. Simply think that your official
site contains a page about Heysel, but Juventus'
site does not. As we faced in last Champions
League match, your attempt to remember together
our fallen angels and to seal a new friendship,
even in such a complex context, gives you a lot
of honour. I am deeply convinced that Brussels'
and Hillsborough victims are already twinned
with each other and that they smile together,
angels among angels.
Shall they pray for our
miseries.
We will never walk alone .
Domenico Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
© 22
febbraio 2009
(NdR: many thanks to Salvatore
Costa for translating)
@
Nessuna Risposta
Ufficiale da Liverpool alla Lettera
Gentilissimo Presidente, mi permetto di scriverle
personalmente, interpretando il sentimento e la
volontà di una moltitudine di tifosi che non
hanno mai dimenticato quella tragica serata
dell’Heysel. Secondo me, nonostante il tempo
trascorso, non siamo riusciti ad elaborarne fino
in fondo il lutto, né ad appropriarci veramente
di quella vittoria, fra rimorsi, sensi di colpa
e le suggestioni di una vittoria dal memoriale
così funesto.
Alla "vittoria scomoda",
offuscata da tanta cruda violenza, possiamo
ancora rispondere da Juventus con un gesto
nobile, commemorativo, anche a quanti ci
accusano, pretestuosamente, di aver cinicamente
ignorato la morte, celebrando il trionfo. Io penso che non sia più
utile a nessuno, né oltremodo possibile,
giudicare il comportamento della società, dei
giocatori e dei tifosi della Juventus, data la
fatale e drammatica imprevedibilità degli eventi
di quel pomeriggio maledetto, ma sono certo che
possiamo ricollocare tutti assieme quei
sentimenti e quelle reliquie, quelle immagini e
quelle lacrime, riavvolgere con le nostre
bandiere i volti cari dei nostri fratelli
caduti, accerchiando la coppa del dolore, in un
posto che ci appartenga per sempre, come una
"Superga" bianconera.
Un museo della memoria per
celebrare e discernere, per bandire ogni
violenza e invocare la fratellanza nello sport,
potrebbe sorgere nel nuovo stadio che state
progettando o eventualmente in un altro luogo di
Torino. M’impegno da subito,
assieme a tutto il gruppo di tifosi in nome dei
quali Le scrivo a proporre idee o magari un
progetto ben definito per la sua realizzazione,
magari coinvolgendo fattivamente l’associazione
dei familiari delle vittime. Sono certo che Lei, non
resterà insensibile alla nostra proposta, perché
è soprattutto un tifoso prima ancora che il
presidente della nostra amatissima squadra che
merita il rispetto di tutti e da sempre. Un abbraccio bianconero .
Roma, 24 maggio 2008
Domenico
Laudadio
Fonte:
Saladellamemoriaheysel.it
24 maggio
2008 ©
(NdR: q uesta lettera è stata
una petizione popolare sul web nel 2008, ma
purtroppo la Juventus Football Club, nonostante
le varie lettere aperte e quelle scritte
privatamente ed inviate in sede, prima
dell'avvento di Andrea Agnelli alla Presidenza,
non ha mai risposto formalmente alla mia
proposta di una Sala della Memoria per i 39
caduti dello stadio Heysel nel nuovo stadio di
Torino)
@
Nessuna Risposta
Ufficiale di Giovanni Cobolli Gigli
alla Lettera