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Sede Juventus Football Club
29.05.2010 |
Chiesa
"Gran Madre di Dio"
29.05.2010 |
25° Anniversario Strage
Stadio Heysel Bruxelles |
Cerimonia Privata insieme
ai Familiari delle Vittime |
Celebrazione Eucaristica
in Memoria Officiata da
Don Livio Maritano |
Commemorazione a Cura della
Juventus Football Club |
Con la Speciale Partecipazione
dei Familiari delle Vittime dell'Heysel |
Michel Platini (Presidente UEFA)
Calciatori Fc Juventus 1985 |
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"Il nuovo stadio per
non vivere più tragedie così"
di Guido Vaciago
Commovente cerimonia
per i 25 anni dell’Heysel: la promessa di Andrea
Agnelli.
"Ero piccolo, ma già
appassionatissimo di calcio. Capivo che qualcosa
non andava, ma non mi rendevo conto della
portata della tragedia, anche se gli occhi dei
miei genitori mi comunicavano angoscia. Loro
cercavano di non dirmi nulla, ma i loro sguardi
li tradivano. Crescendo, maturando, leggendo, ho
preso coscienza di quello che accadde quella
sera e, a dispetto di quella partita che i
giocatori mi assicurano fu verissima, non sono
mai riuscito a sentire mia quella coppa. Si
parla molto di calcio sotto il profilo tecnico,
discutendo di giocatori e tecnici, oppure dal
punto di vista finanziario, analizzando bilanci,
costi e spese. Oggi vorrei parlarne dell’aspetto
sociale. E provare a immaginare il nuovo stadio
della Juventus come un luogo dove possano
tornare le mogli e i figli, insieme con i
mariti. Un posto dove far vivere la passione in
modo autentico, nel nome della sana competizione
sportiva per vivere momenti di gioia e non di
dolore e tristezza. Il nuovo stadio dovrà essere
un antidoto contro tragedie come l’Heysel che,
però, verrà ricordato in una sala dedicata alla
memoria".
LEZIONE - Un luogo
dove è bello immaginare padri che spiegano ai
figli la storia, perché crescano generazioni di
veri appassionati di calcio. Perché a distanza
di 25 anni, si ha la netta sensazione che la
lezione dell’Heysel l’abbiano imparata meglio
gli inglesi che gli italiani. Il giro di vite
dei governi britannici, l’applicazione autentica
di leggi (le stesse che esistono da tempo pure
in Italia) e un attento lavoro socioculturale di
club e federazione hanno prodotto dei risultati
accettabili, trasformando la Premier League in
un Luna Park del calcio internazionale. E se
dietro il luccichio si nasconderà pure qualche
magagna, resta un paradiso in confronto a un
campionato, il nostro, che fa disputare una
partita a porte chiuse (Genoa - Milan) per un
omicidio di quindici anni fa, quando ne erano
già passati dieci dall’Heysel.
SOLIDARIETA’
- A
venticinque anni dalla tragedia, il direttore
generale del Liverpool, Purslow, può arrivare a
Torino a testa alta. E dire cose molto
intelligenti e, anche commoventi: "Ricordare,
rispettare, risolvere. Questo deve rappresentare
l’Heysel per noi e per voi. Ricordare per non
ripetere più niente di simile, rispettare per
portare sempre la nostra solidarietà e il nostro
appoggio all’infinito dolore dei parenti delle
vittime, risolvere perché la violenza va
combattuta ed estirpata dal calcio insieme
all’odio". Già, l’odio, quello che qualche
tifoso della Juventus sente ancora per il
Liverpool e che Purslow prova a cancellare con
un riferimento toccante al celebre motto del
Liverpool: "Noi cantiamo che con la speranza nel
cuore non camminerete mai soli. Ecco, portando
tutta la solidarietà del Liverpool a voi parenti
delle vittime dico che, grazie al mio club e
alla Juventus, voi non camminerete mai soli".
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PARTITA INFINITA
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Michel Platini per un giorno si è rituffato nel
suo passato bianconero, abbracciando Andrea
Agnelli e John Elkann, così come i vecchi
compagni Massimo Briaschi, Beniamino Vignola,
Antonio Cabrini, Stefano Tacconi, Beppe Furino,
Massimo Bonini, Sergio Brio e prendendosi pure
una ramanzina dal suo presidente Boniperti che
gli ha consigliato di andare dal dietologo. Poi
ha parlato da presidente dell’UEFA. Un
presidente dell’UEFA che, in parte, è nato
proprio quella notte a Bruxelles, dove arrivò da
"calciatore gioioso e spensierato", e forse
ripartì già politico e "con una ferita
indelebile dentro". Dice Michel: "Quella partita
non è mai finita per me e per i miei compagni. E
oggi che sono presidente dell’UEFA, la mia
priorità è quella che tragedie di questo genere
non accadano mai più".
FOLLA - Lo applaudono i
suoi ex compagni, i parenti delle vittime, i
tanti dirigenti e amici della Juventus di ieri e
oggi, da Giampiero Boniperti a Pietro Giuliano,
da Francesco Morini a Franzo Grande Stevens, a
Cobolli Gigli, a Maurizio Paniz, ad Andrea
Galasso. Una piccola folla che si trasferisce
alla Gran Madre per la messa con la prima
squadra (rappresentata nel cortile della sede,
davanti al cippo commemorativo, da Alessandro
Del Piero) e la Primavera. Conclusione degna di
una mattinata che lascia nel cuore una bella
sensazione.
SOLO MEMORIA - Così bella che non
riesce a essere contaminata da un gruppo di
tifosi juventini che nel pomeriggio provano a
rovinare tutto con una manifestazione dai
risvolti incomprensibili. Nel giorno del ricordo
di 39 morti di Bruxelles doveva esserci spazio
solo per la memoria, la riflessione e il
ricordo. Altri erano gli spazi e i tempi per le
sacrosante battaglie su calciopoli. Mentre mai
ci dovrebbero essere spazio per il razzismo, la
mancanza di buon gusto e le bombe carta. E non
solo nel nuovo stadio.
Fonte:
Tuttosport © 30 maggio 2010 Fotografie: GETTY IMAGES
© (Not
for Commercial Use)
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29/5/2010 - 25 anni fa la tragedia
Heysel, il ricordo di
Andrea Agnelli: "Tragedia che porteremo nel
cuore"
Il presidente: "Nel nuovo
stadio un luogo dedicato alla memoria" -
Platini: "Mai più una strage così".
TORINO - "Mai più tragedie
simili". È il motto che ha accomunato il
presidente della Juventus, Andrea Agnelli e
quello dell’UEFA, Michel Platini, riuniti nella
commemorazione per i 25 anni dalla tragedia
dell’Heysel, che li ha visti protagonisti in
vesti diverse. Nel 1985, nella serata in cui i
bianconeri vinsero la loro prima Coppa dei
Campioni battendo il Liverpool, persero
tragicamente la vita 39 persone allo stadio
Heysel di Bruxelles. Un dolore incancellabile,
un ricordo sempre vivo nel cuore degli
juventini. "Ero bambino, avevo 9 anni - ricorda
Agnelli - e davanti alla televisione vedevo le
espressioni preoccupate dei miei parenti, ma non
capivo e loro non potevano spiegarmi. Diventato
più grande, ho maturato la consapevolezza. Ho
sempre fatto fatica a sentire "nostra" quella
coppa, anche se i giocatori mi hanno sempre
assicurato che la partita fu vera. Oggi dobbiamo
assicurare alle generazioni future stadi sicuri,
per un calcio da vivere sereno e come momento di
gioia, con una sana competizione sportiva. Nel
nuovo stadio che stiamo costruendo in questa
direzione, ci sarà uno specifico luogo per
ricordare". Platini ricorda: "Ero spensierato
come tutti i calciatori che stanno per vivere un
momento importante. Ma noi calciatori abbiamo
vissuto questa partita al buio. Quella partita
dura ancora oggi e non si può cancellarla.
Assicuro, come presidente dell’UEFA, che sarà
una mia priorità assicurare che non avvenga mai
più una tragedia simile". La cerimonia è
iniziata nel cortile della sede della Juventus,
alla presenza di molti familiari delle vittime e
di un dirigente del Liverpool, che ha
sintetizzato così l’eredità dell’Heysel:
"Ricordare, rispettare, risolvere", illustrando
anche il "monumento all’amicizia" inaugurato
proprio due giorni fa a Liverpool. È poi
proseguita alla chiesa della Gran madre, dove è
stata celebrata una messa a suffragio. Tra gli
ospiti illustri, anche John Elkann, Gian Piero
Boniperti, l’attuale vertice dirigenziale
bianconero, con Blanc e Marotta, grandi ex del
passato come Morini, Brio, Bonini, Tacconi,
Cabrini, Vignola, oltre naturalmente a Platini,
Mariella Scirea.
Fonte: Tuttosport © 30
maggio 2010
Video:
La Stampa ©
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Cerimonie a Torino e a
Bruxelles
Agnelli: "Fatico a sentire
mia quella Coppa"
Commozione a Torino per la
messa in ricordo delle 39 vittime dell'Heysel il
29 maggio 1985. Presenti molti giocatori della
squadra di allora, la Juve di oggi con la
dirigenza e una rappresentanza del Liverpool. Il
presidente del club bianconero, Andrea Agnelli,
ha ricordato quel tragico giorno: "Ho sempre
fatto fatica a sentire mia quella Coppa".
Toccante il racconto che Del Piero ha affidato
al proprio sito: "Ricordo una partita che non
comincia mai, mentre i grandi sono a tavola, con
gli occhi fissi alla tv e ora ricordo le vittime
non solo da giocatore della Juve, ma da tifoso,
da bambino di 11 anni che sognava di giocarla,
quella finale". Dopo la messa, il corteo dei
tifosi bianconeri: partito in memoria delle
vittime è vergognosamente finito con insulti e
lancio di bombe carta contro la sede della
Juventus.
Fonte:
La Stampa © 30
maggio 2010 Fotografie: GETTY IMAGES
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for Commercial Use)
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La Juve ricorda "Mai più un
Heysel"
di Timothy Ormezzano
Commemorazione delle 39
vittime che persero la vita il 29 maggio 1985
durante la finale di Coppa Campioni col
Liverpool. Platini: "Non si verificherà più". Il
ricordo di Andrea Agnelli e Alessandro Del
Piero. In serata tensione davanti alla sede
della società.
TORINO - "A dispetto di
quella che fu comunque una partita vera, abbiamo
sempre fatto fatica a sentire quel trofeo come
una coppa nostra". Sono parole forti e sincere
quelle espresse dal presidente della Juventus
Andrea Agnelli durante la toccante cerimonia
organizzata nella sede bianconera per il
venticinquesimo anniversario della strage
dell'Heysel. "Avevo 9 anni, vivevo l'evento con
grande passione, come può viverlo un bambino. Ho
visto negli occhi dei miei genitori una
preoccupazione che non capivo". In serata
protesta dei tifosi davanti alla sede della
società, slogan e lancio di petardi.
PLATINI:
"MAI PIU' UN ALTRO HEYSEL" - Lascia un segno
profondo anche l'intervento del presidente
dell'UEFA Michel Platini, uno dei grandi
protagonisti di quella tragica finale di Coppa
Campioni: "Quella partita maledetta si gioca
ancora, non è mai finita. Nessuno potrà mai
cancellare il nostro dolore. Da presidente
dell'UEFA, la mia più alta priorità è che un
dramma simile non si possa mai più ripetere".
Prosegue "Le Roi": "In quella tremenda serata
del 1985 ero un giocatore spensierato, non
ancora trentenne, come tanti dei nostri tifosi
arrivati a Bruxelles. Noi calciatori eravamo
coscienti che non fosse una partita normale ma
non avevamo la consapevolezza di tutto quello
che era successo".
STATI MAGGIORI
juventinI -
Nel cortile della sede bianconera di corso
Galileo Ferraris, di fronte alla lapide
commemorativa, oltre ai parenti delle vittime,
la bandiera bianconera Giampiero Boniperti,
capitan Del Piero, gli stati maggiori del
presente e del passato (Agnelli, John Elkann, Blanc, Marotta, Bettega, Cobolli Gigli, Fassone
e Grande Stevens) e una rappresentanza della
squadra di allora (Bonini, Brio, Cabrini,
Briaschi, Tacconi e Vignola).
PER NON
DIMENTICARE - "Nel nuovo stadio della Juventus -
ancora il presidente Andrea Agnelli - ci sarà
una zona dedicata al ricordo dell'Heysel: le 39
persone che in quella notte tremenda hanno perso
la vita resteranno per sempre nei nostri cuori".
Avanza, seppur al ritmo da bradipo della
burocrazia italiana, anche la richiesta di una
via torinese intitolata ai caduti dell'Heysel.
La pratica è al vaglio della commissione
toponomastica. Nel pomeriggio i tifosi juventini
marceranno da piazzale Caio Mario, di fronte
alla Fiat Mirafiori, fin sotto la sede
bianconera per ribadire la richiesta di una via
intitolata alle vittime dell'Heysel.
IL RICORDO
DI DEL PIERO - "Avevo undici anni, me lo ricordo
bene - racconta Del Piero -. Vivevo tutto il
bello del calcio e della passione per una
squadra in quell'attesa, salvo poi vivere tutto
il brutto, quanto più di drammatico si possa
immaginare. Ricordo una partita che non comincia
mai, con la voce per me lontana di Bruno Pizzul
che rivela quello che sta accadendo. Solo più
tardi mi spiegheranno e inizierò a capire dove
può arrivare la follia, la bestialità,
l'irresponsabilità degli uomini. All'Heysel sono
morte 39 persone di cui 32 italiani: oggi
ricorderemo le vittime di quella tragedia. Lo
farò non solo da giocatore della Juventus ma
anche da tifoso: non la dobbiamo mai
dimenticare".
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"RICORDARE, RISPETTARE, RISOLVERE"
- Molto sentito anche il ricordo del dirigente
del Liverpool Christian Purslow, presente alla
commemorazione di stamani a Torino: "Abbiamo tre
fronti su cui concentrarci: ricordare,
rispettare e risolvere. Ricordare con grande
tristezza e profonda solidarietà i 39 tifosi che
persero la vita in seguito agli eventi tragici
di quella sera a Bruxelles. Rispettare per
sempre la memoria di chi non c'è più e risolvere
il problema stadi, per evitare che certi fatti
tragici possano nuovamente accadere. Impossibile
cambiare la storia, asciugare le nostre lacrime,
ma possiamo costruire un monumento all'amicizia
per le future generazioni, come abbiamo
recentemente fatto allo stadio di Anfield Road.
Il motto del Liverpool è "you'll never walk
alone", non camminerete mai da soli".
LA MESSA DI COMMEMORAZIONE
- Dal quartier generale juventino alla chiesa
della Gran Madre di Torino, dove è stata
officiata la messa in suffragio delle vittime
dell'Heysel. Presenti i parenti delle vittime,
la prima squadra (eccetto i nazionali, gli
infortunati Legrottaglie e Sissoko, oltre a
Diego che ieri ha sposato la sua Bruna Leticia
in Brasile) e una folta rappresentanza del
settore giovanile. E' stato l'ultimo impegno
ufficiale per il gruppo bianconero prima del
rompete le righe. Il vescovo di Acqui Terme, Don
Livio Maritano, ha ribadito come "in tutti gli
aspetti della vita sociale le regole siano
indispensabili", prima di leggere i 39 nomi dei
tifosi juventini "colpevoli" di trovarsi nel
momento sbagliato nel punto sbagliato di uno
stadio sbagliato, fatiscente, tanto da
sbriciolarsi sotto le cariche degli hooligans
inglesi, oltre a Diego che ieri ha sposato la
sua Bruna Leticia in Brasile) e una folta
rappresentanza del settore giovanile. E' stato
l'ultimo impegno ufficiale per il gruppo
bianconero prima del rompete le righe. Il
vescovo di Acqui Terme, Don Livio Maritano, ha
ribadito come "in tutti gli aspetti della vita
sociale le regole siano indispensabili", prima
di leggere i 39 nomi dei tifosi juventini
"colpevoli" di trovarsi nel momento sbagliato
nel punto sbagliato di uno stadio sbagliato,
fatiscente, tanto da sbriciolarsi sotto le
cariche degli hooligans inglesi.
IL CORDOGLIO DI
BRIO E CABRINI - "Juve e Liverpool
-
così Sergio Brio - hanno onorato al
meglio la memoria dei caduti di quella tragica
finale. Giovedì ero allo stadio di Anfield Road,
con Road, con Dalglish, Lee e Neal. I Reds hanno
celebrato con una targa le 39 vittime
dell'Heysel". In chiusura il ricordo di Antonio
Cabrini: "Quella finale è stata una partita
surreale, che non dovremo mai dimenticare. Ma
adesso guardiamo avanti: in Inghilterra è stato
fatto molto in tema di sicurezza degli stadi,
mentre noi, purtroppo, siamo ancora indietro",
hanno celebrato con una targa le 39 vittime
dell'Heysel". In chiusura il ricordo di Antonio
Cabrini: "Quella finale è stata una partita
surreale, che non dovremo mai dimenticare. Ma
adesso guardiamo avanti: in Inghilterra è stato
fatto molto in tema di sicurezza degli stadi,
mentre noi, purtroppo, siamo ancora indietro".
TENSIONE IN SERATA - Momenti di tensione alla
fine della marcia dei tifosi per ricordare le
vittime della tragedia. Il corteo è giunto
davanti alla sede della società bianconera, in
corso Galileo Ferraris, che però era chiusa: i
manifestanti si aspettavano di trovare qualche
dirigente e hanno sfogato la loro delusione con
dei cori e con il lancio di petardi. Ad
inscenare la protesta sono stati una ventina di
tifosi, che si sono staccati dal gruppo dei
manifestanti e hanno srotolato uno striscione
con cui invitavano la dirigenza ad impegnarsi a
ottenere la revoca dello scudetto 2006 assegnato
all'Inter. Il tutto accompagnato da fumogeni e
dal lancio di petardi. Durante il corteo non
sono mancati gli slogan contro la tessera del
tifoso.
Fonte:
La Repubblica
© 29 maggio 2010
Fotografia: GETTY IMAGES
© (Not
for Commercial Use)
Video:
La Stampa ©
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Heysel, il ricordo durerà
per sempre
Platini e la squadra
dell’85 a Torino per commemorare i 25 anni della
tragedia. Oggi la rievocazione, Agnelli
annuncerà la sala della memoria nel nuovo
stadio. Nell’impianto che la Juve sta costruendo
la violenza dovrà essere confinata nel passato.
Boniperti: "Quella coppa non è insanguinata".
TORINO, 29 maggio -
Venticinque anni fa la finale di Coppa dei
Campioni si trasformava in una delle più orrende
tragedie dello sport. Juventus - Liverpool, a
Bruxelles, venne preceduta da un attacco dei
tifosi inglesi contro quelli italiani che
provocò la morte di 39 persone innocenti,
schiacciate, asfissiate, calpestate in modo
atroce nella curva zeta dello stadio Heysel. LA
SALA - Oggi, nel giorno della memoria
bianconera, Andrea Agnelli annuncerà che quelle
vittime non verranno mai dimenticate e che il
ricordo di quella tragedia servirà da monito,
perché mai si ripeta una simile follia. Nel
nuovo stadio della Juventus ci sarà, infatti,
uno spazio per ricordare i fatti di quel giorno
maledetto.
LA CERIMONIA - Inizierà alle 10 la
commemorazione nel cortile della sede
bianconera, dove è stato posto un cippo alla
memoria delle 39 vittime. Oltre al presidente
della Juventus, ci saranno parecchi giocatori
della squadra che giocò quella partita, a
partire da Michel Platini, così come molti
parenti delle vittime e il presidente della Lega
Maurizio Beretta. Sarà una cerimonia breve, alla
quale seguirà una messa alla Gran Madre, dove
sarà presente la prima squadra della Juventus.
LA RIFLESSIONE - Venticinque anni dopo è il
momento di commemorare, ma anche quello di
riflettere. La tragedia dell’Heysel è stata una
ferita dolorosa e profonda per il popolo
bianconero, ora è una cicatrice che si porta
dentro chi ha vissuto quella notte (in quello
stadio o all’ascolto di quella drammatica
telecronaca di Bruno Pizzul) e un racconto poco
conosciuto per chi era troppo piccolo o non era
neppure nato. IL SIMBOLO - E allora l’idea di
una sala che nel nuovo stadio ricordi quella
barbarie, come un fatto storico, oltre che
tragico, è un’iniziativa eccellente. Perché a
distanza di 25 anni, tutto quel dolore e quello
sgomento devono servire a qualcosa. Devono
servire a ricordare come quella finale fu
organizzata in modo clamorosamente superficiale,
lasciando che i tifosi inglesi e quelli italiani
si trovassero accanto in quella maledetta curva,
separati da una rete da pollaio. E che non
c’erano abbastanza forze dell’ordine per gestire
un evento di quella portata. Che i feriti non
furono soccorsi in modo tempestivo e adeguato.
Che odiare, oggi, 25 anni dopo, non serve a
niente, che quello che conta è non ripetere. LA
GIOIA - E il fatto che il luogo della memoria
dell'Heysel sorga proprio nel nuovo stadio è
significativo. In quello che sarà l’impianto più
moderno del calcio italiano, la violenza dovrà
essere solamente un ricordo, confinato in quella
sala. Quello stadio dovrà accogliere tifosi
veri, appassionati, innamorati della Juventus e
del calcio: sarà un luogo di festa non di morte.
IL PRESIDENTE - Giampiero Boniperti, allora
presidente della Juventus, si interrogava: "Cosa
ricorderò tra trent’anni di questa coppa ?
Tornerò ogni tanto a osservarla nella
vetrinetta, ma credo che mi apparirà soltanto
l’immagine di uno dei tanti morti che ho visto
all’obitorio. L’immagine di un ragazzo di dieci
anni, con un fazzoletto bianconero al collo".
LA
COPPA - Già, quella coppa è nella sala dei
trofei della Juventus. Pochi metri in linea
d’aria con il cippo intorno al quale ci si
raccoglierà stamattina. Un trofeo scomodo e
doloroso, sul quale si è a lungo dibattuto. Lo
stesso Boniperti sostiene: "Non dite che quella
coppa è insanguinata. Non è vero. La tragedia è
una cosa, la partita è un’altra. E fu una
partita vera, chiedete a Rush, a quelli del
Liverpool. Andarono in campo per vincere e noi
con loro. Proprio non riesco a vergognarmi per
quella coppa e il dolore lo tengo per me".
I
GIUDICI - Ma forse questo punto di vista è
proprio quello da dimenticare. Quella coppa è
lì, nella sala più luccicante della sede
juventina, e ognuno di quelli che ci passa
davanti può ricordare e pensare ciò che vuole.
Anche perché gli unici che potrebbero decidere
veramente se quella coppa è vera o meno sono le
trentanove vittime della curva zeta. Nessun
altro.
Fonte:
Tuttosport
©
29 maggio 2010 Fotografie: GETTY IMAGES
© (Not
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Del Piero: "Heysel, una
partita mai iniziata"
Prima nella sede della
Juventus, dove il presidente Andrea Agnelli ha
condotto la commemorazione davanti ai famigliari
delle vittime e a tanta Juve di allora (vedi
articolo), poi nella chiesa della Gran Madre
assieme a buona parte dei compagni di oggi.
Alessandro Del Piero è stato sempre presente
alla commemorazione per i venticinque anni della
tragedia dell’Heysel. E attraverso il suo sito
personale www.alessandrodelpiero.com la ricorda
così:
"La mia squadra deve vincere la Coppa dei
Campioni. Questa volta non può sfuggirci, siamo
i più forti. Il giorno dopo c’è la scuola ma so
che i miei mi faranno fare tardi, tanto non
sarei riuscito a dormire. A casa siamo tutti
juventini: papà, mamma, mio fratello. La partita
l’ho già giocata nel pomeriggio con il mio
pallone, e la sera prima di andare a dormire con
la mia immaginazione, come sempre interpretando
la parte di tutti i giocatori. La fantasia ti fa
volare, qualche anno più tardi avrei scoperto
che la realtà la può anche superare". "É una di
quelle partite di cui parlano tutti, in Veneto
poi è pieno di juventini come noi. Eppure
Juventus-Liverpool, finale di Coppa dei Campioni
1984/85 dallo stadio Heysel di Bruxelles, la
vediamo con un tifoso dell’Inter: è un collega,
caro amico di mio papà, che ci aveva invitato a
cena. Una bella occasione per stare insieme e
per fare festa, a casa di un amico e non certo
di un avversario". "Tutto il bello del calcio e
della passione per una squadra, per me, sta
tutto in quell’attesa. Tutto il brutto, quanto
di più drammatico si possa immaginare, sta tutto
in quello che è accaduto dopo. Ricordo una cena
consumata in pochi minuti per correre a giocare
con il figlio degli amici dei miei, prima del
calcio d’inizio. Ricordo una partita che non
comincia mai, mentre "i grandi" sono a tavola,
con gli occhi fissi alla televisione, la voce
per me lontana di Bruno Pizzul che rivela a
milioni di spettatori quello che sta accadendo.
Io sono di là a giocare. Solo più tardi mi
spiegheranno, comincerò a capire dove può
arrivare la follia, la bestialità, ma anche
l’irresponsabilità degli uomini. Torniamo a casa
tra il primo e il secondo tempo. La partita era
iniziata, poco contava ormai". "Ma quale
partita. Vinciamo la Coppa, sì. Ma all’Heysel
sono morte 39 persone, di cui 32 italiani,
juventini che volevano festeggiare, come me e la
mia famiglia. Come loro, potevamo esserci noi.
Adesso sono il capitano della Juventus. Sono
passati venticinque anni, da diciassette sono
dall’altra parte, non più tifoso ma
protagonista. Oggi ricorderemo le vittime di
quella tragedia. Lo farò non soltanto da
giocatore della Juventus, ma da tifoso, da
bambino di undici anni che sognava di giocarla,
quella finale. Non la dobbiamo mai dimenticare.
E in particolar modo noi che abbiamo la fortuna
di indossare questa maglia - per un minuto come
per una carriera - dobbiamo rivolgere un
pensiero a quella partita mai iniziata e a chi
per quella partita, per quella passione, per la
Juventus, ha perso la vita".
Fonte:
Juventus.com © 29 maggio 2010 Fotografia: GETTY IMAGES
© (Not
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In memoria delle vittime
dell'Heysel
Sabato 29 maggio è il
venticinquesimo anniversario della tragedia
dell’Heysel. Nel 1985, nella serata in cui i
bianconeri vinsero la loro prima Coppa dei
Campioni, persero tragicamente la vita 39
persone allo stadio Heysel di Bruxelles. Un
dolore incancellabile, un ricordo sempre vivo
nel cuore degli juventini. Proprio sabato 29
maggio la Juventus ha organizzato una
commemorazione alla quale parteciperanno, oltre
agli attuali vertici societari e la squadra di
oggi, le autorità calcistiche italiane e
internazionali, una rappresentanza del
Liverpool, alcuni giocatori della squadra che
scese in campo quella sera e i famigliari delle
vittime. La prima parte della commemorazione
sarà nella sede della Juventus, poi la funzione
alla chiesa Gran Madre di Dio di Torino. E in
questi giorni sono molte le cerimonie in memoria
della tragedia dell’Heysel: sempre sabato, ad
Arezzo, si giocherà la finale del 14° trofeo
giovanile intitolato a Roberto Lorentini,
scomparso a Bruxelles, a Reggio Emilia, il
comitato "Per non dimenticare Heysel" ha
organizzato una commemorazione, mentre a
Rutigliano, in provincia di Bari, sarà
intitolata una via alle vittime di quella
drammatica sera. A Liverpool invece sono state
ricordate mercoledì 26 maggio. Ad Anfield è
stata posta una targa ricordo nel corso di una
cerimonia alla quale hanno preso parte i
dirigenti del Liverpool, alcuni ex giocatori di
allora come Kenny Dalglish, Sammy Lee e il
capitano Phil Neal e, per la Juventus, Gianluca
Pessotto e Sergio Brio. Inoltre il 3 giugno, in
occasione dell’amichevole pre-mondiale Italia
Messico, in programma a Bruxelles, verranno
ricordate le vittime della tragedia.
Fonte:
Juventus.com © 28 maggio 2010
Fotografia: GETTY IMAGES
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for Commercial Use)
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29 maggio 1985, la tragedia
Bruxelles, 29 maggio 1985.
Doveva essere una partita fantastica, di quelle
destinate a rimanere nella storia del calcio.
Pochi mesi prima, la Juventus aveva ospitato il
Liverpool a Torino, in occasione della finale di Supercoppa Europea. In una gelida serata, i
bianconeri avevano vinto 2-0 ed era stato uno
straordinario momento di sport e di lealtà, con
i giocatori della Juve che ricevettero il trofeo
indossando la maglia degli avversari. In Belgio,
la sfida è la finale di Coppa dei Campioni. Si
annuncia un match spettacolare, invece sarà un
lungo tunnel dell’orrore che cancellerà
totalmente la gioia per la conquista del titolo
di campione d’Europa per club. Prima del fischio
d’inizio, in uno stadio che presenta problemi
notevoli dal punto di vista strutturale, gli
hooligans inglesi assaltano i pacifici
sostenitori della Juventus situati nel settore
Z. È una strage, con 39 vittime e oltre 600
feriti. Si vedono scene di follia senza
precedenti, nessuno si capacita che uno stadio
di calcio possa diventare il teatro di una
guerra dichiarata contro gente pacifica, venuta
solo per partecipare a una festa in compagnia di
amici e familiari. L’UEFA decide che si deve
disputare la partita, onde evitare che la
situazione degeneri ulteriormente. Le notizie
sono confuse, si parla di feriti e di un morto,
le due squadre sono costrette a scendere in
campo e onorano l’impegno con serietà. La
Juventus vince 1-0, ma conta poco: chi vede in
Italia la partita in tv è al corrente di quanto
è successo, conosce le proporzioni della strage.
Ecco il ricordo di Michel Platini, fissato nella
sua autobiografia "La mia vita come una partita
di calcio": "All’Heysel le curve X, Y e Z hanno
un soprannome: sono chiamate i parchi bestiame.
Perché sono i posti meno cari e gli spettatori,
ammassati, rimangono in piedi. Parchi bestiame.
Alle 19.30, quarantacinque minuti prima del
previsto fischio d’inizio, comincia la
carneficina. Nella tribuna cuscinetto,
l’esplosione di violenza è pari alla leggerezza
degli organizzatori. I tifosi del Liverpool si
gettano sul tramezzo che separa le tribune Y e
Z. Lo rovesciano e i primi scontri avvengono
nella parte alta della tribuna dei nostri
tifosi. I reds attaccano i bianconeri. Il panico
è tale che il pigia pigia verso il basso si
trasforma in catastrofe. Il seguito non è che
dramma, tragedia. Con il suo corteo di vittime
innocenti, con la faccia livida di quei martiri,
bambini e adulti, donne e uomini, l’Heysel
rimarrà impresso in tutte le memorie come un
simbolo. Quello del calcio, uno sport pieno di
nobiltà e di dignità che un pugno di teppisti
ubriachi di birra e di violenza, attratti più da
una guerra fra tifosi che dallo scontro leale
fra due squadre, non ha esitato a profanare con
gli oltraggi e il sangue versato".
Fonte:
Juventus.com
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28 maggio 2010 Fotografia: GETTY IMAGES
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for Commercial Use)
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Mai più quella follia
L’Heysel rappresenta un
vero e proprio spartiacque nelle politiche della
sicurezza degli stadi. Non che i problemi siano
stati tutti risolti, come hanno dimostrato tanti
episodi successivi, ma quel che è certo è che la
strage belga obbligò l’UEFA e il governo inglese
a una correzione di rotta, dopo avere assistito
in maniera impassibile per troppe stagioni
all’emergere e al consolidarsi del fenomeno
degli hooligans. Le squadre della federazione
inglese vennero squalificate e per cinque anni
s’impedì loro la partecipazione alle coppe
europee. Il Liverpool ebbe una pena
supplementare di tre anni, ridotta poi a uno,
dopo un altro evento luttuoso terribile: il 15
aprile del 1989, allo stadio di Hillsborough,
morirono 96 persone schiacciate dai propri
compagni. Ancora una volta, le inefficienze di
un impianto furono la causa di un affollamento
esagerato che non consentì vie di fuga a tanti
tifosi. In occasione dei Mondiali del 1990,
Italia e Inghilterra giocarono la finale di
consolazione a Bari. Gli atleti e i tifosi sugli
spalti celebrarono la partita con molto
fair-play, unendosi in un abbraccio collettivo
per cercare di cancellare le tensioni precedenti
che, a Torino, sede di alcune gare della
Nazionale inglese, avevano visto riemergere il
pericolo di incidenti. Dal 2000, all'interno
dello stadio Heysel, una targa commemorativa
ricorda la tragedia e in occasione del
Campionato Europeo di calcio svoltosi in Belgio,
prima dell'incontro tra l’Italia e i padroni di
casa, il giocatore della Juventus e dell'Italia
Antonio Conte ha deposto una mazzo di fiori nei
pressi del settore Z, a ricordo della tragedia.
Con lui, anche gli altri giocatori della
Nazionale italiana sono entrati in campo con un
fiore nella mano sinistra. Negli stessi giorni,
le squadre giovanili di Juventus e Liverpool
hanno giocato una partita allo stadio Comunale
di Arezzo (città di due delle vittime). Il 29
maggio 2005, è stata presentata nel nuovo stadio
Heysel, rinominato Re Baldovino, una meridiana
comprendente una pietra con i colori della
bandiera italiana e di quella belga. Nella
Champions League 2004-2005, a vent’anni di
distanza, Juventus e Liverpool si sono ritrovate
per la prima volta di fronte nei quarti di
finale. Le due società si sono impegnate a
ricostruire un rapporto di amicizia, con una
serie d’iniziative che hanno visto i giocatori
dell’epoca partecipare in prima fila.
Fonte:
Juventus.com © 28 maggio 2010 Fotografia: GETTY IMAGES
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Anche Platini sabato a
Torino
TORINO - Sabato, per la
commemorazione dei 39 angeli caduti all’Heysel,
nel venticinquesimo anniversario di quella
tragedia, è atteso anche Michel Platini. Il
presidente dell’UEFA ha detto a Madrid alla
vigilia della finale di Champions che non
mancherà. E con lui ci saranno i compagni
bianconeri di quella Juve che sollevò la Coppa
Campioni al cielo con la morte nel cuore. La
Juve per sabato ha predisposto una
commemorazione, in mattinata (ore 10), nel
cortile della sede dove c’è il cippo che ricorda
i caduti: vi parteciperanno i parenti delle
vittime, i dirigenti e i giocatori di allora. La
messa successiva verrà celebrata invece alla
Gran Madre. Parteciperanno anche i giocatori di
oggi e le giovanili.
CON I FAN -
I tifosi,
inoltre, hanno allestito questo programma.
Sabato: ore 11, a Torino, celebrazione della
messa in suffragio delle vittime dell’Heysel,
nella cappella della chiesa di Santa Rita,
nell'omonima piazza; dalle ore 12,30 alle 14:
ritrovo e raduno dei partecipanti in piazzale
Caio Mario, davanti allo stabilimento della
Fiat Mirafiori; ore 14: inizio della
manifestazione con il ricordo dell’Heysel e
alcuni interventi sulla Juventus e su calciopoli; ore 16: inizio della marcia pacifica
verso la sede della Juventus in, corso Galileo
Ferraris.
A LIVERPOOL - In ricordo delle vittime
dell’Heysel, anche Liverpool ha in programma una
celebrazione ufficiale alla quale parteciperanno
Sergio Brio, Gianluca Pessotto e Phil Neal.
Domani - il giorno prescelto - verrà posta una
targa davanti all’Anfield’s Centenary Stand. Una
delegazione verrà anche a Torino sabato: tra
questi l’ad Christian Purslow e il responsabile
delle finanze Philip Nash.
Fonte:
Tuttosport.com
© 25 maggio 2010 Fotografie: GETTY IMAGES
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