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MONUMENTI in MEMORIA HEYSEL
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Avellino
Stadio Partenio-Lombardi
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Bruxelles
Stade Roi Baudouin
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Meridiana di Patrick Rimoux
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Cherasco
Giardino Madonna delle Grazie
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Reggio Emilia
Parco Mirabello
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Torino
J-Center (Continassa)
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Torino
Piazzetta Vittime Heysel
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STELE in MEMORIA HEYSEL
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Casette
(RI)
Campo Sportivo Gianni Mastroiaco
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Rutigliano (BA)
Via Vittime Stadio Heysel
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Torino
J-Center (Continassa)
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Torino
J-Museum (Allianz Stadium)
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"Heysel '85 per non
dimenticare"
La Stele di Giovanni
Spiniello
Nell'anno
1986, posizionandolo tra la curva nord e la tribuna
Montevergine dello Stadio Partenio di Avellino, lo
scultore Giovanni Spiniello erige questa
plastoggettografia in cemento armato ad alta resistenza
(Dimensioni: 300 cm x 900 cm x 60 cm). E' un'opera
commemorativa della strage dell'Heysel, realizzata
dall'artista irpino, nato a Grottolella, scultore,
pittore, incisore, illustratore, ceramista e grafico,
avvalendosi della consulenza tecnica dell'Architetto
Ferdinando Luongo. La stele, di proprietà del Comune di
Avellino, viene presentata in mondovisione in occasione
dell'amichevole fra le nazionali di calcio di Germania e
Italia il 5 Febbraio 1986. Il monumento ha una base in
argilla, la forma in gesso e la colata di cemento armato
ad alta resistenza. Una "reminiscenza fossile", come ama
definirla il suo autore. Un lavoro etico e di denuncia
che abbiamo dimenticato. Eppure è sempre lì, a
ricordarci la mutazione dell’uomo
in bestia, lo sfogo del barbaro che nulla ha a che
vedere con lo sport che davvero ci piace. Il dolore che
emerge dall’opera lo si intravede nei tanti volti
ritratti. La paura immane di aver perso un congiunto per
un motivo incomprensibile. Come è evocativa l’immagine
centrale di questa donna che urla per il dolore e
all’interno dell’urlo contiene il volto di un bambino,
nel vano tentativo di proteggerlo. Un potente lavoro di
commemorazione, pensato e sentito come un monumento alla
speranza, un invito a ricordare il piacere del calcio
giocato: "uno sport di strategie, di geometrie ed anche
di cultura. Un momento di aggregazione, di crescita
fisica ed interiore. Come ogni sport dovrebbe essere". Per
conoscere ed approfondire le sue creazioni potete
visitare il suo sito www.giovannispiniello.it
Fonte:
Orticalab.it © 29 maggio 2009 (Testo © Fotografie)
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Heysel Reggio Emilia ©
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LA MEMORIA
Creato "per non
dimenticare"
Mai un "Partenio-Lombardi" senza il monumento
Heysel ’85
di Luigi Salvati
Sui social l’appello dell’autore dell’opera
Spiniello: "Non dimentichiamoci che c’è e che va
preservato". Già in sede di presentazione del nuovo
impianto, l’architetto Zavanella assicurò: "Sarà
sicuramente salvato. È un dovere". Ad un anno almeno
dall’avvio dei lavori, repetita iuvant. Perché Avellino
è l’unica città d’Italia il cui impianto sportivo rende
omaggio alle 39 vittime bianconere".
"Per
non dimenticare. Monumento Heysel ’85 allo Stadio
Partenio, Tribuna Montevergine. Non dimentichiamoci che
c’è e che va preservato prima della demolizione dello
stadio. Si tratta di una plastoggettografia ad
altorilievo di 3 metri. Sono sicuro sarà stata prevista
di certo una sistemazione nuova e che la inaugureremo
insieme": a raccogliere il pensiero di tanti
frequentatori del "Partenio-Lombardi" ci ha pensato
direttamente l’autore del monumento che si staglia tra
la Tribuna Montevergine e la Curva Nord e che guarda con
estrema discrezione il rettangolo verde di gioco.
L’artista avellinese Giovanni Spiniello, che alla sua
Città e alla provincia ha donato tante opere. Il
desiderio, anzi l’auspicio del Maestro, è che
l’avveniristico stadio che dovrà sorgere sulle ceneri
del vecchio impianto di Via Zoccolari porti con sé il
monumento alla memoria, una testimonianza di civiltà di
cui Avellino - calcistica e non - va orgogliosa. In un
articolo datato settembre 2014, a firma di Lara
Tomasetta descriveva con cura di particolari l’effige
che da 35 anni è parte integrante dello Stadio
"Partenio-Lombardi". "Il monumento - scriveva la collega
- ha una base in argilla, la forma in gesso e la colata
di cemento armato ad alta resistenza. Una "reminiscenza
fossile", come ama definirla il suo autore. Un lavoro
etico e di denuncia che è sempre lì, a ricordarci la
mutazione dell’uomo in bestia, lo sfogo del barbaro che
nulla ha a che vedere con lo sport che davvero ci piace.
Il dolore che emerge dall’opera lo si intravede nei
tanti volti ritratti. La paura immane di aver perso un
congiunto per un motivo incomprensibile. Come è
evocativa l’immagine centrale di questa donna che urla
per il dolore e all’interno dell’urlo contiene il volto
di un bambino, nel vano tentativo di proteggerlo. Un
potente lavoro di commemorazione, pensato e sentito come
un monumento alla speranza, un invito a ricordare il
piacere del calcio giocato". Avellino vuole il nuovo
stadio, ma desidera più di ogni altra cosa che il
monumento del Maestro Spiniello sia tutelato e trovi una
sua degna collocazione, magari all’interno del museo
previsto nel progetto avveniristico che ha fatto
stropicciare gli occhi a tutti coloro che l’hanno visto.
Non a caso, nel giorno della conferenza, la prima
domanda rivolta a Gino Zavanella architetto progettista
fu proprio questa. Che ne sarà del monumento dedicato
alle vittime dell’Heysel ?. Zavanella, pur ammettendo
che in origine non sapeva della sua presenza, non esitò
nella risposta: "Me l’hanno segnalato più persone, sarà
sicuramente salvato. È un dovere". Un vecchio adagio
dice: "Repetita iuvant". E visto che in questo caso la
data di abbattimento e ricostruzione del nuovo impianto
è molto lontana (senza intoppi burocratici tutto
potrebbe cominciare alla fine della prossima stagione
agonistica), è bene ricordare all’architetto Zavanella
che tutta l’Irpinia, compreso l’autore dell’opera,
desiderano che quel monumento diventi parte integrante
del nuovo progetto. Le drammatiche immagini dello stadio
Heysel sono impresse negli sguardi attoniti di chi ha
vissuto quei momenti dalla televisione e di chi quel
mercoledì 29 maggio 1985 si trovava a Bruxelles per la
finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool.
Probabilmente Avellino è l’unica città d’Italia il cui
impianto sportivo rende omaggio alle 39 vittime e "Per
non dimenticare" è importante che quel monumento resti
lì ad imperitura memoria.
Fonte:
Orticalab.it
©
24 giugno 2021 (Testo
©
Fotografie)
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IL RICORDO
Heysel 1985: quel
monumento irpino contro la follia. Di ieri e di oggi...
di Lara Tomasetta
Le follie
"calcistiche" degli ultimi giorni ci hanno portato a
riscoprire l’opera del maestro Giovanni Spiniello
situata vicino la Tribuna Montevergine allo Stadio
Partenio-Lombardi.
"Tifoso russo accoltellato
all’esterno dello stadio Olimpico". Apprendo questa
notizia dai siti internet. L’ennesima immancabile
notizia di violenza legata ad uno sport che di sportivo
ha sempre meno. Eliminiamo subito ogni dubbio: di calcio
ne capisco davvero poco, se non niente. Mi limito a
simpatizzare per qualche squadra e le mie conoscenze si
fermano alla comprensione del fuorigioco, avvenuta dopo
10 anni di studi.
Chiaramente qui il problema è un altro. Si tratta
di capire se possiamo ancora parlare di sport. Ci
abbiamo tutti riflettuto parecchio, abbiamo avuto
un’intera estate per rifletterci, ma con tutta onestà
credo sia cambiato poco o niente. Neanche quattro mesi
fa Ciro Esposito, tifoso partenopeo in trasferta a Roma
per assistere alla finale di Coppa Italia tra Napoli e
Fiorentina, veniva ferito a morte nei pressi dello
Stadio Olimpico da chi, con Napoli e Fiorentina
c’entrava ben poco. Nonostante l’enorme polverone
innescato il campionato è ripartito senza particolari
cambiamenti, perché, siamo onesti, chi può fermarla
questa impresa ? Francamente non c’è nemmeno da fermarla
quest’impresa, dato l’indotto che genera. Però, con
molta onestà, nella lunga storia del calcio, gli episodi
di violenza sono stati innumerevoli. Una guerriglia
senza fine tra persone che più che indossare sciarpe e
vessilli sportivi credono di avere scudi ed elmi per
rivendicare una non ben nota "fede". I veri tifosi me ne
vorranno. Però prima di partire con l’insulto o con un
coro - se vi più aggrada - vorrei ricordare un episodio
per il quale siamo prossimi celebrare il trentennale. I
miei concittadini, nonché lettori tifosi dell’Avellino,
saranno certamente al corrente della presenza della
stele posta vicino la Tribuna Montevergine allo Stadio
Partenio-Lombardi. Quella stele, neanche troppo piccola
per la verità, è un monolite alto tre metri
completamente rivestito di cemento armato, frutto del lavoro di un noto artista irpino: Giovanni Spiniello.
Correva l’anno 1985, alcuni di noi non erano nemmeno
nati, ma i nostri cugini, genitori o amici più grandi
ricorderanno certamente la data del 29 maggio. Quella
che può essere annoverata come una delle più nefaste e
ingloriose per l’intero universo calcistico. Un giorno
di violenza efferata e gratuita mista alle più illogiche
dinamiche della folla che portò ad un bilancio di 39
vittime. Finale di Coppa dei Campioni, la Juventus di
Platini e Boniek sfida il Liverpool allo stadio Heysel
di Bruxelles. Ad un’ora dal fischio d’inizio cominciano
i disordini tra le due tifoserie, nel giro di pochi
minuti la portata degli scontri diviene incontenibile ed
i tifosi juventini aggrediti cominciano ad accalcarsi
alle deboli barricate del settore "Z". Un intero pezzo
del settore, dove erano collocati i tifosi, cede
rovinosamente. La folla impazzisce per la
paura ed il caos travolge tutto e tutti. Difficile
ricostruire quegli attimi.
Riecheggia ancora la voce di
Bruno Pizzul, accidentale narratore di una serata
difficile da dimenticare. Una telecronaca non facile di
una partita che fu ugualmente giocata, perché "the show
must go on". Tanti giovani travolti da una furia che
l’artista Spiniello ha voluto ricordare tramite un’opera
complessa e maestosa: la stele commemorativa dal nome
"Heysel ’85 per non dimenticare". Opera regalata alla
città il 5 febbraio del 1986 quando per la prima ed
unica volta nella sua storia la Nazionale italiana fece
tappa ad Avellino per disputare un’amichevole contro
l’allora Germania dell’Ovest. Il monumento ha una base
in argilla, la forma in gesso e la colata di cemento
armato ad alta resistenza. Una "reminiscenza fossile",
come ama definirla il suo autore. Un lavoro etico e di
denuncia che abbiamo dimenticato. Eppure è sempre lì, a
ricordarci la mutazione dell’uomo in bestia, lo sfogo
del barbaro che nulla ha a che vedere con lo sport che
davvero ci piace. Il dolore che emerge dall’opera lo si
intravede nei tanti volti ritratti. La paura immane di
aver perso un congiunto per un motivo incomprensibile.
Come è evocativa l’immagine centrale di questa donna che
urla per il dolore e all’interno dell’urlo contiene il
volto di un bambino, nel vano tentativo di
proteggerlo. Un potente lavoro di commemorazione,
pensato e sentito come un monumento alla speranza, un
invito a ricordare il piacere del calcio giocato: "uno
sport di strategie, di geometrie ed anche di cultura. Un
momento di aggregazione, di crescita fisica ed
interiore. Come ogni sport dovrebbe essere". I tifosi
più affezionati ci saranno passati accanto tante volte:
mi chiedo se abbiano mai devoluto un pensiero a quel
penoso momento di inciviltà. Mi chiedo se esiste una
mera possibilità che quel piccolo gesto di memoria abbia
il potere di riportare il desiderio di assistere
soltanto ad un indimenticabile spettacolo sportivo. Un
calcio che non offende l’avversario, non cerca di
cancellarlo o annullarlo, ma lo rispetta, nella sua
potenza come nella sua fragilità.
Fonte:
Orticalab.it
©
19 settembre 2014 (Testo
©
Fotografie)
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Heysel Reggio Emilia ©
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"Fermate tutti gli
orologi" (Scultura di Patrick Rimoux)
Vent'anni dopo la morte di 39
persone, schiacciate nel settore Z dello stadio Heysel,
la Città di Bruxelles ha voluto rendere omaggio alle
vittime di questa tragedia erigendo un'opera
architettonica sul piazzale dello stadio, ora
ribattezzato "Roi Baudouin". La commemorazione si è
tenuta domenica 29 maggio 2005, aperta al pubblico,
"affinché tutti possano rendere un doveroso omaggio alle
39 vittime" - disse il sindaco Freddy Thielemans,
promotore dell’opera, in occasione della sua
presentazione dello scultore francese Patrick Rimoux.
"La scultura è lì soprattutto per rappresentare il
dovere della memoria, simboleggiato da una meridiana. La
luce, grazie alla sua quota di ombra e di luce, ci
ricorda il passare del tempo, ma non può essere quella
dell'oblio. Le vittime del disastro sono evocate sulla
colonna e sulla stele dai prismi e dai blocchi di luce,
ogni componente proietta il numero delle vittime (39
lastre, 39 prismi, 39 blocchi, 13 metri di altezza). La
scelta della poesia di W.H. Auden si impone innanzitutto
per la sua evocazione di un essere perduto, ma anche per
la sua nazionalità. Suggerisce quindi il pentimento di
una nazione ferita da un atto omicida contro persone
venute a celebrare un momento di sport e di
convivialità. La scultura commemorativa "Ferma tutti gli
orologi" è costituita da una base con le proporzioni di
un decimo di campo da calcio. Tutte le pietre al centro
della base di granito bianco provengono dall'Italia. 39
blocchi di luce rivestiti di marmo bianco di Carrara
sono disposti in linea sulla base formando una
meridiana. Tutte queste linee convergono verso uno
gnomone in acciaio inossidabile alto 13 metri (primitiva
meridiana, costituita da una semplice asta verticale la
cui ombra è proiettata su una superficie orizzontale
piatta). Su di essa saranno inseriti 39 prismi di luce
disposti a spirale, che evocano la spirale del tempo.
Questi prismi cambieranno colore per suggerire le
variazioni della luce solare, dall'alba al tramonto.
Nella parte superiore dello gnomone, 39 piccoli prismi
bianchi saranno disposti in tre corone di 13. Infine,
intorno alla stele, 39 lastre di pietra blu belga
circondano la scultura. Su queste lastre sarà incisa una
poesia dello scrittore britannico W.H. Auden, "The
Funeral Blues".
(NdR: per
ulteriori approfondimenti potete visitare
la pagina dello Stadio Heysel)
Fonte:
Patrickrimoux.fr ©
29 maggio 2009
Fotografie: GETTY IMAGES
© (Not
for Commercial Use) © Curvafiladelfia.wordpress.com ©
Roberto Nappi ©
Icone: Free Graphics © Comitato Heysel
Reggio Emilia ©
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Smonumentando
Nel ricordo della
tragedia dell'Heysel
di Silvano Bertaina
Il monumento si trova nel "Giardino della
Madonnina" di Cherasco Ricorda le gradinate di uno
stadio e la scritta è dedicata ai famigliari di quelle
persone che persero la vita. La più giovane aveva 10
anni.
Nel "Giardino della
Madonnina", a pochi metri dall'Arco del Belvedere di
Cherasco, fu inaugurato nell'aprile del 2016 uno dei
primi monumenti in Italia dedicati alle vittime
dell'Heysel. A proporre l'iniziativa al Comune delle
Paci furono due cittadini e tifosi juventini, Paolo
Monchio e Marco Bogetti. Siamo a pochi giorni dal 29
maggio, 37° anniversario di quella notte che sconvolse
il mondo del calcio e mise a nudo i limiti della
prevenzione e della sicurezza durante i grandi eventi
sportivi, e non solo. È Paolo Monchi a raccontare: "Ci
sembrava che nel tempo questa tragedia fosse
dimenticata, quasi rimossa dalla memoria, anche dalla
stessa Società bianconera. Al Comune proponemmo di
dedicare alle 39 vittime, una strada o un luogo
pubblico, ma si trovò una soluzione migliore.
Coinvolgemmo l'associazione "Quelli di via Filadelfia" e
grazie al lavoro dei volontari e di imprese locali, si
costruì un monumento significativo. Siamo contenti che
la nostra iniziativa contribuì a favorire la nascita di
progetti simili in molte parti d'Italia". Il manufatto
ricorda le gradinate di uno stadio e la scritta "Nessuno
muore veramente se vive nel cuore di chi resta, per
sempre" è dedicata ai famigliari di quelle persone che
partirono per assistere ad una partita di calcio e si
trovarono in una situazione paradossale, inimmaginabile
e fatale. Non si può nemmeno parlare di disgrazia. I
fatti raccontano di superficialità, inefficienza e
impreparazione delle forze di sicurezza belghe e della
brutalità degli hooligans: quelle furono le vere cause
della strage, che milioni di telespettatori intuirono
durante la diretta Tv, interrotta da alcune emittenti,
non dalla Rai. Ricordiamo due vittime. La più giovane
aveva 10 anni, si chiamava Andrea. La più anziana,
Barbara Lusci, aveva 58 anni. Invito a leggere "Quella
notte all'Heysel, di Emilio Targia, con postfazione di
Antonio Cabrini (Sperling &
Kupfer).
Fonte: La
Stampa (Edizione Cuneo) © 19 maggio 2022
Fotografia:
Associazione "Quelli di... Via Filadelfia" ©
Icone:
Free Graphics © Comitato
Heysel Reggio Emilia ©
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Cronistoria del
Monumento "Per Non Dimenticare Heysel"
Monumento alle vittime
della violenza negli stadi realizzato ispirandosi ai
piletti dello stadio Heysel. L'ideatore dell’opera,
l’artista fiammingo Gido Vanlessen, autore delle steli.
L’ingegner Tolmino Menozzi e il designer Ivan Fontanesi
del verde pubblico del Comune di Reggio Emilia ne hanno
curato l'inserimento.
Alla fine degli anni '80,
Francesco Gelati di Reggio Emilia, abitava a Verona la
quale era una delle sedi di girone del Campionato
mondiale di calcio" ITALIA '90. Verona ospitava la
squadra del Belgio e le iniziative culturali erano
molte: mostre, concerti. ecc.
Pippo Avola, operatore culturale e amico di
Gelati, invitò lo scultore Gido Vanlessen ad esporre la
sua particolare scultura "Per non dimenticare Heysel" e,
finito il mondiale, si apprestò a rispedire l'opera
in
Belgio e ad affrontare le conseguenti, notevoli,
difficoltà burocratiche. Gelati, ricordandosi dell'amico
Claudio Zavaroni, reggiano fra le vittime dell'Heysel,
ottenne da Pippo Avola l'opera in prestito per la città
di Reggio Emilia, in attesa di restituirla all'autore.
Il primo evento utile per mostrare l'opera, era la festa
dell'Unità di Reggio Emilia. La Direzione accettò di
buon grado e ospitò l'opera di Vanlessen collocandola
vicino all'ingresso principale. La commozione fu subito
grande fra i tanti visitatori. Ed aumentò quando una
mano anonima fece dono di un mazzo di fiori alla
scultura: da quel momento scattò il desiderio di far
rimanere a Reggio Emilia l'opera, ma come ? Dato che il
Comune non poteva acquistarla, era necessario trovare
qualcuno che la comprasse e poi la donasse alla città.
Gelati mise in contatto Avola con la Reggiana Calcio
dell'allora Presidente Ermete Fiaccadori, il quale, con
altri dirigenti del movimento cooperativo, attraverso
l'interessamento della Lega Cooperative di Reggio Emilia
e con l'impegno dell'allora Sindaco Fantuzzi, la
Reggiana calcio e altri, riuscì a creare un team di
cooperative per l'acquisto e la messa a dimora della
scultura. Il progetto, il cantiere, l'inaugurazione con
l'iniziativa calcistica, la mostra personale di Gido
Vanlessen agli Stalloni, ed altro, attivò diversi
protagonisti: Il designer Ivan Fontanesi, del Comune di
Reggio Emilia, e l'ingegner Tolmino Menozzi per la
progettazione e il coordinamento, Adriano Catellani per
l'inaugurazione, evento preparato in modo straordinario:
con partita di calcio nello stadio prospiciente al
monumento, presenza dell'associazione familiari delle
vittime, Club Juventus, mostra ecc... Da quel giorno la
scultura di Gido Vanlessen diventa l'unico monumento in
Italia contro la violenza negli stadi, meta di
fiaccolate, visitato da delegazioni di città gemelle e
da atleti giunti a Reggio Emilia per gareggiare.
(NdR:
per ulteriori approfondimenti potete visitare
la
Pagina del Comitato "Per non dimenticare Heysel" di
Reggio Emilia)
Fonte:
Comitato "Per non dimenticare Heysel" di Reggio Emilia
© 29 maggio 2009
(Testo
©
Fotografie)
Video: Pagno 72 ©
Icone:
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Heysel Reggio Emilia ©
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IL PIANO
Un giardino, parcheggi e un'opera
per le vittime
dell'Heysel: la Juventus ridisegna la Continassa
Primo via libera per il nuovo
progetto del club. Obiettivo, riqualificare la zona dove
già si trova la sua sede, ancora da definire, però, i
tempi di realizzazione.
Un giardino, parcheggi, una piazza,
percorsi pedonali. Spazi fruibili a tutti i cittadini
realizzati dalla Juventus nella zona della Continassa,
accanto allo Stadium. Dove sarà sistemata anche un'opera
d'arte in memoria delle vittime dell'Heysel. Tutto sarà
realizzato in uno spazio di oltre 31mila metri quadri
ora chiuso al pubblico. Lo prevede una delibera
approvata dalla giunta di Palazzo Civico su proposta
dell'assessore all'Urbanistica, Paolo Mazzoleni. Il
progetto rientra nella convenzione firmata, dieci anni
fa, tra la società bianconera e la Città, data di avvio
dell'iter per la realizzazione, alla Continassa, come
sede del club e dello stadio. La Juventus sta definendo
i tempi per l'avvio del cantiere e la conclusione delle
opere.
Fonte: Rainews.it © 21 marzo 2024
Fotografia:
Juventus.com ©
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Juventus, cambia ancora l'area
Continassa
Dal club un'opera d'arte per le 39
vittime dell'Heysel
di Cristiano Corbo
Un'opera d'arte dedicata alle 39
vittime della strage dell’Heysel a Bruxelles: c'è anche
questo, tra gli impegni assunti dalla Juventus, che a
proprie cure e spese, realizzerà un ricordo struggente e
allo stesso tempo toccante, da collocare nell'area della Continassa. Che cambierà, ancora, e sempre grazie al
club bianconero.
L'AREA CONTINASSA E L'ACCORDO TRA
CITTÀ DI TORINO E JUVENTUS - Nella seduta di ieri,
infatti, la Giunta Comunale di Torino ha approvato
l’atto di assoggettamento all'uso pubblico delle aree
destinate a piazza, a verde, percorsi pedonali e
parcheggi a raso nell’ambito "4.25 Continassa". Cosa
prevede ? Un patto tra la Città, Ream e Juventus per
l’assoggettamento all’uso pubblico delle aree per 31.527
metri quadrati complessivi, di cui 15.400 destinati a
verde, 9.937 adibiti a parcheggi pubblici a raso e
viabilità di collegamento e 6.190 metri quadrati. Tutto
destinato a piazza pubblica. La Juventus gestirà a
proprio carico l'intera zona, regalando anche un ricordo
speciale, per la storia del club e per i tifosi.
Fonte: Ilbianconero.com © 20 marzo 2024
Fotografia:
Google Maps
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Un maxi cuore di cinque metri
L'omaggio ai 39 morti di Heysel
Il progetto di due associazioni di
famigliari per ricordare i tifosi della Juve rimasti
uccisi nel 1985. L'assessore regionale Marrone: “Spero
che inizino al più presto i lavori per gli angeli
bianconeri”. Sulla scultura di ferro comparirà la
scritta “Per non dimenticare”. 100.000 La somma in euro
stanziata dalla Regione. E’ destinata al Comune per la
creazione e la manutenzione del monumento. 39 Le vittime
tra i tifosi allo stadio Heysel di Bruxelles nel 1985.
Alcuni rimasero schiacciati dal crollo di un muro.
IL CASO - Un grande cuore in ferro,
delle dimensioni di 5 metri per 4, su cui è inciso il
messaggio "Heysel, + 39, per non dimenticare". E’ questo
Il progetto per realizzare un monumento dedicato appunto
alle 39 vittime della strage dell'Heysel, lo stadio
belga di Bruxelles dove morì un gruppo di tifosi
bianconeri poco prima della finale della Coppa dei
Campioni disputata fra Juventus e Liverpool, il 29
maggio del 1985. Poche settimane dopo l'anniversario
della tragedia, è l'iniziativa che vogliono mettere in
campo i promotori dell'Associazione familiari Vittime
dell'Heysel e dell'associazione Quelli di...via
Filadelfia. Il primo passo per rendere possibile la
nascita del monumento era stato fatto nello scorso mese
di novembre, quando fu creato un apposito capitolo
all'interno del bilancio regionale da 100 mila euro, da
stanziare a favore della Città per la realizzazione e la
successiva manutenzione dell'opera. Nei mesi passati
furono avviate anche le interlocuzioni fra il Comune e i
promotori dell'iniziativa: il luogo dove allestire il
monumento con tutta probabilità dovrà essere la
piazzetta già dedicata alle "Vittime dello stadio di
Heysel", che si trova a pochi passi da strada del
Fortino sul territorio del quartiere di Barriera di
Milano, nella periferia nord. "Con l’amministrazione
abbiamo avviato un dialogo già dallo scorso mese di
dicembre, speriamo di poter giungere in tempi rapidi
alla definizione di tutti gli aspetti tecnici e
urbanistici del caso, in modo da poter cominciare
quest'anno i lavori e celebrare il prossimo anniversario
all'ombra del nuovo monumento dedicato alle Vittime
dell'Heysel - spiegano Beppe Franzo dell'Associazione
Quelli di... Via Filadelfia e Fabrizio Landini
dell'Associazione familiari Vittime dell'Heysel. La
piazzetta, che è già stata intitolata alla tragedia di
Bruxelles, potrebbe diventare in prospettiva anche un
vero e proprio cuore pulsante in memoria di quanto
accaduto, consentendo di ospitare all'interno di un
contesto riqualificato un programma di iniziative
istituzionali e sportive". Un auspicio che viene
espresso anche dall'assessore regionale Maurizio
Marrone, che alla fine del 2023 aveva seguito l'iter per
garantire le risorse necessarie all'opera: sarà
significativo che Torino, con le risorse messe a
disposizione dalla Regione Piemonte, sia finalmente
vicina a concretizzare un segno tangibile e perenne del
ricordo dei 39 angeli bianconeri dice. Per questo motivo
spero che al più presto possano iniziare i lavori".
D.
MOL.
Fonte: La
Stampa © 19 giugno 2024 (Testo
© Fotografia)
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"ECCO DOVE SORGERÀ IL
MONUMENTO"
"Un cuore gigante per
i 39 angeli dell'Heysel di Bruxelles"
di Jessica Scano
Il nuovo monumento a ricordo delle
39 vittime della strage dell'Heysel potrebbe sorgere a
Torino proprio nella piazzetta già dedicata alle
"Vittime dello stadio di Heysel, a pochi passi da strada
del Fortino. Ad annunciarlo, nel giorno del 39esimo
anniversario della tragedia in cui morirono 39 tifosi
bianconeri il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di
Bruxelles, poco prima dell'inizio della finale di Coppa
dei Campioni tra la Juventus e il Liverpool, i promotori
dell'iniziativa, ovvero l'Associazione familiari Vittime
dell'Heysel", insieme all'associazione "Quelli di...Via
Filadelfia. La realizzazione e la manutenzione del
monumento sono possibili grazie alla creazione di un
apposito capitolo regionale di 100mila euro. "In questo
39esimo anniversario è significativo che Torino con le
risorse messe a disposizione dalla Regione Piemonte sia
vicina finalmente a concretizzare un segno tangibile e
perenne del ricordo dei 39 angeli bianconeri
ha dichiarato l'assessore regionale Maurizio
Marrone. Per questo motivo sono soddisfatto che il
Comune abbia raccolto il progetto delle associazioni
promotrici e spero che al più presto possano iniziare i
lavori". Il monumento formerà un cuore in ferro di 5
metri per 4, intagliato con le frasi "Heysel, +39, Per
non dimenticare”. "La piazzetta intitolata alla tragedia
di Bruxelles
hanno detto Beppe Franzo dell'Associazione Quelli
di...Via Filadelfia e Fabrizio Landini dell'Associazione
familiari Vittime dell'Heysel
potrebbe diventare in prospettiva un vero e
proprio cuore pulsante in memoria delle Vittime,
permettendo di ospitare in un contesto riqualificato le
iniziative istituzionali e sportive".
Fonte:
Cronaca Qui © 30 maggio 2024
Fotografia:
Associazione Quelli
di... Via Filadelfia ©
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Heysel Reggio Emilia ©
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Calcio ora per ora
Familiari delle vittime
dell'Heysel, a Torino un nuovo monumento
Un cuore in ferro di cinque metri
per quattro, intagliato con le frasi 'Heysel, +39. Per
non dimenticare'. Questa è la bozza per la realizzazione
di un monumento in ricordo delle 39 vittime della strage
Heysel. Il monumento verrà realizzato con le risorse
messe a disposizione dalla Regione Piemonte e potrebbe
sorgere nella piazzetta già dedicata alle “Vittime dello
stadio di Heysel”, a pochi passi da strada del Fortino.
Ad annunciarlo sono i promotori dell'iniziativa,
l'associazione familiari Vittime dell'Heysel, insieme
all'associazione 'Quelli di...Via Filadelfia', in
occasione delle celebrazioni del 39/o anniversario. In
autunno era stato creato un apposito capitolo nel
bilancio regionale dotato di 100mila euro stanziati per
conferire le risorse necessarie alla realizzazione e la
manutenzione del monumento. Le associazioni promotrici
hanno individuato la piazzetta come idonea far sorgere
il monumento, con l'impegno di inserirlo in una più
ampia iniziativa di riqualificazione e illuminazione.
"In questo 39/o anniversario è significativo che Torino
con le risorse messe a disposizione dalla Regione
Piemonte sia vicina finalmente a concretizzare un segno
tangibile e perenne del ricordo dei 39 angeli
bianconeri", spiega Marrone "Con il Comune abbiamo
avviato un dialogo già da dicembre, che speriamo possa
giungere in tempi rapidi alla definizione degli aspetti
tecnici e urbanistici, così da poter iniziare quest'anno
i lavori e celebrare il prossimo anniversario all'ombra
del nuovo Monumento alle Vittime dell'Heysel",
sottolineano Beppe Franzo dell'associazione Quelli
di...Via Filadelfia e Fabrizio Landini dell'associazione
familiari Vittime dell'Heysel.
Fonte: Sportmediaset.mediaset.it ©
29 maggio 2024
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Il Monumento della Città di Torino
Regione Piemonte: un monumento
ricorderà le vittime dell'Heysel
In Regione pronta una variazione di
bilancio da 100mila euro.
(ANSA) - TORINO, 21 NOV - Un cuore
alto cinque metri realizzato con il ferro americano: è
così che dal prossimo anno saranno ricordate a Torino le
39 vittime della tragedia avvenuta il 29 maggio 1985
poco prima dell'inizio di una partita di Coppa dei
campioni Juventus-Liverpool allo stadio Heysel di
Bruxelles. L'iniziativa, che sarà finanziata con 100mila
euro dalla Regione Piemonte, è stata presentata oggi
nella sede dell'associazione Quelli di Via Filadelfia,
la storica curva juventina, che insieme all'Associazione
dei Familiari delle Vittime ha sempre promosso il
ricordo di quanto avvenuto all'Heysel. Presenti
l'assessore Maurizio Marrone (esponente di Fdi) che ha
coinvolto nel progetto in modo bipartisan tutte le forze
politiche della Regione. Allo stesso tavolo erano
infatti seduti anche il consigliere Pd Diego Sarno e la
capogruppo M5s Sarah Disabato. La variazione di
bilancio, ha annunciato Marrone, è già pronta.
L'obiettivo è quello di avere il monumento, realizzato
con un materiale dall'aspetto rugginoso e
particolarmente facile da pulire se venisse imbrattato,
per il prossimo anniversario della tragedia, che sarà il
numero 39, corrispondente al numero delle persone che
persero la vita nello stadio belga.
Fonte: Ansa.it © 21 novembre 2023
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Giornalista sportivo,
fu lui a idearlo in memoria delle vittime. Aveva 89
anni.
Addio a Dante Grassi, suo il cippo dell’Heysel
di Giacomo Mosca
TORINO
- È morto, nella sua abitazione torinese, il giornalista
sportivo Dante Grassi. Aveva 89 anni e da tempo era
ammalato. Laureato in architettura, per due mandati
rappresentante dei pubblicisti nel Consiglio dell’Ordine
regionale, ha svolto la professione giornalistica
soprattutto nel settore sportivo. Negli anni ’50 come
collaboratore del Popolo Nuovo (all’epoca quotidiano
della Dc piemontese), poi come corrispondente del
Corriere Lombardo, della Gazzetta del Sud e della Notte
e, soprattutto, come responsabile della redazione
torinese di Stadio che aveva fatto
diventare palestra di
giornalismo per numerosi giovani poi passati a
importanti organi di informazione. Dal ’60 e per oltre
10 anni, ha quotidianamente raccontato ai lettori di
Stadio le vicende della Juventus, squadra che ha
continuato a seguire da dirigente-tifoso quando, in
seguito alla fusione di Stadio con Il Corriere dello
Sport, aveva ridotto al minimo l’attività di giornalista
per dedicarsi a tempo pieno a quella di architetto.
L’amico Giampiero Boniperti l’aveva infatti nominato
coordinatore dei Club di tifosi, carica che aveva dovuto
lasciare con l’arrivo al vertice della società del trio
Giraudo-Moggi-Bettega. È opera sua il cippo ricordo
delle vittime dell’Heysel per anni installato nella
vecchia sede della Juventus. Dante Grassi lascia la
moglie Mariagrazia, i figli Antonello e Jacopo, gli
adorati nipoti Lorenzo e Vittorio, la sorella Elsa, la
cognata Franca con i figli Lorenzo e Gianmaria.
Fonte:
Giornalistitalia.it
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4 novembre 2019
(Testo e Foto)
Fotografie:
GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)
© Hurrà Juventus ©
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