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Comune
Chiesa Cattolica
e Anglicana
Liverpool 1/17.06.1985 |
Preparazione delle Cerimonie Istituzionali in Memoria
Strage Heysel |
"Viaggio di Pace e
Riconciliazione delle Autorità Civili e
Religiose" |
Commemorazione a Cura delle
Città di Liverpool
e Torino |
Con la Partecipazione
della Juventus Football Club |
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Liverpool a
Torino con un messaggio di amicizia
Ieri l’arrivo,
oggi l’incontro con la giunta - "Non si può
riparare al male, ma si può costruire un ponte
di fratellanza".
(DALLA NOSTRA
REDAZIONE) TORINO - "Abbracciamo la città di
Torino con spirito di fratellanza. Quello che è
successo contiene in sé qualcosa di
irreparabile. Non possiamo riparare al male, a
tutto ciò che è stato fatto, tuttavia possiamo
costruire un ponte di amicizia che unisca le
nostre due città". Parole semplici, asciutte,
che vanno diritte al cuore. Le scandisce il
sindaco di Liverpool, Hugh Dalton, davanti a un
nugolo di cine-operatori, fotografi,
giornalisti, che lo circondano, lo assediano,
mentre si rivolge alla rappresentanza del comune
di Torino. In anticipo sulla tabella d’arrivo,
il volo della "DAN AIR", decollato da Liverpool
alle 16.09, con a bordo la delegazione della
città inglese, atterra dolcemente sulla pista di
Caselle. Dal "messaggero di pace" discendono
primi fra tutti Maria e Richard Welsh,
rispettivamente moglie e zio di John Welsh, il
"salvatore" dell'Heysel, l’uomo che con coraggio
ha salvato la vita ad una decina di Italiani
travolti, in quei venti minuti di terrore nel
settore "Z" dello stadio di Bruxelles. La donna
stringe a sé i suoi bimbi: John e Maria, di tre
e due anni. Suo marito, atterrato poche ore
prima, proveniente da Roma, ha dichiarato:
"Porto la solidarietà di tutti i disoccupati di
Liverpool a quelli di Torino". La morsa del
fotografi si stringe fulmineamente, quasi a
chiudere in un budello la scaletta dell'aereo,
da cui discendono in rapida successione tutte le
personalità della delegazione di Liverpool. Dal
sindaco Dalton ai membri del consiglio comunale,
dall'arcivescovo cattolico Derek Warlock al
reverendo anglicano Davide Sheppard, ai
dirigenti della società calcistica del
Liverpool. Ad attendere tutti, gli assessori
comunali Elda Tessore e Francesco Mollo, il
console inglese a Torino, mister Wicks, ed il
"minister" (una sorta di vice ambasciatore o
ambasciatore in seconda) mister Fitrherbert. Le
parole che cogliamo nella grande ressa sono di
prammatica poiché, come ha spiegato il console
Wicks che ha svolto la funzione di portavoce del
gruppo, la conferenza stampa è prevista oggi,
nell'incontro che la delegazione avrà a Palazzo
Civico con il sindaco Cardetti e quattro
assessori. Il più loquace si è rivelato II
reverendo Sheppard, che ha affermato: "Siamo a
Torino per esprimere II nostro cordoglio. Il
nostro dolore per tante vittime innocenti di una
tragedia. Auspico che domani (oggi per chi legge
NdR) nella funzione religiosa al Santuario
della Consolata vi siano tanti giovani, perché
grande è il significato della parola
fratellanza". Ed è una chiave di lettura anche
del laburista di sinistra Derek Hatton, vice
capogruppo al comune di Liverpool, che in volo
ha dichiarato a giornalisti inglesi: "Il primo
ministro Thatcher ha strumentalizzato la
tragedia dello stadio come una seconda guerra
delle Falkland". Sull'aereo non sarebbero
mancate polemiche e scambi velenosi tra i sette
laburisti, da una parte, con i conservatori e
liberali alleati dall'altra. Questi ultimi
accusano a loro volta i laburisti di aver
strumentalizzato la missione di pace. Una
ulteriore prova di come, anche in questa triste
circostanza, vecchi e sordidi rancori non siano
rimasti a casa. Per la cronaca, i rappresentanti
di Liverpool hanno inviato un incaricato a
Bruxelles per controllare le misure di sicurezza
che esistevano nel tragico stadio, allo scopo di
concordare con i torinesi una denuncia nei
confronti degli organizzatori.
M. R.
Fonte:
L’Unità © 18 giugno 1985
Fotografie: It.m.wikipedia.org
© Bbc.com © It.mydailyselfmotivation.com ©
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Con la
delegazione che vuole ricostruire l'amicizia
umiliata dalla tragedia di Bruxelles
Da Liverpool a
Torino sul jet della pace
di Enrico
Singer
TORINO - A Liverpool
l'aereo rulla puntuale sulla pista, alle 3 del
pomeriggio, sotto la pioggia. In un attimo il
porto e le villette brune della periferia
spariscono dietro le nuvole. Il viaggio della
riconciliazione a Torino è cominciato. E' dal
giorno successivo alla strage nello stadio
Heysel di Bruxelles che gli amministratori della
città inglese, i dirigenti della squadra dei
"reds", il vescovo cattolico e quello
protestante, hanno lavorato per arrivare a
questo giorno. Hanno scelto la delegazione (28
persone), hanno preso contatti, preparato
discorsi. Adesso che il jet è in volo sono tutti
tesi. Sperano di essere capiti ma l'esame da
superare è duro. "Quei trentotto morti pesano a
Liverpool e in Inghilterra come in Italia", dice
Derek Hatton, il vicesindaco che è stato uno dei
più convinti sostenitori del viaggio. "Vogliamo
scongiurare una guerra tra città, tra italiani e
inglesi. A Torino speriamo di incontrare anche i
familiari di qualcuna delle vittime di Bruxelles
per testimoniare il nostro cordoglio sincero.
Non cerchiamo scuse ma comprensione. Dobbiamo
lavorare insieme per ricostruire l'amicizia, per
eliminare dubbi assurdi: la violenza di un
gruppo di teppisti non può condannare un Paese".
Anche gli altri rappresentanti del consiglio
comunale di Liverpool insistono su questo tema:
la violenza di una minoranza va isolata. Per una
volta, sono d'accordo i laboristi (che governano
la città). I conservatori e i liberali, tutti
presenti nella delegazione. Raccontano i mille
episodi di solidarietà, cercano di descrivere lo
sgomento che la città continua a vivere. Hanno
portato centinaia di lettere che gente comune ha
scritto al municipio e ai giornali, i disegni
che i bambini di una scuola - la St. Brigids's -
hanno realizzato in classe. Due funzionari li
tengono arrotolati su una delle poltrone
dell'aereo: si intravedono volti che piangono e
scritte di pace. "Li regaleremo ad una scuola di
Torino", dicono. Hatton parla anche di
iniziative concrete. Mostra un documento che
vuole sottoporre, oggi, alle autorità di Torino
e ai dirigenti della Juventus. E' una relazione
dell'ufficio tecnico del Comune di Liverpool:
l'ha realizzata un perito che, cinque giorni fa,
è stato a Bruxelles. Nove fogli che
dimostrerebbero l'inadeguatezza delle strutture
dello stadio Heysel. Nel discorso riemerge la
polemica inglese contro l'UEFA. "La follia degli
hooligans è la prima responsabile, certo, ma in
quello stadio non si doveva giocare una partita
così". Secondo Hatton sarebbe venuto il momento
di ragionare su tutte le responsabilità "perché
tragedie simili non si ripetano". Una critica
dura è rivolta anche al governo di Margaret
Thatcher. Il tono si accende, il confronto
politico a Liverpool, bastione laborista, è
forte. "Ci hanno già regalato la guerra delle
Falkland - dice Derek Hatton - ora la
disoccupazione. I fenomeni di violenza, gli
sbandati sono soprattutto colpa di una certa
politica". Ma sull'aereo della riconciliazione
prevalgono voci più pacate, anche se a Londra le
dichiarazioni di Hatton avranno un seguito. Sono
i due vescovi di Liverpool, che siedono uno
accanto all'altro, a insistere sul messaggio di
fratellanza che la delegazione vuole portare in
Italia. Ricordano che quando il Papa visitò la
città inglese, tre anni fa, entrò e si fermò in
preghiera sia nella cattedrale cattolica che in
quella anglicana: "Oggi siamo qui insieme per
esprimere i sentimenti più profondi della nostra
popolazione, delle due Chiese. Sentimenti di
dolore e di speranza". L'arcivescovo cattolico,
monsignor Derek Worlock, concelebrerà una messa
con il cardinale Ballestrero: "Ripeterò ai
giovani di Torino quello che ho detto ai giovani
di Liverpool, dallo sport dobbiamo bandire la
violenza". E il vescovo anglicano, reverendo
David Sheppard (che è stato nazionale inglese di
cricket), annuisce. L'aereo si avvicina a
Torino. I ventotto componenti della delegazione
sembrano preoccupati. Rispondono alle domande ma
poi, quando scoprono che il giornalista che
hanno di fronte è italiano, chiedono pareri,
impressioni. "Come ci accoglieranno ? E' vero
che c'è tanto risentimento ?". I meno abituati a
trovarsi al centro dell'interesse (sul jet ci
sono 34 giornalisti e decine di telecamere) sono
la moglie e lo zio di John Welsh, il tifoso del
Liverpool che, nello stadio di Heysel, ha
aiutato gli italiani mettendo in salvo otto
persone. John è già in Italia: tornerà a casa
con i suoi. La moglie, Marie, ha portato con sé
i due bambini. E' frastornata. "Mio marito un
eroe ? Non so, lo hanno scritto i giornali
inglesi. Credo che abbia fatto soltanto quello
che qualsiasi essere umano avrebbe dovuto fare".
Alle sei del pomeriggio il "Boeing", si posa
sulla pista dell'aeroporto di Caselle. Il
pilota, al consueto saluto, unisce un augurio
particolare: "Successo per la vostra missione".
Si aprono le porte. Ancora giornalisti,
telecamere, fotografi: il viaggio di
riconciliazione è arrivato alla sua meta.
Fonte:
La Stampa © 18 giugno 1985
Fotografia: GETTY IMAGES
© (Not for Commercial Use)
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Una
delegazione in "viaggio di pace" - Ci sarà anche
un tifoso che ha salvato 8 italiani
Liverpool
arriva
Il
programma della visita è in fase di avanzata
definizione. Resteranno tre giorni, martedì
l'incontro con le autorità, le squadre di calcio
e nel tardo pomeriggio una solenne finzione con
i due vescovi inglesi e il cardinal Ballestrero.
Ci sarà anche John
Welsh, il barista di 27 anni che a Bruxelles
rischiò la vita per salvare otto tifosi
italiani, nella delegazione in arrivo il
prossimo lunedì, al pomeriggio, da Liverpool. Il
programma del "viaggio di pace e
riconciliazione" è ormai in via di avanzata
definizione. Durerà tre giorni, ma sarà
particolarmente intenso martedì quando, alle 10,
il co-sindaco Derek Hutton, il presidente del
consiglio comunale Hugh Dalton, l'arcivescovo
cattolico e quello anglicano oltre a consiglieri
comunali, deputati, delegati delle squadre del
Liverpool e dell'Everton verranno ricevuti a
Palazzo civico. Sarà un incontro con Torino, le
autorità militari, religiose, sportive, e i
sindacati su cui soprattutto ha insistito Derek
Hutton. Nel pomeriggio, visita alla Juventus e
forse al Torino, e con tutta probabilità alle 18
un grande rito religioso alla Consolata. Ci
saranno naturalmente l'arcivescovo cattolico
Derek Worlock, il vescovo anglicano David
Sheppard e con tutta probabilità il cardinal
Ballestrero. I contatti fra la curia di
Liverpool e quella di Torino, del resto, sono
stati abbastanza fitti e procedono dal giorno
dopo i tragici incidenti allo stadio Heysel di
Bruxelles. Un telegramma dell'arcivescovo era
stato letto ai funerali delle due vittime
torinesi. Mercoledì la delegazione dovrebbe
ripartire, ma ci sono ancora spazi vuoti che
potrebbero essere riempiti con nuovi impegni, da
definire in questi giorni. Il programma di
incontri, come aveva spiegato Hatton nel suo
messaggio ai torinesi pubblicato da "Stampa
Sera" di lunedì (edizione nazionale) potrebbe
essere più vasto proprio per il desiderio del
dinamico co-sindaco laburista di Liverpool di un
dialogo non formale con tutti. La delegazione
dovrebbe essere composta da una ventina di
persone in tutto. Ma ci saranno molti
giornalisti, perché la decisione assunta due
settimane fa dal consiglio comunale della città
inglese ha suscitato un enorme eco sulla stampa
locale. Ma ecco tutti i nomi dei componenti la
delegazione: Hugh Dalton, presidente del
consiglio comunale, John Hamilton, dirigente del
consiglio, Derek Hutton, "deputy leader"
(co-sindaco), Tony, Mulhearn, presidente del
partito laburista di Liverpool, John Lynden,
Peter Loyd, Heather Adams, Harry Smith, due
consiglieri liberali, Alfred Stocks, capo
dell'esecutivo del consiglio comunale, Derek
Worlock, arcivescovo di Liverpool, David
Sheppard, vescovo anglicano, E. Loyden, deputato
al Parlamento, K. Stewart, deputato al
Parlamento, due rappresentanti delle squadre di
calcio, due rappresentanti del sindacato.
Fonte:
Stampa Sera © 12 giugno 1985
Fotografia: GETTY IMAGES
© (Not
for Commercial Use)
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Un messaggio a
"Stampa Sera" di Derek Hatton a pochi giorni
dalla visita a Torino
Il sindaco di
Liverpool scrive ai torinesi
"Verremo per dirvi
tutto il nostro dolore"
La delegazione
inglese arriverà il 17 o il 18 giugno -
"Condanniamo chi ha fatto scoppiare gli
incidenti di Bruxelles" - "Vogliamo accertare,
con le vostre autorità, di chi siano le vere
responsabilità della tragedia".
TORINO - A una
settimana dall'arrivo a Torino della delegazione
di Liverpool per un viaggio di pace e di
riconciliazione, contro la violenza negli stadi
(il 17 o il 18 giugno), il co-sindaco Derek
Hatton, promotore dell'iniziativa, ci ha fatto
pervenire un messaggio per i Torinesi. L'ha
sollecitato "Stampa Sera", dopo essersi messa in
contatto con lui sin dalle prime ora di
mercoledì scorso, quando si diffuse la notizia
che il consiglio comunale di Liverpool aveva
deciso di formare una delegazione comprendente
le massime autorità civili, l'arcivescovo
cattolico Derek Worlock, il vescovo anglicano
David Sheppard, i dirigenti delle società
calcistiche del Liverpool e dell'Everton. La
risposta del sindaco Cardetti, informato da noi
prima ancora che dalla municipalità di Liverpool
fossero presi i primi contatti, fu entusiastica:
"Li accogliamo a braccia aperte". E dissolse i
timori che avevano accompagnato la difficile
decisione del "City Council" della città
inglese. Sabato scorso una solenne cerimonia per
la riconciliazione è stata concelebrata nella
cattedrale anglicana dai prelati dei due riti
cristiani, presente anche l'ambasciatore
italiano cui è stata consegnata una "targa del
dolore" della città di Liverpool. Ora, mentre si
infittiscono i preparativi per la partenza,
Derek Hatton, il dinamico "deputy leader"
laborista, invia tramite il nostro giornale
questo messaggio a Torino: "Innanzi tutto
verremo per dire che siamo addolorati per la
tragedia che è accaduta. Esprimiamo tutta la
nostra partecipazione più sincera, di tutto
cuore, al dolore delle famiglie dei tifosi della
Juventus. Diamo la nostra parola che la grande
maggioranza dei tifosi del Liverpool era andata
per assistere a quello che avrebbe dovuto essere
un brillante avvenimento sportivo. In secondo
luogo condanniamo, insieme alle autorità
torinesi, le persone responsabili d'aver fatto
scoppiare gli incidenti, incluso il Fronte
nazionale, fascista, che cerca tutte le
occasioni per far esplodere disordini. In terzo
luogo, veniamo per accertare, sempre insieme
alle autorità di Torino, dove siano le vere
responsabilità della tragedia, guardando in
special modo all'organizzazione per accogliere i
tifosi e assicurare l'ordine a Bruxelles.
Dobbiamo prepararci a chiedere degli standard di
sicurezza internazionali per tutti gli stadi del
calcio in Europa, in modo da esser certi che
tragedie di questa fatta non accadano mai più.
Infine, veniamo per stabilire legami con i
partiti socialisti ed i sindacati in Torino, in
modo da combattere insieme le cause profonde
della disperazione di tanti giovani alle prese
con gli effetti della disoccupazione di massa,
sia a Liverpool che a Torino. Vogliamo scambiare
i nostri punti di vista sul modo di affrontare
le condizioni sociali che rendono brutale la
nostra vita. Il nostro scopo è il socialismo,
sia nel nostro Paese, la Gran Bretagna, sia nel
mondo". Derek Hatton, Deputy leader of the City
Council Liverpool.
Fonte:
Stampa Sera © 10 giugno 1985
Fotografie: GETTY IMAGES
© (Not
for Commercial Use)
© Comune.torino.it ©
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"Vorrei
parlare con la gente, per le strade"
Il vicesindaco
di Liverpool spiega le ragioni della sua
missione.
NOSTRO SERVIZIO LIVERPOOL - Derek Hatton è il
giovane factotum della municipalità di
Liverpool. Da quando, con il sindaco Hugh
Dalton, entrambi di estrema sinistra, ha
rifiutato il titolo di Lord Mayor, il brillante
vicesindaco si chiama vice leader del gruppo di
controllo. Della delegazione che sta formando e
che sarà a Torino il 17 o il 18 giugno ha detto:
"Comprenderà alcuni assessori, i rappresentanti
delle due Chiese, quella cattolica (i cattolici
contano quasi metà dei credenti a Liverpool,
N.d.R) e quella anglicana, un certo numero di
vescovi, alcuni deputati del Parlamento centrale
per Liverpool e i sindacalisti. Saremo circa
venti". E che cosa farete ? Lei parlerà ?
"Vorremmo incontrare le autorità a Torino e
anche parlare con la gente, con i Torinesi, per
le strade, e vorremmo incontrare i
sindacalisti". Non temete qualche disordine ?
Dimostrazioni ? Non ha paura per la sicurezza
della delegazione ? "Ci siamo informati e se le
autorità italiane ci dicono, come ci hanno
detto, che possono garantire la nostra
sicurezza, abbiamo tutte le ragioni per fidarci.
Come se una delegazione italiana venisse a
Liverpool noi ci assumeremmo questa
responsabilità". Ho chiesto a Hatton,
personaggio molto attivo, controverso e famoso,
di che cosa vorrà discutere. "Ovviamente
rimpiangiamo moltissimo che la scorsa settimana
sia avvenuta questa tragedia e voglio già da ora
mandare le mie e le nostre più sentite
condoglianze alle famiglie colpite dal lutto. Ma
noi crediamo che la vera responsabilità della
tragedia stia nella cattiva organizzazione, non
solo dello stadio a Bruxelles, ma della polizia
belga, e vorremmo discutere di questo con
Torino, con i Torinesi. Vogliamo studiare cosa
fare e come fare nel futuro". Questo è già stato
detto in Italia. "Ciò mi rinfranca, la
ringrazio". Hatton è lieto che la delegazione di
Liverpool sia stata accettata da Torino e che
sia attesa anche se non sarà facile essere
sereni né per gli uni, né per gli altri.
G. S.
Fonte:
La Stampa © 8 giugno 1985
Fotografia: GETTY IMAGES
© (Not
for Commercial Use)
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Liverpool
chiama Torino
Una
delegazione inglese attesa per il 17 o il 18
giugno - Ne faranno parte uomini politici,
esponenti della Chiesa cattolica e di quella
anglicana, giocatori - Il sindaco Cardetti: "Una
testimonianza di amicizia e di civiltà" - "La
tragedia dello stadio Heysel sia monito per
tutti".
Il capo della
municipalità di Liverpool, Hugh Dalton, e il suo
vice, Derek Hutton, accompagnati da altre
autorità ed esponenti politici, della Chiesa e
del mondo calcistico, verranno a Torino per
incontrarsi con il sindaco Giorgio Cardetti e
con la città. La visita, che potrebbe avvenire
il 17 o il 18 giugno, vuole essere un segno che
la tragedia di Bruxelles "non ha allontanato le
comunità civili". Della delegazione faranno
parte anche l'arcivescovo cattolico Derek
Worlock e il vescovo anglicano David Sheppard.
L'iniziativa è allo studio del City Council di
Liverpool (il nostro Consiglio comunale) che,
ieri sera, avrebbe, però, registrato una
spaccatura: favorevoli alla trasferta si sono
dichiarati i laboristi, contrari i conservatori,
incerti i liberali che vorrebbero portare a
Torino anche una delegazione di fans del
Liverpool. L'irrigidimento sarebbe una
conseguenza di notizie rimbalzate dall'Italia
secondo cui la trasferta dei rappresentanti
inglesi potrebbe venire considerata
"inopportuna", anche in relazione alle recenti
manifestazioni antinglesi svoltesi in alcune
città italiane. Il sindaco ha accolto
favorevolmente l'annuncio della visita,
definendola "una testimonianza di amicizia e di
civiltà". Cardetti ha aggiunto che la tragedia
dello stadio Heysel deve essere di monito per
tutti, onde evitare che manifestazioni sportive
si tramutino ancora in occasioni di violenza"
augurandosi che "dall'accaduto non debba sorgere
alcuna ingiustificabile forma di inimicizia fra
italiani e inglesi". Per oggi è prevista la
convocazione straordinaria della giunta comunale
per discutere i particolari della visita.
Sembra, comunque, che i rappresentanti di
Liverpool rimarranno a Torino per qualche giorno
e nel capoluogo piemontese si sta pensando di
organizzare un rito religioso interconfessionale
per commemorare le vittime dello stadio Heysel,
presieduto dall'arcivescovo di Torino Anastasio
Ballestrero, presidente della Conferenza
Episcopale italiana. Al viaggio di
riconciliazione potrebbero partecipare anche le
delegazioni delle squadre del Liverpool e
dell'Everton mentre c'è invece incertezza sulla
presenza di gruppi di supporters. Positive le
prime reazioni in città: il consigliere dc
Sergio Galotti definisce il gesto
dell'amministrazione di Liverpool "coraggioso e
umano", e invita i Torinesi a "concedere subito
perdono con un gesto di fratellanza che possa
rappresentare un esempio per tutti i popoli che
sono alla ricerca della pace".
Fonte:
La Stampa © 6 giugno 1985
Fotografie: Liverpoolecho.co.uk © GETTY IMAGES
© (Not
for Commercial Use)
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"Perché da
Liverpool a Torino"
La risposta di Torino
a Liverpool è arrivata nella città inglese per
bocca del capo di gabinetto del sindaco
Cardetti. L'ha ricevuta il presidente
dell'assemblea comunale, John Hamilton, che
proprio ieri sera l'ha comunicata ai suoi
colleghi: "Ci accolgono a braccia aperte" ha
detto, più o meno, al pro-sindaco Hatton ed al
"chairman" Dalton. Ma a Liverpool resta qualche
perplessità fra l'opposizione liberale e
conservatrice, che ritiene troppo "vicino" il 17
giugno e vorrebbe almeno uno slittamento della
data in cui la delegazione della città, con
tutte le autorità civili, il vescovo anglicano e
l'arcivescovo cattolico, intraprenderà il
viaggio di pace e di riconciliazione. I
laburisti, però, hanno fretta, e non vogliono
aspettare. Perché ? "Vogliamo dimostrare che non
dimenticheremo mai quel che è successo a
Bruxelles. E la reazione della vostra città
mostra che c'è un'ampia volontà di stringere
relazioni di amicizia fra noi: La decisione di
intraprendere questa sorta di "viaggio di
espiazione" non è stata del resto facile.
Liverpool è sotto choc, "bombardata" dai
giornali che sottolineano gli atti vandalici
commessi in Italia dai soliti esagitati contro
uffici inglesi, o la presenza di scritte che
incitano all'odio, come quelle comparse alcuni
giorni fa sulle mura dello stadio comunale e che
il sindaco ha fatto subito cancellare. Derek
Hatton, l'attivissimo "deputy leader" (carica
che equivale in pratica a quella del nostro
primo cittadino, perché il "chairman", e cioè il
sindaco, ha funzioni di rappresentanza, è un po'
un "sindaco onorario") rivendica a sé l'idea ed
il merito di averla imposta. "Si, ci ho pensato
io per primo - ci ha detto ieri al telefono -
ancora mentre tornavano i tifosi, a caldo". Ha
pensato che fosse assolutamente necessario un
gesto che non avrebbe certo cancellato la
barbarie scatenatasi allo stadio di Bruxelles,
ma ne sarebbe stato almeno il più alto rifiuto.
Un gesto doloroso, difficile. "Ho dovuto imporre
quest'idea convincendo praticamente i membri
della maggioranza uno per uno, superando mille
perplessità e molti timori". Ora, Liverpool sta
preparando il suo viaggio ed è sicura che questa
sia l'unica azione giusta da compiere. Ma
restano timori, alimentati da equivoci. Questa
mattina ad esempio la stampa inglese sottolinea
con molta enfasi il fatto che i giocatori della
Juventus non scenderanno in campo nella partita
a Città del Messico contro l'Inghilterra. La
decisione è di Bearzot, ma molti articoli
suggeriscono che sia stata invece la Juventus a
impedir loro di giocare.
Fonte:
Stampa Sera © 6 giugno 1985
Fotografia: GETTY IMAGES
© (Not
for Commercial Use)
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"Veniamo a
Torino dobbiamo scusarci"
ci dice il sindaco di
Liverpool
di Mario
Baudino
Il vescovo
cattolico voleva concelebrare i funerali delle
vittime - Contatti con il cardinale Ballestrero.
"Chiedere scusa, per tentare di far sì, insieme,
che tragedie di questo genere non debbano
ripetersi mai più". Derek Hatton, il sindaco di
Liverpool, ci scandisce per telefono, con voce
commossa, le parole che dirà a Cardetti il 17
giugno, lunedì, quando arriverà in città
guidando una delegazione. Un viaggio del perdono
e della riconciliazione. Oltre al "deputy
leader" Hutton, laborista della cosiddetta
"tendenza militante", l'ala trotzkista del
partito, il "chairman" Hug Dalton, il presidente
dell'assemblea comunale John Hamilton, e poi
l'arcivescovo cattolico, Derek Worlock, il
vescovo anglicano David Sheppard, le
rappresentanze delle squadre del Liverpool e
dell'Everton, i capi dell'opposizione
conservatrice e laborista. Questa del resto è la
condizione posta dai vertici religiosi per
partecipare al viaggio: bisogna che tutta la
città sia rappresentata. Un portavoce della
giunta di Liverpool ha fatto, stamattina alle
10, una richiesta ufficiale in questo senso al
sindaco Cardetti, che ne parlerà in giunta ma
naturalmente ha anticipato di essere
assolutamente d'accordo. La delegazione di
Liverpool resterà alcuni giorni in città, sarà
un soggiorno di meditazione e di pace, alla
ricerca non solo di una riconciliazione fra le
due città - ammesso che vi sia mai stata rottura
- ma soprattutto di una più vasta pietà per i
morti di Bruxelles, di un più netto e corale
rifiuto della violenza. Con tutta probabilità la
"visita del perdono" culminerà in una grande
cerimonia religiosa, concelebrata dal cardinal
Ballestrero, dal vescovo e dall'arcivescovo
inglesi. Anche questa è un'idea partita da
Liverpool, dopo che monsignor Worlock aveva
inviato un commosso telegramma al cardinale,
letto pubblicamente ai funerali delle due
vittime torinesi. "Ieri abbiamo ancora preso
contatto con la Curia torinese - ci spiega da
Liverpool il portavoce di monsignor Worlock,
padre Paul Tompson - proponendo una solenne
celebrazione funebre, tutti insieme. Ma ci hanno
spiegato che i funerali erano già avvenuti, e
che il nostro telegramma era stato letto".
Questo significa che non ci sarà la
concelebrazione ? "No assolutamente. I contatti
continuano, l'arcivescovo cattolico e il vescovo
anglicano, a Torino, se sarà possibile
celebreranno senz'altro un solenne rito in
memoria delle vittime, per il perdono e la
fratellanza". Il primo atto del resto avverrà
sabato nella cattedrale anglicana di Liverpool,
con una grande messa "per la riconciliazione".
Sarà un viaggio di pace e dolore, quello deciso
all'unanimità da tutto il consiglio comunale
anche se con qualche perplessità sui tempi. Ma,
è stata una scelta difficile. Ma la maggioranza
laborista, ha insistito perché non si
aspettasse, conservatori e liberali hanno
manifestato una serie di dubbi sull'opportunità
di venire a Torino così presto. I liberali in
particolare, per bocca di Sir Trevor Jones,
hanno insistito che il municipio avrebbe fatto
meglio ad attendere un invito formale da parte
di Torino. Jones avrebbe anche sostenuto di
sapere che il sindaco di Torino non riterrebbe
ancora maturi i tempi. Ci sono insomma timori di
disordini o di manifestazioni di rabbia
incontrollata, che in un primo tempo sarebbero
stati condivisi in parte anche dal vescovo
anglicano della città, David Sheppard. Qualche
incertezza rimane ancora all'interno dei due
club calcistici, il Liverpool e l'Everton. La
squadra i cui tifosi - anzi, una parte di essi -
hanno provocato i disordini ha fatto sapere però
che sono in corso contatti con la Juventus per
definire iniziative comuni da prendere in
futuro. La decisione del consiglio comunale
comunque è presa ed è operativa. Da oggi
cominciano i preparativi per quello che dovrà
essere il grande viaggio del dolore e della
pace. Ma in città c'è inquietudine, chi risponde
alle nostre domande ne ha molte in serbo da fare
su che cosa troverà la delegazione a Torino.
Abbiamo parlato con un collega del "Liverpool
Eco", Nick Bunkar, che ci ha spiegato come a
Liverpool l'atteggiamento della gente sia ancora
quello di uno choc che non accenna a passare, il
lungo incubo di Liverpool è appena incominciato,
e mentre sono ai primi passi le indagini per
identificare i tifosi assassini un senso di
colpa generale è tutto ciò che rimane dopo la
tragedia di Bruxelles. "Non sono sicuro che
tutti siano d'accordo con l'idea di venire a
Torino. Anche padre Tompson è inquieto. Ma qual
è l'atteggiamento della gente, a Torino ? C'è
rabbia, risentimento ? Che cosa può accadere
quando arriveremo ?". In tutti la paura di non
essere capiti, il timore che il gesto di
riconciliazione e di pietà venga frainteso, o si
scontri con reazioni irrazionali da parte di
frange esagitate. Ma lunedì 17 l'aereo, da
Liverpool, partirà.
Fonte:
Stampa Sera © 5 giugno 1985
Fotografie: GETTY IMAGES
© (Not
for Commercial Use)
© Liverpoolfc.com ©
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