Messa celebrata con i
giocatori
Liverpool ricorda i
morti allo stadio
DAL NOSTRO
CORRISPONDENTE LONDRA - Il segnale di
pacificazione arriva da Liverpool. Proprio dalla
città dei tifosi-teppisti. Giocatori delle due
squadre cittadine (Everton e Liverpool) e più di
duemila persone si sono ritrovati nella
cattedrale cattolica per partecipare a una Messa
in suffragio delle vittime di Bruxelles. Da
Kennedy a Dalglish, da Neal al portiere
Grobbelaar, titolari e riserve, tutti in
cravatta nera in segno di lutto, hanno pregato
per i morti di quel tragico mercoledì sera allo
stadio Heysel. Qualcuno, come Sammy Lee, ha
pianto. Nessuno ha mascherato una commozione che
confermava quanto fossero sentite le parole di
condanna espresse dopo l'incontro. Ma i segnali
di pacificazione non smorzano la polemica.
L'autosospensione per un anno delle squadre
inglesi dalle Coppe europee annunciata venerdì
ha lasciato l'amaro in bocca. Tutti i giornali
erano concordi ieri nel qualificare come
"inadeguato" il provvedimento, definito
addirittura "un insulto alla memoria dei caduti
di Bruxelles" dai fogli popolari che spesso si
distinguono per la loro faziosità ma che in
questa occasione si sono schierati in prima fila
nella riprovazione delle violenze e nella
richiesta di sanzioni esemplari contro i
teppisti negli stadi. Non è un segreto, qui a
Londra, che il primo ministro signora Thatcher
avrebbe preferito una sospensione di due anni
per dare anche all'estero l'impressione che gli
inglesi erano davvero consapevoli della gravità
di quanto avvenuto a Bruxelles e decisi in un
paio d'anni di "quarantena" a rimettere ordine
nell'ambiente calcistico. E con uno zelo
insospettato, alcuni commentatori continuano a
insistere perché l'auto-espiazione salga a
cinque anni, anticipando in severità quelle che
potranno essere le sanzioni dell'Uefa. Insomma,
il desiderio di farsi perdonare dall'Europa
sconvolta dalle scene di violenza e in
particolare dall'Italia colpita cosi gravemente,
è evidente a tutti i livelli. Cosi, mentre i
giornali seguitano a denunciare quello che viene
definito ormai "un cancro sociale", il governo
della signora Thatcher ha spedito il ministro
degli Esteri Howe a Bruxelles in una prima
missione di "riconciliazione" che culminerà nei
prossimi giorni in Italia. Ma anche a livello
popolare, le reazioni di sdegno sono sincere e
diffuse. Lo testimonia il tono delle lettere
ricevute dal giornali, lo provano l'imbarazzo e
il senso di vergogna che in questi giorni,
mostrano gli inglesi nei loro contatti con gli
italiani di qua. In questo panorama si deve
rilevare una sola nota stonata: anche ieri
pomeriggio, la tv commerciale "ITV" si è
distinta per una pesante caduta di gusto nel
resoconto delle scene di disperazione dei
parenti all'arrivo delle vittime a Torino e a
Milano definite, con tono di sufficienza, "in
stile italiano".
(P. PAT.)
Fonte:
La Stampa © 2 giugno 1985
Fotografia: Expedia.it
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Video:
RAI ©
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