Accadde a Mesagne
Heysel 29 maggio 1985
Il ricordo di Alberto
Guarini dell’avv. Fernando Orsini
di Giuseppe Messe
Nel
primo elenco delle vittime pubblicato sul "Corriere
della Sera" del 30 maggio 1985, il suo nome non c’era.
Purtroppo, la speranza che fosse davvero così, durò solo
qualche ora. Come una lancia perfidamente acuminata
dalla scelleratezza di criminali hooligans, la mattina
di quello stesso giovedì avemmo la drammatica conferma:
per il fanatismo violento, la bestialità e la furia
omicida di teppisti delinquenti in una serata colma di
orrore, Alberto Guarini, insieme ad altri 38 spettatori,
aveva lasciato la sua vita sugli spalti di quel
maledetto stadio, fra le grida disperate del padre
Bruno. Avrebbe compiuto solo 21 anni di lì a qualche
giorno ed assistere a quella partita era stato uno dei
suoi sogni. E mentre ieri mattina guardavo il suo volto
sorridente impresso su quel marmo, continuo a chiedermi
come si possa morire in un tardo pomeriggio di primavera
inoltrata, per una partita di calcio ancora non
cominciata, per assistere ad una finale di coppa
stravolta da un odio incomprensibile di selvaggi che
nulla avevano a che fare con lo sport. 36 anni di dolore
per la sua mamma Lucia e per il suo papà Bruno che, solo
qualche anno fa, quando lo ha potuto riabbracciare nel
mondo dei giusti, ha colmato il ricordo di quel
pomeriggio, un ricordo straziante che lo ha tormentato
fino all’ultimo dei suoi giorni per non essere riuscito
a tirare fuori da quell’inferno il suo Alberto. Per te,
Alberto.
Fonte: Mesagnesera.it
© 29 maggio 2021
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