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ALBERTO GUARINI ♥
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Alberto Guarini ❤
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 ITALIA   21-06-1964   Mesagne (BR)   Anni 20
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Per non dimenticare

di Giuseppe Messe

38 anni fa, il 29 maggio 1985, poco prima dell’inizio della Finale della Coppa dei Campioni (oggi Champions League) di calcio tra la Juventus e il Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles, morirono 39 persone, di cui 32 italiane. Tra questi il giovane 21enne mesagnese Alberto Guarini che aveva raggiunto la capitale belga assieme al papà Bruno. Ad Alberto è stato intitolato lo stadio di calcio di Mesagne senza una targa che lo ricordi. Sarebbe bene che i nostri giovani, che oggi si riuniranno per celebrare la Giornata della Legalità, facciano una riflessione perché Alberto diventi una memoria comune. Fonte: Mesagnesera.it © 29 Maggio 2023 Fotografie: Mesagnesera.it © GETTY IMAGES © (Not for commercial use)

Perché Mesagne ha dimenticato Alberto Guarini

di Giuseppe Messe

I LETTORI CI SCRIVONO - Caro Direttore mi sa spiegare perché Mesagne ha dimenticato Alberto Guarini, il giovane mesagnese che 36 anni fa fu vittima della tragedia dell’Heysel ? Come, lo stadio di calcio porta il suo nome, anni fa Walter Veltroni lo commemorò in Piazza Sedile. Come mai il sindaco Matarrelli che è sempre pronto a inaugurazioni, commemorazioni, conferenze stampa, questa volta se n’è dimenticato ? Fonte: Mesagnesera.it © 30 maggio 2021 (Testo © Fotografia)

Accadde a Mesagne

Heysel 29 maggio 1985

Il ricordo di Alberto Guarini dell’avv. Fernando Orsini

di Giuseppe Messe

Nel primo elenco delle vittime pubblicato sul "Corriere della Sera" del 30 maggio 1985, il suo nome non c’era. Purtroppo, la speranza che fosse davvero così, durò solo qualche ora. Come una lancia perfidamente acuminata dalla scelleratezza di criminali hooligans, la mattina di quello stesso giovedì avemmo la drammatica conferma: per il fanatismo violento, la bestialità e la furia omicida di teppisti delinquenti in una serata colma di orrore, Alberto Guarini, insieme ad altri 38 spettatori, aveva lasciato la sua vita sugli spalti di quel maledetto stadio, fra le grida disperate del padre Bruno. Avrebbe compiuto solo 21 anni di lì a qualche giorno ed assistere a quella partita era stato uno dei suoi sogni. E mentre ieri mattina guardavo il suo volto sorridente impresso su quel marmo, continuo a chiedermi come si possa morire in un tardo pomeriggio di primavera inoltrata, per una partita di calcio ancora non cominciata, per assistere ad una finale di coppa stravolta da un odio incomprensibile di selvaggi che nulla avevano a che fare con lo sport. 36 anni di dolore per la sua mamma Lucia e per il suo papà Bruno che, solo qualche anno fa, quando lo ha potuto riabbracciare nel mondo dei giusti, ha colmato il ricordo di quel pomeriggio, un ricordo straziante che lo ha tormentato fino all’ultimo dei suoi giorni per non essere riuscito a tirare fuori da quell’inferno il suo Alberto. Per te, Alberto. Fonte: Mesagnesera.it © 29 maggio 2021 Fotografie: Mesagnesera.it © Manuelavitulli.com © Google Maps ©

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