Mostra
di Bologna
Domenica
25 marzo 2018
50°
Fondazione Juventus Club Bologna
"Gaetano Scirea"
Villa "Pallavicini", via
Marco Emilio Lepido, Bologna
"Settanta Angeli in un unico Cielo
Heysel e Superga Tragedie Sorelle"
|
Il buon seme
di Domenico Beccaria
Domenica 25 marzo, lo
Juventus Club Bologna "Gaetano Scirea" fondato
nel 1968, ha celebrato i suoi cinquant'anni di
vita.
Il presidente in carica da
oltre trent'anni, Franco Febbo, ha proposto un
programma che prevedeva, oltre al consueto
pranzo sociale, una mostra, allestita presso la
Villa Pallavicini, a Bologna, quartiere di Borgo
Panigale. In occasione della festa è stata
presentata anche una loro pubblicazione curata
da Renzo Bonoli, socio del club, dedicata ai
cinquant'anni del Club con racconti e foto di
tanti soci. Dato che questa è una rubrica
granata con lettori prevalentemente granata,
verrebbe spontaneo aggiungerci un "e chi se ne
frega ?". Invece no. La ragione per cui siamo
interessati e, aggiungiamolo, toccati, da questa
notizia, è che la mostra presentata al folto
pubblico degli intervenuti, si intitola "70
Angeli in un unico cielo - Heysel e Superga,
tragedie sorelle". Già. Da alcuni anni, più
precisamente dal 2014, ovvero da quando abbiamo
allestito questa mostra, in collaborazione con
Domenico Laudadio, curatore della Sala della
Memoria Heysel, museo virtuale sulla tragedia e
Francesco Caremani, scrittore e giornalista
esperto di questo argomento per coinvolgimento
diretto, entrambi bianconeri di provata fede, e
grazie alle strazianti immagini di Salvatore
Giglio, fotoreporter presente all'evento, si
sono instaurati rapporti di amicizia, e ogni
anno andiamo a Reggio Emilia, per le
celebrazioni dell’anniversario, organizzate dal
locale comitato, gestito con amore da Iuliana
Bodnari e Rossano Garlassi. Così, il mio
fratellino Giampaolo Muliari è stato contattato
dai bianconeri felsinei che gli hanno chiesto di
avere la mostra. Avrebbero potuto chiedere anche
solo le tavole dedicate alla parte bianconera
della tragedia, invece no. Hanno scelto di
averla per intero, raccogliendo in pieno il
messaggio forte che abbiamo voluto lanciare
quattro anni fa. Non ci sono morti di serie A e
di serie B. Tutti loro hanno diritto al rispetto
da parte di tutti e chi ne infanga la memoria
con scritte o cori oltraggiosi, è un infame che
merita il disprezzo dell'intera collettività. Se
all’epoca della mostra, specialmente nei due
mesi che la precedettero, il clamore fu tanto e
le discussioni sui social infuriarono,
raggiungendo anche toni piuttosto caldi, da
entrambe le parti, ovvero sostenitori
dell'iniziativa e detrattori, ovviamente
presenti in entrambe le fazioni calcistiche,
oggi stiamo arrivando, pian piano, ad un sempre
maggiore consenso, ad una accettazione ragionata
e non imposta di questo insegnamento che la
mostra ha voluto lasciare a chi ha saputo
coglierlo. La Livella, come la chiamò Totò, ci
mette tutti sullo stesso piano, ricchi e poveri,
signori e cafoni, granata e bianconeri. Pur
mantenendo i rispettivi ruoli, ben si intenda.
Si può tifare a favore, si può anche tifare
contro, ma ci sono dei limiti invalicabili,
delle colonne d’Ercole della ragione, che non
vanno oltrepassate. Questo è lo sport, questa
dovrebbe essere la vita. Sana e leale
competizione, nel rispetto delle regole e
dell'avversario. E che vinca il migliore. "Ma
anche no - come disse Nereo Rocco - se no noi
non vinciamo mai !"
28 marzo 2018
Fonte: Torinoggi.it
Da 5 anni sono socio
dello Juventus Club Gaetano Scirea di Bologna,
in questo periodo, costellato da grandi vittorie
bianconere è sempre stata molto alta
l'attenzione al ricordo della tragedia dello
stadio Heysel, di cui io, che nel 1985 ero un
bambino, ho ricordi molto nitidi perché quanto
visto non può e non deve essere dimenticato. Il
club è attivo nel mantenimento di questa memoria
da tanti anni. Una giornata che da quello che
doveva essere, un momento di festa e di gioia
sportiva, si tramuta in una giornata di morte e
distruzione che non può e non deve essere
dimenticata... La mostra accosta con un percorso
fotografico ed articoli giornalistici del tempo
la strage dell’Heysel con la tragedia del Grande
Torino, che per motivi anagrafici non ho vissuto
direttamente. La scomparsa di una delle squadre
più forti di tutti i tempi, che costituì
l'ossatura della Nazionale italiana negli anni
'40 dello scorso secolo e che, a mio giudizio,
avrebbe vinto a man bassa i Mondiali del 1942,
se la follia della guerra non ne avesse impedito
lo svolgimento, suscita ancora oggi tanto
rimpianto e tanta commozione. La città di Torino
e due tifoserie avversarie sì, ma unite nella
tragedia, ha pagato un prezzo altissimo; scrivo
queste righe nel giorno in cui è scomparso
l'allenatore, ex granata, Mondonico, cui va
riconosciuto, al di là del tifo, tanta
competenza e tanta passione.
Federico
Ansaloni (Castelfranco
Emilia)
Bruxelles 29.05.1985 Superga 4.05.1949 |
In Memoria e
Onore |
Rocco Acerra
Arnaldo Agnisetta
Valerio Bacigalupo
Aldo Ballarin
Dino Ballarin
Bruno Balli
Cesare Biancardi
Andrea Bonaiuti
Émile Bongiorni
Alfons Bos
Giancarlo Bruschera
Renato Casalbore
Eusebio Castigliano
Andrea Casùla
Giovanni Casùla
Luigi Cavallero
Nino Cerullo
Willy Chielens
Ippolito Civalleri
Giuseppina Conti
Ottavio Cortina
Dirk Daeninckx
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Eugenio Gagliano
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Giancarlo Gonnelli
Ruggero Grava
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Antonio Ragnanese
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Mario Ronchi
Domenico Russo
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Gianfranco Sarto
Julius Schubert
Mario Spanu
Amedeo Giuseppe Spolaore
Renato Tosatti
Tarcisio Venturin
Jean Michel Walla
Claudio Zavaroni
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