Enzo, Ciro, Simone, Peppe...
Quella Seduta in Senato: Nessuno
deve dimenticare
di Marco Rarità
Riproponiamo un approfondimento
in occasione dell'anniversario di quel
tragico giorno. La seduta in Senato
sull'incendio del treno speciale
Piacenza-Salerno. La ricostruzione
dettagliata dei fatti del
sottosegretario, i senatori salernitani
sulle responsabilità: "Chi ha messo 1500
tifosi su quei vagoni ?". Nel dibattito
anche Andreotti: "Lei quanti ne avrebbe
messi ?".
Nel calcio, più che nella vita,
il tempo passa sulle settimane, quelle
che chiamiamo "giornate". Se dovessimo
tracciare il tempo come facciamo nel
calcio, parleremo di oltre 1000
settimane, è il tempo passato da quel
maledetto 24 maggio 1999. Sono 7mila e
671 giorni, sembra una eternità, 21 anni
di un doloroso anniversario che Salerno
non potrà mai dimenticare. Due anni e 6
mesi dopo le prime sentenze, 2 condanne,
1 sospesa. L’ultima, che chiude
probabilmente dal punto di vista
giudiziario la tragedia, a giugno del
2010 quando l’ex Questore di Piacenza
(Omissis) venne assolto dall’accusa di
disastro colposo, i Giudici della Corte
d’Appello di Salerno confermarono la
sentenza. Quel treno si fermò sul terzo
binario, il dolore viaggiava sulla
carrozza numero 5. Simone Vitale,
Giuseppe Diodato, Ciro Alfieri, Enzo
Lioi. Pubblichiamo integralmente il
resoconto stenografico della seduta in
Senato del 1 giugno 1999, interrogazione
in aula su quanto accaduto su quel treno
1681, partito a Piacenza e diretto alla
stazione di Salerno.
(Il primo a parlare Giannicola
Sinisi, sottosegretario al Ministero
dell’interno con delega per la Pubblica
Sicurezza durante il primo governo
Prodi. Il sottosegretario fornisce una
ricostruzione dettagliata di quanto
accaduto).
GIANNICOLA SINISI: "Signor
Presidente, onorevoli senatori, rispondo
alle interrogazioni urgenti, iscritte
all’ordine del giorno della seduta
odierna, con le quali i senatori Pinto,
De Masi, Novi, Lauro, Napoli Roberto,
Pettinato, Diana, Juliano e Tarolli
propongono, in quest’Aula, il problema
della violenza e degli atti di teppismo
in occasione di manifestazioni
agonistiche, in relazione soprattutto al
grave episodio avvenuto il 24 maggio
scorso sul treno speciale
Piacenza-Salerno, nel quale hanno
trovato la morte quattro giovani tifosi.
Il Ministro dell’interno - come è noto -
ha riferito sui fatti la settimana
scorsa alla Camera, fornendo,
nell’immediatezza dell’accaduto, le
informazioni disponibili sulla dinamica
degli episodi e sulle indagini avviate
dalla magistratura. Corrispondo ora alla
richiesta dei senatori, comunicando a
quest’Assemblea gli ulteriori elementi
nel frattempo acquisiti, soprattutto
alla luce dello sviluppo delle indagini,
e sulle prime misure assunte a livello
tecnico con il Ministro dei trasporti e
con i responsabili delle società e degli
organismi sportivi. Le indagini per
l’individuazione dei responsabili,
coordinate da un pool di magistrati
della procura della Repubblica di
Salerno, vengono condotte dalla squadra
mobile e dalla DIGOS di Salerno e dal
nucleo operativo del gruppo provinciale
dei Carabinieri, unitamente alle sezioni
di polizia giudiziaria interforze presso
la procura per i minorenni. Il 29 maggio
scorso il procuratore della Repubblica
presso il tribunale di Salerno e il
procuratore della Repubblica presso il
tribunale per i minorenni hanno disposto
il fermo di quattro persone, alcune
delle quali minorenni, ritenute
responsabili dei delitti di incendio,
disastro ferroviario e omicidio. I
quattro provvedimenti sono stati già
convalidati dall’autorità giudiziaria.
Non è possibile fornire ulteriori
informazioni, sia per il rispetto del
segreto istruttorio sia per
comprensibili esigenze di riservatezza,
ancor più rigorose nell’ambito del
processo minorile. Si tratta, al
momento, soltanto di un primo risultato
di indagini delicate e complesse che si
muovono in ogni direzione e che hanno
potuto contare sulla collaborazione
istituzionale degli organi di
informazione e, tramite loro, della
cittadinanza.
Fornisco una ricostruzione
dettagliata degli avvenimenti. I tifosi
organizzati della squadra di calcio
Salernitana hanno raggiunto Piacenza con
numerosi pullman, scortati nel viaggio
di andata e ritorno da un congruo numero
di vetture della polizia di Stato. Un
numero imprecisato di tifosi ha inoltre
raggiunto il capoluogo emiliano con
mezzi propri e con vari treni ordinari,
anche in gruppi consistenti. Per il
ritorno da Piacenza a Salerno, invece, a
parte i viaggiatori rientrati
autonomamente, quelli che hanno
utilizzato i pullman appositamente
predisposti e adeguatamente scortati
dalla polizia, le Ferrovie dello Stato
hanno dovuto affrontare il problema
della permanenza in stazione di oltre
1.500 viaggiatori e della insufficienza
dei treni ordinari diretti verso la
Campania. La società predisponeva quindi
un treno straordinario composto da 11
carrozze, sulle quali venivano fatti
salire più passeggeri di quanto
consentito, con la promessa che altri
vagoni sarebbero stati aggiunti alla
stazione di Bologna. Il treno veniva
quindi dotato in tempi estremamente
brevi di un servizio di vigilanza
composto da 12 unità della polizia dello
Stato e ai tifosi, disidratati dopo una
giornata all’aperto, veniva fornito
dalla Scuola allievi agenti di polizia
un consistente quantitativo di acqua
minerale in bottiglie di plastica. Solo
200 viaggiatori proseguivano con un
successivo treno ordinario. Il viaggio
dei pullman si è svolto senza incidenti,
mentre quello del treno ordinario con i
200 tifosi ne ha fatto registrare un
solo, prontamente fronteggiato
dall’intervento degli agenti di polizia
ferroviaria di Bologna. Il viaggio del
treno straordinario, invece, ha
registrato un continuo susseguirsi di
incidenti, anche gravi; sia appena
lasciata la stazione di Piacenza, con
lanci di sassi e di altri oggetti, sia
durante la corsa, sia in occasione delle
fermate nelle stazioni ferroviarie.
All’arrivo alla stazione di Bologna,
verso le ore 21.15 del 23 maggio,
venivano aggiunte al convoglio le cinque
vetture previste. Durante la sosta i
viaggiatori si rifornivano di bibite e,
di cibo e per assicurare la regolare
partenza, tuttavia si interveniva
riaccompagnando i viaggiatori sui
vagoni. All’atto della partenza, alle
ore 22.10, numerosi tifosi lanciavano
dai finestrini oggetti, bottiglie, sassi
e alcuni estintori in dotazione del
treno, provocando numerosi
danneggiamenti, peraltro limitati alle
cose grazie alle misure adottate dalla
polizia ferroviaria, tra cui il
preventivo allontanamento dalla banchina
interessata delle persone presenti.
Servizi di vigilanza e tutela venivano
poi predisposti, nelle successive
stazioni in cui era prevista la sosta
del treno, a Prato, a Firenze Campo di
Marte, a Roma Tiburtina, a Napoli Campi
Flegrei e a Napoli Piazza Garibaldi, ma
anche a Torre Annunziata, a Nocera
Inferiore e, ovviamente, a Salerno. In
tutte le tappe gruppi di tifosi
impegnavano seriamente le forze
dell’ordine con lanci di oggetti e parti
di arredo divelte dai vagoni. Nelle
stazioni di Bologna, di Roma e di Nocera
Inferiore, la forza pubblica è stata
inoltre impegnata in servizi per il
contenimento delle violenze e per
consentire la prosecuzione del viaggio.
Durante il percorso venivano inoltre
segnalati incidenti tra le stazioni di
Piacenza e Bologna, con il lancio di
oggetti e sassi contro i treni
viaggianti in senso opposto: nei pressi
di Grizzana, in provincia di Bologna,
quando un estintore lanciato dal treno
straordinario colpiva il parabrezza
penetrando nella cabina del locomotore
proveniente in senso contrario (il treno
diretto a Vienna EM 234); dopo la
fermata di Torre Annunziata quando il
treno Battipaglia-Napoli veniva
costretto a fermarsi e a trasbordare i
viaggiatori su altro convoglio in quanto
danneggiato dal lancio di vari oggetti
provenienti dal treno straordinario; nei
pressi di Nocera Inferiore dove veniva
azionato il freno di emergenza. Nella
stazione di Nocera Inferiore - mi
riferisco a uno degli episodi più gravi
- durante la sosta necessaria per il
ripristino dei freni di emergenza
dolosamente azionati prima dell’ingresso
in stazione, gran parte dei tifosi
scendeva dal convoglio. Molti si sono
distinti nel lancio, sui binari, di
arredi divelti dal treno, che impedivano
la partenza di un altro convoglio, altri
si riversavano all’esterno della
stazione dove provocavano danneggiamenti
ad autovetture in sosta ed alle
abitazioni circostanti. Nel corso delle
violenze veniva anche aggredita una
ragazza, cui venivano procurate
contusioni guaribili in 10 giorni. Fatti
risalire a fatica i tifosi sul
convoglio, anche con l’intervento di
personale della Polizia di Stato e dei
Carabinieri inviati di rinforzo, e
ripristinato l’impianto di frenatura, il
treno ripartiva alle 8.15 del 24 maggio.
I freni di emergenza venivano azionati
ancora all’imbocco della galleria Santa
Lucia, prima dell’arrivo a Salerno. In
quest’ultima circostanza, a circa 700
metri dall’uscita della galleria, il
personale di scorta e di manovra del
treno notava che dalla quinta vettura di
testa si sprigionavano fiamme; veniva
pertanto deciso di proseguire la corsa
per raggiungere nel più breve tempo
possibile la stazione, evitando il
propagarsi dell’incendio all’interno
della galleria. Dopo pochi minuti il
treno giungeva con il quinto vagone e
parte del sesto ancora in fiamme alla
stazione di Salerno dove,
preventivamente allertati dalla Polizia
ferroviaria, sono intervenuti
prontamente i Vigili del fuoco. Il
personale della Polizia di Stato si è
prodigato nel soccorso ai viaggiatori,
ad alcuni dei quali sono state
riscontrate ustioni e contusioni, ad uno
lo sfracellamento di una mano e ad un
altro la frattura di una gamba. Anche
due agenti della Polizia ferroviaria
hanno riportato ferite da ustioni ed un
principio di intossicazione. Nel corso
del sopralluogo tecnico effettuato dagli
stessi Vigili del fuoco, sono stati
rinvenuti morti quattro giovani.
Le indagini e gli accertamenti
svolti dalla magistratura - sui quali ho
prima riferito - mirano a far luce anche
sullo svolgersi drammatico degli eventi
che hanno determinato questo tragico
epilogo. Al momento, l’attività
investigativa ha consentito di appurare,
attraverso testimonianze dirette, che
l’incendio è stato appiccato,
inizialmente, all’interno della toilette
della quinta vettura di testa e
successivamente all’interno del
corridoio del medesimo vagone. Tracce di
altri principi di incendio sono state
rinvenute nei vagoni di coda. Il grave
episodio di Salerno, con lo strascico di
vittime e di feriti e con il dolore di
un’intera città, pone interrogativi ai
quali il Governo ha già cominciato a
fornire le prime risposte, anche se non
ci si può illudere che esse possano da
sole risolvere il problema. Vi sono
interventi che certamente chiamano in
causa le responsabilità del Ministero
dell’interno, relativamente ai servizi
di ordine e sicurezza pubblica
predisposti per le manifestazioni
sportive. In questa direzione occorre
fare di più e meglio, nell’ambito delle
risorse disponibili, anche se fin da ora
si può dire che l’impegno degli uomini e
dei mezzi di tutte le forze dell’ordine
è veramente rilevante. Ogni domenica,
infatti, sono impiegate, a rinforzo dei
servizi d’ordine, 1.600 unità delle
forze di polizia a livello nazionale,
che diventano circa 2.200 in occasione
di incontri di particolare importanza
per le tifoserie contrapposte. A ciò
devono aggiungersi le 500 unità della
Polizia ferroviaria. Dall’inizio
dell’anno, si è intervenuti sugli atti
di intemperanza e di violenza connessi
alle competizioni sportive con oltre 60
arresti e circa 900 denunce in stato di
libertà. Sono attualmente in vigore,
sulla base della legge n. 45 del 1995,
circa 1.900 provvedimenti di divieto di
accesso agli stadi, di cui circa 900 con
obbligo di presentazione all’ufficio di
polizia. Vi sono poi interventi che
attengono alla sicurezza dei treni e che
riguardano, ovviamente, la
responsabilità e la gestione del
trasporto ferroviario. Su questo punto,
vengono rivolti dal senatore Lauro
alcuni quesiti che sono estranei alla
responsabilità propria del Ministero
dell’interno e che dovrebbero essere più
correttamente rivolti al ministro Treu,
il quale sarà più adatto del Ministro
dell’interno a rispondere su queste
circostanze. Vi sono, infine, interventi
che possono essere promossi solo
attivando la collaborazione delle
società sportive e delle associazioni di
tifosi, e che il Governo intende in ogni
caso promuovere.
Per queste ragioni, come del
resto ha preannunciato alla Camera il
ministro dell’interno Jervolino, si è
tenuta il 28 maggio scorso una riunione
con il Ministro dei trasporti e con i
responsabili del mondo sportivo per un
esame della situazione e per la
definizione delle misure più urgenti di
immediata realizzazione. Nella
circostanza, il Ministro dell’interno ha
precisato che le autorità provinciali di
pubblica sicurezza non richiederanno più
l’allestimento di convogli speciali, dei
quali è stata proposta l’immediata
sospensione fino all’approvazione da
parte del Parlamento del disegno di
legge Veltroni-Napolitano-Flick, che
rafforza le misure per una più efficace
azione di prevenzione e repressione
degli atti di violenza commessi in
occasione di manifestazioni sportive.
Queste indicazioni sono state pienamente
accolte dal Ministro dei trasporti, che
ha invitato i responsabili della società
Ferrovie dello Stato a non predisporre
più treni straordinari e a potenziare,
piuttosto, i servizi di quelli ordinari.
É stata, inoltre, ravvisata la necessità
che venga dato sollecito corso
all’approvazione parlamentare del
disegno di legge per contrastare i
fenomeni di violenza in occasione di
manifestazioni sportive, presentato il
19 febbraio dello scorso anno e il cui
esame inizierà giovedì prossimo presso
la Commissione giustizia della Camera,
grazie anche all’impegno del ministro
Melandri e all’interessamento dei
rappresentanti del Ministero di grazia e
giustizia. Infine, è stata decisa
l’istituzione di un gruppo di lavoro,
che verrà coordinato dal Ministero
dell’interno, per individuare le
necessarie misure di prevenzione (che
vanno dall’identificazione dei tifosi
all’individuazione e
responsabilizzazione dei club
organizzati eccetera) e le misure
alternative idonee a scoraggiare la
mobilità delle tifoserie (maxischermi,
riprese televisive e così via). Si
tratta ovviamente di prime misure, di
primi passi mossi in direzione di una
strategia volta a favorire la
collaborazione sempre più stretta tra
organizzazioni preposte alla
salvaguardia della sicurezza pubblica,
organi responsabili del trasporto e
della sicurezza dei treni e soggetti che
operano nel campo dell’associazionismo
sportivo. Ci si propone, in tal modo, di
fornire una risposta, il più possibile
complessiva, al problema che è - e deve
restare - imperniato sostanzialmente su
un forte impegno di prevenzione
educativa che coinvolga tutte le
espressioni della società civile. É
necessaria, infatti, la
corresponsabilizzazione dei soggetti che
operano nel mondo dello sport per
riaffermare il valore educativo della
competizione sportiva che, a mio avviso,
è indispensabile a restituire dignità
allo sport e, attraverso di esso,
all’incontro agonistico".
(Prende parola il senatore
salernitano Michele Pinto chiedendo
l’esito delle indagini e eventuali
responsabilità per quanto riguardava
l’omissione o la inadeguata
predisposizione di misure idonee ad
evitare quanto accaduto).
MICHELE PINTO: "Signor
Presidente, nell’interrogazione 3-02871
alla quale l’onorevole Sottosegretario
ha così cortesemente risposto,
rendendomi interprete dell’emozione,
dell’angoscia, dello sconcerto e anche
dell’indignazione dell’intera città di
Salerno, avevo chiesto al Governo che
informasse il Parlamento in particolare
su due questioni principali:
innanzitutto sull’esito delle indagini
svolte, dirette ad individuare i
responsabili, gli autori materiali
dell’incendio e delle sue conseguenze, e
in secondo luogo sulle risultanze di
eventuali responsabilità per quanto
riguardava l’omissione o la inadeguata
predisposizione di misure idonee ad
evitare il verificarsi degli eventi. Ora
noto con soddisfazione che ella,
onorevole Sottosegretario, con esemplare
e minuziosa ricostruzione dei fatti, ci
ha riferito sul continuo susseguirsi -
per usare le sue parole - di incidenti
assai gravi nel corso dell’intero
percorso del treno da Piacenza a
Salerno. Insisto allora sull’ulteriore
richiesta, che a me sembra finora
inevasa, e cioè se vi sono altre
responsabilità, quelle istituzionali,
perché non è possibile riferire con la
minuziosità che abbiamo apprezzato una
serie di gravissimi incidenti da
Piacenza sino a Salerno, con una serie
di soste oltretutto non previste, non
immaginate per un treno che aveva
un’unica destinazione, ed essere carenti
di ogni riferimento ad eventuali
responsabilità - se vi sono - di chi
aveva il dovere di intervenire. Nella
mia interrogazione aggiungevo anche
altre considerazioni come contributo
propositivo perché la violenza venisse
definitivamente bandita non soltanto nei
campi di gioco, ma anche dopo lo
svolgimento delle singole gare; e mi
riferivo non solo alla violenza fisica,
ma anche a quella verbale che molto
spesso precede e aizza comportamenti
fuori dalla civiltà e talvolta, come nel
caso in questione, profondamente
violenti. Nell’interrogazione invocavo
anche l’intervento del Governo sulle
società sportive, sulle cosiddette
trasferte, soprattutto quelle con il
treno, e anche la necessità
dell’individuazione, ben possibile, dei
viaggiatori. Devo prendere atto che il
Governo ha tenuto conto anche di queste
proposte nella risposta che il
Sottosegretario ha dato. Vorrei
aggiungere un solo particolare, con un
auspicio, che è molto forte nella
coscienza di tutti, non soltanto in
quella di una città che è stata colpita
da un episodio di cui ancora non ha
esattamente compreso le responsabilità e
le conseguenze. Ella ha riferito che
alcuni dei responsabili sono già stati
individuati; le indagini ovviamente
continuano ed è anche giusto il
riferimento al riserbo che ella ha
fatto. Tuttavia credo che il Parlamento
abbia diritto di essere costantemente
informato, e non soltanto su
sollecitazione di parlamentari, sulle
eventuali responsabilità, singole o
anche collettive, che dovessero
emergere. Per esempio, non possiamo
tacere che anche a distanza di qualche
giorno da eventi così gravi (che
avrebbero dovuto determinare una
deterrenza, l’abbandono di ogni metodo
di violenza) addirittura venerdì scorso
c’è stato un autentico assalto alla sala
stampa della Juventus a Torino, così
come domenica scorsa, a Torre del Greco,
in provincia di Napoli, si è verificato
un incidente con ferimenti - anche
questa volta - delle forze dell’ordine.
La parte conclusiva della sua risposta
mi soddisfa, perché in essa leggo il
senso di responsabilità e l’impegno del
Governo che deve riguardare l’intera
società, gli enti locali, la scuola,
ciascuno di noi. Circa i riferimenti (e
mi avvio alla conclusione, onorevole
Presidente) che il signor
Sottosegretario ha fatto al disegno di
legge 19 febbraio 1998 (Camera n. 4579),
che va sotto il nome dei proponenti
ministri Veltroni, Napolitano e Flick
(partecipai alla seduta del Consiglio
dei ministri che adottò questo
provvedimento), vorrei solo fare un
riferimento fugacissimo inerente alla
considerazione in esso contenuta secondo
la quale "non comporta oneri
finanziari". Quando un provvedimento di
legge (lo dico per la lunghezza della
mia esperienza) contiene un’espressione
come questa, esso non avrà futuro o non
avrà fortuna: non è possibile, in una
materia di tanta delicatezza, immaginare
che lo Stato non individui oneri
aggiuntivi. Certo, gli oneri
(soprattutto quelli relativi ai danni)
dovranno essere a carico di chi li
provoca e delle società: si troveranno
mezzi e sistemi per poter equamente
distribuire l’onere tra i soggetti cui
spetta sostenerli; penso, però, che lo
Stato non può sottrarsi, ed è
preferibile intervenire prima anziché
dopo, in maniera inutile e soltanto come
conforto alla luttuosa degli eventi.
Vorrei concludere in questo modo,
onorevole Presidente e signor
Sottosegretario: la risposta che ha
fornito il rappresentante del Governo ci
tranquillizza soltanto perché siamo
convinti che lo Stato ha preso piena
conoscenza e consapevolezza della
gravità del problema; noi ci auguriamo
che siano poste in essere con l’urgenza
dovuta tutte le misure, gli interventi e
quanto necessario affinché questi
episodi non si verifichino, soprattutto
per rendere concreta la speranza e
l’auspicio che alla parola, all’attività
dello "sport", che dovrebbe essere
momento di gioiosa serenità, di
partecipazione lieta ma anche di
agonismo sano in particolare delle
giovani generazioni, non debbano più
legarsi termini come "violenza", "odio"
e addirittura "morte". Siamo convinti
che il Governo sarà su questa linea e
non mancheranno l’appoggio e il sostegno
e - se ci si consente - anche la
vigilanza del Parlamento.
(Prende parola il senatore
salernitano Vincenzo Demasi parlando
delle responsabilità e sul numero di
tifosi trasportati nei vagoni, sulla
portata degli stessi, i tifosi sono
stati tutelati ? - Chiese Demasi nel suo
intervento).
SEN. VINCENZO DEMASI: "Signor
Presidente, intervengo per dichiarare
l’insoddisfazione di Alleanza Nazionale
e mia personale sull’esposizione appena
resa dal Sottosegretario di Stato, pur
riconoscendo ad essa una notevole
serenità e precisione sulla successione
degli avvenimenti. Il problema è che la
nostra interrogazione puntava il dito
non solo sugli avvenimenti, che sono
ormai noti a tutti attraverso le
cronache giornalistiche (oltre che -
presumo imminentemente - attraverso
quelle giudiziarie), ma sui motivi per i
quali determinati accadimenti si siano
potuti verificare e sulle ragioni di
taluni mancati interventi che forse, se
tempestivi, avrebbero potuto evitare il
peggio che invece abbiamo dovuto
registrare. E allora solamente per mia
memoria, senza avere pretesa di
integrazione della relazione del signor
Sottosegretario, vorrei ricordare che le
avvisaglie di quanto poi dolorosamente
fatto registrare sul convoglio che
percorreva la tratta Piacenza-Salerno si
erano già avute nella stazione di
Salerno, laddove un numero imprecisato
di facinorosi aveva inscenato una
manifestazione faticosamente contenuta
dalle forze dell’ordine (alle quali
colgo l’occasione per inviare
l’apprezzamento più sincero, mio
personale e del Gruppo che rappresento,
per l’impegno che hanno profuso prima,
durante e dopo gli avvenimenti dei quali
ci stiamo interessando - le quali
comunque hanno convogliato sul treno che
da Salerno partiva per Piacenza un
numero di persone non in possesso del
biglietto di accesso allo stadio e,
quindi, potenziali elementi di disturbo
nell’ordinato svolgimento dell’incontro
calcistico, il quale già di per sé aveva
contenuti di pericolosità, in quanto
impropriamente caricato di significati
anomali dalla stampa e dalla tifoseria
locale, vista la posizione in classifica
della squadra salernitana. La situazione
si è ancora più aggravata quando si è
predisposto il convoglio che da Piacenza
doveva dirigersi a Salerno. Il fatto che
sia stato detto in questa sede, poco fa,
che sono state "intruppate" sulla
tradotta della morte 1.500 persone, ben
sapendo che il numero dei vagoni non era
in grado di contenerle, la dice lunga
sulle condizioni oggettive. Tali
condizioni, aggiunte allo stato di
eccitazione soggettiva e allo spirito di
emulazione in senso negativo che in
queste circostanze siamo sempre stati
costretti a registrare, hanno creato una
carica esplosiva, una miscela esplosiva
che ha poi prodotto le conseguenze che
abbiamo dovuto rilevare in un crescendo,
che definisco esponenziale, da Piacenza
verso Nocera Inferiore e a Nocera
Inferiore, come terminale apicale
dell’escalation della violenza e della
criminalità teppista. A questo punto,
allora, sorge un’altra domanda: ci si
era resi perfettamente conto di quanto
incontenibili fossero l’esaltazione e
l’agitazione di questo gruppo teppistico
che si era insediato nella moltitudine
di tifosi che ritornava a Salerno ? Ci
domandiamo e domandiamo: visto e
considerato che non è possibile
"spalmare" su tutte e 1.500 le persone
una responsabilità che appartiene invece
solamente a poche decine di facinorosi,
non si è pensato di tutelare, oltre le
popolazioni residenti, anche questa
stragrande maggioranza di tifosi (e
niente altro) attraverso l’interruzione
del viaggio del convoglio, almeno
nell’ultimo tratto che da Nocera doveva
portare a Salerno ? É proprio questo che
ci desta preoccupazioni. Non muoviamo
addebiti alle forze dell’ordine, anche
se per la verità abbiamo apprezzato lo
slancio di sincerità del signor
Sottosegretario, il quale non ha escluso
responsabilità del Ministero
dell’interno. Noi, però, diciamo che le
responsabilità vanno accertate ed
individuate in tutti coloro i quali
avevano la facoltà di interrompere il
trasferimento del convoglio ferroviario,
che proveniva da Piacenza e Bologna,
fino alla stazione di Nocera Inferiore e
comunque da Nocera Inferiore a Salerno.
Fatti come quelli che abbiamo
dolorosamente registrato, il 24 maggio,
sulle "carni" di una città non sono
accaduti per la prima volta: si sono
verificati prima, si sono ripetuti dopo
e avevano avuto degli antefatti. Abbiamo
registrato fenomeni di natura teppistica
in occasione di manifestazioni
calcistiche precedenti; abbiamo avuto
dei fenomeni analoghi in manifestazioni
successive…".
PRESIDENTE: "Senatore Demasi…".
DEMASI: "…Il settore del calcio.
Ho qui con me il testo di un giornale
del 12 maggio 1999, quindi precedente…".
PRESIDENTE: "Senatore Demasi, la
prego di concludere il suo intervento…".
DEMASI: "Sì, signor Presidente,
lo concludo immediatamente. Nel testo di
quel giornale si riportava un episodio
analogo. Nel reiterare la nostra
insoddisfazione, ci auguriamo che il
Governo, piuttosto che farci l’elenco
cronologico degli accadimenti, peraltro
dolorosamente noto a tutti, ci dica in
concretezza come, nelle more
dell’approvazione della legge sulla
violenza negli stadi, si intenda
disporre l’interdizione dell’accesso
agli stadi a chiunque fosse facinoroso e
comunque il blocco della teppa che
naviga alla periferia del mondo dello
sport".
(Parla il senatore Emiddio Novi
rivolgendosi al presidente Domenico
Fisichella, vice Presidente del Senato
dal 16 maggio 1996 al 29 maggio 2001.
Novi parla di errore: "Non bisognava far
salire su un treno di sole 11 carrozze,
che quindi poteva ospitare al massimo
800-900 tifosi, 400 ragazzi in più, di
cui molti ubriachi ed in preda ai fumi
dell’hashish". Ecco il suo intervento
integrale).
SEN. EMIDDIO NOVI: "Signor
Presidente, io penso che le parole del
sottosegretario Sinisi, soprattutto alla
fine, spieghino la dinamica di tutto
quello che è accaduto. Avviandosi alla
conclusione del suo ragionamento sulla
tragedia del treno della morte dei
tifosi della Salernitana, il
Sottosegretario ha detto testualmente:
"Nel corso del sopralluogo tecnico sono
stati rinvenuti quattro morti". Questo
significa che non vi era nessun
controllo reale sul treno perché se vi
fosse stato i quattro morti non
sarebbero stati rinvenuti nel corso del
sopralluogo tecnico, si sarebbe
intervenuti prima per evitare che ci
fossero questi quattro morti. Non solo,
si sarebbe saputo pure dove, purtroppo,
erano i corpi carbonizzati di questi
quattro ragazzi: invece no. In realtà,
il sottosegretario Sinisi, con la frase:
"Nel corso del sopralluogo tecnico sono
stati rinvenuti quattro morti", in
pratica ha ammesso che non vi è stato
nessun controllo e nessuna prevenzione
rispetto a quanto è avvenuto sul treno
della morte. C’è di più: non possiamo
affermare che, all’improvviso, è esplosa
la follia bestiale di questi tifosi
teppisti e criminali. In realtà, si
scopre che due di questi tifosi teppisti
e criminali, piromani, incendiari,
eccetera eccetera eccetera, sono due
ragazzi diciassettenni che abitano in un
quartiere di Salerno, uno frequenta un
istituto superiore, l’altro lavora. Si
tratta quindi di due ragazzi normali e
non di quelle bestie evocate dal sindaco
di Salerno né di quei criminali che
tutti quanti noi ci aspettavamo di
individuare. In realtà, signor
Presidente, che cosa è avvenuto su quel
treno ? La tradotta del terrore e della
morte è partita da Piacenza dopo la
sconfitta sul campo della Salernitana.
Nella stazione di Piacenza vi erano
1.500 tifosi frustrati, disidratati e
fanatizzati da un campionato in serie A
che la Salernitana aspettava da mezzo
secolo. Non si sono trovate le carrozze
adeguate al numero dei tifosi, se ne
sono trovate solo 11: sapete che cosa
significa 5 carrozze in meno ? Significa
che l’indice di affollamento sul treno
era, quello sì, bestiale. A questo punto
vi è il primo errore: la mancanza di
vigilanza, di prevenzione e di
programmazione. Non bisognava far salire
su un treno di sole 11 carrozze, che
quindi poteva ospitare al massimo
800-900 tifosi, 400 ragazzi in più, di
cui molti (dico molti) ubriachi ed in
preda ai fumi dell’hashish. Come si sa,
l’hashish veniva usato dalle milizie
arabe prima del combattimento; infatti,
si sa che l’hashish serve proprio ad
aumentare l’aggressività. Ebbene, noi
avevamo in realtà lasciato preparare
questi ragazzi, sempre a causa della
mancata prevenzione; se l’hashish
circolava, e a quei livelli e in quelle
quantità, significa che non c’era
prevenzione: questo mi sembra chiaro.
Dunque, sul quel treno c’erano 100-150
teppisti drogati e ubriachi, i quali
fino a Bologna hanno sostanzialmente
controllato la "tradotta della morte".
Arrivati a Bologna, sono esplose le
violenze, le quali in realtà già si
erano manifestate nel percorso del treno
da Piacenza a Bologna. Anche in questo
caso va osservato che quella di Bologna
non è la stanzioncina periferica dove
non si riesce a mobilitare un minimo di
servizio d’ordine: Bologna è un
capoluogo di regione, c’è un prefetto,
c’è un questore, c’è la legione dei
carabinieri e quindi, se si fosse
valutata obiettivamente la situazione
drammatica in cui si muoveva quella
"tradotta", si sarebbe potuto prevenire,
si sarebbe potuto isolare i tifosi
violenti (e non era difficile
individuarli perché, ripeto, erano
drogati e ubriachi), bloccarli e far
proseguire il treno con i tifosi invece
del tutto inoffensivi, non solo, ma che
sono stati tenuti in ostaggio e
terrorizzati da un centinaio di teppisti
per qualcosa come dodici ore. Ma c’è di
più. Da questa "tradotta del terrore e
della morte" venivano lanciati oggetti;
non solo, ma immaginate che veniva
persino colpito un treno, come ha detto
il signor Sottosegretario, che seguiva
la tratta per Treviso ed inoltre veniva
colpito e frantumato il parabrezza del
locomotore per Vienna. Ma io dico: che
cosa aspettavate ? Nel momento in cui da
un treno stracarico di tifosi partono
"proiettili" che frantumano il
parabrezza di un treno a lunga
percorrenza, si continua a fingere che
quella "tradotta del terrore e della
morte" in realtà sia il solito treno
carico di tifosi un po’ esasperati e un
po’ esaltati ? E così si va avanti nella
cronaca di queste dodici ore di follia.
Si arriva a Nocera Inferiore, il treno
si ferma, cioè, viene bloccato azionando
il dispositivo delle frenate d’allarme,
e sostanzialmente questi teppisti
continuano ad agire indisturbati. Dice
il Sottosegretario che sul treno c’erano
dodici unità di polizia, però non
specifica che, di questi dodici agenti,
sei erano donne: e vi lascio immaginare
queste sei donne alle prese con questo
centinaio di teppisti drogati e
ubriachi. Come si fa e come si può
pretendere di mantenere l’ordine e di
prevenire incidenti e disastri
mobilitando uno striminzito drappello di
dodici agenti, di cui sei donne ? Questo
significa che c’è una disorganizzazione
e una deprofessionalizzazione
strutturale, in questo caso della
Polizia di Stato, per quanto riguarda la
prevenzione di eventi così drammatici. É
inutile che stiamo a prendercela con il
solito funzionario, perché è comodo
individuare il funzionario che quel
giorno, semmai, ha sottovalutato
l’evento e la tragedia di questa
"tradotta del terrore e della morte".
No, le responsabilità in realtà sono
politiche ! E, tanto è vero che le
responsabilità sono politiche, che la
stampa di disinformazione, nel delirio
servile presso il potere politico, per
giorni, giorni e giorni ha ripetuto la
leggenda metropolitana di questi
criminali, di questi tifosi, di queste
"bestie" dedite alla violenza gratuita.
La stampa non ha posto la questione vera
e centrale, che è quella della mancanza
di prevenzione e di repressione. Se
avesse posto la questione della mancanza
della prevenzione e della repressione,
allora le responsabilità sarebbero state
politiche; e siccome in Italia ormai non
si informa nemmeno più seriamente su un
evento così tragico, ecco che si è
trovato il capro espiatorio dei
criminali e dei delinquenti. I criminali
e i delinquenti, signor Presidente,
devono finire in galera; e siccome erano
drogati, ubriachi, violenti e
minacciavano, terrorizzavano e
brutalizzavano, quei criminali dovevano
essere messi in condizione di non
nuocere già a Piacenza, e se non a
Piacenza a Bologna. La responsabilità di
quei quattro morti ricade solo e
soltanto su chi ha la responsabilità
politica del Ministero dell’interno, su
quanti non sono stati in grado di
attuare, e di progettare prima di
attuare, una politica di prevenzione
delle violenze del tifo organizzato. Qui
è la responsabilità e non altrove".
(Applausi dei senatori Vegas e
Tarolli. A questo punto interviene il
senatore salernitano Roberto Napoli
interrotto poi brevemente da Giulio
Andreotti che gli pone una domanda.
Napoli definì una follia far viaggiare
1500 persone su un treno con 12
poliziotti, Andreotti chiese al senatore
salernitano "Lei quanti ne avrebbe messi
? Il senatore poi rispose "Molti di meno
(ironicamente)". Ecco la testimonianza
integrale.
SEN. ROBERTO NAPOLI: "Signor
Sottosegretario, abbiamo ascoltato le
sue riflessioni e le sue risposte e
credo che a nulla serva aggiungere alle
cose che sono state dette dai colleghi,
se non alcune considerazioni che
attengono, a nostro parere, non tanto il
quanto è successo e il che cosa è
successo, perché è ancora in corso
un’indagine della magistratura e non è
opportuno né giusto che si etichettino
come responsabili ragazzi che magari
possono essere ritenuti in seguito non
responsabili. Già abbiamo avuto a
Salerno un precedente - che vorrei
ricordare - relativamente agli episodi
avvenuti con la partita
Salernitana-Fiorentina, nella quale un
giovane venne ritenuto responsabile,
additato come il mostro nella città di
Salerno e successivamente scagionato da
ogni responsabilità. Direi, pertanto,
che su questo dobbiamo avere quella
sufficiente cautela in ordine
all’accertamento di responsabilità e
rispetto verso la magistratura che sta
indagando. La mia riflessione attiene
invece ad un modo assolutamente da
criticare e sul quale noi, classe
politica, ci dobbiamo interrogare, che
riguarda le società di calcio. Esse,
attraverso una serie di strumenti di
grande emotività e di grande impegno sul
piano della responsabilità individuale e
oggettiva, alimentano, talvolta in modo
anche irresponsabile, comportamenti
prima di tutto di alcuni calciatori e in
secondo luogo di alcune frange ben
organizzate all’interno delle strutture
e delle tifoserie, che poi portano come
atto finale, come epilogo, quando tutto
questo non viene ovviamente controllato,
a quanto è avvenuto a Salerno. Sarebbe
infatti superficiale se dovessimo
soltanto fermarci - così come il collega
Pinto e il collega Novi in questo
momento hanno fatto - sull’escalation di
quello che è avvenuto nel treno
Piacenza-Salerno, se non andassimo a
comprendere quali sono stati i
substrati, quali le motivazioni e perché
si è arrivati al treno speciale di 1.500
tifosi. Io ho avuto modo di conoscere,
avendo frequentato per un certo periodo
e ancora adesso gli stadi di serie A,
club di tifosi organizzati che meritano
tutta la nostra stima per il modo serio
e responsabile in cui manifestano il
loro tifo sportivo, ma anche frange di
tifosi, che talvolta vengono sostenuti
in termini di costi dalle stesse
società, che servono - come dire - a
fare "scenografia", talvolta a dire:
facciamo vedere che sappiamo mostrare i
muscoli quando andiamo all’interno degli
stadi. Questo tipo di tifo è certamente
una delle cause di quanto è avvenuto.
Allora, lei faceva riferimento alla
legge Napolitano-Veltroni, che
indubbiamente porterebbe anche al
divieto dei convogli speciali.
D’altronde, mettere su un treno 1.500
persone con solo 12 poliziotti, con un
rapporto di 1 a 100, costituisce
semplicemente una follia (pensate che in
una struttura ospedaliera abbiamo un
rapporto di due paramedici per ogni
ammalato). Ciò significa non aver
previsto cosa sarebbe potuto accadere in
un convoglio speciale, con ragazzi che
avevano visto inaspettatamente la
propria squadra retrocedere in serie B,
atteso ore ed ore prima di partire,
saltando il sonno, i ritmi fisiologici e
l’alimentazione, salendo quindi sul
treno in condizioni in cui i freni
inibitori, come ben sanno i medici, si
riducono completamente".
SEN. GIULIO ANDREOTTI: "Lei
quanti ne avrebbe messi ?".
SEN. ROBERTO NAPOLI:
(Ironicamente) "Molti di meno… Due
riflessioni. Innanzitutto, non condivido
quanto diceva il collega Novi a
proposito di una generica responsabilità
del Ministero dell’interno, perché
ritengo che su questo si debba ragionare
tutti insieme per trovare le forme di
prevenzione e di tutela all’interno di
queste strutture, quali sono i treni,
affinché episodi del genere non si
ripetano. In secondo luogo, ritengo
opportuna un’azione incisiva ed
educativa, anche impopolare se
necessario, rispetto ad alcune società
che alimentano un tipo di tifo che fa sì
grandi coreografie e scenografie, ma che
talvolta ha la responsabilità, quando
non è del tutto sotto controllo, di
alcuni episodi. Il nostro augurio e
anche la nostra sofferenza di
parlamentari salernitani per aver
partecipato direttamente a questo
momento di grande dolore della nostra
provincia e di sofferenza per le
famiglie che hanno perso i loro figli in
giovane età, è che quanto avvenuto a
Salerno sia l’ultimo episodio di queste
catene di morti registrate negli ultimi
anni e possa servire da stimolo allo
Stato, alle società e a tutti noi, che
continuiamo a frequentare gli stadi,
affinché si riporti il tifo nell’ambito
di una manifestazione fisiologica e
naturale dello sport. Se questo non
dovesse accadere, ne soffrirebbe in
primo luogo lo sport inteso in senso
ideale e classico e, in secondo luogo,
potremmo avere altri morti del tutto
ingiustificati. Ci auguriamo che episodi
del genere non si ripetano più, che
Salerno abbia rappresentato un esempio
di sofferenza e di tristezza e faccia da
battistrada rispetto a quei
provvedimenti cui il Sottosegretario
faceva prima riferimento".
(Applausi, dal Gruppo Unione
Democratici per l’Europa-UdeuR e dei
senatori Rescaglio, Bruni e Mundi.
Congratulazioni. Dopo un dibattito
sull’hashish chiede parola il senatore
salernitano Giovanni Iuliano, si esprime
sulla "omertà dei tifosi" che dal suo
punto di vista non c’è stata e sulle
responsabilità di chi doveva tutelare
l’ordine pubblico e la sicurezza).
SEN. GIOVANNI IULIANO: "Signor
Presidente, sono soddisfatto della
risposta molto puntuale del signor
Sottosegretario, anche perché ha ammesso
senza infingimenti le responsabilità di
chi doveva intervenire e con qualche
superficialità non lo ha fatto. Oggi
Salerno chiede giustizia affinché i
colpevoli siano individuati (e ciò è
avvenuto in parte, come ci ha riferito
il signor Sottosegretario), siano
processati e puniti una volta che sia
stata accertata la loro responsabilità.
Qui non è più il caso di fare della
sociologia o della psicologia per
trovare giustificazioni a comportamenti
irresponsabili: non si può essere
tolleranti di fronte alla morte di
quattro ragazzi; non solo, ma non si può
essere tolleranti nemmeno di fronte alla
violenza che ha avuto l’epilogo quella
dannata mattina del 24 maggio scorso
sotto la galleria Santa Lucia di
Salerno. Bisogna ancora accertare perché
chi era responsabile a Piacenza abbia
fatto quello che ha fatto. Infatti, se è
vero che è stato formato un treno
speciale, mi risulta però che molti
ragazzi che avevano biglietti per altri
treni siano stati comunque convogliati
su quel treno speciale, che era
assolutamente "carente", come hanno
affermato anche altri colleghi:
evidentemente, chi a Piacenza doveva
decidere diversamente, non l’ha fatto.
Ognuno ha avuto l’interesse, via via che
si scendeva verso Salerno, di liberarsi
al più presto delle proprie
responsabilità. Sembra che ognuno abbia
fatto il seguente ragionamento:
"Speriamo che se vadano in fretta, così
"la palla" passa a qualcun altro".
Certo, le responsabilità (al di là di
quelle individuali, che saranno colpite)
sono di tutti: della scuola, delle
famiglie, delle istituzioni, dei
giornali, dei mass media, delle società
di calcio e degli stessi calciatori: non
dimentichiamo gli episodi di violenza
che ci sono stati sul campo di calcio da
parte di giocatori professionisti
durante la partita Piacenza-Salernitana.
Si è parlato dell’omertà dei tifosi: non
mi pare che ci sia stata, tanto è vero
che subito dopo l’evento già alcuni dei
responsabili erano stati individuati.
Direi soprattutto che c’è stata questa
dannata responsabilità: forse la
domenica sera l’attenzione delle
istituzioni è un po’ più debole. Mi
auguro (e sarò ancor più soddisfatto se
ciò avverrà) che queste superficialità e
la mancata assunzione di responsabilità
da parte di chi aveva il dovere di
prendere decisioni sia sanzionata anche
dal Ministero dell’interno".
(Conclude l’interrogazione il
senatore Ivo Tarolli, spiegando come si
debba mettere a disposizione dei tifosi
le strutture e i mezzi di controllo e
prevenzione affinché episodi del genere
non si possano più verificare).
SEN. IVO TAROLLI: "Signor
Presidente, signor Ministro, signor
Sottosegretario, la risposta del
rappresentante del Governo è stata
analitica e anche articolata: ha cercato
di rasserenare gli interroganti sul
dramma, sulla tragedia intercorsa il 24
maggio scorso su quel tragico percorso
rappresentato dalla tratta ferroviaria
Piacenza-Salerno. La sua articolata
esposizione, signor Sottosegretario, non
è riuscita però a fugare le
preoccupazioni per il ripetersi di
questi atti teppistici, rispetto al
ripetersi di gesti di facinorosi che
procurano tragedie: si è soffermata su
alcune misure che sono state messe in
cantiere perché provvedimenti veri
ormai, a fatto accaduto, era difficile
assumerne. Questo ci rende profondamente
e convintamente insoddisfatti rispetto
all’approccio e alle motivazioni che lei
ha addotto. Siamo profondamente
insoddisfatti per più ragioni: per
ragioni di carattere sociale e
culturale, di come queste dinamiche
irrazionali di gruppo si vanno ad
evidenziare. Senza fare il sociologo,
devo dire che, di fronte a queste
esasperazioni, a queste punte
irrazionali, andrebbero rafforzate sia
l’azione di prevenzione, attraverso la
messa a disposizione delle
manifestazioni in discussione di
convogli adeguati, sia l’azione di
controllo durante il percorso. Limitarsi
a dire che non bisogna più organizzare
questi treni speciali, mi sembra fare
enunciazioni - per così dire -
semplicistiche e demagogiche. Dobbiamo
dirci francamente, signor rappresentante
del Governo, che il tifo è una
componente costitutiva di chi pratica la
vita sportiva. Pensare che il tifo non
debba essere organizzato o che queste
iniziative di accompagno della propria
squadra debbano essere soppresse, mi
sembra solo andare nel mondo dei sogni.
Non è realistico ed è sbagliato, perché
fa parte della cultura di questo popolo
anche l’amore per la propria squadra e,
quindi, l’organizzazione di treni e di
pullman per accompagnare la squadra del
cuore nelle sfide che sostiene nelle
altre città. Pertanto, il problema non è
sopprimere il tifo, ma è prevenire che
il tifo possa degenerare; il problema è
che siano previste azioni di controllo e
che il tutto sia tenuto effettivamente
sotto controllo. Certamente dobbiamo
auspicare che queste frange di
irresponsabili siano ridotte e, quindi,
poste sotto controllo. Tuttavia,
dobbiamo pure porci un interrogativo
molto più generale, che appartiene alla
crescita, alla maturazione e alla
formazione della nuova classe giovanile.
Di fronte al ripetersi, al susseguirsi
costante di queste manifestazioni, la
domanda angosciosa è che tipo di
educazione hanno avuto questi ragazzi in
famiglia e che tipo di formazione hanno
ricevuto nei tanti anni trascorsi a
scuola. Qualche interrogativo più
preoccupante dovremmo porcelo un po’
tutti, anche noi che stiamo in
quest’Aula e che abbiamo responsabilità
pedagogiche nei confronti della
formazione del cittadino del domani. Su
tutti i fatti denunciati le sue risposte
non hanno dato motivazioni adeguate.
Devo poi dire che ulteriori ragioni
investono la politica più generale del
Governo in tema di trasporto
ferroviario. Da anni - in questa
legislatura sono ormai tre anni -
assistiamo a continui tagli di
stanziamenti; in ogni finanziaria si
continua a ridurre le risorse destinate
alle ferrovie e alle infrastrutture
delle comunicazioni. Si moltiplica la
politica di investimento, si vanifica la
politica di ammodernamento di uno dei
settori strategici della società moderna
e poi ci si lamenta dei guasti, dei
mancati controlli e dell’allentamento
delle misure preventive. Queste sono
solo lacrime di coccodrillo, perché una
politica che sacrifica gli investimenti
provoca inevitabilmente impoverimento;
il mancato ricambio determina
inevitabilmente l’invecchiamento delle
strutture, con le conseguenze del caso
ed inevitabilmente determina la
deprofessionalizzazione degli addetti e
la dequalificazione del servizio.
Quindi, sorge un interrogativo anche da
questo punto di vista. Un settore
strategico e fondamentale, come quello
delle comunicazioni ferroviarie, non
dovrebbe essere penalizzato come ormai,
da qualche tempo, questo Governo - anzi
soventemente - sta facendo. Lei, signor
Sottosegretario, ha ammesso che il
servizio d’ordine predisposto dal
Ministero probabilmente era
insufficiente e anche che su questo
terreno occorrerebbe fare di più. A noi
sembra di dover rilevare che c’è stata
una grave insufficienza nel controllo e
soprattutto nella prevenzione, perché se
su quel treno, che poteva ospitare circa
900 passeggeri, sono state fatte salire
1.500 persone giovani e agitate, è
chiaro che abbiamo dato la stura perché
potessero verificarsi quegli episodi che
poi si sono tradotti in tragedia.
Quindi, anche noi richiamiamo la
necessità di una maggiore collaborazione
fra coloro che organizzano le iniziative
che favoriscono la formazione dei
convogli speciali e le forze
dell’associazionismo volontario
sportivo. Certo è che quando un
Consiglio dei ministri affronta una
materia di questo genere per assumere
decisioni in questo campo (come ci ha
ricordato il collega Pinto, che allora
era ministro) e predispone poi un
disegno di legge che tra l’altro afferma
che le misure dovranno essere attuate
senza oneri, probabilmente, anche in
questo caso, si fanno grandi
enunciazioni, non corroborate però con
strumenti adeguati, tant’è vero che poi
finiscono inevitabilmente con il
provocare i guai a cui abbiamo
assistito: poi facciamo le Cassandre !
Pur apprezzando lo stile con cui lei,
onorevole Sottosegretario, ha affrontato
il problema, ritengo di dover
sottolineare come rimangano dentro di me
profonde insoddisfazioni rispetto alle
misure che il Governo dovrebbe adottare
e alla consapevolezza che dovrebbe
dimostrare per far sì che questi fatti
non avvengano, non sopprimendo treni
speciali, ma mettendo a disposizione dei
tifosi le strutture e i mezzi di
controllo e di prevenzione, che sono
indispensabili affinché episodi come
questi non possano più verificarsi".
(Applausi del senatore Vegas).
24 maggio 2020
Fonte: Asalerno.it
© Fotografia: Linkiesta.it
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