Vicenza
Ultrà da
tutta Italia al funerale di
Eugenio
Per
l'ultimo saluto al diciannovenne
tifoso del Vicenza morto a Parma
saranno una a fianco dell'altra
anche supporter storicamente
rivali.
VICENZA -
Ci saranno anche gli ultrà di
tifoserie storicamente rivali ai
funerali di Eugenio Bortolon, il
giovane tifoso del Vicenza,
morto sabato scorso dopo essere
precipitato dagli spalti dello
stadio Tardini di Parma. Le
esequie al giovane supporter
dovrebbero tenersi giovedì nella
chiesa parrocchiale di Isola
Vicentina, paese nel quale
viveva. "Abbiamo ricevuto
telefonate - ha dichiarato Paolo
Cantele, detto "Pancho", uno dei
responsabili della curva sud -
anche dai capi ultrà di Verona,
Napoli, Brescia e Atalanta,
ossia le tifoserie con le quali
esiste da sempre un’accesa
rivalità". "Nel mondo degli
ultrà - aggiunge Cantele - si
può essere ostili e
probabilmente questo avverrà
anche in futuro, ma di fronte a
una vicenda umana e tragica come
questa saremo assieme e uniti
per dare l’ultimo saluto ad
Eugenio. Lui era un tifoso del
Vicenza, ma tutti gli ultrà di
tutta Italia sono addolorati e
ci sono vicini". Nella serata di
ieri uno dei responsabili della
"Caneva Berica", il gruppo di
cui faceva parte Eugenio, ha
incontrato nella casa di Isola
Vicentina, la famiglia Bortolon
che non avrebbe posto ostacoli
alla presenza degli ultrà da
tutta Italia ai funerali del
figlio.
26 maggio
2009
Fonte:
Corrieredelveneto.corriere.it
© Fotografie:
Gazzettadiparma.it
I funerali
di Eugenio, il ragazzo morto al
Tardini
La protesta
degli ultras del Vicenza
I FUNERALI
- Bara in legno chiaro con la
maglia del Vicenza, di cui era
tifoso, ad abbracciarlo assieme
alle 2.500 persone accorse per
salutarlo, tra cui l’intera
squadra biancorossa.
È l’addio
che amici e ultrà provenienti da
ogni parte d’Italia hanno dato a
Eugenio Bortolon, il giovane di
19 anni tifoso del Vicenza morto
sabato scorso, dopo essere
precipitato dagli spalti dello
stadio Tardini di Parma, durante
il secondo tempo della partita
di campionato contro il Vicenza.
I funerali si sono tenuti nella
chiesa parrocchiale di Isola
Vicentina (Vicenza), paese nel
quale Bortolon viveva con la
famiglia, che ha potuto ospitare
solo una parte (circa 600
persone) di coloro che sono
arrivati per dare l’ultimo
saluto allo sfortunato tifoso.
La messa, celebrata da un
cappellano militare (il papà di
Eugenio è un maresciallo dei
carabinieri in pensione, mentre
fanno parte dell’Arma anche i
due fratelli), è stata ascoltata
anche nel piazzale esterno della
chiesa, grazie all’ausilio di
alcuni altoparlanti. L'arrivo
della bara, ricoperta solo da
una corona di fiori della
famiglia, è stato accolto in
silenzio. Il bomber Massimo
Margiotta (il giocatore più
amato da Eugenio Bortolon) prima
dell’ingresso in chiesa ha posto
la sua maglia sopra la bara. LA
PROTESTA - Buona parte degli
ultras del Vicenza che
occupavano la curva sud hanno
abbandonato la gradinata tra il
primo e il secondo tempo nella
sfida contro il Piacenza.
L’iniziativa, preannunciata nei
giorni scorsi, è stata attuata
per protestare contro la mancata
sospensione della partita di
sabato scorso a Parma dopo il
grave incidente occorso ad
Eugenio Bortolon. Ad inizio
ripresa la gradinata sud
presenta un vuoto nella parte
centrale. Durante il primo tempo
l’intera gradinata è rimasta in
silenzio, e si sono alzati solo
alcuni cori in ricordo di
Eugenio. Nello spazio lasciato
vuoto in gradinata sud è stato
poi esposto uno striscione,
sempre in riferimento alla gara
di Parma, dal titolo "Lo
spettacolo avete continuato, la
vita di un tifoso non avete
rispettato: vergogna". IN CAMPO
- Eugenio Bortolon, il tifoso
biancorosso morto sabato scorso
cadendo dagli spalti dello
stadio "Tardini" di Parma, è
stato ricordato prima
dell’inizio della partita
Vicenza-Piacenza allo stadio
"Menti". I giocatori biancorossi
sono entrati sul campo di gioco
indossando una maglietta bianca
con la scritta "Ciao Eugenio",
con il volto dello sfortunato
supporter. La maglietta è stata
appoggiata sopra i cartelloni
pubblicitari sotto la gradinata
sud, dove il capitano Zanchi ha
deposto un mazzo di fiori. Dalla
curva un supporter ha lanciato
una sciarpa che è stata raccolta
dall’attaccante Bjelanovic e
appoggiata sopra i cartelloni. I
biancorossi hanno poi iniziato
la partita con il lutto al
braccio. In curva sud un solo
enorme striscione con la
scritta: "Sarai sempre nei
nostri cuori... Ciao Eugenio".
30 maggio
2009
Fonte:
Gazzettadiparma.it
Ciao
Eugenio, cuore biancorosso
di
Giancarlo Tamiozzo
I funerali.
Tantissima gente per l'ultimo
saluto al diciannovenne Bortolon
morto sabato scorso a Parma. La
cerimonia ha avuto dei momenti
toccanti. Folla commossa a
Isola, c'era il Vicenza al gran
completo. Margiotta ha deposto
sulla bara la maglia numero 29.
ISOLA
VICENTINA - Il giorno del
dolore, grande quanto dignitoso
e composto. Il giorno della
Fede. E della fede. Arrivano in
tanti, tantissimi (forse
duemila, forse anche di più) a
dare l'ultimo saluto a Eugenio
Bortolon, il giovane tifoso
(aveva 19 anni) del Vicenza
morto sabato scorso a Parma. La
chiesa di S. Pietro Apostolo è
gremita per i funerali del
ragazzo. E fuori ci sono tante
altre persone. Amici,
conoscenti, compaesani. E non
solo. C'è il Vicenza al gran
completo: giocatori, tecnici e
dirigenti. Ci sono tifosi
provenienti da tutta Italia. Ci
sono le autorità. C'è una
delegazione del Parma. Ci sono
tanti rappresentanti dei
carabinieri. Papà Alfredo è
infatti un maresciallo dell'Arma
in pensione e carabinieri sono
anche i fratelli Luciano e
Gianfranco, che partecipano al
rito funebre in divisa. La loro
dignità è esemplare, al pari di
quella della mamma Maria e della
fidanzata Serena. Fede e fede,
si diceva. Già, perché nel
giorno della speranza della vita
eterna, alimentata dalla Fede
(con la F maiuscola), il
pensiero non può non tornare
alla fede calcistica. Quella
biancorossa, quella passione che
aveva spinto Eugenio a Parma. E
si parte da qui. La bara arriva
alla porta della chiesa: i
giocatori del Vicenza sono a
destra, gli ultras a sinistra.
Dal gruppo si stacca Massimo
Margiotta, che depone sulla
bara, su cui già ci sono dei
fiori, la sua maglia, quella con
il numero 29. Il rito funebre
comincia. Ci sono i sacerdoti,
ci sono i frati del convento di
Santa Maria. Il Vangelo ricorda
che "tutto ciò che il Padre vi
dà verrà a me". Poi arriva
l'omelia, contrassegnata da due
interventi. Il primo è del
cappellano militare don
Francesco Argenterio, che
dipinge Eugenio come "un ragazzo
solare, affamato di vita". Il
sacerdote regala poi parole di
grande speranza: "Posso dire che
oggi Eugenio è in Paradiso con
Dio: ha spiccato il volo da
quella balaustra. In Cielo -
aggiunge poi rivolto ai presenti
- avete un Angelo che Dio ha
chiamato a sé per proteggervi e
accompagnarvi". La parola passa
poi al parroco di Isola, don
Flavio Lista. Il sacerdote prima
di tutto ringrazia la famiglia
per la "dignità con cui vive
questo momento di dolore", poi
si rivolge in modo particolare
ai giovani. Lo fa perché è
reduce da un pellegrinaggio con
i suoi parrocchiani a Lourdes,
dove ha visto "tenere alte le
bandiere della Fede".
Inevitabile, quindi,
l'accostamento con le bandiere
della passione calcistica. Il
tutto condito da un appello:
"Giovani, c'è bisogno di voi".
Si prosegue. Al momento dello
scambio del segno di pace, oltre
ai sacerdoti, si avvicinano ai
famigliari di Eugenio il
presidente del Vicenza, Sergio
Cassingena, il presidente del
Centro di coordinamento, Luigi
Arena e il generale Raffaele
Vacca, comandante regionale dei
Carabinieri. Dopo la Comunione
salgono sull'altare cinque
persone per ricordare Eugenio.
Prima tocca a tre amici. Le loro
parole sono toccanti: "Non ci
dimenticheremo mai di te, sempre
disponibile, semplice e buono. E
non aver paura per Serena: ce ne
occuperemo noi". E poi i momenti
felici dell'adolescenza:
"Ricordi, Eugenio, quando a
Tonezza facevi spaventare le
ragazze facendo finta che ci
fossero i fantasmi... Ora dal
Paradiso veglia su di noi". Sì,
perché, come raccontato
nell'ultima delle prime tre
testimonianze, "Eugenio aveva
una marcia in più". Tocca poi a
Beppe Grendele, leader del
gruppo "Caneva Berica", con il
quale Eugenio aveva viaggiato
sabato scorso: "Sarai sempre -
dice - nei nostri cuori, per te
ci sarà sempre un posto con noi
in Curva". La chiusura spetta a
Paolo Bedin, direttore di
gestione del Vicenza: "Eugenio
vive nella memoria di un'intera
città. In chiesa siamo in tanti
a ricordarlo, allo stadio saremo
ancora di più. Il Vicenza
giocherà al Menti, la nostra
casa e la casa di Eugenio.
Eugenio, continua a tifarci da
lassù: la tua squadra giocherà
per te". La celebrazione
finisce. In tantissimi vanno a
fare le condoglianze ai
famigliari (anche Gregucci e
Cristallini). La bara viene
portata all'esterno e comincia
la processione verso il
cimitero. Anche lì c'è
tantissima gente. Da Eugenio,
davvero, è difficile staccarsi.
30 maggio
2009
Fonte:
Ilgiornaledivicenza.it
Vicenza
In 2.500
per l'ultimo saluto a Bortolon
I funerali
del 19enne caduto dagli spalti
dello stadio a Parma. Il bomber
Margiotta depone la sua maglia
sopra la bara.
VICENZA -
Bara in legno chiaro con la
maglia del Vicenza, di cui era
tifoso, ad abbracciarlo assieme
alle 2.500 persone accorse per
salutarlo, tra cui l’intera
squadra biancorossa. È l’addio
che amici e ultrà provenienti da
ogni parte d’Italia hanno dato a
Eugenio Bortolon, il giovane di
19 anni tifoso del Vicenza morto
sabato scorso, dopo essere
precipitato dagli spalti dello
stadio Tardini di Parma, durante
il secondo tempo della partita
di campionato contro il Vicenza.
I funerali si sono tenuti nella
chiesa parrocchiale di Isola
Vicentina (Vicenza), paese nel
quale Bortolon viveva con la
famiglia, che ha potuto ospitare
solo una parte (circa 600
persone) di coloro che sono
arrivati per dare l’ultimo
saluto allo sfortunato tifoso.
La messa, celebrata da un
cappellano militare (il papà di
Eugenio è un maresciallo dei
carabinieri in pensione, mentre
fanno parte dell’Arma anche i
due fratelli), è stata ascoltata
anche nel piazzale esterno della
chiesa, grazie all’ausilio di
alcuni altoparlanti. L’arrivo
della bara, ricoperta solo da
una corona di fiori della
famiglia, è stato accolto in
silenzio. Il bomber Massimo
Margiotta (il giocatore più
amato da Eugenio Bortolon) prima
dell’ingresso in chiesa ha posto
la sua maglia sopra la bara. Per
dare l’ultimo saluto a Bortolon
sono arrivati anche sette
rappresentanti della squadra
siciliana del Messina, partiti
in treno alle 14 ieri dall’isola
e arrivati alle cinque di questa
mattina nella stazione del
capoluogo berico. Ovunque
sciarpe e magliette
personalizzate dei gruppi ultras
giunti anche da Bari, Cava dei
Tirreni, Viterbo, Tivoli,
Latina, Casale Monferrato, i
sampdoriani da Genova, Pescara,
Reggio Emilia, Piacenza, Udinese
e Milan. Presente anche una
delegazione ufficiale del Parma,
con alcuni giocatori, dirigenti
e sostenitori. Ai funerali di
Bortolon erano rappresentate
anche tifoserie di squadre
storicamente rivali del Vicenza,
come Verona, Triestina, Modena,
Brescia e Napoli; questi ultimi
sono arrivati in Veneto con una
corona di fiori che è stata poi
depositata nel piccolo cimitero
di Isola Vicentina,
letteralmente invaso da mazzi di
fiori e corone di ogni tipo e
colore. La protesta Durante la
partita Vicenza- Piacenza,
giocata al "Romeo Menti", buona
parte degli ultras Vicentini,
che occupavano la curva sud,
hanno abbandonato la gradinata
tra il primo e il secondo tempo.
L’iniziativa, preannunciata nei
giorni scorsi, è stata attuata
per protestare contro la mancata
sospensione della partita di
sabato scorso a Parma dopo il
grave incidente occorso al
giovane Bortolon. Nel primo
tempo la gradinata sud presenta
un vuoto nella parte centrale.
Ad inizio ripresa, la tifoseria
è rimasta in silenzio, e si sono
alzati solo alcuni cori in
ricordo di Eugenio. Poi,
l'abbandono definitivo dei
tifosi. Nello spazio lasciato
vuoto in gradinata sud è stato
poi esposto uno striscione,
sempre in riferimento alla gara
di Parma, dal titolo "Lo
spettacolo avete continuato, la
vita di un tifoso non avete
rispettato: vergogna".
30 maggio
2009
Fonte:
Corrieredelveneto.it
© Fotografia:
Gazzettadiparma.it
C'è tutto
il Vicenza all'addio di Eugenio
di Alberta
Mantovani
VICENZA -
Più che l’ultima partita è stata
la giornata dell’ultimo saluto
del Vicenza a Eugenio Bortolon,
il tifoso di 19 anni morto
sabato scorso a Parma a causa
delle gravissime lesioni
riportate nella caduta dagli
spalti del Tardini. Tutta la
squadra, accompagnata dal
presidente e da Gregucci ha
partecipato in mattinata ai
funerali del ragazzo di Isola in
una chiesa insufficiente ad
accogliere la gente che ha
partecipato al rito funebre.
Sopra la bara la maglia di
Margiotta, il beniamino di
Eugenio, e al termine della
funzione tante sciarpe delle
tifoserie gemellate ma anche
rivali, portate da tifosi giunti
da tutta Italia. Allo stadio i
giocatori del Vicenza sono scesi
in campo con t-shirt dedicate al
ragazzo e striscioni in suo
ricordo campeggiavano nella
curva Sud, che nel secondo tempo
è stata abbandonata dagli ultrà
biancorossi in segno di protesta
per la mancata sospensione della
partita di Parma. La partita In
questo clima di commozione s' è
giocata una gara inutile per la
classifica, che il Piacenza ha
vinto con i primi due gol
stagionali di Passoni: due
punizioni, una per tempo, sulle
quali ha avuto le sue
responsabilità il portiere
Frison. Unica nota lieta della
giornata per il Vicenza, il gol
del momentaneo pareggio del
diciottenne Nicola Rigoni, al
suo primo centro in B. Ora
l’attenzione si sposta sul
tecnico Gregucci: resterà a
Vicenza, o siamo ai saluti ?
(Omissis Tabellino Partita)
31 maggio
2009
Fonte:
Gazzetta.it
© Fotografia:
Gazzettadiparma.it
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