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OTELLO LORENTINI
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Otello Lorentini 11 Maggio 2014 Grazie !
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"IL FONDATORE"

Ho conosciuto Otello nel dicembre del 1985 quando in Arezzo fondò il Comitato Vittime di Bruxelles. Sono partito da Torino e sul Turchino sono stato sorpreso da una nevicata. Non avevo le gomme da neve ma non potevo rinunciare e così piano piano iniziai la discesa verso Genova e da lì raggiunsi Arezzo. Avevo con me alcune copie del mio libro "L'Ultima Curva" che avrei donato ai partecipanti perché anche se doloroso, il ricordo non fosse rimosso (pochi ne parlavano quasi che desse fastidio). La sera mi ospitò a cena: che bella famiglia, la signora, i due piccolini e la nuora. Dopo la costituzione del Comitato, ho continuato a frequentarlo ed assieme all'editore sono stati pubblicati altri libri, Violenza e sport, Sport e violenza negli stadi, Lo sport: un impegno contro la droga. Di Otello mi ha sempre colpito la fermezza con la quale si è battuto affinché fosse fatta giustizia a chi quella tragica sera si era visto fuggire nel vento il corpo e l'anima delle persone più care, sacrificate sull'altare della violenza. Un dolce abbraccio, caro Otello, esemplare marito, padre e nonno !.  Fonte: Nereo Ferlat © 29 maggio 2014 (Pagina Facebook) Video: Teletruria.it ©

È morto Otello Lorentini

Uno dei grandi protagonisti della battaglia contro la violenza nel calcio: suo figlio Roberto vittima all'Heysel nell'85. Tanta gente ai funerali compresa una piccola delegazione della Juventus. Era stato presidente dell'associazione dei parenti delle vittime, ottenne la condanna dell'Uefa per la strage provocata dagli hoolingans inglesi nel maggio 1985 allo stadio di Bruxelles.

Arezzo, 13 maggio 2014 - Se ne è andato nei giorni in cui la violenza nel calcio è di nuovo un tema caldo, all'indomani di quanto è successo a Roma in occasione della finale di Coppa Italia, quando tutti hanno ancora negli occhi le immagini di Genni 'A carogna che guida la curva del Napoli mentre Hamsik è costretto a trattare con lui. Otello Lorentini della battaglia contro la violenza nel calcio e negli stadi era stato un protagonista per quasi trent'anni, in tutta l'ultima fase della sua vita. Era cominciato tutto il 29 maggio 1985, la sera della strage dell’Heysel. C'era anche il figlio Roberto, medico dell'ospedale di Arezzo, appena 31 anni, tra le vittime del crollo della curva Z dello stadio di Bruxelles, sotto l'assalto impazzito degli hooligans del Liverpool. Avrebbe potuto salvarsi, anzi si era già salvato, se non fosse tornato indietro per soccorrere un bimbo ferito. E la seconda carica degli ultras gli fu fatale. Otello Lorentini, il padre, aveva la stessa generosità nel mettersi al servizio dell'interesse pubblico. Fu lui a promuovere l'associazione dei parenti delle vittime (tra loro c'era anche un'altra aretina, la giovane Giusy Conti) e fu lui a diventarne il primo presidente. Con quell'incarico si batté contro le tante disattenzioni, neghittosità, vigliaccherie che favorivano la violenza e la lasciavano impunita. Nel 1990, ottenne la condanna dell'Uefa, la federazione europea del football, per quanto era successo la notte dell'Heysel, quando la disorganizzazione e gli errori avevano contribuito al massacro costato 39 morti, in gran parte tifosi juventini. Al processo di Bruxelles era solo in aula, ma non si era affatto intimidito. Poi altre battaglie, altre dichiarazioni, altri impegni perché il calcio diventasse finalmente un mondo sicuro. Non è così, almeno non è ancora così, ma Otello Lorentini lascia comunque un'eredità di impegno civile che non è stata inutile. Alla famiglia e al nipote Andrea (il figlio di Roberto), giornalista, le nostre condoglianze. Tante le condoglianze giunte alla famiglia, fra cui quelle della Juventus, che ha inviato anche una corona e telegramma del presidente Andrea Agnelli. Tanta gente ai funerali nella chiesa di Sant'Agnese a Pescaiola, compresa una delegazione della Juventus con un dirigente e due ragazzi del settore giovanile che hanno portato una corona di fiori e un gagliardetto listato a lutto. Fonte: Lanazione.it © 13 maggio 2014 Fotografia: Arezzonotizie.it ©

Ultimo addio a Otello Lorentini

Delegazione Juventus presente ai funerali

Si sono svolti questo pomeriggio i funerali di Otello "Lello" Lorentini scomparso lo scorso 11 maggio. Nella chiesa di Sant’Agnese in Pescaiola, gli aretini si sono stretti al dolore della famiglia per un ultimo saluto al numero uno dell’associazione "Vittime dell’Heysel". Una vita intera dedicata alla lotta contro la violenza negli stadi e un grande impegno civico che lo ha portato molto spesso a farsi promotore in prima persona di importanti iniziative.  Questo pomeriggio, anche una delegazione della Juventus ha reso omaggio a Lorentini partecipando al funerale. Fonte: Arezzonotizie.it © 13 maggio 2014 (Testo © Fotografia)

Addio Lorentini, simbolo della lotta contro la violenza negli stadi

di Francesco Caremani

Suo figlio Roberto perse la vita il 29 maggio 1985, allo stadio Heysel, prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool.

AREZZO - Si è spento domenica notte Otello Lorentini, 89 anni, l’uomo che, insieme all’avvocato italo belga Daniel Vedovatto, ha sconfitto l’Uefa (sentenza storica che ha fatto giurisprudenza) nelle vesti di presidente dell’ "Associazione tra le famiglie delle vittime di Bruxelles", dove il 29 maggio 1985, allo stadio Heysel, prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool morirono 39 persone, di cui 32 italiani (e 4 toscani), per colpa degli hooligans inglesi, delle autorità politiche e sportive belghe e dell’Uefa: tra le vittime anche suo figlio Roberto. Otello è morto nel giorno del compleanno del nipote Andrea e tra le braccia dell’altro nipote Stefano per una crisi cardiaca che è stata fatale, viste le sue condizioni di salute. Stefano e Andrea, i due nipoti orfani che lui ha cresciuto come un padre. OTELLO PERSE SUO FIGLIO ALL'HEYSEL - Otello, infatti, all’Heysel perse l’unico figlio Roberto, medico di 31 anni medaglia d’argento al valor civile per essere morto tentando di salvare un connazionale, molto probabilmente la vittima più piccola: l’undicenne Andrea Casùla. Da quel momento, come ha scritto in un comunicato il Comune di Arezzo, esprimendo il proprio cordoglio per la scomparsa di un grande aretino, ha trasformato il proprio dolore in battaglia civile. Prima creando l’Associazione, poi citando l’Uefa direttamente nel processo quando in primo grado in Belgio erano stati tutti assolti, infine sconfiggendola e rendendola responsabile della manifestazione che organizzava e organizza. Tutto questo perché non si dava pace e perché non poteva accettare di avere perso un figlio per una partita di calcio. Otello, oltretutto, era tifoso della Fiorentina, ma andava sempre con Roberto a vedere la Juventus nelle finali di coppa per amore verso il figlio e per il gusto del viaggio. LA BATTAGLIA DI OTELLO - Dall’ultimo è tornato solo, ma con dentro tanta di quella forza e dignità che hanno prevalso sul dolore, riuscendo anche a stracciare quel velo di omertà che in Italia e in Europa, dalla Figc alla Lega, dalla Juventus (meno in questi ultimi anni) all’Uefa, ha sempre tentato di far dimenticare quello che era accaduto all’Heysel il 29 maggio 1985. Per merito di Otello Lorentini oggi quella data viene continuamente ricordata e reso omaggio ai 39 morti che grazie a questo piccolo, grande, uomo hanno ottenuto giustizia e la dignità di una memoria compiuta. Il funerale sarà celebrato nella chiesa di Sant’Agnese (via Alessandro dal Borro 49, Pescaiola) ad Arezzo martedì 13 maggio, alle ore 15. Fonte: Corrierefiorentino.corriere.it © 12 maggio 2014 Fotografie: Arezzonotizie.it © Associazione Quelli di... Via Filadelfia © La Nazione ©

 

Mattesini (Pd): "Addio Otello Lorentini, lascia un grande vuoto"

"La scomparsa di Otello Lorentini, lascia un grande vuoto, ma deve farci riflettere sul grande esempio di amore e attaccamento allo sport vero, libero da violenza, portato avanti con dedizione e semplicità". A dichiararlo è la senatrice Donella Mattesini, in merito alla scomparsa di Otello Lorentini.

"Il mondo dello sport e tutta la società ha bisogno di mantenere sempre vivo il ricordo di personaggi come Otello, il quale ha saputo superare momenti difficili testimoniando il suo amore per i giovani e la vita con passione e amore, mettendosi sempre al servizio dell’interesse pubblico". Dopo la scomparsa del figlio Roberto, vittima dell’Heysel nel maggio del 1985, Otello Lorentini si è impegnato con caparbietà per portare avanti messaggi di non violenza, con la costituzione dell’Associazione dei parenti delle vittime della finale di Coppa dei Campioni ’85 Juventus-Liverpool. "Oggi più che mai - conclude Donella Mattesini - occorre vigilare affinché lo sport sia veicolo di valori sani e modello di vita per le nuove generazioni, mettendo in campo tutte le sinergie tra istituzioni, associazioni e società sportive, sull’esempio di una grande bandiera e lavorando concretamente affinché gli appuntamenti sportivi non siano più teatri di scontri barbari, ma tornino ad essere un momento di gioia e di condivisione. Alla famiglia di Otello le mie personali e sentite condoglianze e l’auspicio che il ricordo di questo grande uomo possa vivere a lungo in ciascuno di noi". "Il mondo dello sport e tutta la società ha bisogno di mantenere sempre vivo il ricordo di personaggi come Otello, il quale ha saputo superare momenti difficili testimoniando il suo amore per i giovani e la vita con passione e amore, mettendosi sempre al servizio dell’interesse pubblico". Dopo la scomparsa del figlio Roberto, vittima dell’Heysel nel maggio del 1985, Otello Lorentini si è impegnato con caparbietà per portare avanti messaggi di non violenza, con la costituzione dell’Associazione dei parenti delle vittime della finale di Coppa dei Campioni ’85 Juventus-Liverpool. "Oggi più che mai - conclude Donella Mattesini - occorre vigilare affinché lo sport sia veicolo di valori sani e modello di vita per le nuove generazioni, mettendo in campo tutte le sinergie tra istituzioni, associazioni e società sportive, sull’esempio di una grande bandiera e lavorando concretamente affinché gli appuntamenti sportivi non siano più teatri di scontri barbari, ma tornino ad essere un momento di gioia e di condivisione. Alla famiglia di Otello le mie personali e sentite condoglianze e l’auspicio che il ricordo di questo grande uomo possa vivere a lungo in ciascuno di noi". Fonte: Arezzonotizie.it © 12 maggio 2014 (Testo © Fotografia)

Heysel: morto ex n.1 comitato vittime

Scomparso Lorentini, da presidente dedicò vita a ricerca verità.

AREZZO, 11 MAG - Si è spento nella sua casa di Arezzo, ad 89 anni, Otello Lorentini, per anni presidente dell'associazione dei familiari delle vittime dell'Heysel: suo figlio Roberto, medico 31enne, fu tra i 32 italiani che persero la vita nello stadio belga il 29 maggio 1985, mentre cercava di soccorrere una persona a terra e per questo medaglia d'argento al valor civile. Lorentini aveva dedicato la vita a cercare la verità sulla tragedia, avvenuta in occasione della finale di Coppa Campioni Juve-Liverpool. (Ansa) Fonte: Corrieredellosport.it © 11 maggio 2014 Fotografia: Arezzonotizie.it ©

La Juventus ricorda Otello Lorentini

Il cordoglio della società per la scomparsa del presidente dell'associazione dei familiari delle vittime dell'Heysel.

La Juventus ricorda Otello Lorentini, per anni Presidente dell'associazione dei familiari delle vittime dell'Heysel. Lorentini si è spento questa mattina, all'età di 89 anni nella sua casa di Arezzo. Suo figlio Roberto, perse la vita a Bruxelles il 29 maggio 1985, mentre cercava di soccorrere un altro tifoso e per questo fu insignito della Medaglia d'Argento al Valor Civile. Fonte: Juventus.com © 11 maggio 2014 Fotografie: Associazione Quelli di... Via Filadelfia © Arezzonotizie.it ©

Tifosi bianconeri in lutto, è scomparso Otello

Lorentini, padre del medico eroe dell'Heysel

Ecco le parole di Annamaria Licata, esponente della curva bianconera, tramite la sua pagina Facebook: "Oggi bruttissima notizia da parte di Andrea Lorentini: Otello Lorentini nonno di Andrea e padre di Roberto Lorentini, il medico eroe scomparso all’Heysel, ci ha lasciato. Lui è stato il padre di tutte le vittime, il padre di tutte le battaglie in tribunale contro l’UEFA... e contro i silenzi e l'ignoranza... Il padre di tutti quei tifosi che nel corso del tempo si sono avvicinati alla tragedia, hanno capito quello che è stato e dopo anni di silenzi… hanno iniziato ad alzare la voce, insieme a lui. Di lui ricorderò sempre la sua forza, la sua saggezza e i suoi occhi color mare nel quale ti ci perdevi. Un grande Uomo... che è andato ad arricchire il paradiso di umanità, ma nello stesso tempo, ha svuotato il mondo di un'anima speciale. Che riposi in pace insieme a Roberto e agli altri Angeli dell’Heysel. Il mio abbraccio, e penso anche quello di tutto popolo bianconero, alla famiglia Lorentini ed in particolare Andrea Lorentini. Oggi il mio cuore soffre... e non avete idea di quanto". Fonte: Tuttojuve.com © 11 maggio 2014 Fotografia: Associazione Quelli di... Via Filadelfia ©

 

Strage dell’Heysel: morto l’ex presidente del comitato parenti delle vittime

Si è spento questa mattina nella sua casa di Arezzo, all’età di 89 anni, Otello Lorentini, per anni presidente dell’associazione dei familiari delle vittime dell’Heysel: suo figlio Roberto, medico 31enne, fu tra i 32 italiani che persero la vita nello stadio belga il 29 maggio 1985, mentre cercava di soccorrere una persona a terra e per questo medaglia d’argento al valor civile. Otello Lorentini aveva dedicato la sua vita a cercare la verità sulla tragedia, che portò alla morte di 39 persone in occasione della finale di Champions League di calcio tra Juventus e Liverpool, ottenendo giustizia, alla fine di una lunga battaglia. L’attività per tenere alta la memoria, raccolta dal nipote giornalista sportivo Andrea, punta ancora a sensibilizzare il mondo del calcio a lottare contro la violenza. Fonte: Ansa © 11 maggio 2014 (Testo © Fotografia)

È scomparso Otello Lorentini

Ha dedicato la vita ad ottenere giustizia per la strage dell'Heysel.

Si è spento all’età di 89 anni Otello Lorentini, per anni presidente dell’associazione vittime dell’Heysel, padre di Roberto, morto a 31 anni, nella curva Z dello stadio mentre cercava di salvare una persona a terra e per questo medaglia d’argento al valor civile. Otello Lorentini dal maggio 1985 ha passato la sua vita a cercare la verità su quel drammatico episodio ed ottenere, al termine della sua battaglia, giustizia. L’attività per tenere alta la memoria, portata avanti dal nostro collega Andrea, punta ancora a sensibilizzare il mondo del calcio a lottare contro la violenza. Ad Andrea e tutta la sua famiglia sentite condoglianze da tutti i suoi colleghi ed amici. Fonte: Arezzoora.it © 11 maggio 2014 Fotografia: Politicanews.it ©

Arezzo: morto Otello Lorentini, padre di Roberto, una

delle vittime della tragedia allo stadio "Heysel" di 29 anni fa

Da quel giorno, ha combattuto la grande battaglia per eliminare la violenza negli stadi, promuovendo anche l'associazione dei parenti delle vittime.

È morto a 89 anni Otello Lorentini, padre di Roberto, il giovane medico aretino di 31 anni che il 29 maggio 1985 fu una delle vittime della tragedia allo stadio "Heysel" di Bruxelles, prima della finale di Coppa dei Campioni fra Juventus e Liverpool. Da quel momento, il signor Otello è stato uno dei paladini della battaglia contro la violenza nel calcio e negli stadi era stato un protagonista per quasi trent'anni, in tutta l'ultima fase della sua vita. Fu lui a promuovere l'associazione dei parenti delle vittime (tra loro c'era anche un'altra aretina, la giovane Giusy Conti) e fu lui a diventarne il primo presidente. Nel 1990, ottenne la condanna dell'Uefa per quanto era successo la notte dell'Heysel, quando la disorganizzazione e gli errori avevano contribuito al massacro costato 39 morti, in gran parte tifosi juventini. Al processo di Bruxelles era solo in aula, ma non si era affatto intimidito. Alla famiglia e al nipote Andrea, collega giornalista, le condoglianze della nostra redazione. Fonte: Saturnonotizie.it © 11 maggio 2014 Fotografie: Saturnonotizie.it © Comune di Arezzo © Gazzetta dello Sport ©

 

Marcello Caremani: "Otello Lorentini, bandiera di sport e civiltà"

Il calcio ha perduto una bandiera. Quel calcio, ovviamente, fatto di amore per lo sport, sana passione agonistica, strumento di aggregazione e di benessere fisico.

Otello Lorentini era una bandiera di questo calcio. Lo è stato per 30 anni. Mosso da un immenso dolore e cioè dalla perdita di Roberto, suo unico figlio, allo stadio dell’Heysel, è stato capace di trasformare questo dolore in impegno civile. In primo luogo per ottenere giustizia: fu tra i promotori e il primo Presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime e nel 1990 ottenne la condanna dell’Uefa per come era stata gestita la tragica vicenda della partita Liverpool - Juventus. Dal 1985 fino ai suoi ultimi momenti di vita, si è impegnato contro la violenza negli stadi e nello sport. Lo ha fatto in silenzio e umiltà ma con grande coraggio e determinazione. Ed è stato l’espressione più genuina di ciò che dovrebbe essere il calcio: per chi scende in campo e per chi rimane sugli spalti. Nessuno potrà dimenticare cosa fece suo figlio Roberto che si sacrificò nel tentativo di salvare un bambino ferito. E noi non potremo dimenticare nemmeno suo padre che ci ha dato una grande lezione. Oggi più valida che mai, quando gli stadi e le strade intorno ad esse diventano luogo di guerriglia e simboli di odio. Il mio ricordo va quindi a Roberto che è stato mio amico e collaboratore prezioso e oggi a suo padre Otello con il quale ho condiviso non solo ricordi ma anche profonda amicizia e affetto. Insieme al Sindaco Fanfani, all’Amministrazione comunale e all’intera città siamo vicini alla famiglia alla quale esprimiamo le più profonde condoglianze. In particolare ai nipoti Stefano e Andrea e alla nuora Arianna che è stata al suo fianco fino alla fine. "Un uomo coraggioso impegnato in una battaglia di giustizia": così il presidente Vasai ricorda Otello Lorentini. Il Presidente della Provincia ricorda, con un telegramma alla famiglia, Otello Lorentini e il suo impegno civile: "Con Otello scompare la figura limpida di un uomo coraggioso che ha combattuto una battaglia di giustizia in nome dei veri valori dello sport. In questi anni ho conosciuto e apprezzato la sua limpidezza e la sua grande forza che sono e saranno da esempio per tutti quelli che nel nostro territorio credono in uno sport sano e combattono contro quella violenza negli stadi ancora oggi di tragica attualità". Fonte: Informarezzo.com © 11 maggio 2014 Fotografia: Santa Firmina Calcio ©

Giorno tristissimo, è mancato Otello Lorentini

di Jacopo Diego Azzolini

A molti di voi questo nome non dirà nulla. Invece bisogna assolutamente che sappiate chi è stata questa grande persona, un eroe silenzioso.

Suo figlio Roberto era un medico. Morì quel maledetto 29 maggio del 1985. Era sopravvissuto alla prima carica delle bestie inglesi. Decise però di tornare indietro, per soccorrere un bambino ferito. Venne poi sopraffatto dalla seconda carica degli Hooligans, mentre stava praticando la respirazione artificiale a questo bimbo. All’epoca trentunenne, lasciò una moglie e due figli piccoli. Il padre non si diede pace. Fondò nel 1987 l’associazione "Fra i familiari delle vittime dell’Heysel". È stato il padre di tutte le vittime, il padre di tutte le battaglie in tribunale, colui che si è opposto al silenzio e all’oblio. Grazie al suo immenso contributo, la Uefa venne condannata. Ci volle molto tempo, ma lui ce la fece. Con coraggio, forza e tenacia. Se oggi certe stragi sono fortunatamente solo parte di un tragico passato, il merito è anche suo. Grazie a Otello, molti giovani tifosi si sono avvicinati alla tragedia dell’Heysel, hanno capito che cosa è stata. Col suo immenso contributo, ora quei 39 angeli riposano in pace. Resteranno fissi nella memoria del grande popolo bianconero. Potrà tornare ad abbracciare il suo Roberto, oltre che tutte le altre vittime dell’Heysel. Grazie al suo coraggio e alla sua volontà, adesso non saranno mai più dimenticate. Fonte: Juvenews.net © 11 maggio 2014 Fotografia: Atlantide Audiovisivi ©

 

Si è spento Otello Lorentini, una vita a combattere la violenza negli stadi

Si è spento Otello Lorentini, padre di Roberto, medico aretino tra le 39 vittime dell’Heysel. Da quella drammatica notte, Otello ha portato avanti la battaglia contro la violenza negli stadi.

Il 29 maggio 1985 il figlio Roberto perse la vita. Medico all’ospedale di Arezzo, 31 anni, avrebbe potuto salvarsi, ma cercò di soccorrere un bambino ferito e la seconda carica degli hooligans del Liverpool gli fu fatale. Otello fu tra i promotori dell’associazione dei parenti delle vittime della finale di Coppa dei Campioni ’85 Juventus-Liverpool - tra cui un’altra aretina, Giusy Conti - e ne fu il primo presidente. Ottenne nel 1990 la condanna dell’Uefa per i fatti di Bruxelles e non ha mai smesso di combattere per la causa. Le condoglianze della redazione di Arezzo Notizie ai familiari, tra cui il collega giornalista Andrea Lorentini, nipote di Otello. Il ricordo di Marcello Caremani, assessore del Comune di Arezzo: "Il calcio ha perduto una bandiera. Quel calcio, ovviamente, fatto di amore per lo sport, sana passione agonistica, strumento di aggregazione e di benessere fisico. Otello Lorentini era una bandiera di questo calcio. Lo è stato per 30 anni. Mosso da un immenso dolore e cioè dalla perdita di Roberto, suo unico figlio, allo stadio dell’Heysel, è stato capace di trasformare questo dolore in impegno civile. In primo luogo per ottenere giustizia: fu tra i promotori e il primo Presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime e nel 1990 ottenne la condanna dell’Uefa per come era stata gestita la tragica vicenda della partita Liverpool - Juventus. Dal 1985 fino ai suoi ultimi momenti di vita, si è impegnato contro la violenza negli stadi e nello sport. Lo ha fatto in silenzio e umiltà ma con grande coraggio e determinazione. Ed è stato l’espressione più genuina di ciò che dovrebbe essere il calcio: per chi scende in campo e per chi rimane sugli spalti. Nessuno potrà dimenticare cosa fece suo figlio Roberto che si sacrificò nel tentativo di salvare un bambino ferito. E noi non potremo dimenticare nemmeno suo padre che ci ha dato una grande lezione. Oggi più valida che mai, quando gli stadi e le strade intorno ad esse diventano luogo di guerriglia e simboli di odio. Il mio ricordo va quindi a Roberto che è stato mio amico e collaboratore prezioso e oggi a suo padre Otello con il quale ho condiviso non solo ricordi ma anche profonda amicizia e affetto". Insieme al sindaco Fanfani, all’Amministrazione comunale e all’intera città siamo vicini alla famiglia alla quale esprimiamo le più profonde condoglianze. In particolare ai nipoti Stefano e Andrea e alla nuora Arianna che è stata al suo fianco fino alla fine". Il ricordo di Roberto Vasai, presidente della Provincia. Il Presidente della Provincia ricorda, con un telegramma alla famiglia, Otello Lorentini e il suo impegno civile: con Otello scompare la figura limpida di un uomo coraggioso che ha combattuto una battaglia di giustizia in nome dei veri valori dello sport. In questi anni ho conosciuto e apprezzato la sua limpidezza e la sua grande forza, che sono e saranno da esempio per tutti quelli che nel nostro territorio credono in uno sport sano e combattono contro quella violenza negli stadi ancora oggi di tragica attualità. Fonte: Arezzonotizie.it © 11 maggio 2014 (Testo © Fotografia)

 

GRAZIE OTELLO

di Francesco Caremani

È morto di maggio Otello, come il suo Roberto, come altri trentotto insieme a lui, nella notte che ha cambiato per sempre il calcio mondiale. È morto tra le braccia di suo nipote Stefano, a 89 anni, l’uomo che, insieme all’avvocato italobelga Daniel Vedovatto, ha sconfitto l’Uefa (sentenza storica che ha fatto giurisprudenza) nelle vesti di presidente dell’"Associazione tra le famiglie delle vittime di Bruxelles", dove il 29 maggio 1985, allo stadio Heysel, prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool morirono 39 persone, di cui 32 italiani, per colpa degli hooligans inglesi, delle autorità politiche e sportive belghe e dell’Uefa. È morto nel giorno del compleanno del nipote Andrea per una crisi cardiaca che è stata fatale, viste le sue condizioni di salute. Stefano e Andrea, i due nipoti orfani che lui ha cresciuto come un padre. Otello, infatti, all’Heysel perse l’unico figlio Roberto, medico di 31 anni medaglia d’argento al valor civile per essere morto tentando di salvare un connazionale, molto probabilmente la vittima più piccola: l’undicenne Andrea Casula. Da quel momento, come ha scritto in un comunicato il Comune di Arezzo, esprimendo il proprio cordoglio per la scomparsa di un grande aretino, ha trasformato il proprio dolore in battaglia civile. Prima creando l’Associazione, poi citando l’Uefa direttamente nel processo quando in primo grado in Belgio erano stati tutti assolti, infine sconfiggendola e rendendola responsabile delle manifestazioni che organizzava e organizza. Tutto questo perché non si dava pace e perché non poteva accettare di avere perso un figlio per una partita di calcio. Otello, oltretutto, era tifoso della Fiorentina, ma andava sempre con Roberto a vedere la Juventus nelle finali di coppa per amore verso il figlio e per il gusto del viaggio. Dall’ultimo è tornato solo, ma con dentro tanta di quella forza e dignità che hanno prevalso sul dolore, riuscendo anche a stracciare quel velo di omertà che in Italia e in Europa, dalla Figc alla Lega, dalla Juventus (molto meno in questi ultimi anni, per merito di Andrea Agnelli) all’Uefa, ha sempre tentato di far dimenticare quello che era accaduto all’Heysel il 29 maggio 1985. Per merito di Otello Lorentini oggi quella data viene continuamente ricordata e reso omaggio ai 39 morti che grazie a questo piccolo, grande, uomo hanno ottenuto giustizia e la dignità di una memoria compiuta. Non lo dimenticate mai, perché ognuno di noi, qualunque sia la sua fede calcistica, deve almeno un pensiero a Otello. Fonte: Facebook (Pagina Autore) © 11 maggio 2014 Fotografia: Francesco Caremani ©

 

Il padre di tutte le battaglie

"Lui è stato il padre di tutte le vittime, il padre di tutte le battaglie in tribunale contro l’UEFA… E contro i silenzi e l'ignoranza... Il padre di tutti quei tifosi, che nel corso del tempo si sono avvicinati alla tragedia… Hanno capito quello che è stato e dopo anni di silenzi… Hanno iniziato ad alzare la voce, insieme a lui. Di lui ricorderò sempre la sua forza, la sua saggezza e i suoi occhi color mare nel quale ti ci perdevi. Un grande Uomo... Che è andato ad arricchire il paradiso di umanità, ma nello stesso tempo, ha svuotato il mondo di un'anima speciale". Fonte: Annamaria Licata © 11 maggio 2014 (Pagina Facebook) Video: Teletruria.it ©

Fiore di maggio

"A volte il destino sa mischiare il dolce con l'amaro. Te ne sei andato proprio il giorno del mio compleanno, Mi hai preso per mano bambino, mi lasci uomo. Un faro, una luce in questi 32 anni. Mi hai insegnato che nella vita ci sono le cose facili e quelle giuste. E bisogna sempre stare dalla parte delle seconde. Sei stato quel padre che la follia umana mi ha strappato troppo presto. Da oggi lotterò con ancora più determinazione per portare avanti i valori per i quali hai speso la tua esistenza da quel maledetto 29 maggio. Sei un orgoglio per la nostra famiglia e per la città di Arezzo. Buon viaggio Lello. Salutami il babbo e la nonna". Fonte: Andrea Lorentini © 11 maggio 2014 (Pagina Facebook) Fotografie: Teletruria.it © Arezzonotizie.it © La Nazione © Banner: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © Curvafiladelfia.wordpress.com ©

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