PER NON DIMENTICARE I 39 CADUTI
Lezioni di memoria sulla tragedia allo
stadio Heysel
Gli studenti della quinta D
dell’istituto Scaruffi a "lezione di memoria"
di Giuseppe Galli
Nel 2007, quando venne restaurato il
monumento che si trovava ormai in stato di abbandono, Iuliana
Bodnari e Rossano Garlassi, rispettivamente presidente e
promotore del comitato "Per non dimenticare Heysel", speravano,
un giorno, di vedere le giovani generazioni recarsi nel parco di
via Matteotti, di fronte alla tribuna dello stadio Mirabello,
per capire cosa fossero quelle 39 stele sistemate l'una accanto
all'altra e a chi fossero dedicate. Loro, l'impegno di
tramandare la memoria della tragedia avvenuta il 29 maggio 1985
allo stadio Heysel di Bruxelles - quando prima della finale di
Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool persero la vita 39
tifosi (tra i quali il fotografo reggiano di 28 anni, Claudio
Zavaroni) uccisi dalla follia degli hooligans inglesi - ce
l'hanno messo tutto, senza mai fermarsi un solo attimo. E poco tempo fa, proprio grazie al
loro impegno costante e quotidiano, sono stati premiati, o
meglio hanno ricevuto una visita che ha dato nuovo impulso al
loro impegno, ispirando l'Iniziativa "Lezioni di memoria",
dedicata ai giovani d'oggi, alla generazione dei cosiddetti "millennians",
nati più di quindici anni dopo quel tragico fatto. Erano nei
pressi del monumento, luliana e Rossano quando, nei giorni in
cui stava iniziando il nuovo anno scolastico, si è avvicinata
una persona che voleva avere informazioni, sia sul monumento,
sia su ciò che accadde 36 anni fa. In vista dell'arrivo della
stagione invernale la presidente del comitato e il suo braccio
destro stavano sistemando l'area attorno al monumento,
occupandosi dell'erba seminata a primavera, sistemando la
bacheca e i sassi: insomma, la loro opera di volontariato,
dedicata al ricordo delle vittime dell’Heysel continua senza
sosta. "Quella persona si è avvicinata -
ricorda Iuliana Bodnari - e ha detto che voleva sapere qualcosa
di più sulla tragedia: un po’ era informato, avendo visionato su
Youtube un video abbastanza esplicito, e si è subito instaurato
un rapporto piacevolissimo, con scambi di domande e risposte. Si
chiama Fabio Pigmei, è un insegnante dell’Istituto Scaruffi,
dove ha studiato anche Rossano. Fabio si è mostrato molto
attento al racconto di questa terribile tragedia che ha causato
la morte di 39 persone per una partita di calcio". Parlando con
i referenti del comitato, l’insegnante ha espresso il desiderio
di portare davanti al monumento le sue classi, per spiegare loro
la storia di quella tragica notte, quella del monumento
(sconosciuta ai più) e l’attività dello stesso comitato "Per non
dimenticare Heysel" che ogni anno organizza partecipate
cerimonie in ricordo dei caduti. "Detto, fatto - prosegue Iuliana
Bodnari. Fabio sta accompagnando al monumento le sue classi e
abbiamo intitolato questo incontro "Lezioni di memoria". È la
prima volta in assoluto da quando, nella primavera del 2007, è
stato restaurato il monumento che gli studenti visitano e
apprendono storie di vita dl chi non c'è più e che non si
trovano su Wikipedia di sicuro. Il nostro sogno si è avverato:
vedere ragazzi e ragazze che non erano neppure nati nel 1985,
quando è successa quella tragedia, prestare attenzione e
rimanere attoniti di fronte al fatto che tutto ciò sia potuto
accadere. Vedere i loro volti, i loro occhi attenti e persino la
commozione non ha prezzo. Queste lezioni - aggiunge Iuliana -
proseguiranno davanti al monumento dove ci si può veramente
rendere conto e assorbire tutto il dolore che ogni stele fa
arrivare nelle nostre anime. Noi, da parte nostra, ci
impegneremo sempre al massimo per far conoscere questa tragedia,
la storia di ognuna delle 39 vittime, la nostra cura per questo
monumento unico nel suo genere, per renderlo visibile in tutti i
modi: perché nessuna persona è morta finché vive nel ricordo di
chi resta". Nel 1991 Reggio fu la prima città italiana a
dedicare un'opera d'arte alle vittime dell'Heysel: fu realizzata
dallo scultore fiammingo Gído Vanlessen e venne chiamata "Per
non dimenticare Heysel". Con lo stesso obiettivo, quattordici
anni fa, a Reggio è nato il Comitato Heysel. Il 28enne reggiano
Claudio Zavaroni era un ragazzo allegro, sportivo, che provò in
tutti i modi a salvare altre persone quando fu travolto dalla
carica micidiale degli hooligans, ma venne travolto e ucciso a
sua volta.
Fonte:
Gazzetta di Reggio
©
7 ottobre 2021
Fotografie:
Comitato Heysel Reggio Emilia © Gazzetta di Reggio ©
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