Trentanove anni fa la
tragedia dell’Heysel: il ricordo di Cherasco
Presente anche un
sopravvissuto di quella sera: "Venimmo
schiacciati, furono attimi terribili. Mi salvai
per miracolo, altri non furono così fortunati".
Toccante commemorazione
ieri, giovedì 30 maggio, davanti al monumento
dedicato alle Vittime dell’Heysel a Cherasco, in
occasione dei 39 anni da quella tragica serata.
Accanto al monumento collocato nel 2016
all’interno del Giardino della Madonnina, si è
svolta una cerimonia organizzata
dall’associazione 'Quelli di Via Filadelfia', a
cui hanno preso parte molti simpatizzanti
juventini, componenti dei gruppi delle
tifoserie, rappresentanti di alcuni Juventus
Club, fra cui Alba e Bra, rappresentanti delle
istituzioni e della U.S. Cheraschese 1904. Bonasso Tiziana, referente regionale Juventus
Official Fan Club, ha ricordato come la Memoria
sia importante: "39 persone furono vittime
innocenti, 39 famiglie non videro tornare a casa
i loro cari che partirono per sostenere la
squadra del cuore e persero la vita. Non c’è mai
stata vera giustizia, ma noi non
dimenticheremo". Accanto a lei Paolo Monchio e
Beppe Franzo, presidente onorario di "Quelli di
Via Filadelfia", che ha letto tutti i nomi delle
39 vittime: la più giovane aveva 10 anni, si
chiamava Andrea, la più anziana, Barbara Lusci,
aveva 58 anni. Davanti alla scritta "Nessuno
muore veramente se vive nel cuore di chi resta,
per sempre" è intervenuto anche il parroco di
Cherasco Don Filippo Torterolo con un appello al
proprio senso civico e morale. Le ricostruzioni
dei fatti di quel 29 maggio 1985, finale della
Coppa dei Campioni fra Juventus e Liverpool,
vinta dai bianconeri con un gol su calcio di
rigore realizzato da Michel Platini, raccontano
di superficialità, inefficienza e impreparazione
delle forze di sicurezza belghe e della
brutalità degli hooligans: quelle furono le vere
cause della strage, che milioni di
telespettatori intuirono durante la diretta Tv,
interrotta da alcune emittenti, non dalla RAI. A
Cherasco ieri era presente anche un
sopravvissuto di quell’evento, il torinese Nereo
Ferlat. Racconta: "Avevo 33 anni, ero andato
allo stadio con un amico. Venimmo schiacciati
contro il muro dalla furia degli inglesi,
faticavamo a respirare. Ad un certo punto mi
sentii sollevare, mi ritrovai a calpestare corpi
inermi, in qualche modo arrivai sul campo dove
una crocerossina mi diede dell’acqua. Raggiunsi
la tribuna e la postazione della TV Svizzera. Li
pregai di telefonare a mia moglie per dirle che
ero vivo: purtroppo tanti non furono così
fortunati. Siamo qui per loro". In Italia ci
sono altri monumenti dedicati alle vittime
dell’Heysel. Mercoledì scorso, a Torino, è stata
inaugurata una piazza intitolata a loro, sempre
grazie alla dedizione di "Quelli di Via
Filadelfia".
(NdR: l’inaugurazione avvenne nel
2018, si è svolta una cerimonia di
commemorazione).
Fonte:
Lavocedialba.it © 31
maggio 2024
Fotografia: Associazione Quelli di...
Via Filadelfia ©
Video:
TargatoCn.it ©
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