Heysel, 35 anni dopo la
follia per una
partita di calcio restano ricordi
e speranze
di Silvia Gullino
Anche la città di Cherasco
ha onorato la memoria delle 39 vittime, 32 delle
quali italiane.
"+ 39 Nessuno muore
veramente se vive nel cuore di chi resta, per
sempre", una scritta che ricorda le vittime
dell’Heysel ed un monito per far sì che simili
tragedie non accadano mai più. A Cherasco, il
ricordo di quei fatti di sport accaduti 35 anni
fa è stato più forte della pandemia. Impossibile
dimenticarli ed è per questo che esistono gli
anniversari. La strage dell’Heysel è avvenuta il
29 maggio 1985, pochi minuti prima dell’inizio
della finale della Coppa dei Campioni tra
Juventus e Liverpool, proprio a Bruxelles nel
cuore dell’Unione europea. In quella notte
disperata persero la vita 39 persone, di cui 32
italiani. Tutti tifosi juventini andati in
Belgio con la speranza di festeggiare il titolo
continentale. Trovarono invece la morte in modo
assurdo, travolti dalla furia degli hooligans
inglesi, schiacciati contro le balaustre o
precipitati dalle gradinate. Per molti che a
quei tempi erano ragazzi, è stato il giorno in
cui il calcio ha definitivamente perso la sua
innocenza. Innocenza sconfitta dalla violenza,
dall’inefficienza di chi doveva preoccuparsi
della sicurezza e dall’inadeguatezza strutturale
dello stadio Re Baldovino. La Mole Antonelliana
illuminata con la scritta "+39 RISPETTO" ha
concluso la giornata dedicata alla loro memoria.
E, come ogni anno, sono state tante le
iniziative a cui il club bianconero ha
partecipato, in un 29 maggio che per la Juventus
significa memoria e raccoglimento. Alessandro
Siano, portiere della Juventus U23, ha
presenziato alla commemorazione che si è tenuta
a Cherasco, depositando i fiori inviati dalla
società presso il monumento dedicato ai caduti,
situato nei giardini del santuario Madonna delle
Grazie, inaugurato nel 2016, grazie alla volontà
dell’associazione "Quelli di via Filadelfia",
che sostiene la Fondazione per la Ricerca sui
Tumori dell’Apparato Muscoloscheletrico e Rari
Onlus. La tragedia è stata ricordata sui social
network anche dal Museo della Fiorentina e dal
Museo del Grande Torino. Fede granata, viola o
bianconera: poco importa. Quando si tratta di
esprimere rispetto e solidarietà, il cuore
pulsante è lo stesso.
Fonte: Lavocedialba.it
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1 giugno 2020
Fotografie: Associazione Quelli di...
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