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Santuario
"Madonna delle Grazie"
Cherasco
(CN)
16.04.2016 |
31° Anniversario Strage
Stadio Heysel Bruxelles |
Cerimonia di Scopertura del
Monumento in Memoria delle 39 Vittime |
A Cura
dell'Associazione Culturale
Quelli di... Via Filadelfia |
Con il Patrocinio del Comune di
Cherasco (Città della Pace) |
e la Partecipazione di
Associazione Familiari Vittime Heysel |
Juventus Football Club
Museo
del Grande Torino |
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L’iniziativa è
di Paolo Monchio e Marco Bogetti
Omaggio di
Cherasco ai morti dell’ "Heysel"
di Luigi
Impagnatiello
L’inaugurazione del significativo monumento dà
il "la" ai ricordi di Beppe Franzo che quel 29
maggio 1985 era a Bruxelles.
Tre gradini di pietra
a simboleggiare gli spalti di uno stadio; alle
loro spalle la sagoma imponente e sobria del
santuario della Madonna delle Grazie, a voler
sottolineare la dimensione spirituale e
commemorativa; davanti, invece, l’affaccio su
Bra e sul "resto del mondo", perché la memoria
di un dramma non ha confini di spazio e di
tempo. È questo il monumento in memoria delle 39
vittime dello stadio "Heysel" di Bruxelles
inaugurato sabato 16 aprile a Cherasco, al
culmine di una composta e sentita cerimonia.
Cosa accadde 31 anni fa è tristemente noto; ma
sull’opera appena scoperta è scolpita la frase
"Nessuno muore veramente se vive nei ricordi di
chi resta, per sempre". Ed è stato proprio
questo lo spirito che ha indotto due
appassionati juventini della "città delle paci",
Paolo Monchio e Marco Bogetti, a fissare nella
pietra il ricordo di quel dramma. Grazie
all’autorizzazione dell’Amministrazione civica,
al prezioso ed esclusivo contributo economico di
alcuni privati e all’incondizionato sostegno
dell’associazione Quelli di... Via Filadelfia,
adesso c’è una prova tangibile della
"rimembranza" di quei drammatici accadimenti,
una testimonianza rivolta soprattutto ai
giovani. A margine di questo avvenimento, "IDEA"
ha incontrato Beppe Franzo per l’intervista di
queste pagine. Torinese, cinquantenne, è stato
uno dei trascinatori della curva "Filadelfia"
negli anni Ottanta e ora rappresenta una delle
voci più ascoltate nel panorama del tifo
bianconero, proprio grazie a Quelli di... Via Filadelfia, di cui è presidente. Lui, in
Belgio, alla finalissima di quella tragica Coppa
dei campioni fra Juventus e Liverpool, il 29
maggio 1985, c’era e da quel momento ha portato
e porta tuttora avanti una battaglia, nel segno
della civiltà e della determinazione nel
ricordo.
Beppe Franzo, parlando
dell’"Heysel", si ricorre spesso al "Non
dimenticare". Ma, se non si dimentica, qualcuno
si è mostrato "distratto" ?
"Il dovere della
memoria, per i tanti che erano a Bruxelles, lo
sentiamo dentro. Avremmo potuto rimuoverla,
considerare l’evento una brutta pagina del
passato, e nessuno avrebbe chiesto spiegazioni.
Ma impegnarsi a rendere onore a 39 vittime
innocenti è non solo un atto dovuto, bensì una
scelta a supporto della veridicità storica.
Oltre ai parenti, molti dei quali raccolti
nell’associazione "Famigliari vittime ‘Heysel",
in tanti si prodigano nel tramandare la memoria.
La "sala della memoria Heysel" è un punto di
riferimento per chi desideri ragguagli e poi vi
sono le iniziative del comitato "Non dimenticare
Heysel", creato attorno al monumento di Reggio
Emilia, e del Nucleo 1985 che ha promosso una
mostra fotografica itinerante per il trentennale
e un docufilm messo in circolazione su supporto
"pen drive". Un ricordo venuto purtroppo a
mancare è quello dell’ex dirigenza Boniperti che
ha steso una coltre di silenzio su quei morti.
Avendo avuto modo di parlargli, so che non è
insensibile sull’argomento e che ha dentro un
peso, ma il silenzio societario ha rischiato di
far cadere nel dimenticatoio la memoria dell’
Heysel, per fortuna rivitalizzata grazie alla
nuova Presidenza e al suo "staff" dirigenziale".
Che ricordi conserva
di quella terribile serata ?
"Quando entrai sulla
pista d’atletica e arrivai al settore Z, vidi
dei piedi nudi che fuoriuscivano da una bandiera
juventina. Ma, seppure sapessi dei morti, la
drammaticità dell’accaduto mi fu chiara al
rientro in Italia, quando vidi i drammatici
filmati e le foto, molte delle quali scattate da
Salvatore Giglio. Sapevamo, prima di partire,
che ci saremmo potuti trovare di fronte ai
barbari inglesi, ma un conto era se ad
affrontarli fosse stata gente come noi "ultras",
un altro se, com’è accaduto, si trattasse di
famiglie, donne, anziani e bambini. Se il
Governo belga, le forze di polizia e l’Uefa,
principale responsabile per negligenza, avessero
usato più attenzione, non sarebbe accaduto".
Senza telefonini e
senza la percezione in tempo reale di quanto
accadeva, come visse quelle ore un "leader"
della curva ?
"Presi un megafono e,
con altri, sotto il nostro settore, spiegai che
c’erano dei morti, italiani, ma neanch’io
immaginavo quanti. La gente ci urlava di uscire,
perché altrimenti non si sarebbe potuto giocare.
L’incontro non si doveva più disputare e
cercammo di tenere la posizione, per evitare che
la partita iniziasse. Lo dicemmo ai giocatori,
quando vennero a parlarci. Ritornarono negli
spogliatoi indecisi su cosa fare. La Juve fu
obbligata a giocare, perché la partita servì a
prendere tempo e a organizzare lo sfollamento.
Ma si dovevano evitare la coppa alzata al cielo
a Caselle e i caroselli in città".
Per ricordare
l’"Heysel" serve un ulteriore salto di qualità ?
"Per il ventinovesimo
anniversario mi resi conto che occorreva
preparare il trentennale. Il compito era arduo:
per dar vita a un progetto unitario occorreva
far dialogare persone e parti che sulla
questione si erano scontrate. Grazie a una
mozione politicamente "bipartisan", si è dato
vita alla "Giornata della memoria per le vittime
dell’Heysel e di ogni manifestazione sportiva" e
organizzai una conferenza, invitando più
testimoni e una delegazione della società
bianconera. L’anno scorso l’evento lasciò spazio
alla Messa fatta celebrare alla Gran Madre dalla
Juventus. Andai a rendere omaggio alle vittime
in quel triste luogo, oggi stadio "Re
Baldovino", e constatai la commozione di Sergio
Brio che, deponendo i fiori al monumento
dedicato a quei morti riscattò il gesto insulso
di alzare quella coppa maledetta nel cielo.
Quest’anno la celebrazione avverrà il 27 maggio
presso la sala delle colonne in piazza Palazzo
di città a Torino. Dopo la proiezione di "Non
dimenticare Heysel’", gli amici russi dello
Spartak Mosca, tra cui dei reduci del disastro
del "Lužniki" (1982), racconteranno la loro
triste esperienza: due tragedie "gemelle"
soprattutto per le responsabilità appurate in
seguito".
È possibile un
percorso di memoria condivisa, in cui simili
tragedie siano patrimonio di tutti ?
"Sono passati 31 anni,
ma l’"Heysel" non è ancora stato metabolizzato
dal calcio. In nome dell’odio contro la Juve, le
tifoserie avversarie spesso sbandierano il motto
"39". L’offesa ai morti è purtroppo presente
anche a Torino. Non passa "derby" in cui
"Heysel" e Superga non siano usati per pura
offesa. Qualcosa è stato fatto, con striscioni
in curva juventina in onore dei caduti di
Superga e l’impegno del museo "Grande Torino"
che ha dato vita a mostre come "Settanta angeli
sotto un unico cielo: Heysel’ e Superga" e
"Capitani coraggiosi", in omaggio a Ferrini e
Scirea, oltre alla partecipazione alle
manifestazioni commemorative dell’"Heysel". Un
patto tra le tifoserie juventina e granata che
veda artefici i gruppi "ultras" è la strada da
intraprendere per affermare il dovuto rispetto
per quelle tragedie".
Fonte: IDEA (Settimanale Provincia di Cuneo) ©
28 aprile 2016
Fotografie:
LA PRESSE
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La Mole della
Memoria
di Domenico
Laudadio
Sabato 16
aprile 2016 la solenne e commovente
inaugurazione del monumento alle vittime
dell’Heysel desiderato, progettato e realizzato
dall’associazione "Quelli di… via Filadelfia"
assieme al Comune di Cherasco. Fra i cittadini e
i tifosi numerosamente presenti: il Sindaco
Claudio Bogetti e le autorità locali,
l'Europarlamentare Alberto Cirio,
l’"Associazione fra i Familiari delle Vittime
dell'Heysel", il Presidente del "J-Museum" Paolo
Garimberti e Domenico Beccaria, presidente
dell’"Associazione Memoria Storica Granata" in
rappresentanza del Museo del Grande Torino.
"+ 39 Nessuno muore
veramente se vive nel cuore di chi resta, per
sempre" recita la giovane pietra del monumento
di Cherasco che lo urlerà ai posteri casomai
riscendesse ancora quella coltre d’oblio nel
sottofondo di un silenzio contagiosamente
opprimente durato almeno due decenni e un
lustro… In prima battuta per merito d’un pugno
di "arditi", ma gradualmente sempre più di tanti
sensibili alla materia, il vento dell’Heysel, da
qualche tempo benevolmente a favore, ha soffiato
gagliardo sbancando quelle nubi che offuscavano
plurime e dense la sua memoria umiliata dal
pudore di atavici sensi di colpa, dagli egoismi
di un cimelio nato già orfano della vittoria e
ripudiato dallo sport, dalla routine polverosa
che conduce il cervello all’ammasso nel
dimenticatoio quando carcera la storia e la
ragione. Oggi indiscutibilmente è in campo la
sinergia proficua e dignitosa di eterogenee
realtà associative e individuali aggreganti
della Memoria. Se ne fa comunione condividendone
il pane raffermo del ricordo e il suo calice
amaro ancora traboccante di dolore, diffondendo
sensibilmente a tutti quel sentimento sincero
che ispira artisti, smuove coscienze e spinge
amministrazioni comunali alla creazione di opere
pubbliche dedicate alla tragedia. E’ proprio
quanto la pregevole Associazione Culturale (no
profit) "Quelli di…via Filadelfia", fondata ed
elegantemente presieduta da Beppe Franzo (A
Bruxelles giovane ultrà bianconero e testimone
oculare della strage) si prefigge come fine
statutario: "di preservare la storia e la
memoria del tifo juventino ed a tal fine la
Memorialistica dell'Heysel".
Argomento e non da
oggi molto a cuore di Franzo e sposato
unanimemente dall’Associazione, il quale si
prodiga ogni anno all'organizzazione con il
patrocinio del Comune di Torino della "Giornata
della Memoria in ricordo delle 39 vittime
dell'Heysel e di ogni forma di violenza in
ambito sportivo". La progettazione del
monumento, invece, è stata curata dal grafico
Gianni Valle (già autore dei loghi di
saladellamemoriaheysel.it e del sito ufficiale
dell’Associazione dei familiari delle vittime)
che a mio parere ha creato più che un contenuto
un contenitore... Mi spiego meglio: la struttura
è nella fattispecie una vera e propria gradinata
che rievoca il settore Z dove si consumò
l’eccidio del 29 maggio 1985. Ad occhio mi ha
fatto subito venire in mente la
scalinata-ossario del sacrario di Redipuglia che
riguarda ben altre guerre e certamente più
tradizionali, in cui l’offesa e la difesa per lo
meno giocarono ad armi quasi pari. Mi è molto
piaciuta l’idea di questo spazio monumentale
autenticamente vivibile che può accogliere i
visitatori facendone un naturale prolungamento
geometrico e finalizzando il suo sviluppo etico.
A tale proposito ho raccolto, pur in disaccordo,
anche le critiche di quanti si attendevano una
struttura più compatta, quindi meno dispersiva
negli spazi e molto più tradizionale, magari
antropomorfica. Ma al di là del gusto personale
e della libertà di fuga delle idee in fatto di
arte, credo sia stata compiuta un’opera di
grande valore simbolico e spirituale, in barba
all’estetica fine a se stessa di una creatura
autoreferenziale. Infatti, proprio il Sindaco di
Cherasco, Claudio Bogetti, ha ribadito come
questo monumento non fosse una mera celebrazione
di tifosi juventini, ma "un simbolo, un ricordo,
ma anche un monito affinché questi tragici
episodi non debbano più verificarsi. Un
monumento di tutti, perché in quello stadio
poteva esserci chiunque di noi, tifoso di
qualsiasi squadra… Volto soprattutto ai giovani
affinché siano consapevoli di ciò che è successo
e delle tragiche conseguenze di comportamenti
sbagliati".
E’ notizia appena di
qualche ora fa che in occasione della "Giornata
della memoria" a Torino il 27 maggio 2016 sulla
Mole Antonelliana sarà proiettata l’immagine
+39, sdoganato emblema della ritrovata Memoria e
del dovuto sacro rispetto. C’è da fare un lungo
plauso anche alla società bianconera che
dall’avvento alla Presidenza di Andrea Agnelli
sta finalmente interagendo con la tifoseria
organizzata e le associazioni riguardo ai fatti
di Heysel. Anche con i tanto vituperati Ultras
della Juve, qualcuno dice a torto, altri
solonicamente a ragione… Ma devo dire molto
onestamente per quanto mi riguarda
sull’argomento che detesto tutti i cori di
scherno alle altre squadre (Sul tema: Superga,
vulcani ed ebrei sono tragedie cruente e
disgraziate come l’Heysel) che ci pongono in
grave e puerile contraddizione proprio con il
rispetto sacrosanto e dovuto richiesto alle
altre tifoserie per la strage di Bruxelles.
Badate bene sono gli stessi che operano il bene
sociale facendo in segreto collette generose per
casi di grande umanità... Così come sono
altrettanto consapevole che di questa mia
esternazione tutt’altro che ruffiana non se ne
faranno un cruccio. Indubbiamente, secondo me, a
parte i familiari e pochissimi altri, loro sono
stati gli unici in trent’anni a non averli MAI
dimenticati. Tocca coglierne il frutto, magari
qualcuno anche il colpo incassare… Invece,
all’Associazione "Quelli di… via Filadelfia",
per conto mio posso soltanto dire con
riconoscenza 39 volte GRAZIE.
Fonte: Giulemanidallajuve.com © 27 aprile 2016
Video:
Associazione Quelli di Via
Filadelfia ©
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Sabato 16
aprile 2016 - Inaugurazione monumento alla
memoria delle 39 vittime dell’Heysel
Cherasco: noi
c’eravamo
di Cinzia
Fresia
Non poteva che essere
una splendida giornata, questo 16 di Aprile
2016, un giorno che rimarrà nella memoria
storica di Cherasco, un comune piemontese ricco
di arte e cultura situato alle porte delle
Langhe. In questa data è stato inaugurato il
"giardino della Madonnina" un’area verde donata
dalle famiglie Bonfante-Cravero, al cui interno
è stato collocato il monumento dedicato alla
memoria delle 39 vittime dell’Heysel. Il
memoriale è frutto di un’intensa collaborazione
tra l’associazione "Quelli di Via Filadelfia" e
il Comune di Cherasco. Come sottolineato dal
sindaco durante la cerimonia, il monumento è in
ricordo di quelle persone che hanno trovato la
morte in un momento che doveva essere di festa e
che questo episodio non deve ripetersi mai più.
Una giornata ricca di emozioni e molto
commovente, quando si parla di Heysel per noi
Juventini è sempre un colpo al cuore, una ferita
che non si rimargina, anche se non colpiti
direttamente, c’è un frammento di tutti noi in
queste 39 vittime, qualcosa che ci lega ma che
altrettanto ci fa soffrire, e nonostante il
tempo che passa, la sofferenza resta. Il
monumento di Cherasco, perfettamente inserito in
quel contesto urbano, è un invito a vivere le
passioni sportive in pace e fraternità. Presenti
oltre le autorità del Comune, la delegazione
dello Juventus Club, l’euro parlamentare Alberto
Cirio, il quale si è impegnato a proporre
un’iniziativa per ricordare ogni anno le vittime
a Bruxelles, luogo del dramma, l’associazione
"Quelli di Via Filadelfia" e Domenico Beccaria,
Presidente del museo Grande Torino, il comitato
"per non dimenticare Heysel-Reggio Emilia",
alcune vittime e parenti, e tanti tra tifosi e
appassionati di calcio. Ammirevole l’intervento
e di conseguenza l’impegno di Domenico Beccaria,
determinato nel suo intento di promuovere la
convivenza e pacificazione tra le tifoserie di
Juve e Toro, ci crede... E si vede e tutto
questo lo nobilita agli occhi di tutti. Il
giardino e il monumento sono stati benedetti dal
parroco Don Angelo Conterno e, in chiusura, i
ragazzi della Cheraschese, Benarzole calcio, Ac
Bra e Roterese 1975″ hanno deposto un fiore sul
memoriale, uno per ogni vittima. Ma dopo tante
emozioni e un pizzico di tristezza, ci siamo
rilassati pranzando tutti insieme, è stata
l’occasione per poter rivedere e stare un po’
insieme a dei vecchi amici, anche Domenico
Beccaria si è fermato intrattenendosi con noi, e
da questa disponibilità che abbiamo compreso che
se si vuole, "si può fare", cioè si può stare
bene insieme. Tanti complimenti a tutti per
l’organizzazione di questa giornata arricchita
anche dalla mostra fotografica che documenta la
tragedia dell’Heysel in occasione della finale
di Coppa dei Campioni, tra Juventus e Liverpool,
un grazie al Sindaco, alla giunta e alla
cittadina di Cherasco, che si è mostrata
sensibile verso questo argomento.
Fonte: Ilblogdialessandromagno.it © 22 aprile
2016
Fotografia: LA PRESSE
©
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Inaugurato il
monumento alle vittime dello stadio Heysel
di Cristiano
Lanzardo
CHERASCO - "Nessuno
muore veramente se vive nel cuore di chi resta,
per sempre": queste le parole incise sul
monumento dedicato alle vittime dello stadio
Heysel e inaugurato sabato scorso a Cherasco.
Per il sindaco Claudio Bogetti: "Ricordare
queste trentanove vittime è un gesto nobile,
anche come monito affinché queste tragedie,
quando si va allo stadio, non capitino più".
"Prendiamo l’impegno perché questa tragedia non
venga dimenticata", aggiunge l’europarlamentare
Alberto Cirio che proporrà un’iniziativa per
ricordare annualmente le vittime proprio a
Bruxelles, luogo del dramma e sede dell’Unione
europea. Una pagina scomoda, quasi rimossa sino
a poco tempo fa, ricorda Beppe Franzo
dell’associazione "Quelli di via Filadelfia":
"Cherasco in quel lontano 1985 non ha pianto
vittime all’Heysel, c’erano però diversi
cheraschesi, presenti anche in Curva Z, ma per
loro fortuna si salvarono". Andrea Lorentini,
presidente dell’associazione "Famigliari vittime
dell’Heysel": "È un altro tassello nel percorso
di memoria, complicato e spesso pieno di
ostacoli, ma con l’aiuto di tutti possiamo
portarlo a termine". In rappresentanza della
Juventus Fc è intervenuto Paolo Garimberti,
membro del consiglio d’amministrazione nonché
presidente del Juventus museum: "Per noi
Juventus rimarrà una ferita aperta, non possiamo
e non vogliamo dimenticare. Lo Juventus stadium
è una risposta alla sicurezza, l’unica purtroppo
ancora in Italia, ha richiesto sforzo che però
ci ha ripagato". Domenico Beccaria del museo
"Grande Torino" ha accolto con piacere l’invito
a partecipare: "Ai bambini abbiamo il grande
dovere d’insegnare loro che il calcio serve ad
affratellare e non dividere. In campo si dà
tutto il possibile, ma a fine partita ci si
stringe la mano". Il parroco don Angelo Conterno
ha benedetto il giardino annesso e il monumento:
"Un giardino da accudire e custodire per
aiutarci a lodare Dio, in un luogo caro ai
cheraschesi tra il santuario mariano e la
"Madonnina". I ragazzi di Cheraschese, Benarzole
calcio, Ac Bra e Roretese 1975 hanno al termine
deposto un fiore sul memoriale, uno per ogni
vittima.
Fonte: Gazzettadalba.it © 20 aprile 2015
Fotografia: LA PRESSE ©
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Cherasco,
intitolato un monumento alle 39 vittime
dell'Heysel
Sabato scorso la Città
di Cherasco si è resa protagonista di una
splendida iniziativa, intitolando un monumento
alle 39 vittime dell'Heysel, a distanza di 31
anni dall'accaduto. Nata da un'idea
dell'Associazione "Quelli di via Filadelfia" ha
subito trovato il pieno appoggio da parte delle
istituzioni comunali. Hanno partecipato
all'evento anche il Presidente dello Juventus
Stadium Paolo Garimberti, il Presidente del
museo "Grande Torino" Domenico Beccaria e
l'Europarlamentare Alberto Cirio. A
rappresentare il nostro territorio c'era anche
il Panathlon Club Langhe e Roero, con le sue più
alte cariche, il Presidente Guglielmoni e il
Vice Presidente Passone. "Questo evento si pone
al di sopra di ogni appartenenza a qualsivoglia
tifoseria" - ha dichiarato l'avvocato Maria
Cristina Guglielmoni - "il nostro Club ha voluto
essere presente a Cherasco per ricordare le
vittime di trent'anni fa a Bruxelles e per
ribadire il fermo credo del Panathlon
International nel suo motto "Ludis Jungit" (il
gioco unisce, ndr)". Si è rifatto ai principi
fondanti del Panathlon anche Carlo Passone: "Noi
abbiamo pensato di poter contribuire, con la
nostra presenza, a testimoniare che l’impegno
del Panathlon, finalizzato alla promozione
dell’attività sportiva giovanile e del fair play
nella pratica dello sport, è volto a evitare che
altri Heysel possano ancora macchiare le
coscienze della nostra società". Ci sono state
parole al miele - e non potrebbe essere
altrimenti - anche da parte del Presidente del
Museo Grande Torino, che di fronte alla tragedia
ha ovviamente messo da parte il credo calcistico
e la bandiera granata, per un messaggio di
fratellanza capace di superare le barriere del
tifo.
Fonte:
Langheroeromonferrato.net © 19 Aprile 2016
Fotografia:
LA PRESSE ©
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Il ricordo
delle vittime dell’Heysel continuerà a vivere a
Cherasco
di Andrea
Decorato
Proprio nella
cittadina, in provincia di Cuneo, è stato eretto
il primo monumento per commemorare i trentanove
tifosi della Juventus che persero la vita in
quel tragico 29 Maggio 1985, giorno in cui le
due squadre si contesero, in finale, la Coppa
dei Campioni, poi vinta dai bianconeri con il
punteggio di 1-0. Sulla parte inferiore del
monumento si legge la seguente frase: "Nessuno
muore veramente se vive nel cuore di chi resta,
per sempre". Dedica ovviamente rivolta a chi, in
quella maledetta serata di Bruxelles, rimase
schiacciato dalle macerie, giovani e anziani,
uomini e bambini, che hanno lasciato famiglie
che ancora oggi soffrono per la loro morte. Ed è
proprio l’associazione "Famigliari delle vittime
dell’Heysel" che, insieme al sindaco di Cherasco
e a una delegazione di rappresentanti della
Juventus, ha inaugurato la struttura, che è
stata già visitata da alcuni tifosi e sarà
sicuramente meta di pellegrinaggio per molti
supporter bianconeri e, chissà, anche del
Liverpool.
Fonte:
Mole24.it © 18 aprile 2016
Fotografia:
LA PRESSE ©
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Cherasco
ricorda l'Heysel
Il monumento
inaugurato alla presenza del Presidente del J-Museum
Paolo Garimberti
Un simbolo, che
ricordi per sempre le vittime dell'Heysel, e un
monito per far sì che simili tragedie non
accadano mai più: è il monumento inaugurato oggi
a Cherasco, in memoria delle 39 persone
scomparse il 29 maggio 1985 a Bruxelles. "+ 39
Nessuno muore veramente se vive nel cuore di chi
resta, per sempre" è la scritta scolpita
sull'opera, voluta e realizzata
dall’associazione "Quelli di via Filadelfia",
che sostiene la Fondazione per la Ricerca sui
Tumori dell’Apparato Muscoloscheletrico e Rari
Onlus. I rappresentanti dell'associazione hanno
partecipato alla cerimonia di inaugurazione,
insieme ai membri dell'"Associazione fra i
Familiari Vittime dell'Heysel", alle autorità
locali e al Presidente del J-Museum Paolo
Garimberti.
Fonte: Juventus.com
© 16 aprile 2016
Fotografia: LA PRESSE ©
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A Cherasco il
monumento per le vittime dello stadio Heysel
di Marisa
Quaglia
Fra i tanti
ospiti all’inaugurazione dell’opera dedicata ai
39 morti allo stadio di Bruxelles nel 1985 anche
il presidente dello Juventus Museum Paolo
Garimberti.
Doppia inaugurazione
questa mattina (sabato 16 aprile) nella Città
delle Paci. Dietro il santuario della Madonna
del Rosario è stato aperto il nuovo giardino
della "Madonnina", un’area verde frutto di una
donazione delle famiglie Cravero e Bonfante,
realizzata dalla Omg Scavi di Verduno. "Un bel
biglietto da visita all’ingresso in città - ha
commentato il sindaco Claudio Bogetti - in una
zona panoramica, i Bastioni. Una passeggiata che
guarda verso il suggestivo paesaggio di Langa".
Nel nuovo giardino è stato inaugurato il
monumento alle vittime dell’Heysel, voluto
dall’associazione "Quelli di via Filadelfia" in
collaborazione con il Comune, a ricordo delle 39
persone morte nello stadio di Bruxelles il 29
maggio 1985. "Non un monumento alla Juventus -
ha commentato il primo cittadino - ma un ricordo
di persone che erano andate in Belgio seguendo
la squadra del cuore, per una serata di sano
sport e divertimento e hanno trovato l’inferno e
la morte".
"NON DIMENTICHIAMO
QUELLA TRAGEDIA" - Presenti alla cerimonia tanti
tifosi e club bianconeri, Paolo Garimberti,
presidente dello Juventus Museum, Andrea
Lorentini, giovane presidente dell’associazione
Vittime di Heysel e Domenico Beccaria,
presidente del Museo Grande Torino. C’era anche
l’eurodeputato Alberto Cirio: "Non dobbiamo
dimenticare quello che successe trent’anni fa a
Bruxelles. Dobbiamo trarne insegnamento.
Purtroppo la sicurezza in Belgio già allora
aveva mostrato le sue lacune e le ha dimostrate
non molto tempo fa. Che si parli di stadio o di
altro il problema sicurezza deve essere
argomento all’ordine del giorno per tutti, a
tutti i livelli". Dopo aver tolto il telo dal
monumento che fa bella mostra nel giardino, i
piccoli calciatori della Cheraschese e di altre
società sportive del territorio hanno posato ai
piedi della scalinata 39 rose: una per ogni
vittima di quella tragica serata del 1985.
Fonte: La Stampa © 16 aprile 2016
Fotografia:
LA PRESSE ©
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Inaugurato a
Cherasco monumento
in memoria dei caduti
dell’Heysel
di Marco
Edoardo Sanfelici
Cherasco (CN),
cittadinanza devotissima alla Madonna delle
Grazie, ha dedicato spazio nei nuovi giardini di
fronte al santuario ad un monumento ai caduti
dell’Heysel: che sia di monito perché non si
verifichino più tragedie di tale entità e di
educazione ai più giovani affinché siano veicolo
di utilizzo corretto dello sport. Sono
intervenute le autorità, dal sindaco Bogetti, a
parlamentari europei, dal presidente dello
JMuseum Paolo Garimberti al rappresentante
dell’Associazione "Quelli di via Filadelfia 88"
Beppe Franzo. Una gradita presenza è stata
quella di Domenico Beccaria, presidente del
Museo "Grande Torino", instancabile fautore di
una condivisione cittadina ed unitaria delle
tragedie di Superga e dell’Heysel. Presenti i
gonfaloni del Comune di Cherasco e della società
Juventus, retto da Eugenio Isola, dirigente
accompagnatore e responsabile dei ragazzi
addetti alla gestione dei palloni di gioco allo
Juventus Stadium. Era presente anche Andrea
Lorentini, presidente dell’associazione dei
familiari delle vittime dell’Heysel, che ha
partecipato con un intervento poco prima dello
scoprimento del monumento, su cui è stato
riportato un motto coinvolgente dal punto
emotivo (Nessuno muore veramente se vive nel
cuore di chi resta, per sempre), che è avvenuto
per mano di vecchi ultras della curva Filadelfia
e di reduci da quella notte terribile. I
ragazzini delle scuole calcio della Cheraschese,
Bra e Narzolese (cittadine limitrofe) hanno
sfilato in divisa da gioco, deponendo 39 rose
sul basamento del simulacro, sollevando un
momento di intensi applausi e di commozione
diffusa. Il tutto alla presenza di oltre un
migliaio di persone. Una mostra fotografica
accompagnava chi arrivava sul luogo, scartando
le immagini melense e dimostrando anche scatti
inediti, di assoluto impatto. L’associazione
"Quelli di… via Filadelfia" ha colto
l’occasione, tramite Beppe Franzo, di rendere
note le iniziative benefiche che ha in atto,
prima tra tutte un aiuto molto tangibile al
reparto di ricostruzione articolare, dopo
operazioni di carattere oncologico e
ricompositivo, del C.T.O. di TORINO. Un grande
encomio all’amministrazione del Comune di
Cherasco, forze dell’Ordine e Polizia Municipale
per la discreta presenza. Il senso di tutto ciò
è volere mantenere desta la memoria e non
abbassare la guardia di fronte ai tentativi di
buttare tutto nell’oblio. Alberto Cirio,
parlamentare intervenuto quest’oggi, il 30 di
maggio prossimo guiderà una delegazione di
juventini al parlamento europeo, per ottenere
una giornata europea di memoria sull’Heysel,
contro il tentativo di dimenticare da parte
delle autorità belghe. Altra iniziativa degna di
nota è quella di tantissime persone che a Torino
si stanno attivando per convincere
l’amministrazione comunale ad illuminare la Mole
il 29 maggio con la scritta "+39 RESPECT".
Fonte:
Spazioj.it © 16 aprile 2016
Fotografia:
LA PRESSE ©
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"Giornata
memorabile, non per noi, ma per la Memoria di
quelle 39 Vittime Innocenti dell'Heysel, i
nostri 39 Angeli. Un altro importante passo è
stato fatto: per la Memoria storica, per i
Famigliari, per tutti i tifosi, bianconeri sopra
di tutti, che si sono battuti per ottenere tutto
ciò. Grazie a tutti, anche se basterebbe dire
grazie all'Associazione "Quelli di ... Via
Filadelfia" che, non essendo un club o un
gruppo, rappresenta, nel contesto associativo,
un tutt'uno, un insieme di gruppi, club, tifosi,
che hanno come finalità la storia del tifo
juventino: di ieri, oggi, domani. Quei 39 Angeli
sono parte integrante della nostra Storia".
Beppe Franzo (Presidente
Associazione Quelli di... Via Filadelfia)
Fonte Facebook © 16 aprile 2016
Fotografia:
LA PRESSE ©
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"Grazie,
non solo per quello che avete fatto… ma per
avermi fatto sentire che valeva la pena farlo
per noi tutti. Con affetto di Cuore a tutti voi
Fratelli Juventini e in particolare al nostro
Grande Beppe Franzo autore di una bella opera.
In Francese un "Grand Merci" qui vient vraiment
du fond de mon coeur.
Respectueusement et bien à vous Tous. Sempre
"Fino alla Fine". À très bientôt".
Fonte: Raphael
De Santis (Heysel Association-Paris-France)
© 16 aprile 2016
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"Ringrazio
sinceramente dell'invito alla cerimonia di
Cherasco ma purtroppo non potrò essere presente
per motivi di salute. Vi porterò nel mio cuore e
vi ringrazio per tutto il vostro impegno
affinché nessuno possa mai dimenticare. Quel
giorno mi ha tolto l'unica ragion di vita. Con
affetto".
Adele
Zavaroni (Mamma di
Claudio Zavaroni,
vittima Stadio Heysel)
Fonte: Comitato
Heysel Reggio Emilia © 16 aprile 2016
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Cherasco
ricorda i caduti dell'Heysel con un monumento
Sarà
inaugurato sabato 16 aprile, l'unico memoriale
della strage presente in Piemonte.
Un’ulteriore lodevole iniziativa per la città
delle Paci. Sabato 16 aprile a partire dalle ore
10 nei giardini adiacenti la Cappella della
"Madonnina delle Grazie" si svolgerà
l’inaugurazione del primo monumento eretto in
Piemonte in memoria delle 39 vittime della
tragedia dello stadio Heysel del 1985 a
Bruxelles, durante la finale di Coppa dei
Campioni tra Juventus e Liverpool. Trattandosi
di un'iniziativa "super partes" e senza
connotazioni di tifo o di colori, bensì voluta e
creata per sensibilizzare le nuove generazioni
su ciò che generò la violenza nel calcio,
parteciperanno i dirigenti e i ragazzi delle
squadre giovanili dell’A.S.D. Cheraschese 1904,
così come rappresentanti e delegazioni di molte
altre società sportive della provincia di Cuneo.
E’ certa la partecipazione di alcuni
rappresentanti della F.C. Juventus così come
dell’associazione "Famigliari delle Vittime
dell’Heysel" e molti amministratori e autorità
del territorio. Questo il programma:
Ore 10: apertura sotto i portici di "Palazzo
Mantica", Via Vittorio Emanuele (o giardini
sotto l’arco) della Mostra fotografica "Per non
dimenticare Heysel"(curata dal "NUCLEO 1985") -
Ore 11: ritrovo nei giardini del Santuario
"Madonna delle Grazie" (Madonnina) di Cherasco,
nelle vicinanze del Monumento ai caduti - Ore
11.30: inaugurazione del Monumento dedicato alle
"Vittime dell’Heysel", realizzato nell’area
adiacente, con interventi a cura delle Autorità
locali e Associazioni invitate
- Ore 12: benedizione del Monumento officiata
dal Parroco della città Don Angelo Conterno
- Ore 12.30: aperitivo e rinfresco
- Ore 20: chiusura mostra fotografica. Importante il commento
del sindaco di Cherasco Claudio Bogetti:
"Ricordare è un dovere per tutti. Il monumento
ai caduti dello stadio Heysel non è una
celebrazione di tifosi, ma un simbolo che vuole
riportare a quel 29 maggio del 1985 quando 39
persone, uomini, donne, ragazzi erano partiti
per una giornata di sano divertimento, e
seguendo la squadra del cuore non andavano in
guerra. Eppure in quello stadio lo scenario che
si è presentato è stato drammatico. Trentanove
innocenti morti, tantissimi feriti solo perché
si sono trovati nel posto sbagliato, vittime di
una follia umana che non ha e non può avere
spiegazioni. Il monumento che inauguriamo a
Cherasco vuole essere un ricordo, ma anche un
monito affinché questi tragici episodi non
debbano più verificarsi. É un monumento di
tutti, perché in quello stadio poteva esserci
chiunque di noi, tifoso di qualsiasi squadra e
come Sindaco sono orgoglioso che un gruppo di
cittadini abbia fatto la scelta di erigere
questo simbolo, volto soprattutto ai giovani
affinché siano consapevoli di ciò che è successo
e delle tragiche conseguenze di comportamenti
sbagliati".
Fonte: Targatocn.it © 11 aprile 2016
Fotografie: Comune di Cherasco
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VICINO AL
SANTUARIO DI CHERASCO
Un monumento
ricorderà le 39 vittime allo stadio Heysel
La nuova area verde
che si sta realizzando vicino al santuario della
Madonna delle Grazie a Cherasco ospiterà un
monumento dedicato alle vittime dello stadio di
Heysel. L'idea di ricordare le 39 persone
decedute in Belgio il 29 maggio del 1985 durante
la partita Juventus-Liverpool è stata
dell'associazione "Quelli di via Filadelfia".
Un'idea sposata dal Comune. "Il monumento ai
Caduti dell'Heysel dice il sindaco Claudio
Bogetti è un simbolo che vuole riportare a
quanto successo nello stadio di Bruxelles dove
uomini, donne, ragazzi erano andati per una
giornata di divertimento che si è trasformata in
tragedia. Trentanove morti, tantissimi feriti,
vittime di una follia senza spiegazioni. Ecco
che il monumento diventerà quindi un simbolo, ma
anche un monito, soprattutto ai giovani,
affinché siano consapevoli delle conseguenze di
comportamenti sbagliati". L'inaugurazione si
terrà il 16 aprile. Sotto i portici di palazzo
Mantica sarà anche allestita una mostra
fotografica dal titolo "Per non dimenticare
Heysel" curata da Nucleo 1985.
M.Q.
Fonte: La Stampa © 21 febbraio 2016
Fotografie: La Stampa
© LA PRESSE
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