Heysel - Oggi
ricorrono i 25 anni dalla strage di Bruxelles.
In ricordo di Roberto e Giusy.
Andrea Agnelli
scrive a Lorentini
AREZZO - Venticinque
anni e un dolore che non si cancella. Il 29
maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles,
prima della finale di Coppa dei Campioni
Juventus-Liverpool, muoiono 39 tifosi
bianconeri. Muoiono nel settore Z, schiacciati e
soffocati dalla calca, sotto i colpi degli
hooligans inglesi instupiditi dall'alcool, con
la connivenza decisiva delle autorità belghe,
della polizia locale e dell'Uefa, incapaci di
prevedere e d'intervenire. La città di Arezzo ha
pagato un altissimo tributo a quella maledetta
serata. All’Heysel persero la vita la
studentessa Giuseppina Conti e il dottor Roberto
Lorentini. Quest'ultimo è stato insignito della
medaglia d'argento al valor civile perché fu
travolto mentre, in qualità di medico, stava
prestando soccorso ai feriti sugli spalti. Da
Arezzo è partita la battaglia per ottenere
giustizia e tenere viva la memoria su quella
strage. Otello Lorentini, padre di Roberto, ha,
prima fondato l'associazione dei familiari delle
vittime, e poi dato vita al Comitato permanente
contro la violenza nello sport "R. Lorentini -
G. Conti". La battaglia giudiziaria, durata 6
anni e mezzo, si è conclusa con la condanna
dell'Uefa riconosciuta responsabile, insieme
alla autorità belghe. Nel 2005, nella ricorrenza
del ventennale, Arezzo ha ospitato la partita
amichevole tra le formazioni primavera di
Juventus e Liverpool. Un evento dal profondo
significato simbolico rivolto alle nuove
generazioni per non dimenticare e non ripetere
mai più. Nel 2007 è stato intitolato a Roberto
Lorentini il piazzale antistante lo stadio e a
Giuseppina Conti quello antistante il palasport
a Le Caselle. In occasione del 25° anniversario
il neo presidente della Juventus Andrea Agnelli
ha scritto ad Otello Lorentini. "L'impegno del
Suo comitato - si legge nella lettera - è una
testimonianza importante per coloro che
intendono alimentare una memoria che è parte
costitutiva della nostra identità, di uomini e
di juventini. Oggi quella memoria - prosegue il
numero uno bianconero - ci unisce in un dolore
che è anche speranza; perché dal sacrificio di
quelle 33 vittime dobbiamo trovare la forza per
far crescere un'idea di calcio lontana da ogni
forma di violenza. La Juventus - conclude la
missiva - continuerà ad essere vicina al Suo
comitato e La ringrazia per la dedizione che,
siamo certi, non verrà mai meno".
Fonte: La
Nazione © 29 maggio 2010
Fotografie: Youtube © Tuttosport.com ©
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