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ITALIA
7-04-1944
NOVARA Anni
41
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Ieri una cerimonia nel
quartiere di San Giuseppe
Novara ha ricordato il
tifoso morto nello stadio di Bruxelles
di Marcello Sanzo
NOVARA - E' trascorso un anno
dalla tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles. Fra i
tifosi juventini che in quel drammatico 29 maggio
dell'85 erano andati a Bruxelles per assistere alla
finale della Coppa dei Campioni, c'erano parecchi
novaresi. Uno di questi non fece più ritorno a casa:
Mario Spanu. Aveva 41 anni e lavorava all'autogrill
Pavesi. Per andare a vedere la partita aveva cominciato
a fare economie da tempo. Al momento della partenza era
felice; aveva salutato la moglie. Margherita Pizzi, e si
era imbarcato sull'aereo assieme ad un gruppo di amici
tutti juventini come lui. Nessuno in quel momento
immaginava che Spanu stesse andando all'appuntamento con
la morte. All'Heysel il gruppo del quale faceva parte
Mario Spanu era andato a sistemarsi nella curva
"maledetta", la stessa che prima ancora dell'inizio del
match si era trasformata in un campo di battaglia. Spanu
venne schiacciato dalla folla in fuga e il suo corpo
senza vita rimase lì, sui gradini di cemento, assieme
alle decine di altre vittime. I suoi amici rimasero
feriti. Nella confusione cercarono a lungo Mario Spanu
senza trovarne traccia. Intanto a Novara Margherita
Pizzi aveva visto in televisione le immagini
agghiaccianti della tragedia trasmesse in diretta e, in
preda ad un terribile presentimento, si era messa in
contatto con la Prefettura. La notizia della morte del
marito le arrivò l'indomani. Ieri tutta Novara era
tappezzata di manifesti commemorativi stampati a cura
dei club juventini. Alla chiesa di San Giuseppe, nel
quartiere di residenza della famiglia Spanu, è stata
celebrata una messa in memoria dello scomparso. C'erano
la moglie, i fratelli e tutti gli altri parenti assieme
a parecchia gente commossa. Occhi lucidi di pianto, la
vedova di Mario Spanu ha assistito alla cerimonia.
Inutile tentare di avvicinarla, di sentire qualche sua
frase. Ad un anno di distanza la tragedia è ancora viva
nel suo animo, una tragedia resa più terribile
dall'assurdità: è difficile farsi una ragione.
Fonte: La Stampa ©
30 maggio 1986
Fotografia: Stampa
Sera ©
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Ieri pomeriggio i
funerali in duomo, presenti migliaia di persone
Novara ha dato l'addio
a Mario vittima di una violenza assurda
di Marcello Sanzo
Scene di disperazione
durante il rito funebre - In prima fila il
vicepresidente della Juventus, avvocato Giordanetti.
Aperta una sottoscrizione - L'ultima amara realtà: la
salma, dopo l'autopsia a Bruxelles, non era stata
ricomposta.
NOVARA - L'ultima offesa a
Mario Spanu l'avrebbero arrecata le autorità sanitarie
belghe. Non c'è conferma ufficiale perché l'esito
dell'autopsia, eseguita ieri mattina dal medico legale
Lodovico Isalberti all'ospedale Maggiore, è coperto dal
segreto istruttorio, ma pare che dopo il precedente
esame necroscopico, eseguito in Belgio, la salma dello
sfortunato sostenitore della Juve, morto allo stadio
Heysel, non sia stata neanche ricomposta. Questo
particolare, del quale si parla già in tutta Novara, ha
aumentato lo sdegno e l'amarezza della gente. Ieri
pomeriggio ai funerali di Mario Spanu il duomo era
gremito e molte persone erano rimaste fuori. Parecchi
novaresi hanno voluto dare l'estremo saluto al loro
concittadino, vittima dell'assurda e bestiale furia di
quel gruppo di tifosi inglesi che prima dell'inizio
della finale di Coppa dei Campioni fra Juventus e
Liverpool hanno trasformato lo stadio di Bruxelles in un
vero e proprio campo di battaglia. In duomo c'erano
tutte le massime autorità cittadine, dal prefetto Santo
Corsaro al comandante dei carabinieri colonnello Rocco
Di Monte, dal sindaco Armando Riviera al questore Armino
Berardino. Da Torino è arrivato il vicepresidente della
Juventus, avvocato Giordanetti, assieme ad altri
esponenti della società bianconera e a due giocatori
delle formazioni giovanili, che portavano il
gagliardetto. Presenti anche esponenti del Novara Calcio
e tutti i responsabili della locale tifoseria juventina
guidati dall'avvocato Alfredo Monteverde, presidente del
club Juventus. Numerose le corone di fiori. Oltre a
quelle di parenti ed amici una era arrivata da Torino
dalla società bianconera e un'altra era del club dei
tifosi, il quale aveva fatto affiggere su tutti i muri
della città parecchi manifesti funebri. Durante la
cerimonia, officiata da don Germano Zaccheo, vicario
episcopale di Novara, si sono ripetute le scene di
disperazione dei familiari di Mario Spanu. La vedova del
sostenitore juventino, Margherita Pizzi, appariva
prostrata. La donna non riesce a farsi una ragione della
tragedia. Il giorno della partenza del marito lo aveva
salutato facendogli mille raccomandazioni. Non era
contenta del viaggio di Mario Spanu, ma non si era
opposta per non togliergli quell'opportunità alla quale
teneva moltissimo. Non poteva certo immaginare, giovedì
scorso, che stava abbracciando il marito per l'ultima
volta. Sabato, assieme ai fratelli di Mario Spanu, è
andata all'aeroporto di Linate ad accogliere il suo uomo
che tornava in una bara. Non potrà mai darsi pace. Ieri
mattina, quando, poco prima dell'autopsia ordinata dal
procuratore della Repubblica di Roma, ha avuto luogo il
riconoscimento ufficiale, a Margherita Pizzi non è stato
permesso di vedere il volto del marito. Il pietoso
divieto è stato fatto dai fratelli della vittima per non
aggravare il già precario stato di salute della vedova.
Sono stati loro, pertanto, a procedere
all'identificazione della salma. Domenica mattina, alla
Madonna del Bosco ci sarà una Messa in suffragio di
Mario Spanu e delle altre vittime di Bruxelles.
L'iniziativa è del club Juventus di Novara che ha anche
aperto una sottoscrizione ("baretto" di via Omar e bar
Passerella di corso Vercelli) in favore delle famiglie
delle vittime.
Fonte: La Stampa © 4
giugno 1985
Fotografia: Paesionline.it ©
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Duemila novaresi ieri
in Duomo ai funerali di Mario Spanu
Oltraggio alla salma
del tifoso
di Marcello Sanzo
Dopo l'autopsia il
cadavere non era stato ricomposto.
NOVARA - Quando il professor
Ludovico Isalberti, medico legale, ha aperto ieri
mattina la bara di Mario Spanu per eseguire l'autopsia
ordinata dalla procura generale di Roma si è accorto che
la della vittima novarese della tragedia di Bruxelles
non era stata ricomposta. Chi in Belgio aveva provveduto
al precedente esame necroscopico non si era
evidentemente curato di rimettere a posto in qualche
modo quel corpo straziato. E' stata questa l'ultima
offesa subita dallo sventurato sostenitore della Juve in
un paese che dalle testimonianze di chi ha vissuto la
tragica giornata allo stadio Heysel non è stato nei
confronti dei nostri connazionali. Alla moglie dello
Spanu non è stato consentito vedere il cadavere del
marito. Si sono opposti i fratelli della vittima ed è
toccato a loro eseguire il riconoscimento ufficiale. Lo
hanno fatto dopo che pietosamente alcuni infermieri
dell'ospedale novarese avevano in qualche modo sistemato
la salma. Non si sa ancora se la procura della
Repubblica di Novara, che riceve entro oggi il referto
dell'autopsia promuoverà un’azione legale nei confronti
di chi a Bruxelles si è reso responsabile di vilipendio
di cadavere. Il brutale trattamento non è stato
riservato solo alla salma di Mario Spanu. Anche altre
vittime dell'Heysel sono arrivate in Italia nelle stesse
condizioni. Un ultimo sconcertante oltraggio, acuito dal
fatto che in alcuni casi le salme inviate ai paesi
d'origine non corrispondevano a quelle identificate da
parenti e amici all'ospedale militare della capitale
belga. Ieri pomeriggio almeno duemila novaresi hanno
gremito il duomo e la piazza antistante, per presenziare
ai funerali di Mario Spanu. Da Torino è arrivato il vice
presidente della Juventus, avv. Giordanetti,
accompagnato da altri dirigenti del sodalizio bianconero
e da due giocatori delle formazioni giovanili che
recavano il gagliardetto della squadra. Numerose le
corone di fiori, una delle quali ancora della società
torinese. Molti gli occhi umidi durante la cerimonia
officiata dal vicario episcopale don Germano Zaccheo che
ha ricordato la figura dello scomparso, un uomo
pacifico, colpevole solo di amare il calcio e di essere
andato a sostenere la squadra del cuore. Il club
Juventus di Novara ha aperto una sottoscrizione
parallela a quella già in corso a Torino su iniziativa
della società bianconera. Lo stesso sodalizio dei tifosi
ha partecipato con un milione di lire. La sottoscrizione
durerà fino a domenica poi il ricavato verrà consegnato
ai responsabili della Juventus che verranno a Novara per
presenziare ad una messa funebre alla chiesa della
Madonna del Bosco.
Fonte: Stampa Sera ©
4 giugno 1985
Fotografie:
Comuniweb.it © GETTY IMAGES
©
(Not
for Commercial Use)
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Trasportata a Novara la salma del
novarese morto a Bruxelles
Un'auto carica di dolore ha
riportato Mario a casa
di Marcello Sanzo
Gente in lacrime e scene strazianti
per questa fine assurda - La moglie Margherita Pizzi ha
avuto un malore quando la bara è stata avvolta nella
bandiera italiana - Impiegato all'autogrill della Pavesi
aveva risparmiato per il biglietto.
NOVARA - Scene strazianti ieri
all'aeroporto milanese di Linate all'arrivo dell'aereo
militare che trasportava le salme di sette delle vittime
di Bruxelles. I familiari, venuti dalle città di
residenza per l'ultimo, mesto abbraccio ai loro cari, si
sono accostati all'aereo militare stringendosi l'uno
all'altro. Quando dal portello sono apparse le bare è
esplosa la disperazione: madri, mogli, chiamavano a gran
voce i figli, i mariti, che avevano visto partire pochi
giorni fa felici di andare ad assistere ad una gara di
calcio, di partecipare ad una festa dello sport e che
adesso si trovano allineati nelle bare davanti
all'aereo. Assieme agli altri componenti della folla
straziata dal dolore, della gente in lacrime che era
andata ad accogliere i corpi senza vita dei loro cari,
morti nella più atroce delle maniere e senza alcuna
plausibile ragione, c'erano i familiari di Mario Spanu,
stretti attorno a Margherita Pizzi, moglie dello
sfortunato novarese rimasto ucciso nell'allucinante
dramma della curva "maledetta". Una delle tante vittime
innocenti della furia omicida dei teppisti inglesi,
responsabili di avere trasformato una festa in tragedia.
A Linate, su un'auto messa a disposizione dalla
prefettura erano andati i quattro fratelli di Mario
Spanu. A bordo di un'altra vettura c'era Margherita
Pizzi con la sorella e altri congiunti. Le scene di
disperazione si sono ripetute all'arrivo all'obitorio
dell'ospedale Maggiore dove è stata allestita la camera
ardente. L'auto che trasportava la salma di Mario Spanu
è stata scortata dall'uscita dell'autostrada fino
all'ospedale da staffette della polizia urbana e da
equipaggi della squadra mobile. A chiudere il triste
corteo c'erano parecchie auto di parenti ed amici;
dietro la bara, la moglie. Ad attendere la salma
all'ingresso dell'obitorio c'erano le massime autorità
cittadine dal prefetto Santo Corsaro al questore Annino
Berardino, al comandante dei carabinieri colonnello
Rocco Di Monte, al vicesindaco Ezio Leonardi. Quando
Margherita Pizzi, affranta dal dolore, è scesa dall'auto
ha avuto un malore ed è stato necessario sorreggerla.
L'atmosfera di disperazione ha toccato il culmine quando
la bara, avvolta in una bandiera tricolore, è stata
sistemata nella camera ardente. La moglie di Mario Spanu
ha ripetutamente chiamato a gran voce il marito, poi è
crollata svenuta e i parenti hanno dovuto nuovamente
prestarle aiuto. Per lui, impiegato all'autogrill
Pavesi, quello che si stava concedendo era un lusso.
Aveva raccolto a lungo i risparmi per fare il viaggio in
aereo assieme ai suoi tre amici Roberto Molina, Franco
Varallo ed Enzo Savino. I biglietti che avevano trovato
erano purtroppo per la curva "Z", quella che doveva
trasformarsi nel teatro della tragedia. Si erano seduti
lontano dai sostenitori del Liverpool e stavano
chiacchierando fra loro quando, poco prima dell'inizio
della gara, è scoppiato il finimondo. Dei quattro amici
solo uno ha avuto la fortuna di tornare illeso, Franco
Varallo. Molina e Savino sono ricoverati in ospedale, il
quarto, Mario Spanu, ha perso la vita. I funerali sono
stati fissati per lunedì alle 15,45 in duomo. Saranno in
molti i novaresi che vi parteciperanno: tutti qui sono
sgomenti per questa tragedia che non ha alcuna
spiegazione logica.
Fonte: La Stampa © 2 giugno 1985
Fotografia: L'Unità ©
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Oggi è attesa la salma dell'amico
che è morto
di Marcello Sanzo
NOVARA - Margherita Pizzi, 39 anni,
moglie di Mario Spanu, non si dà pace: martedì scorso
aveva visto partire il marito alla volta di Bruxelles
assieme a tre amici, Roberto Molina, Enzo Savino e
Franco Varallo, sostenitori bianconeri come lui.
L'atmosfera era festosa, ogni discorso verteva sulle
speranze di conquista della Coppa dei Campioni da parte
della Juventus. Al momento di salutare il suo Mario la
signora Spanu non poteva immaginare che non lo avrebbe
più rivisto. Da quando le hanno telefonato dalla
prefettura togliendole anche l'ultimo filo di speranza.
Margherita Pizzi non ha più parlato con nessuno, neanche
con i parenti. Si è chiusa in se stessa, con il grande
dolore nel cuore. Non ha figli, tutta la sua famiglia
era il marito e la sua scomparsa è per questo ancora più
straziante. A tentare di darle conforto, ma inutilmente,
ci sono i parenti. Anche una sorella venuta da
Domodossola, dove risiede, e che ha appena superato un
terribile momento: a Bruxelles, nello stadio maledetto,
c'era la sua giovane figlia. Ha saputo che era incolume
solo giovedì, quando la ragazza è tornata a casa. La
sorella di Margherita Pizzi ha fatto appena in tempo a
riprendersi dalla grande paura provata per la sorte
della figlia, poi ha saputo della tragica fine del
cognato e si è precipitata a Novara. Fino a ieri sera i
familiari di Mario Spanu non sapevano nulla di preciso
circa l'arrivo della salma. Hanno chiesto in prefettura
da dove si sono messi in contatto con l'ambasciata
italiana di Bruxelles. La risposta è stata che verranno
avvertiti telefonicamente. Mario Spanu farà il suo
ultimo viaggio, quello di ritorno a Novara,
probabilmente oggi. Assieme alle altre vittime dello
stadio belga verrà trasportato in Italia da un aereo
militare. Non è dato sapere dove questo aereo atterrerà.
Non è escluso che faccia tappa proprio a Cameri, base
del 23° stormo. La data dei funerali è ovviamente legata
a quella dell'arrivo. E' probabile, comunque, che
l'ultimo saluto a Mario Spanu Novara lo darà domenica
prossima. Oggi su tutti i muri della città c'è un
manifesto funebre preparato dall'amministrazione
comunale nel quale si stigmatizza l'accaduto e si
ricorda Mario Spanu, vittima di un odio che non ha nulla
a che spartire con lo sport. In assenza del sindaco
Riviera, a Chalon-sur-Saone per una missione commerciale
nella cittadina francese "gemellata" con Novara, stamani
il vicesindaco Ezio Leonardi va personalmente dalla
vedova di Mario Spanu alla quale esprimerà il cordoglio
di tutta la città. "Tutti i novaresi sono sgomenti per
l'assurdo massacro di Bruxelles", ha detto Leonardi, "e
si stringono accanto alla vedova del nostro concittadino
condividendone il dolore".
Fonte: La Stampa © 1 giugno 1985
Fotografia: Tiraccontounviaggio.it
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Un novarese tra le vittime della
tragica sera nello stadio di Bruxelles, un altro è
rimasto ferito
"Ho visto il mio amico morire in
quell'inferno"
di Marcello Sanzo
Mario Spanu, di 41 anni, cuoco
all'autogrill Pavesi, è stato schiacciato nella
terribile calca sotto l'assalto dei tifosi del Liverpool
- Roberto Molina, uno dei compagni di viaggio, si è
salvato per miracolo: "Siamo stati letteralmente
travolti, mi mancava l'ossigeno, poi sono uscito
strisciando in quel groviglio di corpi" - Aveva
risparmiato per concedersi quel viaggio.
NOVARA - Morire per una partita di
calcio è assurdo, inconcepibile. Mario Spanu era partito
con tre amici alla volta di Bruxelles per andare a
vedere la finale di Coppa dei campioni fra la squadra
del cuore, la Juventus, e il Liverpool. Per concedersi
questo viaggio aveva fatto economia, aveva raccolto i
soldi necessari per prendere l'aereo: una partitissima
così importante valeva per lui qualsiasi sacrificio.
Dipendente come cuoco dell'autogrill Pavesi di Galliate,
Mario Spanu aveva 41 anni. Era nato a Perfugas, in
provincia di Sassari, ma viveva a Novara da oltre
vent'anni. Era sposato con Margherita Pizzi, non aveva
figli. Abitava in via Goito ...
(NdR: omissis) Assieme a tre
amici, come lui sostenitori della Juve, era partito in
aereo per assistere alla finale di Bruxelles. Dice
Roberto Molina, uno del compagni di viaggio dello Spanu:
"Ci eravamo recati allo stadio con grande anticipo, alle
14.30, proprio per evitare la ressa e prendere posto il
più lontano possibile dai tifosi inglesi. La sera prima
eravamo rimasti tappati in albergo per evitare
inconvenienti. Purtroppo tutto ciò non è servito a
niente e per quanto possa sembrare assurdo il povero
Mario ha perso la vita e io stesso sono salvo per
miracolo". Roberto Molina era seduto nella terza fila
della gradinata del settore "Z", lo stesso dove è
scoppiata la tragedia. Dietro di lui c'era Mario Spanu e
poco distante gli altri due amici Franco Varallo e
Vincenzo Savino. "Siamo stati letteralmente travolti
dalla folla incalzata dai sostenitori del Liverpool. In
un attimo mi sono ritrovato con la gamba destra bloccata
da un corpo. Poi altra gente urlante mi è venuta
addosso. Mi si è annebbiata la vista, non riuscivo più a
respirare, sotto di me c'era qualcuno che non si muoveva
più, sopra avevo altri corpi che mi schiacciavano. Ho
creduto di morire". "Per fortuna", racconta sempre
Molina, che è ora ricoverato alla clinica S. Gaudenzio
con una gamba fratturata, "proprio mentre stavo per
morire per mancanza d'ossigeno, la carica degli inglesi
deve essersi placata perché la pressione dei corpi sopra
di me è cessata. Ho ripreso a respirare e sono riuscito
a strisciare fuori da quel terribile groviglio di
corpi". Mario Spanu non ha avuto invece fortuna. Quando
la situazione si è normalizzata e i soccorritori sono
riusciti a raggiungere i corpi rimasti esanimi sulle
gradinate, per lui non c'era più niente da fare. La
moglie Margherita Pizzi, 39 anni, mercoledì sera si era
seduta davanti al televisore per vedere la gara di
Bruxelles. Si è subito resa conto della gravità degli
incidenti che il piccolo schermo mostrava in tutta la
loro crudezza. Quando il telecronista ha cominciato a
parlare di vittime la donna ha avuto un tragico
presentimento, ha preso il telefono e ha chiamato la
prefettura chiedendo notizie. Ha saputo della morte del
marito dopo una notte insonne solo ieri mattina attorno
alle 8.30 quando in prefettura è arrivato l'elenco
ufficiale del morti di Bruxelles. E' rimasta
agghiacciata, distrutta dal dolore, a chiedersi il
"perché".
Fonte: La Stampa © 31 maggio 1985
Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for commercial use)
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II novarese Roberto Molina
racconta...
"Era dietro di me nella curva
maledetta"
di Marcello Sanzo
NOVARA - "Era seduto dietro di me
nella curva maledetta, le sue ginocchia a contatto con
le mie spalle. Un attimo prima parlavamo delle speranze
di successo per la nostra Juve; poi
improvvisamente la marea della folla terrorizzata ci ha
travolti e schiacciati. Io sono vivo per miracolo. Lui
purtroppo è morto". Così Roberto Molina racconta
l'esperienza terribile vissuta allo stadio di Bruxelles.
Lui se l'è cavata con una gamba rotta; il suo amico
Mario Spanu, invece, è tra le vittime. Erano partiti in
quattro da Novara: Molina, Mario Spanu, Franco Varallo
ed Enzo Savino. Tutti tifosi della Juve, avevano deciso
di assistere, come tanti altri novaresi, alla finale
della Coppa dei Campioni. In auto erano andati fino alla
Malpensa. Di qui, in aereo, avevano poi raggiunto
Bruxelles. Allo stadio erano entrati parecchie ore prima
dell'inizio del match proprio per trovare posto il più
lontano possibile dalla zona riservata ai tifosi
inglesi. "La sera prima - racconta Molina - visto quello
che stavano combinando i sostenitori del Liverpool
(vetrine spaccate, scontri con la gendarmeria) non siamo
neanche usciti dall'albergo. Tutti e quattro avevamo
deciso di usare la massima prudenza: volevamo goderci la
partita e poi tornare a casa. Purtroppo la prudenza non
è bastata". Roberto Molina stava parlando della partita
con Mario Spanu, Franco Varallo ed Enzo Savino quando è
scoppiato il finimondo. "C'erano solo otto o dieci
poliziotti nella zona che separava i tifosi delle due
fazioni - racconta. Quando gli inglesi hanno invaso la
zona degli italiani non c'è stata opposizione da parte
della forza pubblica. Noi, che eravamo vicini al muro
che delimitava la curva, siamo stati sommersi dal fuggi
fuggi generale. E' stato un momento allucinante. Ho
sentito Mario gridare ma non ho fatto in tempo a
vederlo: la marea umana mi ha letteralmente coperto e
schiacciato contro quelli che si trovavano nei gradini
inferiori". Il racconto di Molina traccia un disegno
nitido della tragedia: "Mi sono ritrovato con la gamba
destra bloccata da un corpo e a mia volta sono stato
schiacciato su altra gente che urlava dal dolore.
Ricordo di avere pensato che quello era un modo ben
stupido di morire e c'è stato un momento in cui ho
davvero creduto di essere alla fine. E' stato quando,
compresso da una moltitudine di corpi, non sono più
riuscito a respirare. Sono stato sul punto di svenire ma
poi, come per miracolo, la pressione su di me si è
allentata: i tifosi inglesi avevano interrotto la loro
carica e chi si trovava su di me è riuscito a liberarsi.
Anch'io, nonostante il dolore alla gamba, ho potuto
strisciare fra i corpi, molti dei quali senza vita; e
sono riuscito a trascinarmi fino alla pista dove gli
infermieri mi hanno prelevato e portato in ospedale".
Nel caos generale, Roberto Molina ha cercato i suoi
amici, li ha chiamati a gran voce. I due sopravvissuti,
Varallo e Savino, a loro volta cercavano fra i feriti,
ma senza successo. Mario Spanu, 41 anni, originario di
Sassari, dipendente dell'Autogrill Pavesi di Novara, era
invece rimasto per terra senza vita. Il suo corpo, con
quello delle altre vittime dell'assurda tragedia, è
stato portato all'obitorio. Da qui, oggi dopo
l'autopsia, verrà riportato a Novara. La moglie,
Margherita Pizzi, ha avuto un tragico presentimento
mercoledì sera, nel momento in cui la televisione ha
mostrato le crude immagini da Bruxelles. Quando il
cronista ha cominciato a parlare di vittime, la donna si
è precipitata al telefono e si è messa in contatto con
la prefettura. Ma fino a notte non c'era l'elenco delle
vittime e alle allarmate domande della Pizzi non poteva
essere data risposta. La tragica notizia è arrivata ieri
mattina all'ennesima telefonata della donna: "Sì,
purtroppo Mario Spanu figura nell'elenco ufficiale delle
vittime fornito dal ministero degli Esteri".
Fonte: Stampa Sera © 31 maggio 1985
Fotografia: GETTY IMAGES © (Not
for Commercial Use)
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C'è un novarese
di Marcello Sanzo
NOVARA - C'è un novarese fra le
vittime della tragedia di Bruxelles. E' Mario Spanu, 41
anni, sposato. Abitava in via Goito. La moglie ha saputo
della morte del marito solo stamattina: ha telefonato
alle 8.30 in prefettura, dove nella nottata era arrivato
un primo elenco ufficiale delle vittime dal ministero
degli Esteri. Quando ha saputo che in quella triste
lista c'era Mario Spanu, la donna è scoppiata in
lacrime. Poi ha chiesto notizie del giovane nipote,
Vincenzo Savino, che era partito assieme al marito.
L'unica cosa che in prefettura hanno potuto dirle è che
questo nome non figura nell'elenco delle vittime.
Fonte: Stampa Sera © 30 maggio 1985
Fotografie: Travel.fanpage.it © Sardegnaversounesco.org ©
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