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ITALIA
19-09-1942
Bassano del Grappa (VI) Anni 42
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Un torneo con 250
"pulcini" per ricordare
Amedeo e Mario morti all’Heysel
BASSANO - Si commuove ancora,
Alberta Bizzotto Spolaore, ripensando a quel terribile
29 maggio 1985 quando il marito Amedeo perse la vita
allo stadio Heysel di Bruxelles, poco prima dell’inizio
della finale di Coppa dei Campioni di calcio tra
Juventus e Liverpool. Il figlio Giuseppe, allora
ragazzo, rimase ferito, ma si salvò per la prontezza di
riflessi di un amico del padre che lo strappò dalla
bolgia di corpi in cui si trovava rischiando di
soffocare. "Impossibile dimenticare - osserva Alberta,
già consigliere comunale e attiva in diverse
associazioni - ammiro mio figlio che è riuscito a
perdonare chi causò quella strage". Furono 32 gli
italiani che persero la vita in quell’inferno su un
totale di 39 vittime e ben 600 i feriti. Oltre ad Amedeo
Spolaore, noto dentista, morì anche l’imprenditore
bassanese Mario Ronchi che lasciò la moglie Maria Teresa
e il piccolo Alessandro di appena due anni. La tragedia
ha profondamente segnato Bassano, che a distanza di 33
anni non dimentica i suoi concittadini partiti assieme
ad un gruppo di amici per vedere dal vivo quella
partita. A loro e alle altre vittime, l’Asd San Vito
Bassano dedica il torneo di calcio "Per non dimenticare
Heysel". Riservato alla categoria pulcini, si disputerà
domenica agli impianti di San Vito. Il primo fischio
d’inizio è fissato per le 9. "Sono più di 250 i
ragazzini, classe 2008, che parteciperanno alla sfida
suddivisi in 16 squadre di altrettante società italiane,
tra cui la Juventus", spiega Giancarlo Tombolato, il
presidente dell’associazione promotrice. Oltre ai
portacolori bianconeri, ci saranno quelli dell’Hellas
Verona, del Vicenza calcio, della Bassano Virtus 55
soccer team, dell’As Cittadella, del Pordenone, del
Calcio Padova, dell’Alto Accademy Ssd, solo per citare
alcune significative presenze in campo. "Non sono
previsti vinti né vincitori - precisa Tombolato - ci
sarà una classifica ma senza podio perché a prevalere
saranno lo spirito sportivo e il ricordo". Entusiasta
dell’iniziativa, Alberta Bizzotto ne evidenzia il
risvolto educativo: "Insegna ai bambini a competere e a
sfidarsi rispettandosi, a contrastare la violenza in
campo: è il modo più efficace per commemorare Amedeo e
Mario". Come ricordato dall’assessore allo Sport Oscar
Mazzocchin, la manifestazione apre il filone degli
appuntamenti dedicati ai bambini del programma "Bassano
città europea dello sport".
R. F.
Fonte: Corriere del
Veneto (Vicenza e Bassano) © 20 aprile 2018
Fotografia: La
Gazzetta dello Sport ©
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Heysel, la strage e
quell'omicidio persosi nel tempo
di Claudio Strati
Nel trentennale della
tragedia dell’Heysel, lo stadio di Bruxelles dove si
consumò il 29 maggio del 1985 la spaventosa pagina
dell’assalto degli hooligan prima della finale Juve
Liverpool, con 39 morti, di cui due bassanesi, Mario
Ronchi e Amedeo Spolaore, ci sono stati tanti ricordi e
tante manifestazioni, con anche la pubblicazione del
libro "1985 Heysel, 2015 per non dimenticare", scritto
dai giornalisti Lazzarotto e Pozza e dall’ex arbitro
Agnolin.
Noi, come abbiamo già scritto
nel numero scorso, abbiamo cercato di ricostruire un
piccolo frammento di storia, ovvero riportare in primo
piano il fatto (di cronaca) che nei decenni si è un po’
perso. E che cioè la mattanza allo stadio, ormai
attribuita nella vulgata comune al fatto che i caduti
dell’Heysel sono morti nella calca provocata
dall’assalto scriteriato dei facinorosi tifosi
britannici, in realtà non fu solo causata da quello.
Infatti, particolare che si ritrova in alcuni articoli
del tempo ma che poi via via è andato perduto, contro i
(pochi) tifosi britannici finiti sotto processo, e
quindi condannati a (pochi) anni di carcere e a pene
poco dure, l’indagine fu possibile solo perché nelle
immagini riprese dalle telecamere della polizia locale
gli inquirenti videro esattamente, nell’inizio
dell’attacco al settore Z, almeno un omicidio, quello di
Mario Ronchi. E l’estradizione fu concessa dalle
autorità britanniche dopo l’esame accurato dei giudici
inglesi di quelle immagini. Il giornalista Francesco
Caremani, di Arezzo (città che come Bassano ebbe due
vittime, il medico Roberto Lorentini e la giovane 17enne
Giuseppina Conti) autore di "Heysel, le verità di una
strage annunciata", unico libro riconosciuto
ufficialmente dall’associazione famigliari delle
vittime, ospite in città ha spiegato che dalle autopsie
si trovarono diversi corpi anche colpiti da armi da
taglio. C’è chi dice che anche lo sfortunato
imprenditore bassanese lo fu, magari colpito con una
bottiglia rotta alla gola. Nelle testimonianze riportate
nei libri però non se ne parla, non c'è traccia
approfondita di questo particolare nei servizi
giornalistici del tempo (almeno noi, in alcune ricerche
nelle rete, non abbiamo trovato riscontri) e non è per
gusto del macabro se sottolineiamo questi particolari.
Ma se non si deve dimenticare, è giusto che la memoria
non sia solo di una tragedia folle causata da una massa
di persone che hanno "spaventato" gli inermi tifosi
italiani, ma si sottolinei anche che ci sono stati
almeno un omicidio accertato e la determinazione di
uccidere. In rete si trovano molti materiali. Terry
Wilson, intervistato alcuni anni fa, uno degli hooligan
poi condannati, oggi bagnino e pentito, relatore
impegnato in corsi contro la violenza, in un filmato
britannico dice: "Vennero da me i poliziotti e mi
dissero che dovevo seguirli per l’omicidio di Mario
Ronci (dice proprio così, all’inglese, ndr). Io restai
incredulo, risi, io avevo dato solo qualche pugno e
avevo difeso i fan inglesi... Abbiamo sempre ribattuto
alle accuse dicendo che noi non volevamo guai, che
eravamo intervenuti per aver visto un bambino inglese
importunato dagli italiani...". Ma Wilson dice anche
"ero tra loro" e che non ha saputo astenersi alla legge
del gruppo. Questo filmato, ci dicono, è andato in onda,
con traduzione in italiano, negli ultimi anni anche su
Rai Storia, ma anche questo non l'abbiamo trovato
nell'archivio della rete Rai. Si recupera invece,
sondando il web con pazienza, la versione originale
inglese dove il Wilson di oggi (pochi anni fa) rilascia
le sue dichiarazioni, a confronto con altre esternazioni
del Wilson di allora (negli anni immediatamente
successivi alla strage). Nel video anche frammenti delle
riprese sugli spalti, dove l'allora giovane britannico
si riconosce con un berrettino in testa. Ci sono anche
immagini del tempo in cui lo si vede preso in consegna
dagli agenti britannici, evidentemente quando, ad alcuni
anni dal tragico evento, andarono a prenderlo per poi
estradarlo al processo belga. E immagini recenti in cui
lo si vede occupato nel suo lavoro di assistenza
bagnanti in una piscina. Di Terry Wilson si trovano
anche spezzoni tradotti in italiano, in programmi Rai
(ma non quella parte prima citata), dove parla della
follia collettiva che attraversa una folla scriteriata -
e, aggiungiamo, magari inebetita dall'alcol e dalla
birra tracannata a litri - nella quale lo spirito
gregario spinge a qualsiasi nefandezza perché, nel
gruppo, cadono i valori personali e ciascuno pensa di
poter fare tutto, anche le cose più degradate e
degradanti. C’era poco da ridere, però, e il pentimento
postumo di Terry la dice lunga. Sfogliando i libri,
soprattutto i due citati, in particolare quello di
Caremani, le fotografie parlano in modo terribile.
Confrontando i vari scatti, si notano i corpi dei due
amici bassanesi, caduti a pochi metri di distanza. Il
maglioncino a quadri di Ronchi è quello che ha fatto
individuare nei video il suo caso, e ancora oggi nelle
foto risalta in modo chiaro. Mani pietose gli coprirono
il viso proprio tirandogli su quel pullover, su cui si
vede anche del sangue. Un destino tragico, ma anche al
centro della (poca) giustizia che si fece.
Fonte:
Ilgrandesport.net © 5 Luglio 2015
Fotografie:
Rumor
Industrie Grafiche Vicenza © GETTY IMAGES
© (Not
for Commercial Use)
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La strage dell'Heysel
e una città rimasta annichilita dal dolore
Morirono schiacciati
dalla furia degli hooligans, tra i 39, i bassanesi
Spolaore e Ronchi. I giornalisti Lazzarotto e Pozza
hanno sentito i testimoni, insieme a Gigi Agnolin, in un
libro.
BASSANO - (Cs) Sono passati
trent'anni, eppure per chi ha vissuto quella tragedia,
anche da semplice appassionato davanti alla tv, il
ricordo della notte del 29 maggio 1985 a Bruxelles,
prima dell'inizio della finale di Coppa Campioni tra
Juventus e Liverpool, è ancora vivo e incancellabile.
Vinsero i bianconeri con un golletto su rigore di
Platini, ma la realtà era sugli spalti, con i morti
provocati dalla violenza di una parte dei tifosi
britannici. La strage dello stadio Heysel, in cui
morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e ne rimasero
ferite oltre 600, ha segnato in maniera indelebile la
storia del calcio mondiale. Ma anche quella del Nordest,
e in particolare della città di Bassano che contò, sulle
tribune dello stadio belga, le sue vittime e visse un
grande choc collettivo. Nel terzo decennale di quella
tragedia assurda i giornalisti del Gazzettino Domenico
Lazzarotto e Luca Pozza, assieme a Luigi Agnolin, ex
arbitro internazionale e poi dirigente calcistico, hanno
voluto dare il loro contributo realizzando il volume
"1985 Heysel - 2015 Per non dimenticare...", edito dalla
Rumor Industrie Grafiche. Il volume, di 128 pagine e
suddiviso in quattro parti, è correlato da una
quarantina di immagini e foto, per buona parte inedite e
mai pubblicate, scattate prima e dopo la tragedia. La
prefazione porta la firma dell'avvocato Sergio Campana,
fondatore e presidente onorario dell'Associazione
italiana Calciatori e da decenni collaboratore del
Gazzettino. Proprio per l'esperienza tragica della città
del Grappa, il volume sarà presentato venerdì 29 maggio,
a 30 anni esatti dalla tragedia, alle 18 al museo civico
di Bassano in sala Chilesotti, alla presenza degli
autori e di molti testimoni, moderatore Edoardo Pittalis.
I tre autori hanno ricostruito quanto successo da una
prospettiva inedita, ossia riportando le testimonianze
di diversi vicentini che, in gruppi diversi,
parteciparono alla tragica trasferta di Bruxelles. Buona
parte di loro riuscì a scampare miracolosamente alla
morte, al contrario di due bassanesi, l'imprenditore
Mario Ronchi e il dentista Amedeo Spolaore, due delle
trentanove vittime dell'Heysel: entrambi erano volati a
Bruxelles con amici e conoscenti, o addirittura con il
figlio come nel caso di Spolaore. Nel racconto dei
sopravvissuti riemergono i momenti di terrore e paura,
di smarrimento ma anche di sollievo, tutti "flashback"
ancora lucidi nonostante sia trascorso così tanto tempo.
Toccanti anche le testimonianze e i profili dei
congiunti e degli amici di Ronchi e Spolaore, con
ricostruzioni in parte mai svelate prima di adesso. Per
la prima volta parla anche la vedova di Spolaore,
Alberta Bizzotto. Significative anche le
"interviste-verità" ai protagonisti diretti di quella
serata, a partire dal telecronista Rai Bruno Pizzul, che
ebbe il difficile compito di raccontare in diretta a
milioni di italiani quanto avvenne all'Heysel, pur non
potendo rilevare sino in fondo quanto realmente
successo. E poi agli juventini protagonisti in campo, da
"Pablito" Rossi a Massimo Briaschi, da Stefano Tacconi a
"Zibi" Boniek, sino al tecnico Giovanni Trapattoni. Il
volume comprende anche un inedito profilo, con il
pensiero raccolto in quel periodo, dell'arbitro di
quella sfida, lo svizzero Daina, la cui carriera fu
segnata dai fatti dell'Heysel. E ancora le prime pagine
pubblicate dai quotidiani all'indomani della tragedia e
una serie di articoli scritti dai più noti giornalisti
dell'epoca e la storia del club bianconero "Nucleo
1985", sorto dalle ceneri di quella vicenda. La parte
finale del libro è un contributo alla memoria, con tutti
i nomi e i profili delle 39 vittime. Il volume sarà in
vendita dal fine settimana nelle principali librerie
vicentine o potrà essere richiesto alla Rumor, senza
spese di spedizione scrivendo a nicola@rumor.it Una
parte cospicua dei proventi relativi alla vendita del
volume - si legge in una nota dell'editore - saranno
devoluti in beneficenza.
Fonte:
Ilgazzettino.it © 26 Maggio 2015
Fotografie: Nucleo
1985 © Blogdiviaggi.com ©
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