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ITALIA
4-12-1927 Domos
Novas (CA) Anni 57
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Ieri i funerali
di Barbara Lusci, morta nella strage di
Bruxelles
Genova attorno
al feretro
di Guido
Coppini
"Una grande
folla ha seguito la Messa officiata dal vescovo
nella chiesa della Consolazione - La figlia
della vittima, Donatella, s'avvicina al
giocatore Massimo Briaschi e chiede, fra le
lacrime: "Perché ?" - Presenti alcuni dei feriti
nel tragico stadio - "Non deve accadere mai
più".
GENOVA
- La commozione si fa ancora più intensa alla
fine del solenne rito funebre, quando Massimo Briaschi abbraccia Donatella Margiotta, figlia
di Barbara Lusci, 57 anni, la donna di Sestri
Ponente morta - al suo primo viaggio all'estero
- nel massacro dello stadio di Bruxelles. La
folla gremisce la chiesa della Consolazione di
via XX Settembre dove si celebra la Messa in
memoria dell'unica vittima genovese dell'assurda
serata in uno stadio. Le ampie navate non
sembrano sufficienti a raccogliere emozioni,
dolore, collera per un'esistenza stroncata dal
teppismo. Ovunque, nella chiesa, fasci di
gladioli e di garofani bianchi. Donatella (che
ha una bimba di tre anni ed è in attesa di
un'altra creatura) si avvicina a Briaschi. Gli
chiede, fra le lacrime: "Perché?". Ed è la
domanda che si raccoglie ovunque, dentro il
tempio e fuori, sotto un sole impietoso. La
Juventus ha inviato a rappresentarla Massimo
Briaschi, ex genoano che sta accanto al gagliardetto
abbrunato della società, con due rappresentanti juventini, il conte Zanon di Val Giurata e il
signor Mario Chesta, il sindaco Fulvio
Cerofolini (che si trova in Spagna) è
rappresentato da un assessore. Ci sono il
questore Pier Fortunato Stabile ed altre
autorità. Quasi al completo lo Juventus Club che
ha sede nella Torre Cantore di Sampierdarena al
quale appartenevano Barbara Lusci e il marito,
Pietro Salvatore Margiotta. Nessuno trattiene le
lacrime. Dice Briaschi: "E' come rivivere
l'incubo di una settimana fa. Non trovo parole
per esprimere quel che provo. Ma una cosa voglio
affermarla, come un giuramento in questo luogo
sacro: mai più episodi come quello di Bruxelles;
dobbiamo lottare tutti per espellere il veleno
dal calcio". Poco prima delle 16 il corteo
funebre parte dall'obitorio dell'ospedale di San
Martino dove la salma di Barbara Lusci è stata
pietosamente ricomposta. Il corteo è
lunghissimo; segue il feretro una colonna di
auto con corone di fiori inviati da enti
cittadini, da circoli sportivi, da privati che
hanno voluto
onorare, in Barbara Lusci, anche le
altre vittime dell'assurdo massacro. Celebrano
il rito monsignor Giovanni Battista Pedemonte,
responsabile dell'Ufficio liturgico della
diocesi, il parroco della Consolazione e il
parroco di San Nicola di Sestri Ponente, la
delegazione dove la Lusci abitava. "Preghiamo
per questa mamma e per tutti quanti portano il
peso di questo atroce dolore", ha detto
monsignor Pedemonte. Sono venuti in chiesa anche
i feriti nello stadio: Antonio
Belmonte,
Ferdinando Canale, Agostino Bottino. Erano fra i
49 della "gita" a Bruxelles dello Juventus Club
della Torre Cantore; portano ancora i segni di
quegli assalti furibondi; rievocano episodi
allucinanti della bolgia del "bloc Z", fra i
teppisti del Liverpool in mezzo ai quali si
trovavano. Anche loro non fanno che ripetere:
"Non deve accadere mai più". Ricorda Ferdinando
Canale: "Ero vicino alla signora Lusci, in un
attimo è scomparsa, poi l'ho rivista, a decine
la calpestavano". Il marito della Lusci, Pietro
Salvatore Margiotta, ancora ricoverato
all'ospedale francese di Bruxelles, va
lentamente migliorando. "Domani vado da lui, lo
riporterò a casa fra sei o sette giorni", dice
la figlia Donatella. E' piccola, fragile,
distrutta dal dolore. Nel tardo pomeriggio la
salma di Barbara Lusci è stata tumulata al
cimitero di Staglieno.
Fonte: La
Stampa
© 5 giugno 1985
(Testo
©
Fotografia)
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"Aveva tanto
sognato il viaggio a Bruxelles"
di Guido
Coppini
Parla la figlia
di Barbara Lusci, 52 anni, la donna genovese
uccisa dai teppisti inglesi - Si temono
manifestazioni antibritanniche.
GENOVA
- Sono rientrati gli ultimi pullman, in tutta la
regione le centinaia di tifosi juventini che
avevano seguito la squadra a Bruxelles cercano
di rimuovere i momenti dell'orrore. Ma c'è chi
non potrà mai dimenticare. Donatella Margiotta,
madre di un bimbo e in attesa di un altro, è la
figlia della signora Barbara Lusci. 52 anni, che
ha incontrato la morte lungo l'itinerario del
suo primo viaggio all'estero. "Un viaggio
sognato per una vita - dice Donatella - dopo
Bruxelles i miei genitori avevano previsto una
deviazione per Parigi". Il padre di Donatella,
Pietro Salvatore Margiotta, 55 anni,
concessionario dell'Agip alla Foce, è in
ospedale a Bruxelles con alcune costole
fratturate. Ieri s'è aggravato ed è stato
trasferito in camera di rianimazione
all'ospedale francese di Bruxelles. "Avevo
parlato con lui - dice Donatella - e mi ha
raccontato, esprimendosi con molta fatica, i
momenti della tragedia che ha sconvolto la
nostra esistenza. Erano insieme, nel maledetto
"Bloc Z". Improvvisamente lui si è trovato solo.
L'ha vista pochi attimi dopo, uccisa dalla folla
di inglesi imbestialiti che l'hanno travolta".
In serata. Donatella è partita per Milano: dovrà
sbrigare le formalità per il rientro della salma
della madre. Da ogni parte della regione, arriva
la conferma di quanto ognuno ha visto in tv:
tifosi inglesi con coltelli, bottiglie spaccate,
bastoni, pezzi di porfido scagliati come
proiettili. Ma c'è chi deve la salvezza ad una
di quelle coincidenze che quasi sempre si
verificano in tragedie di questa dimensione. Il
dottor Bruno Matteazzi, ex segretario regionale
del psdi, direttore commerciale di una grande
azienda, abitante a Chiavari, va a Bruxelles con
la figlia Sara, di 12 anni. Ha due biglietti per
il "Bloc Z",
proprio in mezzo ai barbari del Liverpool.
All'ultimo momento Matteazzi trova due posti in
tribuna, non bada al prezzo, li compera subito,
cosi la bambina non si troverà in mezzo alla
folla. "II cambio dei biglietti ci ha
probabilmente salvato la vita" dice Matteazzi.
Le salme delle due vittime liguri, Barbara
Lusci
e Sergio Mazzino, arriveranno oggi in aereo. Ci
si chiede ora che proporzioni potrà avere, nei
prossimi giorni, la reazione antibritannica
della quale si hanno già preoccupanti segnali.
La polizia continua a sorvegliare il consolato
britannico, gli appartamenti di diplomatici, le
sedi di circoli culturali italo-inglesi.
Camionette di carabinieri stazionano
all'aeroporto, nel centralissimo quartiere di
Piccapietra e in via XX Settembre, dove hanno
sede le compagnie aeree e il consolato inglese.
Si raccolgono sintomi di una pericolosa
esasperazione. Dice Graeme Souness, lo scozzese
della Sampdoria: "E' probabile, purtroppo, che
si manifestino segni di ostilità, verso di me e
verso Trevor Francis, specialmente dopo metà
giugno, quando incontreremo i granata a Torino
per la partita di Coppa Italia. So bene che è
ingiusto scaricare su altri i comportamenti
bestiali di alcuni teppisti, ma ci rendiamo
conto della situazione". Sulla Liverpool
calcistica, Souness è esplicito: "E' in quella
città che, con gli hooligans, il teppismo negli
stadi ha avuto purtroppo le sue punte più alte".
C'è anche un certo timore fra albergatori e
operatori turistici, preoccupati -
nell'imminenza della stagione delle vacanze - di
eventuali rappresaglie contro ospiti britannici.
"Ma il buon senso, che è la caratteristica di
questa regione, saprà distinguere i delinquenti
dai gentlemen", dicono.
Fonte:
La Stampa ©
1 giugno 1985
Fotografie:
La Stampa
©
Expedia.it
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