Il
destino di Anthony Bucci, 50enne
architetto sammarinese di
Domagnano, incrocia la tragedia
di Piazza San Carlo a Torino il
3 giugno 2017. Frana
rovinosamente sulla sua storia
individuale come una gigantesca
valanga. Lo stimato
professionista restò ferito
gravemente nella calca disperata
scaturita per il panico del
presunto attentato, durante la
rapina dei malviventi della
banda allo spray urticante. Uno
dei casi più seri fra quelli
rappresentati al processo come
parte civile dall’avvocatessa
Caterina Biafora in nome
dell’Unione Nazionale
Consumatori. Già precedentemente
dializzato, non avendo più i
reni, fu costretto alla sedia a
rotelle e non riprese mai più a
lavorare. Addirittura nel 2018
gli fu amputato un piede in
conseguenza delle ferite
aggravate dal suo diabete molto
alto. Così commentava alla
stampa, durante una intervista
rilasciata alla televisione
locale di San Marino, le proprie
condizioni di salute: "Quando è
cominciato il caos ho fatto
pochi passi e sono finito a
terra. Mi sono cadute sopra
cinque persone. Ho visto la
morte in faccia. Non ho potuto
lavorare e per molti mesi non
sono riuscito neanche a dormire
dai dolori. I miei movimenti
sono diventati più limitati, non
ho recuperato a pieno le forze
delle gambe e, non muovendomi
bene, ho avuto una patologia al
piede tipica dei diabetici come
me: i vasi sanguigni si sono
ostruiti e calcificati. Faccio
fatica a individuare un
colpevole, ma da architetto
avevo notato l’assenza di
frangiflutti e lo schermo troppo
basso. Ora pretendo almeno di
recuperare i mancati guadagni
dei mesi in cui non ho potuto
lavorare…". Il suo legale
rincarò la dose: "Secondo la
nostra relazione di parte, il
mio assistito ha perso il piede
a causa dei fatti di piazza San
Carlo. Stiamo aspettando la
cartella clinica che poi verrà
consegnata
ai
nostri periti per poi procedere
con una valutazione più
dettagliata". L’amputazione,
però, non arresta l’aggravamento
delle sue condizioni generali di
salute e vivrà un autentico
calvario per due anni fino alla
morte, il 23 gennaio 2020,
nell’ospedale di Monza.
Nonostante i problemi fisici era
un uomo molto impegnato, non
soltanto nel lavoro, ma anche
nella politica della piccola
Repubblica. Fu candidato con
"Noi Sammarinesi" alle elezioni
nel 2006 e Presidente dell’Aass
(Azienda autonoma di Stato per i
servizi pubblici). La
popolazione si è stretta
commossa intorno alla famiglia
durante le esequie religiose in
Domagnano. La morte di Anthony
Bucci si aggiunge all’elenco
delle vittime per i fatti di
Piazza San Carlo, dopo quella di
Erika Pioletti e Marisa Amato.
La prima donna, originaria di
Verbania e residente a
Domodossola, fu travolta da
centinaia di persone e perse la
vita 15 giorni dopo. Era
arrivata in coma all’ospedale
San Giovanni con un danno
cerebrale gravissimo. L’altra,
di Beinasco, per una infezione
polmonare nel gennaio 2019, dopo
essere rimasta paralizzata per
le conseguenze dello
schiacciamento della folla,
patito insieme al marito
Vincenzo d’Ingeo mentre
passeggiavano sotto i portici.
Sarà compito delle perizie di
parte, ma in primis della
magistratura, di aggiungerla o
meno al capo d’imputazione di
omicidio colposo nel processo in
atto a Torino, oltre al computo
d’un congruo risarcimento. Il
fascicolo d’indagine viene
aperto subito, in attesa dei
dovuti accertamenti e
approfondimenti del caso. Questa
la dichiarazione della Biafora a
riguardo: "In questa fase non
siamo ancora in grado di dire se
ci sia un nesso causale tra le
ferite riportate la notte della
finale di Champions e la morte.
Siamo in attesa delle cartelle
cliniche da far analizzare a un
nostro consulente per chiarire
le cause del decesso. E per
verificare se la morte sia
conseguenza di una complicazione
a seguito dell’amputazione del
piede". Importante anche la
testimonianza del fratello,
Herry Bucci: "L’esperienza di
piazza San Carlo ha segnato la
sua vita. Aveva dei problemi di
salute, ma era un uomo autonomo,
con una carriera davanti. Poi
tutto è precipitato: non si è
più ripreso da quella sera. E
adesso è morto. Era andato con
alcuni amici del Politecnico di
Milano. Doveva essere una serata
allegra e spensierata, ma è
scoppiato il delirio. Anthony mi
ha più volte raccontato cos’era
successo. Non riusciva a
superare lo choc, quell’evento
lo aveva segnato profondamente.
Aveva paura se si trovava tra la
folla". Racconta, poi, anche la
dinamica del salvataggio nella
ressa
da parte dell’amico Davide: "Lo
ha riconosciuto in mezzo a tutto
quel caos dallo zainetto: mio
fratello era riverso a terra e
lui lo ha aiutato a rialzarsi.
Poi sono scappati, scavalcando
le transenne e cercando rifugio
in una galleria". Fu ricoverato
all’ospedale San Luigi di
Orbassano dove rimase in degenza
per i traumi ricevuti alla
spalla e al torace. I medici del
pronto soccorso certificarono un
politrauma da schiacciamento con
escoriazioni per i cocci di
vetro con una prognosi di
quindici giorni. Chiarisce, suo
fratello: "In realtà è
cominciato un calvario. Per mesi
non è riuscito a dormire per i
dolori al costato e alla
schiena. Anthony era stato
operato. Gli erano stati tolti i
reni ed era un paziente
dializzato, ma fino ad allora
non aveva mai avuto difficoltà
nella gestione della
quotidianità: aveva una vita
piena, era un architetto
apprezzato. Era stato lui nel
2010 a progettare per San Marino
il padiglione per l’Expo di
Shangai. Poi, dopo l’incidente
di Torino, c’è stato un crollo.
Per i dolori è stato a lungo
bloccato nelle sue attività
motorie. Le condizioni di salute
sono precipitate, fino a quando
nel novembre 2018 non ha subito
l’amputazione del piede destro.
Vogliamo solo sapere la verità,
abbiamo chiesto le cartelle
cliniche al policlinico di Monza
per farle analizzare. Da quella
notte mio fratello non è stato
più lo stesso. È morto a 50 anni
e adesso chiediamo solo
giustizia".
3 giugno 2020
Fonti: Cronacaqui.it -
Sanmarinortv.sm - Giornalesm.com
- Libertas.sm - Lastampa.it -
Thesocialpost.it -
Torino.corriere.it -
Torinotoday.it
© Fotografie:
Sanmarinortv.sm - Giornale.sm
|