Kelvin, il bimbo cinese
schiacciato in piazza San Carlo
è salvo
Kevin
Liu è salvo. Il bambino di
genitori cinesi che è stato
schiacciato dalla folla in
piazza San Carlo si trova in
coma farmacologico ma secondo i
medici dell’ospedale di Torino
dove è ricoverato è salvo. Kevin
è in prognosi riservata al
Regina Margherita, ma secondo i
dottori del nosocomio il
piccolo, di soli 7 anni, non è
più in pericolo di vita. Lo
scrive il Corriere della Sera di
oggi, che ha intervistato i
genitori del bambino. Suo padre
Quinquang Liu gestisce insieme
alla moglie Lin un negozio di
bigiotteria nel quartiere
Mirafiori, una delle zone più
popolose di Torino. Kevin è il
più piccolo dei quattro figli
della famiglia cinese ed è un
grande appassionato di calcio. I
genitori e la sorella Zhiji
hanno raccontato come il sogno
di Kevin fosse andare a Cardiff
a vedere la Juventus, la squadra
del cuore del piccolo. I
genitori però non potevano
permettersi una simile spesa, ma
avevano promesso a Kevin che se
fosse stato promosso con buoni
voti a scuola l’avrebbero
portato a vedere la partita al
maxi schermo allestito in piazza
San Carlo a Torino. Il piccolo
non aveva una maglia della
Juventus, e per quello si è
messo al collo una vecchia
bandiera, che gli copriva anche
la schiena.
La famiglia aveva
accompagnato Kevin in piazza San
Carlo, ma dopo lo scoppio del
caos il piccolo è stato perso
dai genitori. La sorella gli è
stata vicina ed è riuscita a
tenere sollevata la testa del
suo fratellino, mentre la calca
passava sopra il suo piccolo
corpo. Un immigrato africano ha
visto la scena ed è riuscito a
frenare le persone dal dirigersi
nel luogo dove si trovava Kevin,
salvandogli molto probabilmente
la vita. come rimarca Zhiji al
Corriere della Sera. Mi sono
messa a gridare, sostenevo la
testa di mio fratello. Un uomo
di colore ha visto tutto e si è
messo a urlare, a fermare la
gente. Mi ha aiutato e vorrei
trovarlo per ringraziarlo. Poi
gli infermieri ci hanno portato
in ospedale. I genitori,
informati da persone in piazza
di quanto successo al figlio,
hanno ritrovato Kevin e Zhiji
all’ospedale Regina Margherita.
La vita di Kevin è salva, anche
se la sua degenza potrebbe
essere lunga.
5 giugno 2017
Fonte:
Giornalettismo.com
© Fotografia: Lastampa.it
Si chiama Mohamed l'uomo
che ha salvato Kelvin
di Alessandro Mondo
Il giovane, che ha
estratto a forza il bimbo
addosso al quale erano cadute
due persone, è andato
all’ospedale a trovare Kelvin.
TORINO
- Si chiama Mohamed uno dei due
ragazzi, eroi per un giorno, che
sabato notte hanno salvato
Kelvin - il piccolo cinese
tifoso bianconero - dalla folla
che l'aveva travolto. I genitori
del bambino lo cercavano,
desiderosi di ringraziarlo, e
lui questa mattina si è
presentato a sorpresa al Regina
Margherita, dove il bambino è
ricoverato. Una visita nel
reparto di Rianimazione
pediatrica per accertarsi delle
condizioni di salute di Kelvin,
in progressivo miglioramento, e
salutare i genitori. "Gli
dobbiamo tutto - racconta la
mamma, ancora commossa - È stato
un momento bellissimo, ci ha
abbracciato forte".
L’ACCADUTO - È stata
l'occasione per ripercorrere
quei momenti terribili. "Ci ha
detto che almeno due persone
erano cadute su mio figlio -
racconta il padre: lo ha
estratto a forza, è stato
incredibile". Oggi i medici
proveranno a risvegliare il
bimbo, sedato subito dopo il
ricovero, per verificare i suoi
margini di ripresa.
5 giugno 2017
Fonte: Lastampa.it
© Fotografia: Iltirreno.it
Kelvin è uscito dal
coma: "Forza, siamo
con te" è l’augurio dei
compagni di classe
di Giuseppe Legato
È stato appeso alle
finestre della II B della
primaria Montessori in Borgo San
Pietro.
Moncalieri (TO) - Kelvin è
uscito dal coma. Al bimbo cinese
travolto sabato sera dalla folla
in piazza San Carlo è stata
ridotta la sedazione e ora si
valuterà la ripresa. Restano
gravi, invece, le altre due
donne ferite in modo più serio.
"Forza Kelvin, siamo con
te" hanno scritto i compagni di
classe del bambino su biglietti
appesi alle finestre della
classe II B della scuola
Montessori di Borgo San Pietro,
a Moncalieri, il messaggio dei
compagni di classe al bambino
ricoverato al Regina Margherita.
PARLA
IL SINDACO - "La nostra comunità
vive ore di ansia e
preoccupazione per le condizioni
del piccolo, che a Moncalieri
studia e frequenta la scuola di
ballo Fall in Dance". Così il
sindaco di Moncalieri, Paolo
Montagna, che nel pomeriggio ha
incontrato le insegnanti e gli
alunni della II B della
Montessori che gli hanno
consegnato un biglietto a forma
di cuore per Kelvin. Ora il
sindaco, già in contatto con la
famiglia, andrà in visita al
Regina Margherita per "esprimere
la vicinanza di Moncalieri e dei
moncalieresi. La città si unisce
al messaggio delle maestre e dei
compagni di classe. Forza
piccolo Kelvin, siamo con te e
non vediamo l’ora di
riabbracciarti".
5 giugno 2017
Fonte: Lastampa.it
Il racconto del
soccorritore di Kelvin
L’eroe Mohamed:
"Calpestavano quel bimbo pensavo
non ce l’avrebbe fatta.
Ma sono riuscito a salvarlo"
di Alessandro Mondo
TORINO
- "Quando l’ho trovato a terra
pensavo che fosse finito, che
non ce l’avrebbe fatta: l’ho
preso in braccio e mi sono messo
a correre in cerca di
un’ambulanza; la gente correva e
urlava, mi mandava di qua e di
là".
Uno degli eroi della
serata di sabato in piazza San
Carlo a Torino, la serata della
follia, si è materializzato ieri
mattina all’ospedale Infantile
Regina Margherita, dove è
ricoverato il piccolo tifoso
cinese bianconero travolto dalla
folla, tra la sorpresa e la
gioia dei genitori e della
sorella. Si erano ripromessi di
cercarlo, in qualche modo, per
ringraziarlo di avere salvato il
piccolo Kelvin, ma non c’è stato
bisogno: è stato Mohamed, così
si chiama il ragazzo di colore,
ad andare da loro.
"Ad un certo punto non sapevo
più dove andare e ho cercato di
appoggiarlo a terra - ha
raccontato - Allora è arrivato
un altro ragazzo italiano, e mi
ha aiutato. Solo allora ho
notato la pancia che si
sollevava un po’ e ho capito che
respirava ancora".
Anche nella sua memoria
sono rimasti impresse le scene,
probabilmente indelebili, di
quella serata: "No, devo dire
che non mi aspettavo una
situazione del genere,
nonostante tutto ho cercato di
mantenere la calma".
Un ragazzo come tanti - di lui
si sa poco, se non che lavora
come security in un negozio del
centro - quasi imbarazzato di
fronte alle telecamere e ai
giornalisti che gli chiedono di
ricostruire quei momenti
inimmaginabili. Ormai un amico
di famiglia per il padre e la
madre di Kelvin che da ieri
pomeriggio, ecco la buona
notizia, non è più in coma
farmacologico: le condizioni del
bimbo di sette anni migliorano
lentamente, resta in prognosi
riservata ma la sedazione è
stata ridotta al minimo e
comincia a respirare da solo.
Con il trascorrere delle ore
aumenta la fiducia dei medici.
Ieri mattina, per la seconda
volta, la sindaca Chiara
Appendino è andata a trovarlo al
reparto di Rianimazione
pediatrica dell’ospedale
Infantile, in forma
rigorosamente privata,
proseguendo la visita alle
vicine Molinette per accertarsi
delle condizioni di salute delle
due donne ricoverate: al momento
stabili ma entrambe in prognosi,
una particolarmente grave.
Ma è stata la visita di Mohamed
e di Federico, l’altro ragazzo
che ha aiutato il piccolo, a
fare la differenza per i
genitori. "Gli dobbiamo tutto -
racconta la mamma, ancora
commossa - È stato un momento
bellissimo, ci ha abbracciato
forte forte". Un’emozione
condivisa dalla sorella di
Kelvin, presente nella piazza
con il fratellino e lei stessa
ferita, in forma non grave.
L’incontro ha rappresentato
anche l’occasione per
ripercorrere quei momenti
terribili. "Ci ha detto che
almeno due persone erano cadute
su mio figlio - racconta il
padre: lo ha estratto a forza, è
stato incredibile". Un eroe per
caso, che ha scongiurato il
peggio.
6 giugno 2017
Fonte: Lastampa.it
© Fotografia: LaPresse
Torino,
l’abbraccio che ha salvato il bambino.
Parla Federico: "Da solo
sarebbe morto"
"Non penso di aver fatto
nulla di eccezionale", dice
Federico Rappazzo, 25 anni,
soldato che studia da
infermiere. Sabato sera ha visto
il piccolo Kelvin in mezzo alla
folla che fuggiva impaurita da
Piazza San Carlo. Così ha
coperto il bimbo con il suo
abbraccio. E gli ha salvato la
vita.
Federico
Rappazzo, ha 25 anni ed è un
soldato che studia da
infermiere. Sabato sera si
trovava a Piazza San Carlo per
assistere alla diretta tv della
finale di Champions League tra
Juventus e Real Madrid. Quella
serata probabilmente Federico
non se la scorderà più, ma anche
per il bene che ha fatto. Nelle
ultime ore ha cominciato a
circolare sui social network la
foto che ritrae il ragazzo con
la maglia bianconera chino su un
bimbo quasi svenuto. Un’immagine
diventata un po’ il simbolo
della notte di terrore scatenata
improvvisamente nel cuore del
capoluogo piemontese. Tra gli
oltre 1.500 feriti, c’è
anche Kelvin, il bambino di 7
anni di origini cinesi che
Federico ha coperto col proprio
corpo, salvando di fatto dalla
folla impaurita che fuggiva in
ogni direzione dopo
"l’esplosione". Il piccolo è
ancora ricoverato in terapia
intensiva nell’ospedale
pediatrico Regina Margherita,
non è in pericolo di vita e
sicuramente lo deve anche a quel
ragazzo. "Non ho fatto nulla di
eccezionale. L'unica cosa che
contava in quel momento era
caricarlo su un'ambulanza e
portarlo in ospedale" si
schermisce Federico. "Se lo
avessi lasciato lì sarebbe
morto. Avevo tanta paura, ma
dovevo fare qualcosa".
A portare via Kelvin dal caos di
Piazza San Carlo è stato
Mohammad Guyele, 20 anni,
senegalese, che a Torino lavora
come bodyguard: ha preso il
piccolino in braccio, si è fatto
largo a spintoni tra la folla e
lo ha adagiato in un parcheggio
poco distante. E lì che Federico
lo ha trovato. "Mi sono
avvicinato per capire le sue
condizioni, e quando mi sono
accorto che piangeva, quasi mi
sono rassicurato: riusciva a
respirare", ha aggiunto il
soldato. "Subito dopo ho cercato
di portarlo ad un’ambulanza in
modo sicuro". Il giorno dopo il
25enne ha visto in tv che la
madre e la sorella di Kelvin
cercavano la persona che aveva
salvato il loro piccolo di casa.
E così nel pomeriggio si è
recato all’ospedale dove ha
potuto rivolgere un altro
sorriso al bimbo.
6 giugno 2017
Fonte: Fanpage.it
© Fotografia: Iltirreno.it
Torino, il
militare che ha salvato Kelvin "Gli ho detto:
non arrenderti"
di Gabriele Bertocchi
Federico Rappazzo,
soldato 25enne, è l'uomo che è
immortalato nello scatto simbolo
di Torino mentre salva il
piccolo Kelvin dalla folla.
Si
è accovacciato a terra e ha
fatto da scudo umano al piccolo
Kelvin, proteggendolo dalla
folla impazzita che fuggiva da
piazza San Carlo a Torino.
Protagonista di questo gesto
eroico è Federico Rappazzo,
soldato 25enne. La foto
dell'atto eroico è ora simbolo
degli incidenti di sabato sera.
"Ho solo dato una mano" - Il suo
abbraccio ha protetto il piccolo
tifoso. Poi, come Rappazzo
racconta su Il Corriere della
Sera gli ha detto: "Non
arrenderti, ora ti portiamo in
ospedale". E così è stato: lo ha
portato in ospedale. Ma il
25enne non si monta la testa,
anzi: "Non penso di aver fatto
nulla di eccezionale - ha
spiegato- Ho notato un bambino
che soffriva e gli ho dato una
mano. Con me c’erano altre
persone, non ero solo. La cosa
più importante e urgente era
portarlo in ospedale. Ho cercato
di farlo in sicurezza. Ora spero
che tutto vada bene". Kelvin, il
piccolo bimbo cinese di 7 anni,
è ricoverato da quella notte in
terapia intensiva nell’ospedale
pediatrico Regina Margherita. Le
sue condizioni stanno
migliorando. Sempre al suo
fianco la mamma, il papà, che fa
il ristoratore nel quartiere
Mirafiori, e la sorella Angela,
20 anni, che lo aveva
accompagnato sabato a vedere la
partita al maxi schermo in
piazza.
6 giugno 2017
Fonte: Ilgiornale.it
© Fotografia:
Messina.gazzettadelsud.it
Torino, abita a
Fucecchio l'angelo che ha salvato Kelvin.
La madre del piccolo:
"Sei stato straordinario"
di Francesco Turchi e
Marco Sabia
La madre del piccolo
calpestato nella ressa di piazza
San Carlo ritrova il giovane che
l’ha protetto facendo da scudo:
è Isak, 23 anni, di Fucecchio.
Il Tirreno ha organizzato il
viaggio per farli incontrare.
TORINO
- "Grazie, hai salvato il mio
Kelvin". "No. Non lo dire. Ho
fatto quello che avrebbe fatto
chiunque. Non sono un eroe". Il
mondo in un corridoio
d’ospedale. Ling Quinquang e
Isak Nokho. L’abbraccio
inespresso. Lui vorrebbe
stringerla, il Ramadan glielo
impedisce. Allunga una mano: è
venuto apposta da Fucecchio per
questo. Lei è timida. Chissà
come si esprime la gratitudine a
un uomo che ha salvato la vita a
tuo figlio di 7 anni. Isak si è
trasformato in uno scudo, sabato
sera, mentre una folla impazzita
fuggiva a piedi nudi da piazza
San Carlo, fra i vetri e il
sangue, lontano da una finale di
calcio trasformata in un
carnaio.
All’ospedale Regina
Margherita, lunedì pomeriggio,
Ling osserva quell’uomo
riservato, venuto dalla Toscana,
che per il suo Kelvin è stato
scudo umano. Di più: un grembo.
Isak ha risposto al suo appello
di riconoscenza. E pensa che
senza quel guscio, oggi il suo
bambino non si sarebbe svegliato
dal coma. Non avrebbe difficoltà
a parlare per colpa dei tubi e
del polmone schiacciato. Non
parlerebbe proprio, dopo essere
stato calpestato da centinaia di
piedi in fuga. Quello, però, è
un passato remoto, anche se
appartiene appena a 45 ore fa.
Ora, mamma e amico sono uno
davanti all’altro. Ling indossa
gonna e camicetta beige,
giubbottino bianco. Un caschetto
castano scuro incornicia un
volto segnato dalla sofferenza.
Tiene stretto il cellulare,
mostrando a tutti le foto del
suo tesoro. Isak è in jeans,
maglietta nera, come un
qualsiasi ragazzo di 23 anni.
Ling è nata in Cina, ma vive a
Torino. Isak è nato in Senegal,
ma abita a Fucecchio, cuore
della Toscana. Il primo contatto
è intorno a una maglia della
Juve, versione baby, sporca di
sangue. Isak l’aveva raccolta
nella confusione, convinto che
fosse di Kelvin: nella fuga di
massa, tutti perdevano tutto.
ISAK
COME UNO SCUDO UMANO -
Isak non dimentica. Sabato sera,
chi cade viene travolto. Il
delirio collettivo travolge
tutto. Ma non la voglia di
aiutare gli altri. In mezzo a un
fiume di sangue, alle grida, si
fa largo l'umanità di tanti
anche di Isak. Che con un altro
ragazzo di colore - Mohamed,
intervistato da Pomeriggio
Cinque - salva il bambino. Lui
coprendolo con il suo corpo,
l’altro strappandolo, ormai
incosciente, alla furia della
folla. "Ho visto molte persone
una sopra all'altra - racconta
Isak emozionato a Ling - c'era
anche un bambino, che poi ho
capito essere Kelvin. Lì in
mezzo c'era anche un mio amico,
che stava per svenire. Non
respirava". E così Isak ha la
freddezza di piazzarsi a due
passi da loro, coi suoi 195
centimetri di altezza. Lui e
altri due angeli si mettono uno
accanto all'altro,
abbracciandosi, in modo da
creare un "muro" umano per
evitare che altri tifosi in fuga
schiacciassero quelli che erano
già distesi per terra. Kelvin
compreso, che è sepolto davanti
agli occhi disperati della
sorella. Ma lo scudo funziona.
Isak Nokho schiaffeggia il suo
amico Benito Lombardo, anche lui
di Fucecchio, che si riprende,
anche se è ferito. Il 23enne
resta lì "fino a quando ho visto
che altre persone si stavano
occupando di Kelvin". Infatti
c'è Mohamed che lo trascina via.
Il piccolo è in coma, nella
calca ha rimediato vari traumi e
lo schiacciamento di un polmone.
Isak, quando legge su Internet
che il bambino è grave, vuole
andare a Torino, per fare
coraggio ai genitori e alla
sorella. Il giorno prima ha
raccontato il suo dramma proprio
Il Tirreno. Omettendo, per
pudore, i particolari su Kelvin.
"Non riesco a dormire,
aiutatemi. Devo fare qualcosa
per quella famiglia. Vorrei
andare a trovarli".
DA FUCECCHIO
ALL'OSPEDALE DI TORINO: IL
VIAGGIO CON IL TIRRENO -
Così Il Tirreno organizza il
viaggio. Quando arriva
all'appuntamento, in piazza XX
Settembre, a Fucecchio, è
imbarazzato ed emozionato. Ha
chiesto un permesso al Ciaf di
Fucecchio, un centro per
l’infanzia dove svolge il
servizio civile: "Non cerco
pubblicità. Avrei preferito
rimanere anonimo. Ma non posso
sentirmi in pace finché non so
che quel bambino si è ripreso".
E allora vale la pena di rifare
quei 400 chilometri che sabato
l'hanno proiettato in un incubo:
"Non sapevo neanche se andare a
vedere la partita al
maxi-schermo. Benito ha
insistito, io sono protettivo e
non volevo lasciarlo da solo.
Così sono andato". Lunedì però
la destinazione è l'ospedale
Regina Margherita. Durante il
viaggio Isak cerca di riposare,
ma non ci riesce. Il cuore batte
forte. Ha bisogno di una voce
piena d'amore, che lo incoraggi.
Telefona alla mamma in Senegal,
le racconta tutto.
L'INCONTRO CON LA MAMMA
DI KELVIN - All'arrivo
a Torino, alle 19 passate da una
manciata di minuti, ad
attenderlo, c’è un’altra mamma
che pochi minuti prima ha visto
suo figlio sveglio. "Hai fatto
una cosa straordinaria - gli
dice Ling - tu come altri che mi
hanno raccontato ciò che è
accaduto e che sono venuti a
trovarmi. Tu l'hai protetto,
l'altro l'ha tirato fuori. Se
Kelvin è vivo è merito di tutti
voi". Ma niente abbracci. Il
Ramadan li vieta: "Avrei voluto,
eccome, ma non posso". Isak è
molto religioso e proprio nella
spiritualità ha trovato la forza
di opporsi alla folla di piazza:
"Avrei dato la mia vita. Gridavo
con tutta la forza che ho in
corpo che non c'era alcun
attentato. In quei momenti
agisci col cuore, perché il
cervello non funziona. Io sono
adulto e quelle scene non riesco
a cancellarle. In questi giorni
ho sperato di risvegliarmi da un
brutto sogno. Figuratevi i bimbi
che cresceranno con quelle
immagini nella testa". Ling lo
ascolta, continua a
ringraziarlo. Guarda la maglia
sporca di sangue che gli ha
consegnato Isak. "L'ho trovata
accanto a Kelvin", le dice. Lei
avverte: "Non è di mio figlio".
Poco importa, resta il simbolo
di questa storia: "Gliela darò,
raccontandogli di te. Lasciami
il tuo numero, ti chiamerà
appena starà meglio. Ora è
intubato, non riesce a parlare.
Ma lo farà presto. Anche con te,
Isak". Un'altra stretta di mano,
un altro grazie. Si risale in
auto, verso Fucecchio: "Ora sì,
ragazzi. Sono felice".
6 giugno 2017
Fonte: Iltirreno.it
(Testo © Fotografie)
Il salvatore
del piccolo Kelvin vive in Toscana
Abita a Fucecchio il
ragazzo senegalese che ha
salvato la vita del bimbo di 7
anni travolto dalla folla a
Torino, durante la finale di
Champions.
TORINO
- Si chiama Isak Nokho ed è il
giovane senegalese residente a
Fucecchio che sabato sera, in
piazza San Carlo a Torino, si è
buttato sul piccolo Kelvin per
salvarlo dalla folla che stava
correndo e fuggendo impaurita da
qualcosa ancora da chiarire.
Isak, come riporta Il Tirreno,
ha incontrato la mamma del bimbo
all'ospedale Regina Margherita
di Torino: "Grazie per averlo
salvato" ha detto la mamma e
Isak ha risposto: "Non lo dire,
ho fatto ciò che avrebbe fatto
chiunque". Isak era insieme al
suo amico Mohamed in Piemonte
per vedere l'ultimo atto della
finale tra la Juve e il Real
Madrid. Al termine della gara è
scattato un allarme per cause
ancora da chiarire. Migliaia di
persone sono fuggite e Kelvin,
sette anni, è stato travolto
fino a quando Isak, l'amico e
un'altra persona non hanno visto
la situazione e si sono messi a
protezione del bambino: "Ho
fatto solo il blocco che ha
permesso a Muhammad e all'altro
ragazzo di colore di tirare
fuori Kelvin - ha scritto Isak
sul proprio profilo Fb - in
quella piazza non c'era nessun
ragazzo di colore ma solo dei
ragazzi decisi a salvare la vita
a delle persone. Il merito non
va a Isak ma ai guerrieri che in
quel momento non hanno esitato".
Per incontrare la mamma di
Kelvin il giovane senegalese ha
richiesto un permesso al Ciaf di
Fucecchio dove sta facendo il
servizio civile.
6 giugno 2017
Fonte: Quinewscuoio.it
I tre angeli che hanno
salvato Kelvin si incontreranno
a Torino
Isak Nokho incontrerà
Federico Rappazzo e Mohamed
"Emsi" Diop: insieme hanno
strappato il bambino alla morte
nella ressa di piazza San Carlo.
"È nata una fratellanza tra
noi". Intanto il Pd chiede un
riconoscimento della Regione al
giovane di Fucecchio.
FUCECCHIO - Alla fine
diventeranno amici. Isak Nokho,
Federico Rappazzo e Mohamed
"Emsi" Diop si incontreranno
presto, dopo aver salvato da
probabile morte per
schiacciamento il piccolo
Kelvin, il bimbo cinese che si
trova tuttora ricoverato
all'ospedale Regina Margherita
di Torino, in seguito ai fatti
di piazza San Carlo di sabato
scorso.
Lunedì 5 giugno abbiamo
accompagnato Isak - che è di
Fucecchio - proprio al Regina
Margherita, dove ha incontrato
la madre del piccolo,
regalandole una maglia della
Juve recuperata nella calca.
Isak lì ha conosciuto Federico,
che nelle foto si vede
proteggere col proprio corpo il
bimbo ferito. Poco più in là
c'era Isak, che a sua volta col
suo corpo faceva blocco per
impedire che la folla finisse
addosso a Kelvin e agli altri
feriti.
E poi Mohamed, senegalese come
Isak, che Kelvin l'ha tirato
fuori dal mucchio. Isak ieri ha
parlato con gli altri due "eroi"
di questa vicenda e ci ha
raccontato che presto si
incontreranno: "Voglio tornare a
Torino già in settimana,
stavolta senza giornalisti,
perché voglio parlare con loro.
E poi magari invitarli a
Fucecchio, nel mio paese, perché
si è cittadini del luogo in cui
si vive. È una nata una
fratellanza fra di noi, abbiamo
fatto la cosa che ci sembrava
giusta in quel momento. Chi si è
speso per evitare conseguenze
peggiori si merita tutto il bene
di questo mondo. Intanto io ora
posso tornare alla vita normale,
anche se ieri la gente mi
guardava in maniera diversa ed
io non ci sono abituato".
Isak ci ha raccontato che dopo
aver parlato con la madre di
Kelvin è riuscito finalmente a
dormire dopo due nottate
insonni: "Sì, quando sono
tornato sono crollato, perché
ero felice, mi ero tolto un peso
che mi attanagliava da sabato.
Invece ieri mattina sono uscito
di casa col sorriso, quando ho
incontrato i bimbi del Ciaf dove
faccio il servizio civile loro
sorridevano. È stata
un'esperienza bellissima".
L'incontro di Isak, Mohamed e
Federico è il simbolo della
società di oggi: due ragazzi
senegalesi (uno che vive a
Torino, uno a Fucecchio) e un
ragazzo di Torino di origini
siciliane, che si trovano per
caso in una situazione
impensabile e che - ignorando
l'esistenza l'uno dell'altro -
diventano protagonisti di un
atto di altruismo che ha
lasciato il segno, in loro
stessi e negli altri.
Intanto i consiglieri regionali
Pd Monia Monni e Francesco
Gazzetti, chiedono un
riconoscimento del Consiglio per
il giovane senegalese che vive a
Fucecchio e che la sera della
finale di Champions in piazza
San Carlo, ha fatto da scudo
umano al piccolo Kelvin di sette
anni, contenendo la pressione
della folla. "Ci sono gesti che
ci riconciliano immediatamente
con i valori più veri e profondi
della nostra terra -
sottolineano in una nota -
valori quali la solidarietà, il
coraggio, l'aiuto ed il soccorso
ai più deboli. Valori che in
questa epoca di terrore e paure
qualcuno vorrebbe annichilire ed
azzerare e che invece trovano
nuova linfa dal comportamento di
persone che non scelgono di
essere eroi ma che, in maniera
ancora più rivoluzionaria,
scelgono di restare umani".
"Ecco perché - dicono i due
consiglieri - vogliamo dire
grazie a Isak, il ragazzo nato
in Senegal ma residente a
Fucecchio, che, nella drammatica
notte di Torino non ha esitato
un secondo a fare da scudo al
piccolo Kelvin che senza il suo
aiuto sarebbe stato calpestato
dalla folla impazzita. Ed è per
questo che chiediamo al
presidente del Consiglio
regionale di assegnare ad Isak
il massimo riconoscimento
possibile, simbolo della
gratitudine di una Toscana che
in lui si riconosce con
orgoglio", concludono.
6 giugno 2017
Fonte: Iltirreno.it
(Testo © Fotografia)
Kelvin sotto
choc ma migliora
di Erica di Blasi
Sono tornati a casa
1.520 feriti. Ancora sette i
ricoverati in ospedale. Oggi
arriva il ministro Minniti.
Sono
ancora sette i feriti negli
incidenti di piazza San Carlo
che si trovano ricoverati in
ospedale, mentre sono tornati a
casa gli altri 1.520. Oggi il
ministro dell'Interno, Marco
Minniti, andrà a trovarli. Due
donne sono molto gravi. Marisa,
63 anni, è stata sottoposta ieri
pomeriggio a un delicato
intervento chirurgico alle
Molinette, eseguito dall'équipe
della Neurochirurgia
universitaria. Era urgente
stabilizzare la colonna
cervicale per un problema che si
era venuto a creare. Uscita
dalla sala operatoria, è stata
riportata nel reparto di
rianimazione: le sue condizioni
sono stabili. A preoccupare di
più i medici è l'altra donna,
Erika Pioletti, 38 anni, di
Domodossola, impiegata in uno
studio di commercialisti. È
ancora in coma farmacologico e
c'è il forte timore che possa
aver subito danni neurologici.
Oggi sarà sottoposta a una tac e
a un elettroencefalogramma: in
base all'esito degli esami i
medici decideranno se
svegliarla. È stata travolta
dalla gente in fuga: l'hanno
schiacciata contro il muro. La
compressione del torace le ha
fatto fermare il cuore. I medici
l'hanno rianimata per quaranta
minuti. Per evitare che il suo
organismo subisca danni, il suo
corpo viene tenuto a una
temperatura leggermente
inferiore a quella normale. Sua
mamma non lascia nemmeno un
momento la sua stanza. "Lei non
è nemmeno tifosa - raccontano i
parenti - era in piazza per
stare con il suo fidanzato".
Ieri è stata sottoposta a un
primo esame che analizza la
trasmissione nell'organismo
degli stimoli periferici e non
sono state riscontrate anomalie.
Al Regina Margherita c'è
ancora il piccolo Kelvin, 7
anni: è ricoverato in
rianimazione, ma continua a
migliorare. Non è più intubato.
È sveglio e cosciente e respira
da solo. "Ma è ancora sotto
choc, piange" racconta Ling, la
mamma. Gli sono passate sopra
decine di persone, provocandogli
il distacco di parte del cuoio
capelluto. La prognosi è ancora
riservata, ma nei prossimi
giorni sarà trasferito di
reparto. Gli altri bambini
rimasti coinvolti nella
terribile calca erano già stati
dimessi nei giorni scorsi. Ieri,
fuori dal Regina Margherita, è
comparso un enorme striscione
degli ultrà juventini per
sostenere Kelvin e gli altri
feriti.
Allargando il quadro agli altri
pazienti, Francesca Marino, 26
anni, si trova nella
rianimazione universitaria delle
Molinette e continua ad essere
in gravi condizioni. È tuttora
intubata in coma farmacologico:
ha subito un grave un trauma
toracico. Al Mauriziano c'è un
uomo in leggero miglioramento:
la prognosi è ancora riservata e
i tempi di guarigione per lui si
prospettano lunghi. Al Cto ci
sono due persone: un paziente
che a causa degli incidenti ha
riportato un trauma toracico, un
altro che si è fratturato il
bacino.
7 giugno 2017
Fonte: La Repubblica
Il militare
eroico di piazza San Carlo:
"Così ho protetto il
piccolo Kelvin"
di Alessandro Contaldo
È un
giovane militare della Brigata
Alpina Taurinense Federico
Rappazzo, l'uomo che in una foto
pubblicata da tutti i giornali
fa da scudo col proprio corpo al
piccolo Kelvin travolto dalla
folla impaurita in piazza San
Carlo durante il falso allarme
bomba di sabato sera, prima che
un altro soccorritore, Mohammad,
lo portasse via. "Quando ho
visto il piccolo in pericolo non
ho esitato un attimo - racconta
- Ho una sorella della stessa
età, avevo lei davanti agli
occhi in quel momento e ho
agito". Grazie al suo gesto
Kelvin è fuori pericolo e il
sogno di Federico, che ha 27
anni ed è originario di
Barcellona Pozzo di Gotto, è
quello di andare presto col
bimbo a Vinovo per incontrare la
Juventus.
7 giugno 2017
Fonte:
Video.repubblica.it
Federico, il giovane
messinese che ha protetto il
piccolo Kelvin
di Tiziana Caruso
Oggi il ministro
dell'Interno Marco Minniti sarà
a Torino e, dopo aver fatto il
punto sulle attività di
sicurezza, incontrerà anche il
giovane Federico Rappazzo,
militare e studente di
infermieristica, immortalato
mentre col corpo faceva da scudo
al piccolo Kelvin, il bimbo
cinese di sette anni travolto
dalla folla in preda al panico a
piazza San Carlo durante la
finale di Champions League.
Federico è originario di una
minuscola frazione di
Castroreale, nel Messinese, che
si chiama Bafia e conta meno di
650 anime. I suoi genitori sono
entrambi nati e cresciuti nel
piccolo centro: il papà, Santo,
è maresciallo dell'Esercito
mentre Federico è nato a
Barcellona, ma ha quasi sempre
vissuto a Torino. È legatissimo
alla sua terra dove torna ogni
volta che può, quasi sempre
d'estate. Ma, soprattutto, è
legatissimo alla sua famiglia,
in particolare alla nonna che
abita ancora nel paesino della
zona tirrenica. "Sono orgoglioso
di quello che ha fatto - ha
commentato ieri il papà - spero
che continui sempre su questa
strada. Ma il gesto non mi
sorprende, Federico è stato da
sempre un ragazzo posato e
responsabile, in questo
l'Esercito lo ha forgiato
sicuramente e anche il fatto di
essere cresciuto in una famiglia
di militari, di avere vissuto le
caserme". Isak Nokho, Mohamed
Diop e Federico sono stati gli
uomini giusti al momento giusto:
quelli che tra il panico
generale hanno mantenuto sangue
freddo e tanta umanità.
In
piazza per la squadra del cuore,
Federico ha seguito la sua
passione per il calcio e per la
Juve, un "amore" nato sin da
quando era piccolo e cresciuto
assieme a un particolare
istinto, quello di aiutare gli
altri. Al punto tale che oltre
ad essersi arruolato a 19 anni
nell'Esercito italiano, Federico
ha deciso di sviluppare un'altra
attitudine: assistere gli altri.
E così che ha deciso di
intraprendere il corso di studi
in infermieristica alle
Molinette, dove gli manca ancora
qualche materia alla laurea. Un
diploma al liceo scientifico di
Torino, poi l'arruolamento nel
2008 in ferma prefissata di un
anno ed oggi il giovane è in
forza alla Brigata Alpina
Taurinense. "Ero in viaggio per
tornare a Bafia quando ho saputo
quello che stava accadendo a
Torino - continua a raccontare
il papà - sapevo che Federico
era lì e l'ho chiamato subito,
lui mi ha detto solamente "Sto
bene, tranquillizzati. Sto
aiutando gli altri" e poi ha
staccato".
Quel secondo in cui Federico ha
fatto da scudo a Kelvin è
diventato un'immagine virale, ma
è tutto quello che è successo
dopo che dà il senso di
"quell'abbraccio".
"Fortunatamente Federico in quel
frangente sapeva come muoversi -
racconta lo zio Domenico
Rappazzo, commissario di polizia
- Ci ha raccontato che aveva
sollevato il capo del bambino,
la sua paura è stata che quel
bimbo gli morisse tra le
braccia, ma ha avuto la
freddezza di portarlo vicino ad
un'ambulanza e di seguirlo fino
in ospedale, dove è rimasto
quasi fino alle 4 del mattino".
"Non penso di aver fatto nulla
di eccezionale. Ho notato un
bambino che soffriva e gli ho
dato una mano. Con me c’erano
altre persone, non ero solo. La
cosa più importante e urgente
era portarlo in ospedale. Ho
cercato di farlo in sicurezza.
Ora spero che tutto vada bene".
Sono state queste le prime
dichiarazioni rese da Federico
subito dopo la notte di piazza
San Carlo. Un gesto "normale",
quella normalità capace di
rendere il mondo migliore.
7 Giugno 2017
Fonte:
Messina.gazzettadelsud.it
© Fotografia: Diariodelweb.it
DOPO I FATTI DI
PIAZZA SAN CARLO
Migliorano le condizioni
di Kelvin, nelle prossime ore il
trasferimento in Degenza
di Andrea Abbattista
Presto il bambino di
sette anni lascerà il reparto di
Rianimazione. Le sue condizioni
sono nettamente migliorate da
sabato sera, anche se resta in
prognosi riservata. Stabili le
due donne ricoverate al Regina
Margherita.
TORINO
- Arrivano buone notizie
dall’ospedale Regina Margherita.
Le condizioni di Kelvin, il
bambino cinese di sette anni
travolto dalla folla sabato sera
in piazza San Carlo, sono in
miglioramento. Dopo che i medici
lo hanno risvegliato dal coma lo
hanno tenuto sotto osservazione
in Rianimazione e, visto
l’ulteriore miglioramento delle
condizioni cliniche, nelle
prossime ore sarà trasferito nel
reparto di Degenza. Una notizia
appresa in lacrime dalla
famiglia del bambino che non ha
mai lasciato l’ospedale per
rimanergli sempre vicino. La
prognosi per il momento resta
ancora riservata.
Stabili le due donne alle
Molinette - Tra i feriti più
gravi della folle notte della
finale di Champions League ci
sono anche le due donne
ricoverate all’ospedale
Molinette. Le condizioni di
entrambe restano stabili e sono
ancora sotto monitoraggio nel
reparto di Rianimazione. Una
delle due, la donna di 63 anni,
è stata operata nel pomeriggio
di ieri con un intervento di
stabilizzazione della colonna
cervicale a seguito di una
sopraggiunta instabilità della
stessa. Alle 19 è uscita dalla
sala operatoria con l’intervento
che è tecnicamente riuscito.
7 Giugno 2017
Fonte:
Torino.diariodelweb.it
© Fotografia: Fanpage.it
Torino: esce
dalla rianimazione Kelvin, il bimbo
schiacciato dalla folla
in piazza San Carlo
di Erica Di Blasi
Lievi miglioramenti per
la ragazza di 28 anni ricoverata
alle Molinette, ancora gravi le
altre due donne. L'arcivescovo
Nosiglia in visita ai feriti:
"Si è detto che si è sfiorata la
tragedia. No: è una tragedia".
Continuano a migliorare le
condizioni di salute di Kelvin,
il bambino di 7 anni travolto
dalla folla in piazza San Carlo,
a Torino, durante l'ondata di
panico scatenatasi sabato sera
davanti al maxischermo in
occasione della finale di
Champions. Il piccolo, di
genitori cinesi, ricoverato al
Regina Margherita di Torino per
un trauma cranico e toracico, è
stato trasferito nel pomeriggio
dal reparto di rianimazione a
quello di chirurgia del Regina
Margherita. Oggi ha fatto
pranzo: una pasta in bianco,
prosciutto, puré. Un suo
amichetto è arrivato fino alla
porta del reparto di terapia
intensiva, ma i bambini in
visita non possono entrare. Sono
oltre venti, comunque, le
letterine che gli sono arrivate
dai suoi compagni di scuola.
Appesa al letto ha anche una
maglia della squadra di calcio
dove gioca, con tutte le firme
degli altri piccoli calciatori.
Non si ricorda ancora bene
quello che è successo. "Papà,
perché ho questa ferita alla
testa ?" - ha domandato dopo
essere svegliato dal coma
farmacologico.
Accanto a lui ci sono
sempre i genitori e la sorella.
Non vede l'ora di uscire
dall'ospedale. I tempi di
guarigione, però, si prospettano
lunghi: "Ci hanno detto anche
sei mesi - spiega il padre - ma
lui è un bambino forte: migliora
di giorno in giorno". Tifoso
della Juve, Kevin a casa si
diletta suonando il pianoforte.
Va a scuola, alla Montessori di
Moncalieri, dove frequenta la
seconda elementare, e gioca a
calcio. "Non sente il dolore -
racconta ancora il papà -
Continua a chiedere quando potrà
tornare a casa. Ha di nuovo
appetito, questo è importante.
Gli abbiamo regalato il
modellino di una Ferrari,
l'altra sua grande passione
oltre alla Juve".
Lievi miglioramenti anche per la
ragazza di 26 anni ricoverata in
rianimazione alle Molinette: la
prognosi resta comunque
riservata. Infine, ancora gravi
seppur stabili le condizioni di
salute delle due donne di 38 e
63 anni, ricoverate
rispettivamente al San Giovanni
Bosco e alle Molinette.
In visita ai feriti nei vari
ospedali è andato oggi anche
l'arcivescovo di Torino, Cesare
Nosiglia. Quanto accaduto sabato
sera in piazza San Carlo durante
la finale di Champions League è,
secondo Nosiglia, "un monito a
sentirci tutti più responsabili
e corresponsabili".
L'arcivescovo lo ha detto
all'uscita dall'ospedale San
Giovanni Bosco dove è andato al
capezzale della donna di 38
anni. "In questi giorni - ha
detto Nosiglia - si è ripetuto
che avrebbe potuto essere una
tragedia senza rendersi conto
che lo è stata. Non è il numero
a determinare il peso negativo
delle conseguenze sulle persone,
anche solo una persona coinvolta
diventa una tragedia". Per
l'arcivescovo, bisogna dunque
"assumere tutti le
responsabilità perché cose del
genere non succedano più e in
futuro prestare maggiore
attenzione e impegno nel
programmare certe situazioni che
possono anche sembrare molto
facili ma oggi - ha aggiunto -
non si può dare nulla per
scontato". Monsignor Nosiglia ha
invitato quindi a "pensare alle
conseguenze tragiche che qui si
vedono in concreto. La mia
visita, che oggi porterò anche
agli altri due feriti - ha
proseguito - vuole essere un
segno di solidarietà e
vicinanza. Al Signore ho chiesto
di far arrivare alla ragazza la
sua voce di amicizia e speranza
mentre ai genitori ho ricordato
che l'affetto e l'amore sono un
lievito per chi lo dà e per chi
lo riceve. La situazione è
difficile - ha concluso - siamo
nelle mani dei medici e di Dio e
la speranza è sempre l'ultima a
dover essere abbandonata".
8 giugno 2017
Fonte: La Repubblica
© Fotografia: Diariodelweb.it
Dybala chiama
Kelvin il bimbo ferito in piazza San Carlo e gli
regala la sua maglia.
Il bambino: "Quando
vieni trovarmi ?"
"Quando
vieni a trovarmi ?". È la
richiesta di Kelvin, il bimbo
cinese ricoverato da nove giorni
per le lesioni riportate nella
calca di piazza San Carlo a
Torino nella serata della finale
di Champions, all’attaccante
argentino della Juventus Paulo
Dybala. Stamane, infatti,
l’argentino ha videochiamato il
bambino e gli ha fatto
consegnare da un rappresentante
della società bianconera una sua
una maglietta. "Devi darmi dei
consigli per diventare bravo
come te", ha scherzato Kelvin
con il suo idolo. Il bimbo,
spiegano i genitori, verrà
dimesso nei prossimi giorni.
8 giugno 2017
Fonte:
Quotidianopiemontese.it
Torino: Dybala
regala la sua maglia al piccolo
Kelvin, calpestato e poi
salvato in piazza San Carlo
di Erica Di Blasi
La Juve in visita al
giovanissimo tifoso: ancora
quattro i ricoverati dopo il
disastro con 1527 feriti.
È stata
sciolta la prognosi del bimbo
ricoverato al Regina Margherita.
Kelvin Liu, 7 anni, di origini
cinese, nei prossimi giorni
verrà dimesso. In mattinata la
Juventus ha fatto visita al
bimbo in reparto al Regina
Margherita: ha ricevuto in
regalo la maglietta di Paulo
Dybala, che tanto desiderava, e
con lui ha chiacchierato al
telefono. Il goleador argentino
nel pomeriggio ha anche
pubblicato un tweet con la foto
di Kelvin che mostra orgoglioso
la maglia: "Tu hai tifato per
noi, io ho tifato per te: felice
che stai bene Kelvin, è stato
bello parlare con te !!". Sono
in costante miglioramento anche
le condizioni della ragazza di
26 anni, Francesca, ricoverata
nella Rianimazione universitaria
delle Molinette.
Nei prossimi giorni verrà
trasferita in un altro reparto.
La donna di 63 anni, Marisa, in
Rianimazione ospedaliera delle
Molinette è stabile. Nei giorni
scorsi era stata operata. La più
grave di tutti resta Erika
Pioletti, 38 anni di
Domodossola. È al San Giovanni
Bosco in terapia intensiva. Ci
vorrà una settimana per capire
se ha subito o meno danni
neurologici. È in coma
farmacologico. In piazza San
Carlo era andata per fare
compagnia al fidanzato.
12 giugno 2017
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Quotianopiemontese.it
Kelvin nei
prossimi giorni sarà dimesso:
questa mattina la
telefonata di Dybala
di Alessandro Mondo
In costante
miglioramento le condizioni di
Francesca, al San Giovanni Bosco
Erika resta invece sedata.
TORINO
- Ultimi giorni di ospedale per
Kelvin, il piccolo tifoso cinese
bianconero travolto dalla calca
in piazza San Carlo: i medici
hanno sciolto la prognosi del
bimbo di sette anni, ricoverato
presso il reparto di chirurgia
del Regina Margherita, a breve
verrà dimesso. Questa mattina,
lunedì 12 giugno, un
rappresentante della Juventus
gli ha fatto visita: il piccolo
paziente ha ricevuto in regalo
la maglietta di Paulo Dybala,
con cui ha avuto modo di
chiacchierare per qualche minuto
al telefono. In costante
miglioramento le condizioni di
Francesca, la ragazza di 26 anni
curata alle Molinette: nei
prossimi giorni verrà trasferita
in un reparto di degenza,
l’anticamera del ritorno a casa.
Stabili le condizioni della
donna di 63 anni ricoverata nel
medesimo ospedale. Al momento
nessuna novità per Erika, la
donna di Domodossola sedata nel
reparto di rianimazione del San
Giovanni Bosco.
13 giugno 2017
Fonte: Lastampa.it
Kelvin è
tornato a casa: "Finalmente posso riprendere a
giocare"
di Alessandro Mondo
Oggi è stato dimesso il
piccolo tifoso bianconero
travolto dalla calca in piazza
San Carlo: tra Mauriziano,
Molinette e San Giovanni Bosco
restano ricoverate quattro
donne.
TORINO
- È stato dimesso Kelvin, il
piccolo tifoso cinese bianconero
reduce dalla terribile serata
vissuta in piazza San Carlo:
oggi il ritorno a casa,
conseguenza del rapido e
costante miglioramento. "Non
vedeva l’ora - racconta la
mamma, reduce dal reparto di
Chirurgia del Regina Margherita
e finalmente sollevata - La
prima cosa che ha detto è che
voleva mettere in ordine i suoi
giochi".
Chissà se e cosa ricorda
della prova che ha dovuto
affrontare. Di sicuro non potrà
dimenticare la telefonata via
Skype con Paulo Dybala, il
giocatore preferito della
squadra del cuore, e la
maglietta della Juve, la sua
passione con la Ferrari. Men che
meno, il rapporto di amicizia
instaurato con i due ragazzi che
lo hanno strappato alla calca e
gli hanno prestato i primi
soccorsi: Federico Rappazzo e
Mohammad Guyele. Anche la sua
famiglia, alla pari di altre, si
prepara a chiedere il
risarcimento. Le dimissioni di
Kelvin sono una buona notizia
che allevia il bilancio,
comunque pesante, di sabato 3
giugno: Laura (41 anni) e
Francesca (26), ricoverate
rispettivamente al Mauriziano e
alle Molinette, si stanno
riprendendo; stabili le
condizioni della donna di 64
anni anche lei in cura alle
Molinette; continua la sedazione
per Erika, la trentottenne di
Domodossola assistita al San
Giovanni Bosco.
13 giugno 2017
Fonte: Lastampa.it
© Fotografie:
Ansa.it - Sky.it
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