Riunione
dell'Osservatorio dopo
l'incidente costato la vita al
tifoso del Parma. Più controlli
su autostrade, limiti alle
trasferte e accelerare il
progetto "card".
"Quel bus non doveva
fermarsi lì"
Viminale, giro di vite
sui tifosi
Indagato per omicidio
colposo l'autista che ieri
conduceva il pullman degli
juventini. Nominato un perito
per esaminare il mezzo.
All'interno trovati cocci di
bottiglie e pietre.
ROMA - Controlli
rafforzati sulle autostrade,
ulteriori limiti alle trasferte
delle tifoserie più violente,
accelerazione del progetto della
"card" del tifoso. Sono i tre
punti chiave di quanto deciso
dall'Osservatorio nazionale
sulle manifestazioni sportive
del Viminale, all'indomani del
tragico incidente costato la
vita a Matteo Bagnaresi.
Indagato per omicidio colposo
(Omissis), l'autista che ieri
conduceva il pullman di tifosi
bianconeri che ha travolto e
ucciso il tifoso del Parma.
Nominato un perito per esaminare
il mezzo. La riunione
inizialmente era stata convocata
per affrontare partita di
Champions Roma-Manchester di
domani sera e che è giudicata a
rischio incidenti. E infatti
l'Olimpico sarà off limits per i
tifosi ubriachi. È questa la
seconda decisione presa
dall'Osservatorio nazionale
sulle manifestazioni sportive.
Il comunicato
dell'Osservatorio - La riunione
dell'Osservatorio nazionale
sulle manifestazioni sportive
del Viminale, inizialmente
convocata per la partita di
Champions, Roma-Manchester, di
domani sera, "si è soffermata
sui fatti avvenuti ieri
nell'area di servizio dell'A 21
in provincia di Asti, ove è
rimasto ucciso Matteo Bagnaresi,
tifoso del Parma", si legge in
una nota. "In ragione di ciò -
prosegue il comunicato - sono
stati considerati alcuni punti
relativi alle attività
intraprese dall'Osservatorio e
riguardanti le trasferte delle
tifoserie". In particolare sarà
accelerato il progetto già
avviato della tessera del tifoso
per poter acquistare il
biglietto. Proseguiranno gli
incontri con le tifoserie
organizzate, limitando la
trasferta alle tifoserie "che
non hanno ancora manifestato
un'adeguata maturità sportiva".
E ancora "il Piano operativo di
sicurezza per il transito delle
tifoserie sulla rete
autostradale".
Sosta non prevista - A
questo proposito gli inquirenti
fanno sapere che l'area di
servizio "Crocetta Nord", dove
ieri si è verificato
l'incidente, non era tra quelle
individuate per la sosta del
tifo organizzato durante le
trasferte e, quindi, non era
prevista la presenza di forze
dell'ordine. Dunque
"l'intervento della polizia è
stato tempestivo" e che "la
prima preoccupazione è stata
quella di garantire l'ordine
pubblico, visto che tra i tifosi
stava crescendo l'ira". La
presunta aggressione e la
partenza precipitosa del bus non
è stata preceduta da alcuna
chiamata alle forze dell'ordine
che potesse fare scattare un
allarme preventivo. A Crocetta
Nord si erano fermati il pullman
di tifosi bianconeri proveniente
da Crema, con 25 persone a
bordo, due pullman di tifosi
emiliani, in prevalenza famiglie
e comunque tra di loro non vi
era nessun ultras. La situazione
di calma è cambiata quando
nell'area di servizio è arrivato
il pullman carico di Boys del
Parma.
Le indagini - Il
sostituto procuratore di Asti,
Massimo Casucci, ha nominato un
perito per esaminare il pullman
dei tifosi juventini. Il mezzo è
stato posto sotto sequestro.
Dopo un primo esame del suo
interno la polizia ha trovato
cocci di bottiglie di vetro,
pietre ed ammaccature. "Una
situazione critica".
L'investimento si sarebbe
verificato perché si era creata
quella che gli inquirenti
definiscono "una situazione
critica" e per questo la
posizione dell'autista del
mezzo, (Omissis), indagato per
omicidio colposo, "potrebbe
alleggerirsi", come ha detto il pm di Asti. L'autista - secondo
le testimonianze raccolte dagli
inquirenti - ha percepito una
situazione di pericolo e si è
praticamente dato alla fuga per
evitare ulteriori problemi per i
passeggeri e il pullman. La
dimostrazione della "criticità"
della situazione sarebbe
confermata dal fatto che sul
pullman non sono riusciti a
risalire tre o quattro tifosi
juventini che erano ancora nei
bagni dell'area di servizio. Il
magistrato ha confermato che
l'inchiesta è ancora in corso e
che si stanno sentendo testimoni
estranei alle due tifoserie. Gli
inquirenti sono anche in attesa
dei risultati dell'autopsia
della vittima prevista per
domani, quando saranno esaminati
pure gli indumenti indossati dal
tifoso. Qualcuno avrebbe infatti
detto che Matteo Bagnaresi al
momento dell'investimento
indossava un passamontagna. Pare
invece che avesse una felpa con
cappuccio. Inoltre sarebbe stato
anche visto maneggiare una
cinghia. In effetti al momento
del recupero del cadavere i
pantaloni non avevano la
cinghia.
Roma-Manchester - Ora,
ovviamente, tutti gli occhi sono
puntati su Roma-Manchester di
domani sera. L'osservatorio del
Viminale fa sapere che è "già
attivo" il piano di sicurezza
per l'accoglienza nella capitale
dei circa 4.000 tifosi inglesi
che domani seguiranno la gara di
Champions. Nella capitale ci
saranno anche poliziotti dal
Regno Unito "per coadiuvare i
colleghi italiani". Nel corso
della riunione "è stato
ricordato che il "regolamento
d'uso" dello stadio vieta
l'accesso a chi si trovi in
stato di ebbrezza".
31 marzo 2008
Fonte: Repubblica.it
© Fotografia: Gazzettadiparma.it
Il tifoso ucciso. La
ricostruzione dell'incidente.
L'autista temeva
un'aggressione
di Renato Botto
ASTI - Un tragico
incidente sì, ma dettato dalla
paura per l'aggressione di un
gruppo di tifosi che si erano
avvicinati minacciosamente
("armati di bottiglie e cinghie"
secondo alcune testimonianze) al
pullman dei tifosi bianconeri.
La ricostruzione del dramma di
domenica, nel quale ha perso la
vita Matteo Bagnaresi, il
ventottenne tifoso ultrà del
Parma investito e ucciso dal
torpedone carico di tifosi della
Juventus (ma non ultras) guidato
da (Omissis), è ormai
definita. Gli interrogatori di
tifosi e testimoni sono comunque
ancora in corso.
I
sostenitori bianconeri
ribadiscono di essere stati
aggrediti "con calci e pugni
sulle fiancate del bus, lancio
di bottiglie", mentre gli ultras
parmensi respingono l'accusa di
aggressione: "Non c' è stata
battaglia". La zona
dell'investimento non era
ripresa da telecamere. Finora
l'unico indagato, per omicidio
colposo, è l'autista, ma presto
potrebbero essercene altri,
qualcuno fra i compagni di
Matteo. Se verrà confermata
l'aggressione, dicono in procura
ad Asti, la posizione di
(Omissis)
si "alleggerirà". Nella stazione
di servizio "Crocetta nord" a
Castello d'Annone (Asti), sulla
A21, alle 12.45 di domenica, a
poche ore da Juventus-Parma, è
successo qualcosa di improvviso
ed imprevedibile. L'incrocio tra
un pullman di "Boys" giallo-blu,
non scortato dalle forze
dell'ordine, e uno di juventini
ha sconvolto, secondo quanto
emerge dall'inchiesta condotta
dalla Procura di Asti, la calma
nell'area di sosta dove erano
fermi altri pullman di tifosi
delle due squadre e numerose
auto. Dagli sfottò al tentativo
di aggressione il passo è stato
brevissimo. Proprio per questo
(Omissis), temendo danni più gravi,
è partito di scatto,
"dimenticando" quattro
passeggeri nella toilette. Nella
concitazione non si sarebbe
neppure accorto di investire
Bagnaresi, schiacciato e ucciso
sul colpo dal pesante mezzo che
si è poi fermato qualche
centinaio di metri più ad ovest
sulla corsia d'emergenza
dell'autostrada. La vittima è
stata soccorsa da una ragazza,
un'altra tifosa del Parma, ma è
stato smentito che avesse un
passamontagna calato sul viso.
Si trattava, invece, del
cappuccio legato alla felpa.
Qualcuno dice che agitasse una
cintura, forse quella che
mancava dai suoi pantaloni. Una
circostanza che però deve
trovare ancora conferme. Massimo
Casucci, il sostituto
procuratore di Asti titolare
dell'indagine, ha escluso che
nell'area di servizio siano
state sequestrate armi proprie o
improprie: "Solo pezzi di
bottiglie di vetro". Proprio
quei frammenti, alcuni dei quali
finiti all'interno del pullman
(sequestrato in un'officina di
Asti), saranno analizzati da un
perito nominato dalla Procura
astigiana. La scientifica ha
anche cercato impronte sulla
carrozzeria ammaccata. Disposta
l'autopsia sul corpo di
Bagnaresi, che sarà eseguita
oggi. Ieri i vertici della Digos
di Asti sono stati in trasferta
a Parma, dove dovrebbero restare
anche oggi, per proseguire gli
interrogatori dei tifosi del
Parma. La posizione dell'autista
potrebbe essere alleggerita se
verrà confermato l'assalto al
bus partito da Crema. "Il
conducente del pullman lombardo
- hanno spiegato gli inquirenti
- ha percepito una situazione di
grave pericolo che l'ha indotto
alla fuga. Ma non appena è stato
avvertito, dai suoi stessi
passeggeri, che aveva investito
un uomo, ha immediatamente
fermato il mezzo e ha fornito
agli investigatori un'esauriente
spiegazione". Al momento, non è
previsto un nuovo interrogatorio
di (Omissis). Ieri, alla stazione
di servizio sulla A21, si sono
fermati alcuni tifosi, che hanno
appeso alle colonnine di
sostegno della pompa di benzina
fiori e sciarpe (tra le altre
una dei Drughi bianconeri ed una
degli ultras della Sampdoria),
scritto messaggi di ricordo per
"Bagna". Ci sono stati momenti
di tensione quando alcuni tifosi
da Parma hanno apostrofato una
troupe di Mediaset: il più
agitato ha colpito con uno
schiaffo una telecamera.
1 aprile 2008
Fonte: Americaoggi.info
"Un’azione violenta"
E l’autista scappò
di Francesco Bramardo
Il tentativo di
aggressione avrebbe spinto
(Omissis) ad agire in fretta.
Niente immagini: telecamere
della stazione di servizio
guaste da un anno.
DAL NOSTRO INVIATO. ASTI
- Due sciarpe intrecciate con i
colori della Juve e del Parma, a
due passi dal luogo dove Matteo
Bagnaresi è stato travolto da un
pullman in fuga. Il giorno dopo,
la calce bianca delinea i
contorni dell’incidente: mazzi
di fiori, biglietti di amici,
l’ultimo saluto dei "Boys"
ricoprono la pompa di benzina
della Q8 sulla piazzola Crocetta
nord. Il giorno dopo è un via
vai di testimoni dalle aule
della Procura di Asti. Ci sono
da ricostruire la dinamica
dell’investimento e i gradi di
colpevolezza dell’autista del
pullman che ha travolto un
ragazzo di 27 anni. (Omissis),
difeso dall' avvocato Trombetta
di Asti, è accusato di omicidio
colposo: è tornato a casa, ma è
ancora sotto choc. Il pm Massimo
Casucci vuole capire se la
tragedia poteva essere evitata,
se ci sia stata provocazione, se
esistessero i presupposti di
un’aggressione e di una fuga
repentina. Decina - Se così
fosse, verrebbe meno l’accusa di
omicidio colposo ed altri
dovrebbero rispondere della
morte di Matteo: sono stati
identificati un centinaio di
tifosi del Parma, quelli che
avrebbero scatenato il caos
sarebbero 4-5. Secondo quanto
raccolto dal magistrato, non ci
sarebbero stati tafferugli tra
le tifoserie, ma un tentativo di
aggressione, "un’azione violenta
unidirezionale" tale da spingere
l’autista ad agire in tutta
fretta, in linea con la
deposizione di (Omissis). "Ho
visto che dei ragazzi si
rincorrevano, urlavano, mi
dicevano di partire con le porte
aperte. Stavo guardando la porta
e un ragazzo che era metà dentro
e metà ancora fuori, non mi sono
accorto di nulla sul lato, non
l’ho visto, se rimanevamo lì ci
linciavano e mi sono fermato
poco più in là": così l’autista,
rientrato a casa domenica a
tarda notte. Il padre Luigi e la
moglie Monica parlano di
tentativo di aggressione e
aggiungono: "Siamo vicini alla
famiglia di Matteo, anche noi
distrutti dal dolore". E pensare
che la "(Omissis) noleggio pullman"
di Bariano (Bergamo) non era
solita accompagnare i tifosi.
Bottiglie e pietre - Non sarà
facile per gli inquirenti
ricostruire i fatti. Le
telecamere esterne della
stazione di servizio sono guaste
da un anno. Stefano Mulè,
titolare dell’autogrill, e
Roberto, il benzinaio, hanno
dichiarato alla Digos di non
avere visto niente di utile. Gli
investigatori dovranno usare le
testimonianze dei clienti
dell’autogrill (ieri interrogati
in Procura, ad Asti) e le
perizie sull' autobus. Il
sostituto procuratore, Massimo
Casucci, ha nominato infatti un
perito per esaminare il mezzo
posto sotto sequestro e
parcheggiato nel deposito
dell’ASP (Azienda Servizi
Pubblici) a Valbella di Asti.
All' interno del bus,
visibilmente ammaccato,
sarebbero stati rinvenuti cocci
di bottiglia e pietre. L'
autopsia è prevista per domani.
1 aprile 2008
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
Ultrà del Parma sotto
torchio
Sul bus segni
dell’aggressione
di Niccolò Zancan
ASTI - Il pullman,
innanzitutto. Il Volvo beige che
ha travolto Matteo Bagnaresi, il
tifoso ucciso domenica scorsa, è
parcheggiato nel deposito Aci di
Isola d' Asti. I rilievi della
scientifica raccontano quello
che è successo prima della
tragedia. C' è il segno di una
cinghiata sulla fiancata destra.
Due bozzi in corrispondenza
della porta anteriore. Manate
sul parabrezza. Mentre fra i
sedili sono stati raccolti cocci
di almeno due bottiglie di
birra. Ora è ufficiale. L'
indagine sulla morte di Matteo
Bagnaresi, 28 anni, ultrà del
Parma, segue un doppio corso. Lo
sfondo è identico: autogrill
Crocetta Nord sull' autostrada
Torino-Piacenza. Ma da un lato
c' è l’incidente, per cui
procede la stradale di
Alessandria, con l’autista del
pullman (Omissis) indagato a
piede libero per omicidio
colposo. Dall' altro si tratta
di chiarire la dinamica che ha
innescato l’incidente stesso.
"Stiamo cercando di attribuire
responsabilità precise ai
singoli gesti", dice un
investigatore. Incrociare
impronte, riconoscimenti
fotografici e testimonianze. Non
sarà facile. Di questo si occupa
la Digos di Asti, coordinata dal
pm Massimo Casucci. Ieri, per
tutto il giorno, gli agenti agli
ordini del vicequestore
Gianfranco Vaccaneo sono stati a
Parma. Hanno sentito e
fotografato i compagni di
viaggio di Matteo Bagnaresi.
Viaggiavano su due pullman da 54
posti. Tutti ultrà dei Boys, che
adesso sono in lutto. "Nessuno
deve permettersi di
strumentalizzare la morte di
Matteo - ripetono - è stato un
tragico incidente". Anche il
padre, Bruno Bagnaresi, dice:
"Matteo è morto in un incidente
che poteva capitare a chiunque".
La polizia ritiene di no. La
versione ufficiale ora è questa:
"Una situazione critica ha
preceduto l’investimento". In
forma ufficiosa si può capire
meglio: "La deposizione
dell’autista (Omissis) ha
trovato conferme. C' è stata
un’aggressione deliberata da
parte dei Boys del Parma nei
confronti del gruppo di tifosi
della Juventus in arrivo da
Crema. Erano una trentina, tutti
bardati da battaglia, con
sciarpe e cappucci". Ecco un
testimone terzo, Giancarlo R, 51
anni, torinese, lui era fermo in
autogrill: "Quelli del Parma si
sono messi a correre subito.
Volavano bottiglie. Per lo
spavento sono salito in auto. Ma
è lì che ho visto il pullman
della Juventus scattare e poi,
dietro, quel ragazzo sull'
asfalto. In testa aveva un
passamontagna". Per la polizia,
più probabilmente, era il
cappuccio della felpa. Di sicuro
aveva la cinghia sfilata dai
pantaloni, come racconta l’unica
persona che ha cercato di
soccorrerlo. Manuela M, 32 anni,
volontaria della Croce Verde di
Felizzano, domenica alle 12,35
era dietro al bancone del bar
"My Chef": "I tifosi urlavano.
Sono corsa fuori. Ho tentato, ma
polso e battito erano assenti".
La cintura ? "Era vicina al
corpo". Il gestore del
distributore Q8, Mauro Sacchi,
conferma che le sue telecamere
sono inutili: "Puntano solo
l’uscita dall' autogrill".
Conferma anche un altro dato
importante: "Quattro tifosi
della Juventus sono rimasti in
bagno, abbandonati dal pullman
che aveva causato l’incidente".
Forse una prova del panico
descritto dall' autista: "Sono
partito con le porte aperte".
Ieri, per tutto il giorno, foto
ricordo e sciarpe appese alla
pompa di benzina. Anche quella
dei Drughi della Juventus. Anche
una maglietta del collettivo
antifascista. Fiori e scritte
per Matteo: "Ciao Bagna, sarai
sempre il mio Elfo matto. E mo'
occupagli il paradiso".
1 aprile 2008
Fonte: La Repubblica
(Testo © Fotografia)
Le indagini. Sul bus i
resti di bottiglie in frantumi,
tracce di colpi sulla fiancata.
Tifoso morto, un
testimone: ho visto l'assalto al
pullman
di Mario Porqueddu
I tifosi non dovevano
fermarsi nell' area di Asti. A
parlare con gli inquirenti una
persona che non fa parte né
dell’una né dell’altra
tifoseria.
ASTI - C' è almeno una
persona che ha visto cosa è
successo nei minuti che hanno
preceduto la morte di Matteo
Bagnaresi e negli attimi
immediatamente successivi. È il
"testimone terzo" che gli
inquirenti cercavano. Non fa
parte delle due tifoserie che si
sono incrociate nell' Autogrill
Crocetta Nord e quindi può
offrire una versione dei fatti
imparziale. Le sue parole
confermano nella sostanza il
racconto dell’autista che ha
investito e ucciso il giovane
tifoso gialloblù. E avvalorano,
assieme ai racconti di altri
tifosi sentiti ieri, la
ricostruzione che parla di un
attacco dei Boys parmigiani
contro i supporter della
Juventus. "È stata
un’aggressione deliberata", ha
messo a verbale (Omissis),
l’autista. È partito con la
portiera aperta, mentre i
sostenitori bianconeri saltavano
a bordo. L' ultimo è rimasto
steso sui gradini, impediva a
(Omissis) sia di chiudere la porta
sia di ingranare la terza. Da
quella parte l’autista vedeva
avvicinarsi ragazzi con le
cinghie, tanto che ha fatto un
mezzo zig-zag per evitarli,
scartando a sinistra. Ieri il pm
incaricato delle indagini,
Massimo Casucci, ha spiegato che
"la situazione nell' autogrill
era critica". Resta da capire
chi l’ha provocata. I testimoni
hanno descritto il comportamento
di "gruppi di tifosi". Gli
uomini della Digos di Asti, con
l’aiuto dei colleghi di Parma e
Crema, stanno tentando di
risalire all' identità di chi
era presente nell' area di
servizio e, soprattutto, ai
singoli che hanno partecipato
all' aggressione. Si lavora sui
nomi raccolti dalla Polstrada
subito dopo la tragedia, sulle
matrici dei biglietti venduti ai
tifosi in trasferta, sulle foto
in possesso della Questura di
Parma e su quelle scattate nell'
area di servizio dopo la morte
di Bagnaresi. Gli inquirenti
vogliono attribuire a ogni nome
un volto, per poi mostrare le
foto a testimoni e tifosi
bianconeri. Altre indicazioni
verranno dai rilievi sul pullman
e dall' autopsia. Gli
investigatori aspettano anche
l’esito degli esami
tossicologici. Il Volvo color
crema della ditta (Omissis) è fermo
in un deposito dell’Aci a Isola
d' Asti. Sul lato destro della
carrozzeria ci sono segni di
colpi e tracce di schizzi che
fanno pensare a bottiglie ancora
piene volate contro le lamiere.
Dentro, sulla moquette, i cocci
di quelle che sono passate dalla
porta posteriore prima di
rompersi. La scientifica ha
trovato grumi di sangue del
ragazzo investito sotto al
parafango posteriore sinistro e
fra le due ruote gemellate e
rilevato impronte digitali sul
muso e sulla fiancata destra del
mezzo. Per il resto, ci sono
bottiglie di acqua e the piene a
metà, un libro di Dan Brown e un
giubbotto di jeans sul
portaoggetti non lontano dal
posto di guida, lo scontrino di
un autogrill e un Tuttosport
aperto su Lazio-Inter
abbandonati tra due braccioli. I
segni di quella che doveva
essere una trasferta normale.
1 aprile 2008
Fonte: Il Corriere della
Sera
Nuovi testimoni
confermano l’assalto al bus
di Francesco Bramardo
DAL NOSTRO INVIATO.
ASTI -
Giornata interlocutoria, si
direbbe in gergo, in attesa dei
risultati dell’autopsia del
medico legale Fabrizio Bison sul
corpo di Matteo Bagnaresi,
prevista per questa mattina all'
obitorio dell’ospedale di Asti.
L' inchiesta, condotta dal pm
Massimo Casucci, sulla morte del
"Boys" 27enne del Parma
investito domenica scorsa da un
autobus con a bordo tifosi
juventini, è sempre più
orientata ad avvalorare la tesi
della fatalità. L’investimento
sarebbe avvenuto per la fretta
dell’autista, (Omissis), di
mettere al sicuro i passeggeri
ed il pullman, oggetto di un
tentativo di aggressione. Il
conducente non si sarebbe
accorto del ragazzo. Lunedì
scorso agenti della Digos hanno
identificato a Parma il
centinaio di Boys presenti sulla
piazzola dell’autogrill Crocetta
al momento dell’incidente, ieri
è stata la volta delle
testimonianze di chi, in quel
momento, si trovava a sostare
sul luogo della tragedia. Volti
coperti - Le prime testimonianze
rese nelle Questure di residenza
(Rapallo, Faenza, Torino)
confermerebbero che un gruppetto
di ultrà del Parma con il volto
coperto da sciarpe avrebbe
rincorso alcuni tifosi
bianconeri e lanciato bottiglie
verso l’autobus. Da accertare,
tra l’altro, se la cintura
trovata a terra vicino al corpo
di Matteo sia stata sfilata dai
soccorritori o usata per
offendere. Nessun passamontagna,
ma volti coperti da sciarpe e
cappucci delle felpe secondo le
testimonianze dei presenti.
FUNERALI - Le esequie di Matteo
si svolgeranno sabato, dopo il
nulla osta del magistrato. All'
autopsia, prevista per questa
mattina, assisterà anche il
perito Antonio Osculati,
nominato dallo studio di
avvocati che difendono
l’autista. Solo oggi verranno
decise le modalità della
sepoltura e il luogo: Parma o
Imola, quest' ultima città d'
origine della famiglia
Bagnaresi. VOCE DI CAPITANO -
Falcone: "Fare punti anche per
ricordarlo" - PARMA - Giulio
Falcone, capitano del Parma
torna sulla tragedia di
domenica: "Siamo in un momento
brutto, per la morte di Matteo
proviamo dispiacere, rabbia,
tanti sentimenti contrastanti
che si provano in queste
situazioni, Matteo era un
ragazzo che tifava per noi,
tifava per il Parma. Adesso
abbiamo un motivo in più per
fare punti".
2 aprile 2008
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
L'autopsia conferma
Il pullman ha ucciso
Matteo
Schiacciamento del
torace: è questa la causa della
morte di Matteo Bagnaresi, il
27enne tifoso del Parma travolto
e ucciso domenica nell'area di
servizio Crocetta Nord dell'A21.
Sabato i funerali.
ASTI, 2 aprile 2008 -
Schiacciamento del torace.
Questa la causa della morte di
Matteo Bagnaresi, il 27enne
tifoso del Parma travolto e
ucciso domenica nell'area di
servizio Crocetta Nord dell'A21
da un pullman di tifosi
juventini. Lo ha stabilito
l'autopsia sulla salma del
ragazzo, effettuata in mattinata
presso la camera mortuaria
dell'ospedale di Asti dal medico
legale della Procura, da quello
della difesa e da quello di
parte civile, nominato dalla
famiglia di Matteo. SABATO I
FUNERALI - Secondo una prima
ricostruzione, il ragazzo
sarebbe stato colpito
dall'angolo anteriore sinistro
del pullman guidato da (Omissis) (indagato per omicidio
colposo), che ripartiva a una
velocità ritenuta bassa. Matteo
sarebbe quindi finito sotto il
mezzo, morendo per lo
schiacciamento del torace
causato dalla ruota posteriore.
Il pullman, in pratica, gli è
passato sopra mentre lui era a
terra. Adesso il corpo del
ragazzo sarà restituito alla
famiglia. Sabato i funerali.
CLIMA DIFFICILE - Intanto,
proseguono da parte degli
inquirenti le analisi sulle
ammaccature del pullman e gli
interrogatori, per cercare di
capire bene in quale scenario è
avvenuto il tutto. Da quanto
trapela, sembra che le
testimonianze di persone super partes (dipendenti del bar e
dell'area di servizio e passanti
testimoni oculari) stiano
confermando il fatto che tra i
tifosi del Parma e quelli della
Juve si fosse creato comunque un
"clima difficile".
2 aprile 2008
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
Funerali di Bagnaresi
Un testimone accusa:
"Bottiglie verso il bus"
di Sandro Piovani
PARMA - Silenzio e
rispetto, questo chiede la
famiglia Bagnaresi nel giorno
del funerale di Matteo, il
tifoso del Parma morto domenica
nell' area di servizio Crocetta
Nord, investito dal pullman di
tifosi juventini. Niente
telecamere o fotografi in
chiesa. Il funerale si terrà
alle 11, nella chiesa di Marore
della comunità di Betania, una
struttura per chi vuole uscire
dalla droga, Al funerale
parteciperà tutta la città. I
tifosi, e non solo del Parma, il
presidente Tommaso Ghirardi, i
dirigenti Andrea Berta, Gabriele
Zamagna e Alessandro Melli, poi
Coly, Pisanu, Morfeo e
Lucarelli. La salma di Matteo
sarà tumulata ad Imola, città d'
origine della famiglia
Bagnaresi. E domani il Parma,
dopo il minuto di silenzio,
giocherà col lutto al braccio.
Luca Bucci depositerà un mazzo
di fiori sotto la curva Nord dei
Boys. Dove solitamente c’era
anche Matteo: in sua memoria
resterà, sempre in curva Nord,
una targa. Il capo della Digos
di Asti, Gianfranco Vaccaneo, ha
interrogato un rappresentante di
commercio, testimone della
tragedia. Ha dichiarato di aver
visto i tifosi del Parma
lanciare bottiglie di vetro
contro il pullman degli
juventini.
5 aprile 2008
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
© Fotografia:
Ecodibergamo.it
Ultras ucciso, i
genitori: "Il risarcimento in
opere di bene"
di Stefania Parmeggiani
In piedi di fronte
all'autobus che lo ha travolto.
L'autista non poteva non averlo
visto. È questa la conclusione
del consulente della procura che
sta indagando sulla morte di
Matteo Bagnaresi. In attesa del
processo la famiglia fa sapere
che non terrà un euro
dell'eventuale risarcimento:
tutto sarà devoluto per dare
gambe alle idee del figlio. Di
fronte al pullman. Non dietro o
accanto alle ruote. Esattamente
davanti al parabrezza anteriore.
Le gambe leggermente divaricate
e i piedi ben saldi
sull’asfalto. Entrambe le mani
poggiate sul vetro, pochi
centimetri sopra il volante. Un
gesto di difesa o la voglia di
sbarrare la strada ai tifosi
bianconeri. In entrambi i casi
Matteo Bagnaresi era di fronte
all’autista, che non può non
averlo visto quando ha pigiato
l’acceleratore, travolgendolo e
uccidendolo nell'area di
servizio Crocetta Nord, al
chilometro 48 dell'A21
Piacenza-Torino prima della
partita Juventus-Parma. Il
consulente tecnico della procura
di Asti ha ricostruito gli
ultimi istanti di vita di
Bagnaresi, tifoso 28enne del
Parma, ravvisando nella dinamica
dell’incidente una rilevante
colpa dell’autista, l’imprudenza
di voler manovrare e scappare da
quell’area di servizio anche se,
di fronte a lui, c’era un
ragazzo non ancora trentenne.
Prima di decidere se archiviare
il fascicolo o se rinviare a
giudizio l’autista, la Procura
ascolterà altri testimoni,
tifosi del Parma e della
Juventus che hanno assistito
alla scena e che dovranno
ricostruire il quadro
ambientale, fornire elementi per
valutare se in quel piazzale vi
sia stata un’aggressione o dei
tafferugli che trovino nella
paura una giustificazione
plausibile alla guida
dell’autista e, quindi, alla
morte dell’ultras. Che si arrivi
in un’aula di tribunale è
ovviamente la speranza dei
genitori di Matteo. Bruno,
ingegnere in pensione della
Barilla, e Cristina, insegnante,
vorrebbero un processo che renda
giustizia alla morte del loro
unico figlio. Vorrebbero una
verità giudiziaria e sperano in
un risarcimento, ma solo perché
attraverso quei soldi potrebbero
dare gambe alle idee di Matteo.
Tramite l’avvocato Mario Bonati
fanno sapere che non hanno
intenzione di tenersi un solo
euro di un eventuale
risarcimento, ma di volere
destinare quei soldi, così come
tutti gli altri che saranno
raccolti in future iniziative,
alle idee del figlio. Che non
era solo uno sportivo, ultras
dei Boys ’77, ma anche un
idealista, "antagonista" in
prima linea quando c’era da
difendere i più deboli, i
senzatetto e gli sfrattati,
quando c’era da raccogliere
firme o scendere in piazza
contro la legge Fini-Giovanardi,
l'alta velocità o l'impianto di
smaltimento dei rifiuti che
secondo lui avrebbe finito per
distruggere la "food valley"
d'Italia. Temi politici, che
portava avanti con convinzione
insieme ai ragazzi del centro
sociale Mariano Lupo e nella
cooperativa in cui lavorava,
occupandosi di sicurezza sui
luoghi di lavoro. Stanno
pensando a un centro sociale per
giovani, a case di accoglienza
per immigrati o a scuole da
finanziare in quel sud del mondo
a cui Matteo Bagnaresi pensava
spesso. Stanno decidendo,
valutando ogni ipotesi, compresa
quella della Fondazione e di un
gemellaggio tra le curve negli
stadi italiani in occasione
dell'anniversario della morte.
Con un unico interesse: portare
avanti le idee del figlio, non
lasciare che muoiano insieme a
lui. Anche per questo sperano in
un processo, in una verità e in
un risarcimento che sia
solidale. Come avrebbe voluto
Matteo.
3 dicembre 2008
Fonte:
Parma.repubblica.it
I genitori di Bagnaresi:
"Vogliamo la verità sulla morte
di Matteo"
"Lotteremo perché
l'inchiesta sulla morte di mio
figlio non sia archiviata", dice
convinta Cristina, la madre di
Matteo Bagnaresi, il tifoso del
Parma 27enne schiacciato dalla
gomma di un pullman il 30 marzo
scorso in un'area di servizio
dell'A1, vicino ad Asti. La
perizia della procura di Asti
avrebbe accertato che Bagnaresi
era davanti al veicolo, con
entrambe le mani poggiate sul
vetro, pochi centimetri sopra il
volante, e l'autista non poteva
non vederlo. I familiari di
Bagnaresi hanno preannunciato
che eventuali risarcimenti
saranno destinati a realizzare
un centro culturale.
5 dicembre 2008
Fonte:
Gazzettadiparma.it
Parma: tifoso investito
l'autista lo vide
Matteo Bagnaresi, tifoso
del Parma investito e ucciso da
un autobus di juventini il 30
marzo nell' area di servizio
Crocetta Nord era davanti al bus
con le mani poggiate sul vetro,
pochi centimetri sopra il
volante, e l’autista non può non
averlo visto. È quanto
emergerebbe dalla relazione del
consulente della Procura di Asti
(notizia del sito di
Repubblica), che ravviserebbe
nella dinamica dell’incidente
una rilevante colpa
dell’autista.
5 dicembre 2008
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
PARMA - Matteo
Bagnaresi: chiusa l'inchiesta,
verso la richiesta di
rinvio a giudizio per l'autista
Schiacciato dalla ruota
del pullman. Mentre era fermo
davanti alla parte anteriore
sinistra del mezzo. Le mani
appoggiate sul vetro. Matteo
Bagnaresi morì il 30 marzo
scorso nell'area di servizio
Crocetta Nord dell'A11, a pochi
chilometri da Asti. Non arrivò
mai all'Olimpico di Torino per
vedere Juventus-Parma. È passato
quasi un anno. Tanto da far
temere ai genitori che il caso
potesse essere archiviato. Ma
l'altro ieri il pm di Asti,
Francesco Giannone, ha
depositato l'avviso di fine
indagine, contestando l'omicidio
colposo all'autista. Si va
dunque verso la richiesta di
rinvio a giudizio per (Omissis), 41 anni, bergamasco,
l'uomo che era alla guida del
pullman dei tifosi juventini.
"Si suppone che non abbia
prestato la necessaria
attenzione prima di ripartire: è
questa sostanzialmente la
convinzione dell'accusa"
spiega Ferruccio Rattazzi, il
difensore dell’autista. È lui
l'unico indagato: nessun altro è
stato posto sotto inchiesta.
6 Marzo 2009
Fonte:
Gazzettadiparma.it (Testo © Fotografie)
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