Asti, muore un tifoso
del Parma
I bianconeri: "Siamo
stati aggrediti"
di Bruno Persano
Matteo Bagnaresi era
stato allontanato per tre anni
dagli stadi L'autista: "Non mi
ero accorto di nulla". È
indagato per omicidio colposo.
ASTI - Muore un tifoso
del Parma investito da un
pullman di juventini nell'area
di servizio Crocetta vicino ad
Asti, sulla Torino-Piacenza. Le
due tifoserie erano dirette
all'Olimpico per assistere a
Juve-Parma. I bianconeri
raccontano di essere stati
aggrediti con spranghe e
bottiglie mentre erano fermi a
far carburante e a bere un
caffè. L'autista del pullman ha
preferito ripartire in fretta e
furia per evitare che le cose
degenerassero. Ma ha travolto
Matteo Bagnaresi, 28 anni,
figlio di un dirigente della
Barilla, colpito con lo spigolo
anteriore della carrozzeria.
L'autista è indagato per
omicidio colposo ma il
magistrato non ha disposto
l'arresto. Il pullman si ferma
un chilometro dopo. L'incidente
è avvenuto poco dopo le 12.30. È
stato il personale della
stazione di servizio a dare
l'allarme. L'autista si è poi
fermato in un'area di sosta un
chilometro più avanti. Agli
agenti della Stradale, e poi
agli inquirenti, ha raccontato
di non essersi neppure accorto
di aver investito il tifoso e di
essersi fermato perché alcuni
passeggeri del pullman gli hanno
detto che era accaduto qualcosa.
Per il questore di Asti Antonio
Nanni si è trattato di "un
tragico incidente" in cui "il
calcio non c'entra nulla".
"AGGREDITI CON SPRANGHE
E BOTTIGLIE" - I tifosi della
Juve raccontano che prima
dell'investimento alla Crocetta,
sono stati aggrediti da una
cinquantina di gialloblu: "Cento
contro dieci con spranghe e
bottiglie", raccontano agli
agenti. "Noi eravamo arrivati da
non più di cinque minuti. Due
pullman del Parma posteggiano lì
vicino e subito scendono e ci
aggrediscono. Da lontano ci
tiravano bottiglie senza che noi
gli avessimo detto nulla. Poi
sono arrivati anche gli altri
con le cinture. Siamo scappati
sul pullman. L'autista era
preoccupato; è partito con le
portiere ancora aperte perché
due ragazzi stavano salendo per
non essere aggrediti. Due
bottiglie di birra sono
scoppiate dentro il pullman: un
paio di ragazze sono rimaste
graffiate dalle schegge di
vetro. Nel partire, quel ragazzo
ci ha tagliato la strada e
l'autista l'ha colpito con lo
spigolo sinistro del pullman".
Ma perché non vi siete fermati
subito ? ha chiesto un cronista
ai tifosi juventini. Perché se
no ci ammazzavano".
PARLANO I TESTIMONI -
L'AMICO DELLA VITTIMA: "UN
CASO". Un amico di Matteo ha
fornito invece una versione
diversa che deporrebbe a favore
dell'incidente casuale: "Matteo
era vicino alle ruote del bus e
il mezzo lo ha travolto.
L'autista non ha visto quello
che era successo ed è
ripartito". L'amico del giovane
non parla dell'aggressione che i
tifosi bianconeri avrebbero
subito dalla tifoseria opposta.
"Abbiamo urlato all'autista di
fermarsi - continua la
testimonianza del tifoso del
Parma - ma lui, forse pensando
che fossero minacce, ha
proseguito". Sospesa Juve-Parma.
In segno di lutto, Juve-Parma
non è stata giocata. "Juventus e
Parma, con il benestare della
Federazione italiana e della
Lega nazionale professionisti -
ha spiegato un portavoce della
società bianconera - hanno
deciso di comune accordo di
rinviare la partita, pur
trattandosi di una tragica
fatalità". L'incontro si
disputerà probabilmente il 16
aprile prossimo. Regolari le
altre partite, che sono iniziate
con un minuto di raccoglimento.
I tifosi dell'Empoli, gemellati
con quelli del Parma, hanno
tolto tutti gli striscioni dallo
stadio. Esposto solo un grande
lenzuolo bianco con la scritta
"Ciao Matteo".
MATTEO, LA PRIMA PARTITA
DOPO TRE ANNI - Juve-Parma
sarebbe stata la prima partita a
cui Matteo Bagnaresi, militante
della sinistra antagonista,
avrebbe assistito dopo tre anni
di diffida. Il 6 gennaio del
2005, insieme a un centinaio di
tifosi del Parma, Matteo invase
il campo del Tardini e venne
accusato dei disordini scoppiati
con i supporter bianconeri al
termine dell'incontro. Figlio
unico di un ingegnere che lavora
presso l'industria alimentare
Barilla e di un'insegnante,
Matteo Bagnaresi lavorava per
conto di una cooperativa
specializzata nei controlli sul
rispetto della legge sulla
sicurezza nelle fabbriche.
SANDRI: "BASTA MORTI" -
La morte del tifoso del Parma è
avvenuta nella stessa giornata
di campionato in cui, nel girone
di andata, fu ucciso nell'area
di servizio Badia al Pino, il
tifoso della Lazio Gabriele
Sandri. "Pensare ad un'altra
morte - ha detto Cristiano
Sandri, il fratello del tifoso
ucciso nel novembre scorso da un
poliziotto - è impressionante,
assurdo, ci fa rivivere momenti
tristissimi". E il padre di
Gabriele, Giorgio Sandri, ha
aggiunto: "Speriamo che sia
proprio l'ultima volta perché se
no il calcio pagherà un prezzo
altissimo. Non si può lasciare
che ragazzi di 26, 28 anni
muoiano per una partita di
pallone".
30 marzo 2008
Fonte: Repubblica.it
© Fotografia:
Eurosport.com
Le due società: "si è
trattato di una tragica
fatalità"
Morto un tifoso del
Parma
Rinviata la partita con
la Juventus
Il giovane investito da
un bus di ultrà in un'area di
servizio dell'A21. L'autista
indagato per omicidio colposo.
MILANO - Un tifoso del
Parma, Matteo Bagnaresi di 27
anni, è stato travolto e ucciso
nell'area di servizio Crocetta
Nord, al chilometro 48 dell'A21
Piacenza-Torino, da un pullman
di tifosi della Juventus. Il
mezzo era vuoto e l'autista
stava facendo manovra quando è
avvenuto l'incidente. Prima
dell'incidente, nell'area di
servizio ci sarebbero state
schermaglie tra le due
tifoserie. Bagnaresi, che viveva
a Parma, è morto sul colpo.
L'autista è stato interrogato ed
è indagato per omicidio colposo,
ma il magistrato non ha disposto
nei suoi confronti l'arresto. Ha
ribadito agli investigatori di
non essersi accorto di nulla e
di essersi fermato in
autostrada, a poca distanza
dall'area di servizio dove è
avvenuto l'incidente, perché
alcuni dei tifosi sul bus gli
hanno segnalato che era successo
qualcosa. Bagnaresi è stato
colpito vicino alle colonnine di
rifornimento di carburanti.
LA VITTIMA - Laureato,
lavorava per una cooperativa e
viveva nella città emiliana con
i genitori. Faceva parte del
direttivo dei "Boys", il gruppo
ultrà che domina la Curva Nord
allo stadio Tardini, e aveva da
poco riottenuto il diritto di
andare allo stadio: per gli
incidenti del 6 gennaio 2005 tra
ultrà parmigiani e bianconeri
durante Parma-Juventus era stato
raggiunto da un Daspo, il
divieto a partecipare a
manifestazioni sportive, della
durata di 3 anni. Militante
della sinistra antagonista, era
attivo nell'ambito dei centri
sociali di Parma che fanno
riferimento al Mariano Lupo.
SOLO SFOTTÒ MA NON
SCONTRI - Nell'area di servizio
Crocetta Nord ci sarebbero stati
degli "sfottò", non veri e
propri scontri, tra tifosi della
Juve e del Parma. La
ricostruzione della polizia
stradale di Alessandria Ovest ha
chiarito che nell’area di
servizio si erano incontrati
quattro pullman di tifosi del
Parma e uno di tifosi juventini.
I ragazzi sono scesi dai mezzi e
si sono scambiati frasi
ingiuriose e sfottò, ma nessuno
è venuto alle mani - precisa la
stradale - e non è stato tirato
fuori o rinvenuto alcun tipo di
arma. L’autista del pullman dei
tifosi juventini, proprio per
evitare che dalle parole si
passasse a tafferugli e scontri
fisici, avrebbe quindi deciso di
ripartire e, nel fare manovra,
non si sarebbe accorto del
tifoso del Parma, finito sotto
le ruote. Diversa la versione
fornita da un tifoso juventino
ai microfoni di Mediaset:
"Stavamo scappando, ci volevano
ammazzare, avevano spranghe e
oggetti contundenti".
UN AMICO DELLA VITTIMA -
Un tifoso del Parma ha
confermato la versione riferita
dall'autista del pullman alla
polizia stradale. "Matteo era
vicino alle ruote del bus - ha
raccontato - e in retromarcia il
mezzo lo ha travolto, poi è
ripartito. L'autista non lo ha
visto e non si è accorto di
quello che era successo.
Qualcuno di noi si è invece
accorto subito dell'investimento
e ha urlato all'autista di
fermarsi, ma lui, forse
impaurito e pensando che fossero
minacce, ha proseguito". Secondo
alcune testimonianze di tifosi
parmigiani, appena il pullman
juventino era giunto nell'area
di servizio Crocetta Nord c'era
stato qualche sfottò da parte
dei tifosi "rivali", e per
questo l'autista avrebbe deciso
di riprendere la marcia, con
l'intenzione forse di fermarsi
poi in un successivo grill.
ANNULLATA LA PARTITA -
La partita di serie A
Juventus-Parma che si sarebbe
dovuta giocare domenica alle 15
all’Olimpico è stata annullata
in segno di lutto. Lo stadio di
Torino si è svuotato, in
silenzio, appena il pubblico ha
avuto dallo speaker la notizia
del rinvio. Sono rimasti
soltanto, sul terreno di gioco,
i ragazzini delle scuole calcio
che avrebbero dovuto assistere a
una premiazione di Alessandro
Del Piero. La notizia del rinvio
di Juventus-Parma è stata
confermata dal club bianconero.
"Juventus e Parma, con il
benestare delle autorità
competenti hanno deciso di
comune accordo di rinviare la
partita in segno di lutto" ha
spiegato un portavoce. "Pur
trattandosi di una tragica
fatalità - affermano Juventus e
Parma - le società hanno
ritenuto che non ci fossero le
condizioni per mandare in campo
le squadre". Sui campi di calcio
di Serie A è stato osservato
prima delle partite un minuto di
raccoglimento in memoria di
Bagnaresi. La decisione è stata
presa dalla Federcalcio d'intesa
con la Lega professionisti.
POSSIBILE RECUPERO IL 16
APRILE - È attesa per lunedì la
decisione della Lega Calcio in
merito alla data del recupero di
Juventus-Parma. La Lega Calcio
al momento non può confermare le
indiscrezioni che fisserebbero
il recupero del match a
mercoledì 16 aprile. La lega
dovrebbe delineare una serie di
opzioni da valutare appunto
lunedì.
TRAGICA COINCIDENZA - La
morte del tifoso del Parma è
avvenuta nella stessa giornata
di campionato in cui, nel girone
di andata, fu ucciso nell'area
di servizio Badia al Pino, il
tifoso della Lazio Gabriele
Sandri.
30 marzo 2008
Fonte: Corriere.it
Tifoso del Parma
travolto da pullman
Gli juventini: "Volevano
ammazzarci"
TRAGEDIA SULLA A21 -
Roma, 30 marzo 2008 - Matteo
Bagnaresi, 28 anni a settembre è
morto nell'area di servizio
Crocetta Nord al chilometro 48
della A21, investito da un
pulmino di tifosi juventini.
Matteo, dei Boys di Parma, stava
andando a vedere la partita
della sua squadra che a Torino
incontrava la Juventus.
Dodicesima giornata di ritorno
di serie A, un numero sul
calendario e un luogo
"maledetti": nella dodicesima
giornata di andata Gabriele
Sandri, tifoso della Lazio fu
ucciso da un colpo di pistola
esploso da un poliziotto nei
pressi dell'area di servizio di
Badia al Pino (Arezzo), sulla
A1, sullo stesso asfalto
anonimo. Per Matteo, figlio
unico, si è trattato di un
"incidente stradale". Il
questore di Asti Antonio Nanni
ha dichiarato ai microfoni di
Sky Tg24 "pare al momento un
incidente stradale", tanto che
"al momento il magistrato non ha
ritenuto di dover arrestare
l'autista del pulmino", il quale
"non si era accorto di aver
investito il giovane". Secondo
la ricostruzione della polizia
stradale del distaccamento di
Alessandria Ovest, che è
intervenuta sul posto, nell'area
di servizio intorno alle 13 si
sono incontrati 4 pullman di
tifosi del Parma e uno di tifosi
juventini. I ragazzi si sono
scambiati frasi ingiuriose e
sfottò, ma nessuno è venuto alle
mani e - precisa la stradale -
non è stato tirato fuori o
rinvenuto alcun tipo di arma. Ci
sono stati solo scontri verbali.
Ma l'autista del pullman dei
tifosi juventini, proprio per
evitare che dalle parole si
passasse a tafferugli e scontri
fisici, ha quindi deciso di
ripartire e, nel fare manovra,
non si è accorto del tifoso del
Parma che stava vicino
all'automezzo, un pulmino da 20
posti sul quale al momento si
trovavano 9 supporter
bianconeri. Il ragazzo è finito
sotto le ruote del pullman:
l'autista non si è reso conto
subito dell'accaduto e si è
fermato dopo circa 300 metri
nell'area di sosta ed ha
immediatamente chiamato la
polizia, ma il ragazzo è morto
sul colpo. Anche il questore di
Asti ha sottolineato che non
c'erano stati tafferugli tra le
due tifoserie: "C'erano due
pullman di tifosi del Parma con
le famiglie, tranquilli, non è
successo niente". Ma un tifoso
bianconero che era a bordo del
pulmino ha invece dichiarato al
Tg5: "Stavamo scappando, nel
marasma generale qualcuno è
salito, qualcuno è rimasto giù,
ci volevano ammazzare, quelli lì
erano delle bestie che ci
volevano ammazzare". La partita
Juventus-Parma comunque non c'è
stata, forse si giocherà il 16
aprile, si deciderà domani.
"Credo che sia il caso di
aspettare la ricostruzione degli
eventi. Mi auguro che il lutto
sia causa di una fatalità e non
di incontri aggressivi tra le
tifoserie", ha detto il
presidente della Juventus,
Giovanni Cobolli Gigli, in una
conferenza stampa congiunta con
il presidente del Parma, Tommaso
Ghirardi, commentando il rinvio
della partita Juve-Parma. "La
faccenda è di una gravità
enorme", ha aggiunto Cobolli
Gigli secondo il quale la
decisione di non giocare è stata
"naturale e logica. Viviamo
questo lutto - ha concluso - con
grande partecipazione". Tommaso
Ghirardi ha definito l'incidente
"una disgrazia" e ha ribadito:
"Non abbiamo giocato perché
abbiamo pensato di rispettare il
lutto per questo giovane di 28
anni in questo giorno da non
dimenticare e ringraziamo la
Juventus - ha concluso - per la
disponibilità data a non giocare
oggi". Al momento non è ancora
stata decisa la data del
recupero della partita". Intanto
non solo il calcio, ma un'altra
famiglia, ha vissuto un giorno
lutto.
LE INDAGINI - È indagato
per omicidio colposo l'autista
del pullman dei sostenitori
juventini che ha travolto e
ucciso Matteo Bagnaresi, il
tifoso del Parma nemmeno 28enne,
figlio di un dirigente della
Barilla, morto questa mattina
nell'area di sosta di Crocetta
Nord sulla A21, in comune di
Castello d'Annone (Asti), prima
della partita Juventus-Parma. La
decisione dopo il lungo
interrogatorio cui è stato
sottoposto l'autista, che
avrebbe raccontato di non
essersi nemmeno accorto di avere
colpito il ragazzo: il
magistrato non ha però disposto
l'arresto. Secondo la
ricostruzione fatta già alla
Polizia Stradale (che lo ha
raggiunto circa un chilometro
più avanti), l'autista avrebbe
detto di essere ripartito in
fretta dalla piazzola accortosi
di una situazione di difficolta
visto "l'incontro" ravvicinato
tra tifosi juventini e del
Parma, senza rendersi conto che
Matteo Bagnaresi era vicinissimo
al pullman. Il ragazzo sarebbe
stato colpito con uno spigolo
della parte anteriore del mezzo.
UN PASSATO DA ULTRÀ -
Matteo Bagnaresi da poco tempo
aveva riottenuto il diritto di
andare allo stadio. Per gli
incidenti del 6 gennaio 2005 tra
ultras parmigiani e proprio
quelli bianconeri in Parma -
Juventus al Tardini era stato,
infatti, raggiunto da un Daspo,
il divieto di partecipare a
manifestazioni sportive, della
durata di tre anni. Bagnaresi in
passato ha avuto anche qualche
segnalazione e denuncia per
manifestazioni non autorizzate e
occupazioni: militante della
Sinistra antagonista, era,
infatti, attivo, nell’ambito dei
centri sociali di Parma, che si
riuniscono all’ interno del
circolo "Mariano Lupo".
30 marzo 2008
Fonte: Quotidiano.net
Tifoso travolto da un
bus. Rinviata Juventus-Parma
Il supporter del Parma,
Matteo Bagnaresi, 28 anni, è
morto nell'area di servizio
"Crocetta" vicino Torino.
Colpito da un pullman in manovra
che trasportava tifosi della
Juve. L'autista: non l'ho visto.
La Figc ha rinviato la partita a
data da destinarsi in segno di
lutto.
Torino - Un tifoso del
Parma, Matteo Bagnaresi, 28 anni
il prossimo settembre, residente
a Parma e figlio unico, è stato
travolto e ucciso nell'area di
servizio "Crocetta Nord" vicino
Torino da un pullman di tifosi
della Juventus. Secondo le prime
notizie prima dell'incidente in
cui è morto il giovane tifoso
del Parma, ci sarebbero stati
sfottò tra le due tifoserie
nell'area di servizio al
chilometro 48 dell'A21
Piacenza-Torino. Ma la dinamica
della vicenda è ancora tutta da
chiarire. L'autista del pullman
facendo manovra in retromarcia
non si sarebbe accorto di
niente. L'autobus che ha
investito il tifoso del Parma
era partito da Crema. La vittima
è stata colpita vicino alle
colonnine di rifornimento di
carburanti. A dare l'allarme è
stato il personale della
stazione di servizio. Sul posto
è arrivato il questore di Asti,
Antonio Nanni, poiché l'area di
servizio si trova in territorio
astigiano, al confine con
l'alessandrino. Soccorsi inutili
Il giovane è stato soccorso dai
sanitari del 118 e trasferito
con l'eliambulanza all'ospedale
di Alessandria, dove però è
giunto privo di vita. Secondo le
prime informazioni l'autista
dopo l'incidente avrebbe
percorso un tratto di
autostrada, chiamando poi la
polizia dopo un paio di
chilometri. L'autista sostiene
di non essersi non si è accorto
di avere investito una persona,
come ha detto agli agenti della
Polizia stradale che l'hanno
fermato sulla A21 qualche
chilometro ad ovest rispetto
all'area di servizio. Subito
dopo aver appreso la notizia
dell'investimento, il sindaco di
Parma Pietro Vignali aveva
rivolto un appello per chiedere
l'annullamento della partita con
la Juventus, esprimendo
"cordoglio e vicinanza alla
famiglia del giovane e a tutta
la tifoseria crociata", e "in
attesa di conoscere l’esatta
dinamica dell'incidente".
La
testimonianza Un tifoso del
Parma ha confermato
telefonicamente a un
giornalista, che lo ha
contattato dalla città emiliana,
la versione riferita
dall'autista del pullman dei
tifosi juventini alla Polizia
stradale, secondo la quale non
si sarebbe accorto di aver
investito Matteo Bagnaresi, e
per questo avrebbe proseguito la
marcia. "Matteo era vicino alle
ruote del bus - ha raccontato il
tifoso - e in retromarcia il
mezzo lo ha travolto, poi è
ripartito. L'autista non lo ha
visto e non si è accorto di
quello che era successo.
Qualcuno di noi si è invece
accorto subito dell'investimento
e ha urlato all'autista di
fermarsi, ma lui, forse
impaurito e pensando che fossero
minacce, ha proseguito". Secondo
alcune testimonianze di tifosi
parmigiani, appena il pullman
juventino era giunto nell'area
di servizio Crocetta Nord c'era
stato qualche sfottò da parte
dei tifosi 'rivali', e per
questo l'autista avrebbe deciso
di riprendere la marcia, con
l'intenzione forse di fermarsi
poi in un successivo grill sull'
autostrada. Matteo Bagnaresi, a
quanto si è appreso, era un
tifoso dei 'Boys' del Parma.
Laureato, lavorava per una
cooperativa e viveva nella città
emiliana con i genitori. Lo
stesso giorno della morte di
Sandri La morte del tifoso del
Parma è avvenuta nella stessa
giornata di campionato in cui,
nel girone di andata, fu ucciso
nell'area di servizio Badia al
Pino, il tifoso della Lazio
Gabriele Sandri.
Partita
rinviata in segno di lutto La
Federazione italiana gioco
calcio ha diramato un comunicato
in cui spiega che, "pur
trattandosi di una tragica
fatalità, d'intesa con la Lega
nazionale professionisti, le
società Juventus e Parma, ha
deciso di rinviare a data da
destinarsi la partita
Juventus-Parma, in segno di
lutto, per la scomparsa del
tifoso del Parma, rimasto
vittima di un incidente avvenuto
in un'area di servizio
dell'autostrada poche prima
della partita". Lo stadio si è
svuotato in silenzio Lo stadio
di Torino si è svuotato, in
silenzio, appena il pubblico ha
avuto, dallo speaker, la notizia
del rinvio. Nell'Olimpico per un
po’ sono rimasti soltanto, sul
terreno di gioco, i ragazzini
delle scuole calcio che
avrebbero dovuto assistere ad
una premiazione di Alessandro
Del Piero. Al di fuori dello
stadio il deflusso dei tifosi è
stato regolare, i pullman di
sostenitori del Parma non sono
arrivati a Torino. Secondo
quanto si è appreso ne erano in
viaggio due verso Torino,
entrambi fermi alla stazione di
servizio Crocetta nord quando è
avvenuto l'investimento, alle
12:45.
San Siro, un minuto di
silenzio - I giocatori di Milan
e Atalanta e la terna arbitrale
si sono schierati al centro del
campo per un minuto di silenzio
in ricordo del tifoso del Parma.
Il pubblico di San Siro ha
sottolineato il gesto dei
giocatori in campo con un
caloroso applauso. Un minuto di
silenzio anche allo stadio di
Livorno dove gli amaranto
giocano il derby con il Siena.
Una "domenica triste per la
morte di un tifoso". Queste le
parole, apparse sul sito della
Fiorentina, dell'amministratore
delegato viola Sandro Mencucci,
per la morte del tifoso del
Parma. "Siamo naturalmente
dispiaciuti" ha detto Mencucci
aggiungendo che "qui a Udine
abbiamo saputo poco di quel che
è successo". I tifosi
dell’Empoli, gemellati con
quelli del Parma, hanno reso
omaggio a Matteo Bagnaresi,
togliendo tutti gli striscioni
dallo stadio. I sostenitori
azzurri hanno esposto solo un
grande lenzuolo bianco con la
scritta 'Ciao Matteo'. Gli
ultras della squadra toscana
hanno deciso di non tifare.
Durante il minuto di
raccoglimento nello stadio c'è
stato il silenzio assoluto, solo
al termine il pubblico ha
applaudito.
30 marzo 2008
Fonte: Ilgiornale.it
Ultrà morto, stretta del
Viminale
Bufera dopo la tragedia
all'autogrill.
La tragica morte di
Matteo Bagnaresi, il tifoso del
Parma investito ieri da un
pullman di juventini è al centro
del vertice che si è tenuto al
Ministero dell’Interno
dall’Osservatorio nazionale
sulle manifestazioni sportive.
La riunione era stata convocata
per affrontare partita di
Champion, Roma-Manchester, che
verrà giocata domani sera e che
è giudicata a rischio incidenti.
Controlli rafforzati sulle
autostrade, ulteriori limiti
alle trasferte delle tifoserie
più violente, accelerazione del
progetto della "card" del
tifoso, sono i tre punti chiave
su cui il Viminale ha chiesto di
intervenire. Sul tema si è
pronunciato anche il leader del
Pdl Silvio Berlusconi, scettico
sulla possibilità di vietare le
trasferte dopo la morte del
tifoso del Parma. Intanto
(Omissis), l’autista che conduceva
il pullman di tifosi bianconeri
è stato indagato per omicidio
colposo.
31 Marzo 2008
Fonte: Lastampa.it
Ultrà ucciso da un
pullman
di Giampiero Timossi
Un tifoso del Parma
travolto dal bus degli
juventini, che accusano: "Noi
aggrediti".
DAL NOSTRO INVIATO.
ASTI -
Fabio, il capo, dice di andare
via, ma lui si ferma. "Come mi
chiamo ? Metti G.A, anzi A.G.,
anzi il nome non conta, che poi
passo altri guai. Non mettere
niente e guarda qua". Andrea si
alza la felpa blu con la scritta
Italia, si toglie il cappellino
con su scritto Tradizione, qui
intesa come quella juventina.
Sposta la catenina d' argento
con la Croce Celtica e mostra i
segni sul collo: "Questa è
l’ultima cinghiata che mi hanno
tirato. Allora sai che ti dico:
meglio così, uno di meno". Non è
finita, si toglie la scarpa
destra. Ai piedi non porta gli
anfibi, ma un paio di Crocs
bianchi, gli zoccoli di gomma.
Si alza i jeans: "Qui sanguina
ancora, altre due cinghiate". Il
poliziotto della Digos di Asti
gli ripete da un’ora un
consiglio: "Vai all' ospedale,
fatti visitare e fatti fare il
referto". Lui non va, ha ancora
qualcosa da raccontare: "Se non
scappavamo via, ci ammazzavano.
Tiravano di tutto, almeno
quattro-cinque bottigliette di
birra si sono rotte dentro il
pullman. Siamo scappati, abbiamo
sentito un colpo, come quando
sali con la macchina su un
dosso".
LA RICOSTRUZIONE -
Invece il pullman aveva appena
ucciso un ragazzo di 27 anni. Si
chiamava Matteo Bagnaresi, un
ultrà del Parma in trasferta con
i Boys. "È stata una terribile
fatalità", ripete Antonio Nanni,
il questore di Asti. Però questo
non è il Festival della
fatalità. Torniamo al racconto
dei 23 tifosi bianconeri.
Partono da Crema, alle 10.30,
"prendiamo il pullman, così
risparmiamo un po’". Alle 11.30
la prima sosta, per il pranzo.
Un’ora dopo un’altra sosta, all'
Autogrill di Crocetta Nord, una
decina di chilometri da Asti,
sull' A21, in direzione Torino.
Il pullman dello Juventus Club
di Crema lo guida (Omissis),
quarantaduenne bergamasco. Ora è
accusato di omicidio colposo. Il
suo interrogatorio in questura
si è concluso alle 23.55 e lui
nel verbale ha ricostruito i
fatti: "I tifosi del Parma ci
hanno aggredito e noi siamo
scappati. Sono ripartito a zig
zag, avevo ancora dei passeggeri
mezzi fuori mezzi dentro e non
ho visto il ragazzo che
attraversava". Poi (Omissis) è
stato sottoposto a esami
tossicologici, negativi: non
aveva bevuto e sulla sua patente
non c' erano annotazioni
particolari. Lui comunque è
sotto choc: "Sono distrutto. Da
anni non trasporto tifosi, oggi
ho accettato e guarda cosa è
successo".
LA MORTE - Torna il
racconto dei tifosi juventini:
"Arrivano due bus dei Boys, ci
fanno dei segni, i pullman si
fermano davanti a noi". Sono le
12.33. "Scendono, in mano hanno
cinghie, in testa i cappucci. In
quattro vengono verso di noi,
saliamo di corsa, anche se al
bar abbiamo lasciato una signora
e quattro ragazzi, uno del Parma
riesce quasi a salire, l’autista
guarda dietro, non vuole
chiudere nessuno nella portiera,
parte, loro ci tirano di tutto".
Alla sinistra del pullman c' è
Matteo Bagnaresi, con la sciarpa
del Parma. "Si butta davanti al
bus con le braccia alzate,
l’autista forse è ancora
voltato, non si accorge di
nulla. Sentiamo due colpi. Il
pullman va, gridano all' autista
"guarda che hai schiacciato un
ragazzo", Siro è in trance, va
avanti per altri
tre-quattrocento metri, si ferma
sotto un cavalcavia, si mette a
piangere". Chiama la polizia
stradale. Dice: "Venite, c' è
stata una rissa, qualcuno è
rimasto per terra". Sono le
12.45. Dieci minuti prima
qualcuno è rimasto per terra. È
morto sul colpo. Si chiamava
Matteo. Aveva quasi 28 anni.
31 marzo 2008
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
Sfida all’autogrill,
morto un ultras
di Luciano Gulli
Il pullman di tifosi
juventini schiaccia il 28enne
Matteo Bagnaresi. L’autista: un
incidente non mi sono accorto di
nulla. L'ultimo viaggio di
Matteo, tifoso ingegnere
cresciuto nei centri sociali.
Asti - La macchia di
sangue è coperta da uno strato
di pietrisco finissimo, bianco,
che spicca sul nero
dell’asfalto. Il bianco e il
nero: i colori più odiati dalla
vittima. Accanto, stretta
intorno a un pilastro della
tettoia che protegge due pompe
fuori uso da tempo, c’è una
sciarpa con i colori della
Juventus. La scritta
stampigliata sulla sciarpa dice:
"Drughi". Chi è del ramo spiega
che sono un gruppo di tifosi
organizzati, un battaglione di
fedelissimi della Signora. Una
specie di Ottantunesimo pullman
trasportato della demenza
domenicale. Quella sciarpa
annodata somiglia al gesto
cavalleresco del "nemico" che
rende omaggio all’avversario
caduto. Sarebbe bello e nobile,
ma non si può dire. È diventata
così atroce, così maramalda, la
guerra tra opposte tifoserie,
che quello stendardo potrebbe
essere inteso (così alcuni
viandanti lo leggono) come un
gesto sprezzante, l’estremo
dileggio per il nemico finito
nella polvere. Per terra, a metà
pomeriggio, spunta anche una
pianta di margherite gialle. Si
usa, quando c’è un morto. Per il
resto, l’area di servizio
"Crocetta nord", al chilometro
48 della A21 che unisce Piacenza
a Torino, è una come tante. Le
scritte "benzina" e "diesel"
stampigliate sull’asfalto; il
bar, la toilette, le pompe dove
il diesel costa 1,354 euro al
litro e uno spiritoso ci ha
appiccicato un cartello con la
scritta "Risparmio. Fai da te".
Un’area di servizio come tante.
Buona anche questa, dunque, per
una rissa, per un agguato, per
una sfida all’ok corral, ora che
negli stadi è diventato più
difficile picchiarsi, scambiarsi
qualche allegra coltellata nel
costato, spaccarsi la testa a
vicenda come in ogni battaglia
che si rispetti, visto che il
calcio, come sappiamo, è una
sorta di sublimazione della
guerra. È qui, poco dopo le
14.30, che arriva un pullman di
tifosi juventini proveniente da
Crema. Sul "sagrato" di questo
tempio moderno del rito
domenicale, che ogni tanto
reclama la sua brava vittima, ci
sono già quattro pullman di
tifosi del Parma. Partono i
primi sfottò, gli insulti, le
dita levate al cielo, le
minacce, i "vieni giù se hai
coraggio". Qualcuno, tra i
tifosi juventini, racconterà di
avversari col volto coperto da
passamontagna, di catene che
roteano, di spranghe, di
bottigliette di birra lanciate
contro i finestrini del pullman
"invasore". I Boys ora
respingono le accuse: "Non
abbiamo fatto nulla". Ma piccoli
frammenti di vetro sono stati
trovati sulla pedaliera del bus.
E forse potrebbe esser stato
proprio il timore di un assalto
a spingere l’autista ad
accelerare, urtando Bagnaresi.
Ipotesi, per ora. L’autista
incrocia al largo, dove ci sono
le pompe esauste, esita,
rallenta fin quasi a fermarsi,
come indeciso. I tifosi del
Parma partono all’attacco, il
pullman è circondato. L’autista
accenna a una marcia indietro,
poi riparte piegando tutto a
sinistra, cerca di guadagnarsi
uno spazio per filtrare, ci
riesce, è già fuori dall’area di
servizio, ma nello specchietto
retrovisore vede come un fagotto
rimasto per terra. Si ferma 800
metri più avanti, al primo
slargo sulla corsia d’emergenza,
chiama la polizia. Per terra,
morto sul colpo, travolto dalle
ruote del pullman, c’è un
giovane di 28 anni. Si chiamava
Matteo Bagnaresi, viveva a Parma
con i genitori, che qualche ora
dopo, disfatti dal dolore,
compaiono qui, sorretti da
parenti, da amici, e vogliono
sapere come, perché. Per Matteo
doveva essere la prima partita
dopo tre anni di "esilio", dopo
la diffida comminatagli nel
2005, a Parma, per invasione di
campo. Il destino lo aspettava
qui, in questa anonima area di
servizio, alla dodicesima
giornata di ritorno, così come
la dodicesima dell’andata era
stata fatale a Gabriele Sandri.
La partita di Torino è
naturalmente sospesa, il minuto
di silenzio è naturalmente di
rigore. Poi la macchina
infernale riparte a mille.
L’autista del bus è indagato per
omicidio colposo ma il
magistrato non ne ha disposto
l’arresto. Ha detto di non
essersi accorto di aver
investito il tifoso. Inutile
chiedere informazioni al
personale del bar. Il direttore
ha avuto ordini tassativi:
tacere. Altre domeniche
verranno; altri pullman gonfi di
scalmanati approderanno
sull’arena di questo Colosseo on
the road. Entreranno cantando,
braveggiando, ordinando birra a
cassette, caricandosi in attesa
dell’evento. Meglio non
sbilanciarsi. Solo Giorgio, uno
degli addetti alle pompe,
scambia due parole. "Prima o poi
doveva succedere. Le aree di
servizio sono diventate terreno
di scontro. Ci sono autisti che
quando vedono i pullman degli
"altri" tirano dritto. Ma non
tutti sono così sensati. E la
polizia non fa nulla. Guarda.
L’ordine è di stare al vento. Ma
poi, chi glielo fa fare a
intromettersi ? Ha visto com’è
finita l’anno scorso, a Badia al
Pino ? Inchiesta, processo... Io
li capisco, neh ?".
31 marzo 2008
Fonte: ilgiornale.it
Scontri in autogrill,
ultrà travolto
di Niccolò Zancan
ASTI - Non si passeggia
in quel punto dell’autogrill per
caso, oltre tutte le pompe di
benzina, dove resta soltanto un
piccolo pezzo di prato prima del
traffico dell’autostrada
Torina-Piacenza. Ma è proprio lì
davanti che adesso restano
sangue, segatura e due bottiglie
di birra, una mezza piena.
Matteo Bagnaresi, 28 anni, aveva
la sciarpa dei Boys del Parma al
collo quando è stato investito.
Travolto dallo scatto improvviso
di un pullman diretto allo
stadio Olimpico di Torino, con a
bordo diciassette tifosi dello
Juventus Club di Crema. Erano le
12,45 di ieri. È stato colpito
dallo spigolo sinistro e
schiacciato dalle ruote
anteriori. È morto dilaniato. Un
incidente, non esattamente una
fatalità. La Digos di Asti sta
verificando un dettaglio
importante. La prima persona che
ha soccorso Matteo Bagnaresi è
stata una ragazza uscita di
corsa dal bar "My Chef". Per
cercare di rianimarlo, gli
avrebbe tolto un passamontagna
nero dalla faccia. Di sicuro,
quando i necrofori hanno portato
via la salma del ragazzo, hanno
raccolto da terra oltre alla
sciarpa gialloblù anche la
cintura sfilata dai pantaloni.
Per i tifosi juventini quella
era la sua arma, negli istanti
concitati che hanno preceduto la
tragedia: "Ci hanno circondati.
Erano duecento contro venti.
Avevano bottiglie e bastoni".
Matteo Bagnaresi era un ultrà. I
suoi genitori, un dirigente
della Barilla e un insegnante,
sono arrivati alle tre di
pomeriggio su un’Audi A4. Il
corpo del loro ragazzo era
ancora sull' asfalto, coperto da
un telo argentato. Cristina
Bagnaresi, chiusa in auto,
piangeva e picchiava i pugni sul
cruscotto. Bruno Bagnaresi si
disperava: "Doveva essere una
festa - ripeteva - non doveva
finire così". Matteo Bagnaresi
si era appena laureato con una
tesi su prevenzione e salubrità
dell’aria. Era un ambientalista.
Già segnalato dalla polizia in
diverse manifestazioni No-Tav.
Ma era anche, forse soprattutto,
un tifoso del Parma. Nel 2005
era stata denunciato dopo
un’invasione di campo proprio
durante una partita contro la
Juventus. Diffidato. Tre anni
lontano dagli stadi. Quello di
ieri era il suo ritorno in
curva. Ancora morte in
autostrada, davanti a un
autogrill, in viaggio verso una
partita. Ancora alla dodicesima
giornata. L' ultrà laziale
Gabriele Sandri era morto nello
stesso turno dell’andata. Ed
anche qui, davanti al benzinaio
Q8 dell’autogrill Crocetta, sono
molti i dubbi. Alle 15,30 la
prima versione del questore di
Asti poggiava su testimonianze
ancora parziali: " È stato un
incidente stradale - diceva
Antonio Nanni - siamo di fronte
a una disgrazia, il tifo non c'
entra". Ma alle sette di sera,
pur con tutte le cautele
necessarie, correggeva il tiro:
"Prima dell’incidente potrebbe
esserci stata un'aggressione. Lo
sostengono i tifosi della
Juventus, lo negano quelli del
Parma. Stiamo indagando". Ed
ecco i primi riscontri: gli
agenti della stradale hanno
sequestrate bottiglie e cinghie.
Sul pullman della ditta
(Omissis) -
ora sotto sequestro - ci
sarebbero segni evidenti
dell’aggressione. L’autista
(Omissis) è stato denunciato a
piede libero per omicidio
colposo. "Non l’ho visto",
ripeteva sotto choc. Il pullman
si è fermato solo ottocento
metri più avanti. "Altrimenti ci
ammazzavano", giurano i ragazzi
con le sciarpe bianconere.
31 marzo 2008
Fonte: La Repubblica
(Testo © Fotografia)
Ultrà del Parma ucciso
dal bus
Un' altra vittima all'
autogrill
di Mario Porqueddu
Gli juventini: volevano
ammazzarci. Partita rinviata per
lutto. La Questura di Asti
frena: solo una tragica
fatalità. I supporter
parmigiani: ci sono stati solo
sfottò.
DAL NOSTRO INVIATO. ASTI
- "C' è stata una rissa. Non so
cosa è successo. Uno è rimasto
per terra". Poi (Omissis) si
mette a piangere. È l’autista
del pullman che porta da Crema a
Torino 23 tifosi bianconeri.
Doveva andare al Comunale a
vedere Juve-Parma, invece sta
telefonando alla Polizia
stradale da sotto un cavalcavia
della Torino-Piacenza. La
partita non si gioca più,
rinviata per lutto. (Omissis),
negativo ai test per alcol e
droga, è indagato a piede libero
per omicidio colposo. Per terra
è rimasto Matteo Bagnaresi, 27
anni, tifoso del Parma. Morto in
un autogrill mentre andava allo
stadio, come Gabriele Sandri
l’11 novembre scorso. E come
quella volta, all' inizio dalla
Questura di Asti frenano: "E'
stata una tragica fatalità: un
incidente stradale. Il calcio
non c' entra". È stata una
tragedia, non c' è dubbio. Ma il
calcio e il tifo c' entrano. I
sostenitori della Juve entrano
nell' area di servizio Crocetta
Nord, a pochi chilometri da
Asti, intorno alle 12.30. Hanno
già mangiato, questa è una sosta
per fumare una sigaretta. Una
signora e quattro ragazzi vanno
in bagno. Qualcuno chiacchiera
con altri tifosi parmensi,
famiglie con bambini, fermi all'
autogrill per il pranzo. Tutto
tranquillo. In quel momento
arrivano due pullman di
sostenitori del Parma. Sono i
Boys, i ragazzi della curva: un
centinaio. Di quello che succede
a questo punto esistono due
versioni. Secondo i tifosi
bianconeri, gli ultrà del Parma
scendono con le cinghie in mano
e il volto coperto, pronti allo
scontro. I gialloblù, invece,
dicono di essersi limitati a
cori di sfottò e qualche
insulto: "Non abbiamo fatto
nulla, non permettiamo che venga
infangato il nostro nome". Forse
gli juventini vengono aggrediti,
o forse hanno paura che stia per
accadere. Tornano di corsa verso
il pullman e gridano all'
autista: "Parti, vai, vai".
Lasciano i cinque che sono in
bagno al loro destino. Non c' è
tempo. Sono inseguiti. L' ultimo
a salire viene preso a cinghiate
sul collo e sulle gambe. "Mi
sembrava di essere circondato -
dirà l’autista ore dopo - hanno
colpito il pullman". Calci e
qualche bottiglia. La polizia ha
sequestrato pezzi di vetro per
terra e sulla pedaliera del
pullman. Di certo un gruppetto
di parmensi si era avvicinato
molto: quattro da destra, dove
si aprono le porte, e uno da
sinistra. È Matteo Bagnaresi.
Secondo un testimone sbuca con
le braccia alzate davanti al
muso del pullman, come se
volesse fare segno al guidatore
di fermarsi. "Ma non l’ho
visto", assicura (Omissis). Che
infatti parte e lo travolge, gli
passa sopra sia con la ruota
anteriore sia con quella
posteriore. "Ho sentito come un
dosso", racconta un passeggero.
"Guarda che hai schiacciato
uno", dice Rita, un’altra
tifosa, all' autista. (Omissis) è
quasi fuori dall' autogrill,
prosegue per un chilometro, poi
si ferma sotto un cavalcavia e
chiama la polizia. Bruno
Bagnaresi, ingegnere, dirigente
alla Barilla, e sua moglie
Cristina hanno perso il loro
unico figlio. Il calcio italiano
ha prodotto un altro dramma.
Matteo Bagnaresi aveva subito un
Daspo, la diffida per i tifosi
coinvolti in episodi violenti.
Era uno degli undici Boys
gialloblù puniti per gli
incidenti in un Parma-Juve del
gennaio 2005, finito con gli
ultrà che se le davano sul prato
del Tardini. Divieto di mettere
piede allo stadio per tre anni,
scaduto a gennaio 2008. Quando è
arrivata in autogrill sua madre
non ha trovato il coraggio di
scendere dalla macchina. Ad
Asti, fuori dalla Questura, un
tifoso della Juve che ha preso
le cinghiate ha detto: "Volevano
ammazzarci. Uno di meno". Le due
versioni Secondo i tifosi
bianconeri, gli ultrà del Parma
sono scesi dai pullman con le
cinghie in mano e il volto
coperto, pronti allo scontro. I
gialloblù dicono di essersi
limitati a cori e insulti. Gli
juventini, tornati di corsa
verso il pullman, hanno gridato
all' autista: "Parti, vai, vai".
31 marzo 2008
Fonte: Il Corriere della
Sera
Spranghe, bottiglie e
cinghiate volevano ammazzarci,
siamo fuggiti
di Niccolò Zancan
ASTI - Una bottiglia
contro i vetri, poi le urla:
"Via, parti, vai !". C’era
ancora la porta anteriore del
pullman aperta, quando è
successo. Cocci in frantumi
vicino al posto di guida.
L’autista (Omissis), 41 anni,
titolare dell’omonima ditta di
Autotrasporti con sede a
Bergamo, è un tipo preciso,
meticoloso. Mette a verbale una
ricostruzione lucidissima:
"Siamo arrivati all' autogrill
Crocetta alle 12,35. Abbiamo
posteggiato vicino al bar.
Alcune ragazze sono andate in
bagno, altri tifosi sono scesi a
fumare. Il pullman è da 50
posti, ma quelli dello Juventus
club di Crema erano in 23. Il
viaggio era filato via liscio
senza problemi, visibilità
buona. Eravamo tranquilli. Ma io
ho tenuto il motore acceso
perché si trattava di una sosta
di pochi minuti". Ed ecco come
si sovrappone il racconto di
Matteo, tifoso bianconero, che
il cognome non lo vuole dire, ma
un numero di telefono lo lascia,
ed è il suo: "Eravamo in pace.
C'erano due pullman di tifosi
del Parma. Stavamo
chiacchierando sulla visibilità
dello stadio di Torino. Volevano
notizie. Io, sinceramente,
volevo scroccare un panino". Poi
è successo qualcosa. Questa è la
versione dei tifosi della
Juventus: "Sono arrivati due
pullman. Sono scesi 200 Boys del
Parma. Non hanno detto neppure
una parola, sono passati subito
all' azione". C' entra, il
calcio. C' entra eccome, in
questa ennesima storia di morte
e tifo malato. "Si sono alzati
le sciarpe sulla bocca, avevano
berretti e mazze, bottiglie e
cinghie alla mano. Erano
duecento contro venti. Bel
coraggio". È qui che l’autista
(Omissis) sente le urla: "Sono
salito subito al posto di guida.
Avevo il terrore che mi
spaccassero il parabrezza. Ho
sentito nitidamente un rumore
fragoroso, come qualcosa che si
spacca. Ho visto alcuni tifosi
bianconeri correre e salire a
bordo. Ho sentito le urla:
"Parti, vai !". Ho messo la
prima e sono andato". In quell'
attimo è morto Matteo Bagnaresi.
Di tutti i tifosi coinvolti
nell' aggressione, lui è quello
che si è spinto più in là,
l’unico ad aggirare il pullman
con il motore acceso, fino ad
avvicinarsi alla portiera
dell’autista. Forse per cercare
di bloccarlo. "Ma io non l’ho
visto - ripete (Omissis) - era
in un angolo cieco. Lui era
sulla sinistra, mentre tutto
stava succedendo sulla destra,
verso la porta aperta". I tifosi
della Juve salivano di corsa sul
pullman - secondo il loro
racconto - inseguiti ed
accerchiati. Lo scatto del
motore ha travolto l’ultrà del
Parma. "Lo abbiamo sentito
nitidamente - racconta Matteo -
è stato come passare su un
dosso. Certo che ci siamo
accorti che era finito lì sotto.
Ma non ci siamo fermati perché
altrimenti finiva malissimo. Ci
avrebbero ammazzati". L’autista
(Omissis) blocca il suo
pullman circa un chilometro
oltre l’autogrill, sotto un
piccolo cavalcavia. Qui c' è un
particolare che sembrerebbe
accreditare la versione
juventina. Chi era andato in
bagno, tre ragazze e due
ragazzi, non ha fatto in tempo a
salire sul pullman. Si sono
rifugiati in cucina. "Li hanno
scortati dalla porta secondaria
- raccontano - altrimenti
rischiavano il linciaggio". Di
tutto questo, mazze, cinghie,
urla, corse, di quella che
sembra un’aggressione a freddo,
i tifosi del Parma non
confermano nulla. "È stato solo
un incidente - dicono - solo una
tragedia della strada". Di
sicuro ci sono tre particolari
che adesso suonano beffardi.
Primo: le telecamere
dell’autogrill non funzionavano.
Secondo: il pullman degli ultrà
del Parma viaggiava senza
scorta. Terzo: l’incrocio di
tifoserie opposte è avvenuto in
autogrill dove non era previsto
il cosiddetto raccordo, ovvero
le forze dell’ordine ad
aspettare e controllare. Di più.
Mentre sull' asfalto c’era il
cadavere di Matteo Bagnaresi e
un suo amico ultrà si sporcava i
jeans nel sangue urlando e
piangendo, è arrivato un altro
pullman di tifosi juventini. Da
Rapallo. Ignari di tutto.
"Abbiamo rallentato un attimo -
raccontano - ma siamo ripartiti
subito perché volevano
linciarci".
31 marzo 2008
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Eurosport.com
Ghirardi si ribella:
"Nessuno scontro"
di Francesco Bramardo
Il presidente del Parma
era appena passato dall' area di
servizio "Non c'è un coccio di
bottiglia, la nostra è una
tifoseria corretta".
TORINO - La notizia
ufficiale è delle 14.45, un
comunicato di cinque righe
distribuito in tribuna stampa.
Lo stesso testo viene letto
contemporaneamente dallo speaker
dell’Olimpico alle poche
migliaia di spettatori che erano
arrivati sugli spalti prima che
(14.15) fossero chiusi gli
ingressi. "La Juventus e il
Parma - con il benestare delle
autorità competenti - hanno
deciso di comune accordo di
rinviare la partita in segno di
lutto per l’incidente occorso a
un tifoso del Parma che stava
raggiungendo lo stadio di
Torino. Pur trattandosi di una
tragica fatalità le due società
hanno ritenuto che non ci
fossero le condizioni per
mandare in campo le squadre".
Ore 14,45 - Per spiegare
il senso della decisione, i
presidenti di Juventus e Parma,
Cobolli Gigli e Tommaso
Ghirardi, si ritrovano nella
sala conferenze dell’Olimpico
alle 14,45. Prende la parola
Cobolli Gigli. "Noi come Juve
viviamo questo lutto con grande
partecipazione, è stato un
sentimento comune di Parma e
Juventus decidere di non giocare
la partita". Tocca a Ghirardi.
"Abbiamo appreso la notizia
intorno alle 13, è inutile in
questo momento spendere parole
su come sia avvenuto
l’incidente, pare che sia stata
una fatalità, quello che è certo
è che non è frutto di scontri.
Ero passato venti minuti prima
in zona e non avevo visto
nulla". È Ghirardi a svelare le
generalità del giovane dei Boys,
"un ragazzo giovane come me".
Nel rientrare a Parma Ghirardi
si ferma sul luogo della
tragedia, porta ai famigliari di
Matteo il cordoglio, respinge le
testimonianze dei tifosi
juventini che parlano di
aggressione. "Sono basito, sul
posto non c' è un coccio di
bottiglia, nulla a terra, i
ragazzi del Parma li conosco
bene, è una tifoseria corretta
la nostra". Telefoni roventi Il
tam tam sull' accaduto parte
dall' autobus numero 2 fermo
sulla piazzola dell’autogrill
alle 13, a bordo i tifosi del
centro di coordinamento Parma
club. Il presidente Ghirardi
viene messo al corrente quando
ormai è nei pressi dello stadio
torinese; pochi minuti prima era
transitato in auto nei pressi
della piazzola di sosta Crocetta
Nord. Le telefonate si
incrociano, con la Figc e la
Lega. I dirigenti del Parma
informano la Juve di voler
rinviare la partita, per motivi
di opportunità. Il lutto certo,
ma ci sono le telefonate
minacciose degli ultrà ai
dirigenti ducali: "Se giocate
mettiamo a ferro e fuoco la
città". Arriva anche l’invito
del sindaco di Parma, Pietro
Vignali, a sospendere
l’incontro. C' è confusione, chi
parla di aggressione, chi di
tafferugli che avrebbero
innescato l’incidente. All'
Olimpico è tutto tranquillo, i
torpedoni dei tifosi emiliani
sono fermi in autostrada, a
Torino non arriveranno mai. La
data del recupero di Juventus -
Parma verrà decisa oggi in Lega,
molto probabilmente mercoledì 16
in orario pomeridiano, per
motivi di ordine pubblico.
REAZIONI - GIORGIO
SANDRI "Basta vedere morire
ragazzi per un gioco" - Il padre
di Gabriele: "Spero sia
veramente l’ultima volta che
capita una cosa del genere.
Ragazzi di 26-28 anni non
possono morire per un gioco.
Proprio no". CRISTIANO SANDRI
"Ancora una vittima. È
impressionante" - Fratello di
Gabriele: "Un altro ragazzo
caduto, un’altra famiglia
colpita. Impressionante. La
vicenda di Gabriele però è
diversa: è stato ucciso".
GIOVANNA MELANDRI "Un
tragico incidente. Giusto
sospendere" - Il Ministro dello
Sport: "Condivisibile la
decisione assunta di sospendere
la partita in segno di lutto e
rispetto per il dolore della
famiglia Bagnaresi. È stato un
tragico incidente".
GIANCARLO ABETE "Siamo
vicini alla famiglia Bagnaresi"
- Il presidente della Figc:
"Esprimo un pensiero di
vicinanza e di solidarietà alla
famiglia di Matteo Bagnaresi,
alla società Parma e al suo
presidente Ghirardi".
SAP "Rinvio ipocrita Ora
basta trasferte" - Sindacato
autonomo di polizia: "La
sospensione della gara è giusta,
ma ipocrita perché il problema
va affrontato alla radice. Le
trasferte dei tifosi vanno
definitivamente abolite, almeno
per un lungo periodo. Il
problema è generale e le nostre
grida di allarme sono
inascoltate".
CESARE PRANDELLI "Un
dramma ma il tifo a Parma è
civile" - Tecnico della
Fiorentina ed ex Parma: "Il mio
primo pensiero, commosso e
sincero, va alla famiglia del
ragazzo. Non conosco i
particolari dell’episodio: è un
evento drammatico. Gli ultrà del
Parma al termine della partita
ti aspettano all' Autogrill e
mangi con loro. L' ambiente di
Parma è straordinario, è una
città civilissima".
31 marzo 2008
Fonte: Gazzetta.it
Giusta decisione
di Ruggiero Palombo
La 12a giornata di
campionato, l’area di servizio
dell’autostrada, gli ignari
tifosi della Juventus in viaggio
per andare a godersi la squadra
del cuore. È piena di
specialissime coincidenze,
questa nuova tragedia della
domenica. L' 11 novembre, 12a di
andata, sull' A1 nei pressi di
Arezzo moriva Gabriele Sandri,
laziale ucciso da un proiettile
esploso dalla pistola di un
poliziotto come minimo troppo
imprudente. I laziali diretti a
Milano per il match con l’Inter,
gli juventini (di Rieti) a
Parma, dove avrebbe dovuto
giocare la Juve. Si erano
incrociati per caso, ma non si
erano scambiati segni di pace.
Questa volta a morire è Matteo
Bagnaresi, ultrà del Parma in
trasferta sull' A21 per
raggiungere Torino e il match di
ritorno contro i bianconeri. Lo
travolge e uccide, nell' area di
servizio Crocetta Nord, un
pullman di tifosi (di Crema)
della Juve. Si stavano
sottraendo a un altrettanto
casuale incontro ravvicinato
fatto anche di cinghiate ai loro
danni. Due autogrill, due morti.
Andare a guardare dentro alle
loro storie di figli di buona
famiglia stordisce: dopo Gabbo,
il dj con qualche amico un po'
troppo ultrà, ecco Matteo,
capace di mettere insieme una
laurea in "Prevenzione e
Salubrità degli ambienti" con un
divieto a frequentare gli stadi
(manco a dirlo per un
Parma-Juventus del 2005) appena
finito di scontare. Due morti,
il denominatore comune resta
quello delle piccole storie di
ordinaria follia pallonara che
precedono epiloghi eccezionali.
Tifosi da trasferta che
attraversano l’Italia, ogni
occasione è buona, almeno per
qualcuno di loro, per attaccar
briga e far casino. Quasi sempre
fila tutto liscio. Due volte no.
Di buono c' è stata l’immediata
risposta del mondo del calcio:
Juventus-Parma, diventata a quel
punto una potenziale bomba a
orologeria, non si è disputata e
su tutti gli altri campi un
minuto di silenzio ha preceduto
le partite. Niente voci stonate.
Nessuna strumentalizzazione.
Giusto così. Aspettando che le
inchieste ci dicano qualcosa di
più, l’ultima coincidenza fa
male: Gabriele e Matteo avevano
tutti e due 28 anni.
31 marzo 2008
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
© Fotografie: Corsport -
Corriere.it
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