Matteo e Gabriele quel
gemellaggio per gli ultrà
caduti.
Parma - Lazio in nome
dei due tifosi morti in
autogrill
di Pierangelo Sapegno
Ciao
Matteo. Saluta Gabriele. Diceva
così lo striscione della Lazio.
Dall'altra parte c'era scritto:
"Parma ha perso un figlio,
Genova un fratello... Ciao
Bagna". È difficile capire un
funerale nel tempio del calcio,
se non sei dentro ai suoi
meccanismi rituali, e alle sue
logiche un po' tribali, quasi
esclusive. Ma questa è solo una
cronaca da raccontare ai
posteri. Ecco com'era un
funerale, nei tempi in cui anche
la vita fingeva di imitare lo
sport, e non viceversa. E al
minuto 15 di quella partita
(tutti i numeri avevano un
significato nel calcio: quello
era il tempo fissato dalle
curve), la comunione si compì
perfettamente, nel corpo e
nell'anima, quando dopo quel
quarto d'ora di silenzio e di
mute preghiere, la curva Nord
del Parma cominciò a gridare "e
tutto lo stadio batte le mani
per Matteo", proprio mentre la
squadra della Lazio apriva come
a un segnale le sue praterie e
persino un centravanti come Igor
Budan riusciva ad infilarsi
dentro caracollando come un
pachiderma verso la porta, così
goffo e così lento, ma benedetto
dal fato e dal suo funerale.
Così segnò il Parma, e lo stadio
invocò Matteo che non c'era più,
e pure i tifosi della Lazio
sventolarono in omaggio le loro
bandiere. Soltanto allora iniziò
davvero la partita. Era la
tredicesima giornata del girone
di ritorno del campionato di
calcio della stagione 2007/2008.
Alla tredicesima giornata del
girone d'andata, avevano fatto
il funerale di Gabriele Sandri,
tifoso della Lazio, sparato da
un poliziotto in un autogrill
dopo un battibecco con degli
juventini, e avevano giocato
Lazio - Parma, uno a zero. Anche
Matteo Bagnaresi era morto in un
autogrill, dopo forse qualcosa
di più che un battibecco con
degli juventini, e il dio
tribale del pallone aveva
restituito, assieme ai numeri e
alle incredibili coincidenze del
destino, gli stessi fedeli, gli
stessi cori e lo stesso vuoto
rituale. Il giorno prima Matteo
l'avevano pianto anche in
Chiesa, alla Comunità Betania di
Marore, ma non c'era quasi
nessuno, e c'era un gran
silenzio, anche se fra le navate
stava ad ascoltare qualche
sacerdote del pallone, come
Morfeo, Lucarelli e Coly. C'era
un prete che lo piangeva e lo
piange ancora, don Luciano
Scaccaglia: "Matteo ha avuto il
coraggio di combattere dalla
parte dei più deboli e chi come
lui sceglie i poveri non sbaglia
mai". Solo che Matteo era morto
prima di officiare un'altra
messa, quella di una partita di
calcio, che non ha poveri e
nutre preghiere diverse. Era una
domenica consacrata al suo rito
pagano, nell'era dell'effetto
serra e della tv al plasma,
quando gli uomini sognavano
ancora di andarsi a prendere un
bicchiere d'acqua su Marte e
guardavano ancora la luna col
cannocchiale. I tifosi facevano
le guerre, senza un altro motivo
che la semplice appartenenza,
come se appartenere a una tribù
piuttosto che a un’altra fosse
un premio del cielo o un peccato
grave, e non un mero caso senza
nessun senso. Per
quell'occasione, gli ultrà della
Lazio e del Parma avevano
fraternizzato, come nell'andata,
quando per la morte di Gabriele
Sandri avevano sfilato assieme
dietro al feretro, riempiendo lo
stadio degli stessi cori. Anche
adesso, furono quelli del Parma
a intonare romanisti e/o
giornalisti "pezzi di merda",
anche contro i rivali storici
della Lazio. Era l'odio che
accomunava le fazioni, e la
morte era solo un suggello di
quell'abbraccio. Così, gli
striscioni disseminati fuori
dallo stadio dal gruppo dei Boys
evocavano grida guerriere, come
se la fine di una persona non
potesse mai segnare la fine
delle ostilità: "Hasta siempre
Bagna", "Il tuo urlo nella curva
Nord". La cosa strana era che
nella vita fuori dal tempio del
calcio, Gabriele Sandri era un
dj romano molto conosciuto, dai
toni allegri e spensierati, non
funerei e iconoclastici come si
fissavano quelli del mondo
ultrà. E Matteo Bagnaresi era un
giovane impegnato con i centri
sociali, che lavorava per la
Comunità Betania, cercando di
recuperare tossicodipendenti e
emarginati. Niente, forse, lo
univa alla religione del calcio
se non che quella era anche e
soprattutto la religione dei
suoi tempi. Don Luciano, che era
suo amico oltre che compagno di
lavoro nella stessa comunità,
raccontò che il suo amico aveva
voluto questo epitaffio sulla
sua tomba: "Ho cercato la mia
anima e non ho potuto vederla.
Ho cercato Dio e mi è sfuggito.
Ho cercato il povero e li ho
trovati tutti e tre". Di quelle
parole, però, non c'era nemmeno
la memoria nel funerale dello
stadio.
7 aprile 2008
Fonte: La Stampa
© Fotografia: Sportparma.com
Rubato striscione
dedicato a Matteo
di Andrea Schianchi
Non c'
è pace per Matteo Bagnaresi e
per i suoi genitori. Al tifoso
parmigiano, morto in un
autogrill travolto da un pullman
di juventini, i suoi amici della
curva avevano dedicato uno
striscione steso davanti allo
stadio Tardini: "Bagna il tuo
urlo libero sempre nella nord".
Firmato: Boys 1977. Quello
striscione è stato rubato e,
probabilmente, bruciato. L'
episodio è accaduto nei giorni
scorsi. I tifosi del Parma hanno
denunciato il furto in Questura
e le forze dell’ordine si sono
messe al lavoro per capire come
sono realmente andate le cose.
Nel frattempo i Boys hanno
provveduto a rifare lo
striscione e a stenderlo ancora
davanti allo stadio, dopo aver
ottenuto (come era successo
anche in precedenza) tutte le
autorizzazioni da parte del
Comune. Indagini Per sapere che
cosa è veramente successo si
deve attendere che i poliziotti
esaminino le registrazioni delle
videocamere piazzate davanti
allo stadio. Sembra, tuttavia,
sicuro che non si tratti di un
atto attribuibile a qualche
altro gruppo ultrà. Gli stessi
tifosi del Parma hanno fatto
indagini nel loro ambiente e non
hanno ricevuto prove. La cosa
più probabile, ed è la pista che
la Questura sta seguendo, è che
il furto dello striscione
dedicato a Matteo Bagnaresi sia
un gesto politico. Bagnaresi
aveva dichiarate simpatie
politiche di sinistra, e non le
aveva mai nascoste, e spesso in
passato si era scontrato con
altri gruppi. Fa riflettere, ad
esempio, che sia stato rubato
soltanto lo striscione e non le
sciarpe e gli altri vessilli che
molti ultrà arrivati da tutti
Italia hanno lasciato davanti
allo stadio. E proprio al
Tardini, domani, sotto la nord,
verrà inaugurata una targa in
memoria di Matteo.
3 maggio 2008
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
© Fotografia:
Irriducibili1987.blogspot.com
Disgrazia come quella di
Matteo con lui morì anche il mio
cuore
di Stefania Parmeggiani
e Maria Chiara Perri
PARMA -
"E' una disgrazia assurda, un
incidente spaventoso, così
simile al nostro". Cristina
Venturini ha la voce incrinata,
rivive la morte del figlio
Matteo Bagnaresi, 28 anni,
ultras del Parma travolto da un
pullman della Juventus in
un’area di servizio della
Piacenza - Torino il 30 marzo
2008. "Per noi è stata la morte
del cuore". É trascorso quasi un
anno, ma non si è ancora
arrivati al rinvio a giudizio.
Il consulente tecnico della
procura di Asti ha ricostruito
gli ultimi istanti di vita di
Matteo, stabilendo che al
momento dell’incidente si
trovava di fronte al pullman.
Davanti all' autista, che non
può non averlo visto. "Cos' è
successo esattamente ? Ci sono
stati dei disordini ?", chiede
angosciata la Venturini. "Matteo
fu investito in pieno, il
pullman è partito con lui
davanti al parabrezza. Questi
incidenti non c' entrano niente
con il calcio, con il tifo
violento". La signora vorrebbe
non parlare perché storie come
queste si prestano a
strumentalizzazioni: "Come per
Eluana sono drammi che vengono
sfruttati da una parte o dall'
altra per scopi politici. Queste
cose mi fanno inorridire. È
meglio che ognuno faccia le
proprie riflessioni in
silenzio". Non è una resa, ma la
volontà di combattere per avere
giustizia. La sua battaglia e
quella del marito Bruno è
arrivare in tribunale e ottenere
un risarcimento, ma solo perché
con quei soldi potrebbero
sostenere le idee di Matteo.
"Stiamo lavorando per istituire
una fondazione a suo nome,
abbiamo già registrato lo
statuto davanti al notaio e a
fine marzo la presenteremo al
pubblico".
16 febbraio 2009
Fonte: La Repubblica
© Fotografia: Parma.repubblica.it
Una canzone su Matteo
Bagnaresi
"Un ragazzo come me"
degli Statuto
di Giacomo Talignani
Esce oggi nei negozi
l'album "E' già Domenica". Il
gruppo torinese ha deciso di
dedicare una traccia alla vita e
alla storia del "Bagna", il
giovane tifoso del Parma morto
sotto un pullman in un
autogrill. I diritti del brano
andranno in beneficenza.
Basta
girare per le strade di Parma
per accorgersi che il ricordo di
Matteo non si può spegnere. Sui
muri della città, un po'
ovunque, campeggia quel "Bagna
vive" che è ormai entrato negli
occhi dei parmigiani. Adesso
però tocca alle orecchie. Sulla
storia di Matteo Bagnaresi, il
tifoso del Parma morto investito
da un pullman durante una
terribile trasferta del 30 marzo
2008, è nata una canzone. È una
dedica, un elogio, un ricordo.
Dice la strofa: "Era un ragazzo
come me, come noi. La sua vita è
già un esempio... Per un mondo
migliore dava tutto e anche di
più...". Il ritmo è quello dello
ska, musica cara anche al Bagna,
la voce quella degli Statuto, il
gruppo musicale che con la Sony
music lancia oggi nei negozi il
nuovo Album "E' già domenica".
Una delle ultime tracce è
appunto "Un ragazzo come me".
Scrivono gli autori nel
presentare il brano "La storia
di Matteo Bagnaresi, il Bagna,
come noi passionale nel
sostenere le proprie idee e la
propria appartenenza e con il
sogno di cambiare (almeno un
po’…) in meglio questo mondo.
Sincero e coraggioso. Se n’è
andato tragicamente, investito
da un autobus che trasportava
tifosi juventini, in un’area di
servizio, mentre stava andando a
seguire il suo Parma. Anche
questo testo è stato, prima di
chiunque altro, letto dalla sua
famiglia e dai suoi amici più
stretti". Una canzone scritta
per non dimenticarlo e per non
scordare l'impegno di Matteo, da
sempre attivo (anche in Brasile)
per aiutare gli altri. Non a
caso tutti i diritti d’autore
del testo di questa canzone
saranno devoluti in beneficenza
all’Associazione "Matteo
Bagnaresi onlus". Di
storie ultras, nel nuovo album
degli Statuto in gran parte
dedicato al calcio giocato e
vissuto, ce ne sono molte. Non
solo il Bagna, ma anche Gabbo.
Il nome del cd ''E' già
domenica'' è infatti ispirato da
''una toccante lettera'' di
ringraziamento che la mamma di
Gabriele Sandri scrisse al
gruppo quando gli Statuto
dedicarono a Gabbo l'antologia
uscita due anni fa. Il cd è
stato prodotto da Marco Calliari
(già sound-engineer per
Subsonica, Giuliano Palma e
Baustelle), l'album contiene 14
canzoni (12 inediti e 2 cover,
che sono "Una città per cantare"
e "Vamos a la playa") che
spaziano tra vari generi
musicali (soul, ska, pop
italiano e R&B) e si avvale di
importanti collaborazioni come
quelle di Enrico Ruggeri, Ron,
Paolo Belli e il presidente di
Sony Music Italia ma anche nuova
star televisiva (tra "Amici" e
"Italia's Got Talent") Rudy
Zerbi. Oltre al calcio i testi
trattano anche storie
sentimentali, storie
metropolitane e quotidianità
sociali in modo chiaro e
talvolta ironico.
"Un ragazzo come me"
- Era un ragazzo come me / Era
un ragazzo come noi / Forse solo
un po’ più forte / Coraggioso
assai / Sempre il primo e sempre
pronto / A lottare insieme a noi
/ Era un ragazzo come me / Era
un ragazzo come noi / La sua
vita è già un esempio / Che si
seguirà / Per un mondo un po’
migliore / Dava tutto e anche di
più / Era un ragazzo come me /
Era un ragazzo come noi /
Impegnato con il cuore / Passi
indietro mai / Ogni gesto con
ardore / Combattendo con lealtà
/ Era un ragazzo come me / Era
un ragazzo come noi / Il ribelle
col sorriso / Di chi amore dà /
Di chi spera forse un giorno /
Che qualcosa cambierà / Bagna è
l’orgoglio di città / E Parma
non lo scorderà / La sua curva
ha il suo nome e lo canterà /
Nelle piazze e per le strade
sempre Bagna lotterà.
20 aprile 2010
Fonte:
Parma.repubblica.it
© Fotografie: Youtube
Morte Matteo Bagnaresi,
autista rinviato a giudizio:
famiglia parte civile
A tre anni dalla morte
del 27enne, la società e la
Curva Nord hanno ricordato il
giovane tifoso gialloblù
scomparso tragicamente nella
trasferta di Torino. I Boys ora
lavorano a una Fondazione a suo
nome.
Nel
terzo anniversario della morte
di Matteo Bagnaresi, il Parma
ricorda "il giovane tifoso
gialloblù scomparso tragicamente
il giorno 30 marzo 2008 mentre
era al seguito dei Boys nella
trasferta di Torino - si legge
nella nota del club emiliano -
in quella che per lui doveva
essere un'altra domenica al
seguito della sua squadra del
cuore". Intanto, ieri è stato
rinviato a giudizio dal gup di
Asti, (Omissis), per omicidio
colposo. L’autista bergamasco,
titolare di una ditta di
trasporti, era alla guida del
pullman che investì Matteo
Bagnaresi, morto a 27 anni
nell’area di servizio Crocetta
sull'A21 mentre si dirigeva a
Torino per vedere la partita
Juventus-Parma. (Omissis) sarà
processato a partire dal
prossimo 5 luglio. La famiglia
del giovane si costituirà parte
civile.
IL RICORDO DEI BOYS
- Un altro anno è
passato. Velocemente, forse
troppo… È il tuo giorno Bagna:
oggi 30 Marzo, un altro
maledetto 30 Marzo… Dovrebbe
essere un giorno come tanti e
invece per noi, è diventata una
data particolare, un
anniversario da ricordare ogni
anno nel migliore dei modi ! Non
sappiamo bene come definire
questo giorno, troppe le
sensazioni che si mischiano: il
dolore che torna nelle nostre
menti, il nodo che si stringe in
gola, la scena che scorre
spietata davanti ai nostri
occhi… Ma anche l’orgoglio di
ricordarti, quella voglia di
scrivere, urlare, disegnare il
tuo nome. Rendere vivo il tuo
ricordo e la tua memoria è come
trasmettere i valori e i
pensieri che tu ci hai insegnato
e che abbiamo ereditato come un
tesoro inestimabile ! Potremmo
scrivere che ci manchi Teo…
Sarebbe riduttivo, troppo
riduttivo ! Perché mancare è una
parola sola, tu invece hai
lasciato un vuoto incolmabile di
un milione di parole in ognuno
di noi ! Come sempre, non ci
sono molte parole da dire o
forse sarebbero sempre troppo
poche. Ci proviamo, vogliamo
provarci e ci sforziamo di
respingere la tristezza ed
andare avanti nel tuo ricordo,
continuando ad essere Ultras
come piaceva a te e facendo del
bene nel tuo nome. Spesso ci
troviamo a ragionare un po’
tutti con la tua testa; ci
mettiamo a rileggere gli
articoli che scrivevi per la
nostra fanzine, immedesimandoci
nei momenti in cui avevi tu la
penna in mano ! Rileggiamo
quelle righe, cercandoti tra le
tue parole… Quanto ci tenevi
Bagna al tuo Gruppo ! Un amore
sviscerato, di quelli che si
possono capire solo se lo si
vive, proprio come facevi tu…
Come stiamo facendo noi anche
per te ! La vita spesso ci mette
di fronte situazioni che ci
dovrebbe far diventare uomini
forti e sicuri di noi stessi e
invece… Diventiamo piccoli,
impotenti e timorosi e la morte
si sa, non guarda in faccia
nessuno ! Ci sentiamo
invincibili e ti vedevamo
invincibile, come un guerriero
senza paura ! Ci guardiamo negli
occhi mentre decidiamo come
ricordarti quest’anno: ogni
discorso o ogni frase che
potremmo intraprendere in quei
momenti, sappiamo già dove andrà
a finire ! Dobbiamo omaggiare un
amico, un compagno di avventure,
una persona rara e preziosa,
dobbiamo e ci imponiamo di fare
sempre del nostro meglio !
Nessuno dovrà mai dimenticarsi
di te e di quello che hai
costruito… Proprio come stanno
facendo i tuoi genitori.
Quest’anno vogliamo dare
particolarmente spazio a
quest’ultima cosa e nello
specifico alla Fondazione Matteo
Bagnaresi Onlus. Uno spazio
aggregativo, una casa
d’accoglienza per i giovani che
vivono nella nostra città,
perché il disagio giovanile era
uno di quei progetti che tu
avevi particolarmente a cuore e
che cercavi di portare avanti.
Un’associazione che si occupa
anche di corsi di formazione
sulla sicurezza sul lavoro e
tutela dell’ambiente, perché tu
Bagna eri anche questo… Un uomo
con valori più unici che rari in
questo mondo sporco e corrotto !
Come sempre, vogliamo ricordare
anche gli altri ragazzi che ci
hanno lasciato: da pochi giorni
il Vappo, il Tino, il Como, il
Giuly, lo Zivo, il Bue, tutti
quelli per i quali abbiam fatto
una coreografia, tutti quelli
che vivono nel Vento della Nord.
Ciao Bagna, salutaceli tutti".
31 marzo 2011
Fonte: Parmatoday.it
© Fotografia:
Fondazionematteobagnaresi.it
Parma, dieci anni senza
Matteo, dieci anni sempre con
Matteo
di Giovanni Padovani
Era il
30 marzo del 2008 quando
all’Autogrill Crocetta, in
provincia di Asti, Matteo
Bagnaresi perse definitivamente
la sua vita. Da quel giorno sono
passati esattamente dieci anni e
i suoi amici di mille trasferte
hanno voluto ricordare questo
pur triste anniversario,
organizzando una commemorazione
aperta a tutti, con ritrovo
nella tarda mattinata del giorno
di Pasquetta presso lo Stadio
Tardini con un "primo tempo" nel
cuore della Curva Nord, quella
curva che porta il suo nome, un
intervallo con una camminata di
qualche km e per finire, un
"secondo tempo" alla fondazione
Matteo Bagnaresi Onlus, dove
sono stati forniti piatti caldi
e spiegato tramite audiovisivo
la funzionalità della fondazione
stessa. All’interno della Nord
presente una galleria
fotografica molto curata,
immagini con le coreografie
eseguite nel decennale, la
solidarietà espressa dalle varie
curve ultras italiane ed estere
con gli striscioni esposti, fax
ricevuti di condoglianze al
gruppo e, per l’occasione, è
stato prodotto un libricino
dell’evento. Presenti tante
generazioni, da chi l’ha
conosciuto a chi ne ha solo
sentito parlare, passando per
chi in un prossimo futuro
chiederà ai propri genitori chi
fosse Matteo, poi tutti i
gemellati della Nord e varie
tifoserie del panorama ultras
italiano che, chi con sciarpe,
fiori e striscioni hanno voluto
rendere omaggio al "Bagna". Una
commemorazione semplice ma ben
organizzata. "Matteo in Curva
Nord non morirà mai, perché
quella Curva porta il suo nome,
perché ogni qualvolta gioca il
Parma, il primo coro, il primo
urlo verso il cielo è rivolto
sempre a lui. Queste le parole
di apertura di un’esponente del
gruppo. Vari gli interni tra
Boys, ma tanto spazio anche per
i gemellati e le tifoserie
ospiti, ognuno con il proprio
racconto, un aneddoto, una
memoria, un suo gesto, tante
belle parole, tante belle frasi
che insieme hanno descritto
davvero chi fosse Matteo
Bagnaresi. Tra i tanti
interventi, particolari le
parole di un ragazzo: "Vorrei
concludere questo mio intervento
proprio con due parole sui
genitori di Matteo, Bruno e
Cristina. Una volta suo padre
Bruno mi disse: se vi avessi
conosciuto prima, mi sarei
preoccupato di meno. Da parte di
un genitore verso gli amici del
figlio credo che sia un grande
attestato di stima e di affetto.
Una stima, un affetto che sono
assolutamente ricambiati perché
anche se a volte abbiamo dei
punti di vista differenti, cosa
sicuramente normale visto il gap
generazionale, fa parte di
questa storia tanto triste
quanto straordinaria, anche la
reazione dei suoi genitori, che
non si sono chiusi nel dolore,
ma hanno dedicato tempo, energia
e risorsa al progetto della
fondazione dando dimostrazione
di grande determinazione
coraggio e generosità".
5 aprile 2018
Fonte:
Sportpeople.net
© Fotografia:
Parmatoday - Parmacalcio1913.com
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