Ucciso dopo
lite per Inter, l'uomo fermato
confessa
Subito dopo
la partita, un italiano è stato
accoltellato a morte davanti ad
un bar.
TORINO - Ha
ucciso per la sua fede
calcistica, per l'Inter campione
d'Europa. Una passione che si è
trasformata in follia, quella di
Rocco Acri, l'uomo di 60 anni
che ieri sera ha accoltellato a
morte Edmondo Bellan, 63 anni,
per difendere la sua squadra del
cuore. Un banale litigio finito
in tragedia di fronte a un bar,
il Blu Sky, dopo avere seguito
fianco a fianco la finale di
Champions League tra Inter e
Bayern Monaco. "Sfotti pure, ma
quella non è una squadra
italiana", avrebbe detto la
vittima - di simpatie juventine
- all'aggressore nerazzurro. Un
affronto troppo grande, nella
sera del trionfo di Zanetti e
compagni, per un nerazzurro
convinto. Ma a scatenare la sua
violenza sarebbe stato l'insulto
che la vittima avrebbe rivolto a
Materazzi. "Guarda che maglietta
vergognosa, è un uomo di m...",
avrebbe sostenuto il bianconero
Bellan criticando la maglietta
indossata e mostrata dal
difensore dell'Inter nella festa
post-partita. Parole pesanti, a
cui hanno fatto seguito i primi
colpi proibiti: qualche
spintone, forse uno schiaffo. Il
televisore del locale
trasmetteva le immagini di
Mourinho in lacrime mentre
abbraccia il presidente Moratti.
Davvero troppo per la Torino
bianconera, reduce da una
stagione disastrosa e con il
dente avvelenato per lo scudetto
revocato del 2006 e assegnato a
tavolino all'Inter. La lite è
degenerata in strada, con i
caroselli degli interisti sullo
sfondo a suscitare le invidie
degli juventini che per tutta la
serata hanno guardato la partita
tra indifferenza e "gufate".
"Adesso te la faccio pagare", ha
detto l'interista al "nemico"
juventino, ed è spuntato il
coltello con cui lo ha colpito a
morte.
Fonte: ANSA
© Fotografie:
Torino.repubblica.it
Rissa a
Torino al termine della partita,
muore
uno
juventino accoltellato da un
interista
Tragedia a
Torino ieri notte: Rocco Acri,
60 anni, ha colpito a morte con
un coltello Edmondo Bellan, 63
anni, a causa della finale di
Champions tra Inter e Bayern
Monaco vinta, come è noto, dai
nerazzurri. I due hanno visto
insieme la partita in un bar, il
Blue Sky: la vittima, di fede
juventina, ha "osato" criticare
l'Inter, la squadra di cui è
invece convinto tifoso Acri.
Testimoni hanno asserito che il
Bellan se la prendeva con i
meneghini per il fatto di non
aver neanche un italiano in
campo ieri sera, salvo poi
esplodere quando ha visto la
maglia di Materazzi: "Guarda che
maglietta vergognosa, è un uomo
di m...". La discussione è come
ovvio degenerata, in principio
con insulti verbali reciproci e
qualche spinta nel bar stesso,
al che il gestore ha intimato ai
due di uscire. "Adesso te la
faccio pagare" avrebbe detto
Acri una volta in strada,
colpendo con un coltello lo
juventino prima al torace e poi
a una spalla. Trasportato di
urgenza all'ospedale Maria
Vittoria, è morto poco dopo per
gravi emorragie. Fermato
l'aggressore, di origini
calabresi, che in Questura ha
alla fine di un lungo
interrogatorio ammesso la sua
responsabilità. Storia di
follia, certo, ma forse
Materazzi potrebbe evitare
provocazioni così plateali: di
pazzi, in giro, non ce ne sono
pochi.
23 maggio
2010
Fonte:
Calcioblog.it
Litigano per l'Inter campione,
un morto. Fermato un sessantenne
Il diverbio scoppiato in un bar
nel quartiere Parella. Un uomo
di 63 anni, raggiunto da due
coltellate, è morto in ospedale.
L'assassino ha le ore contate.
Un uomo di 60 anni è stato posto
sotto fermo dalla polizia per
l'omicidio di un 63enne ucciso
ieri sera fuori dal bar "Blue
Sky" in corso Lecce, a Torino.
Una lite, scatenata dalla
vittoria interista nella
Champions League, è finita in
tragedia subito dopo la
finalissima seguita nel locale
di corso Lecce, nel quartiere
Parrella. Secondo una prima
ricostruzione, la lite tra la
vittima - Edmondo Bellan, 63
anni - e il suo assassino è
iniziata nel bar. Una
discussione banale causata dalla
vittoria dell'Inter, ritenuta
squadra poco rappresentativa
dell'Italia per i troppi
giocatori stranieri. Il titolare
del locale ha allontanato i due,
che dalle parole erano passati
alle mani, ma la lite è
proseguita in strada. Colpito da
due coltellate, una al torace e
l'altra al braccio destro,
Bellan è stato soccorso e
trasportato in ospedale, dove è
deceduto per una grave
emorragia. Agli investigatori
sono bastate poche ore per
rintracciare il presunto omicida
e arrestarlo. In casa del
fermato gli agenti hanno trovato
anche degli abiti macchiati di
sangue.
23 maggio 2010
Fonte: Torino.repubblica.it
Litigano
per l'Inter campione, ucciso un
uomo a Torino
La vittima,
Edmondo Bellan, 63 anni, è stato
accoltellato davanti a un bar in
cui aveva seguito la finalissima
tra i nerazzurri e il Bayern
Monaco. Fermato un sessantenne
che avrebbe confessato.
Una lite,
scatenata dalla vittoria
interista nella Champions
League, è finita in tragedia a
Torino. Subito dopo la partita,
un italiano è stato accoltellato
a morte davanti ad un bar in cui
aveva seguito la finalissima di
ieri sera. Per l'omicidio è
stato fermato Rocco Acri, 60
anni. L'uomo, al termine di un
lungo interrogatorio negli
uffici della Questura, secondo
quanto si apprende, avrebbe
ammesso le proprie
responsabilità. Gli agenti della
squadra mobile, inoltre, hanno
sequestrato al fermato alcuni
abiti sporchi di sangue e un
coltello a serramanico, la
probabile arma del delitto. Da
una prima ricostruzione
dell'accaduto, sembra che la
lite tra la vittima - Edmondo
Bellan, 63 anni - e il suo
assassino sia iniziata
all'interno del bar "Blu Sky" di
Corso Lecce, quartiere Parrella.
Una discussione banale causata
dalla vittoria dell'Inter,
ritenuta squadra poco
rappresentativa dell'Italia per
i troppi giocatori stranieri. Il
titolare del locale ha
allontanato i due, che dalle
parole erano passati alle mani,
ma la lite è proseguita in
strada. Colpito da almeno due
coltellate, una al torace e
l'altra al braccio destro,
Bellan è stato soccorso e
trasportato in ospedale, dove è
deceduto per una grave
emorragia.
23 maggio
2010
Fonte:
Tg24.sky.it
A Riva del
Garda fermato un 27enne: ha
ferito un giovane con un
taglierino.
Torino,
tragedia dopo la partita
dell'Inter
Accoltellato per strada muore in
ospedale
Lite tra
due uomini in un bar, la vittima
ha insultato Materazzi. Fermato
il killer, un 60enne: ha
confessato.
TORINO -
Una lite, scatenata dalla
vittoria interista nella
Champions League, è finita in
tragedia a Torino. Rocco Acri,
60 anni, sabato sera ha
accoltellato a morte Edmondo
Bellan, 63 anni, per difendere
la sua squadra del cuore. Un
banale litigio finito in
tragedia di fronte a un bar, il
Blu Sky, dopo avere seguito
fianco a fianco la finale di
Champions League tra Inter e
Bayern Monaco. "Sfotti pure, ma
quella non è una squadra
italiana", avrebbe detto la
vittima - di simpatie juventine
- all'aggressore nerazzurro. Un
affronto troppo grande, nella
sera del trionfo di Zanetti e
compagni, per un nerazzurro
convinto. Ma a scatenare la sua
violenza sarebbe stato l'insulto
che la vittima ha rivolto a
Materazzi. "Guarda che maglietta
vergognosa, è un uomo di m...",
avrebbe sostenuto Bellan
criticando la maglietta
indossata e mostrata dal
difensore dell'Inter nella festa
post-partita. Parole pesanti, a
cui hanno fatto seguito i primi
colpi: qualche spintone, forse
uno schiaffo. La lite è
degenerata in strada. "Adesso te
la faccio pagare", ha detto
l'interista. A quel punto è
spuntato il coltello e la lite è
diventata tragedia. Colpito da
almeno due coltellate, una al
torace e l'altra al braccio
destro, Bellan è stato soccorso
e portato in ospedale, dove è
morto per una grave emorragia.
Dopo l'aggressione Acri è stato
portato in questura insieme ad
altre persone che hanno
assistito all'accaduto: sono
stati tutti interrogati a lungo
e l'assassino ha infine
confessato. RIVA DEL
GARDA - Tragedia sfiorata a Riva
del Garda (Trento), dove i
carabinieri hanno arrestato per
tentato omicidio un 27enne che
avrebbe ferito con un taglierino
un giovane di Rovereto durante i
festeggiamenti per la vittoria
dell'Inter. Secondo gli
inquirenti il gruppo di giovani
di cui faceva parte l'aggressore
stava festeggiando la vittoria
della squadra e avevano bevuto
alcolici in eccessiva quantità.
Da un semplice diverbio si
sarebbe passati alle mani e di
seguito è spuntato il coltello.
Il 23enne ferito è stato
ricoverato all'ospedale di Arco:
ha molte ferite all'addome, ma
non è in pericolo di morte. Il
presunto aggressore è stato
arrestato domenica all'alba dai
carabinieri.
23 maggio
2010
Fonte:
Corriere.it
La
maglietta di Materazzi causa una
rissa
Tifoso
interista uccide juventino a
Torino
La
maglietta di Materazzi dedicata
alla Juventus.
ROMA (23
maggio) - Un tifoso interista,
uno juventino, la finale di
Champions League in diretta in
un bar di Torino e la maglietta
di Materazzi. Un cocktail che si
è trasformato in una miscela
esplosiva, scatenando la follia
che spesso fa capolino nel mondo
del calcio, aggravata dall'età
dei protagonisti, entrambi
sessantenni. Il bilancio è di un
morto e un arrestato per
omicidio. L'assassino è Rocco
Acri, 60 anni, tifoso interista,
la vittima Edmondo Bellan, 63
anni, juventino. Fattore
scatenante, la scritta sulla
maglietta di Marco Materazzi,
entrato nel recupero di
Inter-Bayern Monaco: "Rivolete
anche questa ?", scritta che
ironizza sulla richiesta
juventina di restituzione dello
scudetto 2005/06, vinto sul
campo dai bianconeri ma
assegnato a tavolino ai
nerazzurri per Calciopoli. Nel
Blue Sky di corso Lecce, al
quartiere Parella, gli animi si
sono subito accesi. "Sfotti pure
- ha detto Bellan rivolto allo
schermo sul quale appariva
Materazzi con la sua maglietta -
ma quella non è una squadra
italiana. Che maglietta
vergognosa, è un uomo di m...".
Acri, seduto a un tavolo vicino,
si è alzato e gli si è
avvicinato. I due sono passati
dagli insulti agli spintoni e a
qualche schiaffo. Il titolare
del locale li ha allontanati:
"In questo locale non c'è spazio
per i violenti", ha detto
mettendoli alla porta Acri e
Bellan in strada si sono
affrontati a muso duro: "Adesso
te la faccio pagare", ha detto
l'interista allo juventino. Poi
ha estratto un coltello a
serramanico e ha menato tre
fendenti. Due hanno colpito la
vittima al costato, uno al
braccio sinistro. I passanti e
gli avventori del bar hanno
subito chiamato la polizia e
un'ambulanza. Inutile però la
corsa al vicino ospedale Maria
Vittoria: Bellan è morto poco
dopo essere arrivato al pronto
soccorso. La squadra mobile
della questura ha sentito
diversi testimoni e ha
identificato e arrestato, questa
mattinata, l'autore del delitto,
che ha subito confessato.
23 Maggio
2010
Fonte:
Ilmessaggero.it
Un’offesa a
Materazzi ucciso tifoso della
Juve
Interista
arrestato dopo la vittoria dei
nerazzurri
di Marco
Bardesono
TORINO -
Nel bar di sempre le solite
facce, molti juventini e lui
tifoso neroazzurro. In tv la sua
Inter impegnata nella finale con
il Bayern. L’eccitazione è alle
stelle e basta uno sfottò su
Materazzi per trasformare un
pensionato in omicida: con tre
coltellate ha ucciso il
sessantenne che aveva offeso il
difensore. È successo sabato
sera a Torino. A distanza di
poco più di un mese da un altro
delitto avvenuto sempre al
termine di una partita
dell’Inter vista sul maxischermo
di un bar: il 16 aprile, dopo i
quarti di Champions contro il
Chelsea, Carlo Antonucci, 50
anni, aveva ucciso a colpi di
pistola Roberto Palumbo, un
operaio quarantenne. L’altra
sera omicidio fotocopia. Sul
televisore del bar "Blu Sky", in
corso Lecce, compare Marco
Materazzi. Il difensore
interista si leva la maglietta a
strisce e la telecamera indugia
sulla t-shirt del neroazzurro,
c’è una scritta: "Rivolete anche
questa ?". Una frase che
ironizza sulla richiesta di
restituzione dello scudetto del
2006, vinto sul campo dai
bianconeri ma, in seguito a
"Calciopoli", assegnato a
tavolino all’Inter. Nel bar il
clima si fa teso. Ci sono una
ventina di persone, perlopiù
pensionati, quasi tutti
juventini: "Sfotti pure - dice
un cliente abituale, Edmondo
Bellan, 63 anni, disoccupato -
ma l’Inter non è una squadra
italiana con tutti quei negri di
m... Che maglietta vergognosa,
anche quello lì è un uomo di
m...". Nasce un parapiglia
perché, come poi ha raccontato
alla polizia il titolare del
bar, Emanuele Romeo, 77 anni,
"c’erano anche alcuni
interisti". Uno di questi, Rocco
Acri, sessantenne, anche lui
senza lavoro, si avventa contro
il bianconero e lo prende per il
bavero. Spintoni, schiaffi,
insulti. "Sono stato io a
mettermi in mezzo - ha spiegato
Romeo - ho cercato di dividere
quei due che conosco da anni".
L’uomo prova a fare da paciere e
grida: "In questo posto non
voglio risse. Se avete da dire
andate fuori". I due tifosi
scalmanati vengono trascinati a
forza all’esterno dal locale.
"Poi ho chiuso la porta - ha
sostenuto l’esercente - e siamo
tornati tutti davanti alla tv.
Dopo poco è entrato un ragazzo.
Gridava: "l’ha preso a
coltellate". Sono subito uscito
a vedere". Il corpo di Bellan
era steso sul marciapiede
davanti al bar. A terra una
pozza di sangue. Dopo pochi
minuti è arrivata un’ambulanza,
ma l’uomo è morto prima di
arrivare in ospedale. Tre
coltellate, una al braccio e due
mortali all’addome. Per gli
investigatori della Omicidi
della squadra Mobile, non è
stato facile risalire
all’identità di quello che si
presume essere l’assassino. Acri
è stato identificato solo alle
prime ore del mattino, i
poliziotti lo hanno tirato giù
dal letto: "Cosa volete ?", ha
detto. Portato in Questura,
prima ha negato, poi ha
spiegato: "Pensavo d’averlo
colpito di striscio. Quando me
ne sono andato era ancora in
piedi e continuava a
minacciarmi. Non sono scappato.
Mi sono allontanato perché non
volevo altri guai. Prima ero
intervenuto per dividere lui e
il padrone del bar che stavano
litigando. Fuori dal locale se
l’è presa con me. Ho dovuto
difendermi ma pensavo solo di
avergli fatto un graffio". Una
versione, questa, che non ha
convinto il magistrato di turno,
il sostituto procuratore Marco
Sanini, ma che è confermata dal
dall’avvocato Marco Moda: "Il
racconto del mio assistito è
coerente e veritiero". Nel corso
della perquisizione a casa di
Acri, gli uomini del
vicequestore Luigi Mitola hanno
trovato quella che si ritiene
essere l’arma del delitto: un
coltello serramanico con una
lama di dieci centimetri. I
poliziotti hanno sequestrato
anche abiti sporchi di sangue.
"Acri - ha concluso l’avvocato
Moda - ha agito solo per
legittima difesa. Tra l’altro,
non mi risulta neppure che il
mio cliente tifasse per
l’Inter".
24 maggio
2010
Fonte: Il
Corriere della Sera
© Fotografia:
Calciomercatonews.com
Champions,
tifoso dell'Inter ucciso a
Torino
Accoltellato ieri notte,
arrestato il presunto colpevole.
TORINO, 23
maggio - Una lite, scatenata
dalla vittoria interista nella
Champions League, è finita in
tragedia a Torino. Subito dopo
la partita, un italiano è stato
accoltellato a morte davanti ad
un bar in cui aveva seguito la
finalissima di ieri sera. La
polizia, che indaga
sull'omicidio, sta ascoltando
negli uffici della Questura
alcuni testimoni. Gli
investigatori non escludono che
tra loro possa esserci anche
l'assassino. LITE
DEGENERATA - Da una prima
ricostruzione dell'accaduto,
sembra che la lite tra la
vittima - Edmondo Bellan, 63
anni - e il suo assassino sia
iniziata all'interno del bar
"Blu Sky" di corso Lecce,
quartiere Parrella. Una
discussione banale causata dalla
vittoria dell'Inter, ritenuta
squadra poco rappresentativa
dell'Italia per i troppi
giocatori stranieri. Il titolare
del locale ha allontanato i due,
che dalle parole erano passati
alle mani, ma la lite è
proseguita in strada. Colpito da
almeno due coltellate, una al
torace e l'altra al braccio
destro, Bellan è stato soccorso
e trasportato in ospedale, dove
è deceduto per una grave
emorragia. Sul posto sono
intervenute le volanti della
polizia e gli investigatori
della squadra mobile, che hanno
portato in Questura alcune
persone. FERMATO IL PRESUNTO
OMICIDA - È stato fermato il
presunto omicida di Edmondo
Ballan, 63 anni, ucciso ieri
sera a Torino nel corso di una
lite dopo la partita finale di
Champions League. Si tratta di
un sessantenne italiano del
quale non è stata ancora resa
nota l'identità. L'uomo, secondo
quanto appreso, è tra le persone
che sono state ascoltate per
tutta la mattina in questura per
consentire agli investigatori di
ricostruire l'accaduto.
L'ASSASSINO AVREBBE CONFESSATO -
Avrebbe confessato Rocco Acri,
60 anni, l'uomo fermato dalla
polizia per l'omicidio avvenuto
ieri sera a Torino al culmine di
un litigio per la finale di
Champions League tra Inter e
Bayern Monaco. Al termine di un
lungo interrogatorio negli
uffici della questura, secondo
quanto si apprende, l'aggressore
avrebbe ammesso le proprie
responsabilità. Gli agenti della
squadra mobile, inoltre, hanno
sequestrato al fermato alcuni
abiti sporchi di sangue e un
coltello a serramanico, la
probabile arma del delitto.
QUATTRO ARRESTI NEL BRESCIANO -
Si sono conclusi, per quattro
bresciani, nella camera di
sicurezza della Compagnia dei
carabinieri di Verolanuova i
festeggiamenti per la vittoria
dell'Inter a Madrid. Intorno
alle 2 i carabinieri sono stati
chiamati ad Orzinuovi (Brescia)
poiché nella piazza principale
del paese era stata segnalata
un'accesa discussione. La
pattuglia si è trovata di fronte
a quattro interisti, tutti dello
stesso paese, d'età compresa tra
i 32 e i 56 anni, che stavano
discutendo animatamente, forse
anche dopo qualche brindisi di
troppo per la vittoria. Uno di
loro, in particolare, ha reagito
violentemente al tentativo dei
carabinieri di indurlo alla
calma e allo stesso modo, in
seguito, si sono comportati gli
altri che sono stati invitati ad
andare in caserma. Tutti quattro
quindi sono stati arrestati e
verranno processati domani per
direttissima.
24 maggio
2010
Fonte:
Tuttosport
La
confessione del tifoso killer
di Federica
Cravero
Un insulto
a Materazzi, per la provocatoria
maglietta anti Juve. La lite che
si accende, fuori dal bar Blu
Sky di corso Lecce, dopo la
finalissima tra Intere Bayern.
Un coltello che spunta. Il
sessantenne Rocco Acri, nel
pieno dei festeggiamenti per la
notte magica dei nerazzurri, ha
colpito a morte il rivale di
tifo e di discussione Edmondo
Bellan, 62 anni. L'omicida è
stato arrestato all'alba dai
poliziotti della Mobile. "Quando
sono andato via - ha ripetuto -
quell'uomo era in piedi, vivo.
Aveva solo un braccio ferito. Il
bisticcio non è stato con me, ma
con il barista: io li ho
separati. Non immaginavo che
sarebbe morto. Sono sconvolto,
dispiaciuto".
24 maggio
2010
Fonte: La
Repubblica
Lite per
l’Inter al bar, accoltellato a
morte
di Federica
Cravero
TORINO - Il
casus belli sarebbe stata la
maglietta sfoggiata dall'
interista Marco Materazzi a fine
partita. "Volete anche questa
?". Una frecciata alla Juventus
in diretta tv, una miccia accesa
nel bar Blu Sky di corso Lecce,
zona residenziale di Torino,
dove una ventina di persone sta
commentando la finale di
Champions League appena
trasmessa sullo schermo a 37
pollici. Pochi interisti nel
locale, qualche juventino in
più. Gli animi si scaldano e la
lite finisce nel sangue, con le
sirene dell’ambulanza che si
confondono con i caroselli delle
auto e un uomo morto, colpito da
tre coltellate al braccio e al
costato. Un delitto che ricorda
con impressionante somiglianza
un altro fatto di cronaca,
accaduto sempre a Torino, in via
Macerata, il 16 aprile, al
termine della partita di
Champions tra Chelsea e Inter.
Anche lì due uomini avevano
litigato a fine partita in un
bar. Non per il pallone, quella
volta, ma per una spallata,
vendicata con quattro colpi di
pistola. Sabato a perdere la
vita è Edmondo Bellan, 62 anni,
originario del Polesine, in
attesa della pensione. È lui che
alla fine della partita più si
scalda contro la squadra
nerazzurra che sta alzando la
coppa. "Quella non è una squadra
italiana, sono tutti stranieri",
ripete con insistenza. Poi se la
prende con Materazzi: "Che
maglietta vergognosa, è un uomo
di m...". Dalla parte degli
interisti c'è Rocco Acri, 60
anni. Che sopporta un po’, poi
sbotta e va incontro all'altro
avventore. Sono le undici di
sera. I testimoni raccontano che
dalle parole passano in fretta
alle mani. È la vittima che per
prima colpisce con un pugno il
labbro di Acri. Il barista e
qualche altro signore si mettono
in mezzo per dividerli e li
fanno uscire da due porte
distinte. La discussione sembra
archiviata, invece il secondo
atto è ancora tutto da scrivere.
Bellan e Acri si ritrovano sul
marciapiede, adesso da soli, con
le loro posizioni su Inter e
Juventus, ma soprattutto con la
tensione della lite ancora viva
nel sangue. "Me lo sono
ritrovato lì davanti - confessa
Acri, assistito dal legale Marco
Moda davanti al pm Marco Sanini
e al capo della Omicidi Luigi
Mitola - Urlava, si sbracciava,
veniva contro di me e mi sono
spaventato. In tasca ho trovato
un coltello a serramanico e l’ho
aperto. Ho sventagliato la lama
qualche volta a destra e
sinistra per difendermi e l’ho
colpito. Ma non potevo
immaginare di averlo ucciso.
Quando me ne sono andato lui era
in piedi, mi ha detto "Guarda
cosa hai fatto", indicandomi una
ferita al braccio". Invece
Bellan muore in ospedale, pochi
minuti dopo l’arrivo al pronto
soccorso del Maria Vittoria. La
squadra mobile di Torino non ci
mette molto ad arrivare all'
appartamento di Rocco Acri. Lo
sveglia, gli dà la notizia che
quell’uomo ferito è morto e lo
arresta. In casa ci sono i
vestiti sporchi e un coltello
con la lama di 10 centimetri che
corrisponderebbe all' arma del
delitto.
24 maggio
2010
Fonte: La
Repubblica
Ha
confessato al magistrato
di Pasquale
Loiacono
Il tifoso
interista che ha accoltellato a
morte Edmondo Bellan a Torino al
termine della finale di
Champions League è di Cariati.
Si tratta di Rocco Acri.
Cariati -
L’interista sessantenne Rocco
Acri, che la notte tra sabato e
domenica ha ucciso a Torino lo
juventino Edmondo Ballan (63
anni), è di Cariati. Era
emigrato da giovane a Torino,
ove vive anche il fratello
Antonio, e si era dato subito da
fare nel campo del commercio
aprendo da ultimo in Pub in Via
Medici che aveva ceduto qualche
anno fa. Una famiglia di piccoli
imprenditori perché la moglie,
da cui è separato, ha un negozio
all’interno di un ipermercato,
in corso Mortara, e i figli nei
dintorni di corso Lecce, proprio
dove c’è il bar di Emanuele
Romeo, luogo della tragedia.
Insomma, gente, senza problemi
economici. Rocco Acri, che si
definisce "pensionato", abita in
un palazzo d’epoca di via
Cibrario, all’85. Portone
d’acciaio, senza ascensore.
Sulla cassetta della posta ci
sono i nomi suoi e della moglie.
Sembra un copione già scritto,
un luogo comune: "Il signor
Rocco ? La persona più
tranquilla e disponibile del
mondo - dice la sua vicina,
scendendo le scale con il
figlioletto - l’ho visto giovedì
pomeriggio, stava dando la
vernice alla porta di casa, mi
ha aiutato a passare. Due
battute al volo, come sempre. Ho
sentito in tv la notizia del
delitto, mai più pensavo che
potesse essere lui, l’assassino.
Sarà stato un incidente". I
parenti di Rocco raccontano che
egli "non frequentava
assiduamente quel bar di corso
Lecce. Probabilmente era solo la
seconda volta che ci andava. È
tutta quella storia del
calcio... Ogni tanto lui
guardava la partita la domenica,
ma non andava mai allo stadio.
Era distante da tutto quel
mondo. Anche noi siamo stupiti
come lui di quello che è
successo. È una persona pacata".
Acri ha confessato al sostituto
procuratore Marco Sanini di
avere accoltellato a morte
Edmondo Bellan la sera della
finale di Champions League tra
Inter e Bayern Monaco. Ed è
proprio la partita (pochi
giocatori italiani in nerazzurro
e la maglietta "provocatoria" di
Materazzi) che avrebbe innescato
la discussione tra i due.
"Quando sono andato via
quell'uomo era in piedi. Aveva
un braccio ferito, questo sì, ma
era vivo. Poi io ho salutato una
persona dicendogli che ci
saremmo visti il giorno dopo e
sono andato via a piedi, verso
casa mia. Non immaginavo che
quell'uomo sarebbe morto. Sono
sconvolto, davvero. E
dispiaciuto". L'interrogatorio
di Acri è durato poco meno di
due ore: "Tutto è successo alla
fine della gara, vista in
tranquillità. A un certo punto
un signore che non avevo mai
visto prima inizia una
discussione. Non con me, con il
titolare del locale. Io me ne
stavo andando via ma quell'uomo
lo stava strattonando, allora
sono intervenuto per difendere
il barista perché ha già una
certa età ed è malato. Quando mi
sono avvicinato quel signore mi
ha messo una mano addosso per
allontanarmi. Gli ho detto di
stare tranquillo e invece lui mi
ha tirato un pugno sul labbro
superiore". Ma proprio sul
marciapiede, come racconta Acri,
avviene il secondo atto della
lite: "Credo che quell'uomo sia
uscito da una porta sul retro,
ma è sbucato in strada e me lo
sono trovato di nuovo vicino.
Veniva verso di me, agitava le
braccia. Mi sono spaventato e ho
preso un coltello che avevo in
tasca". È l'arma del delitto. "È
un coltello che tengo in un
giaccone senza maniche che metto
quando vado in campagna. Me lo
sono messo anche per andare al
bar e così quando ho messo le
mani in tasca l'ho trovato e
l'ho aperto. Ma non volevo
uccidere nessuno, sventagliavo
la lama a destra e sinistra per
tenere lontano quell'uomo,
invece lui continuava ad
avvicinarsi. Urlava frasi
concitate, io non sento tanto
bene e mi sono spaventato. L'ho
preso ad un braccio. Ma mai
avrei immaginato di averlo
ucciso. A casa sono rimasto
ancora un po' sveglio e sono
andato a dormire. Non ho detto
nemmeno nulla alla mia compagna,
perché per me era stata una lite
banale. Adesso sembra brutto
dirlo ma non potevo immaginare
che finisse così". Rocco Acri
solo nei due o tre anni, da
quando aveva smesso la sua
attività lavorativa, tornava
regolarmente in estate, per
brevissimo tempo, al suo paese
d’origine ove ha solo qualche
nipote. Chi lo conosce lo
rammenta come persona
tranquilla, a parte un piccolo
guaio con la giustizia per un
reato contro il patrimonio
risalente agli anni settanta.
24 maggio
2010
Fonte:
Ilponte-online.it
"È morto ? Sono davvero
dispiaciuto"
di Federica
Cravero
"Quando
sono andato via quell’uomo era
in piedi. Aveva un braccio
ferito, questo sì, ma era vivo.
È stato lui a mostrarmi il
sangue al braccio e mi ha detto
"Guarda qui cosa mi hai fatto
!". Poi io ho salutato una
persona dicendogli che ci
saremmo visti il giorno dopo e
sono andato via a piedi, verso
casa mia. Non immaginavo che
quell’uomo sarebbe morto. Sono
sconvolto, davvero. È
dispiaciuto". Così Rocco Acri,
60 anni, ha confessato di aver
accoltellato a morte Edmondo
Bellan, 62 anni, la sera della
finale di Champions League tra
Inter e Bayern Monaco. Proprio
la partita - i pochi giocatori
italiani in nerazzurro e la
maglietta "provocatoria" di
Materazzi - avrebbe innescato la
discussione tra un tifoso della
Juve e uno dell’Inter, che è
sfociata nel delitto. L'
interrogatorio di Acri è durato
poco meno di due ore, davanti al
sostituto procuratore Marco
Sanini, al capo della Omicidi
Luigi Mitola e all'avvocato
Marco Moda. "Tutto è successo
alla fine della gara, vista in
tranquillità - è la versione
fornita da Acri - A un certo
punto un signore che non avevo
mai visto prima inizia una
discussione. Non con me, con il
titolare del locale. Io me ne
stavo andando via ma quell’uomo
lo stava strattonando, allora
sono intervenuto per difendere
il barista perché ha già una
certa età ed è malato. Quando mi
sono avvicinato quel signore mi
ha messo una mano addosso per
allontanarmi. Gli ho detto di
stare tranquillo e invece lui mi
ha tirato un pugno sul labbro
superiore. A quel punto sono
uscito fuori e ho lasciato che
altri li separassero". Ma
proprio sul marciapiede, come
racconta Acri, avviene il
secondo atto della lite. "Credo
che quell’uomo sia uscito da una
porta sul retro, ma è sbucato in
strada e me lo sono trovato di
nuovo vicino - sono le parole
dell’assassino di Bellan -
Veniva verso di me, agitava le
braccia. Mi sono spaventato e ho
preso un coltello che avevo in
tasca". È l’arma del delitto. "È
un coltello che tengo in un
giaccone senza maniche che metto
quando vado in campagna. Me lo
sono messo anche per andare al
bar e così quando ho messo le
mani in tasca l’ho trovato e
l’ho aperto. Ma non volevo
uccidere nessuno, sventagliavo
la lama a destra e sinistra per
tenere lontano quell’uomo,
invece lui continuava ad
avvicinarsi. Urlava frasi
concitate, io non sento tanto
bene e mi sono spaventato. L'ho
preso ad un braccio. Ma mai
avrei immaginato di averlo
ucciso. È rimasto in piedi, si è
toccato la ferita e mi ha urlato
"Hai visto cosa mi hai fatto ?".
Era vivo, ripeto, quando me ne
sono andato. A casa sono rimasto
ancora un po' sveglio e sono
andato a dormire. Non ho detto
nemmeno nulla alla mia compagna,
perché per me era stata una lite
banale. Adesso sembra brutto
dirlo ma non potevo immaginare
che finisse così".
24 maggio
2010
Fonte:
Torino.repubblica.it
Vittima e
carnefice, due vite parallele
legate dalla passione per il dio
pallone
di Federica
Cravero
Due vite
parallele, due destini opposti,
come la fede calcistica.
Sembrano uno lo specchio
dell’altro i ritratti dei due
protagonisti di quest' ultimo
fatto di sangue al bar Blu Sky.
Quasi coetanei, entrambi erano
rimasti da qualche tempo senza
un’occupazione, anche se tutti e
due avevano avuto attività in
proprio. Dopo un passato nel
mondo dell’edilizia, Edmondo
Bellan, nato in provincia di
Rovigo 62 anni fa, aveva poi
cambiato settore investendo nel
1988 in una sala giochi e
biliardo che ha tenuto per tre
anni in via Pozzo Strada e poi
in due bar in via Lancia e in
via Caraglio, zona san Paolo,
poi chiusi. E aveva cercato di
barcamenarsi, pur sopraffatto
dai debiti, in attività che però
non hanno portato molta fortuna.
E adesso cercava di trascinarsi
verso l’età della pensione.
Anche il suo aggressore, Rocco
Acri, 60 anni, emigrato da
Cariati, nel Cosentino, era
stato un piccolo imprenditore
del commercio all' ingrosso, ma
adesso di fatto era senza un
lavoro stabile. Entrambi padri e
separati dalle mogli. Mentre
Acri si era rifatto una vita con
una nuova compagna, Bellan dopo
la fine del matrimonio viveva in
un appartamento di via Serrano
con l’anziana madre, sofferente
di cuore, a cui è stato
difficile dire che il proprio
figlio era deceduto in quel modo
assurdo. "Piange e si dispera,
provate a immaginare - racconta
un amico di famiglia - Era una
persona assolutamente tranquilla
e per bene. Lo vedevo spesso
assieme ai figli, due
adolescenti, li accompagnava
alla scuola di calcio e andava a
riprenderli. Non posso credere
che sia accaduta una cosa del
genere. E proprio per una
partita di calcio". Due
esistenze piene di similitudini,
compresi due piccoli guai con la
giustizia che per entrambi
risalgono però agli anni
Settanta, una vita fa. Ballan
aveva avuto un precedente per
lesioni, Acri per un reato
contro il patrimonio. Due
esistenze che sabato sera, per
un puro caso, si sono scontrate
in modo irreparabile. E si sono
scontrate per una partita di
calcio: Bellan che insultava
l’Inter, l’altro che la
difendeva. "Rocco non
frequentava assiduamente quel
bar di corso Lecce - raccontano
i parenti di Acri -
Probabilmente era solo la
seconda volta che ci andava. È
tutta quella storia del
calcio... Ogni tanto lui
guardava la partita la domenica,
ma andava mai allo stadio. Era
distante da tutto quel mondo.
Anche noi siamo stupiti come lui
di quello che è successo. È una
persona pacata". Due persone che
tutti conoscono come tranquille
che tuttavia sabato sono venute
alle mani. "Stavano litigando,
li abbiamo trascinati fuori,
fatti uscire da due porte
diverse - è il racconto del
barista e dei testimoni -
Sembrava tutto finito invece un
ragazzo è entrato pochi minuti
dopo e ci ha detto che c' era un
uomo accoltellato".
24 maggio
2010
Fonte: La
Repubblica
© Fotografia: Torinoggi.it
Morto per
lite su Materazzi
Una lite
dopo la finale di Champions è
finita in tragedia a Torino.
Rocco Acri, 60 anni, ha colpito
con varie coltellate Edmondo
Bellan, 63, tifoso juventino, a
causa di alcuni insulti a
Materazzi. Nella notte 4 persone
arrestate a Brescia per una
rissa e 10 tifosi interisti
finiti in ospedale, a Bergamo,
dopo un’aggressione di ultrà
atalantini. A Milano sono stati
150 gli interventi del 118
durante la festa.
24 maggio
2010
Fonte: La
Gazzetta dello Sport
Follia a
Torino: ucciso perché critica
Materazzi
TORINO -
Accecato dal tifo proprio nella
serata che doveva essere la più
bella per i colori nerazzurri,
ha ucciso a coltellate il rivale
juventino che aveva "osato"
insultare Materazzi. La festa si
è trasformata in tragedia a
Torino, fuori da un bar, dove si
stavano riversando in strada,
come nel resto della città, i
tifosi della squadra di Mourinho
dopo il trionfo in Champions
League. Rocco Acri, 60 anni, ed
Edmondo Bellan, 63, avevano
seguito nello stesso locale, il
Blu Sky di corso Lecce la finale
che ha sancito il ritorno
dell'Inter sul tetto d'Europa
dopo 45 anni di digiuno. Il
primo aveva sostenuto la
formazione di Mourinho ed era a
mille per la vittoria sul
Bayern, il secondo invece aveva
"gufato" sperando in una
vittoria dei bavaresi, come del
resto la gran parte dei
supporter bianconeri. Quando
fuori iniziava la festa dei
nerazzurri, e mentre il tecnico
portoghese piangeva abbracciato
al presidente Moratti, nel bar
torinese è esplosa la lite.
Fattore scatenante, la scritta
sulla maglietta indossata da
Marco Materazzi, entrato nel
recupero per concedere la
standing ovation a Milito
durante la festa al Santiago
Bernabeu: "Rivolete anche questa
?". Una frase che ironizzava
sulla richiesta di restituzione
dello scudetto 2005-06 assegnato
a tavolino ai nerazzurri in
seguito allo scandalo di
Calciopoli. Bellan si è acceso
di rabbia. "Sfotti pure - ha
detto rivolto allo schermo
televisivo dove si vedeva il
''Matrix" nerazzurro - ma quella
non è una squadra italiana. Che
maglietta vergognosa, è un uomo
di m..". Acri, seduto a un
tavolo vicino, gli si è
avvicinato. I due hanno
cominciato a insultarsi per poi
passare a spintoni e, pare,
anche qualche schiaffo. Il
titolare del locale,
salomonicamente, aveva
allontanato entrambi. Una volta
fuori, Acri e Bellan si sono
affrontati a muso duro. "Adesso
te la faccio pagare", ha detto
l'interista allo juventino prima
di estrarre un coltello a
serramanico e scaricargli
addosso tre fendenti. Due hanno
colpito il tifoso bianconero al
costato, uno al braccio
sinistro. Subito sono stati
chiamati la polizia e
l'ambulanza. La corsa del 118 al
vicino ospedale Maria Vittoria
si è rivelata inutile: Bellan è
morto poco dopo l'arrivo al
pronto soccorso. Gli agenti
hanno ha sentito numerosi
testimoni presenti sul luogo
della tragedia, e ieri mattina
hanno arrestato Acri, reo
confesso del delitto. La notte
che ha riportato l'Inter sul
tetto d'Europa ha avuto anche
un'altra faccia della medaglia.
Oltre alla tragedia di Torino,
grave e sconvolgente per la
banalità delle motivazioni, a
Orzinuovi, nel Bresciano,
quattro tifosi interisti fra i
32 e i 56 anni sono stati
arrestati dopo avere reagito con
violenza ad un intervento dei
carabinieri, chiamati per porre
fine ad una discussione,
degenerata a causa dell'alcol.
Una decina di tifosi che
festeggiavano in strada sono
stati aggrediti in centro a
Bergamo da ultras dell'Atalanta
armati di spranghe, bastoni e
catene.
24 maggio
2010
Fonte: Il
Mattino di Padova
ll tifoso: "Volevo
difendere il barista"
di Federica
Cravero
Sarà
l’esame autoptico a stabilire
con esattezza come sia morto
Edmondo Bellan, 62 anni, il
supporter juventino accoltellato
sabato sera fuori dal bar Blu
Sky di corso Lecce dopo la
vittoria dell’Inter in Champions
League. Per quel delitto è ora
in carcere Rocco Acri, 60 anni,
simpatie per la squadra
nerazzurra, accusato di omicidio
volontario. Stamattina al
Lorusso e Cutugno si terrà
l’udienza di convalida davanti
al sostituto procuratore Marco
Sanini e al giudice per le
indagini preliminari Marta
Sterpos. Acri sostiene di non
aver colpito per uccidere, ma di
aver sventagliato il coltello
per difendersi. Solo l’autopsia,
che sarà affidata al medico
legale Federico Quaranta, potrà
stabilire in che modo e con
quale intensità siano stati
sferrati i tre fendenti che
hanno ucciso Bellan ed
eventualmente modificare
l’imputazione a carico
dell’omicida. Ieri sono stati
sentiti dal magistrato vari
testimoni dell’accaduto. Secondo
la ricostruzione fatta, la
discussione che ha scatenato
l’assassinio è nata al bar dopo
la fine della partita. Nella
sala una ventina di persone
aveva guardato la finale di
coppa assieme ai due baristi. Al
fischio finale i più se n' erano
tornati a casa, tranne sette o
otto. Mentre in tv i nerazzurri
sollevavano il trofeo, tra i
tavolini si accendevano gli
animi, complice anche qualche
birra in più. Bellan, che tifava
per la Vecchia Signora, se l’è
presa con la maglietta
anti-juventina di Materazzi e si
è infervorato sostenendo che
l’Inter non sarebbe una squadra
italiana perché composta quasi
solo da stranieri. L' altro,
interista, sarebbe sbottato. "Ma
io ho problemi di udito - si è
difeso Acri con il suo avvocato,
Marco Moda, che ieri è andato a
trovarlo in cella - Non ho
parlato per tutta la sera con
quell’uomo, che era seduto molte
file dietro di me, e non ho
sentito quello che diceva. Solo
quando l’ho visto attaccare
briga con il barista mi sono
messo in mezzo per separarli e
lui mi ha dato un pugno". Poi
Acri e Bellan sono usciti da due
porte diverse, ma si sono
ritrovati sul marciapiede.
"Quell’uomo mi veniva incontro,
agitava le braccia, urlava. Io
ero spaventato, ho tirato fuori
un coltello a serramanico e l’ho
sventagliato due o tre volte
mentre arretravo. Lui è rimasto
in piedi, tant' è che si è
toccato la ferita al braccio e
mi ha detto "Guarda cosa mi hai
fatto". E io gli ho risposto
"Guarda tu cosa mi hai fatto al
labbro". Per me era finita lì,
credevo che avesse un taglio
superficiale". Invece Bellan è
morto poco dopo il ricovero al
Maria Vittoria. Acri se n' era
già andato a casa, dove i
poliziotti della squadra mobile
sono andati a prenderlo il
mattino dopo e dove hanno
trovato il coltellino di 8
centimetri e i vestiti sporchi
di sangue dell’assassino.
25 maggio
2010
Fonte: La
Repubblica
© Fotografia: Torino.repubblica.it
Omicidio a Torino,
l’interista si difende: "Lo
juventino mi ha aggredito"
Rocco Acri,
60 anni, disoccupato, accusato
di aver ucciso Edmondo Bellan,
63 anni, senza lavoro anche lui,
dopo una discussione al termine
della partita di calcio
Inter-Bayern, invoca la
legittima difesa. "Dopo essere
stato fermato - ha spiegato
l’avvocato dell’indagato, Marco
Moda - il mio cliente è stato
sottoposto a due ore di
interrogatorio ma ha spiegato
con chiarezza e lo ha confermato
anche in queste ore, che si è
trattato solo di legittima
difesa. Che ha colpito per
difendersi ma senza l’intenzione
di uccidere". Poco dopo le 23 di
sabato sul televisore a 37
pollici del bar "Blu Sky", in
corso Lecce, compare
l’inquadratura di Marco
Materazzi. Il difensore
interista si leva la maglietta a
strisce e la telecamera indugia
sulla t-shirt del neroazzurro,
c’è una scritta: "Rivolete anche
questa ?". Nel bar sale una
protesta. Ci sono una ventina di
persone, per lo più pensionati,
quasi tutti juventini: "Sfotti
pure - urla Bellan - ma l’Inter
non è una squadra italiana con
tutti quei negri di m… Anche
quello lì è un uomo di m…". Ne
nasce un parapiglia perché, come
poi ha raccontato alla polizia
il titolare del bar, Emanuele
Romeo, 77 anni, "c’erano anche
alcuni interisti". Acri si
avventa contro il bianconero e
lo prende per il bavero.
Insulti, schiaffi e un pugno.
"Sono stato io a mettermi in
mezzo - ha spiegato Romeo - ho
cercato di dividere quei due".
L’uomo tenta di fare da paciere:
"Se avete da dire andate fuori".
I due tifosi vengono trascinati
all’esterno dal locale. "Poi ho
chiuso la porta - ha sostenuto
l’esercente - e siamo tornati
davanti alla tv. Dopo poco è
entrato un ragazzo. Gridava:
l’ha preso a coltellate". Il
corpo di Bellan era steso,
agonizzante, sul marciapiede.
Interrogato dal pm Marco Sanini,
Acri si è discolpato: "Pensavo
d’averlo colpito di striscio.
Quando me ne sono andato era
ancora in piedi e mi minacciava.
Mi sono allontanato perché non
volevo altri guai. Ero
intervenuto per dividere lui e
il padrone del bar che stavano
litigando. Lo avevo accompagnato
fuori perché si calmasse e lui
se l’è presa con me. Ho dovuto
difendermi". Infine, nella
giornata di ieri, una
delegazione "Ultras Bravi
Ragazzi Juventus" si è recata in
corso Lecce per deporre un mazzo
di fiori in ricordo del tifoso
bianconero deceduto.
25 maggio
2010
Fonte:
Cronacaqui.it
Il calcio
non c'entra, ho difeso il mio
amico
di Claudio
Laugeri e Massimo Numa
I parenti
dell’omicida: segue la Juve, ma
non è un tifoso acceso.
Torino - È
disperato e non ha dormito Rocco
Acri, 60 anni, arrestato per
l’omicidio di Edmondo Bellan, di
62. Lo ha ucciso con una
coltellata. Seduto sulla branda
della cella, settore "Nuovi
giunti", in completo isolamento,
sorvegliato 24 ore su 24 per
sicurezza, lo sguardo perso nel
vuoto. Ha ammesso, anche se ha
giurato: "Non lo volevo
uccidere, volevo soltanto
tenerlo lontano. Quando me ne
sono andato, era ancora vivo.
Non avevo niente da chiarire,
sulla partita. Io non avevo
detto nulla". E questo ripeterà
oggi nell’interrogatorio davanti
al giudice per le indagini
preliminari Marta Sterpos. Il
resto, è ancora da accertare.
Come il movente. I due hanno
litigato dopo la partita
Inter-Bayer Monaco, vista allo
"Blu Sky Bar" in corso Lecce 52.
Bellan era juventino e Acri
interista" ha raccontato qualche
testimone agli agenti della
Omicidi, coordinati dal capo, il
vicequestore Luigi Mitola.
"Rocco era juventino, un tifoso
moderato, ma bianconero"
smentisce un parente dell’uomo
finito in carcere per omicidio.
A casa, la moglie, Rosetta S. è
distrutta dal dolore. "Eravamo
sereni, mai più avrei pensato
che Rocco finisse in carcere",
ha detto agli amici. Bellan è
stato proprietario di vari bar.
Uno in particolare era in via
Lancia, frequentato da molti
tifosi anche dell’Inter. Dicono
i familiari della vittima: "Non
è mai stato un fanatico, un
ultras. Era soprattutto un
appassionato di calcio, tifava
per le italiane, senza
accanimento". Per gli
inquirenti, questo è un
dettaglio che conta poco. Tanto
che nell’interrogatorio all’uomo
finito in carcere non hanno
fatto cenno alla questione. La
loro attenzione è concentrata
sui "futili motivi" del litigio,
un’aggravante secondo il codice
penale. "Sarà tutta da valutare"
anticipa Marco Moda, difensore
di Acri. Anche perché, la
versione del suo cliente è un
po’ diversa da quella degli
investigatori: "Sono intervenuto
in soccorso del titolare del bar
(Emanuele Romeo, 76 anni, ndr) e
quel tizio mi ha dato un pugno
in faccia". Bellan ha anche
pronunciato alcune frasi, "ma ho
problemi di udito e non sono
riuscito a capire il
significato", aggiunge Acri.
Nessuna analisi sul
dopo-partita. Il resto, è
avvenuto fuori dal bar, sul
marciapiede. Il titolare del
locale li ha buttati fuori
entrambi, facendoli uscire da
porte diverse, a una decina di
metri una dall’altra, sulla
facciata del locale. Premura
inutile. Bellan e Acri si sono
ritrovati. "Mi ero fermato là
perché aspettavo la persona che
mi aveva accompagnato al bar.
Prima, però, è uscito quell’uomo
(Bellan, ndr). Mi veniva
incontro, pronunciava frasi che
non capivo, ma il tono era
minaccioso. Così ho tirato fuori
il coltello che tengo nella
tasca del giaccone, lo uso per
andare in campagna" aggiunge
l’arrestato. E Romeo ? Davvero
era lui a litigare con Bellan ?
Ha qualche problema di udito ed
è ancora sotto choc. "Ho già
spiegato tutto alla polizia.
Lasciatemi tranquillo. Non ho
voglia di parlare" risponde. Una
situazione ben diversa da quella
che portò all’omicidio di
Roberto Palumbo, quarantuno
anni, intervenuto in aiuto del
nipote Michele Sannino, di 36,
che aveva litigato con Carlo
Antonucci, di 58. Il calcio non
c’entrava, anche se sul tv nella
"sala giochi" del bar dove erano
stati i tre era appena andata in
onda Inter-Chelsea. A scatenare
la violenza era stata una spinta
di Antonucci a Sannino sulla
porta del locale, via Macerata.
Mezz’ora dopo, Sannino e lo zio
sono diventati due bersagli. E
Palumbo ha pagato con la vita.
25 maggio
2010
Fonte:
Lastampa.it
IL PROCESSO
Non volevo
uccidere, perdonatemi
di Sarah
Martinenghi
Ieri la
procura ha chiesto la sua
condanna in abbreviato a 30 anni
di carcere per il reato di
omicidio volontario aggravato
dall' uso del coltello e
soprattutto dai futili motivi.
Perché, secondo l’accusa, Rocco
Acri, 61 anni, tifoso
dell’Inter, aveva ucciso Edmondo
Bellan, 63 anni, di fede
juventina, dopo una lite
scoppiata al termine della
partita di Champions League del
22 maggio scorso - tra i
nerazzurri e il Bayern Monaco -
trasmessa in un bar di corso
Lecce. Ma l’imputato, nei giorni
scorsi, dal carcere ha scritto
una lunga lettera ai familiari
della vittima, in cui spiega
tutto il suo rammarico e implora
il perdono dei due figli rimasti
orfani. "Pregiatissimi signori -
esordisce l’uomo, difeso dagli
avvocati Antonio Rossomando e
Marco Moda - ho riflettuto
molto, e a lungo, se scrivervi
questa lettera, che spero non vi
provochi ulteriore dolore e
rabbia. Spero di no. Vi scrivo
perché ho bisogno di farvi
sapere che mai avrei voluto e
nemmeno potuto immaginare che
potesse succedere un fatto così
tragico e irrimediabile: mai
avrei voluto uccidere qualcuno
nella mia vita". È una missiva
in cui, almeno a parole, Rocco
Acri si dice sinceramente
pentito per quanto accaduto: la
sua difesa è di aver colpito
Edmondo Bellan non per motivi
calcistici, e non certo per
ucciderlo. "Aveva visto poco
prima la vittima dare un pugno
al barista, e quando all' uscita
dal bar si è avvicinato a lui
con un fare minaccioso ha
pensato che lo volesse aggredire
e per questo ha estratto il
coltello. Credeva di averlo solo
ferito al braccio, perché da lì
perdeva molto sangue, invece
purtroppo un solo fendente,
quello mortale, lo aveva colpito
al cuore" ha spiegato l’avvocato
Rossomando, che parlerà in aula
il 15 giugno. Ieri mattina, al
processo che si sta celebrando
davanti al giudice Sandra
Casacci, il sostituto
procuratore Marco Sanini ha
chiesto 30 anni di carcere,
negando all' imputato le
attenuanti generiche (anche per
vecchi precedenti) e sostenendo
invece che l' omicidio si è
consumato per una banale lite da
bar nata da una discussione
sulla maglietta indossata da
Materazzi con la scritta
"Rivolete anche questa ?",
indirizzata ai tifosi juventini
che avevano chiesto venisse
restituito al club bianconero il
titolo assegnato a tavolino all'
Inter nel 2006. "Il mio cliente,
dopo l’omicidio, è tornato a
casa, non è scappato. E il
giorno dopo, quando sono andati
ad arrestarlo, in casa hanno
trovato il coltello di cui non
si era liberato" ha sottolineato
il difensore. "Di fronte alla
morte, spesso, l’unica cosa
permessa è fare silenzio -
scrive dunque l’omicida ai figli
e alla convivente dell’uomo che
ha ucciso - Quanto è successo ha
sconvolto parecchie vite, non
solo la vostra, ma anche quella
della mia famiglia. Ma con
questo, io non voglio
assolutamente paragonare la mia
situazione alla vostra, perché
voi avete perso vostro padre.
Sento però il bisogno di
chiedervi perdono. Non vorrei
però, con queste parole, recare
a voi altre sofferenze. Perché
questa sarebbe, davvero, proprio
l’ultima cosa che voglio". I
familiari, assistiti dall'
avvocato Paolo Davico Bonino,
hanno chiesto ieri un
risarcimento di 780 mila euro:
370 mila a testa per i due
figli, e 40 mila euro per la
compagna.
30 aprile
2011
Fonte: La
Repubblica
Uccise dopo
la partita
Scrive ai
figli della vittima
di Raphaël
Zanotti
L’accusa
chiede trent’anni di carcere:
"Ormai è troppo tardi per
pentirsi".
Trent’anni
di carcere, in pratica
l’ergastolo se il rito
abbreviato scelto dall’imputato
non riducesse la pena di un
terzo. È la condanna che rischia
Rocco Acri, 61 anni, ex titolare
di locali pubblici. La sera del
24 maggio dell’anno scorso
uccise con una coltellata
Edmondo Bellan, 62 anni, anche
lui ex proprietario di bar. Acri
è juventino, Bellan era
interista (NDR: il contrario). I
due avevano appena terminato di
vedere Inter- Bayern Monaco al
Blu Sky di corso Lecce. Partita
vinta dai nerazzurri. Grande
euforia, alcool in eccesso e gli
animi si sono accesi. Troppo.
Assurdo, morire di Champions.
Incredibile. Eppure questa è
stata la scintilla. Dire che
entrambe le famiglie,
dell’omicida e della vittima,
hanno descritto i loro cari come
persone tifose, ma non
fanatiche. Eppure. Il pubblico
ministero Marco Sanini, nella
sua requisitoria di ieri, ha
chiesto la condanna di Acri con
due aggravanti: quella del mezzo
insidioso (il coltello a
serramanico estratto da Acri) e
quello dei futili motivi (i
commenti calcistici). Nessun
riconoscimento delle generiche.
Su Acri pesano precedenti penali
che seppur antichi, risalgono
agli anni Ottanta, non sono
bagatellari: estorsione e
detenzione abusiva di armi. La
pubblica accusa ha anche
biasimato il comportamento
processuale di Acri che mai ha
tentato di risarcire i familiari
di Bellan (i figli e la
convivente difesi dall’avvocato
Paolo Davico Bonino). Ieri è
arrivata una lettera ai figli, è
vero. "Ho riflettuto per tanto
tempo se scrivervi o meno nel
timore che questo potesse
provocarvi nuovo dolore" ha
scritto Acri. "Spesso immagino
di poter tornare indietro nel
tempo e di evitare che avvenga
questa tragedia, che le nostre
famiglie possano continuare a
vivere serene come prima. Ma non
posso. L’unica cosa che mi è
permessa è fare silenzio". Una
lettera giudicata "tardiva"
dalla pubblica accusa, che ha
poi contestato la ricostruzione
dei fatti raccontata da Acri. Di
quella sera si sa per certo che
scoppiò un litigio sull’Inter, a
fine partita, tra Bellan e altri
tre avventori del locale. Bellan
aveva bevuto. Aggredì il
titolare del bar, Emanuele
Romeo. Allora intervenne anche
Rocco Acri in sua difesa. Bellan
gli sferrò un pugno in faccia.
Romeo sbattè tutti fuori. Fece
uscire Bella e Acri da due
uscite differenti, una su corso
Lecce e l’altra su via Nicola
Fabrizi. È qui che le versioni
divergono. Acri ha sempre
raccontato che fuori venne
raggiunto da Bellan che
gesticolava e lo insultava.
Vedendoselo venire incontro, si
prese paura ed estrasse il
coltello a serramanico che
teneva in tasca per quando
andava in campagna. Ha
dichiarato di aver dato dei
fendenti più che altro per
allontanare l’aggressore. Bellan
rimane ferito al braccio e Acri
dichiara di essersi allontanato
pensando a una ferita
superficiale. Invece, purtroppo,
il coltello penetra il petto e
colpisce al cuore Bellan, che
muore soccorso tra i presenti.
Acri rientra a casa, non
racconta nulla alla moglie e va
a dormire. Il giorno dopo viene
arrestato. Consegna il coltello
e tutto quanto. Cosa non torna
per il pubblico ministero ? Che
Acri dice di essere stato
raggiunto da Bellan, ma le
macchie di sangue
racconterebbero un’altra storia.
L’aggressione avviene vicino
alla porta da cui è uscito
Bellan. È dunque Acri a
raggiungerlo, armato di
coltello, e non il contrario.
Alla requisitoria del pm
replicheranno il 15 giugno gli
avvocati che difendono Acri:
Antonio Rossomando e Marco Moda.
Saranno arringhe difensive che
punteranno a dimostrare che la
versione di Acri coincide con le
prove fisiche e testimoniali
raccolte e che il comportamento
del 61enne dimostra come non
fosse sua intenzione uccidere
Bellan. Sarà il giudice Sandra
Casacci a decidere quale
versione corrisponde alla realtà
e a emettere la sentenza.
30 aprile
2011
Fonte: La
Stampa
ll pm
chiede trent'anni di carcere per
l'interista che uccise lo
juventino
Un anno fa
Rocco Acri, 61 anni, aveva
ucciso a coltellate Edmondo
Bellan, 63 anni, dopo una lite
scaturita da un battibecco su
Materazzi.
Interista
uccise un tifoso juventino dopo
aver guardato insieme una
partita di Champions in tivù: il
pubblico ministero oggi ha
chiesto di condannarlo a
trent'anni di carcere. Accadde a
Torino, la sera del 22 maggio
dell'anno scorso. L'imputato,
Rocco Acri, 61 anni accoltellò a
morte Edmondo Bellan, 63 anni
nel corso di una lite che aveva
come oggetto il calciatore Marco
Materazzi. La richiesta di
condanna è stata avanzata nel
corso di un giudizio abbreviato
dal pubblico ministero Marco
Sanini. Rocco Acri, la sera 22
maggio, poco dopo la finale
vincente dei nerazzurri contro
il Bayern Monaco, era euforico.
Con Edmondo Bellan, fuori da un
bar in cui i due avevano
assistito all'incontro in
televisione, si scatenò la lite
per la maglietta indossata da
Materazzi che recava la scritta
"Rivolete anche questa ?",
indirizzata ai tifosi della
Juventus che avevano chiesto
indietro il titolo assegnato a
tavolino ai nerazzurri nel 2006.
Acri non aveva accettato gli
insulti che Bellan aveva rivolto
a Materazzi. I due si erano
affrontati dapprima nel bar, ma
erano stati allontanati dal
gestore, e poi fuori dal locale.
Allora l'interista con un
coltello a serramanico colpì con
tre fendenti Bellan che morì
poco dopo l'arrivo in ospedale.
Stamani davanti al gip Sandra
Casacci, il pm Sanini ha negato
le attenuanti generiche
all'imputato, mantenendo invece
l'aggravante dei futili motivi.
"Si tratta - affermano gli
avvocati Marco Moda e Antonio
Rossomando, legali di Acri - di
un'impostazione che siamo
intenzionati a contestare.
Abbiamo svolto indagini per
nostro conto e chiesto la
consulenza del medico legale
Moreno Bertoni, che ci ha
portati a conclusioni diverse da
quelle dell'accusa e che
illustreremo nella prossima
udienza".
29 aprile
2011
Fonte:
Torino.repubblica.it
Interista
uccise juventino, condannato a
30 anni di reclusione
Rocco Acri
lo scorso 22 maggio 2010 uccise
Edmondo Bellan al termine della
finale di Champions League vinta
dall'Inter. Acri era imputato di
omicidio volontario con
l'aggravante dei futili motivi.
Il tifoso
interista Rocco Acri è stato
condannato a 30 anni di
reclusione per l'omicidio della
sera della finale di Champions
League vinta dai nerazzurri il
22 maggio 2010, quando
accoltellò a morte Edmondo
Bellan, supporter juventino,
fuori da un bar di Torino. A
scatenare la discussione fu la
maglietta di sfottò nei
confronti degli juventini
sfoggiata dal calciatore Marco
Materazzi dopo la conquista
della coppa con la scritta
"Rivolete anche questa ?". La
condanna è arrivata al termine
del processo con rito abbreviato
nel quale Acri era imputato di
omicidio volontario con
l'aggravante dei futili motivi.
I difensori di Acri, avvocati
Marco Moda e Antonio Rossomando,
avevano chiesto che il reato
fosse derubricato da omicidio
volontario a omicidio
preterintenzionale e che fosse
esclusa l'aggravante dei futili
motivi. I due legali hanno
annunciato ricorso in appello.
L'episodio avvenne fuori da un
bar di corso Lecce a Torino,
dove il 61enne Acri aveva visto
la partita. Nel locale c'era
anche Bellan, 63 anni. Alla
vista della maglietta di
Materazzi - con messaggio
indirizzato ai tifosi juventini
che avevano chiesto venisse
restituito lo scudetto 2006,
assegnato a tavolino dall'Inter
- Bellan aveva cominciato a
inveire contro la squadra
nerazzurra sostenendo che non
fosse una formazione italiana,
visto il gran numero di
stranieri che vi giocavano. La
lite era poi proseguita fuori
dal locale ed era degenerata
fino a quando Acri accoltellò
più volte lo juventino, che morì
poco dopo in ospedale.
8 novembre
2011
Fonte: ANSA
Condannato a 30 anni
Uccise
tifoso della Juve
La lite in
un bar durante la finale di
Champions vinta dell'Inter nel
2010. Il supporter nerazzurro,
fuori dal locale, accoltellò
quello juventino che morì in
ospedale.
È stato
condannato a 30 anni di
reclusione Rocco Acri, il tifoso
interista che, la sera della
finale di Champions League vinta
dai nerazzurri il 22 maggio
2010, accoltellò a morte Edmondo
Bellan, supporter juventino,
fuori da un bar di Torino. A
scatenare la discussione fu la
maglietta di sfottò nei
confronti degli juventini
sfoggiata dal calciatore Marco
Materazzi dopo la conquista
della coppa con la scritta
"Rivolete anche questa ?". La
condanna è stata decisa dal Gup
di Torino, Sandra Casacci, al
termine del processo celebrato
con rito abbreviato nel quale
Acri era imputato di omicidio
volontario con l'aggravante dei
futili motivi. I difensori di
Acri, avvocati Marco Moda e
Antonio Rossomando, avevano
chiesto che il reato fosse
derubricato da omicidio
volontario a omicidio
preterintenzionale e che fosse
esclusa l'aggravante dei futili
motivi. I due legali hanno
annunciato ricorso in appello.
Acri, 61 anni, aveva guardato la
finale tra i nerazzurri e il
Bayern Monaco in un bar di corso
Lecce a Torino. Nel locale c'era
anche Bellan, 63 anni. Alla
vista della maglietta di
Materazzi - con messaggio
indirizzato ai tifosi juventini
che avevano chiesto venisse
restituito lo scudetto 2006,
assegnato a tavolino dall'Inter
- Bellan aveva cominciato a
inveire contro la squadra
nerazzurra sostenendo che non
fosse una formazione italiana,
visto il gran numero di
stranieri che vi giocavano. La
lite era poi proseguita fuori
dal locale ed era degenerata
fino a quando Acri accoltellò
più volte lo juventino, che morì
poco dopo in ospedale.
8 novembre
2011
Fonte:
Torino.repubblica.it
Omicidio
Edmondo Bellan: Rocco Acri
condannato a 30 anni di
reclusione
Rissa al
bar, trent'anni per la
coltellata mortale al tifoso
juventino.
Secondo il
giudice ha ucciso
intenzionalmente e per futili
motivi, dopo una lite tra tifosi
di Juve e Inter. Per questo ieri
pomeriggio Rocco Acri, 61 anni,
è stato condannato a trent'anni
per l'omicidio di Edmondo
Bellan, 62 anni, avvenuto al bar
"Blu Sky" di corso Lecce 54 la
sera della finale di Champions
League tra Inter e Bayern Monaco
il 22 maggio 2010. Lo ha
stabilito il gip Sandra Casacci
accogliendo la tesi del pm Marco
Sanini. L'accusa aveva chiesto
l'ergastolo che, con lo sconto
di un terzo della pena per il
rito abbreviato, arriva a
trent'anni. Il verdetto è
arrivato dopo la scelta di
risentire un testimone e i due
medici legali dell'accusa e
della difesa (rappresentata da
Antonio Rossomando e Marco
Moda). "È una sentenza severa e
giusta perché il fatto era
grave", afferma Paolo Davico
Bonino, avvocato della famiglia
Bellan. Per i due difensori
invece si trattava di un
omicidio preterintenzionale
perché Acri non voleva uccidere
e perché il colpo mortale al
cuore è arrivato incidentalmente
dopo aver colpito il braccio:
"Era tanto sicuro di non aver
ucciso Bellan che è tornato a
casa portandosi l'arma - afferma
Rossomando - E non si trattava
di futili motivi, perché Acri è
intervenuto in difesa dell'amico
barista aggredito da Bellan".
(a.gi.)
9 novembre
2011
Fonte: La
Repubblica
Dopo la
Champions
Uccide uno
juventino 30 anni all' interista
Condannato
a 30 anni di reclusione Rocco
Acri, il tifoso interista che la
sera della finale di Champions
nel 2010 accoltellò a morte lo
juventino Edmondo Bellan davanti
a un bar di Torino. Il litigio
tra i due nacque a causa della
maglietta indossata da Materazzi
dopo la vittoria, con su scritto
"Rivolete anche questa ?".
9 novembre
2011
Fonte: La
Gazzetta dello Sport
Omicida, ma
non a causa del calcio dimezzata
la pena
Non fu il
calcio a causare il litigio
mortale fra un tifoso juventino
e uno interista la sera del 22
maggio 2010, subito dopo la
finale di Champions League
Inter-Bayern, fuori dal bar Blu
Sky in corso Lecce a Torino:
ieri la corte d' Assise d'
Appello ha ridotto da 30 a 16
anni la condanna inflitta in
abbreviato a Rocco Acri che
uccise Edmondo Bellan, ma non
per "futili motivi" come
riteneva l' accusa. È stata
infatti accolta la tesi
difensiva degli avvocati Marco
Moda e Antonio Rossomando che
hanno dimostrato che Acri in
realtà non agì per un’offesa
subita, bensì per difendere il
proprietario del bar, anziano e
ancora convalescente in seguito
a una serie di interventi
chirurgici. L' accusa, sostenuta
dal procuratore generale Andrea
Bascheri, aveva chiesto la
conferma della condanna.
17 gennaio
2013
Fonte: La
Repubblica
© Fotografia:
Torino.repubblica.it
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