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ERMANNO LICURSI
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Ermanno Licursi 27.01.2007 La Tragedia
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Rissa a fine gara, muore dirigente

È successo a Luzzi, nel cosentino, al termine di una gara di terza categoria. La vittima è un dirigente della Sammartinese. Sospesi tutti i campionati di calcio in Calabria, dall'eccellenza alla terza categoria.

LUZZI (Cosenza), 27 gennaio 2007 - Il dirigente della società di calcio Sammartinese di San Martino di Finita (Cosenza), che milita nel campionato di terza categoria girone D, Ermanno Licursi, di 40 anni, è morto nel corso di una rissa avvenuta nello stadio di Luzzi, al termine della partita con la Cancellese, che si è conclusa con la vittoria della Sammartinese per 2-1. Ermanno Licursi è stato aggredito e picchiato nei pressi dello spogliatoio al termine della gara, e, a seguito delle percosse subite, è caduto ed è morto. I carabinieri della compagnia di Rende stanno sentendo tutte le persone che erano all'interno ed all'esterno dello spogliatoio dello stadio per identificare l'autore dell'aggressione contro il dirigente. La rissa sarebbe stata provocata da alcuni tifosi entrati nel campo di gioco al termine della partita. A raccontarlo è un calciatore della Sammartinese, che ha assistito all'accaduto. "Alla fine della partita - ha detto il calciatore - stavamo rientrando negli spogliatoi quando nel campo sono entrati alcuni tifosi che stavano assistendo alla partita. Ci sono stati calci e pugni ed un lancio di pietre. A quel punto Licursi ha cercato di riappacificare gli animi, ma è stato anche lui colpito. Quando ho visto che la situazione diventava difficile, ho abbandonato tutto e sono scappato". Secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Rende che stanno compiendo le indagini, Ermanno Licursi, accortosi che era in corso una rissa, è intervenuto per riappacificare gli animi. In quella circostanza è stato colpito e si è allontanato per raggiungere gli spogliatoi. Giunto nei pressi della struttura si è accasciato a terra ed è morto. I carabinieri ritengono presumibile che la morte di Licursi possa essere riconducibile ad un infarto. Sul luogo è intervenuto il medico legale che dall'ispezione del corpo di Licursi ha riscontrato i segni di un colpo sul naso. La Lega Nazionale Dilettanti ha poi deciso di sospendere tutti i campionati di calcio in Calabria, dall'eccellenza alla terza categoria, dopo la notizia della morte di Ermanno Licursi, dirigente della Sammartinese (Cosenza), che milita nel campionato di terza categoria girone. "La decisione - spiega la LND - è stata presa per dare un segnale contro la violenza. Non si poteva tornare in campo e fare finta di niente continuando a giocare".

27 gennaio 2007

Fonte: Gazzetta.it

© Fotografia: Quicosenza.it

CRONACA Il dramma dopo l'incontro Sammartinese-Cancellese sul campo neutro di Luzzi in provincia di Cosenza.

Cosenza, partita finisce in tragedia

dirigente muore in scontri tra tifosi

 Scoppia una rissa, il dirigente fa il paciere ma crolla a terra colpito da un pugno al viso.

LUZZI (Cosenza) - Finisce in tragedia la partita di calcio tra due squadre dilettanti a Luzzi, in provincia di Cosenza: Ermanno Licursi, 40 anni, dirigente della Sammartinese, squadra di terza categoria, è morto dopo una rissa tra tifosi. "Alla fine della partita - ha detto un calciatore - stavamo rientrando negli spogliatoi ma alcuni tifosi hanno fatto invasione. Son partiti calci e pugni; sono volate anche delle pietre. Licursi ha cercato di riappacificare gli animi ma è stato colpito. Io quando ho visto che la situazione diventava difficile, ho abbandonato tutto e sono scappato". È stato colpito da un pugno al naso Licursi: lo dice il medico legale che ha ispezionato il corpo della vittima. I testimoni hanno detto che dopo essere stato aggredito, l'uomo si è allontanato per raggiungere gli spogliatoi ma, fatto qualche passo, è crollato a terra, forse stroncato da un'emorragia cerebrale o da un infarto: sarà l'autopsia a chiarire le cause del decesso. La gara era stata giocata sul campo neutro di Luzzi. Sammartinese contro Cancellese; aveva vinto la Sammartinese per 2 a 1. Quando alle 17 l'arbitro ha fischiato la fine dell'incontro, un gruppo di tifosi ha invaso il campo e affrontato a malomodo i giocatori che stavano rientrando negli spogliatoi. Una violenta rissa a cui il dirigente della Sammartinese era intervenuto come paciere. Un pugno lo ha colpito al viso; è crollato a terra esanime poco dopo. Sono intervenuti i colleghi per rianimarlo ma è stato tutto inutile; anche le manovre del medico del 118 non hanno avuto esito. I carabinieri ora indagano per scoprire chi ha aggredito il dirigente della squadra e a chi imputare la responsabilità di quanto è accaduto. Tutti i giocatori e i tifosi rimasti attorno al corpo della vittima sono stati interrogati. Il presidente della Sammartinese, Umberto Iantorno, oggi non ha accompagnato la squadra perché influenzato: "E' una morte assurda, un fatto vergognoso. Non si può morire per una partita. Ho sentito Licursi stamani, poco prima dell'ora di pranzo. Era entusiasta e mi ha detto che era fiducioso che avremmo vinto la gara". In segno di lutto, la Lega Nazionale Dilettanti ha sospeso tutti i campionati di calcio in Calabria, dall'eccellenza alla terza categoria: "La decisione - spiega la LND - è stata presa per dare un segnale contro la violenza. Non si poteva tornare in campo e fare finta di niente continuando a giocare".

27 gennaio 2007

Fonte: Repubblica.it

Botte in campo, muore dopo la rissa

di Giuseppe Baldessarro

COSENZA - Lo hanno preso a calci e pugni. Durante una rissa scoppiata alla fine di una partita di calcio di terza categoria. In uno dei tanti campetti di paese in cui al sabato pomeriggio si ritrovano i ragazzi delle piccole squadre di provincia. Così ieri pomeriggio è morto Ermanno Licursi, quarantenne dirigente della Sammartinese. Era appena finita la partita contro la Cancellese che si giocava a Luzzi, in provincia di Cosenza. Un’emorragia cerebrale per un colpo ricevuto o un infarto, questo le possibili cause della morte secondo i carabinieri. Pochi istanti, qualche provocazione di troppo, ed è scoppiato il finimondo. Un gruppo di persone è entrato in campo e si è scagliata contro i ragazzi della squadra di Licursi. Sassi e bastoni in mano, senza nessuno che li potesse fermare. Le forze dell’ordine non erano presenti perché la Cancellese, squadra di casa, non ne aveva richiesto l’intervento. Il dirigente, secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, si è lanciato nella mischia per cercare di sedare gli animi e salvare un suo calciatore finito nel mirino degli aggressori. Lo stavano pestando a sangue. Quando lo hanno visto intervenire si sono accaniti anche contro di lui, gli si sono scagliati contro colpendolo ripetutamente, fin quando non è finito a terra. E’ morto a pochi passi dallo spogliatoio che, forse, voleva raggiungere per cercare di salvarsi. La Sammartinese aveva appena vinto fuori casa per 2 a 1, e questo evidentemente non era andato giù ad alcuni dei suoi sostenitori più accaniti. Inutile anche l’intervento dei medici del servizio 118 che, arrivati nell' arco di poche decine di minuti, non hanno potuto che constatare la morte dell’uomo. I carabinieri della compagnia di Rende che conducono le indagini sostengono che il decesso possa essere riconducibile ad un infarto o ad una emorragia cerebrale. Il medico legale dall' ispezione del corpo di Licursi ha riscontrato i segni evidenti di un colpo sul naso. Sarà però l’autopsia, ad accertare precisamente le cause della morte. Per tutta la serata e fino a tarda notte gli investigatori hanno sentito numerose persone per cercare di identificare coloro che hanno provocato la rissa. Tra i primi ad essere interrogati i dirigenti e i calciatori delle due squadre che hanno assistito all' episodio. Il presidente della Sammartinese, Umberto Iantorno, ha definito quanto accaduto una "morte assurda". Per Iantorno "è un fatto vergognoso, non si può morire per una partita". Aggiunge "Per anni Licursi si è dedicato al calcio e da sempre era dirigente della nostra squadra". Iantorno ieri non ha assistito all' incontro di calcio perché colpito da influenza. Era solito accompagnare i suoi calciatori quasi sempre. "Ho sentito Licursi - ha proseguito il presidente della Sammartinese - stamani poco prima dell’ora di pranzo. Era entusiasta e mi ha detto che era fiducioso che avremmo vinto la gara. Poi, al termine della partita, ho avuto la notizia di quanto è accaduto e sono rimasto incredulo". Oggi lo sport dilettantistico calabrese non scenderà in campo. La Lega nazionale dilettanti ha sospeso tutti i campionati che vanno dall' Eccellenza alla terza categoria. Nei prossimi giorni si riunirà per decidere il da farsi. Sono troppi i casi in cui partite di dilettanti finiscono in rissa.

28 gennaio 2007

Fonte: La Repubblica

© Fotografia: Ilgiornale.it

L' uomo, 40 anni, era accompagnatore della Sammartinese. Il medico: trauma al naso, forse una emorragia cerebrale

Picchiato dai tifosi, dirigente muore allo stadio

di Carlo Macrì

Cosenza, rissa dopo una partita di Terza categoria. Un teste: colpito con pietre e bastoni.

LUZZI (Cosenza) - Una rissa dopo il fischio finale: pugni, calci, lancio di sassi. A terra rimane Ermanno Licursi, 40 anni, dirigente sportivo. Morto in uno stadio di provincia dopo aver visto la sua Sammartinese vincere per 2-1 in trasferta contro la Cancellese una gara del campionato di Terza categoria. "Alla fine della partita stavamo rientrando negli spogliatoi quando in campo sono entrati alcuni tifosi. Ci sono stati calci e pugni, volavano delle pietre. Licursi ha cercato di riappacificare gli animi, ma è stato colpito anche lui. Quando ho visto che la situazione diventava difficile, io ho abbandonato tutto e sono scappato" ha raccontato uno dei calciatori della Sammartinese. Il suo capitano, Gianluca Albanito, ai microfoni del Tg5 ha detto che il dirigente è stato circondato da diverse persone, che lo hanno bastonato e preso a calci quando era a terra. Il medico che per primo si è avvicinato al corpo di Licursi avrebbe riscontrato i segni di un colpo sul naso. Pare che il dirigente sportivo sia morto a causa di una emorragia cerebrale conseguente al trauma. Ma fino a quando non sarà compiuta l’autopsia non è possibile escludere che abbia sbattuto il capo cadendo, o che sia stato vittima di un arresto cardiaco. Di certo quando è intervenuto il 118 era tardi, per lui non c’era più nulla da fare. La partita si giocava sul campo neutro di Luzzi, in provincia di Cosenza, perché la Cancellese un proprio terreno non ce l’ha. Ed era una sfida sentita: tutte e due le società puntano al salto di categoria e in palio c' erano punti pesanti nella corsa ai play off. I calciatori in campo si erano battuti: scontri, tanti falli. A fine gara, poco dopo le 17, mentre gli atleti stavano rientrando negli spogliatoi, un gruppo di tifosi ha scavalcato la rete di recinzione e si è diretto verso gli uomini della Sammartinese. È scoppiata una rissa. Sembra che l’arbitro, della sezione di Paola, non abbia visto nulla; era già andato a cambiarsi quando si sono verificati gli incidenti. Ermanno Licursi, invece, era ancora lì: ha provato a intervenire, ha avuto la peggio. È morto su uno di quei campetti di Terza categoria dove coltivava da anni la sua passione per il calcio. "È una fine assurda - dice Umberto Iantorno, presidente della squadra di San Martino di Finita - È un fatto vergognoso. Non si può morire per una partita. Per anni Licursi si è dedicato al calcio e da sempre era dirigente della nostra squadra. Io ero a casa con l’influenza, ma l’avevo sentito proco prima dell’ora di pranzo. Era contento, mi ha detto che si sentiva che avremmo vinto". I carabinieri della compagnia di Rende hanno sentito per tutta la notte dirigenti e giocatori di entrambe le squadre. Stanno cercando di ricostruire gli eventi, di dare un volto e un nome a chi dagli spalti è corso in campo a fine partita per picchiare. Toccherà a un medico legale dire se Licursi è stato ucciso dai colpi ricevuti, se è morto sul colpo o se prima è tornato verso gli spogliatoi e ha parlato con i suoi giocatori, come hanno raccontato alcuni testimoni. La Lega nazionale dilettanti ha sospeso tutte le gare di campionato, da quello di Eccellenza a quello giovanile, previste oggi in Calabria: "Non si poteva tornare in campo e fare finta di niente continuando a giocare". Dicono che Licursi fosse un uomo sensibile e per nulla violento. Lascia la moglie e due figli piccoli.

28 gennaio 2007

Fonte: Il Corriere della Sera

CRONACA - Secondo gli inquirenti, il quadro è "chiaro e definito": identificati gli aggressori. Si attendono gli esiti dell'autopsia. Melandri: "E' una cosa inaudita".

Rissa nello stadio di Luzzi

Cosenza: rissa allo stadio dirigente preso a pugni muore per un infarto.

COSENZA - Ha cercato di riappacificare gli animi tra gli autori di una rissa ma, colpito al naso, ha cercato di raggiungere gli spogliatoi dove si è accasciato a terra ed è morto. È quanto è avvenuto ieri pomeriggio nello stadio di Luzzi dove è morto il dirigente della Sammartinese, la squadra di San Martino di Finita, Ermanno Licursi, di 40 anni. La rissa è avvenuta al termine della partita, valida per il campionato di terza categoria, tra Cancellese e Sammartinese (1-2). Il dirigente della Sammartinese ha visto che era in corso una rissa ed è intervenuto per evitare che la situazione degenerasse. Ma nella confusione della situazione anche Licursi è stato colpito ed è morto nei pressi degli spogliatoi. Nello stadio sono intervenuti i medici del servizio 118, che però non hanno potuto che constatare la morte dell'uomo. I carabinieri della compagnia di Rende ritengono presumibile che il decesso possa essere riconducibile ad un infarto. Il medico legale dall'ispezione del corpo di Licursi ha riscontrato i segni di un colpo sul naso. Sarà ora l'autopsia, il cui incarico sarà affidato nelle prossime ore, ad accertare le cause del decesso. Gli investigatori hanno sentito numerose persone per cercare di identificare coloro che hanno provocato la rissa. "Alla fine della partita - ha dichiarato un calciatore della Sammartinese - stavamo rientrando negli spogliatoi quando nel campo sono entrati alcuni tifosi che stavano assistendo alla gara. Ci sono stati calci e pugni ed un lancio di pietre. A quel punto Licursi ha cercato di riappacificare gli animi, ma è stato anche lui colpito. Quando ho visto che la situazione diventava difficile, ho abbandonato tutto e sono scappato". Il presidente della Sammartinese, Umberto Iantorno, ha definito quanto accaduto una "morte assurda. È un fatto vergognoso. Non si può morire per una partita. Per anni Licursi si è dedicato al calcio e da sempre era dirigente della nostra squadra". Iantorno ieri non ha accompagnato la squadra perché colpito da influenza. "Ho sentito Licursi - ha proseguito il presidente della Sammartinese - proco prima dell'ora di pranzo. Era entusiasta e mi ha detto che era fiducioso che avremmo vinto la gara. Poi, al termine della partita, ho avuto la notizia di quanto è accaduto e sono rimasto incredulo". E, proprio a seguito degli incidenti che hanno provocato la morte del dirigente, la Lega nazionale dilettanti ha sospeso domani tutte le gare in Calabria dalla terza categoria all'eccellenza in Calabria. "È un segnale che si vuole dare a caldo - ha detto il presidente della Lega nazionale dilettanti Carlo Tavecchio - Della questione ci occuperemo in questi giorni. Mi dispiace che una domenica o un sabato di sport si trasformi in una tragedia, mi dispiace per la famiglia e per il dirigente. A 40 anni non si può morire per una gara di calcio. Questo ci deve fare pensare che manca la cultura della sconfitta nel nostro Paese, la sconfitta va accettata. Questa violenza purtroppo è un momento della nostra società". Gli fa eco il vice presidente della Lega nazionale per il Sud, Sandro Morgana: "Sono sgomento per la tragedia avvenuta a Luzzi e condivido pienamente la sospensione dei campionati in Calabria, in attesa di provvedimenti ancora più gravi. Dovremmo ricordarci che il nostro è solo uno sport e quale sport deve essere interpretato".

28 gennaio 2007

Fonte: Il Piccolo

© Fotografia: Citynow

Licursi amava il rock e la pittura

di Gaetano Imparato

L' estate scorsa l’avevano premiato per l’attaccamento al suo paese.

Dal nostro inviato. SAN MARTINO IN FINITA (Cs) - Ermanno Licursi era soprattutto un artista. Troppo romantico per rispondere a calci in faccia degni dei barbari. Forse per questo è rimasto inerme sotto l’incedere della violenza. Gestiva un negozio di alimentari con la moglie Marcella, ma dentro aveva il sacro furore dell’arte. FORATTINI DI PAESE - 41 anni da compiere, era il sarcastico Forattini del foglio locale: Skreptime. Con i suoi disegni in china prendeva in giro un po' tutti, sindaco (cugino acquisito) compreso. E con i suoi presepi avrebbe incantato Eduardo de Filippo, da sempre alla vana ricerca d' un consenso del figlio "Lucariello". Amava la musica, il rock di classe, quello inglese metà anni '80. E poteva fare chilometri per un concerto di Guccini. La discoteca che aprì col fratello Osvaldo, in quel paese che con tutte le frazioni annesse conta 1.300 anime, si chiamava Bollicine. Una moto Bmw d'epoca, l’amore per la moglie nato con il linguaggio dei muti: i suoceri non volevano, così corteggiò Marcella da una finestra all' altra, utilizzando la mimica di chi non ha il dono della parola. PRIMA LINEA - Sempre in prima linea per ogni iniziativa, Ermanno Licursi aveva anche pagato la quota di socio (500 euro) del club. Servivano per spese di trasferta, iscrizione al campionato, rimborsi spese e quel che serviva a una squadra che, dopo due anni in coda al gruppo nell' ultimo campionato dei dilettanti, aveva trovato una sua dimensione. Aveva imparato a sognare. A San Martino, questa estate, gli avevano dato l’oscar per l’attaccamento alla sua terra, per i quadri che realizzava mettendoci sempre qualcosa della sua gente. Ci ha messo tanto affetto seguendo i suoi ragazzi in una tana di lupi. E alla fine c' è scappato il morto, lui, tra i dilettanti. A pochi chilometri dalla provincia di Catanzaro, dove già un anno aveva rischiato di morire un giovane arbitro, anche lui pestato a sangue.

29 gennaio 2007

Fonte: La Gazzetta dello Sport

Un morto di terza categoria

di Candido Cannavò

Una stupida, volgare, spettacolare testata e le successive sceneggiate televisive tra il patriottico sceriffo Materazzi e il finto pentito Delvecchio, sovrastano un povero morto di terza categoria. Il grande calcio non si è degnato neanche di un pensiero, di uno striscione, di un attimo di silenzio, come se quella tragedia in un campetto calabrese non lo riguardasse, appartenesse a un altro pianeta o fosse una disgrazia fortuita, eccezionale. Il morto di Genova, dodici anni fa, fece bloccare il campionato. Ma era un morto di serie A, non di terza categoria. Questo ci dice del livello di incultura in cui siamo sprofondati. La scorsa settimana mi è giunta una lettera dalla Puglia, firmata Giovanni Dell' Orco: "Sono un arbitro che dirige gare giovanili o di terza categoria. Le scrivo per denunciare gli episodi assurdi di violenza che dilagano in questi tornei. È vergognoso che noi giovani arbitri, dai 16 ai 19 anni, veniamo lasciati senza tutela in campi frequentati da gente che a tutto pensa tranne che al calcio. Parlo di giocatori, dirigenti, addetti ai lavori. Le società non predispongono un minimo di servizio d' ordine e l’indomani di ogni partita c' è un bollettino di guerra: arbitri malmenati per un rigore, feriti per un cartellino rosso, coinvolti in risse spaventose. La giustizia sportiva non basta". Il giovane Dell' Orco chiudeva la lettera "invocando un adeguato servizio d' ordine". Come dire: militarizziamo l’Italia, riuniamo il calcio in un unico scenario di guerra civile dagli apparati polizieschi della serie A sino alle pattuglie di carabinieri per i campetti minori, anche quelli in cui giocano i ragazzi. Un progetto da brividi: al servizio del pallone. Ma in quale Paese viviamo ? Non è giusto fare ipotesi sull' inchiesta che i magistrati stanno compiendo. Se le modalità del pestaggio a quel povero Ermanno Licursi che tentava di mettere pace sono quelle descritte, spero che i colpevoli vengano trattati per quello che sono: delinquenti, assassini. Ma quale che sarà l’esito dell’indagine, il calcio ha il dovere di intervenire con un provvedimento traumatico. Primo: radiare le due società, Cancellese e Sammartinese, escluderle da tutti i tornei. Secondo: bloccare per almeno un mese il campionato coinvolto in quel tragico evento. E poi: adottare provvedimenti di radiazione per tutti i club che si rendano colpevoli di fatti come quelli denunciati dall' arbitro pugliese. Sto dipingendo, lo so, un quadro di giustizia sommaria che comporta una buona dose di ingiustizia. Ma siamo in emergenza. E questo piccolo calcio costantemente sulle soglie della delinquenza, in mano a boss locali che lo usano per questioni di potere, non è più tollerabile. È chiaro che con la sola repressione non si risolve nulla. Bisogna produrre una forte controffensiva culturale. E allora cominciamo a insegnare il senso vero dello sport nella nostra vecchia scuola dove non c' è posto neanche per la cultura civica. Cominciamo a ritirare le tessere ad allenatori giovanili ignoranti che danno lezione sui vizi peggiori del calcio. Restituiamo il pallone, almeno tra i giovani, allo spirito originale del divertimento. E stronchiamo ferocemente i cattivi esempi che vengono dall' alto. Lo scontro rusticano Zidane - Materazzi al Mondiale ha seminato veleno facendo da traino a sconfinate forme di imitazione tra i giovani. Se i pagatissimi divi capissero il danno che producono certe loro volgarità non dormirebbero di notte e non avrebbero il coraggio di guardare in faccia i figli. Invece vanno in tv a recitare, squallidi attori al servizio dell’audience. Ieri, in serata, Pancalli ha reagito con forza all' inerzia che, nelle prime 48 ore, ha come paralizzato il mondo del calcio italiano, arrivando a minacciare di sospendere i campionati. Inutile dire che siamo con lui.

30 gennaio 2007

Fonte: La Gazzetta dello Sport

© Fotografia: Gli amici di Ermanno "ciao bello" (Gruppo Facebook)

La Lega ha consegnato 400.000 euro alla vedova Licursi

di Ilario Imparato

La Lega Calcio ha consegnato oggi una somma in denaro a Marcella Sarro, vedova di Ermanno Licursi, il dirigente della Sammartinese morto in una rissa accaduta il 27 gennaio scorso nello stadio di Luzzi (Cosenza) al termine dell'incontro di calcio tra la Sammartinese e la Cancellese, valido per il campionato di terza categoria. Per l'omicidio di Ermanno Licursi sono indagate sei persone, tra cui due giocatori della Cancellese, che è stata estromessa dalla Figc da tutte le attività sportive. La cerimonia per la consegna della somma si è svolta nella sede della Figc a Roma, presenti il commissario straordinario, Luca Pancalli, i presidenti della Lega Calcio professionisti e dilettanti, Antonio Matarrese e Carlo Tavecchio, la vicepresidente della Lega, Rosella Sensi, e il consigliere di Lega e presidente della Lazio Claudio Lotito. ''Si è trattato - ha detto il legale della famiglia Licursi, Gianluca Bilotta - di un riconoscimento del sacrificio compiuto da Ermanno Licursi per onorare il suo impegno nel mondo del calcio e per l'attuazione dei suoi valori più genuini. Abbiamo riscontrato una solidarietà nei confronti di Ermanno Licursi che si è espressa non soltanto in termini economici, ma anche morali''. L'avvocato Bilotta non ha precisato l'esatto importo della somma corrisposta alla vedova Licursi, che dovrebbe aggirarsi, comunque, attorno ai 400 mila euro. Il denaro è stato messo a disposizione da tutti i presidenti delle squadre di calcio professionistiche e dilettanti. E 420 mila euro sono stati consegnati sempre oggi dalla Lega anche alla vedova di Filippo Raciti, l'ispettore di polizia ucciso durante gli scontri del derby Catania-Palermo del 2 febbraio scorso.

20 febbraio 2007

Fonte: Lastampa.it

"Ma senza Ermanno non viviamo più"

di Gaetano Imparato

Avvisate Massimo Moratti, ha la possibilità di rendere felice un orfano da calcio. Goffredo Licursi, uno dei due figli di Ermanno, il dirigente della Sammartinese morto dopo la rissa scoppiata su un campo di terza categoria alle porte di Cosenza, tifa Inter e stravede per Adriano. La notizia dell’arresto dei presunti assassini del padre gli ha strappato solo un sorriso. Sparito velocemente. Un tuffo al cuore, un tuffo nella gioia, glielo darebbe solo una maglia con dedica del brasiliano. "I ragazzi sono distrutti - commenta la vedova Licursi - la notizia degli arresti c' è servita per capire come la macchina della giustizia non si sia fermata, ma certo non ridà, ai ragazzi, il padre. Ci auguriamo che chi sarà ritenuto colpevole paghi realmente e in proporzione del male che ha fatto, del grave reato commesso. Da quando è morto Ermanno non viviamo più, e nulla ce lo restituirà. Anche se, gli attestati di stima, affetto, e aiuto, non ci sono mancati". MAIFREDI TEAM -L’avvocato Biliotta, parte civile in rappresentanza dei Licursi, spiega come mai siano arrivati solo ora gli arresti. "Nel nostro caso, a differenza di Raciti a Catania, gli inquirenti non hanno potuto fruire dei filmati, ma solo delle testimonianze, spesso reticenti, dei presenti alla rissa. Notiamo che, fra gli arrestati, c' è anche chi s' era professato innocente augurandosi l’arresto dei colpevoli". Intanto, da domani, un sito nato ad hoc (uncalcioallaviolenza.it dovrebbe essere l’indirizzo definitivo), pubblicizzerà l’appuntamento del 17 marzo a Correggio (ore 15.30). Il Team Maifredi sfiderà una mista del Correggio e della Sammartinese, squadra del compianto dirigente morto a soli 44 anni, al quale verrà intitolato il piccolo campo sportivo del suo paese.

11 marzo 2007

Fonte: La Gazzetta dello Sport

© Fotografie: Comunediluzzi.it (sopra) - Wikiwand (sotto)

 

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