Rissa a fine gara, muore
dirigente
È successo a Luzzi, nel
cosentino, al termine di una
gara di terza categoria. La
vittima è un dirigente della
Sammartinese. Sospesi tutti i
campionati di calcio in
Calabria, dall'eccellenza alla
terza categoria.
LUZZI (Cosenza), 27
gennaio 2007 - Il dirigente
della società di calcio
Sammartinese di San Martino di
Finita (Cosenza), che milita nel
campionato di terza categoria
girone D, Ermanno Licursi, di 40
anni, è morto nel corso di una
rissa avvenuta nello stadio di
Luzzi, al termine della partita
con la Cancellese, che si è
conclusa con la vittoria della
Sammartinese per 2-1. Ermanno
Licursi è stato aggredito e
picchiato nei pressi dello
spogliatoio al termine della
gara, e, a seguito delle
percosse subite, è caduto ed è
morto. I carabinieri della
compagnia di Rende stanno
sentendo tutte le persone che
erano all'interno ed all'esterno
dello spogliatoio dello stadio
per identificare l'autore
dell'aggressione contro il
dirigente. La rissa sarebbe
stata provocata da alcuni tifosi
entrati nel campo di gioco al
termine della partita. A
raccontarlo è un calciatore
della Sammartinese, che ha
assistito all'accaduto. "Alla
fine della partita - ha detto il
calciatore - stavamo rientrando
negli spogliatoi quando nel
campo sono entrati alcuni tifosi
che stavano assistendo alla
partita. Ci sono stati calci e
pugni ed un lancio di pietre. A
quel punto Licursi ha cercato di
riappacificare gli animi, ma è
stato anche lui colpito. Quando
ho visto che la situazione
diventava difficile, ho
abbandonato tutto e sono
scappato". Secondo la
ricostruzione dei carabinieri
della compagnia di Rende che
stanno compiendo le indagini,
Ermanno Licursi, accortosi che
era in corso una rissa, è
intervenuto per riappacificare
gli animi. In quella circostanza
è stato colpito e si è
allontanato per raggiungere gli
spogliatoi. Giunto nei pressi
della struttura si è accasciato
a terra ed è morto. I
carabinieri ritengono
presumibile che la morte di
Licursi possa essere
riconducibile ad un infarto. Sul
luogo è intervenuto il medico
legale che dall'ispezione del
corpo di Licursi ha riscontrato
i segni di un colpo sul naso. La
Lega Nazionale Dilettanti ha poi
deciso di sospendere tutti i
campionati di calcio in
Calabria, dall'eccellenza alla
terza categoria, dopo la notizia
della morte di Ermanno Licursi,
dirigente della Sammartinese
(Cosenza), che milita nel
campionato di terza categoria
girone. "La decisione - spiega
la LND - è stata presa per dare
un segnale contro la violenza.
Non si poteva tornare in campo e
fare finta di niente continuando
a giocare".
27 gennaio 2007
Fonte: Gazzetta.it
© Fotografia:
Quicosenza.it
CRONACA Il dramma dopo
l'incontro
Sammartinese-Cancellese sul
campo neutro di Luzzi in
provincia di Cosenza.
Cosenza, partita finisce
in tragedia
dirigente muore in
scontri tra tifosi
Scoppia
una rissa, il dirigente fa il
paciere ma crolla a terra
colpito da un pugno al viso.
LUZZI (Cosenza) -
Finisce in tragedia la partita
di calcio tra due squadre
dilettanti a Luzzi, in provincia
di Cosenza: Ermanno Licursi, 40
anni, dirigente della
Sammartinese, squadra di terza
categoria, è morto dopo una
rissa tra tifosi. "Alla fine
della partita - ha detto un
calciatore - stavamo rientrando
negli spogliatoi ma alcuni
tifosi hanno fatto invasione.
Son partiti calci e pugni; sono
volate anche delle pietre.
Licursi ha cercato di
riappacificare gli animi ma è
stato colpito. Io quando ho
visto che la situazione
diventava difficile, ho
abbandonato tutto e sono
scappato". È stato colpito da un
pugno al naso Licursi: lo dice
il medico legale che ha
ispezionato il corpo della
vittima. I testimoni hanno detto
che dopo essere stato aggredito,
l'uomo si è allontanato per
raggiungere gli spogliatoi ma,
fatto qualche passo, è crollato
a terra, forse stroncato da
un'emorragia cerebrale o da un
infarto: sarà l'autopsia a
chiarire le cause del decesso.
La gara era stata giocata sul
campo neutro di Luzzi.
Sammartinese contro Cancellese;
aveva vinto la Sammartinese per
2 a 1. Quando alle 17 l'arbitro
ha fischiato la fine
dell'incontro, un gruppo di
tifosi ha invaso il campo e
affrontato a malomodo i
giocatori che stavano rientrando
negli spogliatoi. Una violenta
rissa a cui il dirigente della
Sammartinese era intervenuto
come paciere. Un pugno lo ha
colpito al viso; è crollato a
terra esanime poco dopo. Sono
intervenuti i colleghi per
rianimarlo ma è stato tutto
inutile; anche le manovre del
medico del 118 non hanno avuto
esito. I carabinieri ora
indagano per scoprire chi ha
aggredito il dirigente della
squadra e a chi imputare la
responsabilità di quanto è
accaduto. Tutti i giocatori e i
tifosi rimasti attorno al corpo
della vittima sono stati
interrogati. Il presidente della
Sammartinese, Umberto Iantorno,
oggi non ha accompagnato la
squadra perché influenzato: "E'
una morte assurda, un fatto
vergognoso. Non si può morire
per una partita. Ho sentito
Licursi stamani, poco prima
dell'ora di pranzo. Era
entusiasta e mi ha detto che era
fiducioso che avremmo vinto la
gara". In segno di lutto, la
Lega Nazionale Dilettanti ha
sospeso tutti i campionati di
calcio in Calabria,
dall'eccellenza alla terza
categoria: "La decisione -
spiega la LND - è stata presa
per dare un segnale contro la
violenza. Non si poteva tornare
in campo e fare finta di niente
continuando a giocare".
27 gennaio 2007
Fonte: Repubblica.it
Botte in campo, muore
dopo la rissa
di Giuseppe Baldessarro
COSENZA - Lo hanno preso
a calci e pugni. Durante una
rissa scoppiata alla fine di una
partita di calcio di terza
categoria. In uno dei tanti
campetti di paese in cui al
sabato pomeriggio si ritrovano i
ragazzi delle piccole squadre di
provincia. Così ieri pomeriggio
è morto Ermanno Licursi,
quarantenne dirigente della
Sammartinese. Era appena finita
la partita contro la Cancellese
che si giocava a Luzzi, in
provincia di Cosenza.
Un’emorragia cerebrale per un
colpo ricevuto o un infarto,
questo le possibili cause della
morte secondo i carabinieri.
Pochi istanti, qualche
provocazione di troppo, ed è
scoppiato il finimondo. Un
gruppo di persone è entrato in
campo e si è scagliata contro i
ragazzi della squadra di
Licursi. Sassi e bastoni in
mano, senza nessuno che li
potesse fermare. Le forze
dell’ordine non erano presenti
perché la Cancellese, squadra di
casa, non ne aveva richiesto
l’intervento. Il dirigente,
secondo una prima ricostruzione
dei carabinieri, si è lanciato
nella mischia per cercare di
sedare gli animi e salvare un
suo calciatore finito nel mirino
degli aggressori. Lo stavano
pestando a sangue. Quando lo
hanno visto intervenire si sono
accaniti anche contro di lui,
gli si sono scagliati contro
colpendolo ripetutamente, fin
quando non è finito a terra. E’
morto a pochi passi dallo
spogliatoio che, forse, voleva
raggiungere per cercare di
salvarsi. La Sammartinese aveva
appena vinto fuori casa per 2 a
1, e questo evidentemente non
era andato giù ad alcuni dei
suoi sostenitori più accaniti.
Inutile anche l’intervento dei
medici del servizio 118 che,
arrivati nell' arco di poche
decine di minuti, non hanno
potuto che constatare la morte
dell’uomo. I carabinieri della
compagnia di Rende che conducono
le indagini sostengono che il
decesso possa essere
riconducibile ad un infarto o ad
una emorragia cerebrale. Il
medico legale dall' ispezione
del corpo di Licursi ha
riscontrato i segni evidenti di
un colpo sul naso. Sarà però
l’autopsia, ad accertare
precisamente le cause della
morte. Per tutta la serata e
fino a tarda notte gli
investigatori hanno sentito
numerose persone per cercare di
identificare coloro che hanno
provocato la rissa. Tra i primi
ad essere interrogati i
dirigenti e i calciatori delle
due squadre che hanno assistito
all' episodio. Il presidente
della Sammartinese, Umberto
Iantorno, ha definito quanto
accaduto una "morte assurda".
Per Iantorno "è un fatto
vergognoso, non si può morire
per una partita". Aggiunge "Per
anni Licursi si è dedicato al
calcio e da sempre era dirigente
della nostra squadra". Iantorno
ieri non ha assistito all'
incontro di calcio perché
colpito da influenza. Era solito
accompagnare i suoi calciatori
quasi sempre. "Ho sentito
Licursi - ha proseguito il
presidente della Sammartinese -
stamani poco prima dell’ora di
pranzo. Era entusiasta e mi ha
detto che era fiducioso che
avremmo vinto la gara. Poi, al
termine della partita, ho avuto
la notizia di quanto è accaduto
e sono rimasto incredulo". Oggi
lo sport dilettantistico
calabrese non scenderà in campo.
La Lega nazionale dilettanti ha
sospeso tutti i campionati che
vanno dall' Eccellenza alla
terza categoria. Nei prossimi
giorni si riunirà per decidere
il da farsi. Sono troppi i casi
in cui partite di dilettanti
finiscono in rissa.
28 gennaio 2007
Fonte: La Repubblica
© Fotografia:
Ilgiornale.it
L' uomo, 40 anni, era
accompagnatore della
Sammartinese. Il medico: trauma
al naso, forse una emorragia
cerebrale
Picchiato dai tifosi,
dirigente muore allo stadio
di Carlo Macrì
Cosenza, rissa dopo una
partita di Terza categoria. Un
teste: colpito con pietre e
bastoni.
LUZZI (Cosenza) - Una
rissa dopo il fischio finale:
pugni, calci, lancio di sassi. A
terra rimane Ermanno Licursi, 40
anni, dirigente sportivo. Morto
in uno stadio di provincia dopo
aver visto la sua Sammartinese
vincere per 2-1 in trasferta
contro la Cancellese una gara
del campionato di Terza
categoria. "Alla fine della
partita stavamo rientrando negli
spogliatoi quando in campo sono
entrati alcuni tifosi. Ci sono
stati calci e pugni, volavano
delle pietre. Licursi ha cercato
di riappacificare gli animi, ma
è stato colpito anche lui.
Quando ho visto che la
situazione diventava difficile,
io ho abbandonato tutto e sono
scappato" ha raccontato uno dei
calciatori della Sammartinese.
Il suo capitano, Gianluca
Albanito, ai microfoni del Tg5
ha detto che il dirigente è
stato circondato da diverse
persone, che lo hanno bastonato
e preso a calci quando era a
terra. Il medico che per primo
si è avvicinato al corpo di
Licursi avrebbe riscontrato i
segni di un colpo sul naso. Pare
che il dirigente sportivo sia
morto a causa di una emorragia
cerebrale conseguente al trauma.
Ma fino a quando non sarà
compiuta l’autopsia non è
possibile escludere che abbia
sbattuto il capo cadendo, o che
sia stato vittima di un arresto
cardiaco. Di certo quando è
intervenuto il 118 era tardi,
per lui non c’era più nulla da
fare. La partita si giocava sul
campo neutro di Luzzi, in
provincia di Cosenza, perché la
Cancellese un proprio terreno
non ce l’ha. Ed era una sfida
sentita: tutte e due le società
puntano al salto di categoria e
in palio c' erano punti pesanti
nella corsa ai play off. I
calciatori in campo si erano
battuti: scontri, tanti falli. A
fine gara, poco dopo le 17,
mentre gli atleti stavano
rientrando negli spogliatoi, un
gruppo di tifosi ha scavalcato
la rete di recinzione e si è
diretto verso gli uomini della
Sammartinese. È scoppiata una
rissa. Sembra che l’arbitro,
della sezione di Paola, non
abbia visto nulla; era già
andato a cambiarsi quando si
sono verificati gli incidenti.
Ermanno Licursi, invece, era
ancora lì: ha provato a
intervenire, ha avuto la peggio.
È morto su uno di quei campetti
di Terza categoria dove
coltivava da anni la sua
passione per il calcio. "È una
fine assurda - dice Umberto
Iantorno, presidente della
squadra di San Martino di Finita
- È un fatto vergognoso. Non si
può morire per una partita. Per
anni Licursi si è dedicato al
calcio e da sempre era dirigente
della nostra squadra. Io ero a
casa con l’influenza, ma l’avevo
sentito proco prima dell’ora di
pranzo. Era contento, mi ha
detto che si sentiva che avremmo
vinto". I carabinieri della
compagnia di Rende hanno sentito
per tutta la notte dirigenti e
giocatori di entrambe le
squadre. Stanno cercando di
ricostruire gli eventi, di dare
un volto e un nome a chi dagli
spalti è corso in campo a fine
partita per picchiare. Toccherà
a un medico legale dire se
Licursi è stato ucciso dai colpi
ricevuti, se è morto sul colpo o
se prima è tornato verso gli
spogliatoi e ha parlato con i
suoi giocatori, come hanno
raccontato alcuni testimoni. La
Lega nazionale dilettanti ha
sospeso tutte le gare di
campionato, da quello di
Eccellenza a quello giovanile,
previste oggi in Calabria: "Non
si poteva tornare in campo e
fare finta di niente continuando
a giocare". Dicono che Licursi
fosse un uomo sensibile e per
nulla violento. Lascia la moglie
e due figli piccoli.
28 gennaio 2007
Fonte: Il Corriere della
Sera
CRONACA - Secondo gli
inquirenti, il quadro è "chiaro
e definito": identificati gli
aggressori. Si attendono gli
esiti dell'autopsia. Melandri:
"E' una cosa inaudita".
Rissa nello stadio di
Luzzi
Cosenza: rissa allo
stadio dirigente preso a pugni
muore per un infarto.
COSENZA - Ha cercato di
riappacificare gli animi tra gli
autori di una rissa ma, colpito
al naso, ha cercato di
raggiungere gli spogliatoi dove
si è accasciato a terra ed è
morto. È quanto è avvenuto ieri
pomeriggio nello stadio di Luzzi
dove è morto il dirigente della
Sammartinese, la squadra di San
Martino di Finita, Ermanno
Licursi, di 40 anni. La rissa è
avvenuta al termine della
partita, valida per il
campionato di terza categoria,
tra Cancellese e Sammartinese
(1-2). Il dirigente della
Sammartinese ha visto che era in
corso una rissa ed è intervenuto
per evitare che la situazione
degenerasse. Ma nella confusione
della situazione anche Licursi è
stato colpito ed è morto nei
pressi degli spogliatoi. Nello
stadio sono intervenuti i medici
del servizio 118, che però non
hanno potuto che constatare la
morte dell'uomo. I carabinieri
della compagnia di Rende
ritengono presumibile che il
decesso possa essere
riconducibile ad un infarto. Il
medico legale dall'ispezione del
corpo di Licursi ha riscontrato
i segni di un colpo sul naso.
Sarà ora l'autopsia, il cui
incarico sarà affidato nelle
prossime ore, ad accertare le
cause del decesso. Gli
investigatori hanno sentito
numerose persone per cercare di
identificare coloro che hanno
provocato la rissa. "Alla fine
della partita - ha dichiarato un
calciatore della Sammartinese -
stavamo rientrando negli
spogliatoi quando nel campo sono
entrati alcuni tifosi che
stavano assistendo alla gara. Ci
sono stati calci e pugni ed un
lancio di pietre. A quel punto
Licursi ha cercato di
riappacificare gli animi, ma è
stato anche lui colpito. Quando
ho visto che la situazione
diventava difficile, ho
abbandonato tutto e sono
scappato". Il presidente della
Sammartinese, Umberto Iantorno,
ha definito quanto accaduto una
"morte assurda. È un fatto
vergognoso. Non si può morire
per una partita. Per anni
Licursi si è dedicato al calcio
e da sempre era dirigente della
nostra squadra". Iantorno ieri
non ha accompagnato la squadra
perché colpito da influenza. "Ho
sentito Licursi - ha proseguito
il presidente della Sammartinese
- proco prima dell'ora di
pranzo. Era entusiasta e mi ha
detto che era fiducioso che
avremmo vinto la gara. Poi, al
termine della partita, ho avuto
la notizia di quanto è accaduto
e sono rimasto incredulo". E,
proprio a seguito degli
incidenti che hanno provocato la
morte del dirigente, la Lega
nazionale dilettanti ha sospeso
domani tutte le gare in Calabria
dalla terza categoria
all'eccellenza in Calabria. "È
un segnale che si vuole dare a
caldo - ha detto il presidente
della Lega nazionale dilettanti
Carlo Tavecchio - Della
questione ci occuperemo in
questi giorni. Mi dispiace che
una domenica o un sabato di
sport si trasformi in una
tragedia, mi dispiace per la
famiglia e per il dirigente. A
40 anni non si può morire per
una gara di calcio. Questo ci
deve fare pensare che manca la
cultura della sconfitta nel
nostro Paese, la sconfitta va
accettata. Questa violenza
purtroppo è un momento della
nostra società". Gli fa eco il
vice presidente della Lega
nazionale per il Sud, Sandro
Morgana: "Sono sgomento per la
tragedia avvenuta a Luzzi e
condivido pienamente la
sospensione dei campionati in
Calabria, in attesa di
provvedimenti ancora più gravi.
Dovremmo ricordarci che il
nostro è solo uno sport e quale
sport deve essere interpretato".
28 gennaio 2007
Fonte: Il Piccolo
© Fotografia: Citynow
Licursi amava il rock e
la pittura
di Gaetano Imparato
L' estate scorsa
l’avevano premiato per
l’attaccamento al suo paese.
Dal nostro inviato. SAN
MARTINO IN FINITA (Cs) - Ermanno
Licursi era soprattutto un
artista. Troppo romantico per
rispondere a calci in faccia
degni dei barbari. Forse per
questo è rimasto inerme sotto
l’incedere della violenza.
Gestiva un negozio di alimentari
con la moglie Marcella, ma
dentro aveva il sacro furore
dell’arte. FORATTINI DI PAESE -
41 anni da compiere, era il
sarcastico Forattini del foglio
locale: Skreptime. Con i suoi
disegni in china prendeva in
giro un po' tutti, sindaco
(cugino acquisito) compreso. E
con i suoi presepi avrebbe
incantato Eduardo de Filippo, da
sempre alla vana ricerca d' un
consenso del figlio
"Lucariello". Amava la musica,
il rock di classe, quello
inglese metà anni '80. E poteva
fare chilometri per un concerto
di Guccini. La discoteca che
aprì col fratello Osvaldo, in
quel paese che con tutte le
frazioni annesse conta 1.300
anime, si chiamava Bollicine.
Una moto Bmw d'epoca, l’amore
per la moglie nato con il
linguaggio dei muti: i suoceri
non volevano, così corteggiò
Marcella da una finestra all' altra, utilizzando la mimica di
chi non ha il dono della parola.
PRIMA LINEA - Sempre in prima
linea per ogni iniziativa,
Ermanno Licursi aveva anche
pagato la quota di socio (500
euro) del club. Servivano per
spese di trasferta, iscrizione
al campionato, rimborsi spese e
quel che serviva a una squadra
che, dopo due anni in coda al
gruppo nell' ultimo campionato
dei dilettanti, aveva trovato
una sua dimensione. Aveva
imparato a sognare. A San
Martino, questa estate, gli
avevano dato l’oscar per
l’attaccamento alla sua terra,
per i quadri che realizzava
mettendoci sempre qualcosa della
sua gente. Ci ha messo tanto
affetto seguendo i suoi ragazzi
in una tana di lupi. E alla fine
c' è scappato il morto, lui, tra
i dilettanti. A pochi chilometri
dalla provincia di Catanzaro,
dove già un anno aveva rischiato
di morire un giovane arbitro,
anche lui pestato a sangue.
29 gennaio 2007
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
Un morto di terza
categoria
di Candido Cannavò
Una stupida, volgare,
spettacolare testata e le
successive sceneggiate
televisive tra il patriottico
sceriffo Materazzi e il finto
pentito Delvecchio, sovrastano
un povero morto di terza
categoria. Il grande calcio non
si è degnato neanche di un
pensiero, di uno striscione, di
un attimo di silenzio, come se
quella tragedia in un campetto
calabrese non lo riguardasse,
appartenesse a un altro pianeta
o fosse una disgrazia fortuita,
eccezionale. Il morto di Genova,
dodici anni fa, fece bloccare il
campionato. Ma era un morto di
serie A, non di terza categoria.
Questo ci dice del livello di
incultura in cui siamo
sprofondati. La scorsa settimana
mi è giunta una lettera dalla
Puglia, firmata Giovanni Dell'
Orco: "Sono un arbitro che
dirige gare giovanili o di terza
categoria. Le scrivo per
denunciare gli episodi assurdi
di violenza che dilagano in
questi tornei. È vergognoso che
noi giovani arbitri, dai 16 ai
19 anni, veniamo lasciati senza
tutela in campi frequentati da
gente che a tutto pensa tranne
che al calcio. Parlo di
giocatori, dirigenti, addetti ai
lavori. Le società non
predispongono un minimo di
servizio d' ordine e l’indomani
di ogni partita c' è un
bollettino di guerra: arbitri
malmenati per un rigore, feriti
per un cartellino rosso,
coinvolti in risse spaventose.
La giustizia sportiva non
basta". Il giovane Dell' Orco
chiudeva la lettera "invocando
un adeguato servizio d' ordine".
Come dire: militarizziamo
l’Italia, riuniamo il calcio in
un unico scenario di guerra
civile dagli apparati
polizieschi della serie A sino
alle pattuglie di carabinieri
per i campetti minori, anche
quelli in cui giocano i ragazzi.
Un progetto da brividi: al
servizio del pallone. Ma in
quale Paese viviamo ? Non è
giusto fare ipotesi sull'
inchiesta che i magistrati
stanno compiendo. Se le modalità
del pestaggio a quel povero
Ermanno Licursi che tentava di
mettere pace sono quelle
descritte, spero che i colpevoli
vengano trattati per quello che
sono: delinquenti, assassini. Ma
quale che sarà l’esito
dell’indagine, il calcio ha il
dovere di intervenire con un
provvedimento traumatico. Primo:
radiare le due società,
Cancellese e Sammartinese,
escluderle da tutti i tornei.
Secondo: bloccare per almeno un
mese il campionato coinvolto in
quel tragico evento. E poi:
adottare provvedimenti di
radiazione per tutti i club che
si rendano colpevoli di fatti
come quelli denunciati dall'
arbitro pugliese. Sto
dipingendo, lo so, un quadro di
giustizia sommaria che comporta
una buona dose di ingiustizia.
Ma siamo in emergenza. E questo
piccolo calcio costantemente
sulle soglie della delinquenza,
in mano a boss locali che lo
usano per questioni di potere,
non è più tollerabile. È chiaro
che con la sola repressione non
si risolve nulla. Bisogna
produrre una forte
controffensiva culturale. E
allora cominciamo a insegnare il
senso vero dello sport nella
nostra vecchia scuola dove non
c' è posto neanche per la
cultura civica. Cominciamo a
ritirare le tessere ad
allenatori giovanili ignoranti
che danno lezione sui vizi
peggiori del calcio. Restituiamo
il pallone, almeno tra i
giovani, allo spirito originale
del divertimento. E stronchiamo
ferocemente i cattivi esempi che
vengono dall' alto. Lo scontro
rusticano Zidane - Materazzi al
Mondiale ha seminato veleno
facendo da traino a sconfinate
forme di imitazione tra i
giovani. Se i pagatissimi divi
capissero il danno che producono
certe loro volgarità non
dormirebbero di notte e non
avrebbero il coraggio di
guardare in faccia i figli.
Invece vanno in tv a recitare,
squallidi attori al servizio
dell’audience. Ieri, in serata,
Pancalli ha reagito con forza
all' inerzia che, nelle prime 48
ore, ha come paralizzato il
mondo del calcio italiano,
arrivando a minacciare di
sospendere i campionati. Inutile
dire che siamo con lui.
30 gennaio 2007
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
© Fotografia: Gli amici di Ermanno "ciao
bello" (Gruppo Facebook)
La Lega ha consegnato
400.000 euro alla vedova Licursi
di Ilario Imparato
La Lega Calcio ha
consegnato oggi una somma in
denaro a Marcella Sarro, vedova
di Ermanno Licursi, il dirigente
della Sammartinese morto in una
rissa accaduta il 27 gennaio
scorso nello stadio di Luzzi
(Cosenza) al termine
dell'incontro di calcio tra la
Sammartinese e la Cancellese,
valido per il campionato di
terza categoria. Per l'omicidio
di Ermanno Licursi sono indagate
sei persone, tra cui due
giocatori della Cancellese, che
è stata estromessa dalla Figc da
tutte le attività sportive. La
cerimonia per la consegna della
somma si è svolta nella sede
della Figc a Roma, presenti il
commissario straordinario, Luca
Pancalli, i presidenti della
Lega Calcio professionisti e
dilettanti, Antonio Matarrese e
Carlo Tavecchio, la
vicepresidente della Lega,
Rosella Sensi, e il consigliere
di Lega e presidente della Lazio
Claudio Lotito. ''Si è trattato
- ha detto il legale della
famiglia Licursi, Gianluca
Bilotta - di un riconoscimento
del sacrificio compiuto da
Ermanno Licursi per onorare il
suo impegno nel mondo del calcio
e per l'attuazione dei suoi
valori più genuini. Abbiamo
riscontrato una solidarietà nei
confronti di Ermanno Licursi che
si è espressa non soltanto in
termini economici, ma anche
morali''. L'avvocato Bilotta non
ha precisato l'esatto importo
della somma corrisposta alla
vedova Licursi, che dovrebbe
aggirarsi, comunque, attorno ai
400 mila euro. Il denaro è stato
messo a disposizione da tutti i
presidenti delle squadre di
calcio professionistiche e
dilettanti. E 420 mila euro sono
stati consegnati sempre oggi
dalla Lega anche alla vedova di
Filippo Raciti, l'ispettore di
polizia ucciso durante gli
scontri del derby
Catania-Palermo del 2 febbraio
scorso.
20 febbraio 2007
Fonte: Lastampa.it
"Ma senza Ermanno non
viviamo più"
di Gaetano Imparato
Avvisate Massimo
Moratti, ha la possibilità di
rendere felice un orfano da
calcio. Goffredo Licursi, uno
dei due figli di Ermanno, il
dirigente della Sammartinese
morto dopo la rissa scoppiata su
un campo di terza categoria alle
porte di Cosenza, tifa Inter e
stravede per Adriano. La notizia
dell’arresto dei presunti
assassini del padre gli ha
strappato solo un sorriso.
Sparito velocemente. Un tuffo al
cuore, un tuffo nella gioia,
glielo darebbe solo una maglia
con dedica del brasiliano. "I
ragazzi sono distrutti -
commenta la vedova Licursi - la
notizia degli arresti c' è
servita per capire come la
macchina della giustizia non si
sia fermata, ma certo non ridà,
ai ragazzi, il padre. Ci
auguriamo che chi sarà ritenuto
colpevole paghi realmente e in
proporzione del male che ha
fatto, del grave reato commesso.
Da quando è morto Ermanno non
viviamo più, e nulla ce lo
restituirà. Anche se, gli
attestati di stima, affetto, e
aiuto, non ci sono mancati".
MAIFREDI TEAM -L’avvocato
Biliotta, parte civile in
rappresentanza dei Licursi,
spiega come mai siano arrivati
solo ora gli arresti. "Nel
nostro caso, a differenza di
Raciti a Catania, gli inquirenti
non hanno potuto fruire dei
filmati, ma solo delle
testimonianze, spesso reticenti,
dei presenti alla rissa. Notiamo
che, fra gli arrestati, c' è
anche chi s' era professato
innocente augurandosi l’arresto
dei colpevoli". Intanto, da
domani, un sito nato ad hoc
(uncalcioallaviolenza.it
dovrebbe essere l’indirizzo
definitivo), pubblicizzerà
l’appuntamento del 17 marzo a
Correggio (ore 15.30). Il Team
Maifredi sfiderà una mista del
Correggio e della Sammartinese,
squadra del compianto dirigente
morto a soli 44 anni, al quale
verrà intitolato il piccolo
campo sportivo del suo paese.
11 marzo 2007
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
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