39
Angeli all'Heysel
(Domenico
Laudadio)
A Bruxelles, c’è un posto dove c’è
sempre il sole.
Anche di notte, lì, all’Heysel, c’è
sempre il sole.
A Bruxelles il sole accarezza una
targa con 39 incisioni.
39 solchi bianchi indelebili come
il dolore di chi non ritorna.
A Bruxelles c’era il sole in quel
maledetto tramonto di maggio.
Allora sorella morte indossò
l’abito rosso
per le nozze di sangue allo stadio
di tufo.
Alzò il suo calice colmo di affanni
e di lacrime
brindando alla vita che trasaliva.
E falciò ad arte fino a sera
allineando in sacchi d’immondizia
le sagome di poveri uomini.
A Bruxelles, la notte si traveste
di luci
e corre ad inseguire i fantasmi di
rimorsi mai domi.
Fin dentro i vicoli scuri di anime
fiamminghe
assolte soltanto dai diavoli.
A Bruxelles 39 sbuffi di luce si
rincorrono felici
come angeli sul prato verde dei
campioni.
Stanno ancora tutti quanti lì, ad
aspettare,
quella partita che si non doveva
giocare...
A Bruxelles il bianco e il nero
sono i colori dei santi,
senza un altare...
A Bruxelles l’oblio è una pertica
che sale al cielo
ricoperta dall’edera di chi li
prega.
A Bruxelles, niente. Non successe
mai niente.
Nessuno ricorderà più niente.
Niente...
1, 2, 3, 6, 12, 15, 18, 27, 30
anni... Niente... Niente...
Di Bruxelles la memoria vale molto
più di una vittoria...
Urlavano feroci come animali in
gabbia i barbari di Britannia.
A onde la rossa zizzania come un
mare di ossessi
s’infranse su reticolati da
polli...
Ad un tratto il crollo dell’ultima
parete
tra fumi di polvere e fiumi di
alcool...
Lupi assalirono agnelli, leoni le
antilopi,
faine sbranarono pulcini...
Neanche per un bambino di undici
anni la misericordia di un dio
chiamato a dimora dell’inferno,
perché lì, non c’era...
E se mai ci fosse, dov’era ?
In quel momento dove si nascondeva
?
Probabilmente, ancora una volta vi
moriva...
Immagini corsare scagliate alla
mente come pugnali...
Ammucchiati quegli stracci dai
colori sgargianti
fra mattoni e pali divelti.
Sciacalli che urinano su anime
spente,
pirati che depredano miserrimi
trofei nell’orrore.
Balletti macabri e risa
strafottenti di avvoltoi
su sguardi senza più orbite...
Perdono ? Perdono ?! Ma quale
perdono !!?
Perdono... Perdono...
Perché il perdono non è una
prerogativa per le bestie,
ma per gli uomini...
L’odio corre più forte delle ombre
dei sicari all’assalto
mentre diserta anche la paura.
E chi non conosce armi fugge da una
guerra
mai dichiarata prima d’allora.
Eccolo... Satana... Lo distinguo
nettamente nella ressa...
Imperare in forma di serpe...
A gozzovigliare ingordo di carni e
di sangue...
Le povere anime fra le sue spire
fatali
assimilare all’eterno letargo...
Uomini e donne incastrati l’uno
all’altro
come tessere in un mosaico
d’afflizione.
Intanto... Caricava la stupida
milizia a cavallo
i disperati profughi senza più
itinerari.
Il prato misericordioso come un
padre benevolo
accoglieva i reduci dalla follia di
altri...
Si accalcavano stremati corridori
gli scampati
alla mietitura della rozza falce...
Intanto...
Dal cemento sgretolato di Babele
si coglievano i fiori del delirio,
già innaffiati dal sollazzo dei
carnefici...
Si trasportavano a braccia
manichini e pupazze
in cui intentare di nuovo la
vita...
Si allineavano decine di cuori
disinnescati
fra i calcinacci, ricusando la
conta...
S’invocavano madri, s’inseguivano
nomi,
si violavano grembi di madonne
nelle bestemmie...
Dialetti distanti mille chilometri
fraternizzavano
comprendendosi soltanto a forza di
sguardi...
Bandiere s’improvvisavano al ruolo
di sipari
su capolavori senza più repliche.
Troppe quelle bandiere bianche e
nere
a posarsi lievi su quei sensi
infranti.
Intanto...
Sgorgavano a fiotti dalle labbra,
tra sputi e sangue,
parole rese mute dal tormento...
Intanto...
Scorrevano fiumi di battute dalle
telescriventi.
Intanto... Intanto... Intanto...
Sciabolavano immagini dure i loro
fendenti,
senza più a resistergli commenti...
Intanto...
Si formulavano numeri precoci
quanto incerti
per sperare e disperare oltre ad
uno schermo.
Intanto... Intanto...
Rocco ?! Bruno ?! Alfons ?
Giancarlo ? Andrea ?!
Andrea ?! Piccolo cucciolo Andrea,
avevi soltanto undici anni !
E Giovanni ?! Avete visto suo
padre, Giovanni ?
No, non è possibile... Anche lui
sull’Acheronte...
E Nina ? Willy ?!! Giuseppina !??
No, non si può morire prima di
compiere diciott'anni...
Giuseppina, cara...
E che ne è stato di Dirk, Dionisio,
Jaques, Eugenio, Francesco...
Di Alberto, vent'anni ?!
A vent’anni hai un mondo davanti...
E di Giancarlo, Giovacchino...
Roberto...
Roberto Lorentini ce l’aveva fatta,
era già salvo come suo padre, era
scampato alla furia rossa...
Ma era un medico, un vero medico
non poteva scappare...
Ritornò indietro a rianimare un
bambino.
Gli soffiò vita fino al cuore...
Fece a cambio con il suo. Onore !
Onore !
Tutti in piedi ! Onore !!
Memoria... Silenzio... Onore...
Una medaglia d’argento al valor
civile è un pezzo di metallo
che non vale un solo gesto
d’amore...
Svaniti nella calca si
addormentarono Barbara e Franco,
Loris e Gianni, Sergio, Luciano e
Luigi.
Anche Benito che lasciò per sempre
ai figli i suoi giocattoli...
E così anche Patrick, Domenico e
Antonio,
Claude Robert e Mario ammainarono
le vele...
Non tornarono più a casa Tarcisio,
Gianfranco e Amedeo,
Mario, Tarcisio, Jean Michel,
Claudio...
Heysel, settore Z, uomini e donne
all’ ultima curva,
capolinea di tutti gli affanni e le
speranze.
Bruxelles, salotto buono della
grassa Europa,
un viaggio senza ritorno...
39 Amori dilaniati dai cani...
39 Angeli per chi non li ha
dimenticati...
39 volte urlando non basterebbe
l’invocazione perdonateci...
Perché a Bruxelles il rumore sordo
di gente,
straziata e contorta di ossa fra
pietre e lamiere
dopo il clamore di qualche giorno
fece rima con niente.
Perché a Bruxelles, niente.
Non successe mai niente. Nessuno
ricorderà più niente.
Niente... Niente !!!
1, 2, 3, 6, 12, 15, 18, 27, 30
anni... Niente !! Niente !!
Queste mie urla squarcino il
silenzio
davanti a chi non ebbe d’improvviso
più voce !
Allora urlerò al mondo intero
che soltanto la vergogna fu davvero
la padrona in campo...
Allora non tacerò neanche il
ribrezzo per quella signora
soggiogata dal piacere mentre si
ricomponevano poveri cristi
i suoi figli, nei sudari delle
nostre bandiere...
Michel disse che a Bruxelles il
circo andò avanti di rigore,
con gli animali, ma senza più
acrobati...
La notte sorprese ancora in mutande
buffoni in pista
a sorridere di mestiere.
Poi si spensero anche gli ultimi
fari sulla mattanza
ed almeno le tenebre furono
coerenti.
A Bruxelles hanno demolito il
colosseo, dopo la strage.
A Bruxelles persino Nerone se la
cavò con la condizionale...
Qualcuno lasciò cadere dall’alto in
basso trenta denari...
Ma a pagare veramente furono solo i
familiari...
A Bruxelles, c’è un posto dove c’è
sempre il sole.
Anche di notte, lì, all’Heysel, c’è
sempre il sole.
A Bruxelles il sole accarezza una
targa con 39 incisioni.
39 solchi bianchi indelebili
come il dolore di chi non
ritorna...
39 come gli angeli che volteggiano
festanti
là in alto per sempre...
A Bruxelles da quel giorno il cielo
è bianconero...
Roma, 1 settembre 2008
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