"Nessuna esultanza
l'Heysel vive ancora"
di Guido Boffo
TORINO
- Nereo Ferlat all'Heysel (accanto, una foto degli
incidenti) si salvò due volte. "Sono stato l'ultimo a
saltare giù dal muretto prima del crollo". A undici anni
di distanza, ha assistito a Juve-Ajax in tv.
E allora ?
"Allora non ho visto un'immagine sull' Heysel, una sola.
Ho girato ogni canale, niente. Credo che i reduci e i
familiari delle vittime non si siano sentiti
rappresentati. So di striscioni, però le telecamere non
li hanno ripresi. Sento dire che con questa vittoria
l'Heysel è stato cancellato. Incredibile. Trentanove
morti sono un prezzo troppo alto".
Ha esultato per la
vittoria ? "No, non lo faccio più dal maggio dell' 85.
Sono stato contento per la mia squadra, un po' ho anche
sofferto, ma sempre con molta compostezza. Non mi sarei
mai sognato di scendere in strada per la seconda Coppa".
Seconda ? "Certo, perché a Bruxelles non è stata una
farsa. Tacconi fu impegnato più di una volta. Dopo
quello che era successo, mi consentirono di guardare la
partita dalla tribuna. Ovviamente lo feci in maniera
distaccata".
Non ha pensato di essere capitato nella
finale sbagliata ? "A Bruxelles eravamo al centro della
Comunità europea. Ci sentivamo protetti. Juventus e
Liverpool rappresentavano il meglio. Ero convinto di
trovarmi nella finale giusta".
E a Roma avrebbe voluto
esserci ? "Sì, per paragonare l'ordine pubblico di
allora con quello di adesso, per convincermi che si può
disputare una finale di Coppa Campioni in condizioni di
sicurezza. E' da tanto tempo che inseguo questa
certezza".
Ha chiesto biglietti alla Juve ?
"Personalmente no. Ho letto che altri l'hanno fatto, ma
la società ha risposto picche. Patetico. C'è gente che è
tornata menomata da Bruxelles. Sarebbe stato come
tendergli una mano".
Fonte:
La Repubblica
© 24 maggio 1996
Fotografie:
La Repubblica ©
Corsi Editore © GETTY IMAGES © (Not for commercial use)
Icona: Itcleanpng.com ©
|