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Sala della Memoria Heysel
Museo Virtuale
Multimediale
Audiovisivi Heysel 1985
2025
Audiovisivi
29. 05. 1985
Audiovisivi
Documentari
Audiovisivi
Testimonianze
Audiovisivi
TELEVISIONE
Audiovisivi
RADIOFONIA
Audiovisivi
PODCAST
1)
IL SOGNO
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2) IL VIAGGIO
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3)
LO STADIO
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4)
IL RITORNO
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"Dentro l’Heysel" un
Podcast di Emilio Targia
Pubblicato online in quattro puntate su Spotify,
Apple Podcast, Amazon Music, Spreaker e Google Podcast
con ascolto gratuito il racconto della strage allo
stadio di Bruxelles datata 29 maggio 1985.
IL SOGNO (Prima
Puntata)
- Juventus-Liverpool, la finale
perfetta. Il sogno che diventa realtà. La
qualificazione, l’emozione, la caccia al biglietto, gli
articoli dei giornali, la clessidra dell’attesa e
qualche presagio.
IL VIAGGIO (Seconda
Puntata) - Il treno per Bruxelles, i
dialetti che si intrecciano, le speranze condivise. I
canti dei tifosi italiani in centro città, le birre
degli inglesi. Le bandiere bianconere e gli sguardi
degli hooligans. L’arrivo allo stadio, l’interminabile
fila, i gendarmi a cavallo.
LO STADIO (Terza
Puntata) - Dentro l’Heysel. La gioia. I
cori e i colori. La partita dei bambini. Gli hooligans
che invadono il Settore Z. Il sogno che diventa incubo.
Lo smarrimento, l’angoscia, la paura. Le urla e i
silenzi. Gli elicotteri, l’esercito, la rabbia.
Paralizzati dentro a una bolla. Emanuele di Napoli. Il
pallone di Andrea.
IL RITORNO
(Quarta
Puntata) - Il giorno dopo. Il risveglio.
Il dolore. Il ritorno all’Heysel. Camminare su una
Sindone di cemento marcio. Gli oggetti che ti fissano.
Un mazzo di fiori. Sul treno del ritorno. Le parole dei
sopravvissuti. Riavvolgere il nastro. Sciogliere un
pianto. Senza memoria saremmo luci spente.
Realizzazione di Mondadori
Studios a cura di Miriam Spinnato, Elena Marinelli,
Danilo Di Termini. Progetto grafico di Francesco Poroli.
Musiche originali di Gianluca Casadei. Montaggio di
Danilo Di Termini e Andrea Dolcino. Post produzione
Indiehub Studio. "Abbiamo provato a raccontare quel che
è difficile raccontare" dichiara l’autore Emilio Targia,
giornalista e scrittore, all’epoca diciottenne giovane testimone
oculare della tragedia.
F onte:
Saladellamemoriaheysel.it © 20 maggio
2024
Fotografie:
GETTY IMAGES
© (Not
for Commercial Use) ©
Emilio Targia
Audio:
Paolo Frajese
©
RAI
©
Podcast: Mondadori Studios
©
Icone: it.vecteezy.com
©
# Heysel35 annidopo
29 .05 .1985 2020
"Un video per ricordare, un
video per non dimenticare. Un video, soprattutto, per
loro, i nostri cari. Per fare memoria del loro
sacrificio. Per tributare loro il giusto omaggio.
Abbiamo scelto le immagini, le parole, la musica.
Prendetevi qualche minuto e ricordate insieme a noi"
Andrea Lorentini (Presidente Associazione Familiari
Vittime) -
L’Anniversario viene alla luce nell’imprevedibile
scenario luttuoso di una nazione e del mondo intero
flagellati dalla pandemia del virus covid-19.
L’Associazione dei Familiari delle Vittime dell’Heysel,
non potendo organizzare celebrazioni in pubblico, ha
voluto consegnare ad un video ufficiale il proprio
messaggio affettuoso di commemorazione, rilanciando il
valore imprescindibile, a suo fondamento, della verità
nella memoria. Disgiungere questi due temi fra loro
sarebbe l’ennesimo sfregio al sacrificio dei 39
innocenti caduti a Bruxelles. Per omissioni, ignoranza o
anche cattiva fede, in tutto questo tempo che è
trascorso non poche volte l’una è stata orfana
dell’altra…
Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 29 maggio 2020
(Testo © Video)
Fotografia:
Domenico
Laudadio ©
HEYSEL La notte del calcio 1985-2015
Questo
Video-Documentario di Emanuela Audisio è stato
premiato
ad Abu Dhabi nel dicembre 2015 dall'Aips, l'associazione
internazionale della stampa sportiva piazzandosi al secondo
posto di categoria allo Sport Media Pearl Awards (Oscar
Mondiale del Giornalismo).
In collaborazione con 3D Produzioni - Con la voce
di Michela Cescon - Montaggio Claudio Poli - Interviste
di Francesco Fasiolo e Andrea Sorrentino - Consulenza Angelo
Carotenuto - Sigla e grafica Cristina Poggioli - Riprese
Giacomo Armani, Claudio Poli, Tancredi Reimitz - Produzione
Gloria Bogi - Voce maschile Alarico Salaroli - Doppiaggio
First Line Service.
Heysel, 30 anni di tragedia
Quella coppa maledetta nel docufilm
di Repubblica
di Emanuela Audisio
Juventus-Liverpool 1985, la partita
più attesa finisce con 39 morti. "La notte del calcio": da Tardelli
a Cabrini il drammatico racconto della finale.
Nessuno
ha rimosso l'Heysel. Anche se tutti cercano di dimenticarlo. Soprattutto
quelli che l’hanno vissuto, che erano lì, e che ancora lo soffrono:
tifosi, giocatori, giornalisti, telecronisti, dirigenti. Il racconto
della partita che finì prima di iniziare in un questo documentario
che torna a Bruxelles e ripercorre le ore drammatiche di quel 29
maggio 85. Non solo la vigilia arruffata, non solo il crollo del
muro nel settore Z, ma anche il dopo: il rientro delle bare, lo
scambio di cadaveri, le polemiche, il processo, ma anche le sentenze,
che danno solo un’ammenda a chi organizzò male l’evento. Niente
vie di fuga, porte strette, almeno dieci uscite di sicurezza bloccate
da lucchetti di cui nessuno trovò le chiavi, tre cancellate metalliche
trasformate in trappola mortale tanto che i vigili del fuoco dovettero
spezzare le catene con le cesoie per far passare i soccorsi. Parlano
i testimoni di quella drammatica finale di Coppa Campioni. Paolo
Rossi: "Non si sarebbe dovuto giocare. Non c’è da essere fieri di
quella Coppa. Non rifarei quel giro di campo. 39 morti meritano
rispetto". Marco Tardelli: "L’Inghilterra dopo l’Heysel ha fatto
sparire gli hooligans, da noi invece gli ultrà
ancora
comandano. Il nostro calcio urla tolleranza zero, ma permette tutto".
Antonio Cabrini: "Abbiamo giocato quella partita solo per motivi
di ordine pubblico. Ci avevano detto che c’era un solo morto. Siamo
responsabili perché non abbiamo avuto subito le dimensioni di quella
tragedia, ma siamo stati anche noi vittime. Non abbiamo perso la
vita, ma ci è stato rovinato un momento
sportivo che poteva essere
bello, il traguardo di una vita, e che invece ora è un ricordo doloroso
e senza gioia". Bruno Pizzul, telecronista Rai di quella finale.
"Per me è stata una serata di imbarazzo e di difficoltà. Alcuni
ragazzi mi chiesero di avvisare i loro genitori, ma io non potevo
farlo, per riguardo alle altre famiglie. E ancora mi rammarico di
non essere stato più severo con chi festeggiava". Parlano anche
i sopravvissuti. Matteo Lucii, allora aveva poco più di 16 anni:
"L’Heysel era uno stadio inadeguato. Mi sono ritrovato schiacciato
da due file di persone. Non so come ho trovato la forza per rialzarmi,
sopra avevo un peso di 250 chili. Dopo ho cercato un telefono, ma
nessuno mi permetteva di chiamare". E Antonio Conti, papà di Giusy,
17enne che lì perse la vita. "Le ho lasciato la mano perché non
volevo trascinarla come me, quando mi hanno travolto. Ho perso conoscenza
e quando ho ripreso i sensi lei non c’era più. Era sotto una coperta,
l’ho riconosciuta dalle scarpette". Heysel. La notte del calcio.
1985-2015.
Fonte: La Repubblica
©
26 Maggio 2015
Fotografia:
GETTY
IMAGES
© (Not for Commercial Use)
Video: Repubblica TV
©
Bruxelles, 30 anni
dopo
di Matteo Lucii
Bruxelles,
30 anni dopo. Lo stadio è vuoto, ed è molto diverso da
allora. Non fa paura. Era l'Heysel, adesso gli hanno
dato un nome regale. Sembra più piccolo, forse lo è.
Ricerco i posti di allora: l'entrata angusta, le
gradinate basse, le reti da pollaio, il muretto. È tutto
cambiato. Non fa paura. Passeggio sul prato, sulla pista
di atletica, guardo il settore Z. Non fa paura. Entro
dal cancello giallo, salgo gli scalini e ritrovo il
punto, quasi esatto, dove eravamo. Guardo il settore Y,
quello degli inglesi, vuoto e pulito. Non fa paura. Mi
siedo su un seggiolino che allora non c'era, cercando
l'amico Andrea, conosciuto solo poche ore prima. Anche
lui non c'è. Respiro forte, guardo il prato, sembra più
vicino, e forse lo è. Non fa paura. Chiudo gli occhi,
torno ragazzino con un balzo indietro nel tempo. Adesso
Andrea c'è. Ed ho paura. Sento i cori minacciosi degli
inglesi, la tensione di chi chiede di allontanarsi dalla
rete di divisione, i fischi degli altri settori ai primi
striscioni incendiati. Vedo arrivare le pietre, vedo
volare i razzi ad alzo zero, vedo persone colpite cadere
a terra senza reazione. Vedo le reti che oscillano, i
primi che scavalcano, gli altri che lanciano bottiglie.
Sento tremare la curva, come scossa da un esercito di
cavalli al galoppo, sento le urla di spavento e il
terreno che cede sotto ai miei piedi. Vedo il tabellone
della curva opposta, dalla mia nuova posizione, sdraiato
e schiacciato da corpi pesanti di gente sconosciuta.
Sento i lamenti, le richieste di aiuto, l'agonia di chi
pensa di non farcela e lo strazio di chi si è reso conto
dell'accaduto. Vedo gli inglesi che ripiegano,
lasciandosi dietro morti e feriti, incapaci di qualsiasi
umanità. Sento il respiro che si strozza, una volta, due
volte, mentre sul tabellone di fronte vedo me, da
piccolo, su una piccola bicicletta con le ruotine. Sento
forze insospettate che mi strappano dal punto di non
ritorno, e gambe tremanti che mi portano nel parco. Mi
lascio cadere in ginocchio. Sono vivo. Riapro gli occhi.
Sono vivo. Possiamo cominciare, non ho più paura... C'è
un particolare che mi ha colpito, rivedendo il video. Un
particolare che non avevo notato le prime volte, preso
dalle emozioni delle immagini. E' la didascalia sotto il
mio nome. Sopravvissuto. Eppure ero andato, ragazzino,
ad una festa, ad una giornata di sport, non in guerra. E
nemmeno avrei dovuto sentirmi reduce da incidente o da
un disastro naturale. Invece è proprio così: sono un
sopravvissuto. Ma a cosa ? Camminando in quello stadio,
guardando quello che non poteva più essere, ho
realizzato che trent’anni, purtroppo, sono passati
invano. E che ci sarà, prima o poi, un nuovo Heysel.
Diverso nelle forme, negli accadimenti, nelle dinamiche,
ma ci sarà. Perché è vero che le colpe, quel giorno, le
ebbero in molti: dagli hooligans allo stadio fatiscente
fino alla polizia inadempiente e pressapochista. Ma la
colpa principale, che ci piaccia o no, ce l'abbiamo noi.
Nessuno escluso. Ce l'abbiamo quando esponiamo
striscioni vergognosi sulle disgrazie degli avversari,
come se i morti non fossero di tutti. Ce l'abbiamo
quando cantiamo a squarciagola cori infami sui tifosi
con i colori diversi dai nostri. Ce l'abbiamo quando
quei cori non li fischiamo. Ce l'abbiamo quando
stampiamo le magliette con scritto -39, e quando non ci
rifiutiamo di stamparle. Ce l'abbiamo quando pensiamo di
essere simpatici a firmarsi #juvemerda oppure #amoliverpool.
Ce l'abbiamo quando paragoniamo i fiorentini agli ebrei,
quando vorremmo una nuova Superga. Ce l'abbiamo quando
smettiamo di incitare i nostri colori per offendere
quelli altrui. Ce l'abbiamo allo stadio, al bar, davanti
alla televisione. Ce l'abbiamo quando non riusciamo a
capire che si può essere sportivi rimanendo tifosi. Ce
l'abbiamo perché non abbiamo capito che a volte, per
caso o per fortuna, a tutto questo si può sopravvivere,
ma che a volte, per fato o per disgrazia, può non
capitarci. E in quel momento, sarà troppo tardi. Per
colpa nostra. #39respect.
Fonte: Facebook © 29 maggio 2015
Icona: Static.vecteezy.com ©
Fotografie: GETTY IMAGES © (Not
for commercial use)
"Heysel Vent'anni
dopo"
Nelle scuole della
provincia. Questa la volontà del Presidente Vincenzo
Ceccarelli alla "prima" del documentario dedicato alla
strage di Bruxelles.
AREZZO - "Questo lavoro e quest’esperienza devono andare
nelle scuole per formare i tifosi e gli sportivi di
domani". Sono state queste le parole del Presidente
della Provincia Vincenzo Ceccarelli che hanno
significativamente concluso la "prima" del dvd "Heysel
vent’anni dopo", prodotto proprio dall’Amministrazione
provinciale, svoltasi all’Auditorium dell’Arbitro Club.
Presenti, tra gli altri, il Questore Massimo Bontempi,
il neo presidente aretino della Figc Gianfranco
Petrucci, il presidente del Coni Giorgio Cerbai, il
presidente Aia, padrone di casa, Carlo Polci, e il vice
sindaco del Comune di Arezzo, grande amico della
famiglia Lorentini, l’avvocato Paolo Enrico Ammirati.
C’erano anche la famiglia Conti e la famiglia Lorentini,
le due vittime aretine della tragedia dell’Heysel che
proprio domenica 29 maggio compie venti anni. Dopo la
visione del dvd, mezz’ora tirata, intensa e commossa, il
dibattito appassionato che ne è seguito ha sottolineato
la necessità della memoria per una tragedia che ha
colpito duramente la città di Arezzo. Da sottolineare il
personale ringraziamento di Otello Lorentini al
presidente Vincenzo Ceccarelli per l’iniziativa più
importante che sia mai stata fatta in provincia in
memoria della strage dell’Heysel. Il dvd, realizzato da
Atlandide audiovisivi con ideazione, redazione e
sceneggiatura di Francesco Caremani, è stato dedicato a
Giuseppina Conti, a Roberto Lorentini, medaglia
d’argento al valore civile, e alle altre 37 vittime
dell’Heysel.
Fonte: Viaroma100.net © 29 maggio 2005
Video :
Atlantide Audiovisivi
©
Fotografia: Francesco Caremani ©
"Heysel Vent'anni
dopo" : il documentario
Il dvd realizzato da
Atlandide audiovisivi su ideazione e sceneggiatura di
Francesco Caremani sarà presentato all’auditorium
dell’arbitro club di Arezzo.
AREZZO - Un dvd dedicato alla
tragedia dell’Heysel a vent’anni di distanza da quei
drammatici eventi. Lo ha prodotto la Provincia di Arezzo
e sarà presentato ufficialmente alle ore 21,
all’Auditorium dell’Arbitro Club di Arezzo, presso lo
stadio Comunale. Il documentario ha per titolo "Heysel
vent’anni dopo" ed è stato realizzato da Atlandide
audiovisivi con ideazione, redazione e sceneggiatura di
Francesco Caremani, che ha al suo attivo anche un libro
sull’Heysel al quale il dvd liberamente si ispira.
"Abbiamo accettato la proposta di produrre questo
dvd - spiega il Presidente della Provincia Vincenzo
Ceccarelli - con l’obiettivo di ricordare e di custodire
la memoria di un evento che coinvolse molto da vicino
Arezzo. In questi vent’anni, infatti, si è parlato
pochissimo dell’Heysel per una sorta di ragion di stato,
in questo caso sportiva e non politica. Noi vogliamo
invece onorare la memoria di chi ha perso la vita in
quella tragica serata e riaffermare che allo stadio si
va per vivere e per gioire e non certo per morire". Alla
presentazione del dvd interverranno, oltre a Vincenzo
Ceccarelli, il presidente del Coni Giorgio Cerbai, Mario
Tralci, membro del Comitato regionale della Fgci, e
Carlo Polci, presidente della sezione aretina dell’Aia.
"Sono solo due le iniziative organizzate nel mondo nel
ventennale dell’Heysel: una è questa e l’altra è
l’inaugurazione di un monumento a Bruxelles nel luogo
dove avvenne la tragedia - afferma Francesco Caremani.
Nel documentario ci sono testimonianze importanti,
quella di un ex hooligan e quella dell’avvocato
dell’associazione dei familiari delle vittime Daniel
Vedovatto che parla della condanna inflitta all’Uefa a
seguito dei fatti dell’Heysel, una sentenza storica che
ha fatto giurisprudenza". Grande soddisfazione la
esprime anche il regista Mario Rebehy di Atlantide
Audiovisivi: "Il documentario è il modo migliore di
interpretare la realtà ed è una grande opportunità per
chi fa regia".
Fonte: Viaroma100.net © 26 maggio 2005
Fotografie: Atlantide Audiovisivi
©
Icona: it.vecteezy.com
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