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LIBRI e HEYSEL 2010
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Heysel Le verità di una strage... Francesco Caremani 2010
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  PRESENTAZIONI LIBRO 2010 francesco caremani

Heysel: le verità di una strage annunciata

Francesco Caremani ai "Martedì Letterari" di Ostuni

"L'Heysel è una memoria e un'eredità insieme, qualcosa che non tutti riescono a comprendere. L'Heysel è tutti gli anni, tutto l'anno, non solo negli anniversari "pari". L'Heysel sono i colleghi arrabbiati quanto te e a parte Vincenzo Murgolo non ne conosco altri. L'Heysel è una serata a Rosa Marina (Ostuni) nella quale i più grandi ti fanno i complimenti e i più giovani ti ringraziano per avergli raccontato una storia che non conoscevano, perché non erano nati. Una serata nata grazie a una persona unica come Vito Plantamura e Angeli senza frontiere OdV. Sono passati 37 anni, ne passeranno ancora, e mentre alcuni si stanno preparando al quarantennale... "noi siamo ancora qua eh già", cit. Soprattutto Andrea Lorentini e l'Associazione fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel". Francesco Caremani Fonte: Facebook (Pagina Autore) © 8 luglio 2022 Fotografie: Bradipolibri © Francesco Caremani © Radionorba.it ©

 

Lo scrittore Caremani presenta

il libro sull’Heysel alla Ubik di Cesena

di Marco Cavini

Una serata per ricordare una delle più drammatiche pagine del calcio europeo. Venerdì 24 maggio, alle 18.30, il giornalista e scrittore Francesco Caremani sarà alla libreria Ubik di Cesena in piazza del Popolo per presentare il suo libro "Heysel, le verità di una strage annunciata", addentrandosi nelle scomode verità celate da una tragedia che ha turbato il mondo del calcio e le singole coscienze. L’appuntamento permetterà di approfondire i fatti che hanno preceduto la finale di Coppa dei Campioni del 1985 tra Liverpool e Juventus quando nel settore Z morirono trentanove persone che furono schiacciate e soffocate dalla calca sotto i colpi degli hooligans inglesi instupiditi dall’alcool, con la decisiva incapacità di prevedere e di intervenire delle autorità belghe, della polizia locale e delle istituzioni calcistiche. "L’Heysel", ricorda il giornalista Roberto Beccantini nell’introduzione, "rimane una ferita immane che riga la memoria e sfigura molte coscienze che, non solo in Italia, sanno di averla fatta sporca. Ritornarci sopra significa scacciare la tentazione indecente di metterci una pietra sopra. Trentaquattro anni e trentanove morti dopo". "Heysel, le verità di una strage annunciata", edito da Bradipolibri, rappresenta un atto dovuto alla memoria e alla dignità di persone che hanno perso la vita per assistere ad una partita. In questo senso, il valore della testimonianza dell’opera è testimoniato dal fatto che si tratta dell’unico libro ufficialmente riconosciuto dall’Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel per ricordare cosa è stata la strage di Bruxelles, quale eredità ha consegnato e continua a lasciare. Nel corso della serata alla libreria Ubik sarà possibile riscoprire questa vicenda proprio attraverso l’incontro e il confronto tra Giovanna Prati e l’autore del libro, il giornalista aretino Caremani che da sempre scrive di sport e che collabora, tra gli altri, con i quotidiani Il Foglio e Tuttosport. Autore di oltre dieci libri, con un articolo dedicato all’Heysel e pubblicato su Il Foglio ha meritato il terzo posto nella categoria "Writing Best Column" degli Sport Media Pearl Award, gli oscar del giornalismo sportivo mondiale tenutosi nel 2015 ad Abu Dhabi. "Questo libro è prezioso e bellissimo" - ha scritto Walter Veltroni nella prefazione - "Lo è perché ci ammonisce a non dimenticare, e perché narra puntualmente e con notizie verificate tutto ciò che è accaduto; ma lo è anche perché è un libro d’inchiesta che ha dentro la passione del diario, della pagina biografica". Fonte: Informazione.it © 20 maggio 2019 Fotografia: Francesco Caremani © Icona: Itcleanpng.com ©

 

Quella notte all’Heysel vista da Todi

di Gilberto Santucci

L'inaugurazione dello Juventus Club intitolato a Franco Martelli con la presentazione del libro di Francesco Caremani ha permesso di raccogliere testimonianze dirette inedite.

Dopo tanto tempo si è tornati a parlare di Heysel a Todi con la presentazione del libro di Francesco Caremani, ospite dello Juventus Club intitolato alla memoria di Franco Martelli, tuderte, una delle 39 vittime di quella tragedia, un volume che ha squarciato il silenzio su una materia dura, difficile, dolorosa e che testimonia quanto sia complicato in Italia coltivare in alcuni casi la memoria, che è materia complessa e che non può ridursi ad una targa, ad una messa, ad una cerimonia commemorativa di faccia. Serve ricordare per non dimenticare, ricordare per capire e perché non accada mai più: altrimenti la memoria diventa solo un feticcio da stadio. È lo spirito che ha animato la serata di venerdì all’Hotel Villaluisa, caratterizzata non solo dagli interventi del Sindaco Ruggiano, che ha portato il saluto dell’avvocato Vedovatto che si è occupato del processo a Bruxelles, e dell’assessore allo sport Ranchicchio, ma anche di alcuni testimoni di quella notte, compagni del viaggio di andata con Franco Martelli. Dopo un’appassionata ricostruzione di Francesco Caremani, al tavolo sono stati invitati a parlare uno dopo l’altro Vittorio Spazzoni, Massimo Mosca e Giampiero Sargeni, i quali hanno raccontato il loro Heysel, aggiungendo aneddoti che, a 33 anni di distanza, hanno procurato profonda partecipazione nella platea. Particolarmente toccante quello di Sbarra, che ha accettato di parlare per la prima volta in pubblico di quanto vissuto nella notte del 29 maggio 1985. "La memoria è un lavoro quotidiano - ha detto Caremani - è soffermarsi a ripensare a Franco Martelli e agli altri non solo il 29 maggio. La memoria è andare nelle scuole, parlare con i giovani, fargli capire cos’è stato l’Heysel per il calcio contemporaneo, iniziando a ripulire l’argomento dai luoghi comuni trovati in Rete e dalle falsità prorogate/propagate nel tempo, spesso in malafede, in Italia e all’estero. E dopo questo lavoro di ripulitura raccontare le verità (non la Verità !), le tante piccole, a volta minuscole, verità di ciò che è accaduto, del perché, di come poteva essere evitato, del processo, delle responsabilità e poi di chi si è comportato bene e chi male con le vittime e i loro familiari". Una scelta difficile e non scontata quella di intitolare lo Juventus Club a Franco Martelli, in una città che ha saputo comunque dedicargli anche lo stadio di calcio di Pontenaia. Una scelta in parte sofferta anche quella di inaugurare il nuovo corso del Club con un argomento tanto delicato e controverso, ma che alla fine si è confermata preziosa per riflettere sullo sport di ieri e di oggi e per ribadire che il focus di quella tragedia sono soltanto i 39 morti e nient’altro. "Esistono verità fattuali e processuali inequivocabili e per un discorso serio sull’Heysel, per una memoria compiuta, si parte da qui", ha concluso Caremani. Fonte: Iltamtam.it © 25 novembre 2018 Fotografia: Francesco Caremani © Icona: Itcleanpng.com ©

 

Domani si parla della strage dell'Heysel:

ospite a Todi Francesco Caremani

di Antonello Menconi

Al via le attività del neonato Juventus Club Todi intitolato a "Franco Martelli", il giovane tifoso tuderte che perse la vita nel 1985 allo stadio dell’Heysel. E proprio a Martelli e al ricordo di quella tragedia sarà dedicata la giornata di presentazione ufficiale del club fissata per domani, venerdì, alle ore 21, presso la sala convegni dell’Hotel Villaluisa. Nell'occasione si rivivranno emozioni e ricordi di una serata che mai verrà dimenticata. "La nostra volontà - dice il presidente del Club Daniele Caporali - è quella di promuovere momenti di incontro e di promozione della cultura sportiva che possano andare oltre le trasferte e, i pur importanti, momenti di ritrovo per vedere insieme alle partite. L’obiettivo è di stimolare occasioni di riflessione e di aggregazione utili soprattutto ai tifosi più giovani". Nella serata di domani, venerdì, sarà ospite a Todi il giornalista e scrittore Francesco Caremani, vincitore di vari premi ed autore di una decina di libri, tra cui "Heysel, le verità di una strage annunciata", che sarà presentato e dibattuto a 33 anni da quella notte di sangue e di dolore per lo sport tutto, che rappresenta una ferita mai del tutto rimarginata. Il 16 dicembre, sempre al Villaluisa, si terrà invece la cena di Natale del club, con in programma una tombola con premi bianconeri ed un’asta finale sempre in salsa juventina. Entro la fine dell’anno, il 29 dicembre, è in programma infine la prima trasferta per assistere alla partita Juventus-Sampdoria, con trasferimento in autobus, ingresso allo stadio e visita al museo. Nel frattempo, in attesa del taglio del nastro, il Club tuderte ha preso parte ad un contest fotografico promosso dalla società torinese, iniziativa che ha fatto maturare l’idea della realizzazione di un calendario tuderte bianconero. Fonte: Perugia24.net © 22 novembre 2018 Fotografia: Juventus Official Fan Club Todi © Icona: Itcleanpng.com ©

 

La verità sull’Heysel dove morì Franco Martelli

di Gilberto Santucci

A Todi, venerdì 23 novembre, alle 21, all'Hotel Villaluisa presentazione del libro di Francesco Caremani promossa dal rinnovato Juventus Club.

Sono trascorsi più di 33 anni da quella notte del 29 maggio 1985 quando a Bruxelles, durante la finale di Coppa di Campioni, perse la vita anche il giovane tifoso tuderte Franco Martelli (a cui la città ha intitolato lo stadio di calcio di Pontenaia). I più giovani non ricordano o magari addirittura non sono a conoscenza che anche Todi fu toccata da quella tragedia che vide morire 39 persone. Non lo hanno però dimenticato gli amici e i tifosi bianconeri che a Franco Martelli hanno intitolato il fan club, di recente rinnovato con alla guida il neo presidente Daniele Caporali. All’insegna della passione, la stessa che animava Franco, ma anche della memoria e dell’impegno, lo Juventus Club inaugura il suo nuovo corso venerdì 23 novembre con un incontro di festa ma anche di rispettosa riflessione. All’Hotel Villaluisa, infatti, si terrà, alle ore 21, aperta a soci, simpatizzanti e quanti altri interessati, la presentazione del libro "Heysel: le verità di una strage annunciata" scritto dal giornalista juventino Francesco Caremani, autore di numerosi saggi sportivi ed oggi firma del Fatto Quotidiano, del Corriere Fiorentino (edizione toscana del Corriere della Sera), de "Il Calcio Illustrato" e di Radio Vaticana. Pubblicato per la prima volta nel 2003, riproposto poi in edizione aggiornata e disponibile anche in lingua inglese, è l’unica opera riconosciuta dall’associazione dei familiari delle vittime. Il libro ricostruisce quanto successo in quelle drammatiche ore ma soprattutto quello che accadde dopo, nei lunghi anni del processo che ha portato alla condanna di una dozzina di hooligan del Liverpool, per pene dai 4 ai 5 anni di reclusione, aprendo uno squarcio anche sull’accertamento delle responsabilità indirette di Uefa e polizia belga, delle quali in Italia si è scritto poco o nulla. Dura ma sempre rispettosa nei confronti di ciascuno dei morti italiani, è una lettura che non può mancare sugli scaffali di un tifoso doc, sia esso bianconero o meno. Per l’occasione il Club ha ritrovato anche la pubblicazione che, un anno dopo la tragedia, fu realizzata dagli amici e dalla famiglia Martelli per ricordare Franco. Un opuscolo dove il dolore e il rimpianto per la prematura scomparsa si accompagna ai ricordi per l’amore sconfinato per la sua squadra del cuore. Lo stesso con il quale lo Juventus Club ha organizzato la serata del 23 novembre. Fonte: Iltamtam.it © 21 novembre 2018 Fotografie: Gazzetta dello Sport © Francesco Caremani © Icona: Itcleanpng.com ©

 

Heysel, a Viterbo la tragedia del 1985

raccontata da Francesco Caremani

L’aretino Francesco Caremani, giornalista e scrittore, autore di "Heysel. La verità di una strage annunciata", sarà a Viterbo giovedì 10 novembre nella sede della Ssd Il Signorino (Strada Signorino) per raccontare una delle storie più assurde del calcio moderno, la finale di coppa dei Campioni del 1985, Juventus-Liverpool, che portò in dote trentanove morti, lacrime e sangue. Caremani, da sempre in prima linea per la ricerca della verità e dei colpevoli, proprio grazie al suo libro è riuscito ad aprire le menti di molti, all’oscuro di una storia vissuta senza internet, nell’era in cui i telefonini e la tecnologia moderna erano progetti futuribili. "L’Heysel non è successo per caso - sottolinea Francesco Caremani - nel mio libro racconto le verità di quella strage che troppo spesso in Italia si è voluto cancellare e dimenticare perché scomode. Gli hooligans sono gli assassini materiali e con le loro cariche provocano il panico e la morte nel settore Z, ma Uefa e autorità belghe sono i mandanti morali di quella strage. Nel libro sono spiegate tutte le negligenze commesse e che hanno portato alla carneficina". La serata viterbese tornerà utile per ascoltare una storia di vita vissuta e per poter colloquiare in maniera amabile con l’autore. Fonte: Olimpopress.it © 3 novembre 2016 Fotografia: Francesco Caremani © Icona: Itcleanpng.com ©

 

GORGONZOLA LA SERATA ORGANIZZATA DA EXLIBRIS

A distanza di 31 anni, cosa resta dell’Heysel ?

Il lascito della serata con lo scrittore Francesco Caremani e col presidente dell‘ associazione dei familiari delle vittime Andrea Lorentini.

Il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles morirono 39 persone che si erano recate in Belgio per vedere la finale di Coppa dei Campioni, la "partita del secolo" tra Liverpool e Juventus. Il background storico era chiaro ai più, ma la serata di venerdì 14 ottobre organizzata da Exlibris con lo scrittore Francesco Caremani, autore del libro "Heysel, le verità di una strage annunciata", e con il giornalista e presidente dell’associazione dei familiari delle vittime Andrea Lorentini, è stata un’ottima occasione per approfondire quello che è veramente successo quella sera e quelli che sono stati gli sviluppi successivi. Caremani ha presentato il suo libro grazie a delle slide dove si ripercorrevano i punti principali della vicenda. La scelta dello stadio, mai così miope da parte della Uefa, la volontà di creare un nuovo settore, il famigerato settore Z, separandolo dalla curva degli hooligans inglesi solo con una rete di metallo. Poi l’assalto, secondo la tecnica del "take an end" (prendi la curva), conosciuta dagli inglesi ma non dalle famiglie che popolavano il settore Z. Quindi il drammatico tentativo di fuga e il muretto che cade, creando una calca mortale che toglierà la vita a 39 persone, di cui 32 italiane. "Questi sono i fatti ha chiarito Caremani dopo aver raccontato lo svolgimento della vicenda si dicono tante cose e spesso mi trovo a parlare con tifosi che sbandierano verità false e ideologiche". C’è stato anche un post Heysel, ovviamente molto duro per tutte le famiglie coinvolte. Il protagonista della vicenda è stato Otello Lorentini che il 29 maggio 1985 si recò allo stadio con il figlio Roberto e i nipoti. Nella tragedia perse la vita Roberto, medico aretino che stava provando a salvare la vita ad un ragazzo nel settore Z. La volontà di Otello non è mai stata quella di cercare la vendetta contro qualcuno, ma bensì quella di ottenere giustizia per il figlio e per le altre vittime. Ci riuscì, visto che il processo andato in scena in terra belga vide la storica condanna della Uefa, l’organizzatrice dell’evento. Cosa fa l'associazione ? Il lavoro dell’associazione non è stato mai facile, Caremani durante la serata ha ricordato come il processo fosse snobbato dai media italiani e Otello dovesse telefonare alle redazioni dei quotidiani nazionali per comunicare l’andamento del processo. Incredibilmente nessuno seguiva il procedimento contro la Uefa con l’attenzione dovuta. Incredibile sì, ma fino a un certo punto se si pensa che la stessa Juventus ha sempre avuto difficoltà a trattare il tema. "Per noi dell’associazione la Juve ha perso l’ultima opportunità lo scorso anno in occasione del trentennale - ha spiegato Andrea Lorentini, figlio di Roberto e nipote di Otello che ha preso le redini dell’associazione dopo la morte del nonno -, ora collaboriamo con il Coni e con la Federazione, ma con la società bianconera no". Il percorso non è stato facile. Nel 2000, durante gli Europei, la delegazione italiana portò una targa di ricordo delle vittime allo stadio, nel frattempo diventato "Re Baldovino". Nel 2005 invece dall’urna dei sorteggi di Champions League uscì il quarto di finale tra Liverpool e Juventus. Ad Anfield andò in scena una pietosa commemorazione posticcia. "Il miglioramento è avvenuto nel 2015. A novembre c’è stata l’amichevole tra Belgio e Italia a Bruxelles e noi dell’associazione eravamo in tribuna - ha spiegato Lorentini - ora siamo pronti a collaborare".

IL mancato dialogo con la Juventus - Già, ma allora perché con la Juve non si riesce proprio ? Il comportamento della società torinese da quel 29 maggio in poi è sempre stato oggetto di polemiche. I giocatori sapevano ? Perché giocarono nonostante i 39 cadaveri sdraiati nel parcheggio dello stadio? Perché festeggiarono il gol su rigore di Platini ? Perché esposero trionfalmente la coppa appena arrivati a Caselle ? "E’ stato detto tanto - ha raccontato Caremani - la verità è che i giocatori sapevano quello che era successo prima di entrare in campo. Poi successe che il presidente Giampiero Boniperti impose loro di dire che erano all’oscuro di tutto, perché temeva che la vittoria della squadra potesse perdere valore sportivo". Su questo punto Boniperti e Lorentini hanno litigato per anni. Fu giusto giocare ? "Si giocò per una questione di ordine pubblico, ciò che fu insopportabile fu l’esultanza di Platini e la coppa mostrata all’arrivo a Torino". Non ci si è mai riavvicinati: "Ho parlato per due ore con Andrea Agnelli un giorno - spiega Andrea Lorentini - e speravamo che con lui si potesse fare qualcosa. Poi l’anno scorso ci hanno proposto un monologo teatrale sulla vicenda, con un testo riveduto dalla società dove Platini piange sotto il settore Z dopo aver segnato il rigore decisivo. Per noi è finita lì". Il pubblico, molto interessato, tant’è che al termine della serata Caremani e Lorentini si sono dovuti fermare per quasi un’ora a rispondere alle molte curiosità, ha partecipato al dibattito sollevando alcune questioni interessanti. Particolarmente importante è stata anche la testimonianza di un tifoso che nel 1985 si trovava a Bruxelles ma, per sua fortuna, non nel settore Z ma nella curva del tifo organizzato juventino. Se ora le finali organizzate dalla Uefa sono eventi da sogno lo si deve anche alla battaglia, fatta con grandissima dignità, di Otello Lorentini. Non voleva vendetta, voleva solo giustizia per il figlio che aveva visto morire per una partita di calcio, e ha dato il suo contributo per un calcio migliore. D.F. Fonte: Radar N.38 (Settimanale di Gorgonzola) © 18 ottobre 2016 Fotografie: Exlibris © Icona: Itcleanpng.com ©

 

7 maggio Heysel a Cortona

Aula Magna "Domenico Petracca" - Istituto Angelo Vegni Capezzine. Francesco Caremani presenta HEYSEL LE VERITA' DI UNA STRAGE ANNUNCIATA in occasione dell'evento: LA TRAGEDIA DELL¹HEYSEL LA TESTIMONIANZA DI UN RICORDO PER EDUCARE AL FAIR PLAY. Una iniziativa per ricordare una delle tragedie più gravi del mondo dello sport, quella dello stadio Heysel di Bruxelles, prima della finale di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus nel 1985 in cui morirono 39 tifosi tra cui 32 italiani. Il Comune di Cortona assieme all¹Istituto Angelo Vegni di Capezzine e all'Associazione Panathlon International e all'Associazione Familiari Vittime dell'Heysel organizza per sabato 7 maggio proprio presso la scuola di Capezzine (Aula Magna) alle ore 10 un incontro testimonianza che sfocerà nella Firma del Protocollo di Partecipazione "Sport in rete nella comunità" e nella Consegna agli alunni del Vegni della "Carta dei diritti delle ragazze e dei ragazzi e dei doveri dei genitori nello sport". Questo il programma : Maria Beatrice Capecchi (DIRIGENTE SCOLASTICO I.S.I.S. "ANGELO VEGNI") - Giorgio Cerbai (DELEGATO PROVINCIALE C.O.N.I.) - Andrea Bernardini (ASSESSORE ALLO SPORT E POLITICHE SOCIALI - COMUNE DI CORTONA) Lo Sport in rete nella comunità - Francesco Caremani (GIORNALISTA E SCRITTORE) Heysel - Le verità di una strage annunciata - Andrea Lorentini (PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE FRA I FAMILIARI DELLE VITTIME DELL'HEYSEL) Heysel: il valore della memoria per educare i giovani ai veri valori dello sport - Piero Ferruzzi (PRESIDENTE ASS. PANATHLON CLUB AREZZO) Diritti e doveri di ragazzi e genitori: un impegno comune in favore dell'etica sportiva - Gioiello Gori Testimonianza. MODERA L'INCONTRO Andrea Fioravanti docente dell'Istituto Angelo Vegni Capezzine.

"Ciao Francesco buongiorno. Innanzitutto inizio col dirti che è stato un piacere grande conoscerti di persona. Poi ti faccio i miei complimenti per come hai saputo raccontare e coinvolgerci tutti quanti nel tuo racconto della Strage dell'Heysel. Sono stato attentissimo quando hai parlato e sei riuscito a farmi emozionare e commuovere. Sono sempre stato un grande tifoso juventino, ma ieri ascoltandoti ho scoperto e capito di saperne ben poco relativamente a quella tragica notte. Ognuno di noi invece deve prenderne maggiore coscienza, non dimenticare e rispettare sempre quelle vittime e le loro famiglie. Ed è grazie a persone come te se la gente riuscirà a fare questo". Stefano Fonte: Bradipolibri.it © 7 maggio 2016 Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for commercial use) Icona: Itcleanpng.com ©



Francesco Caremani Libro Tour

 

Presentazione di un libro-inchiesta

"Heysel Le verità di una strage annunciata"

di Ivan Cuconato

Il 26 maggio scorso si è tenuta, presso la Sala Giunta di Piazza Europa, un'interessante serata cultural-sportiva organizzata dalla Bradipolibri in collaborazione con l’Assessorato allo Sport del Comune di Caselle Torinese. L'editore torinese Luca Turolla ha portato nella nostra cittadina lo scrittore aretino, e giornalista sportivo, Francesco Caremani, autore del libro-inchiesta "Heysel Le verità di una strage annunciata", nell'occasione del trentennale di quella maledetta serata, 29 maggio 1985, che da festa dello sport e potenziale gioia per il popolo bianconero si trasformò in un girone dantesco. L'impegno e la passione dell'autore avrebbero meritato un pubblico numericamente più degno, mentre i presenti erano solo una decina: peccato. I casellesi hanno perso un'occasione. Ad aprire l'appuntamento l'assessore allo Sport Angela Grimaldi "Quella serata mi colpì molto e mi è rimasta impressa nella mente. Ero una ragazzina e la mia famiglia si era riunita per assistere ad un evento sportivo gioioso che si è invece trasformata in un'assurda tragedia". Dopodiché, la parola è passata all'autore Francesco Caremani: "lo quella sera dovevo essere a Bruxelles per assistere alla partita. Ero un ragazzo, tifoso della Juventus, e sarei dovuto partire in compagnia di amici di famiglia: dovetti rinunciare alla finale perché persi una scommessa scolastica con mio padre. Invece Giuseppina Conti, una mia concittadina ed una ragazza anche lei, all'Heysel ci andò proprio per premio e morirà avvolta nella bandiera juventina come sudario. Questo libro quindi, oltre ad essere un lavoro ovviamente professionale, per me è anche un lavoro personale. Due furono le vittime aretine di quella serata di lucida follia: l’altro ragazzo ucciso era Roberto Lorentini medaglia d'argento al valor civile ed un amico di famiglia. Quella sera all'Heysel non ci fu sport: ben 39 persone persero la vita. Sono passati trent'anni e si rischia di perdere la memoria di ciò che successe in quella bolgia. Di quelle vittime, 32 erano italiane: perché non si parla mai con i loro familiari, prima che sia troppo tardi ? Forse la stiamo già perdendo la memoria. Il calcio inglese è cambiato, perché quello italiano no ? In realtà le cose nel Regno Unito sono cambiate non proprio dopo I'Heysel ma dopo le 96 vittime di Hillsborough e che vide coinvolto ancora il Liverpool ed i suoi tifosi. Le similitudini con la tragedia di Bruxelles sono imbarazzanti. Ora Liverpool ha il suo Memory Day, mentre a Torino perché non si può commemorare l'Heysel o la tragedia di Superga con il rispetto dovuto ?". Il giornalista passa quindi ad analizzare le cause di quella tragedia: "I colpevoli di quella strage sono molteplici. Partiamo con l’Uefa che ha scelto uno stadio sbagliato, fatiscente, un cantiere aperto. La disorganizzazione regnò sovrana: nel famigerato Settore Z non ci dovevano essere tifosi italiani invece i bagarini vendettero i biglietti a famiglie italiane che si ritrovarono a stretto contatto con gli hooligans inglesi ubriachi: a dividere i settori cinque o sei poliziotti. I tifosi del Liverpool trovarono nel cantiere dello stadio spranghe, bastoni, pietre, mattoni. Fu un massacro. Molti morirono per soffocamento o schiacciamento causato dal panico generato dall'attacco. La polizia belga numericamente insufficiente ed impreparata, i soccorsi lentissimi, autopsie farsa. Al processo di 1° grado tutti assolti, poi le condanne a, solo, 14 hooligans: una farsa. Otello Lorentini, papà di Roberto, fondatore dell'associazione dei familiari delle vittime, decide con i legali di citare l’Uefa per responsabilità nell'accaduto: una scommessa, rischiosissima, ma vinta. Allora l’Uefa non era responsabile della sicurezza degli eventi che organizzava: se i tifosi bianconeri potranno andare a Berlino per assistere alla finale con il Barcellona con i biglietti nominativi, lo devono alla tenacia di Otello". Caremani chiude la serata con una critica alla Juventus: "Nel trentennale della tragedia, i parenti, la gente, i tifosi, si aspettavano qualcosa di più dalla società". Fonte: Cose Nostre (Mensile) © 1 Luglio 2015 Fotografie: Francesco Caremani © Bradipolibri © Icona: Itcleanpng.com ©

 

Quei 39 morti dell’Heysel hanno ancora molto da dirci

di Alfio Quarello

Bollengo, sulla tragedia della finale di Coppa campioni il libro bibbia di Caremani. Dalle responsabilità della dirigenza juventina alle zone d’ombra del settore Z.

BOLLENGO - Nel trentennale della tragedia dell’Heysel, dove morirono 39 persone poco prima dell’inizio della finale di Coppa campioni tra il Liverpool e la Juventus, alcune istituzioni del Canavese, tra cui il Comune di Bollengo, hanno ospitato in questi giorni Francesco Caremani, scrittore e giornalista aretino, autore del libro Heysel: una strage annunciata, edito da Bradipolibri. Libro definito dall’associazione delle famiglie delle vittime la bibbia dell’Heysel, per la minuziosa ricostruzione di quanto accaduto in quella notte. La vita di Caremani è legata a doppio filo a quel 29 maggio 1985 che non lo vide spettatore solo per un caso fortuito. "Dovevo andare anch’io a Bruxelles insieme a un amico, ma presi un brutto voto in latino e per punizione i miei genitori mi fecero rimanere a casa". Dall’opera di Caremani, un libro che non fa sconti a nessuno e che l’autore consiglia di "non leggere prima di andare a dormire", la dirigenza juventina dell’epoca non ne esce molto bene. "La cosa che imputo maggiormente alla società è di aver ostentato troppo quella Coppa e di non essere stata presente a fianco dei familiari delle vittime durante gli anni del processo". Processo dove venne fatta una giustizia sommaria. Gli hooligans la fecero franca così come il Belgio che non poteva condannare le proprie istituzioni (pagò solo il capo della polizia) mentre fu condannata la Uefa. In verità, una zona d’ombra nel libro è rimasta e riguarda i biglietti del settore Z, quello incriminato. Vista la divisione dello stadio che, parole di Caremani "oggi non sarebbe omologato neanche per partite di Terza categoria", quel settore era destinato a un pubblico neutrale. E allora perché quei biglietti sono finiti ai sostenitori della Juventus ? Bagarinaggio ? Molto probabile. Ma quella partita si doveva proprio giocare dopo quello che era successo ? "A posteriori - dice ancora Caremani - va affermato che far giocare la partita fu necessario per ragioni di sicurezza, e che una volta in campo, le due squadre giocarono per davvero, con il Liverpool che, se avesse vinto, avrebbe tranquillamente festeggiato. D’altra parte è ormai assodato, dalle parole di Tacconi e Rossi, che i giocatori della Juventus fossero al corrente della tragedia prima di scendere in campo". Oggi, vista la violenza negli stadi, si può presumere che l’Heysel non abbia insegnato niente. "A ben guardare è così ma io continuo ad avere un minimo di speranza che quei 39 morti possano ancora insegnarci molto". Fonte: Lasentinella.gelocal.it © 8 giugno 2015 Fotografie: Francesco Caremani © Icona: Itcleanpng.com ©

 

30 ANNI FA LA TRAGEDIA DELL' HEYSEL

A Rivarolo e Caselle in tanti ricordano il 29 maggio

Caremani: "Teniamo viva la memoria di quei 39 angeli di Bruxelles"

di Bruno Bili

Rivarolo e Caselle hanno ospitato lunedì e martedì scorso i ricordi della tragedia dell’Heysel, la sera del 29 maggio 1985 in cui 39 tifosi (32 italiani, di cui tre interisti, 4 belgi, due francesi e un nord irlandese) persero la vita prima dell’incontro di finale di Coppa dei Campioni di calcio tra la Juventus e il Liverpool.

Lunedì sera presso il municipio di Rivarolo si sono ritrovate una trentina di persone interessate all'argomento, e dopo una breve introduzione da parte del sindaco Alberto Rostagno, Francesco Caremani, autore del libro "Heysel. Le verità di una strage annunciata", ha tenuto la sua relazione. Al termine c'è stata subito una pronta verifica di quanto esposto in maniera semplice e chiara: Alberto Cappella di Castellamonte, che all’epoca era un ragazzo di 17 anni, anche lui era quella sera nel maledetto Settore Z salvato dalla prontezza di riflessi del padre, che dopo la prima carica degli hooligans inglesi prendeva per braccio il figlio e lo trascinava verso l’unica porta che dava verso l'esterno, quel budello di 80 cm dal quale tutti erano entrati a fatica dopo molti controlli, e attraverso cui in pochi erano riusciti a guadagnare la fuga poi, nella calca e nella ressa dopo le ondate delle cariche. Una sorta di "reduce" Alberto, che ha confermato quanto quella sera molto sia stato mosso dal caso, ma che molto si sarebbe dovuto fare in fase di prevenzione. Da parte dell’Uefa ad esempio, che fino ad allora non era responsabile di ciò che succedeva negli eventi da essa organizzati e che solo dopo la sentenza emessa nei suoi confronti ha iniziato a pensare diversamente sulle grandi manifestazioni allestite. Da parte della polizia locale, presente con poche centinaia di unità allo stadio, la maggior parte all’esterno, mentre tra gli inglesi e le famiglie ospitate dal "Settore Z" ce n'erano solo 5, per presidiare una rete da pollaio subito divelta. Martedì mattina, un gruppo di studenti dell'Istituto tecnico di Rivarolo ha partecipato all'incontro con Francesco Caremani presso il salone comunale di via Montenero, incontro voluto dall'amministrazione con in testa la giovanissima assessore allo Sport, Costanza Conta Canova, che ha già lanciato l’appuntamento con la nuova iniziativa a cui il Comune ha aderito sempre sullo stesso argomento, i "Settanta angeli in un unico cielo" dal 5 al 7 giugno dove sono unite Heysel e Superga, tragedie sorelle, presso la Villa Vallero in corso Indipendenza 68 a Rivarolo (inaugurazione alle 20,45 di venerdì 5), per iniziativa della Saladellamemoriaheysel.it di Domenico Laudadio e del Museo dei Grande Torino e della Leggenda Granata di Domenico Beccaria. Alla serata di Caselle, incontro voluto fortemente martedì sera anche in questo caso da un assessore allo sport donna, Angela Grimaldi, altri interessanti spunti di riflessione da pubblico e giornalisti presenti in sala, che hanno sottolineato quanto poco bastasse per evitare una strage annunciata, ma che poi specialmente per noi in Italia, non è servita a cambiare molto i nostri atteggiamenti, visto il derby di Roma di lunedì. Fonte: Il Risveglio © 29 maggio 2015 (Testo © Fotografia) Icona: Itcleanpng.com ©

 

30 ANNI FA LA TRAGEDIA DELL'HEYSEL30 ANNI FA LA TRAGEDIA DELL'HEYSEL

Lunedì 25 e martedì 26 incontri col giornalista Francesco Caremani

A Rivarolo e Caselle si ricorda uno dei

momenti più tragici del calcio, il 29 maggio

di Bruno Bili

Trent’anni sono passati da quel mercoledì 29 maggio 1985, serata nella quale lo stadio Heysel di Bruxelles ospitava la finale di Coppa del Campioni di calcio Va Liverpool e Juventus. Una serata finita malissimo, non solo per le 39 vittime di un'assurda guerriglia innescata dai tifosi ubriachi inglesi che inscenavano una carica su inermi spettatori italiani, distruggendo la fragile barriera che li divideva, una rete metallica da recinzione. L’improvvisa ritirata della folla verso il muro di cinta degli spalti causava il crollo, fatale ad un altro gruppo di spettatori, cosi tutto il settore Z dello stadio, adibito inizialmente al neutro pubblico belga di casa, ma riempito all'ultimo momento con i biglietti invenduti ritornati da più parti e riciclati senza molte attenzioni (con aumenti da 9.600 lire fino anche a 70-80mila) nonostante la vicinanza con il settore degli hooligans anche ai tifosi italiani, diventava in un attimo una sorta di campo di battaglia. Le autorità locali non avevano predisposto alcun piano di prevenzione per quel settore, i bianconeri organizzati erano dall'altra parte dello stadio, erano completamente impreparati e non capirono per tempo cosa stava succedendo (la centrale operativa era in città, non allo stadio), respingendo persino con le botte chi cercava scampo scendendo in campo per farsi medicare. Man mano però che le cose prendevano la loro vera fisionomia, si capiva che la priorità assoluta era far giocare la partita per evitare altri incidenti e non fare esaltare ulteriormente gli animi. Così fu, e in un clima surreale per una partita di calcio di quelle dimensioni, una finale europea, Scirea lesse un comunicato al microfono dello stadio per invitare alla calma e al tifo tranquillo i suoi. Si giocò e la Juve vinse, con un rigore fischiato nonostante il fallo su Boniek lanciato a rete fosse avvenuto ben fuori dell'area. Rete di Platini e alla fine ci fu anche il giro del campo dei giocatori con la coppa sollevata al cielo, e mostrata con enfasi anche il giorno dopo scendendo dall'aereo a Caselle. Tutto questo fece indignare molti, la coppa insanguinata secondo una fetta dell'opinione pubblica doveva essere riconsegnata all' Uefa, altra parte colpevole della pessima gestione dell'evento. I famigliari delle vittime si costituirono in associazione e faticosamente con lunghe battaglie ottennero il riconoscimento dei fatti e i risarcimenti, superando le ostilità dei belgi che volevano scaricare le colpe sui nostri e degli inglesi che avevano mandato il meglio del Foro londinese a cercare di far ricadere la colpa degli attacchi hooligans sugli inermi italiani. Poco sensibile la dirigenza juventina di allora, Boniperti in testa, che chiese anche che tre anni di interdizione al Liverpool dalle coppe, oltre i 5 anni di stop per le squadre inglesi inflitti dall'Uefa, erano troppo. Su tutto questo e soprattutto sulle 39 vittime di quella sera, 7 i non italiani, non deve mai calare il silenzio. Rivarolo e Caselle sono inserite in un ampio programma che vede il giornalista aretino Francesco Caremani, autore del libro "Le verità sull'Heysel", ricordare i trent'anni di una "strage annunciata". A Rivarolo, lunedì 25 alle 20,45 in sala Consiliare nel municipio in via Ivrea 60 incontro col pubblico, martedì 26 alle 10 incontro con gli studenti del liceo dell'Istituto Santissima Annunziata presso il salone comunale di via Montenero 12. A Caselle incontro con il pubblico presso la sala della Giunta di Palazzo Civico in piazza Europa martedì 26 alle 20,45. Fonte: Il Risveglio © 21 maggio 2015 (Testo © Fotografia) Icona: Itcleanpng.com ©

 

Francesco Caremani presenta:

"Heysel, le verità di una strage annunciata"

di Massimo Righi

Il giornalista Francesco Caremani, sarà a Bologna giovedì e venerdì 26-27 marzo, per presentare il suo libro "Heysel, le verità di una strage annunciata", sui fatti accaduti a Bruxelles il 29 maggio 1985.

La strage dell’Heysel di cui proprio quest’anno ricorre il trentennale, rappresenta una delle pagine più nere della storia del calcio e dello sport. Per non dimenticare ma anzi rilanciare e tenere viva la memoria dei fatti, battendosi e raccontando la verità, si è ricostituita l’Associazione Familiari delle vittime dell’Heysel, grazie all’impegno dei parenti delle vittime, fra cui il presidente Andrea Lorentini che ha perso il papà in quel 29 maggio 1985, prima della finale di Coppa dei Campioni fra Liverpool e Juventus. Ma Andrea e i membri dell’Associazione non sono soli nel cercare di far giustizia riguardo a quella tragedia in cui persero la vita 39 persone, ma ci sono tanti altri che ricercano la verità sugli eventi accaduti all’Heysel, fra i quali Francesco Caremani giornalista professionista free lance, che collabora con importanti testate italiane e straniere. Scrittore e tifoso juventino, Caremani è già noto al pubblico per il suo impegno riguardo la ricerca della verità sulla triste vicenda dell’Heysel che ancora oggi richiede chiarezza. Domani, giovedì 26 marzo 2015, Francesco Caremani sarà presente alla Polisportiva Antal Pallavicini, insieme con Roberto Beccantini e Matteo Marani, per presentare il suo libro: "Heysel, le verità di una strage annunciata", a partire dalle 20.45. Il giorno dopo, venerdì 27 marzo, Caremani sarà invece al Liceo Augusto Righi a partire dalle ore 11 per parlare della sua pubblicazione, assieme al presidente dello Juventus Club Bologna "Gaetano Scirea", Franco Febbo. Sono due appuntamenti interessanti per chi ama il calcio a prescindere dalla fede e per chi ha vissuto quel giorno da semplice spettatore davanti alla tv o da tifoso: un ulteriore modo per tenere viva la memoria del 29 maggio 1985, grazie all’impegno di Francesco e di tutti coloro che non hanno mai smesso di cercare e documentare quanto successo all’Heysel ormai 30 anni fa. "Heysel, le verità di una strage annunciata" - Il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool, nel settore Z, muoiono 39 tifosi bianconeri, schiacciati e soffocati dalla calca, sotto la furia degli hooligans inglesi, con la connivenza delle autorità e della polizia belghe, incapaci di prevedere e d’intervenire. Una tragedia annunciata che si abbatte con drammaticità sul calcio come sport e sulle coscienze di tutti noi come uomini prima che come sportivi. Una ferita aperta e mai rimarginata, perché non si può e non si deve morire di calcio. Tutti hanno raccontato quello che è successo prima di Juventus-Liverpool, molti hanno raccontato il durante e il dopo, anche il proprio, ma nessuno s’è mai veramente addentrato nelle scomode verità. Gli effetti personali rubati, l’arroganza delle autorità, la lunga, faticosa e snobbata battaglia legale portata avanti dall’Associazione delle vittime, che fu presieduta da Otello Lorentini prima del nipote Andrea, che in Belgio hanno perso il padre-figlio Roberto. Questo libro è un atto dovuto alla memoria e alla dignità di 39 persone che hanno perso la vita per assistere a una partita. Fonte: Ilpallonegonfiato.com © 25 marzo 2015 Fotografie: Bradipolibri © Francesco Caremani © Icona: Itcleanpng.com ©

 

Tanta emozione ricordando l’Heysel

di Benedetta Montagnoli

Pubblico numeroso ad ascoltare lo scrittore Caremani, Pizzul e Vignola.

MANTOVA - Le verità di una strage annunciata. L’autore del libro, Francesco Caremani, ci tiene al plurale "perché ci sono tante piccole verità che riguardano la gestione del prima e del dopo la partita". Sala degli Stemmi gremita ieri sera e momenti da brividi durante il ricordo narrato e la visione dei filmati della strage dell’Heysel del 29 maggio 1985 a Bruxelles. Una tragedia che si tende a dimenticare e che si riannoda col presente relativamente agli stadi non all’altezza della situazione e della cultura sportiva poco presente nel nostro paese. L’autore aretino non era all’Heysel, ma vi morì un amico di famiglia e la vicenda l’ha segnato profondamente. Il popolare telecronista Bruno Pizzul e l’ex calciatore Beniamino Vignola parlano di una preparazione alla partita inadeguata e di un’atmosfera che già al pomeriggio lasciava presagire qualcosa di brutto. Alla serata presenti personalità del calcio dilettantistico mantovano, come i delegati Figc Rasori e Bertazzoni. L’assessore Tonghini ha portato il suo saluto. Fonte: Gazzettadimantova.it © 5 febbraio 2013 (Testo © Fotografie) Icona: Itcleanpng.com ©

 

Francesco Caremani ricorda a Bruxelles la tragedia dell'Heysel

"HEYSEL, le verità di una strage annunciata", il libro scritto da Francesco Caremani (Bradipolibri editore), con la voce narrante di Otello Lorentini, la prefazione di Walter Veltroni e l’introduzione di Roberto Beccantini, è stato presentato a Bruxelles, martedì 9 ottobre, presso l’Espace Banca Monte Paschi Belgio, in Avenue d’Auderghem. Davanti a un centinaio di spettatori, alle autorità belghe e italiane, insieme con l’autore erano presenti l’On. Gianni Pittella, membro della Commissione cultura e istruzione presso il Parlamento europeo, Carolina Morace, opinionista e grande ex del calcio femminile italiano, e l’avvocato italo-belga Daniel Vedovatto, già legale dell’Associazione dei familiari delle vittime di Bruxelles; ha moderato l’incontro Enrico Tibuzzi, responsabile ANSA ufficio di Bruxelles. Ospite d’onore Antonio Tajani, vice presidente della Commissione europea. Il 29 maggio sono passati 27 anni dalla strage dell’Heysel, dove morirono 39 persone, di cui 32 italiani, prima di assistere alla finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool. Il libro, presentato per la prima volta in Belgio, è stato quindi l’occasione per ricordare ciò che è accaduto e anche per parlare di sicurezza nello sport e relativa legislazione, in Italia e in Europa. Dimostrazione anche di quanta strada è stata fatta dalla pubblicazione di "HEYSEL, le verità di una strage annunciata", attraverso un percorso di memoria, troppo spesso bistrattata, e dignità dei familiari delle vittime, che grazie a Otello Lorentini e all’avvocato Daniel Vedovatto hanno ottenuto giustizia facendo condannare l’Uefa, in un processo lungo, estenuante e anch’esso dimenticato troppo presto e troppo in fretta. Una condanna che ha fatto giurisprudenza, poiché da quel momento il massimo organismo di calcio europeo è diventato responsabile delle manifestazioni che organizza. Fonte: Sporteconomy.it © 12 ottobre 2012 Fotografia: Francesco Caremani © Icona: Itcleanpng.com ©

 

Assurdo Heysel: 39 morti per una partita di pallone

di Massimiliano Morelli

Ci sono storie che un giornalista mai e poi mai vorrebbe raccontare. Ma ci sono storie, le stesse, che devono essere raccontate. Siamo schietti, spieghiamo subito che in questo caso, diventa ancor più difficile l’impresa per il cronista in questione, perché l’autore del libro Heysel, le verità di una strage annunciata (Bradipolibri, 15,00 euro, pp. 248), è un giornalista sportivo. Dunque tutto avrebbe immaginato, tranne che un giorno si sarebbe trovato a descrivere una finale di coppa dei campioni che si trasformò in massacro. Francesco Caremani, aretino, classe 1969, s’è servito della voce narrante di Otello Lorentini, della prefazione di Walter Veltroni e dell’introduzione di Roberto Beccantini per descrivere uno dei giorni più tristi del football, la partita Juventus - Liverpool datata 29 maggio 1985. Ecco, sono trascorsi 27 anni dalla strage dello stadio belga dove morirono 39 persone. Trentadue erano tifosi italiani. Il libro in questione sarà presentato a Bruxelles, martedì 9 ottobre. Davanti agli invitati, alle autorità belghe e italiane, insieme con l’autore saranno presenti Antonio Tajani, vice presidente della Commissione europea; Gianni Pittella, membro della Commissione cultura e istruzione presso il Parlamento europeo e Carolina Morace, opinionista e grande ex del calcio femminile italiano; e con loro l’avvocato italo-belga Daniel Vedovatto, già legale dell’Associazione dei familiari delle vittime di Bruxelles. Il libro, presentato per la prima volta in Belgio, si trasforma in una occasione utile per ricordare ciò che è accaduto; e permetterà anche di parlare nel merito della sicurezza nello sport e delle relative legislazioni, in Italia e in Europa. Una vera e propria dimostrazione anche di quanta strada è stata fatta grazie alla pubblicazione del libro, realizzato attraverso un percorso di memoria, troppo spesso bistrattata, e di dignità dei familiari delle vittime, che grazie a Lorentini e Vedovatto hanno ottenuto giustizia facendo condannare l’Uefa, in un processo lungo, estenuante e anch’esso dimenticato troppo presto e in fretta. Una condanna che ha fatto giurisprudenza, poiché da quel momento il massimo organismo di calcio europeo è diventato responsabile delle manifestazioni che organizza. Fonte: Ilpuntonto.com © 9 Ottobre 2012 Fotografia: Radar © 18 ottobre 2016 © Icona: Itcleanpng.com ©

 

Libri - Sarà presentato a Bruxelles

"HEYSEL, le verità di una strage annunciata"

"HEYSEL, le verità di una strage annunciata", il libro scritto da Francesco Caremani (Bradipolibri editore), con la voce narrante di Otello Lorentini, la prefazione di Walter Veltroni e l’introduzione di Roberto Beccantini, sarà presentato a Bruxelles, martedì 9 ottobre. Davanti agli invitati, alle autorità belghe e italiane, insieme con l’autore saranno presenti l’On. Gianni Pittella, membro della Commissione cultura e istruzione presso il Parlamento europeo, Carolina Morace, opinionista e grande ex del calcio femminile italiano, e l’avvocato italo belga Daniel Vedovatto, già legale dell’Associazione dei familiari delle vittime di Bruxelles; modera l’incontro Enrico Tibuzzi, responsabile ANSA ufficio di Bruxelles. Ospite d’onore sarà Antonio Tajani, vice presidente della Commissione europea. Il 29 maggio sono passati 27 anni dalla strage dell’Heysel, dove morirono 39 persone, di cui 32 italiani, prima di assistere alla finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool. Il libro, presentato per la prima volta in Belgio, è quindi l’occasione per ricordare ciò che è accaduto e anche per parlare di sicurezza nello sport e relativa legislazione, in Italia e in Europa. Dimostrazione anche di quanta strada è stata fatta dalla pubblicazione di "HEYSEL, le verità di una strage annunciata", attraverso un percorso di memoria, troppo spesso bistrattata, e dignità dei familiari delle vittime, che grazie a Otello Lorentini e all’avvocato Daniel Vedovatto hanno ottenuto giustizia facendo condannare l’Uefa, in un processo lungo, estenuante e anch’esso dimenticato troppo presto e troppo in fretta. Una condanna che ha fatto giurisprudenza, poiché da quel momento il massimo organismo di calcio europeo è diventato responsabile delle manifestazioni che organizza. L’appuntamento è per martedì 9 ottobre 2012, ore 18.30, all’Espace Banca Monte Paschi Belgio, Avenue d’Auderghem 22/28, B-1040 Bruxelles; seguirà un ricevimento ... (NdR: omissis Mail Banca) Fonte: Sporteconomy.it © 21 settembre 2012 Fotografia: Francesco Caremani © Icona: Itcleanpng.com ©

 

Caremani: "Heysel tragedia immensa da non dimenticare mai"

Ospite in radio di "Tutti pazzi per la Juve" è questa volta Francesco Caremani, autore del libro edito da Bradipolibri "HEYSEL, le verità di una strage annunciata". Caro Francesco, benvenuto su RADIO POWER STATION. Tu sei l'autore del libro "Heysel, la verità di una strage annunciata". "Sì, in verità può sembrare un titolo presuntuoso, ma sono tante piccole verità messe insieme che raccontano quella immane tragedia" Francesco, facci un sunto del libro. "Sinteticamente: come ho scritto, l'incapacità delle autorità del Belgio e dell'UEFA di organizzare una finale di Coppa dei Campioni, non ci dimentichiamo che in quel momento Juventus e Liverpool erano le squadre più forti del mondo. Poche finali infatti sono paragonabili a quella, era stata definita infatti la finale del secolo. Tutto questo però era stato organizzato in uno stadio assolutamente inadeguato, oltretutto in ristrutturazione, infatti gli inglesi hanno potuto trovare diversi calcinacci di ogni tipo. Oltretutto loro non erano nemmeno stati perquisiti all'ingresso dello stadio, cosa che invece è avvenuta per i tifosi italiani. Quel settore poi doveva essere neutro, ma in qualche modo dei biglietti erano arrivati in Italia, in circostanze ancora oggi misteriose. Io ero andato col gruppo di Arezzo (NdR: Francesco Caremani non è stato all’Heysel, si tratta di una trascrizione o interpretazione errata dell’autore dell’articolo nell’intervista) che insieme a quello di Bassano del Grappa e Cagliari è stato l'unico ad avere dei morti. Uno di questi ha ricevuto poi la medaglia d'argento al valor civile per essere morto tentando di salvare un connazionale". C'è ci dice malignamente che gliel'hanno data d'argento e non d'oro per non pagare la pensione alla famiglia... "Guarda, io ho scritto il libro a quattro mani con Lorentini, che ha un significato molto profondo per me, è una cosa che da un grande valore al libro. Infatti Lorentini è stato il presidente dell'associazione delle famiglie dei caduti dell'Heysel, ed è l'unico che ha seguito direttamente i processi, riferendo poi agli altri. E proprio lui mi ha confermato che qualcuno molto discretamente gli aveva detto che la medaglia era stata data d'argento e non d'oro proprio per questo. Le famiglie infatti non hanno mai chiesto nulla, sono state lasciate da sole, e questo libro spero serva non a consolarle, ma a rafforzarne la memoria. Il mio libro è diverso da tutti gli altri che sono usciti sull'argomento: oltre a raccontare l'evento, racconta anche il dopo, perché infatti è il dopo che secondo me ha creato questo vuoto durato quasi 20 anni. Infatti è solo dopo 20 anni che qui ad Arezzo siamo riusciti a far intitolare due piazze ai caduti, a far tenere un'amichevole in loro memoria tra le primavere di Juventus e Liverpool, e a far erigere una lapide". Non so se c'eri lo scorso Maggio alla giornata della memoria a Torino. "No, non c'ero, ma grazie ai racconti che mi sono stati fatti e ai video che ho potuto vedere, ho capito che è stata una giornata incentrata molto sulla memoria e non sull'orgoglio Juventino, e di questo vi ringrazio. Non sarà mai troppo quello che faremo per ricordare 39 angeli innocenti". Fonte: Juvenews.net © 29 Novembre 2010 Fotografie: La Gazzetta dello Sport © Bradipolibri © Icona: Itcleanpng.com ©

 

Heysel, con Veltroni e Caremani

Presso la Sala delle Feste del Consiglio regionale della Toscana, in Via Cavour 18 a Firenze, Walter Veltroni e Francesco Caremani presentano i loro libri: "Quando cade l’acrobata, entrano i clown" e "HEYSEL le verità di una strage annunciata", 25 anni dopo la strage di Bruxelles, prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool. Sarà presente Andrea Lorentini, giornalista e figlio di Roberto, vittima della curva Z e medaglia d’argento al valor civile, per essere morto mentre tentava di salvare un connazionale. Coordinerà il Consigliere regionale Enzo Brogi. Il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool, sono morte 39 persone. Muoiono nel settore Z, schiacciate e soffocate dalla calca, sotto i colpi degli hooligans inglesi instupiditi dall’alcool, con la connivenza decisiva delle autorità belghe, della polizia locale e dell’Uefa, incapaci di prevedere e d’intervenire. Una tragedia annunciata che si è abbattuta con disperante drammaticità sul calcio come sport e sulle coscienze di tutti noi come uomini prim’ancora che come sportivi. Una ferita aperta e mai rimarginata, perché non si può e non si deve morire di calcio. Quattro le vittime toscane: Bruno Balli di Prato, Giuseppina Conti di Arezzo, Giancarlo Gonnelli di Ponsacco e Roberto Lorentini di Arezzo. Da quei drammatici ricordi sono nati due libri, quello di Francesco Caremani, giornalista aretino, che ha ripercorso la cronaca del durante e, soprattutto, del dopo Heysel, e l’altro dell’Onorevole Walter Veltroni, scritto come monologo teatrale, in onore alla memoria delle 39 vittime. Per ricordare ciò che l’ambiente calcio ha cercato troppo spesso e troppo in fretta di dimenticare. Fonte: Magazine.enzobrogi.it © 31 Maggio 2010 Fotografie: Francesco Caremani © Bradipolibri © GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)   Icona: Itcleanpng.com ©

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