La risposta
migliore, come la vendetta, la si consuma fredda
di Beppe Franzo
La risposta della
Curva Sud alla disgustosa affissione di adesivi
-39 a Firenze l’anno scorso (avvenuta senza un
benché minimo comunicato di scuse e di presa di
distanza della società viola) merita non uno, ma
una miriade di applausi. Una risposta che
racchiude il pensiero non solo di una Curva, ma
di una intera tifoseria. Il -39 spesso
sbandierato con odio, con profondo astio e
rancore ad insulto di vittime innocenti
identificate come il nemico, come il simbolo
della supremazia calcistica juventina che
subisce l’oblio nella notte di Bruxelles, non
scalfirà mai il profondo, eterno affetto
racchiuso nel profondo del cuore dei tanti
tifosi juventini e di ogni italiano. In quei
pochi minuti coreografici l’essenza manifesta di
questo pensiero: il +39, a ribadire che ciò che
per altri è motivo d’insulto, di sfregio, per
noi è parte integrante di una storia, quella
bianconera, che va ricordata, nei momenti
felici, così come nei suoi aspetti più tragici.
Una storia che non disconosciamo, ma che è parte
integrante della nostra juventinità. Ma il +39 è
anche prefisso telefonico che rimanda
all’Italia, quasi a simbiosi con la tragedia,
che rifugge dallo spirito meramente
campanilistico e dal faziosismo calcistico, per
assurgere alla dimensione di tragedia nazionale.
Le bandiere tricolori a contornare il telo a
centro Curva, ne ampliano il messaggio,
sublimato dallo striscione esposto al secondo
anello: "Quello che per voi è odio e rancore,
noi lo custodiamo nel profondo del cuore".
Significativo che tv come Sky non abbiano
dedicato la giusta attenzione al momento
dell’esposizione del tutto. Quello che non è
motivo di oltraggio e non può essere utilizzato
a diniego di una Curva e della sua gente, non
merita attenzione. Fiero più che mai della Curva
Sud e della gente che vive le identiche mie
emozioni.
Fonte: Associazione
Quelli di… Via Filadelfia (Pagina Facebook) © 20
settembre 2017
Fotografie:
Associazione Quelli di… Via Filadelfia ©
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