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BRUXELLES 3-06-1985
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Cerimonia Bruxelles 3.06.1985
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Église de "Nótre Dame de l'Immaculée Conception" Bruxelles 3.06.1985
Commemorazione della Strage dello Stadio Heysel
Celebrazione Eucaristica in Memoria delle Vittime
A Cura della Comunità Italiana Residente a Bruxelles
 

Messa officiata con il Nunzio

BRUXELLES - Gli italiani di Bruxelles hanno reso un ultimo omaggio alle vittime degli incidenti di mercoledì scorso nello stadio di Heysel affollando ieri sera la chiesa di Nótre Dame de l'Immaculée Conception, parrocchia della missione cattolica italiana della città. Una Messa di suffragio è stata celebrata dal Nunzio apostolico monsignor Angelo Pedroni. Fonte: Stampa Sera © 3 giugno 1985 Fotografie: Wikipedia.org © Google Maps © Grafica: Facebook ©

 

L'addio alle vittime

di Enrico Singer

Ventidue bare coperte dalla bandiera italiana - Al centro quella di Andrea Casula, il ragazzo di 10 anni morto con il padre nell'inferno dell'Heysel - Il premier Martens: "Speriamo che questa tragedia faccia riflettere" - Una donna grida ai giornalisti inglesi: "Quei ragazzi non devono dimenticare il nostro dolore".

DAL NOSTRO INVIATO BRUXELLES - Ventidue bare coperte con la bandiera italiana. Al centro quella, tutta bianca, di Andrea Casula, il bambino di dieci anni morto con il padre nell'inferno del settore "Z" dello stadio di Heysel. Sono allineate nell'hangar principale della base aerea militare di Melsbroek, alla periferia di Bruxelles, trasformato in una grande camera ardente dove s'intrecciano i dialetti e le lacrime dei parenti. Scene che ricordano altre cerimonie funebri, quelle seguite alle stragi del terrorismo: lo stesso dolore, gli stessi interrogativi. "Le parole non riescono a esprimere la disperazione di chi ha perso un figlio, un marito, un fratello, per un'esplosione di violenza cieca, disumana", ha detto il primo ministro belga, Wilfried Martens, che ieri mattina a Melsbroek ha reso l'ultimo omaggio alle vittime. "Possiamo soltanto sperare che questa tragedia faccia riflettere". Poi un organo ha suonato le note malinconiche del "Valzer delle candele, e l'emozione ha preso tutti alla gola. Il governo belga ha voluto dare un addio solenne alle vittime di Heysel. Accanto ai feretri degli italiani c'erano le bare delle due vittime francesi e di una delle quattro belghe. Altre bandiere, altri parenti. Il primo ministro ha pronunciato il suo discorso in quattro lingue, pallido e teso come tutti: i principi Paola e Alberto di Liegi, in rappresentanza di re Baldovino, i ministri degli Esteri e degli Interni, Leo Tindemans e Charles Nothomb, il borgomastro di Bruxelles, Hervé Brouhon. Dall'Italia era arrivata Susanna Agnelli, sottosegretario agli Esteri. Con lei il commissario della Cee Lorenzo Natali, l'ambasciatore Giovanni Saragat, il console, i funzionari che hanno assistito in questi giorni i parenti, che hanno tenuto i collegamenti, organizzato i soccorsi. E nel grande hangar c'erano due rappresentanti inglesi: Lord Cockfield (anche lui commissario Cee) e l'ambasciatore Sir Edward Jackson. Fuori, sulla pista, tre Hercules dell'Aeronautica militare italiana erano pronti a riportare a casa i familiari con i loro morti. Il primo è partito poco dopo mezzogiorno per Milano e Rivolto (vicino a Udine) con otto salme. Poi sono decollati gli altri seguendo la triste geografia della tragedia. Uno, con sei bare, si è diretto a Roma dove due aerei militari erano in attesa per raggiungere Bari, Lamezia, Catania e Cagliari. L'ultimo è partito per Milano e Pisa. Per i familiari ancora due ore di attesa, passate nella sala mensa della base aerea. Altri momenti di dolore, di stanchezza, tra i flash dei fotografi e le telecamere. Caterina Landini, di Torino, stringe in mano un giornale di Bruxelles con la foto del marito morto sulle gradinate: "Per una volta che ha voluto fare una poesia da solo". Al suo fianco c'è la figlia Monica. Si rivolge a una giornalista del "Sunday Times": "Dite a quei ragazzi inglesi che si ricordino di noi, di quello che hanno fatto". Tutti si chiedono ancora come sia stato possibile. E' sotto accusa la follia di quella banda di teppisti, gli "hooligans", che hanno dato l'assalto al settore "Z" . Susanna Agnelli, prima di lasciare Melsbroek per visitare i feriti negli ospedali, ha risposto alle domande dei giornalisti, in mezzo alla folla dei parenti. Ha detto che il Parlamento discuterà quanto è successo, affronterà il problema della violenza. "Esiste purtroppo tra i tifosi una frangia che considera il calcio non tanto uno sport quanto un'occasione per fare la guerra. Ma la violenza negli stadi non ci sarebbe se non ci fosse qualcuno che l'alimenta e l'accetta. Avete visto quelle scritte sui muri di Roma ?". Fonte: La Stampa © 2 giugno 1985 Fotografie: L'Unità ©

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