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ITALIA
25-12-1956
Francavilla al Mare (CH)
Anni 28
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Lo stadio Valle Anzuca
intitolato a Rocco Acerra e Nino Cerullo,
giovani vittime
dell'Heysel: una cerimonia a 39 anni dalla strage
I due giovani cognati,
di 28 e 24 anni, persero la vita insieme ad altre 37
persone negli incidenti prima della finale di Coppa dei
Campioni fra la Juventus e il Liverpool, il 29 maggio
1985.
Lo stadio comunale di Francavilla al Mare sarà
intitolato a Rocco Acerra e Nino Cerullo, giovani
francavillesi di 28 e 24 anni che persero la vita il 29
maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles. Quella che
doveva essere una serata di sport e festa, in cui
tantissimi tifosi italiani erano arrivati per seguire la
finale di Coppa dei Campioni fra la Juventus e il
Liverpool, si trasformò in una delle più gravi tragedie
del calcio mondiale. Prima del fischio di inizio si creò
una grande calca sugli spalti in cui diverse persone
rimasero schiacciate. Alla fine, si contarono 39 morti,
di cui 32 italiani, e più di 600 feriti. Nonostante
l'accaduto la partita iniziò ugualmente, con un'ora di
ritardo. Quei tifosi, però, non sono mai stati
dimenticati. E domani, a 39 anni esatti dalla loro
morte, Francavilla ricorderà Rocco e Nino in una
cerimonia al Valle Anzuca, in programma alle ore 16.30,
alla presenza di una delegazione del gruppo Drughi Curva
sud. Rocco Acerra, di professione postino, era sposato
da meno di un anno con Loredana; a Bruxelles era
arrivato con Nino Cerullo, suo cognato, classe 1961,
titolare di un laboratorio di maglieria a Pescara.
Fonte:
Chietitoday.it © 29 maggio 2024
Fotografia:
Atuttocalcio.tv ©
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L'anniversario,
Francavilla ricorda Rocco Acerra e Nino Cerullo
Morti all'Heysel nel
1985: lo stadio dedicato a loro
FRANCAVILLA - Sono passati 39
anni da quel 29 maggio del 1985, ma Francavilla non ha
mai dimenticato i suoi due ragazzi morti nella strage
dell'Heysel. Quel giorno Rocca Acerra, 29 anni, e Nino
Cerullo, 24, erano allo stadio di Bruxelles per
assistere alla finale della Coppa dei Campioni tra la
Juventus e il Liverpool quando sugli spalti si scatenò
la follia degli hooligans che alla fine fece 39 morti.
Tra loro, appunto, oltre ai tanti abruzzesi presenti,
c'erano anche i due giovani francavillesi. Giovani che,
da allora, la città non ha mai dimenticato. Per questo
anche oggi, come avviene ormai ogni anno in questo
giorno, è in programma una commemorazione.
L’appuntamento è alle ore 16,30 quando una delegazione
del gruppo Drughi Curva Sud deporrà una corona
commemorativa allo stadio Valle Anzuca. Stadio che
l'amministrazione comunale, nel consiglio comunale dello
scorso aprile, ha deciso di intitolare proprio alla
memoria di Rocco Acerra e Nino Cerullo. I due erano
grandi amici al punto che seppur di fede calcistica
diversa, l'interista Cerullo decise di accompagnare
l'amico Acerra a quella finale tanto attesa. "Per
l'amministrazione", commenta l'assessore comunale allo
Sport, Domenico Iorio, "è importante onorare la memoria
dei nostri due concittadini, giovani amanti dello sport,
per continuare a sensibilizzare tutta la comunità
sportiva contro gli episodi di violenza negli stadi".
Fonte:
llcentro.it © 29 maggio 2024 (Testo
© Fotografia)
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Trentasette anni fa la tragedia
dello stadio
Heysel in cui morirono due
francavillesi
di Rosa Anna Buonomo
29 maggio 1985. La Juventus e
il Liverpool si giocavano la finale della Coppa dei Campioni
allo stadio Heysel di Bruxelles. L’attesa era spasmodica: la Vecchia
Signora, che aveva chiuso il campionato piazzandosi al sesto
posto, aveva la possibilità di vincere la sua prima Coppa dei
Campioni, interrompendo il predominio inglese nella
competizione. Una serata di festa che si è trasformata in una
delle pagine più nere del calcio mondiale. Trentanove persone
trovarono la morte nel settore Z dello stadio, travolti dagli
hooligans inglesi, ubriachi, poco prima dell’inizio della
partita. Schiacciati contro le balaustre o precipitati dalle
gradinate. Trentadue erano italiani. Due erano francavillesi:
Rocco Acerra, 29 anni, e Nino Cerullo, 24 anni. Una ferita che,
a distanza di 37 anni, è sempre aperta e brucia. Erano diversi, quella sera, gli
abruzzesi partiti da Francavilla e zone limitrofe. Rocco e Nino
erano cognati e molto amici. Rocco era di fede bianconera,
mentre Nino, pur essendo un tifoso nerazzurro, aveva deciso di
accompagnare il cognato ad assistere all’importante sfida.
Nonostante la tragedia, la partita si dovette giocare comunque:
"per questioni di ordine pubblico" fu la motivazione. La Juve
vinse il trofeo per una rete a zero. In occasione del
trentennale della tragedia, la A.S.D. Francavilla Calcio Nc ha
organizzato il primo torneo di calcio Memorial Rocco Acerra e
Nino Cerullo, riservato alla categoria Juniores. Quell’anno Nino
e Rocco sono stati ricordati anche con una Santa Messa celebrata
da don Stefano, parroco di Santa Liberata, nello stadio comunale
Valle Anzuca. Per l’occasione, la Juventus F.C. donò un mazzo di
fiori, accompagnato da una lettera del presidente Agnelli. Nel
gennaio del 2020, Nino e Rocco sono stati omaggiati nel corso di
una cerimonia organizzata per il Torneo dell’Epifania nello
stadio comunale. Presente, tra gli altri, una delegazione della
Juventus, che partecipava al torneo con la formazione under 14. Un ricordo, quello della tragedia del
1985, sempre vivo. Il Museo del Calcio di Coverciano sta
commemorando le vittime con l’esposizione della maglia azzurra
con impresso il numero 39, che venne ritirata simbolicamente
dalla Figc in occasione dell’amichevole tra Belgio e Italia
disputata il 13 novembre del 2015. La maglia è stata collocata
ieri all’ingresso del percorso espositivo. Ieri le 39 vittime
sono state omaggiate al Parco dei Principi di Parigi, prima del
fischio d’inizio della finale di Champions League, che ha visto
il Real Madrid imporsi sul Liverpool. L’ex calciatore Kenny
Dalglish, che nel 1985 giocava con il Liverpool, ha deposto una
corona di fiori sotto la curva dei tifosi inglesi, in memoria
della tragedia. "Trentadue italiani, quattro belgi, due
francesi, un nordirlandese. E seicento feriti. Intorno tutto è
finito. Voci, suoni, colori deflagrano e raggiungono il
silenzio. Sono le 21.40. L’assurdo è così banale che le squadre
entrano in campo" (A. Cartwright, G.L. Favetto, "Il giorno
perduto").
Fonte: Ilgiornaledichieti.it
©
29 maggio 2022
Fotografia: Abruzzocitta.it
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Francavilla: al torneo
under 13 il ricordo per Acerra e Cerullo
FRANCAVILLA - Ha preso il via nel segno del ricordo il
6° torneo nazionale di calcio under 13 che da ieri, e
fino a domani, si disputa a Francavilla. Ieri mattina,
nella partita di esordio della competizione con circa
400 giocatori 2009/2010, il sindaco Antonio Luciani,
l'organizzatore Antonio Marzio e i rappresentanti della
Juventus (tra le squadre partecipanti) hanno dedicato un
momento di raccoglimento a Rocco Acerra e Nino Cerullo,
francavillesi che nel 1985 persero la vita nella
tragedia dello stadio Heysel.
(M. PA.)
Fonte:
Ilcentro.it © 18 settembre 2021
(Testo ©
Fotografia)
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Tragedia dell’Heysel: la
Juventus
ricorda Rocco Acerra e Nino Cerullo
di Luciano Rapa
E' arrivata alle famiglie una
missiva a firma Andrea Agnelli nella quale la società torinese
esprime la propria vicinanza.
Tragedia dell’Heysel 30 anni dopo. Nel
più triste degli anniversari, quello inerente la finale di Coppa
Campioni tra Liverpool e Juventus nella quale persero la vita 39
persone, si moltiplicano le iniziative in ricordo delle
sfortunate vittime. Nell’ultimo match interno dei bianconeri
contro il Napoli in campionato, la curva della Juve ha esposto
una coreografia con tutti i nomi di coloro che hanno perso la
vita in quella tragica serata. A Francavilla, città natale di
Rocco Acerra e Nino Cerullo, due dei 39 morti, il ricordo ha
preso le sembianze di un torneo riservato alle squadre Juniores.
Oggi, infine, alle famiglie Acerra e Cerullo è arrivata una
missiva da parte della Juventus F.C. a firma Andrea Agnelli
nella quale la società torinese esprime la propria vicinanza in
questa tristissima ricorrenza.
Fonte: Metronews24.it
© 29 maggio 2015 (Testo ©
Fotografia)
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L’Heysel 30 anni dopo: rabbia e
dolore
di Rocco Coletti
Francavilla ricorda Bruno
Acerra e Nino Cerullo (due dei 39 morti) con un torneo giovanile
e una messa in suffragio.
Erano centinaia i tifosi abruzzesi di
fede bianconera quel giorno allo stadio Heysel di Bruxelles. Due
di loro non hanno fatto ritorno a casa: Rocco Acerra, 29 anni, e
Nino Cerullo, 24 anni, entrambi di Francavilla. Sono due dei 39
morti della tragedia del 29 maggio del 1985 nello stadio che
ospitava la finale della Coppa dei Campioni, tra la Juventus e
il Liverpool. Sono passati 30 anni da quel maledetto pomeriggio
inoltrato e in questi giorni Acerra e Cerullo vengono
commemorati con un torneo giovanile a Francavilla. La loro
memoria è viva, c’è una lapide di marmo all’ingresso dello
stadio che li ricorda. Domenica mattina, al Valle Anzuca, ci
sarà una messa in suffragio. Erano grandi amici, a tal punto
che, nonostante la fede calcistica diversa, l’interista Nino
Cerullo decise di accompagnare l’amico Rocco Acerra a Bruxelles
per la sfida tanto attesa dal popolo juventino. Quella sera
all’Heysel erano diversi i tifosi bianconeri partiti da
Francavilla e dintorni. Acerra e Cerullo morirono nella calca
del settore Z sotto la furia devastatrice degli hooligans, i
tifosi ubriachi del Liverpool che sfondarono le reti di
recinzione tra i vari settori. Nella notte a Bruxelles gli amici
appresero della morte di Rocco Acerra e Nino Cerullo. In Italia
la notizia giunse con i primi notiziari del mattino seguente. Fu
la prima grande tragedia legata al calcio in Europa, superata,
il 15 aprile 1989, dalla strage di Hillsborough, in Inghilterra,
in cui persero la vita 96 tifosi del Liverpool. Sia a Bruxelles
che a Sheffield ci furono chiare e nette responsabilità
dell’ordine pubblico. La furia dei tifosi Reds fu devastante, ma
così tanti morti si spiegano anche con l'inadeguatezza
dell'Heysel (nel frattempo abbattuto) e dei servizi di sicurezza
ed ordine pubblico. Un ricordo ancora oggi terribile per i
parenti delle vittime, per i sopravvissuti, per chi aveva
seguito le cariche degli hooligans, il caos e la disperazione
dei tifosi che cercavano scampo dagli altri settori dell'Heysel
o in tv. Una "Coppa maledetta" che la Juve aveva inseguito per
30 anni, sfuggita già due volte, nel '73 a Belgrado, dieci anni
dopo ad Atene. Un trofeo che oggi molti protagonisti dell'epoca
non sentono come un trofeo conquistato, ricordando che in
pratica furono obbligati a giocare. Ma ci sono anche tifosi
juventini che, al contrario, la considerano un "premio" alla
memoria delle 39 vittime, allineate nelle stanze dello stadio
mentre sul campo si consumava la partita più surreale nella
storia del calcio europeo, vinta dalla Juventus con un calcio di
rigore segnato da Platini. Una partita giocata con un intero
spicchio dell'Heysel, senza più tifosi, transennato davanti alle
macerie ed alle cose perse dai tifosi nella calca. "Non sapevamo
cosa era davvero successo, avevamo avuto notizie di un morto,
forse due, ma non potevamo immaginare una tragedia così grande",
avrebbero detto poi i giocatori bianconeri. Quella sera fu la
voce di Bruno Pizzul della Rai a dare le prime notizie. Un po’
alla volta, anche attraverso la televisione, l’Italia prese
coscienza della strage. Che, però, dopo 30 anni sembra aver
insegnato poco o nulla a chi provoca ancora oggi incidenti negli
stadi di calcio.
Fonte: Il Centro-Pescara
© 28 maggio 2015 (Testo © Fotografia)
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"Terrore e sangue in curva Z"
Parla l'amico di Rocco Acerra e
Nino Cerullo
di Giuseppina Gherardi
FRANCAVILLA - Nessuna commemorazione
pubblica per il 25° anniversario della scomparsa di Rocco
Acerra, 29 anni, e Nino Cerullo, 24, ma per gli amici dei due
giovani francavillesi che il 29 maggio del 1985 morirono in
quella maledetta curva Z, allo stadio Heysel, il ricordo della
tragedia è ancora vivo. "Avevamo pensato di organizzare qualcosa
ma alla fine non ce la siamo sentita", spiega Mario Di Quinzio,
che quel giorno si trovava sugli spalti dell'Heysel con Acerra e
Cerullo per vedere la finale di Coppa dei campioni
Juventus-Liverpool (1-0, rigore di Platini, per la cronaca
sportiva). "Io e Rocco eravamo tifosi della Juve", ricorda Di
Quinzio, "ma Nino era interista, venne a Bruxelles per stare con
noi. Acquistammo i biglietti da alcuni connazionali emigranti.
Erano per la curva Z, dove non c'erano i club ma soltanto
persone tranquille, padri di famiglia, gente arrivata dai posti
più diversi; la tifoseria juventina era dalla parte opposta. Ci
eravamo accorti che c'era molta tensione. Ma pensavamo che, al
massimo, ci sarebbe scappata una scazzottata".
Invece fu l'inferno. "Stavamo mangiando un gelato che
Nino ci aveva offerto, quando la tifoseria inglese sfondò le
reti divisorie. Tutti scappavano. Fu una scena terribile. Non
vidi più Rocco e Nino. Mi ritrovai vicino a un varco dove
avevamo posizionato uno striscione. Saltai giù e mi salvai". I
sopravvissuti della curva Z dovettero aspettare la fine della
partita prima di potersi mettere alla ricerca degli amici
dispersi. "Dopo averli cercati tutta la notte, alle 4 e mezza
all'ospedale militare di Bruxelles, scoprimmo che Rocco e Nino
erano morti", ricorda Di Quinzio. A Francavilla, in molti
restarono in ansia tutta la notte. "Alle 6 del mattino, il
notiziario trasmise l'elenco delle vittime in ordine alfabetico
e il primo nome fu quello di Rocco Acerra", ricorda Roberto
Angelucci, poche settimane prima eletto sindaco. "Avrei dovuto
partire anch'io ma all'ultimo rinunciai perché ero appena
tornato da un viaggio a Medjugorje. Ero molto stanco, non me la
sentii di affrontare un altro lungo viaggio". Forse fu sua
salvezza.
Fonte: Il Centro-Pescara
© 29 maggio 2010
Fotografia:
Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata
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Due abruzzesi tra i 39 morti e
i 600 feriti di una delle più gravi tragedie della storia del
calcio mondiale.
Heysel, la Coppa della tragedia
di Walter Nerone
Oggi il 25esimo anniversario
della strage di tifosi nello stadio belga.
E' nella bacheca della Juventus la
coppa insanguinata, il trofeo che nessuno avrebbe voluto
vincere, alzato al cielo da Platini nella surreale cornice di
uno stadio trasformato in immenso obitorio. Chi quel giorno, 25
anni fa, riuscì a sorridere ancora oggi se ne vergogna. Una
coppa intrisa del sangue di 39 vittime (32 italiane, 4 belghe, 2
francesi e una irlandese) e ben 370 feriti, senza contare quelli
che, perché colpevoli o solo terrorizzati, sono fuggiti a farsi
medicare a molti chilometri di distanza (circa 600). Vittime in
larghissima parte giovanissime, arrivate nell'angusto,
pericolante stadio belga per sostenere il sogno juventino della
prima coppa dei Campioni. Vite spezzate dalla furia cieca di
qualche migliaio di fan del Liverpool, la cui pericolosità era
stata sperimentata l'anno prima a Roma e nella circostanza
rinforzati da frange di supporter del Chelsea dal nome
emblematico: "Headhunter" (cacciatori di teste). Tutto avvenne
a pochi minuti dall'inizio della gara. Mentre Platini, Boniek e
compagni si preparavano a scendere in campo, la fragile e marcia
rete che separava il settore Z, inopinatamente assegnato a
tifosi juventini arrivati a Bruxelles con agenzie di viaggio
autonome rispetto al grosso dei fan bianconeri, dal resto della
curva assegnata agli inglesi cedeva sotto la spinta delle
ripetute cariche dei tifosi reds. I tifosi italiani vengono
spinti contro la parete esterna della curva che all'improvviso
cede facendo precipitare decine e decine di persone. Lo stadio è
nel caos totale, per minuti nessuno si rende conto della portata
della tragedia che si sta consumando. La polizia è in
confusione, i dirigenti Uefa impongono la disputa della gara.
Bruno Pizzul la racconta agli italiani senza rivelare la
tragedia, ignorando che il Tg1 mostra le immagini che la diretta
sportiva nasconde, gettando nella disperazione centinaia di
famiglie in ogni angolo d'Italia. Anche per questo quella
dell'Heysel, non la più grave purtroppo nella storia del calcio
mondiale, è senza dubbio quella che ancora oggi suscita più
imbarazzi, rimpianti e polemiche. Assurda nella dinamica prima
che nella dimensione, nella sua prevedibilità e per le evidenti,
incancellabili responsabilità giuridiche e morali; assurda per
come è stata gestita dalle forze dell'ordine e dai dirigenti
Uefa e dalle due squadre, Juventus e Liverpool, incapaci perfino
di concordare un pro forma rispettoso del sangue di tanti
innocenti.
Fonte: Il Centro-Pescara
© 29 maggio 2010 (Testo
© Fotografia)
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Francavilla ricorda Acerra e
Cerullo
FRANCAVILLA - Venti anni dopo sono
rimasti l'eco della tragedia e il ricordo di due vite spezzate.
Anche Francavilla celebrerà l'anniversario della strage
dell'Heysel. Lo farà domani, con messe in tutte le chiese, e
giovedì, con una messa a suffragio e un triangolare a Valle
Anzuca: 39 morti per una partita di calcio, la finale di Coppa
Campioni tra la Juventus e il Liverpool. Anche l'Abruzzo
piangerà i suoi morti. Francavilla ricorderà le figure di Rocco
Acerra, 29 anni, e Nino Cerullo, 24 anni, tifosi juventini
scomparsi nel settore Z del vetusto stadio di Bruxelles. Facevano parte di una comitiva partita
da Chieti due giorni prima dell'evento tanto atteso e poi
trasformatosi in una strage. Acerra era sposato, Cerullo era in
procinto di farlo. Sarebbero diventati cognati di lì a pochi
mesi. Li ricordano ancora oggi come "amici per la pelle".
Accomunati anche dal destino consumatosi poco dopo le ore 19
nello stadio in cui si sarebbe poi giocata la finale di Coppa
dei Campioni. "Fu un errore festeggiare quella vittoria", hanno
detto a distanza di venti anni i vari Tardelli e Rossi.
Appassionati di calcio e della Juventus, i due francavillesi
hanno avuto la peggio nel finimondo scatenatosi prima del
fischio d'inizio quando i tifosi inglesi ubriachi premevano e il
settore Z dell'impianto crollò. Scene terribili, corpi straziati
per terra. Anche quelli di Rocco Acerra e Nino Cerullo. Erano
diverse centinaia gli sportivi bianconeri abruzzesi presenti
quella sera all'Heysel. Erano giunti in Belgio con ogni mezzo e
da ogni angolo della regione. Diversi i feriti tra di loro, i
più gravi Angelo Filippono, allora 37enne commerciante, e Luigi
Cicioni, allora 69enne pensionato, entrambi di Mosciano. "In
pochi secondi è scoppiato il caos, Rocco e Nino erano con me",
ha raccontato nelle scorse settimane Antonio Rapino, di
Francavilla, uno dei superstiti. "Di colpo, li ho persi di vista
e la tragedia si è consumata. Un massacro, mi vengono i brividi
solo a ripensarci". Rocco Acerra, impiegato all'ufficio postale,
e Nino Cerullo, commerciante, salutando le rispettive donne
avevano promesso: "Vi saluteremo attraverso le telecamere della
televisione". La notte tra il 29 e il 30 maggio la notizia è
arrivata a Francavilla e alle famiglie. Al cimitero il
riconoscimento delle salme, circa 10.000 persone ai funerali.
Una cittadina in lutto, che ricorderà i suoi due figli sia
domani, quando tutti i parroci della città scandiranno i nomi
dei ragazzi durante le funzioni religiose, sia giovedì 2 giugno,
con una messa a suffragio al mattino nella chiesa di San Franco,
poi con la deposizione di una corona sulla lapide ("A Rocco
Acerra e Nino Cerullo giovani vittime dello stadio Heysel di
Bruxelles, 29 maggio 1985. Francavilla sportiva perennemente
ricorda", si legge) allo stadio e infine con il triangolare al
quale prenderanno parte la Nino Cerullo, il Pro Francavilla e il
Real Francavilla.
Fonte: Il Centro-Pescara
© 28 maggio 2005
Fotografie:
Il Centro-Pescara © Abruzzoweb.it ©
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