FAVOLA e TRAGEDIA
- Prima la favola, 3 anni dopo
la disgrazia: questa, in estrema
sintesi, la parabola verticale e
discendente del Presidente del
Leicester, Sir Vichai
Srivaddhanaprabha, 60enne patron
del piccolo club inglese delle
East Midlands, acquistato nel
2010 per 39 milioni di sterline
e condotto dalla serie B a
leggenda della Premier League
Inglese nel 2016. Una sciagura
tanto imprevedibile quanto
quella leggendaria affermazione
delle Blue Foxes in campionato,
allenate da Claudio Ranieri in
una delle imprese più miracolose
della storia del calcio di tutti
i tempi e che accade proprio al
"King Power Stadium". Da circa
un’ora si è conclusa in parità
(1-1) la sfida casalinga del
club contro il West-Ham. Al
centro del campo di gioco è
pronto il maestoso Augusta
Westland AW169 blu e bianco,
griffato con la volpe in coda
(il simbolo del club),
l’elicottero privato che veicola
tutti gli spostamenti del
miliardario Presidente del
Leicester. Egli che vive nel
Berkshire, in una villa vicino a
Londra, con un patrimonio
stimato poco meno di 5 miliardi
di dollari, viaggia verso
l'aeroporto di Luton per
imbarcarsi su un jet privato
diretto in Thailandia dove
raggiungerà sua moglie Aimon. A
bordo, oltre al primo pilota
Eric Swaffer ed al suo secondo,
la compagna di origine polacca,
Izabela Roza Lechowicz, prendono
posto assieme al magnate del
King Power (la più grande catena
di negozi duty free della
Thailandia) altre 2 persone: una
sua amica, la 33enne avvenente
Nusara Suknamai (seconda al
concorso di Miss Universo nel
2005) ed un importante membro
del suo staff, Kaveporn Punpare.
Alle 20.17 l’elicottero decolla,
sbuffando una fumata bianca ed
elevandosi lentamente di alcune
decine di metri da terra quando
un problema improvviso al rotore
di coda lo fa avvitare su sé
stesso e precipitare
repentinamente al suolo.
Soltanto l’eroismo del pilota (o
forse un caso) evitano di farlo
cadere più vicino allo stadio,
dirottandolo, invece, a 200
metri, sul piazzale vicino
Filbert Way (il parcheggio "E"
riservato alle auto dello staff)
fortunatamente vuoto, dove si
schianta con un boato e un
inferno di fiamme. Calciatori,
tifosi, giornalisti e addetti ai
lavori dello stadio ancora
presenti sul posto rimangono
basiti intuendo all’istante la
gravità dell’incidente. L’area
critica è immediatamente isolata
dai mezzi di soccorso e dalla
polizia, ma sarà inutile
l’intervento dei vigili del
fuoco sul mezzo distrutto e
ridotto ad una tragica pira. È
Gary Lineker, il conduttore
della trasmissione Match of the
Day, a diffondere per primo la
drammatica notizia, collegandosi
telefonicamente con il
commentatore della BBC Alistair
Mann, il quale conferma pure che
nell'elicottero c’era il noto
presidente thailandese.
Prudenza, invece, nel primo
comunicato della società:
"Stiamo assistendo la polizia di
Leicestershire e i servizi di
emergenza nell’affrontare un
grave incidente al King Power
Stadium. Il club emetterà una
dichiarazione più dettagliata
una volta che saranno state
stabilite ulteriori
informazioni". In attesa di
conferme sulla identità delle
vittime, Kasper Schmeichel, il
portiere di Leicester, sosta in
lacrime fuori dallo stadio,
sotto choc. La notizia ha
sconvolto la Gran Bretagna e la
Thailandia compiendo il giro del
mondo in pochissimi minuti.
Stando alle ultime indiscrezioni
a bordo erano presenti 5
persone: i due piloti, il patron
con il suo braccio destro e
un’altra donna non ancora
identificata. "Lui era a bordo"
riportano alla Bbc fonti vicine
alla famiglia. Si teme anche per
la 37enne figlia Voramas, ma
nonostante le voci che si
susseguono di continuo, sembra
che i figli siano in buona
salute e già in volo verso
l’Inghilterra con la madre.
L'INCIDENTE
- I primi testimoni hanno
rivelato a Sky Sports News di
aver sentito distintamente un
forte rumore meccanico prima che
l’elicottero ruotasse su di sé
come in una spirale e si
schiantasse nel parcheggio
sollevando una colonna di fuoco.
Dan Cox (Cameramen di Skysports)
ricorda bene ciò che ha visto:
"Quando ho alzato gli occhi ho
visto l'elicottero fuori
controllo, che si avvitava su sé
stesso, non avevo mai visto
nulla di simile. Credo che il
pilota abbia provato a
rallentare la rotazione, non so
come abbia fatto ma ha portato
l'elicottero nell'angolo del
parcheggio. Per me è comunque un
eroe, se non avesse fatto così
sarebbe potuto essere molto
peggio". Anche il fotografo Ryan
Brown racconta alla BBC: "Appena
l’elicottero s'è librato sopra
lo stadio ho udito un rumore
sordo, ho avuto l'impressione
che il motore avesse ceduto e il
velivolo fosse completamente
fuori controllo. Lo schianto è
stato fortissimo". Leonardo
Helicopters (ex Finmeccanica),
produttore dell'AW-169 di Agusta
Westland coinvolto
nell'incidente, afferma che per
questo modello non vi erano
stati precedenti simili. Si
tratta di un elicottero
intermedio leggero a doppia
turbina di ultima generazione,
frutto dell’ingegneria italiana.
Una bestia di oltre 4 tonnellate
e mezzo spinto da 2 motori Pratt
& Whitney Canada PW210A che può
ospitare fino a 12 passeggeri. I
due piloti previsti in
equipaggio sono selezionati dopo
test di alto livello per
rilasciare la licenza di volo.
Fra le supposizioni in merito
all’incidente al King Power
Stadium si pensa in primis al
guasto tecnico, ma non si
esclude altro, magari l’impatto
con un drone o un evento
atmosferico. La scientifica
dovrà effettuare i rilevamenti
sul luogo del disastro e la
polizia del Leicestershire che
non si sbilancia sulle cause
annuncia già che "ci vorranno
giorni". Qualche ora dopo
diramerà a mezzo stampa un
comunicato: "Capiamo che esiste
una considerevole mole di
persone e media interessati
all’episodio. Notizie dello
schianto, avvenuto nel
parcheggio vicino allo stadio
poco dopo le 20:30, hanno un
impatto su tanta gente e noi
apprezziamo che ci sia un forte
desiderio di aggiornamenti e
chiarezza sulle circostanze. La
polizia del Leicestershire,
l’East Midlands Ambulance
Service, i Vigili del fuoco del
Leicestershire e il servizio
salvataggio, tutti hanno
risposto all’incidente e le
indagini continuano sul campo
oggi, domenica 28 ottobre,
guidate dall’Air Accidents
Investigation Branch (AAIB), la
struttura investigativa del
dipartimento dei Trasporti
inglese. Le stesse indagini ci
aspettiamo che continueranno
anche nei prossimi giorni.
Presto saremo pronti a rivelare
ulteriori dettagli
sull’incidente. Nel frattempo vi
chiediamo di essere pazienti, di
capire e non speculare su
dettagli e circostanze".
EMOZIONI
- Unanime il cordoglio in
tutta la Premier: messaggi sulle
pagine dei clubs e un minuto di
silenzio sui campi di gioco
prima del calcio d’inizio delle
partite. Wembley, in serata,
viene illuminato con i colori
delle "Blue Foxes". Un arco blu
con il logo del club campeggiano
sulla facciata dello stadio per
omaggiare le vittime. Anche il
Nottingham Forest ha voluto far
sentire la sua vicinanza: "I
nostri pensieri sono tutti per
il Leicester". Stesso discorso
per West Ham, Manchester City e
tante altre. Tutti vicini alle
Foxes, tutti vogliono sapere
qualcosa. "Lo vedevo ogni
giorno. Quando c’era una
partita, alle 13.30 era sopra le
nostre teste. I miei figli non
sapevano cosa fosse, correvano
in giardino, io li
tranquillizzavo: è il presidente
che va allo stadio. Finita la
gara, eccolo di nuovo in cielo.
Uscivo di casa e dicevo:
guardate, torna a Londra
sull’elicottero. Mi chiedevano
perché lo facesse, io
rispondevo: perché lui può
farlo, e se lo merita". Una
delle tante testimonianze
raccolte fuori al "King Power
Stadium" in mezzo alla
processione dei tifosi e curiosi
di ogni età che accresce il
tappeto di fiori, sciarpe,
magliette, bandiere sparsi
davanti all’ingresso principale
dell’impianto. Nel mucchio si
nota curiosamente un dipinto
della divinità induista Ganesh,
si leggono numerosi messaggi di
affetto dedicati a Vichai e alle
altre vittime dell’incidente fra
preghiere buddiste e immagini
sacre. "Un uomo sorridente,
generoso e riservato", la voce
di un altro fan delle "Foxes".
Rimbalzano da ogni parte i
pensieri e le emozioni degli
sportivi legati affettivamente
dalla loro storia individuale
alla squadra e al suo
Presidente. Claude Puel,
l'allenatore del club che in un
primo momento si pensava fosse a
bordo, intervistato da Sports
Radio France, dice: "È una
tragedia per il club. Io sto
bene, ma siamo tutti quanti
sconvolti. Tutti i miei pensieri
e le mie preghiere sono per le
vittime e per le loro famiglie".
Sven Goran Eriksson, il 1°
allenatore ingaggiato da Vichai
nel 2010, quando aveva appena
acquistato il Leicester, a
proposito della tragedia
commenta: "E' una notizia
spaventosa. Questa mattina ho
visto le notizie e ancora spero
che non sia vero e che sia
ancora in vita. Conoscevo bene
tutta la famiglia, e anche il
padre. Era una persona molto,
molto generosa, con i giocatori,
lo staff, con tutti i suoi
collaboratori. Ma anche coi
tifosi e, più in generale, verso
la comunità di Leicester".
Subito dopo l'incidente, alcuni
giocatori hanno postato su
Twitter alcuni messaggi in segno
di vicinanza. Harry Maguire,
difensore del Leicester e Ndidi
Wilfred affidano a Twitter le
loro disperate preghiere. Fra
quelli più legati umanamente al
patron il bomber Jamie Vardy che
ha pubblicato sui social una
serie di emoticon (le mani in
preghiera) scrivendo: "Sto
lottando per trovare le parole
giuste, ma per me tu sei una
leggenda, un uomo incredibile
che ha avuto il cuore più
grande, l’anima del Leicester
City. Grazie per tutto quello
che hai fatto per me, per la mia
famiglia e il nostro club. Mi
mancherai davvero, riposa in
pace". Stesse emoticon per
Zabaleta e Mendy del City:
"Pensieri e parole per tutti
coloro che sono interessati allo
schianto dell'elicottero.
Spaventoso". Esteban Cambiasso,
ex calciatore del Leicester,
collegato in diretta a Sky
Sport, ha indossato per
l’occasione la cravatta sociale
del club e formula le sue
condoglianze: "Era una persona
perbene, uno dei presidenti che
vorresti sempre avere. Mai una
parola di troppo, come ha detto
anche Jamie Vardy. Questa
tragedia ci ha colpito come un
fulmine a ciel sereno, ha preso
quell’elicottero al termine di
ogni partita. L’abbiamo sempre
visto andare via così".
Non
potranno di certo mancare le
parole addolorate di Mister
Claudio Ranieri, il condottiero
della panchina nell’impresa
leggendaria delle "Foxes" in
Premier nel 2016. Recandosi al
King Power Stadium per un
omaggio commosso e una breve
preghiera ha poi rilasciato una
intervista a Sky Sport 24,
commentando: "Era un uomo d’oro,
un uomo buono. Sembrava un padre
e dava tranquillità a tutti. La
cosa che mi colpiva era questa
sua positività, il suo voler far
bene, non ha mai fatto pesare a
nessuno un risultato negativo,
veniva nello spogliatoio e dava
la carica. Credo che sia stato
un uomo illuminato perché ciò
che ha toccato lo ha migliorato,
ecco perché sarà il figlio più
giovane a seguirne le orme. Se
chiudo gli occhi e penso a lui,
lo vedo sempre con il sorriso
sulle labbra". Anche Gokhan
Inler, l’ex centrocampista
svizzero di Napoli e Udinese, si
trovava con Ranieri in squadra
quella stagione magica. Con
queste parole onora il suo
presidente: "Sabato stavo
guardando la gara col West Ham
in televisione. Quando è
arrivata la notizia
dell’esplosione dell’elicottero
del presidente, ho chiamato i
miei ex compagni e i dirigenti.
Un’ora dopo mi hanno confermato
che a bordo c’era
Srivaddhanaprabha. Sono rimasto
senza parole". Rammenta il primo
incontro con Vichai: "Fu
divertente, era una persona
sorridente e molto scherzosa. Se
un giocatore aveva qualche
problema, poteva sempre parlarne
con lui oppure con suo figlio
Aiyawatt che gli faceva da vice.
A Leicester mi accolsero con
grande entusiasmo. Lì tutti i
giocatori si sentono a casa". E
sullo scarso impiego in campo
per scelta tecnica del mister
rivela: "Srivaddhanaprabha mi
diceva di stare tranquillo, era
sempre positivo con me e con
tutti. Ci trasmetteva tanta
serenità ed era un uomo di fede.
Portò al King Power Stadium
anche monaci buddisti dalla
Thailandia. Venivano nello
spogliatoio per benedirci prima
delle grandi partite e spesso
vincevamo. Ci davano energia
positiva. Il presidente credeva
che quello fosse l’anno giusto
per vincere, ce lo ripeteva
sempre dopo ogni partita". Tanti
i discorsi memorabili, uno su
tutti: "Quello alla cena di
Natale, il suo volto era
sorridente e positivo. Ci aveva
detto che la squadra gli
piaceva. Alla fine del girone
d’andata nessuno avrebbe puntato
su di noi. Non avevamo giocatori
stellari come City, United,
Chelsea, Arsenal... Lui era uno
di famiglia ed ebbe il merito di
farci sentire a casa. Per alzare
una Premier deve essere tutto
perfetto. Le vittorie in casa
con Chelsea e Liverpool e quella
sul campo del City lasciarono il
segno. Da febbraio in poi
qualcuno iniziò a scommettere su
di noi, a pensare che
l’impossibile fosse possibile.
Ne vincevamo tante 1-0. Vincemmo
il campionato con 10 punti di
vantaggio sull’Arsenal, mica
male. Anche i giocatori fuori
rosa si sentivano parte di quel
gruppo, nonostante fosse
difficile stare fuori. Il
Tottenham pareggiò col Chelsea
2-2 e vincemmo matematicamente.
Fu una notte speciale. Leicester
è tranquilla, ma quella sera
impazzì. Il giorno dopo
abbracciamo il presidente.
Quella città per molti fino ad
allora era solo un puntino sulla
mappa geografica, il mondo ci ha
scoperto grazie a quel successo.
È una storia difficile da
riscrivere altrove. Quel trionfo
che tutti ci portiamo dentro.
Resta ciò che il nostro boss,
come lo chiamavamo, ha fatto per
noi. Saremo sempre per tutti la
squadra del miracolo. Suo figlio
è come lui, ha il suo stesso
spirito. Conosce l’ambiente, sa
tutto. Se la società finirà
nelle sue mani, farà grandi
cose. Il Leicester sarà sempre
forte".
L’ANNUNCIO
- L’annuncio della morte di
Vichai Srivaddhanaprabha arriva
in tarda serata domenica 28 alle
ore 23.00 con il comunicato
ufficiale apparso sul sito del
Leicester: "Con grande dolore e
con il cuore spezzato
confermiamo che il nostro
presidente, Vichai
Srivaddhanaprabha, è tra le
vittime dello schianto in
elicottero di sabato sera al di
fuori del King Power Stadium
insieme ad altre quattro
persone. Nessuna delle cinque
persone a bordo è sopravvissuta.
Il mondo ha perso un grande
uomo: gentile, generoso, la cui
vita era dedicata all'amore
della sua famiglia e di tutti
coloro che ha guidato con
successo. Il Leicester FC è
diventata una famiglia sotto la
sua guida. Una famiglia che
adesso piange la sua scomparsa,
ma vuole proseguire sulla strada
che lui ci ha mostrato. Il
nostro pensiero va alla famiglia
Srivaddhanaprabha e alle
famiglie di tutti coloro che
erano a bordo in quel momento.
Un libro di condoglianze, che
sarà condiviso con la famiglia
Srivaddhanaprabha, sarà aperto
al King Power Stadium dalle 8 di
mattina di martedì 30 ottobre
per tutti i sostenitori che
vogliono rendere omaggio. I
sostenitori che non possono
visitare King Power Stadium che
desiderano lasciare un messaggio
possono farlo attraverso un
libro online di cordoglio, che
sarà reso disponibile tramite
lcfc.com a tempo debito.
Entrambe le partite della prima
squadra di martedì contro il
Southampton nella Coppa d'EFL e
l'incontro della squadra di
sviluppo contro il Feyenoord
nella Premier League
International Cup sono state
posticipate. Tutti al Club sono
stati davvero toccati dalla
straordinaria risposta della
famiglia del calcio, i cui
messaggi di sostegno e
solidarietà sono stati
profondamente apprezzati in
questo momento difficile".
Rinvio che trova d’accordo
mister Puel: "Giocare a calcio
non è stato proprio al centro
dei nostri pensieri questa
settimana ma in questo weekend e
in tutte le partite a venire,
giocheremo per onorare un uomo
che ha fatto moltissimo per il
club. Il risultato non è
importante ma il nostro
desiderio deve essere quello di
dare tutto sul campo per onorare
il nostro presidente. È la cosa
più importante". Anche la
squadra femminile del Leicester
City Women ha rinviato
l’incontro con il Derby County
in segno di lutto.
KHUN VICHAI
SRIVADDHANAPRABHA
- Stimato il 4° uomo più ricco
del suo paese e uno fra i primi
400 nel mondo secondo la rivista
Forbes nel 2018 con un
patrimonio in dollari di 4,2
miliardi, con un passato da
ambasciatore. Fortunato e capace
uomo di affari, Vichai
Srivaddhanaprabha fu fondatore e
amministratore del King Power
International Group, l’azienda
dei duty free shop negli
aeroporti di tutto il mondo,
acquistata nel 1989 dopo aver
venduto un negozio di
artigianato tipico thailandese.
Nel 2006 l’impresa ascese
economicamente in modo
esponenziale dopo aver vinto la
gara concessionaria del
monopolio dei negozi nel nuovo
aeroporto di Bangkok
Suvarnabhumi, grazie ad un
mercato di decine di milioni di
viaggiatori. L’attuale risulta
praticamente impronunciabile in
lingua thai, ma il vero cognome
anagrafico di Vichai era
"Raksriaksorn". Bhumibol
Adulyadej, re della Thailandia,
in seguito ai suoi sfolgoranti
successi imprenditoriali nel
2009 gliel'aveva cambiato per
onorificenza alla sua famiglia
in "Srivaddhanaprabha" con il
significato letterale di "light
of progressive glory (luce di
gloria crescente)". Nato a
Bangkok il 4 aprile del 1958 da
famiglia cinese, professava
devotamente la fede buddista,
facendosi spesso benedire dai
monaci. Credeva nel potere del
karma e ospitò alcuni di quei
religiosi portandoli in volo
dalla Thailandia in Inghilterra
per una benedizione speciale del
campo di gioco e degli
spogliatoi, nonché del centro di
allenamento di Belvoir Drive.
Donarono
ai suoi giocatori amuleti
fortunati, ma era anche l'unico
autorizzato a servire loro da
bere e mangiare. E dopo la
pazzesca vittoria del campionato
inglese, il presidente aveva
organizzato un pellegrinaggio di
ringraziamento per tutta la
squadra e lo staff nella
capitale della Thailandia al
tempio di Emerald Buddha e in
visita al Palazzo Reale. Dopo 20
anni di espansione del marchio
all’interno del mercato mondiale
nel 2010 aveva acquistato
(chiudendo l’affare in meno di
trenta minuti per 39 milioni di
sterline) il Leicester, allora
militante in League Championship
(Serie B), capeggiando una
cordata di imprenditori
thailandesi (La holding "Asian
Football Investments").
Succedeva all'imprenditore
serbo-americano Milan Mandarić,
assumendo al posto di Paulo
Sousa un allenatore di rango
quale Sven Goran Eriksson e
nominando vice presidente
Aiyawatt, il primogenito dei
suoi 4 figli (fratello di
Voramas, Apichet e Arunroong)
che si era innamorato delle
Foxes già nel 1997 durante la
finale di Coppa di Lega a
Wembley. La sua splendida favola
calcistica si snoderà in otto
anni con un crescendo di
emozioni in cui il bilancio
crescerà, grazie alle sue
capacità e del figlio, fino a
371 milioni. Partendo dal 10°
posto della stagione d’esordio
l’ambizioso Vichai ricava 39
milioni di sterline
sponsorizzando il suo stesso
club. Appare il marchio della
sua società sulle divise da
gioco e nel 2011 cambierà anche
il nome allo stadio da "Walkers
Stadium" a "King Power Stadium",
divenendo unico proprietario
della società. Di qui in poi
tanti investimenti e
miglioramenti determinanti della
rosa, sempre più attrezzata e
competitiva, fino
all’indebitamento nel campionato
2011/2012 dove aveva ripianato
un debito di 30 milioni di
sterline, emettendo 103 milioni
di nuove azioni delle Foxes dal
valore di 1 sterlina. La Premier
fu sfiorata già al 3° anno, in
semifinale playoff contro il
Watford di Zola nel 2013 quando
dopo il rigore sbagliato al 90°
prese gol nel ribaltamento
dell’azione di gioco successiva.
Poi, finalmente, la promozione
del 2014. Ma non soltanto rose e
fiori. Anche il pugno di ferro,
se necessario. Amaro il ricordo
dei 3 calciatori (Tom Hopper,
Adam Smith e James Pearson,
figlio dell’allenatore Nigel)
licenziati in tronco nel 2015
per lo scandalo a luci rosse
consumato durante la tournee a
Bangkok. Causa la malaugurata
idea di filmare le prestazioni
sessuali in camera con tre
prostitute locali, insultandole
con squallidi epiteti razzisti.
Immagini e video che saranno
pubblicate dal "Sunday Mirror"
infangando l’immagine di un club
virtuoso e multirazziale. Vichai
non farà sconto neanche al padre
di James, nonostante fosse
"intoccabile" per la tifoseria,
essendo l’artefice della
promozione e della ultima
sofferta salvezza. La scelta di
allontanarlo sarà impopolare, ma
risoluta e irrevocabile per il
grave danno arrecato. In
conseguenza di questo squallido
episodio divenne fondamentale
ricostruire credibilità e
reputazione internazionali,
scegliendo un allenatore che
accompagnasse competenza e
comprovate doti tecniche a
educazione, cultura, signorilità
e "fair play". Il profilo
corrispondeva a un "gentleman"
quale Claudio Ranieri, ex
allenatore del Chelsea in
Premier, in cerca di riscatto
dopo la deludente esperienza di
commissario tecnico della
Grecia. Firma con entusiasmo un
triennale il 13 luglio 2015 e
ritira il passaporto per la
gloria.
LA PROMESSA
- Nel 2014 raggiunta la
promozione in Premier con
l’allenatore Nigel Pearson (dopo
10 anni di astinenza), stanzia
180 milioni di sterline per il
rafforzamento del team. In una
conferenza stampa a Bangkok,
durante una delle rarissime
interviste concesse, sancisce la
solenne promessa che per quanto
ambiziosa fa sorridere il mondo
del football british: "Il
Leicester arriverà in tre anni
in cima al campionato". Sembrava
impossibile a tutti, ma soltanto
2 anni dopo (spendendo un terzo
del budget annunciato) nella
stagione 2015-2016, alla guida
del mister italiano e supportato
da giocatori del calibro di
Kasper Schmeichel (figlio di
Peter), Riyad Mahrez, Jamie
Vardy, Kanté, Morgan, e
Drinkwater più la lunga lista di
calciatori al momento
sconosciuti agli alti livelli,
si aggiudica il titolo di
Campione d’Inghilterra il 2
maggio 2016 (il primo nella
storia centenaria del club delle
East Midlands) a dispetto di
qualunque pronostico e
prevalendo su squadre molto più
blasonate della sua. E pensare
che soltanto un anno prima la
squadra si era salvata dalla
retrocessione: ora accedeva alla
Champion’s League. L’anno
successivo la squadra perde
troppo terreno in campionato,
rischiando la retrocessione e il
patron esonera "King" Ranieri
che lamentava di suo problemi
con alcuni giocatori. Ciò
nonostante il legame fra i due
uomini resterà inossidabile. Sia
prima che dopo, infatti, il
mister romano con sua moglie
Rossana aveva viaggiato
sull’elicottero presidenziale
per raggiungere la capitale. Lo
prestò una volta anche al suo
portiere danese Kasper
Schmeichel perché potesse
tornare rapidamente in vacanza
con la famiglia dopo aver girato
uno spot nel centro sportivo del
club. Un miliardario con grandi
capacità negli affari, ma
generosissimo, affettuosamente
prodigo di attenzioni e regali
ai suoi calciatori e ai tifosi.
Impossibile non ricordare quando
ad ogni giocatore regalò una Bmw
dopo la vittoria del titolo o le
30mila birre thailandesi
"Singha" regalate ai suoi tifosi
per la promozione in Premier. Fu
capace di donazioni alle charity
in città, ai bisognosi, di
regalare biglietti per le
partite, fette di torta,
colazioni e sciarpe a molti
tifosi in occasione del suo
compleanno, di organizzare
pullman gratuiti per le
trasferte. Come ciascuno di loro
seguiva "le Foxes" allo stadio
esaltandosi ai gol, in giacca e
cravatta. Racconterà al Daily
Mail, Alex Hylton, un ex
assistente del magnate al
Leicester: "Guardarlo era come
vedere un tifoso: esultava alle
vittorie e si arrabbiava nelle
sconfitte, solo che lui lo
faceva indossando una camicia
elegante e un blazer". Aveva
stabilito un rapporto molto
speciale con la piazza, unendo
la squadra e la città in un cuor
solo, ma non soltanto dal punto
di vista sportivo. Si ricordano
i 2 milioni di sterline donati
per un nuovo ospedale pediatrico
a Leicester, il milione alla
Royal Leicester Infirmary e al
dipartimento medico
dell’Università di Leicester, i
centomila destinati alla
sepoltura delle spoglie di
Riccardo III in cattedrale nel
2015. L’assegno da 23mila
sterline strappato al
ricercatore per la rara sindrome
che aveva colpito il figlio.
Incarnava perfettamente l’etica
thailandese secondo la quale i
benestanti devono donare parte
del patrimonio a vantaggio della
comunità. Per celebrare i
successi della squadra invitava
lo staff a cena nei migliori
ristoranti, gustando le più
costose prelibatezze. Bizzarro
l’aneddoto durante una partita
casalinga del Leicester in cui
Vichai offre del vino ad alcuni
ospiti venuti allo stadio. Per
l’occasione non bada di certo a
spese scegliendo un vino
francese pregiatissimo da 200
sterline (il Saint-Émilion) ma
ne altera il gusto facendolo
mettere in frigorifero. Per
l’aspetto prettamente sportivo
non era un patron invadente, ma
decisionista, sì. In molti lo
ricordano per i suoi modi
gentili, ma non amava troppo
apparire davanti ai media e
seguiva il club silenziosamente,
non interferendo nei ruoli
manageriali. Di questi si
occupava, invece, suo figlio.
Pochi interventi eccezionali si
ricordano a tale proposito, su
tutti quello del rinnovo di
Jamie Vardy, il capocannoniere
del titolo: non soltanto un
miglioramento della parte
economica, ma un coinvolgimento
emotivo del calciatore nel
progetto del club. L’attaccante
firmò il prolungamento del
contratto e lo invitò al suo
matrimonio. Intanto l’espansione
a macchia d’olio del suo impero
economico con l’acquisizione
degli alberghi "Pullman" della
AccorHotels e una quota di 198,5
milioni di euro investiti nella
Thai AirAsia, la più grande
compagnia aerea del Paese. Dal
maggio 2017 divenne proprietario
anche di una seconda squadra di
calcio militante nella Proximus
League, la II divisione del
campionato belga: l'OH Leuven
(Oud-Heverlee Leuven). Non
soltanto il football, era uno
sportivo appassionato di corse
di cavalli e di polo,
praticandolo con una sua squadra
(King Power Foxes). Nel 1998
aveva anche fondato la Thailand
Polo Association, già
proprietario del VR Polo Club di
Bangkok. Aveva, grazie a questo
sport, stipulato un abbonamento
a vita all'Ham Polo Club di
Londra dove svolse il ruolo di
presidente dal 2008 al 2012. Qui
strinse amicizia con i reali
britannici, giocando anche
qualche partita assieme ai
Principi Carlo e William e
facendo presentare il suo team
dalla Regina Elisabetta in carne
e ossa alla Queen's Cup del
2015.
LE ALTRE VITTIME
- Per ovvie ragioni, a parte la
presenza a bordo dell’elicottero
di Vichai Srivaddhanaprabha,
accertata dai familiari, non è
possibile riconoscere
nell’immediato (se non
dall’esame del dna) le altre 4
vittime coinvolte nella
sciagura. Nel comunicato diffuso
dal club la domenica, a più di
24 ore dall’incidente, non
avevano comunicato i loro nomi,
pur se di qualcuno s’immaginava
la presenza. Poi, qualche ora
dopo, l’elenco è ufficialmente
reso noto: il pilota Eric
Swaffer (53 anni) con la sua
compagna Izabela Roza Lechowicz
(46 anni, co-pilota). La loro
storia d’amore occupa le prime
pagine dei tabloid britannici.
Erano entrambi piloti
professionisti. Izabela era
polacca. Giunse in Inghilterra
negli anni 90 per imparare
l’inglese. Qualche anno dopo
conobbe Eric in un pub,
incominciando la storia che li
ha legati conviventi nella vita
e nel lavoro fino all’ultimo
atto. Swaffer era molto stimato
nel settore per la sua
comprovata esperienza di volo.
Aveva anche trasportato membri
della famiglia reale, lavorato
per le principali tv britanniche
per le riprese aeree. Un
veterano, definito dagli amici
"un uomo vivace e affabile".
Secondo una ricostruzione
plausibile e molte testimonianze
i piloti intuendo di aver perso
il controllo potrebbero aver
deviato all’istante la
traiettoria del mezzo sul
parcheggio vuoto, evitando
eroicamente la caduta sulla
folla in uscita dallo stadio.
S’indaga anche su questo.
Completano l’elenco: Kaveporn
Punpare (un importante
assistente del presidente) e
Nusara Suknamai, la splendida
modella 33enne, originaria di
Bangkok, ospite assidua
di Vichai Srivaddhanaprabha
(secondo indiscrezioni "compagna
di vita"). La giovane donna (nel
2005 ex concorrente di Miss
Thailand Universe classificatasi
al 2° posto con il titolo di
"Miss Intercontinental Thailand"
e "Miss Photogenic") era di casa
in tribuna a Leicester, tifosa
della squadra e grande amica di
Vichai che spesso nel
cerimoniale accompagnava come
hostess. Nelle prime ore dal
disastro si era creduto fosse
deceduta la figlia del
Presidente prima che la notizia
fosse smentita dalla famiglia.
La morte dei passeggeri, data la
caduta repentina da un'altezza
di circa 200 piedi, è certamente
sopraggiunta sul colpo, prima
che l’aereomobile s’incendiasse.
KASPER e IL FUOCO
- Sky Sport News riporta la
dolorosa vicenda di Kasper
Schmeichel dopo l’esplosione
dell’elicottero presidenziale
nel vicino parcheggio del "King
Power Stadium". Il portiere del
Leicester assistendo di persona
allo schianto dell’aeromobile si
è precipitato d’istinto fra i
primi soccorritori accorsi sul
posto. Ha visto da i corpi delle
vittime immersi nel fuoco e
avrebbe cercato di lanciarsi nel
rogo per salvarne qualcuna. Ma è
stato immobilizzato per tempo
dagli agenti di polizia,
mantenendolo a distanza di
sicurezza. La conferma per bocca
del suo allenatore Leicester
Claude Puel, in conferenza
stampa: "Non entrerò in tutti i
dettagli, ma Kasper ha vissuto e
ha visto alcune cose terribili.
Lui e gli altri giocatori sono
straziati. Molta gente è stata
messa a disposizione per aiutare
i giocatori e il personale e
penso che la reazione di tutti a
questo evento sia diversa e
dobbiamo capire che le persone
possono avere una reazione
diversa, ma abbiamo messo in
atto tutto l'aiuto necessario
per tutte le persone". Sotto
choc, sul luogo del disastro
Kasper è immortalato dalle
fotografie dei reporter in
lacrime. Nonostante il trauma
psicologico scrive su Instagram
questa lettera affettuosa al suo
presidente: "Caro presidente.
Non posso credere a ciò che sta
succedendo. Sono totalmente
devastato e ho il cuore
infranto. Non posso credere a
ciò che ho visto. Non sembra
vero! È difficile mettere in
parole quanto tu abbia
significato per questo club e
per la città di Leicester. Tutti
sappiamo quanto tu e la tua
famiglia avete fatto e investito
per il club. Ma c’è di più. Vi
siete presi cura non solo del
club ma dell’intera comunità. Il
tuo infinito contributo agli
ospedali di Leicester e la tua
carità non saranno mai
dimenticate. Sei andato sopra e
oltre ogni aspetto. Non ho mai
incontrato un uomo come te. Così
lavoratore, dedicato,
appassionato, dolce ed
estremamente generoso. Non
importava che cosa avessi da
fare, trovavi sempre tempo per
tutti. Ti ho sempre ammirato
come leader, come padre e come
uomo. Hai cambiato il calcio.
Per sempre! Hai dato a ognuno la
speranza che l’impossibile può
diventare possibile, non solo
per i nostri sostenitori ma per
tutti i tifosi di ogni sport.
Quando mi hai ingaggiato nel
2011 mi hai detto che saremmo
arrivati in sei anni in
Champions League e che avremmo
fatto grandi cose. Mi hai
ispirato e ho creduto in te. Mi
hai fatto provare la sensazione
che nulla era impossibile. Senza
te e la tua famiglia tutto
questo, tutto ciò che abbiamo
raggiunto, non sarebbe mai
successo. Mi hai fatto provare
esperienze che possono avvenire
solamente nella fantasia. Hai
letteralmente trasformato i miei
sogni in realtà. Ma ciò di cui
sono maggiormente orgoglioso è
stato far parte della tua
visione. L’ambiente che hai
creato. Questo club, questa
città è una famiglia. È tutto
grazie a te. Per questo ti sarò
eternamente grato. E sono grato
di averti conosciuto ed essere
cresciuto vicino a te e la tua
fantastica famiglia. Mi si
infrange il cuore sapere che non
ti vedrò più nello spogliatoio,
quando arrivo presto per il
riscaldamento e chiacchieravamo
di tutto e di nulla. Non ci
sarai più a divertirti e "ridere
ridere con i ragazzi,
contagiandoli con il tuo sorriso
ed entusiasmo. Adesso abbiamo
una responsabilità come club,
come giocatori e tifosi di
onorarti. Da quando ti abbiamo
conosciuto siamo riusciti a
diventare la famiglia che siamo.
Hai avuto una visione per questo
club, hai voluto il meglio per
noi. Non c’era nulla che tu non
facessi per noi. Eri così
appassionato. Dobbiamo onorare
il tuo lascito e continuare ad
essere la famiglia unita che hai
costruito. Non saprai mai quanto
hai significato per me e la mia
famiglia. Sono veramente onorato
e privilegiato nell’essere stato
una piccola parte della tua
vita".
Peter
Schmeichel, padre di Kasper,
nota bandiera del Manchester
United, si dirà al Sun qualche
tempo dopo, orgoglioso del gesto
eroico del figlio: "Correre
verso un elicottero in fiamme
non è così frequente, ma è
quello che Kasper ha fatto.
Questo la dice lunga sulla sua
personalità. Il suo istinto mi
rende orgoglioso… E mi spaventa.
Chi correrebbe verso un
elicottero in fiamme ? Kasper
non ha lasciato lo stadio dopo
l’accaduto, non se ne è mai
andato via. È rimasto lì per
tutta la notte. Il Leicester non
ha perso solo il proprietario,
ma anche il suo il mentore. È
stato fondamentale per vincere
il campionato. Credo che il
calcio abbia perso un uomo di
grande valore. Kasper si è
dimostrato un leader che era
proprio quello che il club stava
cercando, anche se non credo che
tu possa beneficiare di una
situazione del genere. Ho
provato ad aiutare Kasper, ma
non c’è niente che ti abbia
preparato per essere il padre di
qualcuno che è stato colpito da
una tragedia simile. Tante cose
mi hanno fatto pensare che
questa sia una vera squadra di
calcio. Sono molto orgoglioso
che mio figlio sia lì".
Purtroppo il tempo non
cancellerà dalla memoria la
tragedia vissuta da Kasper.
L’estremo difensore delle
"Foxes" e della Danimarca la
racconta in una intervista
rilasciata a Sky Sports:
"Sfortunatamente mi ricordo
tutto. Ogni singolo dettaglio.
Quel giorno era venuta la mia
famiglia dalla Danimarca e stavo
facendo fare loro un giro allo
stadio e in campo. L’elicottero
è sempre un’attrazione… Lo
abbiamo salutato e abbiamo visto
l’elicottero decollare. Era una
specie di rito, un qualcosa che
avevo visto già centinaia di
volte. Ma si è subito capito che
qualcosa non andava, perché di
solito l’elicottero non si
muoveva in quella maniera. E poi
quel che è successo è successo…
Sono corso fuori dal tunnel e ho
fatto il giro verso quel lato
dello stadio. Le persone
dall’altra parte non avevano
visto quello che era successo,
quindi sono corso fuori, urlando
di chiamare la polizia, mentre
una delle nostre guardie di
sicurezza correva con me. Siamo
riusciti ad avvicinarci, lui
ancora più di me, ha anche
cercato di fare qualcosa. Ma era
evidente sin da subito che con
il calore delle fiamme nessuno
sarebbe riuscito a fare nulla.
Ed è stato orribile, davvero
orribile sentirsi così inutili".
Poi, rinnova la sua gratitudine:
Srivaddhanaprabha ha sempre
creduto in me, quando si è come
lui potrebbe essere facile farsi
trascinare da soldi e fama, ma
lui non era così, aveva tutto,
ma non voleva farlo pesare".
"PER KHUN VICHAI"
- Nello stile
consono al suo grande Patron il
Leicester comunica sul proprio
sito ufficiale che offrirà la
colazione e regalerà una
speciale t-shirt commemorativa
dell’ex presidente ai tifosi che
partiranno per la trasferta di
Cardiff dove a distanza di una
settimana dalla sciagura il
Leicester tornerà sul terreno di
gioco per disputare un incontro
di campionato. Tutti i
calciatori scendono in campo
indossando magliette con la foto
e la dedica in memoria del
proprio Presidente. "Scendiamo
in campo per renderlo orgoglioso
di noi" proclama Jamie Vardy.
Nel riscaldamento prima della
gara sfoggiano una divisa
commemorativa con il suo volto
davanti e la scritta "Khun
Vichai, sarai sempre nei nostri
cuori" sulla schiena. Tante le
bandiere thailandesi che
sventolavano in tribuna. Prima
della partita è osservato il
commosso raccoglimento di
squadra e staff al completo
riunito a centrocampo. L’unico
goal dell’incontro lo segna
Demarai Gray per il Leicester al
55' mostrando per esultanza una
maglietta con la scritta "Per
Khun Vichai" e non curandosi
dell’ammonizione cinicamente
regolamentare dell’arbitro. Un
giallo annunciato mai come
questa vittoria. La settimana
dopo, per la prima partita in
casa dopo la tragedia contro il
Burnley, giungeranno in un "King
Power Stadium" gremito in ogni
ordine di posto tante vecchie
glorie delle "Foxes" per onorare
la memoria di Khun Vichai. Fra
questi Claudio Ranieri, Esteban
Cambiasso, Nigel Pearson, Craig
Shakespeare. Sfileranno davanti
alla folla, salutandola prima di
accomodarsi in tribuna per
assistere alla partita dopo aver
applaudito il video di
commemorazione del Presidente
proiettato sui maxischermi dello
stadio.
I FUNERALI
- Si celebrano sette giorni
dopo la morte in un tempio
buddista di Bangkok con una
cerimonia di sepoltura lunga
una settimana i funerali di
Vichai Srivaddhanaprabha.
Nei primi 3 giorni i riti di
purificazione con l'acqua
donata dal re thailandese.
Musicisti accompagnano con
il flauto e altri strumenti
il rito del bagno della
salma (un amico di famiglia
ha riferito che Vichai non
fu divorato dal fuoco come
le altre vittime
dell’incidente) mentre i
monaci buddisti recitano le
preghiere tratte dai testi
religiosi. Al primogenito
Aiyawatt tocca l’onore e
l’onere di sovraintendere in
prima persona le esequie,
adesso che ha rilevato la
gestione della King Power e
di tutte le altre società
paterne, compreso il
Leicester (con il resto
della famiglia). Le
cerimonie sono rigorosamente
private. Possono accedervi
soltanto parenti, amici e
politici thailandesi (300 in
tutto). Stampa e pubblico
restano fuori. Dopo le
esequie la salma viene
custodita per 100 giorni
prima della cremazione e
successivamente le ceneri
riposte in una urna
ottagonale. Un onore
concesso dal Re della
Thailandia, secondo la
tradizione, solamente agli
alti funzionari dello Stato
o a quei cittadini di
rilievo sociale che hanno
dedicato l’esistenza al bene
del paese (Vichai fece anche
l’ambasciatore). Alcuni
giocatori (Kasper
Schmeichel, Wes Morgan e
Jamie Vardy) hanno raggiunto
Bangkok (distante quasi 14
mila chilometri) con
l’allenatore Claude Puel per
parteciparvi.
LE INDAGINI
- Mestamente chiusi i riti di
commiato delle vittime prosegue
la perizia tecnica sul tragico
evento del 27 ottobre 2018.
L'AAIB (l’Air Accidents
Investigation Branch che nel
Regno Unito si occupa degli
incidenti aeronautici analizza
per prima cosa la scatola nera,
scoprendo un’anomala
oscillazione verso destra
dell’elicottero nonostante i
pedali spinti dal pilota
indicassero un comando per la
parte opposta. Questo certifica
un problema al sistema di
controllo del rotore di coda
(fondamentale strumento di
stabilità che compensa il
movimento generato dal rotore
principale) alle 20.17,
raggiunti 320 piedi di altezza
sopra il cerchio di centrocampo.
L’Easa (Agenzia europea per la
sicurezza del volo) si allarma e
ordina controlli a tappeto su
tutti i rotori di coda degli
elicotteri AW169/AW189 e modelli
similari. L'esame forense
proseguirà sulla carcassa e sui
rottami dell’aeromobile
ricoverati nella sede dell'AAIB
a Farnborough, nell'Hampshire.
In prima battuta i periti
scopriranno da subito (a
conferma della scatola nera) che
l’incidente all'AW-169 Augusta
Westland fu causato dalla
meccanica: una semplice vite
allentata che mandò in avaria il
sistema di controllo del rotore
di coda comandato dalla
pedaliera facendo perdere
stabilità ed equilibrio
all’elicottero in volo che roteò
vorticosamente su sé stesso
prima di schiantarsi al suolo.
In queste condizioni risulta
impossibile anche per il più
esperto dei piloti mantenerlo in
quota o tentare un atterraggio
di fortuna. Scartate
definitivamente le ipotesi di un
drone risucchiato dalle pale del
mezzo, dell’evento atmosferico o
dell’errore umano. Nel rapporto
scritto della perizia si legge
testualmente: "I pedali di
imbardata nella cabina di guida
sono collegati al sistema di
controllo del rotore di coda
mediante un cavo flessibile che
scorre su cuscinetti a sfera
all’interno di un involucro
esterno. Il sistema di controllo
del rotore di coda è stato prima
ispezionato sul luogo
dell’incidente scoprendo che il
meccanismo della leva di
ingresso non era collegato
all’albero di controllo. Il
perno, i distanziali e uno dei
cuscinetti di centraggio
mancavano dalla leva. Il dado di
bloccaggio e il supporto del
perno sono stati trovati
allentati nella carenatura del
rotore di coda ed erano uniti
insieme (dovrebbero essere
componenti separati)". Dalla
successiva tomografia
computerizzata realizzata con lo
scanner sui componenti fallati
(i cuscinetti duplex del rotore
di coda) sono apparse "fratture
alle gabbie dei cuscinetti e
danni significativi sulla
superficie delle piste interne
del cuscinetto".
MEMORIA e FUTURO
- Si erano radunati tutti
insieme sul campo dove Vichai
aveva scritto una delle storie
più entusiasmanti del football
di ogni tempo. Nel silenzio
palpabile il dolore vivo dei
familiari più stretti, nel
cerchio della squadra in tuta
nera disposta attorno al cerchio
del centrocampo. Lacrime, ma
contegno non disperazione. Al
bordo del campo lo staff al
completo e gli impiegati del
club. Non mancava nessuno. Il
figlio e la moglie di Vichai che
avanzano muti con una corona di
fiori a deporla al centro del
campo, poi l’abbraccio con
tutti. Intanto dalla tifoseria
parte sul web una petizione per
chiedere alla società
l’intitolazione del King Power
Stadium a Khun Vichai. Una idea
gradita anche alla famiglia, in
particolare al vicepresidente
Aiyawatt Srivaddhanaprabha che
incontrerà l'amministratore
delegato della società Susan
Whelan per parlarne. Un
portavoce della King Power
dichiara alla stampa: "Ciò che è
importante ora è dare tempo al
dolore per Srivaddhanaprabha,
King Power e Leicester City. A
tempo debito pubblicheremo i
dettagli del memoriale, siamo
toccati dal grande afflusso di
pubblico con sostegno e
condoglianze. Il King Power
Stadium è già una celebrazione
degli affari di successo di Khun
Vichai e saremmo aperti, con la
famiglia, il club e la
consultazione dei tifosi, a
discutere un cambio di nome in
onore di Khun Vichai. Siamo a
conoscenza delle petizioni che
cercano questo tipo di
cambiamento, nonché di una
statua nel club e discuterà
tutti questi desideri con la
famiglia Srivaddhanaprabha e la
squadra di calcio". Stefan
Guillou, fautore della petizione
online, intervenendo alla
trasmissione SPORTbible ha
detto: "Senza quest'uomo,
probabilmente Leicester non
avrebbe mai vinto la Premier
League, non sarebbe stato uno
dei club più accoglienti in
circolazione, a parte le
battute, non provo mai alcun
dolore per i sostenitori di
Leicester quando sono in giro
con la mia maglia United e credo
che sia dovuto all'atmosfera e
alla famiglia che è stata creata
all'interno di questa squadra di
calcio. Rinominare il club in
suo onore sarebbe un modo giusto
per ringraziare quest'uomo per
aver riportato la vita nel
Leicester City FC". Di certo il
nuovo centro per gli allenamenti
da 88milioni di euro (500 posti
e 12 campi) progettato sarà
intitolato a Vichai. Aiyawatt
Srivaddhapaprbha che ha scelto
di continuare la mission del
padre scrive una lettera di
ringraziamento a tutti per il
sostegno affettivo ricevuto:
"Voglio ringraziare tutti quanti
dal profondo del cuore per il
loro incredibile supporto.
Quello che è successo mi ha
fatto capire quanto mio padre
fosse importante per tante
persone in tutto il mondo e sono
molto toccato da quanta gente lo
portasse nel cuore. Sono
estremamente orgoglioso di avere
un padre così straordinario. Da
lui ho ricevuto in eredità la
grande missione di andare avanti
ed è quello che intendo fare. So
che riceverò l'appoggio di cui
ho bisogno per portare a termine
la missione e sono estremamente
grato per tutti i messaggi e le
parole gentili. Da sempre mio
padre mi ha insegnato ad essere
forte e a prendermi cura della
famiglia. Lui mi insegnava le
cose attraverso l'esempio, la
vita, e non le faceva mai
sembrare lezioni. È stato il mio
mentore e il mio modello. Oggi
mi ha lasciato con questa
eredità e io farò tutto quanto
in mio potere per portare avanti
la sua visione e i suoi sogni.
Io e la mia famiglia vogliamo
ringraziare tutti per le belle
parole e i pensieri a noi
dedicati in questo momento così
difficile. Mi manchi papà, con
tutto il cuore". Ad agosto del
2018 il fratello minore Apichet
è nominato suo vicepresidente
mentre Aiyawatt è ufficialmente
il nuovo plenipotenziario del
club: "Migliorare il club era il
sogno di mio padre.
È
un sogno di tutti noi e sarà un
onore per me guidare la società
nel suo inseguimento".
RISARCIMENTI
- La famiglia di Nusara
Suknamai, a un anno dalla morte
della giovane, sporge causa ai
nuovi proprietari del Leicester,
chiedendo un risarcimento danni
di 7,9 milioni di sterline (9
milioni di euro). Gli avvocati
sostengono che al momento erano
stati offerti soltanto i soldi
per il funerale buddista della
ragazza, donati ai monaci (2mila
sterline) e rifiutate due
offerte non ritenute congrue di
20.100 e 40.200 sterline. Il
processo è fissato a Bangkok nel
novembre 2019.
IL GIARDINO
- In occasione del primo
anniversario dalla scomparsa di
Khun Vichai e delle altre 4
vittime del suo elicottero
precipitato, la società inaugura
un Parco Memoriale sul luogo del
disastro, denominandolo "Vichai
Srivaddhanaprabha Memorial
Garden". Le motivazioni sono
spiegate alla stampa da Susan
Wheelan, Direttore Generale del
Club: "Una gestione adeguata e
rispettosa della zona
dell'incidente è qualcosa che
abbiamo tenuto in grande
considerazione in questi 12
mesi. Tifosi e visitatori hanno
mostrato un rispetto impeccabile
durante i nostri primi sforzi
per proteggerla e ora siamo in
grado di confermare le nostre
intenzioni per quell'area. Dalla
scena di una tragedia miriamo a
costruire qualcosa di pacifico,
qualcosa di commovente e
qualcosa di bello, nel quale i
sostenitori di oggi e delle
generazioni future possano
ricordare ciò che la visione di
un uomo ha fatto per questo
club. Il Vichai
Srivaddhanaprabha Memorial
Garden sarà l'ultimo di una
serie di omaggi duraturi che
faranno parte dell'eredità
lasciata da Khun Vichai".
LA STATUA
- Non solo il giardino, ma verrà
innalzata anche una statua di
bronzo fuori allo stadio per
rendergli memoria. Il progetto,
annunciato quasi subito a furor
di popolo, viene messo su carta
e presentato come istanza di
pianificazione al Consiglio
comunale della città nel 2020.
L’opera scultorea alta 2,7 metri
sarà eretta su un piedistallo di
pietra blu di 2 metri con il
logo della Fondazione Vichai
Srivaddhanaprabha (ente di
beneficenza del club) e una
targa con le informazioni sulla
statua. Di notte verrà
illuminata da una colonna di
faretti di 8 m, installata a
circa 4,5 m di distanza. La
pavimentazione sulla quale si
poserà includerà opere d'arte e
14 piastrelle LED incassate.
Nella presentazione al disegno
si legge: "Le proposte
riflettono gli sforzi del club
per migliorare la sfera pubblica
attorno al King Power Stadium e
per creare un punto focale
attraente e coinvolgente che
mira sia a rispettare l'eredità
di Vichai Srivaddhanaprabha che
a migliorare l'esperienza
complessiva per i tifosi che
visitano il King Power Stadium".
Nel 2018 il nuovo presidente
Aiyawatt aveva detto: "Non
saremo mai in grado di ripagare
quello che ha fatto per noi -
per me come suo figlio, noi come
sua famiglia, tutti collegati a
Leicester City e oltre - ma ci
impegniamo a onorare la sua
memoria e a sostenere la sua
eredità. La nostra continua
crescita come club, il nostro
nuovo campo di allenamento
all'avanguardia e la nostra
prevista espansione dello stadio
aiuteranno a realizzare la sua
visione per Leicester City".
"LA VOLPE e DAVIDE"
(L’ULTIMA FAVOLA DI VICHAI)
- Davide Lorenzo, 24 anni,
vorrebbe fare il calciatore
professionista. È cresciuto nei
pulcini del Torino, poi a 12
anni passato alle giovanili
della Juventus fino alla serie C
norvegese nel ruolo di
attaccante. Le ha tentate tutte,
pur di vivere quel sogno da cui
si sveglia un giorno,
trasferendosi a Nizza per stare
accanto a Noemi, la sua
fidanzata. Lavora come cameriere
alla "Petite Maison", uno dei
ristoranti più in voga della
città dove bazzica gente famosa,
anche personaggi del mondo del
calcio come Mino Raiola o
Maxwell. A volte, proprio quando
sono inattesi, la vita compie i
miracoli più volte invocati.
Mentre è al lavoro, essendo
appassionato anche di Premier
League, riconosce subito il
Presidente Vichai
Srivaddhanaprabha e si avvicina
a prendere le ordinazioni al suo
tavolo. In attesa
dell’antipasto, ne approfitta
per raccontargli con passione
tutte quelle occasioni e i
fallimenti della sua breve, se
pur promettente, carriera di
calciatore in giro per l’Europa
(Malta, Norvegia, Belgio e
Svizzera). E persino del
tentativo nei Cosmos di Pelè e
Chinaglia a New York. Il ragazzo
è sveglio e intraprendente,
tramite un conoscente arriva
persino a Patrick Viera che lo
accoglie in ufficio ma non può
favorirlo in nessun modo, dato
che in America non s’investe mai
nei giovani, ma soltanto nelle
star del calcio. E così il visto
turistico scade e deve rientrare
in Italia dove rifiuta una
proposta dalla Grumellese in
Serie D. Quindi la partenza per
la Francia, nel 2017, dove
incominciò (con il grande
vantaggio di conoscere 4 lingue)
come agente in una società
finanziaria, prima di quel
fatidico ristorante. Una di
quelle tipiche storie che
normalmente si esaurisce
educatamente con un tiepido
saluto o la stereotipata finta
promessa, ma che in questo caso,
invece, si tramuta in una vera
favola a lieto fine dove brilla
per purezza la moralità di
questo grande uomo dai modi
gentili e dal cuore grande. E
così accadde che Davide tre
giorni dopo la cena del Khun si
trova sul prato verde di
Leicester fianco a fianco di
Jamie Vardy in un sogno più
grande di lui. Vichai, al
termine del racconto, gli
prospetta di giocare in
Thailandia o in Belgio da
professionista, ma Davide
risponde che prima sarebbe
dovuto tornare in forma
fisicamente per esserne
all’altezza. Colpito dalla
tenacia, dalla serietà e
dall’ambizione del giovane gli
spara sorridendo una proposta
secca: "Vieni ad allenarti al
Leicester". Fu accolto con molta
disponibilità anche
dall’allenatore della prima
squadra Puel che lo incoraggiò a
intraprendere il percorso:
"Continua ad allenarti e
metterti in forma". Un giocatore
che conosce bene l’italiano lo
aiuta ad entrare in sintonia con
lo spogliatoio: "Benalouane mi
ha portato subito a cena fuori
già la prima sera, con Adrien
Silva, Mendy e Pereira. Io ero
contento, ma dentro di me non
vedevo l'ora di iniziare ad
allenarmi". Purtroppo dopo il
sogno che si realizza piomba
nella sua vita l’incubo della
morte del suo mentore di cui
resta viva la promessa fatta
sulla fiducia in quel ristorante
da ripagare di forza, coraggio e
determinazione per legittimare,
dopo i primi due mesi faticosi
del "provino", la firma di un
contratto da professionista.
Così racconta la sua favola il
giovane italiano: "È difficile
incontrare una persona che ti
svolta la vita senza chiederti
nulla in cambio. Era un uomo
generoso. Forse per lui non ha
fatto nulla, ma si è comportato
allo stesso modo anche con Vardy
e con altri ragazzi". Racconta,
poi, la vicenda: "Quella sera
eravamo in pochi a lavoro.
Arrivò Srivaddhanaprabha e io mi
precipitai subito al suo tavolo.
Quando gli portai l'acqua già
avevo raccontato tutta la mia
storia". In sintesi, questa:
"Nel Rivoli Calcio,
successivamente Silvano
Benedetti mi portò al Torino e a
12 anni andai alla Juve. Mi
voleva il Pescara in Primavera,
io bruciai i tempi e andai al
Cuneo in C2. Lì le cose andarono
male e scesi in D, poi iniziai a
viaggiare: Malta, Norvegia, la B
Svizzera... Mi proposero anche
di andare ai New York Cosmos, ma
quando arrivai cambiò tutto e
non se ne fece più niente". E su
Patrick Vieira: "Mi proposi
quando allenava i New York City,
ma i posti extra erano riservati
ai top come Giovinco e Pirlo".
Poi la scelta di Nizza: "A Nizza
ho lavorato prima per una
società finanziaria poi come
cameriere. E nel frattempo mi
allenavo con una società
dilettante". Poi l’incontro con
Vichai: "Lui mi propose di
andare a giocare in Thailandia o
in Belgio, ma gli dissi che
prima dovevo mettermi in forma.
Così mi invitò ad andare a fare
un provino con il Leicester per
allenarmi. Sono stato l'ultimo a
vedere il presidente. Ero in
tribuna durante la gara con il
West Ham, avevamo appuntamento
per fare il punto sulla mia
situazione. Dopo esserci visti
l'ho accompagnato all'ascensore
e me ne sono andato. Poi sono
uscito dallo stadio e ho sentito
il botto. Sono subito corso a
vedere, ma avevo già capito...".
Un fendente al cuore, la perdita
di un secondo padre…
FontI: Ansa.it -
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