Le vittime sono rimaste
soffocate o schiacciate contro
le reti di protezione
Guatemala, inferno allo
stadio
Ressa per entrare: 79
morti, 127 feriti
CITTA' DEL GUATEMALA - è
una delle tragedie più gravi mai
avvenute nella storia del
calcio: 79 persone morte - tra
cui 15 bambini - e 127 feriti. E
tutto per una rissa fra tifosi
ubriachi che cercavano di
entrare allo stadio nazionale di
Città del Guatemala, con
migliaia di persone accalcate in
un passaggio allo sbocco di una
gradinata del Mateo Flores. La
maggior parte delle vittime è
morta soffocata o schiacciata
contro alcune griglie di
protezione mentre la gente
faceva ressa per entrare nello
stadio dove doveva disputarsi un
incontro tra la selezione
nazionale e quella della Costa
Rica, valevole per la
qualificazione ai Mondiali di
calcio del 1998. "Circa 30
minuti prima dell'inizio della
partita fuori dallo stadio si
trovavano alcune migliaia di
tifosi che non volevano perdersi
l'opportunità di assistere
all'incontro - ha spiegato
Augusto Munoz, ufficiale dei
vigili del fuoco della capitale.
Una zuffa fra ubriachi ha
causato una valanga umana che ha
esercitato una forte pressione
sui cancelli". Il responsabile
ha anche detto che "la
maggioranza delle vittime
presentano ogni genere di
frattura, al corpo e al cranio".
Il presidente del Guatemala
Alvaro Arzù, che si accingeva ad
assistere all'incontro insieme
al collega costaricano José
Maria Figueres, ha
immediatamente ordinato la
sospensione dell'incontro, ha
chiesto un
minuto di silenzio,
annunciando tre giorni di lutto
nazionale per l'accaduto.
Successivamente, è sceso sul
terreno di gioco dove venivano
via via distesi i cadaveri delle
vittime. Il presidente Figueres,
invece, è stato portato via
dalle forze di sicurezza del suo
Paese. Dietro alla tragedia, che
in dieci minuti ha trasformato
un'occasione di gioia ed
entusiasmo in un incubo di
dolore, pare ci sia stata anche
una vendita di biglietti
superiore alle capacità dello
stadio. Il Mateo Flores è stato
costruito per 45 mila posti ma,
secondo i pompieri, almeno 55
mila persone si erano già
assiepate sugli spalti prima
dell'inizio dell'incontro. Le
altre premevano dall'esterno.
Sotto la pressione della folla,
una delle porte situate al di
sopra delle gradinate nel
settore Sud, quello più
popolare, ha ceduto. La gente è
dilagata schiacciando contro i
cancelli di protezione chi già
si trovava nelle gallerie. Il
prato dello stadio si è subito
trasformato in un'infermeria a
cielo aperto. "Profondo
cordoglio" per le vittime, i
feriti e i loro cari è stato
espresso da Giovanni Paolo II,
in un telegramma a mons. Victor
Hugo Martinez Contreras, facente
funzione di presidente della
conferenza episcopale del
Guatemala. Il Papa, si legge nel
messaggio, "ha appreso con
profondo dolore la notizia dei
drammatici incidenti accaduti
nello stadio nazionale Mateo
Flores, che hanno trasformato
una giornata destinata ad essere
una festa sportiva ed un
pacifico incontro tra popoli
fratelli in dolorosa tragedia,
con il desolante bilancio di
tanti morti e feriti, che hanno
gettato nel lutto numerose
famiglie". Nell'esprimere il
proprio cordoglio, la Fifa,
organo di governo del calcio
mondiale, ha affermato che
all'origine del disastro
potrebbe anche esserci la
diffusione di biglietti falsi.
(Ansa-Agi)
18 ottobre 1996
Fonte: La Stampa
Guatemala, strage per la
nazionale
La folla sfonda i
cancelli dello stadio: travolte
decine di tifosi. L'incontro con
il Costarica era valevole per la
qualificazione ai Mondiali '98.
Gli organizzatori messi sotto
accusa: "Violate le norme di
sicurezza, avete stampato troppi
biglietti". Anche la Fifa
prepara un’inchiesta.
CITTA' DEL GUATEMALA -
La folla ondeggiava
paurosamente, si accalcava,
spingeva per entrare sulle
gradinate dello stadio "Mateo
Flores": e all’improvviso, un
passaggio d'accesso agli spalti
ha ceduto e la ressa è uscita da
ogni controllo. "Eravamo
davanti, una massa di persone mi
è caduta addosso, mi è passata
sopra, ha raccontato uno dei
feriti. La gente ha cominciato a
spingere contro quelli che erano
sotto". Come un fiume in piena.
In pochi attimi la partita
Guatemala-Costarica, valevole
per la qualificazione ai
Mondiali del 1998, si è
trasformata, prima ancora del
fischio d’inizio, in una delle
più gravi tragedie avvenute nel
mondo del calcio. Almeno 79
persone (altre fonti parlano di
82) sono morte e altre 125 sono
rimaste ferite, una cinquantina
sono gravissimi, mercoledì sera
a Città del Guatemala: per la
maggior parte le vittime sono
rimaste soffocate o schiacciate
contro i cancelli di protezione
del campo. I corpi, molti dei
quali orribilmente straziati,
sono stati allineati sul campo
di gioco; sulle gradinate
c’erano brandelli di vestiti;
nella massima confusione la
gente tentava di rintracciare
amici e parenti. Il presidente
del Guatemala Alvaro Arzù, che
si trovava nello stadio per
assistere all’incontro con il
suo omologo del Costarica Jose'
Maria Figueres, visibilmente
scosso è sceso in mezzo al campo
e con un microfono ha detto:
"Questa è la più grande tragedia
del nostro Paese". E quando ha
annunciato la sospensione della
partita e la proclamazione di
tre giorni di lutto nazionale,
dalle tribune si è levato un
lungo applauso. Subito è
cominciata la caccia ai
responsabili. Primi a essere
messi sotto accusa sono gli
organizzatori della
manifestazione. Secondo una
prima ricostruzione, infatti, la
tragedia sarebbe stata
probabilmente provocata da una
vendita di biglietti superiore
alle capacità dello stadio, che
è di 45 mila persone. Secondo i
pompieri, nel "Mateo Flores",
costruito negli anni 40, già
un’ora prima di Guatemala
Costarica si erano assiepate più
di 55 mila persone. E altre 20
mila premevano all’esterno.
Sotto la spinta della folla, una
delle porte situate nel settore
sud delle gradinate, quello più
popolare, ha ceduto. La gente è
dilagata schiacciando contro i
cancelli chi già si trovava
nelle gallerie d’ingresso. E il prato dello stadio, da campo di
gioco, si è dovuto trasformare
in un’infermeria a cielo aperto.
Fonti sanitarie hanno detto che
74 persone, tra cui molte donne
e una quindicina di bambini,
sono morte già all’interno dello
stadio, le altre durante il
tragitto verso l’ospedale.
Secondo Anibal Augusto Munoz,
ufficiale dei vigili del fuoco
della capitale, all’origine di
tutto vi sarebbe una zuffa fra
tifosi ubriachi che volevano a
tutti i costi entrare nello
stadio per assistere alla
partita: "Hanno causato la
valanga umana che ha poi
esercitato una forte pressione
sui cancelli". Ma non mancano le
accuse nei confronti degli
addetti alla sicurezza, che,
accortisi della tragedia, hanno
aperto le uscite di emergenza
per far defluire verso l’esterno
i tifosi, oltre che per prestare
le prime cure ai feriti: troppo
tardi, però, secondo i
testimoni. La radio "Corporacion
deportiva" ha riferito che la
polizia ha arrestato cinque
persone, trovate in possesso di
migliaia di biglietti falsi. La
tragedia ha suscitato profonda
commozione anche fra i
calciatori. Il difensore
guatemalteco Marlon Ivan Leon è
scoppiato a piangere. "Cosa
importa ora il calcio ?", si è
chiesto l’allenatore della
squadra di casa, Horacio
Cordero, mentre i giocatori del
Costarica si abbracciavano in
mezzo al campo. Il segretario
generale della Confederazione
calcio del Nord e Centro America
e dei Caraibi, Chuck Blazer, che
da New York ha seguito la
tragedia alla tv in lingua
spagnola, ha preannunciato che
la Fifa aprirà un’inchiesta.
Joseph Blatter, segretario
generale della stessa
Federazione internazionale,
commentando la tragedia di Città
del Guatemala, ha affermato che
le reti dovrebbero sparire dai
campi: "Mi sono sempre opposto
alle recinzioni, sono per le
bestie e per i prigionieri, non
per il calcio", ha detto Blatter
in un’intervista alla radio
tedesca. E tra i messaggi di
condoglianze al governo
guatemalteco spicca quello di
papa Giovanni Paolo II, che si è
detto "profondamente
rattristato" per quanto
avvenuto.
18 ottobre 1996
Fonte: Corriere della
Sera
Calpestati dalla folla
Massacro allo stadio
CITTA' DEL GUATEMALA -
Una zuffa fra tifosi ubriachi -
che volevano a tutti i costi
entrare nello stadio "Mateo
Flores" per vedere la partita di
calcio fra Guatemala e Costarica
- è stata all’origine di un
tragico fuggi fuggi generale che
mercoledì a Città del Guatemala
ha causato la morte di 78
persone, fra le quali almeno 15
bambini, e il ferimento di altre
127 (50 delle quali sono ancora
in gravi condizioni). Ieri, nel
corso di una conferenza stampa,
Anibal Augusto Munoz, ufficiale
dei vigili del fuoco della
capitale ha ricostruito la
tragedia spiegando che circa 30
minuti prima dell’inizio
dell’incontro fuori dallo stadio
si accalcavano migliaia di
persone che non volevano
rassegnarsi all’ipotesi di non
poter assistere al match valido
per le qualificazioni ai
mondiali di Francia '98. Una
partita assai sentita dalla
tifoseria e per la quale erano
stati venduti 45 mila biglietti
nonostante il "Flores" abbia una
capienza di soli 36 mila posti.
E allora sono cominciate le
spinte che hanno finito con lo
schiacciare contro i cancelli
dello stadio decine e decine di
persone. "Una lite fra gente che
aveva bevuto troppo - ha detto
Munoz - ha causato una valanga
umana che ha avuto le
conseguenze in termini di morti
e feriti di un terremoto". In
tribuna d’onore c’era anche il
presidente del Guatemala Alvaro
Arzù insieme al collega
costaricense José Maria
Figueres. Arzù ha immediatamente
ordinato la sospensione
dell’incontro, è sceso sul
terreno di gioco dove venivano
via via distesi i cadaveri e ha
poi proclamato tre giorni di
lutto nazionale. La maggior
parte dei feriti che hanno
riportato ogni genere di
fratture sono già stati dimessi.
Tra i tanti messaggi di
condoglianze inviati al governo
guatemalteco spicca quello di
papa Giovanni Paolo II, che si è
detto "profondamente
rattristato" per quanto
avvenuto. Joseph Blatter,
segretario generale della Fifa,
ha dato invece la colpa alle
recinzioni che dovrebbero
sparire dai campi: "Mi sono
sempre opposto alle recinzioni,
sono per le bestie e per i
prigionieri e non certo per il
calcio", ha detto Blatter in
un’intervista alla radio
tedesca.
18 ottobre 1996
Fonte: Repubblica
Tragedia 1996 al Mateo
Flores
Strage allo stadio in
Guatemala Federcalcio accusata
di omicidio
CITTA' DI GUATEMALA - La
procura generale del Guatemala
ha formalmente accusato il
presidente della federazione
Rolando Pineda Lam e altre 9
persone di "omicidio e lesioni
colpose" in relazione alla
tragedia avvenuta in ottobre
allo stadio Mateo Flores della
capitale. La catastrofe si compì
prima dell'inizio dell'incontro
fra il Guatemala e la Costarica,
per le eliminatorie mondiali. In
un settore si verificò una ressa
che causò la morte per asfissia
di 83 spettatori e il ferimento
di altri 120. Dall'inchiesta è
emerso che allo stadio erano
entrati 60.000 spettatori,
contro i 45.000 che ne poteva
contenere. Dopo la tragedia, la
Fifa dispose la chiusura
dell'impianto, non ancora
riaperto. Fu per questo motivo
che numerosi match casalinghi
del Guatemala nelle
qualificazioni a Giappone/Sud
Corea 2002 furono giocati a
Quetzaltenango e Mazatenango,
gli altri due impianti
guatemaltechi della Monster Cup.
25 gennaio 1997
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
CALCIO NEWS
GUATEMALA - La procura
Generale del Guatemala ha
accusato formalmente il
presidente della federazione
Rolando Pineda Lam e altre 9
persone di "omicidio e lesioni
colpose" in relazione alla
tragedia avvenuta lo scorso
ottobre allo stadio Mateo Flores
della capitale. 83 persone
rimasero uccise e 120 ferite,
questo il bilancio della
tragedia verificatasi in un
settore dello stadio prima
dell’incontro tra la
rappresentativa locale e il
Costarica. La partita era valida
per le eliminatorie della Coppa
del Mondo. Lo stadio non è stato
ancora riaperto.
25 gennaio 1997
Fonte: La Repubblica
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