La
tragedia è avvenuta poco prima
del derby di Soweto. Decine di
tifosi schiacciati contro le
recinzioni.
Terrore allo stadio 43 morti a
Johannesburg
JOHANNESBURG - L'incubo
dell'Heysel è tornato a vivere.
Stasera, in uno stadio di
Johannesburg, dove migliaia di
persone erano andate a vedere il
calcio ma si sono trovate di
fronte la morte. Hanno assistito
impotenti alle stesse scene di
disperazione di quel drammatico
29 maggio 1985, a quella stessa
violenza che diventa paura e poi
panico. Il bilancio non è ancora
ufficiale, ma ormai sembra
accertato che sono 43 le vittime
della tragedia dell'Ellis Park,
dove ieri sera si sarebbe dovuto
giocare il derby tra le due
squadre più popolari di Soweto,
i Kaizer Chiefs e gli Orlando
Pirates. I feriti sono oltre una
cinquantina, alcuni in gravi
condizioni. La tragedia è
avvenuta prima dell'inizio della
partita. Un match sentito, che
attira ogni anno migliaia di
persone. Troppe. Quest'anno
fuori dai cancelli c'erano
120.000 tifosi. Ma solo per
68.000 lì dentro c'era un posto
a sedere. Gli altri però non si
sono arresi. E hanno tentato di
entrare comunque. Spingendo
sempre più forte contro le
recinzioni che difendevano gli
ingressi. Quando la polizia è
intervenuta, e ha cominciato a
gettare lacrimogeni, ormai era
troppo tardi. A terra c'erano
decine di corpi. E man mano che
passavano i minuti se ne
trovavano altri. Nel frattempo
gli elicotteri arrivavano sullo
stadio per portare in salvo le
decine di feriti. Il derby di
Soweto conferma di essere una
partita maledetta. Dieci anni fa
durante una gara amichevole tra
Kaizer Chiefs e gli Orlando
Pirate ci furono altri morti. In
quel caso fu una decisione
arbitrale a scatenare la rissa:
42 persone persero la vita,
mentre altre 50 rimasero ferite.
Ma l'incidente negli stadi che è
più forte nel ricordo degli
italiani, resta la strage
dell'Heysel. A Bruxelles si
giocava la finale di Coppa dei
Campioni, tra Juventus e
Liverpool. Poco prima della
partita gli hooligans inglesi
caricarono i tifosi italiani.
Anche in quei casi si assistette
a terribili scene di panico, a
momenti di terrore. Centinaia di
tifosi rimasero schiacciati
contro le recinzioni. A morire,
quella sera, furono 39 tifosi,
quasi tutti italiani.
11 aprile 2001
Fonte: Repubblica.it
Tragedia in Sudafrica:
mega ressa allo stadio, 47 morti
Volevano entrare in 120
mila: lo stesso derby
Orlando-Kaizer aveva provocato
42 vittime dieci anni fa.
JOHANNESBURG (Sudafrica)
- Sono 47 (ma il numero potrebbe
essere destinato a crescere) le
vittime della follia per il
calcio che si è scatenata fuori
dallo Stadio Ellis Park di
Johannesburg, che doveva
ospitare il derby tra le due
squadre più popolari di Soweto,
i Kaizer Chiefs e gli Orlando
Pirates. E lo sport si è
trasformato un’altra volta in
tragedia. Morti per passione.
Schiacciati sul filo spinato che
difendeva gli ingressi.
Schiacciati per entrare a vedere
una partita in uno stadio che
era già strapieno. In 120.000 si
erano presentati allo stadio,
68.000 erano riusciti ad
entrare, e pare che fossero
stati venduti più biglietti di
quanti posti può contenere lo
stadio. Gli altri rimasti fuori
- più di trentamila - non hanno
rinunciato a entrare. Così hanno
cominciato a premere sempre di
più, finché non è scattato il
panico quando la polizia ha
cominciato a tirare lacrimogeni
con l’intento di disperdere la
folla. In 47 però non sono
riusciti a salvarsi e parecchi
sarebbero donne e bambini. Si
parla di 25 feriti negli
ospedali della città,
trasportati con gli elicotteri.
Le immagini della Sabc-Tv hanno
mostrato decine di corpi stesi
sul campo di gioco e fuori dalle
strutture dello stadio. Ed
intanto il portavoce dei Kaizer
Chiefs spiegava che la partita
era stata sospesa dopo 17 minuti
di gioco, che si doveva tornare
tutti a casa. Il ministro dello
Sport, Ngconde Balfour, ed il
sindaco di Johannesburg, Amos
Masondo, si sono alternati al
microfono per invitare tutti
alla calma. Il fatto inquietante
è che il derby tra Kaizer Chiefs
e Orlando Pirates già dieci anni
fa provocò 42 morti e 50 feriti.
Il 13 gennaio 1991 le due
squadre più famose del ghetto
nero di Soweto giocarono
un’amichevole nel piccolo stadio
Ernest Oppenheimer di Orkney,
una contestata decisione
arbitrale scatenò la rissa e
l’inferno. Il più recente dei
drammi si era verificato ancora
in Africa, il 9 luglio 2000,
quando 13 persone morirono
schiacciate dalla folla che
scappava di fronte ai
lacrimogeni lanciati dalla
polizia per sedare gli scontri
tra tifosi scoppiati durante
l’eliminatoria mondiale tra
Zimbabwe e Sudafrica. Tutti i
precedenti nel mondo - La
tragedia più grande il
20-10-1982: nello stadio Lenin
di Mosca morirono 340 persone
per il crollo di una balaustra
durante Spartak-Haarlem (coppa
Uefa). Superò i 320 morti (oltre
mille feriti) la battaglia del
'64 a Lima dopo che in un
Perù-Argentina era stato
annullato un gol ai padroni di
casa. Nella finale di coppa
Campioni del 29-5-1985,
Juve-Liverpool, gli hooligans
causarono 39 morti. Il 17-10-96
furono 89 i morti a Città del
Guatemala: in uno stadio da
45.000 posti si era lasciato che
ne entrassero 60.000. Il 15-4-89
a Sheffield fu la pressione dei
tifosi senza biglietto, e il
rifiuto della polizia di aprire
un cancello, a provocare 95
(Ndr: poi 96) morti e 180
feriti. L' 11-3-88 a Katmandu 80
persone persero la vita per una
grandinata che indusse il
pubblico a precipitarsi verso le
uscite. L' 11-5-1982 fu una
sigaretta mal spenta a provocare
l’incendio nello stadio in legno
di Bradford: 56 morti. Il crollo
di una tribuna provvisoria a
Bastia nel 1992 provocò 12
morti; il cedimento di una
transenna nel derby
Celtic-Rangers causò 66 morti il
3-1-71 a Glasgow.
12 aprile 2001
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
Johannesburg, strage
allo stadio
JOHANNESBURG - Il derby
era atteso: una sfida al vertice
fra i Kaizer Chiefs e gli
Orlando Pirates, due squadre di
Johannesburg, le più importanti
del campionato sudafricano. Ma
l’incontro di Ellis Park,
anziché in festa del calcio, si
è trasformato in tragedia.
Cinquanta persone, fra cui anche
ragazzi e donne, sono rimaste
uccise, schiacciate contro le
barriere di filo spinato da
tifosi che cercavano di entrare
allo stadio, e almeno altre
cinque sono in condizioni
critiche, nel reparto
rianimazione dell’ospedale. I
feriti in modo più leggero sono
almeno una trentina. Il disastro
ricorda in modo impressionante
la tragedia dell’Heysel a
Bruxelles, in occasione della
partita Juventus - Liverpool nel
1985, in cui rimasero uccise 39
persone. Dopo appena 17 minuti
di gioco, la partita è stata
sospesa. Ma a quel punto il
dramma si era compiuto: gli
elicotteri dei soccorsi
trasportavano i feriti
all'ospedale, visto che le otto
ambulanze inviate d' urgenza
assieme a due furgoni di
supporto medico d'emergenza
erano rimaste bloccate fra le
macchine dei tifosi. Intanto le
telecamere della tv locale Sabc
riprendevano immagini dei corpi
calpestati, ricoperti da
lenzuola. Secondo la Sabc,
all’origine del disastro c'è
l’imprudente vendita di troppi
biglietti rispetto alla capienza
dell’impianto sportivo: sarebbe
stata la rabbia degli esclusi,
che cercavano di entrare a tutti
i costi, a causare la tragedia.
Nello stadio c’era posto per 68
mila persone, mentre le società
avrebbero venduto 120 mila
biglietti. Inutile è stata anche
l’azione della polizia, che ha
cercato di ridurre alla ragione
i tifosi a suon di gas
lacrimogeni, ma non è riuscita a
domare i più esagitati. Il
direttore della squadra dei
Chiefs, Kaizer Motaung, ha
spiegato agli spettatori che
dopo la tragedia la società
aveva "l’obbligo morale di non
proseguire la partita, per
mostrare rispetto agli
scomparsi". Gli stessi
giocatori, ha aggiunto Motaung,
hanno chiesto di non giocare in
circostanze del genere:
l’incontro sarà disputato in
un’altra data, e i biglietti
saranno ancora validi. Il suo
collega dei Pirates, Irvin
Khoza, ha ricordato che un
incidente del genere era già
successo in occasione di un
altro derby fra le due squadre,
in quell' occasione allo stadio
Vaal Reefs, e ha chiesto scusa a
nome della sua società,
invitando i tifosi a lasciare
l’impianto senza violenza.
12 aprile 2001
Fonte: La Repubblica
Sudafrica, strage allo
stadio: 50 morti
di Massimo Alberizzi
Gli incidenti prima del
derby di Johannesburg. Troppi
biglietti, la gente calpestata e
spinta contro il filo spinato.
Si sono presentati in 120 mila
per il confronto tra i Kaizer
Chiefs e gli Orlando Pirates.
Una partita maledetta. Già dieci
anni fa per questa gara morirono
42 persone. La polizia ha
alimentato il panico lanciando
lacrimogeni. I feriti, quasi
250, portati sul campo e
soccorsi con gli elicotteri.
Un’altra tragedia in uno
stadio di calcio. Ieri sera in
Sudafrica almeno cinquanta
spettatori (ma il numero
potrebbe aumentare), che
volevano assistere a una partita
a Johannesburg, sono rimasti
uccisi calpestati dalla calca di
tifosi. Il numero dei feriti non
è chiaro ma i giornalisti della
South African Brodcasting
Corporation, il maggior network
radiotelevisivo del Paese,
contattati dal Corriere della
Sera, hanno parlato di almeno
duecentocinquanta persone
ricoverate negli ospedali di
Johannesburg. "Le ambulanze
stanno trasferendo corpi
all'obitorio - ha detto Mbaly
Mthethwa, la giornalista che
cura la cronaca cittadina della
Sabc nella sede centrale di
Johannesburg e stava coordinando
i reporter inviati sul luogo
della tragedia - e i feriti
affollano le sale d'aspetto
degli ospedali. Le fonti
ufficiali parlano di una
cinquantina di morti (erano
22.30 ndr) ma i nostri reporter
ci dicono che potrebbero essere
molti di più". La tragedia si è
consumata allo stadio Ellis
Park, che nel 1995 ha ospitato
la finale della Coppa mondiale
di rugby, prima dell’inizio
della partita di calcio tra le
due squadre più forti e popolari
di Johannesburg e del Paese: i
Kaizer Chiefs e gli Orlando
Pirates. Insomma una sorta di
Milan - Inter. Gli spalti del
campo sportivo erano già gremiti
di folla, più o meno 60 mila
persone, e altri 30 mila
spettatori in possesso di
regolare biglietto erano in
attesa di entrare fuori dai
cancelli. La gente che non
riusciva ad entrare, subito dopo
il calcio d' inizio, per paura
di perdere lo spettacolo, ha
incominciato a spingere
intrappolando i primi, che
avevano superato i cancelli,
contro il filo spinato ai bordi
del campo di gioco. Quando i più
deboli sono caduti sul selciato
il panico si è impadronito della
gente che ha cercato di
scappare. Nel fuggi fuggi
generale, per mettersi in salvo,
i tifosi terrorizzati si sono
fatti strada a gomitate
travolgendo i vicini e
calpestandoli una volta in
terra. "Crediamo che gli
organizzatori avessero venduto
più biglietti di quanti fossero
i posti - ha commentato Mbali - Quando è avvenuta la tragedia lo
stadio era già stracolmo di
tifosi. Quelli che volevano
entrare, e che avevano il
biglietto, non avrebbero potuto
essere materialmente contenuti
dagli spalti". A creare maggiore
scompiglio è stata anche la
reazione della polizia che, nel
tentativo di domare la
situazione, ha lanciato bombe
lacrimogene. È stato a quel
punto che la massa di tifosi ha
perso del tutto il controllo.
Molti hanno trovato una morte
atroce sotto i piedi degli altri
tifosi, altri sono spirati poco
dopo o negli ospedali o dentro
il rettangolo verde dove
parecchi dei feriti hanno
ricevuto le prime cure. Secondo
i testimoni interrogati dalla
Sabc le autoambulanze, rimaste
intrappolate nel traffico
attorno al campo sportivo, sono
arrivate a portare i primi
soccorsi con molto ritardo. Al diciassettesimo minuto di gioco
l’arbitro ha sospeso la partita,
la polizia ha tagliato le reti
spinate ai bordi del campo e la
gente si è riversata sul prato
per mettersi in salvo. Sull'
erba sono stati adagiati morti e
feriti. Dopo pochi minuti sono
arrivati anche medici e
infermieri che hanno raggiunto
lo stadio a piedi dopo aver
abbandonato auto e ambulanze in
mezzo al traffico. Sul campo si
sono posati anche alcuni
elicotteri che hanno evacuato i
feriti più gravi. In Sudafrica
appena due ore dopo la tragedia
sono stati messi sotto accusa i
responsabili della sicurezza del
campo. Tutti sapevano che le
partite tra i Kaizer Chiefs e
gli Orlando Pirates potevano
essere a rischio. Le strutture
sono assai limitate e il
contingente di polizia in
servizio allo stadio non era
stato rafforzato a sufficienza.
Nel 1991 durante una partita
amichevole tra le stesse due
squadre stato a Orkney una
cittadina a 200 chilometri da
Johannesburg, in un incidente
molto simile a quello di ieri
morirono 42 persone. I Kaizer
Chiefs e gli Orlando Pirates
sono i due club più seguiti del
Sudafrica. Antagonisti e rivali
le loro partite sono seguite da
decine di migliaia di tifosi.
12 aprile 2001
Fonte: Corriere della
Sera
Il calcio piange
un'altra strage
di Roby Smith
Derby di sangue a
Johannesburg, 43 morti.
JOHANNESBURG - Un altro
massacro in nome del calcio,
un'altra strage consumata allo
stadio: 43 morti, fra i quali
due bambini, e 58 feriti in un
gigantesco fuggi-fuggi
sviluppatosi dentro e fuori
l'Ellis Park Stadium di
Johannesburg prima e durante
l'attesissimo derby tra i Kaizer
Chiefs e gli Orlando Pirates,
squadre di Soweto divise da una
datata e accesissima rivalità.
Scene drammatiche, riprese in
diretta dalla televisione, per
le quali pare ci siano già dei
responsabili certi: gli
organizzatori della Premier
League sudafricana, colpevoli di
aver venduto molti più biglietti
dei posti disponibili sulle
tribune. Il massacro, tra
l'altro, rappresenta un
durissimo colpo per il
Sudafrica, che da anni è
impegnato con tutte le sue forze
nel tentativo di organizzare
un'edizione del Mondiale di
calcio. Sembrava ormai certo di
farcela per il 2006 ma venne
beffato per un solo voto dalla
Germania, ora tutti (compreso
Blatter, grande capo della Fifa)
lo davano per favorito per il
2010. Ieri sera, all'Ellis Park,
doveva andare in scena il match
più atteso dell'anno: biglietti
(troppi) già venduti e grande
schieramento di stampa e di
televisioni. Che, invece di
raccontare una partita, sono
state costrette ad aggiornare in
continuazione il bilancio di una
delle più gravi tragedie della
storia del calcio mondiale. La
mischia si è sviluppata
all'esterno dell'impianto,
quando la folla ha cominciato a
spingere per occupare spalti
ormai già gremiti: allo stadio
si erano presentati in 120 mila,
68 mila erano già riusciti ad
entrare. Gli altri non avevano
alcuna intenzione di rinunciare.
Sono rimasti fuori, hanno
cominciato a premere sempre di
più, finché non è scattato il
panico quando la polizia ha
cominciato a tirare lacrimogeni
con l'intento di disperdere la
folla. Molta gente si è trovata
intrappolata contro il filo
spinato che difendeva gli
ingressi ed è morta schiacciata.
Il caos è poi aumentato quando,
dopo pochi minuti di gioco, i
Pirates sono passati in
vantaggio. La Sabc-Tv ha diffuso
immagini di decine di corpi
senza vita allineati sul campo,
coperti da lenzuola. E intanto,
dopo 34' e sul punteggio di 1-1,
il portavoce dei Kaizer Chiefs
spiegava che la partita era
stata annullata, che si doveva
tornare tutti a casa. Il
ministro dello Sport, Ngconde
Balfour, e il sindaco di
Johannesburg, Amos Masondo, si
sono alternati al microfono per
invitare tutti alla calma. Alla
fine il macabro bilancio è stato
di 29 vittime all'interno dello
stadio e di 14 all'esterno. Il
derby Chiefs-Pirates già 10 anni
fa provocò 42 morti e 50 feriti.
Il 13 gennaio 1991 le due
squadre più famose del ghetto
nero di Soweto giocarono
un'amichevole nel piccolo stadio
di Orkney, una contestata
decisione arbitrale scatenò la
rissa e l'inferno. Ma la
tragedia numericamente più
grande resta quella del 20
ottobre 1982, quando nello
stadio Lenin di Mosca morirono
340 persone per il crollo di una
balaustra durante
Spartak-Haarlem di Coppa Uefa.
Un tragico record, che superò i
320 morti della battaglia
scoppiata nel '64 a Lima dopo
che in un Perù-Argentina era
stato annullato un gol ai
padroni di casa. Quello di
Johannesburg è disastro che
rimanda con la memoria
all'Heysel, alla notte di Coppa
Campioni del 29 maggio '85 che
scatenò gli hooligans perla
finale Juventus - Liverpool
provocando 39 morti. Ma il
sovraffollamento ha provocato
spesso lutti. Il 17 ottobre '96
furono 89 a Città del Guatemala:
in uno stadio da 45.000 posti si
era lasciato che entrassero
15.000 persone in più. Il 15
aprile '89 a Sheffield fu la
pressione dei tifosi senza
biglietto, combinata con il
rifiuto di aprire un cancello da
parte della polizia, a provocare
95 morti (Ndr: poi 96) e 180
feriti. L'11 maggio '82 fu una
sigaretta mal spenta a provocare
l'incendio nello stadio in legno
di Bradford: morirono in 56. Il
più recente dei drammi, ancora
in Africa: il 9 luglio 2000,
quando 13 morirono schiacciati
dalla folla che scappava di
fronte ai lacrimogeni lanciati
dalla polizia per sedare gli
scontri tra tifosi scoppiati
durante l'eliminatoria mondiale
tra Zimbabwe e Sudafrica.
12 aprile 2001
Fonte: La Stampa
IL
GIORNO DOPO
Johannesburg, la
tragedia della follia
di Franco Cirici
I
morti sono 43, i feriti 155.
Allo stadio erano entrate 20mila
persone in più e altre 30mila
premevano: una furia che ha
spazzato via i tifosi. Le
responsabilità degli
organizzatori.
JOHANNESBURG - Il giorno
dopo, a Johannesburg, aumentano
la rabbia e le domande senza
risposta. Le cifre della strage
di Ellis Park sono un bollettino
di guerra, per giunta non
ufficiale: 43 morti e 155
feriti, dei quali 89 ancora in
ospedale (una decina sono
gravi). Il derby Kaizer
Chiefs-Orlando Pirates si è
trasformato di nuovo in
tragedia, come il 13 gennaio
1991, quando per un’amichevole
morirono 42 tifosi. Un
parallelismo tragico.
LA MEGA-RESSA - Lo
stadio poteva contenere 70mila
persone, ma pare che fossero di
più quelli che erano riusciti a
entrare, almeno 90mila. E
intanto, fuori, altri 30mila
premevano per assistere anche
loro alla gara. Una follia. Le
spinte verso i cancelli, la
pressione dei corpi sui corpi,
il disastro. Corpi sul campo di
calcio, corpi accanto ai
cancelli. Tante donne e bambini
(in un primo tempo, nella
confusione, la polizia aveva
comunicato che le vittime erano
47). Dopo circa mezz'ora
dall'inizio della partita i
tifosi rimasti fuori hanno
cominciato a premere ai
cancelli, è cominciato il caos,
con i responsabili dello stadio
che avvertivano vanamente di
andare a casa e la tragedia che
si consumava sotto i loro occhi.
NELLO STADIO - "Ho visto
una ragazza - ha detto Petrus
Saayman, della sicurezza -
intrappolata con la testa da una
parte dei cancelli semichiusi ed
il corpo dall' altra parte. I
tifosi spingevano e la ragazza
premeva contro le sbarre, poi
credo si sia spezzata il collo".
"Ero allo stadio, quando è
cominciata la ressa io ero già
seduto, ma ho dovuto alzarmi per
scappare insieme a tutti quelli
che mi erano accanto. Ho
cominciato a correre ed a un
certo punto mi sono accorto che
stavo camminando sui corpi delle
persone che erano a terra": è il
racconto di Milton Nkosi,
corrispondente della Bbc.
ALTRE TESTIMONIANZE - Un
poliziotto ha affermato che la
folla ha cominciato a impazzire
una volta che parecchie persone
sono rimaste fuori dallo stadio.
"Il cancello che dovevo
controllare è stato divelto,
intrappolando molte persone
sotto di esso mentre la folla si
riversava dentro". "Sono stato
spinto da dietro - ha detto un
tifoso degli Orlando Pirates di
27 anni in ospedale - L' ultima
cosa che mi ricordo è che stavo
a terra e qualcuno vicino mi ha
morso una mano. Solo dopo ho
scoperto che quella persona è
morta". L'incontro è stato
interrotto dall'arbitro verso la
mezz'ora del primo tempo (e non
al 17' come si era appreso in un
primo momento). "Il presidente
sudafricano Thabo Mbeki - ha
detto un portavoce del governo -
è rimasto scioccato
dall'avvenimento. Faremo presto
un’inchiesta perché queste cose
non accadano ancora".
LA STAMPA SUDAFRICANA -
La stampa sudafricana va
all'attacco. "Perché, perché,
perché ?", titola The Star, e
lancia una lista di accuse:
troppi biglietti venduti (20mila
in più), troppi spettatori senza
biglietto, scelta dello stadio
sbagliato (poco fuori
Johannesburg ce n'è uno da
100mila posti). Il giornale
della maggioranza nera, The
Sowetan, apre con "Pasqua Nera".
Nella prima pagina del Citizen,
il titolo è "Lo stadio della
morte". The Business Day,
quotidiano economico, teme che
la strage possa ridurre le
speranze del Sudafrica di
vedersi assegnare il Mondiale
2010.
LA FIFA: "CHE TRISTEZZA"
- "La famiglia della Fifa è
rimasta attonita ed inorridita
per i fatti accaduti all' Ellis
Park. È un giorno tristissimo
per il nostro sport". Lo hanno
scritto Joseph Blatter e Michel
Zen-Ruffinen, presidente e
segretario generale Fifa, in una
lettera congiunta di
condoglianze inviata a Molefi
Oliphant, presidente della
federcalcio sudafricana.
"Dobbiamo avere la decenza di
seppellire i morti, prima - ha
detto Blatter - Poi la priorità
sarà quella di ottenere
spiegazioni complete ed
esaustive sulle cause".
UNA RIVALITÀ STORICA -
Dal 1976 tra Pirates e Chiefs
una lunga striscia di sangue.
Quello di Ellis Park è
certamente solo l’ultimo
capitolo di una tragica rivalità
nel derby tra due squadre con
un’origine comune. Gli Orlando
Pirates nacquero nel 1937 nel
sobborgo nero di Soweto e furono
chiamati così, pare, in onore di
Errol Flynn, attore
hollywoodiano che ha
interpretato il ruolo del
pirata. Kaizer Motaung,
giocatore dei Pirates, dopo
un’esperienza negli Usa,
convinse alcuni giocatori a
seguirlo e nel 1970 fondò i
Kaizer Chiefs, con un simbolo,
il diadema di penne, che fa
riferimento ai capi degli
indiani d'America. La scissione
prese una connotazione anche
ideologica: i Chiefs erano la
squadra dei neri "arrivati"
socialmente, i Pirates erano i
beniamini degli operai. Nel
1976, uno dei dirigenti che
avevano guidato la scissione,
Ewert Nene, fu assassinato
mentre tentava di portare un
giocatore dai Pirates ai Chiefs.
Il capitano dei Chiefs, Ariel
Khongoane, fu ucciso nel 1978
durante una rivolta del
quartiere nero di Soweto. Il 14
gennaio 1991, durante
un’amichevole precampionato
giocata allo stadio del piccolo
centro minerario di Orkney, da
un accoltellamento, dopo un gol
dei Chiefs, seguì una rissa e 42
persone restarono uccise
tentando di guadagnare l’uscita.
Nello stesso anno alcuni
calciatori dei Chiefs, tra i
quali Doctor Khumalo in campo
anche nella tragica gara di
mercoledì, restarono leggermente
feriti allo stadio "Boet
Erasmus" di Port Elizabeth
durante un’amichevole, per
quello che però fu un vero e
proprio incidente: il peso dei
tifosi fece crollare il tunnel
all'uscita degli spogliatoi. La
rivalità tra le due squadre
portò anche all'incendio di
parte dello stadio "Soccer City"
a opera dei sostenitori dei
Pirates, dopo l’ennesimo derby
vinto nel 1994 dai Chiefs: non
ci furono vittime. In questo
campionato i Pirates sono al
comando e i Chiefs quarti a sei
giornate dalla fine.
IL SUDAFRICANO DEL BARI
- Masinga, una notte di paura
"Mio figlio doveva essere lì".
BARI - Momenti di angoscia per
Phil Masinga. L'altra sera il
centravanti del Bari ha temuto
per qualche ora, lunga una vita,
che il suo primogenito, Sifiso,
fosse rimasto coinvolto nella
tragedia di Johannesburg. Il
maggiore dei tre figli di
Masinga è un tifoso sfegatato
degli Orlando Pirates.
L'attaccante sudafricano sapeva
bene che il suo figliolo avrebbe
fatto carte false, pur di
assistere al decisivo derby tra
la sua squadra del cuore ed i
Kaizer Chiefs. "La paura è
passata soltanto quando sono
riuscito a mettermi in contatto
telefonico con mia moglie in
Sudafrica - confida l’attaccante
del Bari - Lei mi ha
immediatamente tranquillizzato.
In realtà, il mio bambino
avrebbe potuto essere lì, non
voleva assolutamente perdere
l’appuntamento con il derby.
Già, ho temuto che fosse davvero
andato allo stadio. Per fortuna,
faceva freddo. E lo zio è
riuscito a convincerlo a
rimanere a casa. Anche perché il
match sarebbe stato trasmesso in
tv". Resta grande il dolore per
la sua gente, colpita da una
tragedia che poteva essere
evitata. "Le responsabilità
vanno addebitate essenzialmente
a chi ha organizzato la partita
- sostiene Masinga - se è vero
che sono stati venduti tanti
biglietti in più, rispetto alla
capienza dello stadio".
13 aprile 2001
Fonte: La Gazzetta dello
Sport
I 43 morti di
JohannesburgI 43 morti di
Johannesburg
A
rischio la candidatura per il
mondiale del 2010
Accuse e polemiche dopo
la strage
di Roby Smith
Mandela: "Questa
disgrazia non divida il
Sud Africa".
JOHANNESBURG - I padri,
disperati, chiedono notizie dei
figli. Uomini di ogni età
piangono amici che non ci sono
più. Scene da uno stadio di
calcio. Volti e lacrime che ci
riportano alla mente altre
tragedie. Dopo i fatti di
Johannesburg, 43 morti e 150
feriti all'Ellis Park mercoledì
notte, il calcio si interroga
ancora una volta, incredulo.
Dall'incendio di Bradford alle
stragi di Mosca e Lima, dai
lutti in Guatemala e a Sheffield
fino alla terribile notte
dell'Heysel ne abbiamo vissuti
troppi di questi giorni luttuosi
e quasi mai abbiamo capito
perché si debba morire così. In
nome di una partita in cui
l'appuntamento con la festa
"salta" per motivi quasi sempre
incomprensibili. Tante le cause:
a volte la ressa (come l'altra
sera, dove i più sono stati
straziati dal filo spinato a
protezione degli ingressi),
spesso la violenza che si
scatena improvvisa, devastante.
Parlare di fatalità non è mai
giusto. Anche in Sud Africa è
l'ora delle "responsabilità da
accertare", come ha dichiarato
Robin Petersen, presidente della
Lega. L'inchiesta coinvolgerà in
particolare i club dei Kaiser
Chiefs e degli Orlando Pirates,
le squadre di Soweto divise da
una forte rivalità. La strage è
stata innescata, prima
dell'inizio della gara, dal
cedimento di un cancello (Il
numero 4) contro il quale si
erano accalcate migliaia di
persone: in 120 mila erano
convenuti, con o senza
biglietto, all’Ellis Park, un
impianto che ne contiene poco
più della metà. "Si doveva
giocare di giorno e durante un
weekend, non alla sera, quando i
lavoratori sono costretti ad
ammassarsi ai botteghini
all’ultimo momento" - accusa
Oupa Mabaso - un dirigente dei
Pirates. L'ex presidente
Sudafricano Nelson Mandela
interviene contro l'irrazionale
caccia ai colpevoli che rischia
di accendere nuove tensioni in
una
zona già tormentata da
annosi conflitti: "Questa
disgrazia deve unirci e non
dividerci. Dobbiamo essere
sicuri che un simile orrore non
si ripeta". Ma già dieci anni
fa, per lo stesso derby,
perirono 42 persone. Il bilancio
di mercoledì è più grave di una
unità. La polizia mette le mani
avanti: "Ai cancelli mancavano
gli addetti al controllo dei
biglietti". L'attuale Capo dello
Stato, Thabo Mbeki, ha nominato
una commissione d'inchiesta,
presieduta da Bernard Ngoepe,
magistrato-capo della provincia
del Transvaal. Mbeki, al pari
del ministro dello sport,
ritiene che la tragedia non
influirà sulla candidatura del
Sud Africa (già battuta dalla
concorrenza della Germania nel
2006) all’organizzazione dei
Mondiali 2010. Ma proprio ieri
sera Joseph Blatter e Michel
Zen-Ruffinen, presidente e
segretario generale della Fifa,
si sono dichiarati "attoniti ed
inorriditi per i fatti
dell'Ellis Park". "È un giorno
tristissimo per il nostro sport"
hanno scritto in una lettera di
condoglianze a Molefi Oliphant,
presidente della federcalcio
sudafricana. Prima di capire se
Blatter, da sempre sponsor di un
Mondiale in Africa, cambierà
idea, il mondo del calcio
tratterà l'argomento sicurezza
nella prossima riunione del
Comitato Esecutivo della Fifa
che si terrà a luglio a Buenos
Aires. La Figc intende
commemorare le vittime
dell'Ellis Park con un minuto di
silenzio prima dell'amichevole
Italia-Sudafrica che si giocherà
mercoledì 25 aprile a Perugia.
13 aprile 2001
Fonte: La Stampa
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