Corsica, centinaia di spettatori
precipitano nel vuoto: così è tornato il
tragico incubo dell'Heysel.
Terrore
allo stadio, 9 morti, trecento feriti
Crolla
una tribuna prima della partita con il
Marsiglia
di
Gabriella Bosco
BASTIA
- Ore di terrore allo stadio "Furiani"
di Bastia, in Corsica: una delle tribune
è crollata sotto il peso del pubblico.
Un bilancio non definitivo parla di 9
morti e trecento feriti. L'incidente
ieri sera nello stadio gremito dagli
spettatori che aspettavano di assistere
all'incontro di Coppa tra Bastia e
Olympique Marsiglia: le immagini sono
state trasmesse dalla prima rete tv. La
parte superiore della tribuna, una
struttura metallica provvisoria
installata proprio per la partita di
ieri, semifinale della Coppa di Francia,
è crollata poco prima dell'inizio della
gara. Sulla tribuna c'erano circa 10
mila persone. Sulla tragedia è già
polemica: la struttura provvisoria non
era in grado di reggere tutti gli
spettatori e non era ancorata a terra,
bensì soltanto appoggiata su delle assi.
6
maggio 1992
Fonte: La Stampa
Corsica, centinaia di spettatori
precipitano nel vuoto, per ore si è
vissuto l'incubo dell'Heysel.
Terrore allo stadio, 6 morti,
decine di feriti
Crolla una tribuna a Bastia
prima della partita con il Marsiglia
di Gabriella Bosco
PARIGI NOSTRO SERVIZIO -
Catastrofe allo stadio Furiani di
Bastia. Alle 20.20 di ieri, pochi minuti
prima del calcio d'avvio della
semifinale della Coppa di Francia, una
tribuna metallica è crollata di colpo
con un fracasso infernale. Il drammatico
incidente è stato trasmesso in diretta
dalla prima rete televisiva, il
collegamento con lo stadio era appena
cominciato. Secondo un primo bilancio
dei soccorritori intervenuti per
liberare i corpi degli spettatori
rimasti incastrati nel cartoccio di tubi
metallici, il crollo ha provocato 6
morti e 60 feriti. La tribuna, alta 20
metri, era provvisoria. Era stata
installata proprio per l'importante
semifinale in cui avrebbero dovuto
fronteggiarsi l'Olympique Marsiglia e la
squadra di Bastia. Un evento
straordinario per i tifosi corsi,
essendo il Bastia formazione di serie B.
Lo stadio non avrebbe potuto accogliere
tutti gli spettatori senza strutture
aggiuntive. Si era dovuto provvedere
così al raddoppio dei posti abituali. La
serata si era iniziata tra cori e grande
entusiasmo. Ed è stato proprio questo a
produrre la catastrofe. Sulla tribuna
supplementare si erano assiepate 9800
persone e tutte, per festeggiare
l'ingresso delle squadre in campo, si
erano messe a battere con i piedi,
ritmicamente. Sono bastati pochi
secondi, poi il crollo. Lo stadio di
Bastia si trova in una posizione
difficile da raggiungere per i mezzi di
soccorso, tra il mare e la ferrovia. Il
normale servizio di sicurezza ha
provveduto celermente a far evacuare gli
spettatori, ma subito le dimensioni del
dramma si sono rivelate tali da rendere
necessario l'intervento di unità
ausiliarie, inviate da Parigi,
Marsiglia, Nizza e Tolone. Le telecamere
di Tf 1, rimaste puntate sul luogo della
tragedia, hanno continuato per quasi
un'ora a trasmettere le immagini
dell'incidente. I tifosi incolumi
volevano mostrarsi per tranquillizzare i
familiari a casa, e nel fare ciò
impedivano agli elicotteri di posarsi
nei pressi della tribuna. I feriti
portati via in barella erano centinaia.
Fra tutte le difficoltà delle manovre
d'emergenza, le polemiche sono scoppiate
immediatamente. Il presidente della
Federation Francaise de Football, Jean
Fournet-Fayard, raggiunto
telefonicamente, ha dichiarato che tutte
le assicurazioni necessarie erano state
fornite per la tribuna crollata.
Proveniente dai Giochi Olimpici di
Albertville, e in procinto di essere
trasferita a Barcellona, era prevista
per il numero di persone che vi erano
state sistemate. Nessuna irregolarità, a
suo giudizio, è stata commessa. Secondo
alcuni testimoni, gli spettatori
assiepati erano invece molto più
numerosi del dovuto.
6 maggio 1992
Fonte: La Stampa
Quasi 10 mila spettatori su una
struttura provvisoria, non ancorata al
terreno.
Crolla la tribuna "fantasma"
Tragedia allo stadio di Bastia:
9 morti
di Gabriella Bosco
PARIGI NOSTRO SERVIZIO -
Catastrofe allo stadio Furiani di
Bastia. Alle 20.20 di ieri, pochi minuti
prima del calcio d'avvio della
semifinale della Coppa di Francia, una
tribuna metallica è crollata di colpo
con un fracasso infernale. Il drammatico
incidente è stato trasmesso in diretta
dalla prima rete televisiva, il
collegamento con lo stadio era appena
cominciato. Secondo un primo bilancio
dei soccorritori intervenuti per
liberare i corpi degli spettatori
rimasti incastrati nel cartoccio di tubi
metallici, il crollo ha provocato 9
morti e oltre trecento feriti. La
tribuna, alta 20 metri, era provvisoria.
Era stata installata proprio per
l'importante semifinale in cui avrebbero
dovuto fronteggiarsi l'Olympique
Marsiglia e la squadra di Bastia. Un
evento straordinario per i tifosi corsi,
essendo il Bastia formazione che milita
in serie B. Il Marsiglia si è invece
recentemente confermato campione di
Francia. Lo stadio non avrebbe potuto
accogliere tutti gli spettatori senza
strutture aggiuntive. Si era dovuto
provvedere così al raddoppio dei posti
abituali. La serata si era iniziata tra
cori e grande entusiasmo. Ed è stato
proprio questo a produrre la catastrofe.
Sulla tribuna supplementare si erano
assiepate 9800 persone e tutte, per
festeggiare l’ingresso delle squadre in
campo si erano messe a battere con i
piedi, ritmicamente. Sono bastati pochi
secondi, poi il crollo. Lo stadio di
Bastia si trova in una posizione
difficile da raggiungere per i mezzi di
soccorso, tra il mare e la ferrovia. Il
normale servizio di sicurezza ha
provveduto celermente a far evacuare gli
spettatori, ma subito le dimensioni del
dramma si sono rivelate tali da rendere
necessario l'intervento di unità
ausiliarie, inviate da Parigi,
Marsiglia, Nizza e Tolone. Le telecamere
di Tf1, rimaste puntate sul luogo della
tragedia, hanno continuato per quasi
un'ora a trasmettere le immagini
dell'incidente. I tifosi incolumi
volevano mostrarsi per tranquillizzare i
familiari a casa, e nel fare ciò
impedivano agli elicotteri di posarsi
nei pressi della tribuna. I feriti
portati via in barella erano centinaia.
Fra tutte le difficoltà delle manovre
d'emergenza, le polemiche sono scoppiate
immediatamente. Il presidente della
Federation Francaise de Football, Jean
Fournet Fayard, raggiunto
telefonicamente, ha dichiarato che tutte
le assicurazioni necessarie erano state
fornite per la tribuna crollata.
Proveniente dai Giochi Olimpici di
Albertville, e in procinto di essere
trasferita a Barcellona, era prevista
per il numero di persone che vi erano
state sistemate. Nessuna irregolarità, a
suo giudizio, è' stata commessa. Secondo
alcuni testimoni, gli spettatori
assiepati erano invece molto più
numerosi del dovuto. Inoltre, stando a
quanto riferito dall’emittente "Antenne
2", la tribuna non era ancorata al
terreno e la sua resistenza a migliaia
di spettatori "eccitati" era stata messa
in dubbio già nel pomeriggio da alcuni
responsabili della sicurezza.
6 maggio 1992
Fonte: La Stampa
Mitterrand: farò giustizia
Tapie accusa i dirigenti corsi
di Enrico Biondi
BASTIA DAL NOSTRO INVIATO -
Doveva essere la grande festa dello
sport corso e invece tutto si è
trasformato, in poco meno di trenta
secondi, in una tragedia. Uno schianto e
le urla festose della gente si strozzano
in gola: lo sguardo vola per cercarne la
provenienza, poi urla di raccapriccio
nel vedere che una tribuna non esiste
più ma al suo posto, accartocciati,
migliaia di metri cubi di ferro e
centinaia di persone, gli abiti
inzuppati di sangue, che tentano di
mettersi in salvo. E mentre i notiziari
televisivi continuano a mostrare quelle
immagini di morte, c’è già chi si pone
l'eterna domanda: ma come è potuto
accadere ? Fra i primi a intervenire,
subito dopo essersi prodigato per
aiutare infermieri e medici e confortare
i feriti, c'è Bernard Tapie, il
presidente dell'Olympique Marsiglia.
Tapie è un personaggio scomodo: dice
sempre quello che pensa: "Signori,
questa è una catastrofe nazionale, una
tragedia per la Francia intera. È
accaduta una cosa terribile perché si è
voluto costruire uno stadio in un altro
stadio in una sola settimana. Pazzesco,
incredibile. Le colpe ? Adesso si dirà
che tutto era in ordine, i fogli
regolarmente firmati e controfirmati. Ma
il dato di fatto è sotto i nostri occhi:
qui è morta della gente nel nome dello
sport, ma chi lavora nel mondo dello
sport ha il dovere di evitare queste
stragi". Poco distante, terreo in volto,
lo ascolta il presidente del Bastia,
Filippi, destinatario degli strali di
Tapie. Lo stadio Furiani generalmente
può ospitare non più di 8 9 mila
spettatori, ma come in passato questa
volta con l’aggiunta di tribune
provvisorie si è praticamente
raddoppiata la capienza: ieri dentro
l’impianto erano stipate oltre 18 mila
persone. Filippi accenna un’autodifesa:
"Ha ragione Tapie, chi si occupa di
sport deve garantire la sicurezza e io
l’avevo fatto. La commissione di
vigilanza ha controllato tutto e poi ho
ricevuto il nullaosta finale. È vero, le
tribune sono state issate in sole 48
ore, ma non era la prima volta che si
usavano e davano il massimo della
garanzia". Da Parigi interviene Fournet
Foyard, presidente della Federcalcio
francese: "Filippi non mi pare possa
essere il principale colpevole: la
Federazione al proposito ha sempre
impartito rigidi provvedimenti e so che
a Bastia si sono comportati secondo le
regole". Tapie sbuffa, insofferente.
Promette, ora che è stato eletto, (è
ministro delle Aree urbane), di andare
fino in fondo, vuole chiarezza "nel nome
di queste povere vittime". E mentre
cominciano a divampare le polemiche,
sugli schermi di tutta la Francia
continuano a scorrere le atroci immagini
di morte che ricordano l’Heysel. Oggi
una commissione istituita dall’Assemblea
Nazionale (che ieri sera ha osservato
durante i lavori un minuto di silenzio)
si metterà al lavoro. Lo stesso
presidente Mitterrand, nel messaggio di
cordoglio inviato alle famiglie delle
vittime, si è detto certo che sarà fatto
tutto per colpire chi ha sbagliato.
6 maggio 1992
Fonte: La Stampa
Paura e morte allo stadio
di Franco Fabiani
PARIGI - Doveva essere la festa
del calcio per i tifosi della Corsica e
invece la semifinale della Coppa di
Francia, tra il Bastia e l’Olympique di
Marsiglia si è trasformata in una
terribile sciagura. Una parte della
tribuna centrale dello stadio "Furiani"
di Bastia, montata in pochi giorni su
tubi è crollata sotto il peso della
folla pochi istanti dopo il segnale di
avvio della partita. I morti sono almeno
nove. Più di 300 feriti, tra cui molti
in gravissime condizioni, sono stati
faticosamente estratti dall’ammasso di
ferraglie tra le quali, al momento in
cui scriviamo, si stavano ancora
prodigando spettatori e squadre di
soccorso. Il tifo era già esploso, i
sostenitori della squadra di casa erano
balzati tutti in piedi per salutare e
sostenere i loro beniamini arrivati in
semifinale e appena schierati per
affrontare il mitico Marsiglia, la
squadra di Jean Pierre Papin appena
laureatasi campione di Francia, quando
l’urlo della folla è stato ricoperto dal
sinistro boato del crollo. In un istante
una buona parte della gradinata si è
letteralmente afflosciata, travolgendo
tra le assi e i tubi d'acciaio di quella
tribuna di fortuna, centinaia di
spettatori del settore centrale. Un
attimo di silenzio, poi le urla di
dolore e di panico: la folla si è
precipitata dalle impalcature laterali
cercando scampo sul prato ancor prima di
rendersi conto che la festa del calcio
si era improvvisamente trasformata in
dramma. Un dramma vissuto in diretta TV
da milioni di francesi raccolti attorno
al piccolo schermo per assistere alla
telecronaca della partita. I cronisti
sportivi di TF1 ne hanno seguito le fasi
commentando con la voce rotta
dall’emozione le immagini della
sciagura. La folla che fuggiva da tutte
le parti, l’accorrere delle squadre di
soccorso che a stento riuscivano ad
aprirsi un varco tra l’intreccio dei
tubi sotto i quali giacevano a decine e
decine le vittime, l’urlo delle sirene
delle autoambulanze, disperatamente
bloccate dalle migliaia di automobili
che assediavano letteralmente lo stadio,
stretto tra il mare e la ferrovia, la
processione delle barelle cariche di
feriti che i soccorritori allineavano in
una sinistra geometria al centro del
campo. Molte delle vittime hanno dovuto
attendere a lungo l’arrivo degli
elicotteri, il solo mezzo per evacuare i
feriti. Gran parte delle ambulanze
continuava infatti a restare bloccata
dal mare di automobili parcheggiate
attorno allo stadio, impedendone gli
accessi. Il loro urlo straziante
sottolineava soltanto l’impotenza, che
con il passare del tempo rendeva sempre
più angosciosa l’attesa. La Corsica era
da giorni in effervescenza, da quando il
sorteggio aveva offerto l’OM di
Marsiglia come avversario di Bastia per
la semifinale della Coppa di Francia: un
traguardo a lungo sognato dai tifosi
dell’isola.
Da giorni non si parlava
d'altro. E gli organizzatori avevano
dovuto in gran fretta trovare i mezzi
per rispondere a quell’entusiasmo e a
quell’attesa. Il vecchio stadio
"Furiani" era stato costruito molti anni
fa per contenere non più di 8-9 mila
spettatori. E subito era stata presa una
drastica decisione: innalzare di una
ventina di metri la parte centrale delle
tribune sui due lati in modo da
raddoppiare la capienza di quel vecchio
stadio, fatto per ospitare incontri
minori e non certo previsto per il boom
della squadra locale che aveva negli
ultimi anni galvanizzato il pubblico
sportivo dell’isola. Le tribune
supplementari erano state costruite in
una sola settimana. I dirigenti del
calcio erano ricorsi alle strutture che
erano già servite per i Giochi d'inverno
di Albertville, e che erano state
trasferite in pochi giorni dalla Savoia
a Bastia. Appena ieri il Prefetto della
città e la commissione tecnica avevano
visitato lo stadio per dare la loro
autorizzazione sulla agibilità dei nuovi
impianti. Tutto a posto, era stato il
responso per una operazione che doveva
raddoppiare la capacità dei posti a
sedere. Un miracolo, si era detto e
scritto. Ma ieri quella imprudente
operazione si è trasformata in una
sciagura. La tribuna in ferro-tubi dello
stadio non era ancorata al terreno e la
sua resistenza a migliaia di spettatori
"eccitati" era stata messa in dubbio già
nel pomeriggio da alcuni responsabili
della sicurezza. Lo ha detto la tv
francese pubblica "Antenne 2" nel
telegiornale di tarda sera. Secondo uno
degli inviati la tribuna poggiava su
assi di legno poste su un suolo sabbioso
ed instabile. A causa dei salti degli
spettatori, la tribuna si è spostata
piegandosi su un fianco ed è crollata
come un castello di carte. Un altro
degli inviati ha citato interviste non
filmate fatte nel pomeriggio di pompieri
di Bastia, i quali avrebbero detto
"Preghiamo perché non succeda niente,
dato che la struttura non ci pare delle
più solide". Il presidente del
Marsiglia, ministro delle aree urbane
Bernard Tapie, presente a Bastia, ha
detto in diretta alla rete tv "Tf1" che
si tratta di "incidenti evitabili" e che
"non è serio raddoppiare la capacità di
uno stadio in meno di una settimana"
utilizzando strutture provvisorie. Da
Madrid, dove è in visita ufficiale, il
presidente Mitterrand ha trasmesso alle
famiglie delle vittime le sue
condoglianze.
6 maggio 1992
Fonte: La Repubblica
Una tragedia pochi minuti prima
dell’inizio della partita tra la squadra
corsa e il Marsiglia.
Terrore nello stadio di Bastia
di Ulderico Munzi
Crolla una tribuna provvisoria:
nove morti e trecento feriti. Avviata
l’inchiesta, ammassati 10 mila
spettatori di troppo.
I tifosi corsi battevano
freneticamente coi loro piedi sul legno
della tribuna. Cantavano. Erano presi
dalla febbre del calcio. Si agitavano e
s'erano persino scambiati qualche pugno.
E poi, all’improvviso, a pochi minuti
dall’inizio dell’incontro tra
l’Olympique di Marsiglia e la squadra di
Bastia, la tribuna è crollata. Uno
scricchiolio spaventoso: tra tavole di
legno e tubi di ferro sono precipitati,
da un’altezza di quasi trenta metri,
circa ottocento spettatori. Il bilancio
ufficiale parla di nove morti e di
trecento feriti, di cui alcuni sono
molto gravi. Si doveva giocare una
partita per la semifinale del campionato
di Francia. In campo doveva esserci il
prestigioso Olympique, la squadra
amata-odiata di Bernard Tapie, il
miliardario marsigliese, attualmente
ministro socialista della città. La
frenesia degli istanti che precedono un
incontro si era dilatata in qualcosa di
simile a un terremoto emotivo. Specie
tra il pubblico corso. "Uno stadio
trasformato in arena", ha detto Bernard
Tapie, "dall’eccitazione parallela della
stampa e degli organizzatori". La
tribuna, che era stata adottata per le
olimpiadi dello sci ad Albertville, ha
ceduto sotto gli occhi di diciottomila
spettatori sparsi negli altri settori
dello stadio. Era ancora giorno. C'era
il sole e le squadre stavano per entrare
in campo. Ecco il racconto di un
testimone, Michel De Gentile,
giornalista sportivo: "Ho realizzato
quel che era accaduto qualche secondo
dopo. Insomma ho visto come un castello
di carte che andava giù, anzi ho avuto
l’impressione che un'onda fosse piombata
dall’alto. Le immagini si susseguivano
confuse e rapide. Per non so quanto
tempo, che mi è sembrato eterno, c'è
stato un lungo silenzio". Poi, la
sciagura ha strappato un urlo di orrore
e d'incredulità alla folla. Dopo pochi
minuti, i corpi dei feriti erano
raccolti l’uno accanto all’altro sul
verde prato del campo di calcio. E sullo
stadio è calato di nuovo il silenzio. Si
potevano udire i lamenti e le grida di
chi aveva le carni straziate e le ossa
frantumate da quei tubi di acciaio
venuti da Albertville. Lo stadio Furiani
di Bastia può contenere solo ottomila
persone. Uno stadio stretto tra una
laguna e la strada ferrata. Un
pericoloso catino, di difficile accesso.
Era stato riempito, ieri sera alle
venti, con diciottomila spettatori. Per
questa partita, attesa da tempo, erano
stati fatti dei lavori, forse troppo in
fretta. In una settimana. Gli
organizzatori avevano fatto arrivare
quelle tribune a struttura tubolare.
Erano adatte per un pubblico di tifosi
diverso da quello che si raduna negli
stadi di calcio. Un pubblico, in un
certo senso, compassato rispetto ai fans
scatenati del football. È stata la loro
agitazione a spezzare le tavole di legno
e a far crollare i tubi di acciaio. Ma
chi è responsabile di aver ammassato
oltre il doppio del pubblico previsto
nello stadio della città corsa ? Quella
tribuna non era stata concepita a tale
scopo. Un'inchiesta è già in corso. L’ha
voluta il primo ministro Bérégovoy. E si
è messa in moto quando ancora gli
elicotteri raccoglievano i feriti sul
campo. La partita, dopo qualche
incredibile perplessità, è stata
rimandata. Il cordoglio doveva calare
sul calcio francese.
6 maggio 1992
Fonte: Corriere della Sera
Cronaca di una notte terribile
Lo schianto, le urla, e il campo
diventa ospedale
di Enrico Biondi
BASTIA DAL NOSTRO INVIATO - Una
tragedia in 6 secondi: questo il tempo
impiegato dalle 250 tonnellate di ferro
della tribuna superiore dello stadio
Furiani di Bastia per crollare e
seppellire tremila persone. Sono le
20.20 di un martedì che difficilmente i
corsi potranno mai dimenticare. Quel
fragore assordante fa ammutolire la
folla, ci si guarda attorno poi si
alzano gli occhi e a poco a poco
s’intuiscono i contorni della tragedia:
"Dio mio, non c'è più ". "Che cosa dici
? Cosa non c'è più ?". "Ma lassù,
guarda, non c'è più la tribuna, è
crollata, Dio mio...". Poi gli occhi di
tutti si spostano trenta metri più in
basso e scorgono soltanto un ammasso di
ferro che schiaccia gli spettatori, si
sentono distintamente le urla strazianti
di chi invoca aiuto e dappertutto
sangue, tanto sangue. La folla ondeggia,
esita, cerca un riparo sicuro, non si
lascia prendere dal panico. "Altrimenti
dice Jean Pierre Couvin, il capo dei
vigili del fuoco, tra i primi ad entrare
in azione ora saremmo qui a contare
centinaia di morti". I soccorsi sono
immediati: si buttano giù le grate che
dividono il terreno di gioco dalle
tribune. È l’unico modo per alleggerire
la pressione sulle gradinate ed evitare
altri crolli. L’operazione avviene in
fretta grazie all’intervento dei
giocatori del Bastia e del Marsiglia:
gli spettatori a poco a poco riempiono
il terreno di gioco mentre i pompieri,
all’esterno, cominciano a farsi largo
tra le macerie. Qui il caos è
indescrivibile: alcuni, ridotti a
maschere di sangue, vagano senza meta in
preda allo choc, altri si gettano per
terra, le mani a coprire il volto, per
non vedere cosa accade attorno e poi
tanti corpi, immobili, nelle pose più
strane. Jacques Monti è un ragazzo di 23
anni, di Corte: ha passato dieci ore in
quell’ammasso di tubi di ferro. Da solo
ha portato in salvo decine di persone.
"Dieci minuti dopo la catastrofe abbiamo
sentito le prime sirene delle ambulanze
avvicinarsi allo stadio, a questo
maledetto stadio". Già, il Furiani.
Chiuso tra la ferrovia e il mare è quasi
impossibile da raggiungere con i mezzi
di soccorso: ci sono soltanto due strade
e sono intasate di auto e curiosi:
impossibile farsi largo. "Ma porca
miseria, qui c'è gente che sta
crepando", urla Jacques con tutto il
fiato che ha in corpo, "fate largo, lei
è medico ? Bene, si occupi di questo
qui, io torno là sotto". Il terreno di
gioco diventa un ospedale da campo. Sono
le 21.30 quando l’aria è sferzata dalle
pale di alcuni elicotteri militari
attrezzati per il soccorso.
|
Couvin e Monti non lo sanno, ma
è già scattato il "plan rouge", voluto
dal ministero della Difesa nei casi di
gravi calamità nazionali. Sei elicotteri
cominciano, intorno alle 22, a fare la
spola tra lo stadio e gli ospedali.
Passano pochi minuti e a Bastia atterra
un Transall carico di coperte e farmaci.
Nello stadio diventato un ospedale a
cielo aperto è calata la sera. La spola
degli elicotteri tra lo stadio e gli
ospedali di Bastia e Ajaccio è continua,
senza un attimo di sosta. La direzione
della Securitè civile comincia a dare le
prime cifre degli uomini impiegati
nell’opera di soccorso; 50 persone
dell’Unitè d'instruction di Corte
lavorano tra le macerie per liberare i
corpi delle vittime, un distaccamento di
una ventina di medici del battaglione
dei marines pompiers di Marsiglia è già
arrivato a bordo di un elicottero Super
Frelon della Marina e si sta occupando
dei casi più gravi. Alle 23 sono ancora
un centinaio i feriti che giacciono
sotto le coperte in attesa di essere
trasferiti. Ajaccio dispone di 8
cliniche e un ospedale, "La
Misericordia". Mi riceve uno dei
direttori, che a tutti i costi vuole
rimanere anonimo: "Non sono in cerca di
pubblicità, mi chiami Pierre e basta. Va
bene ? Le concedo solo pochi minuti, lei
capirà". Nei vari padiglioni regna una
calma e una tranquillità che stupisce.
"Perché mai dovremmo farci prendere dal
panico ? È proprio l’ultima cosa di cui
abbiamo bisogno in questi momenti". E mi
racconta che già alle 20.30, dieci
minuti dopo la catastrofe a Bastia, qui
il personale medico era già al proprio
posto. "Sono venuti tutti
spontaneamente, appena saputa la
notizia. Non abbiamo avuto bisogno di
chiamare nessuno. Anzi, una cinquantina
di medici li abbiamo rimandati a casa,
erano in soprannumero e non sarebbero
stati utili". Pierre racconta ancora che
un’intera equipe medica è partita in
elicottero per Bastia verso le 22.30:
"Rientrando hanno operato in volo un
ragazzo, aveva un pezzo di ferro
piantato nel fianco. È andato tutto
bene, il giovane si salverà". Come si
salverà anche Thierry, il marito di Rose
Cappuri: "Eravamo su quella maledetta
tribuna, ad un tratto l'ho sentita
dondolare ed ho detto "Thierry, qui si
dondola, scendiamo", ma lui, "Stai
calma, non è niente, dondolano sempre
queste tribune, non è niente" e poi il
volo. Dio mio, me lo ricorderò per tutta
la vita: precipitavo e non potevo
aggrapparmi a nulla; ero lì, impotente.
Poi il tonfo su alcuni corpi, mi rialzo
e vedo Thierry che si tiene la gamba,
una chiazza di sangue sui pantaloni.
Credo di essere svenuta. Mi sono
ritrovata sul prato, Thierry poco
distante urlava dal dolore. Ma eravamo
vivi tutti e due, capite ? Vivi, mentre
attorno c'erano morti oppure gente che
rimarrà storpia per tutta la vita. Dio,
che carneficina".
7 maggio 1992
Fonte: La Stampa
Come cede una tribuna
Dietro il crollo un caso di
"risonanza"
di Piero Bianucci
La tribuna dello stadio di
Bastia può essere crollata per motivi
banali: un difetto di montaggio
conseguenza della fretta con cui si era
lavorato fino a pochi minuti prima della
partita, sovraccarico (nello stadio
c'erano 18 mila persone invece delle
solite novemila), cattiva distribuzione
del carico, un errore di progettazione.
È più probabile, però, che sia
intervenuto un fenomeno che i fisici
chiamano "risonanza", causato dagli
stessi spettatori accalcati nella
tribuna. Al momento del crollo, infatti,
molti tifosi saltavano o battevano i
piedi all'unisono, contravvenendo alle
raccomandazioni diffuse dagli
altoparlanti proprio in relazione alla
fragilità dell'impianto. Un battaglione
che marci segnando il passo può far
crollare un ponte. Questo è un tipico
caso di risonanza. Vediamo di spiegarlo.
Ogni struttura in grado di oscillare
liberamente ha una frequenza di
oscillazione caratteristica, che dipende
dalle sue dimensioni e dal materiale di
cui è fatta. Un ponte, una tribuna, un
edificio, hanno un certo grado di
elasticità. Il numero di oscillazioni
che compiono in un secondo sotto una
singola spinta è la "frequenza propria"
di quel ponte, di quella tribuna o di
quell'edificio. Se poi alla struttura si
applica dall'esterno una forza - nel
nostro caso i salti e il calpestio
ritmato dei tifosi - e gli impulsi. La
tribuna dello stadio di Bastia può
essere crollata per motivi banali: un
difetto di montaggio conseguenza della
fretta con cui si era lavorato fino a
pochi minuti prima della partita,
sovraccarico (nello stadio c'erano 18
mila persone invece delle solite
novemila), cattiva distribuzione del
carico, un errore di progettazione. È
più probabile, però, che sia intervenuto
un fenomeno che i fisici chiamano
"risonanza", causato dagli stessi
spettatori accalcati nella tribuna. Al
momento del crollo, infatti, molti
tifosi saltavano o battevano i piedi
all'unisono, contravvenendo alle
raccomandazioni diffuse dagli
altoparlanti proprio in relazione alla
fragilità dell'impianto. Un battaglione
che marci segnando il passo può far
crollare un ponte. Questo è un tipico
caso di risonanza. Vediamo di spiegarlo.
Ogni struttura in grado di oscillare
liberamente ha una frequenza di
oscillazione caratteristica, che dipende
dalle sue dimensioni e dal materiale di
cui è fatta. Un ponte, una tribuna, un
edificio, hanno un certo grado di
elasticità. Il numero di oscillazioni
che compiono in un secondo sotto una
singola spinta è la "frequenza propria"
di quel ponte, di quella tribuna o di
quell'edificio. Se poi alla struttura si
applica dall'esterno una forza - nel
nostro caso i salti e il calpestio
ritmato dei tifosi - e
gli impulsi di
questa forza hanno una frequenza uguale
(o quasi) alla frequenza propria della
struttura, succede che ogni impulso si
somma ai precedenti e la struttura
incomincia a subire oscillazioni sempre
più ampie. Si dice allora che le due
frequenze sono in fase, e ciò dà luogo
alla "risonanza". "In questo caso -
spiega Alberto Carpinieri, direttore del
Dipartimento di ingegneria strutturale
del Politecnico di Torino - assistiamo a
un fenomeno di autoeccitazione che tende
all'infinito e può portare al crollo
della struttura. È possibile, per
esempio, che la frequenza propria della
tribuna fosse di circa un secondo e che
proprio questo fosse il ritmo tenuto dai
tifosi nel saltare". Pensate a un
pendolo, che ha un periodo di
oscillazione dipendente dalla sua
lunghezza. Se gli si dà una spinta
"risonante", cioè con lo stesso ritmo
delle oscillazioni, queste ben presto
diventeranno così ampie da fargli fare
un giro di 360 gradi. In edilizia
sismica e in meccanica delle macchine si
tiene conto delle possibili risonanze,
ma non è detto che lo si faccia per una
tribuna provvisoria in traliccio. Se le
cose sono realmente andate così, i
tifosi di Bastia sono in buona parte
responsabili dell'incidente.
7 maggio 1992
Fonte: La Stampa
Bastia, i filmati della tv
inchiodano i colpevoli
di Giampiero Martinotti
BASTIA - Le bandiere azzurre
della squadra locale penzolano ancora in
mezzo all’ammasso di tubi, lamiere e
seggioline di plastica. Panini appena
sbocconcellati, qualche giubbotto, un
paio di occhiali da sole, giacciono
sparsi sul terrapieno. Alcuni gendarmi
continuano i loro rilevamenti sotto il
sole cocente di Bastia, mentre una
piccola folla, ammutolita, si raccoglie
dietro le transenne. Molti erano nello
stadio martedì sera, hanno visto coi
loro occhi le centinaia di feriti e
adesso restano muti di fronte ai resti
della tribuna, il volto disfatto. Bastia
è sotto choc, incredula di fronte a una
tragedia che è costata la vita a dieci
persone, causata, molto probabilmente,
non dalla fatalità, ma dalla
irresponsabilità. Ieri pomeriggio alle
sei, proveniente direttamente da
Siviglia, dove si trovava per
l’Esposizione universale, è arrivato
nella cittadina corsa il presidente
della Repubblica. Ha subito incontrato i
tre alti funzionari cui il ministro
dell’Interno ha chiesto di individuare
le cause e le responsabilità, poi si è
recato in municipio e in un ospedale. La
città è a lutto. Le bandiere a
mezz'asta, con un nastro nero, sono
state esposte in tutti gli edifici
pubblici. Doveva essere una grande
festa: il Bastia, squadra di serie B,
era riuscito a raggiungere le semifinali
della Coppa di Francia e aveva l’onore
di ricevere l'Olympique Marseille di
Jean-Pierre Papin. Una festa terminata
tragicamente dieci minuti prima
dell’inizio dell’incontro, quando la
parte alta della tribuna, costruita
frettolosamente in pochi giorni per
aumentare la capienza del piccolo
stadio, ha ondeggiato paurosamente per
qualche secondo prima di crollare come
un castello di carte. Proprio così,
tutti i testimoni, i feriti, i
sopravvissuti per miracolo parlano di un
castello di carte, di una struttura che
si è afflosciata al suolo come se
improvvisamente non avesse più alcun
sostegno. Basta guardare la parte
inferiore rimasta in piedi per capire
che hanno ragione. I tubi che reggevano
la tribuna sono appoggiati direttamente
sul terrapieno o su piccoli cubi di
cemento o su tavolette di legno. Il peso
delle migliaia di persone, che battevano
i piedi e facevano la ola in attesa
dell’ingresso in campo dei loro
beniamini ha fatto cedere di schianto i
praticabili. A vedere il desolante
spettacolo dello stadio di Furiani - un
campetto di calcio di provincia - viene
spontaneo dirsi che quella tribuna non
poteva reggere. Facile dirlo oggi: le
commissioni di sicurezza, martedì
mattina, avevano dato il loro visto,
nessuno aveva trovato qualcosa da
ridire. Eppure, quando si raccolgono le
testimonianze, molti parlano di una
sensazione di paura nel montare i
gradini di quella struttura. E le
immagini mostrate da Fr3, visionate ieri
dagli inquirenti, sono un atto di accusa
implacabile: mostrano alcuni
responsabili della sicurezza, un'ora
prima della tragedia, che esaminano la
tribuna e capiscono l’imminenza del
dramma, vedono chiaramente che la parte
alta non regge e rischia di cedere sotto
il peso delle migliaia di spettatori che
si agitano, pestano i piedi.
Gli avvisi degli altoparlanti
non sono serviti a niente. La tribuna ha
portato da 8 a 18 mila posti la capacità
dello stadio ed è stata costruita in
soli cinque giorni. Troppo pochi,
accusano gli specialisti, mentre Bernard
Tapie - ministro della Città e
presidente dell’Olympique, che si
trovava sul terreno di gioco - ha
parlato di "catastrofe evitabile". Le
polemiche sono incandescenti e destinate
a durare a lungo, anche sui soccorsi,
rapidi ma, secondo alcuni, insufficienti
rispetto alle dimensioni della tragedia.
Tutti i mezzi disponibili in Corsica, ma
c'è voluto anche l’intervento degli
aerei di stanza nella Francia del sud
per soccorrere i 527 feriti, precipitati
da un'altezza compresa fra i dodici e i
diciotto metri. Circa 400 sono stati
ricoverati in ospedale, molti sono stati
trasportati a Marsiglia, Nizza e
Montpellier, poiché in Corsica non
c'erano posti a sufficienza. Nel
pomeriggio di ieri si è parlato di venti
morti, ma in serata il bilancio è
risultato più leggero. Per una serie di
errori incomprensibili, il numero delle
vittime è stato sovrastimato: i morti
sono dieci, ma almeno 15 feriti sono in
condizioni critiche. Tutta la Francia ha
assistito alla televisione al dramma di
Bastia e l'arrivo in Corsica di
Mitterrand, accompagnato da Jack Lang,
ha testimoniato l’emozione del paese.
"Che non succeda più, signor
presidente", gli ha urlato in ospedale,
in lacrime, il parente di un ferito.
Mitterrand ha risposto con un gesto di
assenso, di muta comprensione per il
dolore e l’ira di quell’uomo.
L’Assemblea Nazionale, a due riprese, ha
osservato un minuto di silenzio. Michel
Platini e la nazionale di calcio hanno
rinunciato a recarsi ieri sera a Lisbona
per sostenere il Monaco, finalista della
Coppe delle Coppe. Platini ha ricordato
il dramma dell’Heysel e Jean-Pierre
Papin, il centravanti dell’Olympique che
giocherà la prossima stagione con il
Milan, ha chiesto di annullare la Coppa
di Francia di quest'anno in memoria
delle vittime dello stadio di Furiani.
La squadra di Bastia s'è già ritirata.
"Era orribile", ha detto Papin. "Quando
si sono viste cose così orribili, se ne
esce segnati. Solo qualche minuto dopo
il crollo ci siamo accorti di che cosa
terribile era avvenuta". Governo
mobilitato Il governo è stato
mobilitato. Il ministro degli Interni e
quello della Sanità sono arrivati a
Bastia poche ore dopo la catastrofe.
Il ministro
dello Sport ha incontrato i responsabili
della Lega e della Federazione calcio
per prendere i primi provvedimenti e in
particolare vietare l’utilizzazione di
tribune provvisorie in tutto il paese.
Ieri sera a Bastia regnava una collera
fredda. La città ha dato una grande
prova di calma e di maturità. Ben
novecento persone, in parte volontari,
si sono mobilitate per i soccorsi. Ma la
consapevolezza che un’ora prima del
dramma qualcuno aveva intuito la
possibilità di una tragedia, che nessuno
è riuscito ad impedire, ha fatto
crescere la rabbia. L’inchiesta è appena
cominciata, ma ai tre alti funzionari
nominati dal ministro dell’Interno non
dovrebbe essere difficile, grazie anche
ai numerosi filmati delle televisioni,
stabilire in breve tempo le cause e le
responsabilità.
7 maggio 1992
Fonte: La Repubblica
Tra UEFA e Federcalcio francese
"dribbling" delle responsabilità
di Alberto Costa
Il crollo della tribuna allo
stadio Furiani di Bastia, in Corsica,
ripropone il problema della sicurezza
negli stadi. La FIFA mette al bando le
tribune provvisorie.
"Avremmo potuto astenerci da
questi lavori supplementari, ma abbiamo
voluto che gli spettatori potessero
assistere alla partita in buone
condizioni di sicurezza". La compiaciuta
soddisfazione espressa alla vigilia del
dramma da un portavoce del Bastia suona
oggi come una macabra provocazione. Il
piccolo stadio della cittadina corsa non
ha infatti retto all’allargamento
artificiale provocato da tribune
cresciute troppo in fretta. Da 8.500 a
18.500 spettatori nell’arco di una sola
settimana: così il vecchio Furiani è
stato gonfiato per sfruttare in maniera
intensiva un avvenimento (la sfida con
il Marsiglia di Tapie e Papin) che per
un calcio di periferia come quello di
Bastia non appartiene certo
all’ordinaria amministrazione. Dopo
l’Heysel, dopo Sheffield, dopo ogni
tragedia dello sport, il rituale è
quello di sempre. Si gioca a dribblare
le responsabilità. "L’Uefa non
organizzava l’incontro, dunque tocca
alla Federcalcio francese chiarire che
cosa è accaduto", si è affrettato a
dichiarare lo svedese Lennart Johansson,
presidente dell’ente calcistico europeo.
"Noi avevamo preteso, ottenendole, tutte
le certificazioni necessarie, da quelle
del costruttore a quella della
commissione di vigilanza regionale. Cosa
potevamo fare di più ?" è stata la
replica di Jean Fournet Fayard,
presidente della federazione
transalpina. In attesa di chiarire
dinamica e responsabilità della
tragedia, si è mossa la Fifa (in pratica
il governo del calcio mondiale) che, per
bocca del suo potente segretario, lo
svizzero Joseph Blatter, ha annunciato
la messa al bando delle tribune
provvisorie: "Ne proibiremo l’uso", ha
chiarito l’alto funzionario, "sia a
livello nazionale che internazionale.
Non riusciamo ancora a capacitarci di
come un dramma di tale portata possa
avere avuto luogo. Dopo l’Heysel e dopo
Sheffield, la Fifa aveva accresciuto i
suoi sforzi per migliori condizioni di
sicurezza e di comfort negli stadi.
Nessuno però avrebbe potuto prevedere
che fosse possibile innalzare
costruzioni provvisorie senza ancoraggio
al suolo, come invece è avvenuto a
Bastia. Questo è il motivo per cui,
senza attendere i risultati
dell’inchiesta, proibiremo l’uso delle
tribune volanti". Se è vero che la Fifa
ha imposto minimi di capienza e
l’abolizione dei posti in piedi per gli
stadi che ospitano la fase finale di un
Mondiale e che l’Uefa pretende garanzie
di questo tipo per semifinali e finali
delle Coppe europee e per la fase
conclusiva del campionato continentale,
è anche vero che la discrezionalità
delle varie federazioni nazionali in
tema di sicurezza degli impianti resta
tuttora ampia. "Gli stadi francesi hanno
soltanto posti in piedi", afferma
l’ingegner Saverio Mandetta, membro
della commissione per gli impianti
sportivi della Federcalcio, "e questo
dice tutto. Chi è stato colpito, anche
se non in maniera diretta, da tragedie
come quelle di Bastia ha immediatamente
provveduto a darsi una legislazione d'
avanguardia. Non è dunque un caso che
Italia e Inghilterra abbiano varato le
norme più severe in materia di
sicurezza. Dirò di più: dopo il Mondiale
del '90 la Fifa diffuse la normativa
italiana tra i Paesi affiliati invitando
a valutarla come punto di riferimento.
Da noi gli stadi di serie A devono
garantire un minimo di 20.000
spettatori, tutti seduti, e c'è un
progetto per alzare la capienza minima a
30.000 posti in serie A e a 20.000 in
serie B. In altre nazioni, purtroppo, la
strada da percorrere sulla via della
sicurezza è ancora lunga".
7 maggio 1992
Fonte: Corriere della Sera
Dieci uccisi, 700 feriti,
Mitterrand vola in Corsica. Platini: un
lavoro fatto da imbecilli.
Bastia, processo allo stadio
della morte
"L'impalcatura era una trappola"
di Enrico Benedetto
È stata una catastrofe
annunciata, un filmato della terza rete
francese mostra i periti che esaminano
scettici la struttura prima della
partita. I tubi metallici non poggiavano
a terra ma erano sorretti da piccoli
piedistalli. Dopo la sciagura dell'altra
sera la Fifa vieterà gli impianti
provvisori.
PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
- Si sapeva che sarebbe crollata. La
futura strage della tribuna la tribuna
assassina, come grida la Francia
indignata - è negli occhi dei periti che
ne osservavano impotenti scricchiolii e
sinistre oscillazioni almeno un quarto
d'ora prima della catastrofe. "FR3", la
terza rete, li ha filmati: sguardo
fisso, ampi gesti verso il dedalo di
tubi poi trasformatosi in tomba per 10
tifosi e calvario per 700 spettatori
feriti, un'espressione di rabbia e
angoscia nel volto. Erano le 20. La
partita Bastia-Olympique Marseille nel
piccolo stadio della città corsa,
ingrandito surrettiziamente per
l'occasione, non era ancora cominciata.
Ma da almeno due ore gli altoparlanti
chiedevano invano alla folla sulla
tribuna mobile da ottomila posti di non
scandire più battendo i piedi il loro
entusiasmo. Invano. Se non esistesse la
prova filmata, basterebbero quegli
appelli per provare che gli
organizzatori conoscevano la debolezza
della struttura. "Ma era troppo tardi
per intervenire" ammette un uomo del
servizio di sicurezza: "Non ci avrebbero
ascoltato, rischiavamo disordini gravi".
Per evitarli, si è preferito correre in
bocca alla catastrofe. Messa su in
fretta e male, senza collaudi, alla
cieca, la tribuna killer ha precipitato
nel vuoto da venti metri 1.500 persone.
Il bilancio delle vittime è tragicamente
provvisorio: i feriti sono oltre 700, 20
almeno in condizioni molto gravi. Con un
ponte aereo senza precedenti, le
autorità francesi li hanno trasferiti
sul continente per alleviare gli
ospedali isolani, oberati. A Marsiglia
ne sono ricoverati parecchie centinaia:
è dal grande bombardamento nazista
dell'aprile '40 che il porto
mediterraneo non viveva un'emergenza
sanitaria simile. Francois Mitterrand, a
Siviglia per l'Expo Universale, ha
voluto raggiungere nel pomeriggio in
loco i suoi ministri che da ore si
prodigavano per coordinare i soccorsi.
Dai suoi commenti, di doverosa prudenza,
traspare la pietà per le vittime "di un
evento terribile, che getta nel lutto il
nostro Paese". Anche il premier
Bérégovoy, annunciando l'inchiesta, non
vuole sbilanciarsi. Ma la comprensibile
cautela politica e - per ora -
giudiziaria, non tappano la bocca ai
tanti, troppi j'accuse contro una
tribuna mobile, allestita in 72 ore per
ospitare i supporter del Bastia - II
Divisione - che affrontava in semifinale
la quattro volte scudettata équipe
dell'Olympique Marseille, con la segreta
speranza di portarle via la Coppa di
Francia. Dice livido Michel Platini,
trainer della nazionale e già reduce
dall'Heysel: "Il calcio non è mai stato
pericoloso. Si dovrà solo evitare di
ripetere in futuro certe cretinate.
Perché è chiaro che martedì ne è stata
fatta una". Bernard Tapie, patron del
club ospite: "Il minimo errore si paga a
un prezzo spaventoso. Quello che ci
possiamo rimproverare, noi e la
federazione, è di non avere ricordato ai
dirigenti corsi che questo match
richiedeva un approccio non amatoriale".
E anche se la
Giustizia francese dovrà
attendere esami e controperizie, la Fifa
- massimo organo calcistico mondiale -
ieri pomeriggio anticipava la sentenza:
vieterà "quanto prima, sia a livello
nazionale che internazionale",
l'installazione di tribune provvisorie
tubolari. Su quei tubi divelti e
piegati, come un gigantesco meccano a
pezzi da cui giungevano urla e lamenti,
sono tornati ieri con lo zoom decine di
volte i telegiornali. E le immagini
smentiscono quanto il prefetto dell'Alta
Corsica afferma su "TF1", cioè che "le
strutture non ballavano". Per rimanere
ferme, avrebbero dovuto essere ben
inchiavardate al suolo, come quelle
allestite per Albertville. Ieri correva
voce, che fossero le stesse. Già nei
corsi rinasceva la cronica indignazione
contro i "francesi": "Ci hanno mandato
attrezzature fruste, e senza avere
preparato il suolo". Ma dalla Savoia è
giunta la smentita. Ma questo nulla
toglie al criminale pressappochismo del
montaggio. I tubi poggiavano sulla
terra, ovvero su piccoli parallelepipedi
in calcestruzzo o, ancora, rettangoli di
compensato. Sembra inoltre che non pochi
fra i 10 mila elementi fossero
sconnessi: per urgenza o distrazione,
qualcuno non aveva ultimato il lavoro.
Solo 8000 persone silenziose e
disciplinate come potrebbero esserlo in
un monastero svizzero potevano sedersi
senza rischi. All'improvviso, il grande
palco è venuto giù. In un niente.
Nessuna telecamera ha filmato l'attimo
della morte. Poi i giocatori, già in
campo, accorrono ad aprire dall'interno
le reti di protezione, perché il
pubblico, terrorizzato, non provochi
nella calca altre vittime. Quindi i
corpi distesi sul prato, le ambulanze
che non riescono a farsi strada nella
gigantesca ressa, gli elicotteri, le
testimonianze, i primi cenni di critiche
all'organizzazione. La ditta che ha
installato i posti supplementari si
difende: "Avevamo l'ok della commissione
dipartimentale". Anche il prefetto le
scarica addosso ogni responsabilità. Il
presidente del Bastia F.C. addirittura
presenta denuncia contro ignoti (la
stessa formula usata dalla magistratura
francese nella sua inchiesta), quasi a
dire: "Vedete che non c'entro ?". Idem
Federcalcio e l'organismo che presiede
alla sicurezza sui terreni di gioco: ha
concesso la fattibilità dopo esami sul
campo, ma nessuno le ha poi chiesto di
esaminare la tribuna. Ma riesce
difficile credere che un piccolo
organismo porti intera la colpa, senza
che il club o altri siano coinvolti. E
si leva un grido: dietro la sciagura
oltre a sbagli e fatalità c'era l'idolo
incasso, ottomila biglietti in più cui
nessuno voleva rinunciare. Qualunque
fosse il pericolo.
7 maggio 1992
Fonte: La Stampa
CORSICA
Salite a 12 le vittime
"La fretta causa della tragedia
di Bastia"
PARIGI - Bandiere a mezz'asta
anche ieri a Bastia, mentre sale a 12 il
bilancio dei morti e si apre
un'inchiesta giudiziaria destinata
probabilmente a far cadere qualche
testa. È opinione diffusa che il crollo
della tribuna provvisoria installata
allo stadio Furiani sia imputabile al
montaggio affrettato. In circa dieci
giorni, per raggiungere una capacità di
posti doppia è stato costruito lo stesso
tipo di struttura che alle Olimpiadi di
Albertville aveva richiesto 4 mesi di
studi e 2 di costruzione. La procura
della Repubblica ha aperto un
procedimento giudiziario contro ignoti
per "omicidio e lesioni volontari".
(Ansa)
8 maggio 1992
Fonte: La Stampa
Bastia, una tribuna fatta in
fretta
di Giampiero Martinotti
BASTIA - Nessuno vuole assumersi
la responsabilità. Tutti coloro che
hanno partecipato, in un modo o
nell’altro, alla costruzione, revisione
e controllo della tribuna crollata allo
stadio di Furiani si dichiarano
innocenti, come se quella struttura si
fosse afflosciata per pura fatalità.
Forse sono in molti ad avere sulla
coscienza dodici vittime (due persone
sono morte ieri mattina) e parecchie
centinaia di feriti, fra cui tredici in
condizioni critiche. La Corsica non
riesce ancora a riprendersi, a superare
lo choc della tragedia di martedì sera.
Ieri, in tutta l’isola, le bandiere
corsa e francese sventolavano a
mezz'asta. A Bastia, nella chiesa di
Saint-Jean, la camera ardente è stata
aperta al pubblico, ma alcune vittime
sono già state seppellite. In città
corrono voci allarmistiche, si parla di
quaranta morti, ma nessuno sa dire come
sia saltata fuori questa cifra. Queste
voci, fino a prova contraria
assolutamente infondate, testimoniano il
trauma subìto dalla città: "Noi corsi
siamo come una grande famiglia - dice
una signora - quel che è successo allo
stadio ci riguarda tutti. Mercoledì
nessuno è riuscito a lavorare, perché in
ogni ufficio c'era qualcuno che era
rimasto ferito o con un parente
all’ospedale. Qui non è come sul
continente: là succede una disgrazia e
tutto continua come prima. Da noi è
diverso, siamo tutti sconvolti".
E mentre la
città piange i suoi morti, le due
commissioni d'inchiesta - una
amministrativa, l’altra giudiziaria -
continuano ad esaminare minuziosamente
la struttura crollata martedì sera. I
cinquanta gendarmi incaricati dalla
magistratura di raccogliere tutti gli
elementi possibili tacciono, ma
l’insistenza con cui fotografano la base
della tribuna rimasta in piedi
sottolinea i dubbi suscitati dalla
costruzione: quei tubi che poggiano
direttamente sul terrapieno o su
tavolette di legno sembrano decisamente
troppo fragili per reggere il peso di
8-10 mila persone. Eppure, quelle
gradinate provvisorie sono state
costruite da una delle migliori ditte
del settore. Allora, com'è potuto
accadere ? I fatti inquietanti sono
molti. Per esempio, la rapidità con cui
è stata costruita la gradinata: appena
cinque giorni per montare una struttura
alta diciotto metri. Non solo: secondo
alcuni testimoni, ragazzi di buona
volontà, tutt'altro che specializzati in
simili lavori, avrebbero aiutato gli
operai per riuscire a concludere i
lavori in tempo per l’incontro. Ma anche
chi aveva il dovere di controllare la
sicurezza dell’impianto, molto
probabilmente, si è liberato con troppa
leggerezza di questo compito. In fondo,
tutti non desideravano altro che il
nulla osta per il folle progetto di
portare da 8 a 18 mila posti la capienza
del piccolo stadio. Ieri intanto la
Federazione calcistica francese ha
deciso di posticipare la finale della
Coppa di Francia. Il Bastia si è
ritirato. L’Olympique di Marsiglia e il
Monaco giocheranno martedì sera a
Parigi. L’incasso sarà versato ad un
fondo di aiuto alle famiglie delle
vittime ed andrà ad aggiungersi agli 8,8
miliardi di lire già stanziati dalle
compagnie di assicurazioni.
8 maggio 1992
Fonte: La Repubblica
Il dopo Bastia
Solo Tapie ha voluto la finale
PARIGI - Il Bastia si è ritirato
dalla Coppa di Francia. La tragedia di
martedì allo stadio Furiani che ha
provocato undici vittime (secondo la
prefettura dell’Alta Corsica, ma il
numero potrebbe essere più alto) e
centinaia di feriti gravi per il crollo
di una tribuna aggiuntiva all’8 minuto
della semifinale Bastia-Marsiglia ha
lasciato il segno nel calcio francese ma
non in Bernard Tapie, il patron
dell’Olympique di Marsiglia, il quale si
è imposto alla federazione francese che
in segno di lutto aveva cancellato la
finale della Coppa stessa. Fra il
Monaco, vincitore dell’altra semifinale,
e l’Olympique Marsiglia avrebbe dovuto
svolgersi martedì prossimo 12 maggio,
nello stadio parigino del Parco dei
Principi, una amichevole di solidarietà
con incasso, diritti pubblicitari e
televisivi devoluti alle famiglie
colpite dalla sciagura. Tapie si è
opposto e la federazione ha ceduto: la
partita si svolgerà come finale (senza
cerimonie ufficiali) con la stessa
destinazione dell’incasso. Non rimarrà
un vuoto, quindi, nell'albo d'oro della
Coppa di Francia. Avrebbe ricordato
sempre la tragedia dello stadio Furiani.
La decisione della federazione francese,
che ha aperto una inchiesta, sarebbe
stata un monito per tutti gli
organizzatori di manifestazioni
sportive. Tapie non ha capito il senso
della scelta.(r. s.)
NDR - La rinuncia da parte di
Bastia ed Olympique Marsiglia a
disputare il recupero della semifinale
annullarono l'organizzazione della
finale del torneo, che si sarebbe
disputata al Parco dei Principi di
Parigi. L'edizione 1991-92 della Coppa
di Francia divenne di conseguenza la
prima in cui non furono assegnati
vincitori. Per quanto riguarda l'accesso
alla Coppa delle Coppe, per
rappresentare la Francia nella seconda
competizione europea fu scelto il
Monaco, vincitore dell'unica semifinale
disputatasi. Fonte: Wikipedia.org
8 maggio 1992
Fonte: La Stampa
Tribuna di Bastia un tecnico in
manette
BASTIA - È stato arrestato con
l'accusa di omicidio colposo e di
lesioni colpose un responsabile della
società "Sud-Tribune", proprietaria
della tribuna provvisoria crollata
martedì sera nello stadio Furiani di
Bastia. I morti erano stati dieci,
settecento i feriti. Si chiama
Jean-Marie Boimond, 39 anni, incaricato
dalla società costruttrice di
controllare la struttura delle tribune
provvisorie. Boimond è stato internato a
Bastia, a disposizione del giudice
Jean-Pierre Rousseau. Sotto accusa, dopo
la strage, era subito stata
l'impalcatura, definita "una trappola
mortale". (Agi)
9 Maggio 1992
Fonte: La Stampa
La tragedia allo stadio di
Bastia, ecco tutti i responsabili
PARIGI - Sono bastati 7 giorni
alla commissione d' inchiesta nominata
dal governo per stabilire le
responsabilità della tragedia allo
stadio Furiani di Bastia. I tre alti
funzionari cui è stata affidata
l’indagine amministrativa, hanno
consegnato martedì a Paul Quilès,
ministro degli Interni, le loro
conclusioni. Ieri mattina, il governo ha
silurato il prefetto di Bastia, Henri
Hurand. Le responsabilità penali saranno
precisate dal procuratore della
Repubblica della cittadina corsa, che ha
già incriminato sette persone. In pochi
giorni è stato possibile individuare
tutti i colpevoli del crollo della
tribuna provvisoria dello stadio, che ha
provocato la morte di 13 persone e il
ferimento di parecchie centinaia di
spettatori. Il primo ministro, Pierre
Bérégovoy, aveva promesso in Parlamento
un’inchiesta rapida e trasparente e ha
mantenuto la parola. Principale accusata
la società Sud-Tribune, costruttrice
della tribuna. Chi aveva il dovere di
controllare, cioè la commissione
provinciale di sicurezza, è pure
responsabile e critiche pesanti anche
alla Socotec, la società per i controlli
tecnici. Ieri intanto è stato arrestato
anche Jean Francois Filippi, presidente
della società calcistica Sporting
Bastia. Filippi, che è accusato di
omicidio colposo, è rinchiuso nel
carcere Saint-Clare di Bastia. G.M.
14 maggio 1992
Fonte: La Repubblica
"Omicidio colposo"
Strage di Bastia. Accusato
presidente della Federcalcio
BASTIA - Il giudice istruttore
che indaga per il crollo della tribuna
del 5 maggio allo stadio Furiani di
Bastia, in cui morirono 16 persone, ha
accusato di omicidio colposo il
presidente della Federcalcio francese,
Jean Fournet Fayard. Il magistrato non
ha comunque spiccato mandato d' arresto.
In una conferenza stampa a Lione,
Fournet Fayard ha dichiarato che non
pensa assolutamente alle dimissioni e ha
preannunciato che si batterà "fino alla
fine per la verità". Dopo aver detto di
non ritenersi colpevole per quanto
avvenne prima della semifinale di Coppa
tra l’Olympique e il Bastia, il
presidente della Federazione ha
sottolineato che la sua posizione
processuale è secondaria. Dopo la
sciagura, Fournet Fayard affermò che
nell’installazione delle tribune
provvisorie erano state osservate tutte
le misure di sicurezza.
2 giugno 1992
Fonte: Agi
Ucciso in Corsica
Sindaco-Presidente
BASTIA - Jean-Francois Filippi
sindaco di Lucciana, cittadina nella
Corsica del sud, ed ex presidente della
squadra di calcio del Bastia, è stato
ucciso ieri mattina a colpi di lupara
davanti alla sua abitazione.
Nell’attentato anche la moglie di
Filippi è rimasta gravemente ferita.
Filippi, dirigente di una importante
azienda di trasporti, tra 8 giorni
sarebbe stato processato, insieme ad
altre 13 persone per la tragedia dello
stadio Furiani. Il 5 maggio 1992, prima
del fischio d' inizio della semifinale
della coppa di Francia, tra lo
Sporting-Club Bastia e l’Olympique di
Marsiglia, il crollo di una tribuna
provocò la morte di 17 persone e 2.357
feriti. Filippi, sindaco conservatore
della cittadina corsa, è stato ucciso da
una raffica di mitra che lo ha raggiunto
in pieno petto mentre stava uscendo
dalla porta di casa insieme alla moglie.
La polizia è certa che si tratti di un
assassinio di stampo mafioso, e c'è il
sospetto che l’omicidio del
sindaco-presidente sia legato proprio
alla strage dello stadio del capoluogo
della Corsica del '92. Già pochi giorni
dopo il crollo delle tribune Filippi era
stato minacciato di morte. Lettere
minatorie e telefonate anonime lo hanno
perseguitato fino al giorno della sua
morte. Secondo il tribunale francese la
colpa della strage è da attribuire alla
società edile di Nizza che ha mal
costruito - non rispettando le norme di
sicurezza - le tribune che sono franate
sotto il peso degli spettatori.
27 dicembre 1994
Fonte: La Repubblica
Ucciso ex presidente Bastia F.C.
Jean Francois Filippi, sindaco
di Lucciana, è stato ucciso a colpi di
lupara davanti alla sua casa, era sotto
processo per il crollo nel 1992 di una
tribuna dello stadio di Bastia.
AJACCIO - L’ex presidente della
squadra di calcio di Bastia non verrà
mai processato. È stato ucciso a colpi
di lupara davanti alla sua casa di
Lucciana, la cittadina nel sud della
Corsica di cui era diventato sindaco.
Jean Francois Filippi sarebbe dovuto
comparire in tribunale la prossima
settimana, insieme ad altre tredici
persone. I giudici dovevano accertare le
sue responsabilità per la strage
provocata nel '92 dal crollo di una
tribuna provvisoria nello stadio di
Bastia. Ma Filippi non potrà difendersi.
Qualcuno ha voluto condannarlo prima che
si aprisse il processo. La tragedia
dello stadio Furani risale al 5 maggio
del '92. Un' impalcatura, costruita in
modo precario per accogliere il numeroso
pubblico di una semifinale della Coppa
di Francia, cadde rovinosamente pochi
minuti prima dell’inizio della partita
tra il Bastia e l’Olympique Marsiglia.
Diciassette persone morirono. Oltre
duemilatrecento rimasero ferite. Una
commissione d' inchiesta governativa
accertò in seguito che il disastro era
stato causato dalla cattiva costruzione
della tribuna. E Filippi, che all’epoca
era presidente della squadra di casa -
il Bastia F.C. - non ebbe più pace.
Iniziò ad essere perseguitato da
continue minacce anonime. La condanna a
morte, che gli era stata promessa tante
volte, è stata eseguita ieri, in un
attentato di chiaro stampo mafioso. I
suoi assassini hanno aspettato che
uscisse di casa ed hanno aperto il
fuoco. I colpi di lupara hanno raggiunto
anche la moglie, che è adesso ricoverata
in gravi condizioni all’ospedale di
Bastia.
27 dicembre 1994
Fonte: Corriere della Sera (© Fotografia: Eurosport.it)
Calcio: Corsica, condannati per
lo stadio di Furiani
Bastia, 31 mar. (Adnkronos/Dpa)
- Jean-Marie Boismond e Bernard Rossi
sono stati condannati oggi a Bastia,
rispettivamente a due anni e 18 mesi di
reclusione per la tragedia dello stadio
di Furiani, in Corsica, che fece, nel
maggio 1992, 17 morti e circa duemila
feriti. Boismond e Rossi erano
rispettivamente il costruttore ed il
supervisore della tribuna dello stadio
di Furiani che crollò scatenando la
tragedia. Il processo si è svolto tra
particolari misure di sicurezza:
l'impresario ed ex presidente della
società calcistica, Jean-Francois
Filippi, è stato assassinato poco prima
dell'inizio dell'udienza. Boismond ha
ammesso davanti al tribunale che non
erano state rispettate tutte le norme
richieste per l'edificazione della
tribuna.
31 marzo 1995
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