"Un generale ordinò di
festeggiare"
di Timothy Ormezzano
Tacconi, l’ex portiere
dei bianconeri: "In campo sapevamo che era morto solo un
tifoso. Grobbelaar ? Matto come me".
Stefano Tacconi, portiere della Juve nella
tragica finale di Coppa Campioni contro il Liverpool del
29 maggio 1985, se chiude gli occhi quali immagini le
tornano in mente a 30 anni da quella notte da incubo
dell’Heysel a Bruxelles ?
"Non bisogna chiudere gli occhi, ma tenerli ben aperti
per ricordare. Penso soprattutto al grande sogno di 22
giocatori infranto da certi ultrà. Le finali si
dovrebbero sempre giocare con entusiasmo e gioia".
Non si poteva evitare di scendere in campo per
rispetto delle 39 vittime ?
"Le notizie erano frammentarie, non si capiva se era
morto un tifoso oppure un centinaio. La Uefa ci aveva
impedito di scendere in campo ma per fortuna un generale
grande e grosso, con un po’ più sale in zucca, ci ha
ordinato di giocare per evitare problemi più grandi: la
curva juventina avrebbe voluto vendicarsi...".
Erano inevitabili anche certi festeggiamenti ?
"Sento sempre ripetere le
stesse cose... La nostra festa era stata decisa dallo
stesso generale alto due metri: ci ha obbligati a uscire
dallo spogliatoio e andare sotto la curva bianconera,
perché dovevamo tenere i nostri tifosi all’interno dello
stadio".
Ironia della sorte,
quella fu la sua migliore partita di sempre: conferma ?
"Proprio così, però non riesco a raccontarla. Ma il
dramma è che certi fattacci continuano a ripetersi con
cadenza preoccupante".
Si riferisce a quanto accaduto prima di
Lazio-Roma ?
"Proprio così: guardate cosa è successo prima del derby
di lunedì: certa gente ha la segatura al posto del
cervello. In Italia non riusciamo proprio a cambiare:
servono leggi dure da far rispettare. Possibile che ai
politici le cose vadano bene così ? Io credo che chi ama
lo sport e il calcio in particolare, sia disgustato da
quanto visto nei paraggi dell’Olimpico. Una cosa
indegna. Non è possibile essere ostaggi di bande di
delinquenti. Perché questi personaggi, etichettiamoli
così, lo sono".
Qual è il modo per non dimenticare l’Heysel ?
"Intanto in questi giorni sono
proprio a Bruxelles, ospite di una televisione belga,
per commemorare la tragedia. Io e il mio ex collega
Grobbelaar (il numero 1 del Liverpool di allora, ndr),
non chiedetemi chi è il più matto dei due, abbiamo
inutilmente proposto ai club di giocare tutti gli anni
un’amichevole tra Juventus e Liverpool. Ultimamente è
saltato il progetto di uno spettacolo teatrale per
rievocare la tragedia. La Juve ha ritenuto che una parte
della sceneggiatura fosse un tantino delicata e pure
controversa".
E allora, la società di Agnelli cosa potrebbe
fare per tenere vivo il ricordo ?
"La cosa più importante è che il club bianconero stia
vicino alle famiglie delle vittime".
Fonte: Leggo
© 28 maggio 2015
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