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Arbitro
di Liverpool-Juventus
(In
campo allo Stadio Heysel il
29.05.1985) |
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I ricordi dell'arbitro svizzero
dell'Heysel
di Mathias Froidevaux
Vent'anni
fa, André Daïna era l'arbitro della tragica
partita dell'Heysel, a Bruxelles. Oggi rievoca
il dramma e si esprime sulla sicurezza attuale
negli stadi. La sera del 29 maggio 1985, 39
persone morirono ed altre 600 rimasero ferite
nella ressa causata dagli scontri che
precedettero la finale di Coppa Campioni tra il
Liverpool e la Juventus. Doveva essere una festa
grandiosa... Fu invece un vero e proprio incubo.
La finale della Coppa dei Campioni del 29 maggio
1985, tra le due migliori squadre europee
dell'epoca, ha marcato la storia del calcio. Le
immagini di quelle griglie e di un muro che
crolla sulla pressione della folla in panico, i
corpi sanguinanti di centinaia di persone, la
morte di 39 spettatori - soffocati o calpestati
- vittime della follia degli hooligans inglesi
ubriachi sono ancora in tutte le memorie.
Vent'anni dopo, l'arbitro della partita,
l'elvetico André Daïna, ha accettato di
rievocare i tremendi ricordi di quella giornata.
Il nome dell'ex giocatore di serie A e della
squadra nazionale diventato arbitro rimarrà per
sempre associato a quello dell'Heysel.
Swissinfo: André Daïna, questo triste
anniversario la obbliga a rivangare cattivi
ricordi, non è difficile ?
André Daïna: "Onestamente ? Sono un po' stufo.
L'avvenimento è però tale che è impossibile non
richiamarlo alla mente. Penso che sia un lavoro
di memoria dovuto a coloro che erano venuti ad
assistere alla partita e che non sono più
rientrati a casa. Il calcio se n’è rimesso. Del
resto, la vittoria del Liverpool nella finale di
Champions League mercoledì sera contro il Milan
- 20 anni dopo il trauma dell'Heysel - ha in un
certo senso permesso di chiudere il cerchio.
Avrei preferito essere sul campo mercoledì
scorso e partecipare a una vera festa del
calcio".
Swissinfo: A distanza di 20 anni che
ricordi serba della serata del 29 maggio 1985 a
Bruxelles ?
André Daïna: "Ho dei ricordi molto nitidi, ma
devo precisare che non sono stato un testimone
privilegiato di quanto è successo, poiché ero
negli spogliatoi. Ho visto solo in seguito le
immagini alla televisione. Sul momento, ho
vissuto gli avvenimenti attraverso le
testimonianze di diverse persone. Sapevamo che
c'erano dei morti e che sul terreno regnava il
caos".
Swissinfo: Alla fine avete deciso di far
giocare la partita. Pensa ancora oggi che fosse
la soluzione migliore ?
André Daïna: "Era la meno peggiore e ne sono
tuttora convinto ! Quella sera, trattandosi di
una finale, tutte le autorità dell'UEFA erano
allo stadio e abbiamo evocato assieme i diversi
scenari possibili. Nessuno poteva obbligarmi ad
entrare sul campo, ma ero convinto che bisognava
farlo per cercare di terminare la serata nel
modo più "normale" possibile. Il mio obiettivo
era di evitare assolutamente che scoppiassero
degli altri scontri dopo un'evacuazione dello
stadio senza che la partita fosse stata giocata.
Certo, l'incontro non rivestiva più la stessa
importanza e sapevo che nessuno si sarebbe
ricordato di quanto sarebbe successo sul campo".
Swissinfo: Secondo lei, la data del 29
maggio 1985 rappresenta una svolta nella storia
del calcio moderno ?
André
Daïna: "Penso che ci si è veramente resi conto
di cosa può generare il calcio. In precedenza
alcune partite erano pure state macchiate da
eventi drammatici. Era però sempre successo in
un contesto nazionale e i fatti erano stati
relativizzati o addirittura taciuti. Il 29
maggio 1985, per contro, si giocava su un
terreno neutrale ed a un livello internazionale.
È stato un vero e proprio elettrochoc. Era
chiaro che bisognava prendere dei provvedimenti
se si voleva garantire la sopravvivenza del
calcio. È l'inizio degli stadi con solo dei
posti a sedere, delle abolizione delle barriere,
del rafforzamento dei servizi d'ordine, delle
telecamere, degli elenchi dei tifosi
indesiderabili...".
Swissinfo: Secondo lei, la Svizzera è in
grado d'assicurare la sicurezza del prossimo
Campionato europeo di calcio, organizzato nel
2008 assieme all'Austria ?
André Daïna: "Gli ultimi scontri che si sono
verificati ai margini della Coppa svizzera, ad
esempio, non sono di buon auspicio. Ma durante
l'Euro, la Svizzera si troverà sotto i
riflettori internazionali e nessuno dubita che
gli organizzatori faranno di tutto per garantire
una sicurezza massima. Gli spettatori non devono
avere paura di recarsi allo stadio. Se la
Svizzera non crede di essere in grado di
tutelare la loro sicurezza, deve chiedere aiuto
all'esterno. La presenza massiccia di forze
dell'ordine alle partite di calcio mi fa sempre
un effetto un po' strano, ma credo che sia
necessaria affinché questo sport continui ad
esistere".
(Traduzione
di Daniele Mariani)
27 maggio
2005
Fonte:
Swissinfo.org
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