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VITTORIO LOMBARDI
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Intervista Vittorio Lombardi
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Tifoso Juventus Football Club

(Nel Settore N allo Stadio Heysel il 29.05.1985)

 

29 Maggio 1985 "Heysel", Bruxelles

Testimonianza diretta di Vittorio Lombardi, presente allo stadio Heysel il 29 Maggio del 1985.

Iniziava così la trasferta dell’Heysel… Per Lombardi Vittorio…

"Partiamo il martedì mattina in pullman per arrivare in serata a Metz, nel nord della Francia, passando per Lucerna e Strasburgo dove abbiamo passato la notte, il pomeriggio seguente siamo giunti a Bruxelles alle 14:00 mentre le porte dello stadio furono aperte molto presto e noi alle 15:00 eravamo già dentro al nostro settore".

Quando iniziarono gli incidenti ?

"Gli incidenti sono iniziati verso le 18, ma noi non avevamo idea di cosa stava accadendo dall’altra parte, si vedeva sì dei movimenti strani, dove gli inglesi attaccavano e indietreggiavano, però non si sapeva che cadevano i muretti, le persone venivano schiacciate e colpite dagli inglesi".

Le forze dell’ordine dov’erano? O almeno c’erano ?

"Gli inglesi sono entrati con le casse di birra nello stadio ed erano già ubriachi molte ore prima che iniziasse la partita con un gran caldo che si faceva sentire. L’organizzazione fu pessima, nessun tipo di controllo, la presenza di forze dell’ordine era scarsa quasi assente".

La condizione dello stadio com’era ?

"Le curve si trovavano su una specie di collinetta, i servizi igienici assenti, e le gradinate si sgretolavano con le stesse mani".

 

Tua sorella si trovava nel settore Z, com’è riuscita a salvarsi ? E cos’hai provato quando il tuo nome è stato annunciato dallo speaker dello stadio ?

"Gli inglesi colpivano con delle spranghe di ferro i tifosi della Juve perché li vedevano con un qualcosa di bianconero, mentre mia sorella e mio cognato avevano delle borse della Chocco Travel, rossa e gialla, perciò gli inglesi quando venivano avanti, sembrava quasi che li evitassero convinti del fatto che anche loro fossero inglesi. A una delle pause, di circa una decina di minuti, scesero verso il campo, calpestando decine di corpi agonizzanti. Una volta scesi in campo, volle sincerarsi delle mie condizioni, allora fece un appello tramite lo speaker, che nel frattempo stava chiamando molte altre persone. Quando sentii il mio nome, rimasi gelato, pensai subito al peggio, uscii subito dallo stadio e mi diressi verso la tribuna, e in quei momenti iniziai a capire quale tragedia stava avvenendo, dopo qualche minuto trovai mia sorella e mio cognato e decidemmo di non assistere a quella maledetta partita, se di partita possiamo realmente parlare… Decidemmo di cercare un posto in cui era possibile telefonare a casa e tranquillizzare tutti amici e parenti, che si erano radunati tutti presso la Sede dello Juventus Club Montignoso per vedere tutti insieme la partita, trovammo un ristorante italiano e riuscimmo a telefonare a casa e a tranquillizzare tutti".

Siete tornati ad assistere alla partita ?

"Successivamente non siamo ritornati allo stadio, la paura era tanta, e salimmo sul pullman e vedemmo la partita lì".

Chi era nella curva bianconera era conscio della tragedia che si stava realizzando ?

"Finita la partita tornarono anche gli altri amici, ed erano contenti perché la Juve aveva vinto ma non sapevano quello che realmente era accaduto, e non sapevano dei 39 morti".

Qualcuno di voi rimase coinvolto in prima persona nella tragedia dell’Heysel ?

"Nessuno dei nostri rimase ferito anche perché eravamo nel settore nord ovest della curva juventina".

E’ passato molto tempo prima di rientrare in uno stadio ?

"Prima di rimettere piede in uno stadio passarono circa 9 anni".

Secondo te i giocatori erano a conoscenza di quello che stava accadendo ?

"I giocatori non lo so, non credo che fossero a conoscenza che ci fossero dei morti o anche se lo avessero saputo furono costretti a giocare anche per motivi di ordine pubblico". Fonte: Jcmassa.it © 29 maggio 2008 Fotografie: GETTY IMAGES © (Not for commercial use) Icone: Shutterstock.com © Pngegg.com © Gianni Valle ©

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