La strage dell'Heysel
fra Storia e Memoria
di Jessica Boschiroli
Il 29 maggio 1985, durante la finale di Coppa dei
Campioni disputatasi in Belgio tra Juventus e Liverpool,
persero la vita trentanove tifosi che occupavano il
settore Z dello stadio. Il mondo intero ebbe modo di
seguire in diretta televisiva la strage che precedette
la partita: dei sessanta canali televisivi che avevano
acquistato i diritti per la finale, soltanto la ZDF e la
sua consorella della Germania Est decisero di sospendere
la diretta prima del calcio d’inizio.
In Italia fu la Rai che alle 20.10 inizia a trasmettere
la finale, con la telecronaca di Bruno Pizzul. Tra i
19,1 milioni di persone che stavano seguendo la diretta,
vi erano sicuramente i padri, le madri, i fratelli e le
sorelle dei tifosi juventini presenti a Bruxelles e,
proprio per non spaventarli inutilmente, i responsabili
di Rai 2 decisero di comunicare il bilancio delle
vittime il più tardi possibile. Nonostante il massacro
appena avvenuto, alle 21.15, Gaetano Scirea, capitano
della squadra italiana, comunicò: "La partita si
giocherà per consentire alle forze dell’ordine di
organizzare l’evacuazione dello stadio. Mantenete la
calma. Non rispondete alle provocazioni. Giocheremo per
voi...".
Questo elaborato affronta una delle pagine più tristi
non solo della storia della Juventus, ma dell’intera
storia del calcio: la strage dell’Heysel. Per fare ciò
ho fatto riferimento a testi ricchi di testimonianze e
di storia e ho deciso di arricchire queste fonti
avvalendomi dell’uso dell’archivio di tre quotidiani
italiani: "Il Corriere della Sera", "La Stampa" e "La
Repubblica". All’interno dell’elaborato troverete
inoltre alcune testimonianze dirette che ho avuto modo
di raccogliere intervistando il figlio di un
sopravvissuto dell’Heysel. In questo modo ho avuto la
possibilità di approfondire ulteriormente l’impatto e la
portata di questo evento che si è poi trasformato in un
vero e proprio massacro. Partendo dalle premesse che
riguardano l’organizzazione della partita e la sicurezza
della stessa racconterò lo sviluppo della strage, lo
svolgimento della partita e in seguito il riconoscimento
delle responsabilità di quanto avvenuto. L’ultimo
tassello riguarderà la memoria, una memoria difficile
che per un lungo periodo di tempo è stata messa a tacere
ed evitata, tanto che si dovranno aspettare i primi anni
2000 per vedere le prime manifestazioni di ricordo e
solidarietà in favore delle vittime e delle loro
famiglie. Il passo decisivo e la vera chiusura del
cerchio sono avvenuti però molto recentemente, il 9
febbraio 2021, quando la Regione Piemonte ha istituito
la giornata in memoria delle vittime dell’Heysel
affinché ogni 29 maggio venga ricordata la terribile
tragedia che costò la vita a 39 persone.
BIBLIOGRAFIA: Francesco Caremani, Heysel La verità di una strage annunciata,
Bradipolibri, Torino 2018 - Antony Cartwright, Gian Luca
Favetto, Il giorno perduto Racconto di un viaggio
all’Heysel, 66THA22ND, Roma 2015 (traduzione di D.
Petruccioli) - Francesco Ceniti, Alberto Tufano, Il
ragazzo con lo zaino arancione Io sopravvissuto
all’Heysel, 29 maggio 1985, RCS Mediagroup S.p.A Milano
2015 - Marco Desiati, La notte dell’innocenza Heysel
1985, memorie di una tragedia, Rizzoli, Bergamo 2010 -
Jean Paul Leclaire, Heysel, La tragedia che la Juventus
ha cercato di dimenticare, Edizioni Piemme, Casale
Monferrato (AL) 2006 (traduzione di M. Moresco) - Walter
Veltroni, Quando cade l’acrobata entrano i clown.
Heysel, l’ultima partita, Einaudi, Torino 2010.
Fonte:
Biblioteca Comunale
Bergamo
© 2021
Fotografie: Jessica
Boschiroli
© GETTY IMAGES
© (Not for commercial use)
Icona: Itcleanpng.com ©
|