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ARTICOLI 2011
www.saladellamemoriaheysel.it   Sala della Memoria Heysel   Museo Virtuale Multimediale
ARTICOLI STAMPA e WEB 2011
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ARTICOLI STAMPA e WEB GENNAIO 2011

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ARTICOLI STAMPA e WEB FEBBRAIO 2011

Dalglish torna in Europa dopo la tragedia dell'Heysel

ARTICOLI STAMPA e WEB MARZO 2011

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ARTICOLI STAMPA e WEB APRILE 2011

Heysel: Juve, riportali a casa

ARTICOLI STAMPA e WEB MAGGIO 2011

Tifosi Juve ad Agnelli: "Dov'è il ricordo dell'Heysel ?"

Marrone (Pdl) "Heysel, una via per ricordarne le vittime"

Heysel, per non dimenticare

Reggio Emilia ricorda la tragedia dell’Heysel

Nel Museo bianconero un'area dedicata alla tragedia

39 stelle nel Nuovo Stadio

Mai più un altro Heysel

... E saranno sempre con noi

La Juve ricorda le vittime dell'Heysel

Grazie Presidente. I 39 morti dell’Heysel verranno ricordati...

ARTICOLI STAMPA e WEB GIUGNO-LUGLIO 2011

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ARTICOLI STAMPA e WEB AGOSTO 2011

Allo stadio un giardino per ricordare l'Heysel

ARTICOLI STAMPA e WEB SETTEMBRE 2011

Adesso squalificateli !

ARTICOLI STAMPA e WEB OTTOBRE 2011

Gaetano torna a casa

Scirea e i 39 angeli tornano a casa: emozioni...

Una via per Scirea

Quello striscione interista che rimpiange l'Heysel ?

ARTICOLI STAMPA e WEB NOVEMBRE 2011

Heysel, la memoria mancata e la guerra per bande del calcio...

Dall'Heysel ai cori razzisti le curve della vergogna

ARTICOLI STAMPA e WEB DICEMBRE 2011

Cena juventina in memoria dell’Heysel

Dalglish torna in Europa dopo la tragedia dell'Heysel

di Antonio Corsa

Kenny Dalglish è, senza farla lunga, uno dei giocatori britannici più forti di tutti i tempi ed, al tempo stesso, un allenatore leggendario (per lui 4 Scudetti vinti, 3 con il Liverpool). E’ proprio ad Anfield che lo scozzese ha scritto le pagine più belle della sua carriera: 512 presenze e 172 gol da giocatore con i Reds, poi l’esperienza come allenatore dal 1986 al 1991. Già, dal 1986. Prese il posto di allenatore lasciato libero da Joe Fagan subito dopo la terribile notte del 29 maggio 1985, la notte dell’Heysel nella quale persero la vita 39 tifosi italiani. Oggi, a distanza di 9394 giorni dal suo debutto come allenatore, Kenny si troverà di nuovo ad allenare il club dei suoi sogni, il Liverpool (è subentrato all’esonerato Roy Hodgson a stagione in corsa), nuovamente in Europa (Europa League, contro lo Sparta Praga). E la memoria dei giornalisti inglesi non può non andare al fatto che - proprio a seguito dell’Heysel - questa gioia gli fu negata causa squalifica internazionale imposta alle squadre inglesi proprio su iniziativa di Margaret Thatcher. Per colpe non sue, gli ricordano i giornalisti. Gli chiedono se abbia provato rimorso, o fastidio, per tutto questo. Se si sia sentito vittima di un eccesso di punizioni. Se fossero giuste. E come abbia preso il fatto di non aver potuto partecipare ad esempio col suo Liverpool 1987-88 (vincitore della Championship) alla Coppa Campioni. "Vorrei che la squalifica non fosse mai esistita, perché avrebbe significato che non sarebbe mai successo niente ad Heysel. L’Heysel è stata una tragedia terribile. Così tante persone hanno perso la loro vita durante una partita di calcio ed è stato giusto che qualcuno sia stato punito. Non ho mai avuto rimpianti. Ho più rimpianti per quello che è successo ad Heysel che per non aver allenato il Liverpool in Europa. Oggi ho una seconda chance per riprovarci, ma ci sono delle persone che non ne avranno una a causa di quello che è successo". Questo è Kenny Dalglish. Nonostante abbia criticato la Thatcher e i suoi metodi ("politici") in una sua recente biografia, non ha mai voluto passare per un’altra "vittima" della tragedia dell’Heysel. Né ha mai ritenuto il suo Liverpool ingiustamente penalizzato. Anzi, per citare un passaggio del libro, che ho personalmente letto e consiglio, Kenny dice: "Ho visto i tifosi italiani piangere, mentre, a mani nude, colpivano il nostro pullman; e percepivo la crudezza delle loro emozioni". Poi, citando Bill Shanky, altro leggendario manager del Liverpool degli anni sessanta e settanta (famoso il suo detto: "Il calcio non è una questione di vita o di morte. E' una cosa molto più importante"), Kenny scrive: "Non ho mai smesso di stimare Shankly. Ma questa volta aveva sbagliato. Il calcio non può essere mai una cosa più importante". Onore a Kenny, dunque. Giocatore leggendario, allenatore leggendario, persona seria cui va tutta la nostra stima.

17 febbraio 2011

Fonte: Uccellinodidelpiero.com

ARTICOLI STAMPA e WEB FEBBRAIO 2011 

Heysel: Juve, riportali a casa 

di Vincenzo Ricchiuti

C’è un motto latino che usano gli uomini per fare di se stessi e delle proprie miserie qualcosa di più complesso e talvolta duraturo chiamato civiltà. Questo motto recita in due parole, "Parce sepulto", un concetto molto più simile ad una speranza che a un esercizio di stile. Dai pace a chi non è più. Tienili fuori dalle beghe di chi rimane. Perdona loro l’assenza e se puoi non perdonarla a chi resta. L’atteggiamento verso l’Heysel a distanza di ventisei anni non è mai cambiato. E’ quello dei poliziotti allo stadio. S’è visto la gente morire. S’è respinto con forza chi ha cercato di segnalare quanto successo. Forse perché l’Heysel è una storia dove non si salva nessuno e allora non si salvi nemmeno il ricordo. Lei, Andrea Agnelli, avrà mille scuse per non rispondere a questa come alle altre lettere come questa. Gliele anticipo io. Vedremo. Faremo qualcosa in merito. Anzi. Stiamo già facendo. Anzi. E’ stato già fatto. Anzi e per questo. La lettera è inutile. Non rispondiamo. Tanto che rispondiamo a fare. Si tranquillizzi. Non sarebbe una novità. Risponderne quando si parla d’Heysel è l’ultima cosa che la gente s’aspetta. Stia sereno dunque. Renda inutile semmai il consiglio dei tanti professionisti d’uomini e business che vestiti di pelo s’affretteranno a metterla in guardia. Lei è uomo d’affari cresciuto a corte. Un uomo così non ha bisogno d’aiuto per non dare aiuto. Un uomo del tipo suo è una garanzia in materia. Conosce tanto. Conosce il potere sin dalla culla, la vacuità delle parole da quando non ha mantenuto le proprie e si vive uguale, il cinismo delle promesse vane a fin di bene sin da quando per illuder davvero nessuno ha perduto le sue di illusioni. Conosce bene l’indifferenza alla morte da quando l’ha vista a casa sua. Non c’è bisogno le insegnino la smemoratezza. Il ricordo dei morti ma come, quelli che hanno mentito quando giuravi non moriranno, quelli che in fondo han tradito promesse che non hanno mai fatto. Se poi si ricorda, li riporti a casa. E se le viene più facile messa così, se ne freghi anche del motto latino. Se ne freghi pure dei morti, quegli scappati, che quelli la pace ce l’hanno comunque. Faccia così. Dia pace a quelli rimasti. Altro che risparmiare. Come fosse una vendetta. La prenda come una cosa solo per vivi.

26 aprile 2011

Fonte: Tuttojuve.com

ARTICOLI STAMPA e WEB APRILE 2011 

Tifosi Juve ad Agnelli: "Dov'è il ricordo dell'Heysel ?"

di Andrea Bonino

In occasione del 25° anniversario della strage dello stadio Heysel, il 29 maggio 2010, davanti ai familiari delle vittime Andrea Agnelli aveva promesso un luogo per ricordare queste persone, da crearsi nella nuova casa bianconera, ovvero nel nuovo stadio di ormai prossima inaugurazione. Ad oggi, a pochi mesi dall'inaugurazione del nuovo impianto sorto sulle ceneri del Delle Alpi, i tifosi bianconeri chiedono lumi in merito, visto che il silenzio regna da parte della società e, ad oggi, non sembra esserci spazio per il monumento "a ricordo di quei morti" di cui parlò Jean Claude Blanc durante i lavori dell'assemblea societaria al Lingotto, lo scorso 27 ottobre 2010. I tifosi bianconeri vogliono capire e hanno deciso di scrivere una lettera aperta al rampollo della famiglia Agnelli, ora a capo della Signora. "Sui mass media, su periodici e organi massmediatici, si parla spesso delle nuove strutture integrate al complesso, tra cui supermercati, sale cinematografiche e luoghi simili, ma della sala della memoria non abbiamo più sentito notizie in merito" recita il comunicato congiunto dei supporters bianconeri. "Dalle vostre parole - prosegue il comunicato - si evidenzia, in entrambi, la volontà di dare finalmente il giusto tributo a quei 39 caduti di Bruxelles, per sempre nel cuore della nostra tifoseria". Tutti i tifosi chiedono al presidente di onorare la promessa fatta, a riprova di quello stile che si chiama "Juventus", e hanno deciso di riunirsi e raccogliere, in calce alla lettera, le firme dei gruppi più significativi (comprese le famiglie dei caduti attraverso il comitato Heysel) che hanno aderito singolarmente all'iniziativa, e non solo: club, associazioni e spazi web tra i più importanti e conosciuti, che raccolgono decine di migliaia di iscritti. E non è tutto. I supporters juventini chiedono la creazione della sala della memoria nel nuovo stadio di Venaria dedicata ai 39 angeli, con ingresso libero, al fine di "onorarne il martirio e tramandare ai posteri un insegnamento di umana civiltà contro la barbarie", e chiudono la lettera reclamando l'aggiunta nel sito ufficiale della Juventus di una pagina dedicata all'Heysel.

6 maggio 2011

Fonte: Calciomercato.com

ARTICOLI STAMPA e WEB MAGGIO 2011  

Marrone (Pd) "Heysel, un via per ricordarne le vittime"

Una via di Torino per le vittime dell'Heysel. E' questa la proposta che è stata lanciata ieri in occasione della presentazione del libro "Via Filadelfia 88. Una storia una curva", scritto da Beppe Franzo ed edito da Novantico. Una proposta caldeggiata da anni da tutta la Torino juventina e che, nel corso della serata a Cascina Marchesa promossa dal Fuan e moderata dal giornalista Marco Traverso, è stata rilanciata dal vice coordinatore cittadino del Pdl, Maurizio Marrone, candidato in Consiglio Comunale. Quell'episodio è una ferita profonda e lacerante per la città e in particolare per i tifosi bianconeri ha ricordato Marrone. Credo che sia giusto che il Comune onori quei tifosi immortalando la loro memoria con l'intestazione di una via, magari proprio vicino al nuovo stadio della Juventus che sta nascendo sulle ceneri del vecchio Delle Alpi". A Bruxelles, il 29 maggio 1985, persero la vita 39 persone, che aspettavano di assistere alla finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. E proprio di memoria parla il libro di Franzo scritto, come ha sottolineato l'autore, "per me e molti altri che a quel numero civico ci siamo dati appuntamento per lunghi anni quando la nostra squadra del cuore giocava in casa. Questo libro - ha spiegato Franzo - narra l'arco di tempo da fine anni '70 ai primi anni '90, vissuti da me tra i gruppi ultras della tifoseria bianconera. Per i protagonisti di allora, spesso identici tra loro al di là di bandiere e stendardi, ideologie politiche e differenti posizioni sociali, potrà essere un salto a ritroso nel tempo. (RT)

12 maggio 2011

Fonte: Il Giornale

ARTICOLI STAMPA e WEB MAGGIO 2011  

Comunicato ufficiale Juventus Football Club

Heysel, per non dimenticare

Juventus Football Club intende commemorare nel nuovo stadio i 39 caduti dell'Heysel, che persero la vita in occasione della finale di Coppa dei Campioni, il 29 maggio 1985 a Bruxelles. Sono due le iniziative che la società bianconera ha intrapreso perché il ricordo di questa tragedia rimanga vivo per tutti gli appassionati che frequenteranno il nuovo impianto. Nell'area della Stella dedicata al Capitano di quella notte drammatica, Gaetano Scirea, situata in prossimità della Tribuna Est, saranno intitolate 39 stelle. Ognuna di esse ricorderà la tragica circostanza: sotto al nome della persona, infatti, sarà riportata la dicitura Heysel, 29-5-1985. Nelle giornate durante le quali non sono previste partite, tale area potrà essere aperta in occasione di cerimonie o manifestazioni, previa autorizzazione da parte di Juventus Football Club. All'interno del Museo, che sarà completato nella primavera del 2012, è già prevista una zona dedicata ai fatti di quella notte. Juventus Football Club ha deciso che i famigliari delle vittime potranno sempre accedere gratuitamente al museo. A tal fine la Società contatterà le associazioni e i famigliari per poter stilare una lista nominativa dei congiunti che potranno usufruire di tale agevolazione. A quasi 26 anni da quella partita con il Liverpool, l'amarezza e il dolore per quelle 39 vittime è vivo nel cuore di tutti i tifosi, i dipendenti, i dirigenti e i calciatori, che hanno il privilegio di portare addosso i colori bianconeri.

20 maggio 2011

Fonte: Juventus.com

ARTICOLI STAMPA e WEB MAGGIO 2011  

Reggio Emilia ricorda la tragedia dell' Heysel

Il 29 maggio 1985, allo stadio Heysel di Bruxelles, 39 persone innocenti persero la vita in una delle serate più cupe della storia del calcio. Oggi, a Reggio Emilia, si è tenuta una toccante commemorazione in memoria delle vittime di quella follia. Il "Comitato Per Non Dimenticare Heysel", supportato dallo Juventus Club "Città del tricolore", ha organizzato una cerimonia, nei pressi del vecchio stadio, di fronte al monumento "Per non dimenticare l’Heysel", che con le sue trentanove steli ricorda il tragico evento. Sono intervenute le autorità locali e, in rappresentanza della Juventus, Mariella Scirea e Ezio Morina, rispettivamente Presidente e Responsabile del Centro di Coordinamento Club, che hanno portato con loro una lettera del presidente Agnelli, testimonianza della partecipazione della società al dolore e al ricordo. La signora Scirea, moglie del grande Gaetano, capitano della Juventus all’Heysel, si è commossa nel ripensare a quella tragedia: "Ho incontrato la mamma di Claudio, un ragazzo scomparso quella sera a Bruxelles e mi sono sentita molto vicina a lei. Il nostro dolore è legato al ricordo e non ci abbandonerà mai. E le vittime di quella sera sono sempre presenti nel nostro cuore e non ci si dimenticherà di loro: lo dimostrano lo striscione apparso allo stadio nell’ultima partita della Juventus, la lettera del presidente, la mia presenza qui e soprattutto questa celebrazione. Questa deve essere una giornata del ricordo, ma anche uno stimolo, per far sì che i giovani non dimentichino cosa e accaduto e imparino a costruire un futuro diverso, nel quale la violenza non trovi luogo". "Quella sera ero presente all’Heysel - ha ricordato Ezio Morina - e pregavo che non fosse vero, mi auguravo di trovarmi in un tragico film. Purtroppo era realtà e mai avrei pensato di assistere a simili scene in uno stadio. Tutti noi abbiamo un ricordo indelebile di quanto accadde e proviamo un dolore profondo nel pensare alle 39 persone innocenti, vittime di un’assurda follia".

28 maggio 2011

Fonte: Juventus.com

ARTICOLI STAMPA e WEB MAGGIO 2011  

Nel Museo bianconero un'area dedicata alla tragedia

Il Museo della Juventus, che sarà completato nella primavera del 2012, dedicherà un’area ai tragici fatti della notte del 29 maggio 1985, quando 39 persone persero la vita allo stadio Heysel di Bruxelles, dov’era in programma la finale di Coppa dei Campioni con il Liverpool. Juventus Football Club ha deciso che i famigliari delle vittime potranno sempre accedere gratuitamente al museo. A tal fine la Società contatterà le associazioni e i famigliari per poter stilare una lista nominativa dei congiunti che potranno usufruire di tale agevolazione. A quasi 26 anni da quella partita con il Liverpool, l'amarezza e il dolore per quelle 39 vittime è vivo nel cuore di tutti i tifosi, i dipendenti, i dirigenti e i calciatori, che hanno il privilegio di portare addosso i colori bianconeri.

29 maggio 2011

Fonte: Juventus.com

ARTICOLI STAMPA e WEB MAGGIO 2011  

39 stelle nel Nuovo Stadio

Juventus Football Club intende commemorare nel Nuovo Stadio i 39 caduti dell'Heysel, che persero la vita in occasione della finale di Coppa dei Campioni, il 29 maggio 1985 a Bruxelles.

Nell'area della Stella dedicata al capitano di quella notte drammatica, Gaetano Scirea, situata in prossimità della Tribuna Est, saranno intitolate 39 stelle. Ognuna di esse ricorderà la tragica circostanza: sotto al nome della persona, infatti, sarà riportata la dicitura Heysel, 29-5-1985. Nelle giornate durante le quali non sono previste partite, tale area potrà essere aperta in occasione di cerimonie o manifestazioni, previa autorizzazione da parte di Juventus Football Club.

29 maggio 2011

Fonte: Juventus.com

ARTICOLI STAMPA e WEB MAGGIO 2011  

Mai più un altro Heysel

Sono passati 26 anni, ma la memoria non può affievolirsi, il dolore non si può cancellare. Bruxelles, 29 maggio 1985: il calcio conosce una delle più atroci tragedie della sua storia. La finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, quella che doveva essere una festa di sport, si trasforma in una serata di follia. Prima che la partita inizi, gli hooligans inglesi assaltano i tifosi italiani situati nel settore Z dello stadio Heysel. E’ un impianto vetusto, con gravi problemi strutturali, e non regge l’urto della violenza dei teppisti, né il tentativo di fuga dei pacifici sostenitori bianconeri. E’ una strage: 39 morti e oltre 600 feriti. L’Uefa decide di far disputare la partita per evitare che la situazione degeneri ulteriormente, non può esserci calcio in simili momenti. La Juventus vince la sua prima Coppa dei Campioni, ma non può esserci gioia. C’è solo un senso di confusione, di smarrimento, di incredulità, nel vedere come la follia abbia trasformato uno stadio in un teatro di guerra. Perché ? E’ la domanda cui, ancora oggi non si può dare risposta. Oggi, a 26 anni di distanza, ci si può solo unire nel ricordo delle 39 vittime, abbracciare i loro cari e soffocare le lacrime con un grido: "Mai più !".

29 maggio 2011

Fonte: Juventus.com

ARTICOLI STAMPA e WEB MAGGIO 2011  

... E saranno sempre con noi

Importante news Heysel: finalmente il ricordo dei nostri angeli torna a "casa".

Finalmente posso dire, dopo 26 anni, che la società si è incamminata, sulla giusta strada, per rendere il ricordo dei nostri 39 Angeli, indelebile nell'eternità, facendosene carico e coscienza. Ringrazio il Presidente che si è mosso in prima persona, mettendosi in gioco, in modo importante con la sottoscritta e con noi tifosi. Il comunicato di settimana scorsa è solo una parte... Oltre a quanto già scritto nelle news del sito ufficiale, che riporto a fine nota, si sta vedendo, più avanti, a stadio nuovo terminato e funzionale, di predisporre un angolo della memoria accessibile a tutti e gratuito, ovviamente, in collaborazione con noi tifosi. Noi ci metteremo una targa degna dell'occasione perché la presa di coscienza sia anche da parte di tutti i nostri tifosi... E non è tutto... Si sta vedendo anche di cercare di dare un'accelerazione ad un'altra iniziativa aperta l'anno scorso e ancora in essere... Ovvero l'intestazione di una via a Torino, per i caduti dell'Heysel... (vedi gruppo creato l'anno scorso https://www.facebook.com/group.php?gid=122904714391297). Si muoverà anche la JUVE. Visto che tra l'altro ora c'è un sindaco Gobbo e non più granata. E se si uniscono le forze… Si può fare. Abbiamo anche richiesto che il 29 maggio venga aperto il museo gratuitamente a tutti e sia una giornata della memoria vera con iniziative che coinvolgano i tifosi, mirate al ricordo e al rifiuto di quella violenza assassina. Infine, mi è stato anticipato che durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo stadio, ci sarà anche un momento molto bello (per come mi è stato descritto) per ricordare l'Heysel... Perché volenti o nolenti fa comunque parte della nostra storia. Insomma sulla carta e a parole tante buone cose. E ne prendiamo atto. In ogni caso è stato fatto un gran passo avanti... E di questo ribadisco ringrazio il Presidente. Ora aspettiamo i fatti... Noi non dimentichiamo e sarà nostro dovere (non solo diritto) di andare alla verifica fra un po' di tempo. Ma spero e mi auguro che questa volta non ce ne sia bisogno. E confido molto su questo Presidente. Solo su di lui. Ringrazio chiunque ha appoggiato l'iniziativa e ci ha creduto da subito e non ha mai mollato in questi anni, quando le nostre richieste cadevano nel silenzio... E l'Heysel era entrato in una sorta di oblio dove il ricordo non era previsto. Speriamo e lo dico a nome di tutti i tifosi e gruppi ultras che hanno aderito che quanto si stia facendo sia gradito alle famiglie delle vittime. Non è molto ma è fatto con il cuore. Credetemi.

Un ringraziamento a tutti voi… E comunque teniamo sempre la guardia alta.

NOI NON DIMENTICHIAMO !

29 MAGGIO 1985 - 29 MAGGIO 2011

Annamaria Miss RadioJuveWeb

26 maggio 2011

Fonte: RadioJuveweb

ARTICOLI STAMPA e WEB MAGGIO 2011  

La Juve ricorda le vittime dell'Heysel

di Marina Salvetti

In occasione del 26° anniversario la lettera del presidente bianconero, Agnelli: "Stadio e museo, spazio per loro. Ai 39 angeli sarà dedicata una stella nel nuovo impianto".

TORINO, 29 maggio - In memoria dei 39 angeli che persero la vita all’Heysel. A 26 anni della tragica notte di Bruxelles i tifosi che morirono prima della finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool, in una delle pagine più tristi della storia del calcio, sono stati ricordati a Reggio Emilia. Il Comitato Per Non Dimenticare Heysel, supportato dallo Juventus Club Città del tricolore, ha organizzato una cerimonia, nei pressi del vecchio stadio, di fronte al monumento "Per non dimenticare l’Heysel", che con le trentanove steli ricorda il tragico evento. Alla commemorazione è intervenuta anche la mamma di Claudio Zavaroni, una delle vittime, un ragazzo di 28 anni, fotografo di Reggio Emilia. MAI SOLI - E’ toccato al responsabile degli Juve Club Doc Ezio Morina, in rappresentanza della Juventus insieme con Mariella Scirea, leggere la lettera del presidente bianconero Andrea Agnelli. "Come ogni anno la Juve ricorda con cordoglio e commozione le vittime della tragedia dell’Heysel. L’anno scorso, in occasione del 25° anniversario, ho avuto il piacere di stringere la mano e mostrare tutto il mio affetto ai parenti delle vittime riunite a Torino. Quest’anno abbiamo reso pubblica un’iniziativa della quale andiamo molto orgogliosi: i nostri 39 angeli saranno presenti nella nuova casa bianconera. Nello stadio che inaugureremo in estate, infatti, abbiamo deciso di dedicare a ogni vittima una stella vicina a quella di Gaetano Scirea, capitano della squadra in quella tragica notte. E anche nel museo della Juventus, che vedrà la luce nel 2012, è stato studiato uno spazio dedicato alla loro memoria". Due spazi per tenere vivo il ricordo e non lasciare soli i familiari: nello stadio le 39 stelle troveranno posto in prossimità della Tribuna Est, nel museo sarà allestita una sezione che ripercorrerà i tragici fatti di quella notte. EDUCARE I GIOVANI - Il presidente Agnelli ha poi voluto rivolgersi direttamente al presidente del Comitato Enzo Cerlini e al presidente dello Juve Club Città del tricolore Andrea Mattioli, organizzatori della celebrazione: "A voi va un grande applauso per la perseveranza con la quale portate avanti un progetto che, partendo dalla tragedia che ci ha colpiti, ha come obiettivo l’educazione civica e sociale di chi si avvicina al mondo del calcio". Una lezione e un esempio per i posteri, come ricorda Mariella Scirea: "Questa deve essere una giornata del ricordo, ma anche uno stimolo per far sì che i giovani non dimentichino cosa è accaduto e imparino a costruire un futuro diverso, senza violenza".

29 maggio 2011   

Fonte: Tuttosport.com

ARTICOLI STAMPA e WEB MAGGIO 2011  

Grazie Presidente

di Antonio Corsa

I 39 morti dell'Heysel verranno ricordati nel nuovo stadio (e non solo).

E’ difficile raccontare le emozioni provate negli ultimi giorni. Il tema dell’Heysel è da sempre stato un tabù per la Juventus, colpevolmente. Puntuali, ogni 29 maggio, sono sempre arrivati i comunicati in ricordo delle vittime, a volte (non sempre) le corone di fiori, le belle parole nelle cerimonie ufficiali. Le iniziative vere e spontanee, però, in 26 anni, si possono però contare sulle dita di una mano. E’ un rapporto divenuto difficile, quello con chi ha perso dei cari: tanto silenzio, il distacco dal mondo del calcio (anzi, dal mondo), dalla Juve. Da quando mi hanno coinvolto attivamente Domenico Laudadio (oggi più che mai è obbligatorio visitare la sua Sala della memoria virtuale) e Annamaria L. di Orgoglio Gobbo (che andrebbe ringraziata a vita), il pensiero di una madre sofferente o di un figlio che ancora non si dà pace è di quelli che mettono i brividi. Ma ancora di più lo è ascoltare i commenti (potete immaginare la loro durezza) di queste persone nei confronti della Juventus, la stessa squadra che tutti noi supportiamo con passione e che loro di contro sono arrivati ad odiare. Ti spiazza. Ti fa sentire piccolo, stupido, fuori luogo. E’ uno schiaffo morale che fa molto più male più di uno vero. Ho avuto modo di ascoltare per telefono - e credetemi è un’esperienza forte - la testimonianza diretta di chi ha perso un parente o un amico, sono stato testimone indiretto della freddezza dei comportamenti tenuti fino a poco tempo fa e dell’odio di chi ha accumulato rancore per così tanto tempo che dalla società non accetterebbe più nemmeno un telegramma. Ma qualcosa in cuor suo forse se l’aspetta e spera ancora venga fatto, e comunque a prescindere va fatto. Ho infine constatato amaramente come spesso il possibile acquisto di un calciatore importasse mediamente al tifoso bianconero cento volte più di un (non) gesto di umanità e conforto, tra l’altro dovuto. Eppure non ci può essere gioia se nel cuore uno spazio te lo occupa questa situazione irrisolta. Non si può esultare più come prima per un gol, non si gioisce più come prima per un acquisto, si vede tutto diversamente. E’ per questo che, dopo anni di silenzio, si è cercato un dialogo, l’ennesimo. Si è promossa prima una lettera aperta al Presidente Agnelli nella quale si chiedeva un ricordo ufficiale per le 39 persone scomparse. Un atto dovuto, non chiesto, promesso, in ritardo. E’ stata una bellissima esperienza che ha visto coinvolti (quasi) tutti i rappresentanti dei principali forums bianconeri, blogs, siti internet, associazioni, gruppi organizzati, radio. E’ stato un vanto poter sottoscrivere una lettera firmata da diverse famiglie delle vittime, dare voce e visibilità ad una situazione che lasciava amarezza. La Juventus, a sorpresa, ha risposto. Non solo: l’ha fatto con i fatti, annunciando due iniziative molto belle: 39 stelle dello stadio saranno dedicate alle vittime (con nome, cognome, la scritta Heysel e la data maledetta), oltre all’allestimento di una sala della memoria nel museo bianconero che verrà inaugurato nell’aprile del 2012. Dopo anni, questa promessa è stata un’esplosione di emozioni (contrastanti per alcuni: è inevitabile) per tutti i coinvolti. Un inizio, più che un contentino. E lo si è percepito nettamente, tanto che il dialogo è continuato (grazie al Presidente Agnelli in persona), ci si sono scambiati pareri, proposte (certe cose accadono anche se non se non ci si fa pubblicità), si è cercato di lavorare assieme per rendere ancora più significativa l’iniziativa della società e, addirittura, si è potuto constatare come in serbo ci sia dell’altro (che per correttezza non rivelo). Finalmente. Finalmente si è percepito, netto, l’interesse della Juventus nel cambiare le cose. Finalmente, netta, si è percepita l’umanità e la Juventinità di un Presidente che non ha mostrato affatto distacco, anzi. Non era facile per lui riaprire questa pagina dolorosa, a lungo tenuta chiusa per non farsi male. Ci voleva tanto coraggio. Guardare in faccia un parente dei 39 è difficile, ti mette paura, ti lascia senza respiro. Ma la grandezza di un uomo e di una società si vede anche dall’affrontare le situazioni, le belle e le brutte. E, se ciò dovesse accadere in futuro, sono convinto segnerà la vita di tutti, irrimediabilmente. Col presente articolo non mi resta perciò che ringraziare Andrea Agnelli anche a nome degli altri soggetti che si sono interessati per quanto fatto e quanto ancora verrà fatto in futuro (ci si augura tutti sia il primo passo). A volte per sentirsi orgogliosi non serve vincere una partita o una Coppa (che non diventi una scusa, però). A volte può bastare sapere che si è fatta una cosa giusta, che ti ha riempito il cuore di gioia, che ha colmato una lacuna che per troppo tempo ti ha impedito di guardare avanti una volta per tutte. Al Presidente si è chiesto di poter esporre nel nuovo stadio una targa acquistata dai tifosi e in rappresentanza dei tifosi, e di poter istituire, ogni 29 maggio, una "Giornata della memoria" per poter commemorare in maniera opportuna le vittime e, al tempo stesso, per poter organizzare convegni ed eventi volti a sensibilizzare i giovani sulla non violenza, affinché quella tragedia non sia solo un ricordo, ma un impegno a fare in modo che certe cose non accadano più. E’ stata promessa la massima disponibilità e volontà di venirsi incontro. Grazie, perciò. Non si è salvata la stagione sportiva, ma la faccia sì. Forza Juve, oggi più forte di ieri. E un abbraccio a chi ha perso un angelo e oggi sarà travolto da un inconsolabile dolore.

29 maggio 2011

Fonte: Uccellinodidelpiero.com

ARTICOLI STAMPA e WEB MAGGIO 2011  

Madonna di Campagna

Allo stadio un giardino per ricordare l'Heysel

Giardino vittime dell'Heysel. Potrebbe chiamarsi così una porzione dell'area circostante il nuovo stadio della Juventus, che verrà inaugurato l'8 settembre sulle ceneri del Delle Alpi. A promuovere l'intitolazione, che ricorda i tifosi bianconeri morti travolti dalla carica degli hooligans del Liverpool e schiacciati contro le transenne dello stadio belga il 29 maggio del 1985, sono dal 2009 due ordini del giorno bipartisan partiti da Circoscrizione 7 e Comune e un'approvazione della commissione toponomastica, con tanto di sopralluogo che aveva individuato l'area al di fuori del nuovo impianto come zona adatta alla nuova denominazione. A rilanciare la proposta sono in questi giorni i firmatari dell'ordine del giorno della Sette, Luca Deri e Francesco Poerio: "La vicenda dell'intitolazione ha subito ritardi non motivati, ma l'apertura dello stadio è l'occasione perfetta per il ricordo di quei 39 morti, 32 dei quali italiani".

6 agosto 2011

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA e WEB AGOSTO 2011  

Adesso squalificateli !

di Massimo Reina

Ci risiamo. A meno di un anno - come ogni anno verrebbe voglia di aggiungere, a dire il vero - i tifosi della Fiorentina non hanno perso occasione di farsi riconoscere, raggiungendo a un certo punto, senza offesa, l'apice della vigliaccheria e della follia. In occasione della partita Fiorentina - Parma, ad un certo punto della gara sono infatti partiti dei farneticanti cori inneggianti alla strage dello stadio Heysel e contro le povere vittime juventine di quella tragedia. Questo "malcostume", chiamiamolo così, tutto fiorentino, inteso come sostenitori della squadra gigliata, viene portato avanti da anni senza che nessuno abbia mai trovato giusto prendere provvedimenti contro questo intollerabile atto di crudeltà. E il "fenomeno" riguarda tutto il Franchi, non solo una frangia di ultras come qualcuno poi vorrebbe far credere. Tutto lo stadio sente e tanti anche in tribuna cantano. Basti ricordare nel lontano 1989, a pochi mesi dalla morte tragica e terrificante del povero Gaetano Scirea, i deliranti striscioni esposti nella curva fiorentina con scritto "Brucia, Gai, brucia", ripresi all'epoca anche dai fotografi e da alcuni quotidiani sportivi. Tra gli applausi, pare secondo le cronache del tempo, di mezzo stadio. O i cori beceri dello scorso anno a Torino, quando i soliti noti di cui sopra si presentarono al Comunale, fra un'offesa e l'altra verbale, anche con delle maglie rosse "celebrative" con su scritto "- 39", riferendosi ovviamente sempre alle vittime dell'Heysel. In fondo è facile prendersela, a parole si intende, contro dei poveri cristi morti tragicamente, coperti dal silenzio tombale dei soliti media menefreghisti. E in un Paese come il nostro pieno di "rambi da tastiera", che si fanno forti dietro a un computer, nell'anonimato della loro camera, o dietro una folla di loro simili, pronti a spalleggiarli. Quello di mercoledì scorso non è quindi un episodio isolato, insomma, e non è più tollerabile. Specie poi quando addirittura qualcuno di questi "signori" trova pure la brillante idea di vantarsi di quanto fatto sui principali siti di video-sharing mondiale, come per esempio Youtube, dove è apparso un video ripreso proprio allo stadio Franchi con la gente felice a cantare i sopraccitati cori, prontamente poi rimosso dallo stesso "cuor di leone" che lo aveva inserito, evidentemente timoroso poi di subire qualche denuncia. Ma la cosa che dà profondamente fastidio, che irrita e disgusta più dei cori di questo tipo è, come accennato sopra, il silenzio complice dei media nazionali e locali, della RAI, di Mediaset e di Sky. In un mondo in cui ci sono decine di telecamere, microfoni e inviati, pronti a riprendere e registrare ogni soffio di vento, nessuno guarda caso sente mai questi cori. Ma è pronto a riportare un coro contro Balotelli, un goffo tentativo di scappellotto a Di Vaio o uno starnuto di Marotta. Nessuno parla invece di questa vicenda, come non ne parlarono lo scorso anno, né in televisione né sui giornali o sui siti dei principali quotidiani nazionali. Nessuno come sempre ha visto niente, in un clima di omertà e connivenza degna delle peggiori storie di mafia. Le tv e i politici italioti, evidentemente, sentono e vedono solo quel che gli conviene, soprattutto se serve a gettare fango contro una sola squadra, la Juventus, e i suoi tifosi. Tutto il resto non conta, tutto il resto è lecito e sacrosanto. Anche prendersela coi morti. Ma noi non ci stiamo ed è arrivato il momento che qualcuno prenda delle decisioni serie e severe, e la smetta di nascondersi dietro a un dito, come da abitudine. La Juventus, i suoi milioni di tifosi, le famiglie delle vittime di quella immane tragedia che fu l'Heysel meritano rispetto e tutela da parte di TUTTI ! A partire proprio da quelle istituzioni troppo spesso abituate a fare solo il gioco e gli interessi di certi presidenti in odore di santità, che vivono in zona Milano. Come se gli altri non esistessero. Altre tifoserie, per molto meno, si sono viste infliggere severe punizioni. Cosa dirà ora il sindaco di Firenze, Renzi ? E le autorità fiorentine e nazionali ?  Noi azzardiamo una risposta, scontata: niente ! E se qualcuno gli domanderà qualcosa inizieranno i soliti giri di parole, le solite scuse, le solite arrampicate sugli specchi per giustificare ciò che non può essere giustificato. Ciò che andrebbe condannato senza distinzioni di sorta, indipendentemente dal tifo, dalla città o dalle vittime di questa autentica follia. Ma non accadrà. Come sempre. In fondo, e lo dimostrano tutte le domeniche i media e gli arbitraggi, alla Juve e agli juventini si può fare di tutto, anche le cose più becere.

26 settembre 2011

Fonte: Tuttojuve.com

ARTICOLI STAMPA e WEB SETTEMBRE 2011  

Gaetano torna a casa

Sono i particolari a fare di un’opera un capolavoro. E lo Juventus Stadium, che capolavoro è, a tutti gli effetti, ora ha davvero tutte le carte in regola per definirsi tale. L’ultimo, preziosissimo tassello è arrivato questo pomeriggio dalla Conferenza dei Capigruppo del Consiglio comunale che ha stabilito all’unanimità che l’attuale Corso Grande Torino venga intitolato a Gaetano Scirea. "Un campione del mondo e un simbolo di sportività e lealtà", ha sottolineato con grande soddisfazione il presidente Agnelli, intervenuto all’incontro. Era presente anche Annamaria Licata, rappresentante del Comitato "Per non dimenticare Heysel" di Reggio Emilia e la Commissione ha stabilito che le vittime di Bruxelles verranno ricordate nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area della Continassa. L’attuale Corso Grande Torino si sposterà nei pressi dello Stadio Olimpico, davanti alla Curva Maratona, mentre resta ancora da valutare a chi verrà intitolata l’attuale via Gaetano Scirea, a Mirafiori Sud. Ora si dovrà solo attendere martedì 8 novembre, quando si riunirà la Commissione Toponomastica che ratificherà la decisione. Da quel giorno, l’indirizzo dello Juventus Stadium sarà Gaetano Scirea e il capolavoro sarà completo.

28 ottobre 2011

Fonte: Juventus.com

ARTICOLI STAMPA e WEB OTTOBRE 2011  

Scirea e i 39 angeli tornano a casa: emozioni,

retroscena e protagonisti di un "capolavoro"

di Antonio Corsa

Ci sono storie che meritano di essere raccontate, a volte anche facendo un piccolo torto alla riservatezza e alla genuina umiltà di chi le ha vissute da protagonista. E’ il caso, ad esempio, di quanto successo ieri all’amica Annamaria Licata (credetemi: non fosse stato per l’omaggio del sito ufficiale bianconero, non ne avreste letto il nome da nessuna parte), che ha vissuto ieri un’esperienza indimenticabile coronando un sogno non solo suo e del comitato "Per non dimenticare Heysel" di Reggio Emilia che rappresentava, ma dell’intera tifoseria bianconera. Si è fatta portavoce di tutti noi per incassare un grandissimo doppio risultato: riportare "a casa" Gaetano Scirea e (a breve) le vittime dell’Heysel. Partiamo dalla cronaca, ovvero dal comunicato apparso sul sito ufficiale bianconero. "Sono i particolari a fare di un’opera un capolavoro. E lo Juventus Stadium, che capolavoro è, a tutti gli effetti, ora ha davvero tutte le carte in regola per definirsi tale. L’ultimo, preziosissimo tassello è arrivato questo pomeriggio dalla Conferenza dei Capigruppo del Consiglio comunale che ha stabilito all’unanimità che l’attuale Corso Grande Torino venga intitolato a Gaetano Scirea. "Un campione del mondo e un simbolo di sportività e lealtà", ha sottolineato con grande soddisfazione il presidente Agnelli, intervenuto all’incontro. Era presente anche Annamaria Licata, rappresentante del Comitato "Per non dimenticare Heysel" di Reggio Emilia e la Commissione ha stabilito che le vittime di Bruxelles verranno ricordate nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area della Continassa. L’attuale Corso Grande Torino si sposterà nei pressi dello Stadio Olimpico, davanti alla Curva Maratona, mentre resta ancora da valutare a chi verrà intitolata l’attuale via Gaetano Scirea, a Mirafiori Sud. Ora si dovrà solo attendere martedì 8 novembre, quando si riunirà la Commissione Toponomastica che ratificherà la decisione. Da quel giorno, l’indirizzo dello Juventus Stadium sarà Gaetano Scirea e il capolavoro sarà completo". Un capolavoro, invero, che parte da lontano. Proviamo a mettere ordine: I primi contatti, ora è possibile raccontarli, sono iniziati il maggio scorso per poi proseguire con intensità sempre più frequente nei mesi successivi. Hanno abbracciato simbolicamente due momenti importanti: l’anniversario della commemorazione delle vittime dell’Heysel (29 maggio) e l’inaugurazione del nuovo stadio (8 settembre), la nostra "casa". La Juventus ha prima, indirettamente, risposto pubblicamente alla lettera aperta pubblicata a fine aprile scorso e sottoscritta dai principali spazi web bianconeri (nonché da diverse famiglie delle vittime); poi, è iniziato un percorso che si è fondato principalmente sulla voglia, finalmente, dopo 26 lunghi anni, di chiudere una ferita che era ancora aperta, con un passato che doveva smettere di essere vissuto tra paure, tabù e imbarazzo. E qui entra in gioco un altro protagonista della vicenda: Andrea Agnelli. E’ lui che infatti ha garantito che ad esempio, durante l’inaugurazione del nuovo stadio, ci fosse un momento per le vittime dell’Heysel. E’ lui che ha concretamente voluto e portato avanti il dialogo, in prima persona. Ed è anche e soprattutto grazie a lui che la situazione delle "vie" si è definitivamente sbloccata. "Abbiamo un grande Presidente, ve lo garantisco. Non è come suo padre, né come suo zio, è ancora altro: lui è Andrea Agnelli. Era quanto di meglio potesse capitarci dopo questi anni difficili per noi juventini. Di lui ti colpisce la tenacia e la forza che mette nelle cose, il fatto che ci creda e, per quanto partito in sordina perché il meno conosciuto della Famiglia, è più forte di quanto si possa pensare. E’ una sorpresa quando lo conosci e sono convinta che con il piglio e la volontà che ci mette nelle cose andrà lontano !". Così Annamaria, che ha imparato ad apprezzarlo. Un omaggio che sottoscrivo, e, vi assicuro, è fatto da gente affatto mielosa o facilmente impressionabile. Ma quando ce vole ce vo’ ! Trovate una buona ricostruzione degli eventi nell’edizione odierna di Tuttosport (cartaceo), cui vi rimando. In breve: alcuni consiglieri comunali già da tempo avevano portato avanti una richiesta per intitolare alle vittime di Bruxelles una via della Città di Torino, una via "pubblica". Era già tutto pronto, approvato dalla toponomastica e in attesa dell’ultima "firma". Era in una zona relativamente vicina allo stadio, e andava pure bene, ma non dove il cuore sognava fosse. Ad ogni modo, per un motivo o per un altro, l’ultimo passo non lo si riusciva a fare. La situazione è andata avanti per un po’, finché finalmente la Juventus ha deciso di assumersi l’onere e l’onore di ospitare proprio all’interno dell’area della Continassa, quindi nello "spazio stadio" privato, una via commemorativa con adiacente un luogo dedicato alla memoria. Si sono aperte perciò delle porte fino ad allora chiuse, con uno scenario era troppo bello per lasciarselo sfuggire. Come spiegato infatti in Conferenza da Annamaria, che ha ringraziato comunque i promotori bipartizan dell’iniziativa "comunale", prima ancora che dalla città di Torino, sarebbe stato emotivamente "forte" appunto se i 39 angeli bianconeri fossero stati accolti - come proposto dalla Società bianconera - proprio dalla stessa Juventus. La "loro" Juventus. Chi ha perso la vita quel giorno era infatti juventino, e non necessariamente torinese (anzi...). Nel cuore di quelle persone, "casa" non era la città di Torino, ma la Juventus stessa. L’immagine simbolica di vederli tornare "a casa", perciò, avrebbe avuto un significato infinitamente più grande della pur apprezzata proposta "pubblica". Più di una via all’interno della città, magari decontestualizzata e per questo più "fredda", finalmente, queste persone avrebbero potuto idealmente fare ritorno dove nel cuore di noi tifosi sono sempre rimasti: tra di noi. Protetti e custoditi dalla stessa Juventus, anche dai vandali che, purtroppo, ancora oggi sono sempre in agguato (a Reggio Emilia ne sanno qualcosa...). Stessa sorte toccherà a Gaetano Scirea. Ci si era ritrovati infatti, per una serie di circostanze, col nuovo stadio bianconero formalmente situato in Via Grande Torino. Per carità, e ci tengo a precisarlo: lo stesso Andrea Agnelli ha più volte ribadito ai presenti come non fosse affatto un problema per lui, mostrando grande rispetto per la storia del Torino e per quanto quella squadra abbia rappresentato proprio per la storia della città. Però, e in questo si concordava tutti, sarebbe stato probabilmente più giusto se i tifosi delle rispettive squadre avessero avuto la possibilità di rendere ancora più speciale il proprio stadio intitolandone la via a qualcosa o qualcuno che li rappresentasse, che li unisse, che li rendesse unici. E’ così che Corso Grande Torino è stato "spostato" nei pressi dello Stadio Olimpico, davanti alla Curva Maratona (bella cosa anche questa), mentre la via principale del nuovo stadio bianconero, su proposta (accettata) dei capigruppo, si è deciso di intitolarla all’indimenticabile Gai. Sarà perciò lo Juventus Stadium di Corso Gaetano Scirea, e l’accostamento è di quelli che ti mettono il cuore in pace. Queste le emozioni provate da Iuliana Bodnari, segretaria tuttofare del Comitato, che ha voluto rilasciarmi questo messaggio: "Oggi a Reggio Emilia c’era il sole e sono andata a fare un giro aspettando una telefonata. Di solito vado sempre a controllare se fosse tutto bene al nostro monumento e quando non riesco io ci va Rossano (il marito, tesoriere del Comitato, ndr). Il telefono suona e sento la voce della mia amica (Annamaria, ndr) che mi dice "Pronto, Giulia, siamo andati alla grandissima !". L’emozione di leggere la lettera, tutte le richieste del Comitato e della Juve accettate con grande entusiasmo dalla giunta Comunale… Poi quando Anna mi ha detto che il C.so Grande Torino si chiamerà C.so Gaetano Scirea non ho capito più niente, sono stata travolta dall’emozione. I nostri 39 Angeli avranno finalmente un posto nella casa della Juventus !". Un’emozione pura, grande, sincera. Una cosa bella, giusta, che ha ulteriormente riavvicinato "la gente della Juventus" alla Juventus. E ci voleva, davvero. Grazie a tutti e tre e al Comitato.

29 ottobre 2011

Fonte: Uccellinodidelpiero.com

ARTICOLI STAMPA e WEB OTTOBRE 2011  

Una via per Scirea

di Andrea Rossi

Ora il puzzle della toponomastica è completo. O quasi. Il tassello mancante l'hanno piazzato ieri pomeriggio i capigruppo del Comune, il presidente della Juve Andrea Agnelli e Annamaria Licata, rappresentante del comitato "Per non dimenticare Heysel" appoggiando la proposta di Andrea Tronzano, Pdl: intitolare l'attuale corso Grande Torino, che scorre proprio in faccia al nuovo stadio juventino, a Gaetano Scirea, un monumento della storia bianconera. Era la tessera mancante: qualche settimana fa in Comune avevano deciso di intitolare al Grande Torino la piazzetta dietro la curva Maratona dell'Olimpico, oggi dedicata al comico Macario, che sarebbe stato "trasferito" pochi metri lontano, di fronte al Teatro dei Ragazzi. Resta un rebus: a Torino una via per Gaetano Scirea c'è già. E' a Mirafiori Sud. Bisognerà trovare un rimedio. C'è già un'ipotesi: dedicarla a Vittorio Pozzo, il ct della nazionale di calcio vincitore di due mondiali, oltre che allenatore del Toro per dieci anni. E le vittime dell'Heysel ? Per loro un memoriale alla Continassa, vicino allo stadio.

29 ottobre 2011 

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA e WEB OTTOBRE 2011  

Quello striscione interista che rimpiange l'Heysel ? Simbolo del nostro calcio

di Tony Damascelli

Il lenzuolo esposto al Meazza contiene parole miserabili e ignoranti, ma è rappresentazione del nostro calcio: quello che rifiuta la tessera del tifoso ma si riconoscere con insulti e lancio di petardi.

Il ranking Uefa. Una di quelle cose che assilla i dirigenti del nostro calcio. L’Italia non può permettersi di partecipare con tre sole squadre alla Champions e l’Euroleague va onorata sempre e meglio. Insomma l’Europa ci maltratta in politica ma nel football deve rispettarci perché siamo noi che portiamo denari, siamo noi che abbiamo fatto la storia. Questa la propaganda. Poi arrivano le partite del campionato e allora odi e vedi i botti delle bombe carta, dei fumogeni, dei petardi durante Roma-Milan, stadio Olimpico mica piazza san Giovanni. Poi arriva la madre di tutte le sfide, allo stadio Meazza di San Siro Milano, e in uno dei settori del tifo interista appare uno striscione sul quale hanno scritto: "Acciaio fragile, nostalgia dell’Heysel". Accenni all’inchiesta sulla struttura del nuovo impianto juventino, memoria dei trentanove morti nel maledetto stadio belga prima della finale con il Liverpool. Roba bella, di gran classe, "simpatica" per utilizzare un aggettivo caro a Moratti Massimo. Un ispettore della Federcalcio ha provveduto a far rimuovere, nel secondo tempo, il lenzuolo mentre gli espositori sono rimasti al loro posto per incitare con affetto e gentilezza la loro squadra, riservando forse qualche rutto agli avversari. Credo che il vero guaio non siano le parole miserabili e ignoranti di quel messaggio, in parallelo con l’esistenza degli scriventi, ma, piuttosto, il fatto che certi striscioni e, con essi, fuochi di artificio, possano entrare all’interno degli stadi e che nessuno, tra gli astanti, a parte gli addetti della Federcalcio, provi un minimo senso di vergogna, di ribrezzo, di rigetto, anzi sghignazzando, come iene, alla lettura e partecipando ai cachinni. È il nostro calcio, bellezze, è il nostro meraviglioso dodicesimo uomo, è quello che rifiuta la tessera del tifoso ma ama farsi riconoscere dagli insulti, dalle coltellate, dal lancio di petardi e mortaretti, è la "scemografia" che accompagna le esibizioni delle squadre italiane nelle coppe europee, siamo noi l’unica isola fumante della discarica continentale (forse i greci, forse qualche zona portoghese). Controllate le immagini dall’Inghilterra, dalla Germania, dalla Francia, dalla Spagna, a parte risse e incidenti fuori dagli stadi nei quali la legge viene rispettata e nei casi peggiori porta all’intervento duro delle forze dell’ordine e a sanzioni severissime. Se ci fossero organi disciplinari rigorosi scatterebbe una multa pesante a carico dei soliti noti, avendo costoro biglietto nominale. Dico un milione di euro, come minimo, cifra che andrebbe girata ai parenti delle vittime dell’Heysel, così come i botti dell’Olimpico dovrebbero aver frastornato i padroni americani del club e depresso il neodirettore generale Baldini Franco, reduce dal fair play britannico. Ma è inutile chiedere severità a chi non sa assumere una decisione se non a babbo morto, a chi non sa gestire un’assemblea di lega, a chi dovrebbe intitolare la sala consigliare della federazione a Ponzio Pilato, a chi reagisce con maleducazione alla critiche della stampa. Forse ci meritiamo i botti di Roma, forse il lenzuolo lercio di Milano è il segno di riconoscimento del nostro football. Una bandiera ficcata nella melma. In cima al ranking Uefa.

31 ottobre 2011 

Fonte: Il Giornale

ARTICOLI STAMPA e WEB OTTOBRE 2011  

di Francesco Caremani

Ho scritto il libro sull’Heysel nel 2003 e l’ho ripubblicato nel 2010 ("HEYSEL le verità di una strage annunciata", Bradipolibri editore). L’ho scritto perché conoscevo Roberto Lorentini (medico, uno dei 39 morti, medaglia d’argento al valor civile per essere deceduto tentando di salvare un connazionale), ma soprattutto perché in diciotto anni nessuno aveva messo mano alla memoria di quella tragedia. Il coinvolgimento personale, professionale e anche il fatto (non so quanto trascurabile) di essere stato il primo a squarciare il velo d’omertà che copriva la strage di Bruxelles mi spinge oggi a fare alcune considerazioni dopo l’ennesimo striscione che ha violentato la memoria e la dignità di 39 persone (32 delle quali italiani), morte ammazzate per una partita di calcio. Generalmente trovo poco professionale scrivere in prima persona, a maggior ragione quando, in qualche modo, si è parte in causa, ma tra le cose che posso citare a mia discolpa una mi sta particolarmente a cuore: il fatto che Emanuela Casula, la quale all’Heysel ha perso padre e fratello, abbia definito il mio libro la sua personale Bibbia. Per i più giovani. Il 29 maggio 1985, prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool, 39 persone muoiono sotto l’attacco e i colpi degli hooligans inglesi. Loro gli assassini, le autorità belghe e l’Uefa i mandanti di una strage che poteva essere evitata: organizzando meglio sicurezza e polizia (meno di dieci agenti presidiavano la rete che separava le belve dalle famiglie…), scegliendo un altro stadio e non vendendo agli italiani, in maggioranza tifosi bianconeri, i biglietti del settore Z, terra di nessuno in fondo al mare del tifo (?) inglese. Quello che pochi sanno (come tante altre cose, come tante altre patrie tragedie) è che Otello Lorentini, dopo aver perso l’unico figlio, Roberto, insieme con le altre trentuno famiglie italiane ha fondato ad Arezzo l’Associazione dei familiari delle vittime e con un giovane avvocato italo belga, Daniel Vedovatto, ha dato battaglia agli hooligans (difesi dai migliori avvocati di Londra), al Belgio e all’Uefa. Citandola direttamente in Appello (quando in primo grado erano stati tutti assolti) e facendola condannare in Cassazione. Una sentenza che ha fatto giurisprudenza (ma quanti la ricordano ?), rendendo il governo del calcio europeo finalmente responsabile di quello che faceva e se oggi andate a vedere le finali di Champions col biglietto elettronico e in completa sicurezza dovreste dire grazie a lui. Il resto sono 39 storie di famiglie distrutte dal dolore che hanno cercato di spingere la notte più in là per sopravvivere. Otello Lorentini è un piccolo grande eroe italiano, dimenticato, così come l’Heysel e le sue vittime. Dimenticati da tutti (istituzioni calcistiche in testa) per motivi diversi, basti pensare che la Juventus (per chi se lo stesse chiedendo e per tutti quelli cui piace rilasciare carte d’identità e d’appartenenza: sono juventino) c’ha messo 25 anni per organizzare una messa e una cerimonia e quando l’8 settembre scorso hanno inaugurato il nuovo stadio (dove dovrebbe sorgere una Sala della memoria sull’Heysel, grazie a Domenico Laudadio: saladellamemoriaheysel.it) si sono dimenticati d’invitare alcuni parenti delle vittime, tra cui Otello. Premessa. Non amo gli ultrà, forse non ho fatto in tempo a diventarlo (avevo quindici anni quando è morto Roberto), e disistimo quei colleghi che si nutrono della loro claque (ma l’Ordine non dovrebbe vigilare ?). Considero il loro (qualunque sia la fede e i colori che, a parole, dicono di venerare) modo di pensare e d’insultarsi a vicenda barbaro, una guerra tra bande che non salva nessuno, dove tutto può essere utilizzato contro: dal terremoto ai serial killer, dai grandi ex alla tragedia dell’Heysel. Difficile meravigliarsi, pur provando un dolore fisico ogni volta, quando giornalisti dei più grandi quotidiani italiani, fanno loro stessi gli ultrà confondendo Calciopoli con quella coppa e la sua restituzione: tristi pennivendoli di un linguaggio, quello da stadio, che fa parte ormai della vita di tutti i giorni. L’Heysel è stato uno spartiacque nel calcio mondiale, c’è un prima e un dopo, ma la cosa peggiore è che proprio l’Italia, che è stata vittima sacrificale, ha dimenticato e quello che è accaduto dopo nel calcio nostrano n’è la dimostrazione. Non scrivo per chiedere chissà quale moratoria o nuovo rinascimento morale, credo sempre meno nell’uomo, soprattutto quando è in branco. Semplicemente mi limito a sottolineare alcune cose. Non è vero che sono quattro coglioni e basta, perché contro la Juventus e l’Heysel si sono cimentate quasi tutte le curve italiane, faccio prima a dire quali non l’hanno fatto. E chi sta in silenzio ad ascoltarli è coglione quanto loro. Ci sono i video (perché si riprendono pure i dementi), ci sono le fotografie con le magliette con scritto -39, c’è quella canzone infame e lo striscione degli interisti è solo l’ultima triste cornice in ordine temporale. A proposito: Mario Ronchi di Bassano del Grappa, uno dei 32 Italiani morti a Bruxelles, era tifoso dell’Inter ed era andato a vedere la finale di Coppa dei Campioni insieme ai suoi amici juventini… Altri tempi, altra tempra. Per tutti voi, invece, non c’è perdono e nemmeno per chi tace, così come per quei colleghi che usano l’Heysel come una clava anti juventina, ma nemmeno per quelli che ogni volta ricordano la strage in modo sbagliato, senza documentarsi. L’Heysel, purtroppo, è diventato il monumento alla memoria mancata e a un calcio italiano che s’è nutrito dei peggiori appetiti ultrà invece di cambiare radicalmente. Non è più un monito, è passato troppo tempo, ma la vostra imperitura vergogna e il vostro fallimento come uomini e come sportivi. Il primo che commenta questo articolo tirando fuori Facchetti o cose simili allora non avrà capito niente di quello che ho scritto, perché mi pare evidente che ho enunciato un principio: per me ciò che vale per l’Heysel vale anche per tutte le altre infamie che in questi anni sono stato costretto ad ascoltare dentro e fuori gli stadi italiani. A me della vostra guerra tra bande non me ne frega nulla e sapete qual è la cosa buffa miei cari ultrà ? (soprattutto quelli in giacca e cravatta; pur non volendo fare di tutta l’erba un fascio…) Che il calcio (nel bene e nel male) va avanti anche senza di voi: siete come i cartelloni pubblicitari, le coreografie servono al grande spettacolo televisivo, finito vi rimettono nello sgabuzzino. Tanto della memoria (quella vera) e del rispetto per i morti non saprete mai che farvene.

8 novembre 2011

Fonte: Linkiesta.it

ARTICOLI STAMPA e WEB NOVEMBRE 2011  

Comminate multe irrisorie: in passato i settori sono stati chiusi

Dall'Heysel ai cori razzisti le curve della vergogna

di Massimiliano Nerozzi

TORINO - Tira di nuovo una brutta aria negli stadi italiani, a meno che l'ultima settimana non sia stata particolarmente sfortunata, radunando una notevole concentrazione di imbecilli e razzisti. Striscioni "vergognosi e inqualificabili" a San Siro per Inter-Juve, aggettivazione del presidente di Lega Maurizio Beretta, cori razzisti a Firenze contro Sinisa Mihajlovic e altri canti antisemiti, mercoledì, dalla curva della Lazio. Se del peggio non v'è classifica, si può iniziare dalle scritte issate dentro lo stadio Meazza, di certo lo spot più visto. Striscione poco ironico e molto sintetico sul presidente bianconero Andrea Agnelli, un altro sulle 39 vittime dello stadio Heysel, 1985, la notte di Liverpool-Juve, abbinato all'indagine sul nuovo impianto bianconero. Ieri, il giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha deciso le ammende: all'Inter, 20.000 euro. Il minimo della pena prevista dal Codice di giustizia sportivo, e senza diffida, perché "la società ha concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza". Uno sconto che sta diventando come le attenuanti generiche: si concede a tutti. Come per l'ammenda di 10.000 euro alla Juve per cori "costituenti discriminazione razziale contro un giocatore avversario" (Maicon). Altri poco eleganti, alla memoria di Facchetti, sono sfuggiti. "Premesso che siamo di fronte a una vergogna assoluta - dice Beretta - la nostra sensazione è che in genere questi fenomeni siano in diminuzione, segno che l'azione di prevenzione e repressione sta funzionando. Fermo restando che si è trattato di un episodio inqualificabile, da parte di gente che vuole il male del calcio, ci sono state altre 70.000 persone che hanno dato esempio di grande civiltà". La situazione generale è in miglioramento anche per il dirigente di polizia Roberto Massucci, vice presidente operativo dell'Osservatorio del Viminale: "Le nuove norme e i controlli stanno dando risultati, certo era parecchio che non si vedevano striscioni così brutti". Requisire la voce per i cori, non è possibile, ma pure scovare i lenzuoli è dura: "Gli striscioni non possono entrare - continua Massucci - ma a volte alcuni sono facili da nascondere e vengono fatti dentro l'impianto". Rafforzati i controlli, si inizia a discutere sulla segnalazione degli episodi e sulle sanzioni. Nel turno infrasettimanale, la Lazio è stata multata di 7.000 euro per un coro razzista. Senza indicazione di recidiva. Eppure basterebbe cliccare su youtube, mica frugare in segreti archivi, e guardarsi il video "Su cantiamo tutti insieme giallorosso ebreo": sul luogo della registrazione ci sono pochi dubbi. Un anno fa, per i cori razzisti (recidivi) contro Balotelli, fu chiusa la curva della Juve. Non a caso, dopo gli striscioni di San Siro, i tifosi bianconeri si sono scatenati sul web: e il "Comitato Per Non Dimenticare Heysel" sta valutando se citare per danni morali l'Inter, spiega uno dei membri, Annamaria Licata, 45 anni, la metà dei quali passati a tifare in curva. Perché, dice, l'Heysel non è pallone, ma una tragedia.

8 novembre 2011 

Fonte: La Stampa

ARTICOLI STAMPA e WEB NOVEMBRE 2011  

Valle Savio

Cena juventina in memoria dell’Heysel

Attestato per gli 11 della vallata che erano a Bruxelles. E uno di loro era omonimo di una delle 39 vittime.

S.PIERO - Dopo la "frizzante" serata estiva con Giampiero Mughini la sezione d’Alto Savio, intitolata a Gaetano Scirea, dello Juventus Club doc di Forlì, organizza per domani sera una cena per soci e simpatizzanti, ad Alfero al Piccolo Hotel. Nel corso della cena il Club consegnerà un attestato ai soci che erano presenti il 29 maggio 1985 a Bruxelles, allo stadio Heysel, per assistere alla finalissima di Coppa dei Campioni tra la Juventus, appunto e il Liverpool. Sono in tutto 11, come i componenti di una squadra di calcio. Quanto accaduto in quella serata, con la morte di 39 persone e oltre 600 feriti tra i tifosi juventini è rimasto nei loro occhi per molto tempo e per molti è stato complicato riavvicinarsi al "gioco" del calcio. Del tutto particolare la situazione che si è verificata per uno di loro, il cui nome corrispondeva con quello di uno dei deceduti. La sua famiglia era stata tranquillizzata, perché era riuscito a telefonare da Bruxelles per rassicurare. Ma in casa la mattina dopo arrivarono diversi messaggi di condoglianze. Chi fosse interessato a partecipare può prenotarsi telefonando. (al.me.)

8 dicembre 2011

Fonte: Corriereromagna.it

ARTICOLI STAMPA e WEB DICEMBRE 2011  

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