Dentista imperiese racconta la tragica esperienza di 10 anni fa
"Quel giorno all'Heysel io
c'ero da allora nessuno m'ha aiutato"
IMPERIA - Amareggiati, delusi. A dieci
anni di distanza dalla tragedia dell'Heysel, da quella tragica
finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool che costò la
vita a decine di spettatori rimasti schiacciati contro le
barriere in metallo, non sono ancora rimarginate le ferite dei
tifosi imperiesi. Fisiche, ma soprattutto psicologiche. Il caso
del dottor Franco De Paulis, 41 anni, medico dentista con studio
in via Berio, è emblematico. Quella maledetta sera del 29 maggio
'85 era stato travolto dalla folla in fuga, nel liberarsi dal
peso di centinaia di persone si era spappolato un ginocchio: ha
ricevuto un indennizzo di appena 25 milioni, serviti a malapena
a pagare avvocati e a coprire le spese dei vari interventi
chirurgici, necessari a ricucire i legamenti. Eppure, secondo le
perizie dei sanitari italiani, avrebbe dovuto percepire come
minimo oltre 120 milioni, a causa di un'invalidità permanente
che lo ha costretto ad abbandonare alcune attività sportive, a
rimanere con l'arto immobilizzato per diversi anni. Spiega:
"Ancora oggi non so contro chi protestare. Mi ero affidato a un
legale belga, ma è come se fossi rimasto senza assistenza.
Continuava a chiedermi soldi per pagare le perizie del tribunale
di Bruxelles e basta. Nemmeno i club bianconeri mi hanno
aiutato. Tante parole, questo sì, ma da quell'esperienza ho
imparato che non si può fare affidamento su nessuno. Quel 29
maggio ? Voglio dimenticare. Da quella volta non sono più andato
a vedere un match di calcio. E non tifo più Juve". All'epoca
erano andati in trasferta una quarantina di imperiesi. Tra
questi, l'ex comandante dei vigili del fuoco Natale Inzaghi
("Quanta disorganizzazione", ricorda), e Bruno Cerniti,
presidente dell'Ascom. C'era anche Marco Berio, 37 anni,
residente in via (omissis): "Sono ricordi terribili. Quei fatti
mi hanno segnato profondamente. Sono rimasto 4 mesi senza
dormire. Comunque non sono più andato ad assistere a partite di
football. Rimane la passione per il calcio e la Juventus, ma
allo stadio ci vado solo in occasione di concerti". (m. v.)
3 giugno 1994
Fonte: La Stampa
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