A Panperduto di Puianello nascono 50 nuovi alberi
Nascono 50 nuovi alberi nel parco di via Danubio,
in località Panperduto di Puianello, dedicato alla memoria del
fotografo Claudio Zavaroni.
Questa mattina, domenica 9 maggio, una cinquantina
di volontari del Cisv Reggio Emilia si sono ritrovati, dotati di
vanghe, zappe e guanti da lavoro, per la prima attività sociale
dopo il lockdown. Un’iniziativa rivolta al territorio che ha
coinvolto il Comune di Quattro Castella intercettando i
finanziamenti previsti dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito
del progetto "Mettiamo radici per il futuro". A portare i saluti
e i ringraziamenti dell’Amministrazione comunale di Quattro
Castella c’erano l’assessore ai lavori pubblici e all’ambiente
Elisa Rinaldini e le consigliere comunali Serena Braglia e Luisa
Colli. "Abbiamo unito e messo insieme richieste e disponibilità
- spiega l’assessore Rinaldini - Da un lato il desiderio dei
residenti di riqualificare il parco, dall’altro la disponibilità
e la generosità dei volontari del Cisv desiderosi di ripartire
con un’iniziativa al servizio del territorio. Ringrazio anche la
Regione Emilia Romagna che sostiene la piantumazione di nuovi
alberi con una sensibilità che noi a Quattro Castella
condividiamo e sosteniamo con iniziative, progetti e attività di
volontariato". Nel parco di via Danubio sono state messe a
dimora una cinquantina di pianticelle tra carpini, ontani e
cerri. Bello il gesto di una residente di via Danubio che,
vedendo i volontari all’opera, ha donato loro una radice di
pungitopo già piantata e collocata all’interno del parco.
9 Maggio 2021
Fonte: Nextstopreggio.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
Nascono 50 nuovi alberi nel parco dedicato al
fotografo Zavaroni
A Panperduto di Puianello nascono 50 nuovi alberi,
piantumati nel parco "Zavaroni" dai volontari del Cisv di
Reggio. L’area verde di via Danubio, è dedicata alla memoria del
fotografo Claudio Zavaroni, in ricordo delle vittime della
tragedia dell’Heysel.
Domenica mattina una cinquantina di volontari del
Cisv Reggio si sono ritrovati, dotati di vanghe, zappe e guanti
da lavoro, per la prima attività sociale dopo il lockdown.
Un’iniziativa rivolta al territorio che ha coinvolto il Comune
di Quattro Castella, intercettando i finanziamenti previsti
dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito del progetto "Mettiamo
radici per il futuro". A portare i saluti e i ringraziamenti
dell’Amministrazione comunale di Quattro Castella c’erano
l’assessore ai lavori pubblici e all’ambiente Elisa Rinaldini e
le consigliere comunali Serena Braglia e Luisa Colli. "Abbiamo
unito e messo insieme richieste e disponibilità - spiega
l’assessore Rinaldini -. Da un lato il desiderio dei residenti
di riqualificare il parco, dall’altro la disponibilità e la
generosità dei volontari del Cisv desiderosi di ripartire con
un’iniziativa al servizio del territorio. Ringrazio anche la
Regione Emilia Romagna che sostiene la piantumazione di nuovi
alberi con una sensibilità che noi a Quattro Castella
condividiamo e sosteniamo con iniziative, progetti e attività di
volontariato". Nel parco di via Danubio sono state messe a
dimora una cinquantina di pianticelle tra carpini, ontani e
cerri. Bello il gesto di una residente di via Danubio che,
vedendo i volontari all’opera, ha donato loro una radice di
pungitopo già piantata e collocata all’interno del parco.
11 maggio 2021
Fonte: Quotidiano.net
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
Santa
Lucia di Mela ricorda la strage dello stadio Heysel con un
evento online
L’amministrazione comunale di Santa Lucia del Mela, nell’ambito
della programmazione del "Maggio dei libri", ha voluto ricordare
la strage dello stadio Heysel, quando morirono 39 tifosi
travolti dalla foga degli hoolingans inglesi prima della finale
di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool.
Venerdì
28 maggio alle 19.30 è stata programmata una diretta dalla
pagina Facebook del Comune di Santa Lucia del Mela per
raccontare quel momento tanto tragico della storia del calcio
moderno attraverso la presentazione del libro testimonianza
"Quella notte all’Heysel" di Emilio Targia. L’autore era
presente il 29 maggio 1985 nello stadio belga come si legge nel
testo: Emilio ha diciotto anni e ce l’ha fatta. È lì, con il
biglietto per entrare allo stadio, insieme all’amico di una
vita, Giampiero. Nello stadio, tra canti e battiti di mani, c’è
una chimica speciale che assomiglia a un incantesimo. "Bastò un
click sull’interruttore a far svanire il calore di quel sole. A
precipitarci nel gelo. Mani che di colpo ora servivano a
proteggersi. Canti tramutati in urla". Dopo i saluti
dell’Assessore Benedetto Merulla, sono previsti gli interventi
di Iuliana Bodnari, Presidente Comitato Per Non Dimenticare Heysel, di Stefano Tacconi, Il portiere della Juventus in quella
tragica serata, dell’autore del libro Emilio Targia e di Andrea
Lorentini, presidente Associazione Vittime Heysel. Modereranno
l’incontro Katia Trifirò e Francesco Anania.
26 maggio
2021
Fonte:
24live.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
Grugliasco, 39 pietre d'inciampo per ricordare le
vittime della tragedia dell'Heysel
Il 29 maggio la città e lo Juventus Official fan
club locale renderanno omaggio alla tragedia legata alla finale
di Coppa dei Campioni contro il Liverpool.
L’Amministrazione comunale di Grugliasco, insieme
allo Juventus Official fan club Grugliasco Alessio Ferramosca &
Riccardo Neri, anche quest’anno celebreranno e commemoreranno i
36 anni dalla tragedia dello stadio Heysel, sabato 29 maggio
2021, alle 11.30, presso il giardino di via Galimberti, a
Borgata San Giacomo, a Grugliasco, intitolato alle 39 vittime
dello stadio Heysel.
Quest’anno l’Amministrazione comunale di
Grugliasco, in collaborazione con lo Juventus Official fan club
Grugliasco "Alessio Ferramosca & Riccardo Neri", ha deciso per
un restyling della pavimentazione del giardino inserendo 39
pietre d’inciampo lungo il percorso del giardino che porta alla
targa dedicata ai 39 tifosi. La breve cerimonia si svolgerà
all’aperto e in osservanza delle prescrizioni di sicurezza di
contrasto alla pandemia e di prevenzione del contagio da
Covid-19 con l’attuazione del protocollo che prevede l’utilizzo
della mascherina e il distanziamento. Le autorità, le forze
dell’ordine, i cittadini, i Club e i tifosi si ritroveranno
presso l’area del giardino di via Galimberti 5, alle 11,30.
Oltre al sindaco di Grugliasco Roberto Montà, è previsto
l’intervento dei rappresentanti della Regione Piemonte, dello
Juventus Official fan club Grugliasco "Alessio & Riccardo", dei
rappresentati delle famiglie delle vittime del tragico evento di
Bruxelles e dei dirigenti della società FC Juventus. Presso il
giardino saranno posizionate due corone, a ridosso delle due
targhe, in ricordo delle 39 vittime.
27 maggio 2021
Fonte: Torinoggi.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
A Grugliasco 39 pietre d’inciampo in ricordo delle
vittime dell’Heysel
di Patrizio Romano
Sabato 29 nel giardino di via Galimberti si
svolgerà una breve cerimonia.
GRUGLIASCO - Una pietra d’inciampo in ricordo di
ognuno dei tifosi juventini che hanno perso la vita allo stadio
Heysel a Bruxelles nel 1985. L’amministrazione comunale di
Grugliasco con lo Juventus Official fan club Grugliasco "Alessio
Ferramosca & Riccardo Neri", ha deciso per un restyling della
pavimentazione del giardino in via Galimberti intitolato alle 39
vittime dello stadio Heysel inserendo 39 pietre d’inciampo lungo
il percorso che porta alla targa commemorativa. Sabato 29 alle
11.30 nel giardino si svolgerà una breve cerimonia all’aperto e
in osservanza delle prescrizioni di contrasto alla pandemia e
verranno posate due corone a ricordo delle vittime della
tragedia. Oltre al sindaco Roberto Montà, è previsto
l’intervento di rappresentanti della Regione, del fan club
"Alessio & Riccardo", dei rappresentati delle famiglie delle
vittime e dei dirigenti della Juventus.
27 maggio 2021
Fonte: Lastampa.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
Commemorazione
Sabato si ricordano le vittime del Heysel
Sabato ci sarà la commemorazione delle vittime
della tragedia Heysel alle 16 davanti al monumento di via
Matteotti, organizzata e curata dal Comitato Per Non Dimenticare Heysel di Reggio Emilia nel rispetto delle norme anti-Covid. 36
anni, un triste anniversario il 29 maggio 1985, dramma che
sconvolse l'Europa. "Una Europa bendata - dicono dal comitato -
i segnali ci sono stati se solo si voleva guardare nella
direzione giusta. Ma si preferì chiudere un occhio, colpevoli
per avere messo in pericolo la sicurezza dei cittadini. Gli
stadi dovrebbero essere contenitori di valori sportivi e non di
comportamenti violenti ed incivili. Quella notte nera di
Bruxelles si portò via 39 persone, quasi tutte italiane, il più
giovane aveva solo 10 anni. Come tutti gli anni ricordiamo alla
cittadinanza questa tragedia, una delle vittime è Claudio
Zavaroni il nostro concittadino, aveva 28 anni e dopo due giorni
avrebbe festeggiato il suo compleanno, era partito insieme a
tanti altri con il Club "Roberto Bettega" della nostra città. La
Regione Piemonte ha istituito la Giornata della memoria 29
Maggio 1985 per la tragedia dell'Heysel e per Superga il 4
Maggio 1949. Un atto doveroso. E si dovrebbe fare molto di più,
collaborare e ricordare questa tragedia non solo nel giorno
dell'anniversario, portare avanti iniziative che dovrebbero
avere un posto importante nell'agenda istituzionale che da
questo punto dì vista rimane vuota, promesse fatte e mai
mantenute. 29 maggio 1985 è un giorno di lutto, un giorno dì
preghiera e meditazione. Prendersi le proprie responsabilità è
un atto di civiltà, un dovere pretendere il rispetto. Troppe
parole e pochi fatti. E alla loro memoria che oggi, come ogni
giorno dedichiamo il nostro raccoglimento e dolore. 39 vittime,
39 storie interrotte, 39 famiglie distrutte. Non dimenticare è
troppo poco".
28 maggio 2021
Fonte: Il Resto del Carlino
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
DOMANI LA CERIMONIA
Il ricordo di Claudio e di tutti i 39 morti
allo stadio Heysel
REGGIO EMILIA - Sono passati 36 anni da quel
tragico 29 maggio 1985 quando, poco prima dell'inizio della
finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, allo
stadio Heysel di Bruxelles, morirono 39 persone, di cui 32
italiani, e ne rimasero ferite oltre 600. Una tragedia in cui
rimase ucciso anche un reggiano, Claudio Zavaroni, 28 anni: un
ragazzo allegro, sportivo, che provò in tutti i modi a salvare
altre persone quando fu travolto dalla carica micidiale degli
hooligans. Era partito insieme a tanti altri reggiani con iI
Club "Roberto Bettega" per andare a vedere una partita di
calcio, la sua inseparabile macchina fotografica per cogliere
quell'attimo fuggente di spensieratezza insieme ai suoi amici di
viaggio, un modo per festeggiare due giorni dopo (31 maggio) il
suo compleanno. Domani, come ogni anno, il comitato "Per non
dimenticare Heysel" organizzerà un momento per ricordare Claudio
e le altre 38 vittime. La commemorazione avverrà alle 16 in via
Matteotti davanti al monumento eretto proprio in ricordo di
quella strage. Nel 1991 Reggio fu la prima città Italiana a
dedicare un'opera d'arte alle vittime del l'Heysel: è stata
realizzata dallo scultore fiammingo Vanlessen e chiamata "Per
non dimenticare Heysel". Con lo stesso obiettivo, 15 anni fa a
Reggio è nato il Comitato Per Non Dimenticare Heysel, di cui è
presidente Iuliana Bodnari. Alla memoria delle vittime, domani,
nel rispetto delle norme anti-Covid, verrà dedicato un momento
di raccoglimento e dolore, nella consapevolezza che "Non
dimenticare sia comunque troppo poco".
28 maggio 2021
Fonte: Gazzetta di Reggio
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
Per non dimenticare Heysel: sabato 29 maggio
la cerimonia nel ricordo delle vittime fra cui il reggiano Zavaroni
Ricorre sabato 29 Maggio il 36esimo anniversario
della "strage dell’Heysel", la tragedia avvenuta il 29 maggio
1985 poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni
tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles, in cui
morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e ne rimasero ferite
più di 600.
In quella tragedia rimase ucciso anche un
reggiano, Claudio Zavaroni, 28 anni: un ragazzo solare e pieno
di vita, uno sportivo dal cuore grande, che tentò di salvare
altre persone quando fu travolto dalla ferocia degli hooligans.
Come ogni anno il comitato "Per non dimenticare Heysel" ha
organizzato un momento celebrativo sabato pomeriggio 29 Maggio
alle ore 16.00 nel parco di via Matteotti davanti allo Stadio
Mirabello per ricordare il giovane reggiano e le vittima di
quell’assurda tragedia. Di seguito pubblichiamo la lettera che
ci ha inviato la Presidente del Comitato Per Non Dimenticare Heysel Iuliana Bodnari: Buongiorno Direttrice, ho letto
l’articolo apparso su NextstopReggio. Iniziativa lodevole
coinvolgere i giovani, ma quanti di quei giovani sapevano
qualcosa di Claudio Zavaroni ? Qualcuno magari ha spiegato loro
perché è importante sapere chi è stato Claudio, la meglio
gioventù, un "reggiano per esempio" com’è stato definito. Colgo
questa occasione gentile Direttrice per presentarmi e farle
conoscere altre realtà. Mi chiamo Iuliana Bodnari e sono
Presidente del Comitato Per Non Dimenticare Heysel di Reggio
Emilia. Nella nostra città esiste un monumento, unico nel suo
genere, dedicato alla memoria della 39 vittime della tragedia
allo stadio Heysel del 29 maggio 1985, dove persero la vita 32
italiani, 4 belgi, 2 francesi e un irlandese. Siamo custodi di
questa memoria e ci prendiamo cura con il nostro volontariato.
Vogliamo trasmettere alle giovani generazioni insegnando loro
che lo sport è fairplay, divertimento e non odio. Quando sono
stati piantati quegli alberelli che rappresentano la vita, sarei
stata felice di essere presente per interagire con i giovani
presenti o almeno poter informare la zia di Claudio Zavaroni
dell’iniziativa. La mamma di Claudio ci ha lasciati per
raggiungere suo figlio nel 2019. Requiem in pace. Quest’anno è
il 36°anniversario della tragedia e noi tutti gli anni ci
troviamo davanti al monumento che si trova nel parco di Via
Matteotti per commemorare con una cerimonia solenne il loro
ricordo. Sabato 29 maggio 2021 alle ore 16.00 sarà presente il
Direttivo del Comitato rispettando le norme anti-Covid. Ecco, mi
premeva portare alla sua conoscenza questa nostra realtà
invitandola a partecipare sabato 29 maggio insieme a noi nel
ricordo di Claudio e le altre vittime e scrivere un nuovo
capitolo alla memoria.
28 Maggio 2021
Fonte: Neextstopreggio.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
Il
Maggio dei libri 2021 presenta
"Quella notte all’Heysel": finale
di Coppa Campioni
di Maria
Salomone
Per il
Maggio dei libri 2021 in primo piano, oggi, venerdì 28 maggio,
"Quella notte all’Heysel". Appuntamento, alle ore 19:30, per la
presentazione on-line. Aprirà i lavori l’Assessore Benedetto
Merulla. Interverranno Juliana Bodnari, presidente del Comitato
"Per non dimenticare Heysel", Stefano Tacconi, ex portiere,
Andrea Lorentini, presidente associazione vittime Heysel, ed
Emilio Targia autore del libro. Modereranno Francesco Anania e
la Prof.ssa Katia Trifirò. Si ritornerà con la memoria al 29
maggio 1985, quando allo stadio "Heysel" si disputò la finale di
Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, si disputò alla
partita delle partite. Emilio ha diciotto anni e ce l’ha fatta:
è lì, con il biglietto per entrare allo stadio, insieme
all’amico di sempre, Giampiero. Nello stadio, tra canti e
battiti di mani, un’atmosfera da incantesimo. "Bastò un click
sull’interruttore a far svanire il calore di quel sole. A
precipitarci nel gelo. Mani che di colpo ora servivano a
proteggersi. Canti tramutati in urla". Chiunque voglia seguire
la diretta potrà collegarsi alla pagina Facebook del Comune di
Santa Lucia del Mela, nel Messinese.
28 maggio
2021
Fonte:
Messina7.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
Grugliasco pone 39 pietre d’inciampo per ricordare
i morti dell’Heysel
L’Amministrazione comunale di Grugliasco, insieme
allo Juventus Official fan club Grugliasco Alessio Ferramosca &
Riccardo Neri, anche quest’anno celebreranno e commemoreranno i
36 anni dalla tragedia dello stadio Heysel, sabato 29 maggio
2021, alle 11.30, presso il giardino di via Galimberti, a
Borgata San Giacomo, a Grugliasco, intitolato alle 39 vittime
dello stadio Heysel.
Quest’anno l’Amministrazione comunale di
Grugliasco, in collaborazione con lo Juventus Official fan club
Grugliasco "Alessio Ferramosca & Riccardo Neri", ha deciso per
un restyling della pavimentazione del giardino inserendo 39
pietre d’inciampo lungo il percorso del giardino che porta alla
targa dedicata ai 39 tifosi. La breve cerimonia si svolgerà
all’aperto e in osservanza delle prescrizioni di sicurezza di
contrasto alla pandemia e di prevenzione del contagio da
Covid-19 con l’attuazione del protocollo che prevede l’utilizzo
della mascherina e il distanziamento. Le autorità, le forze
dell’ordine, i cittadini, i Club e i tifosi si ritroveranno
presso l’area del giardino di via Galimberti 5, alle 11.30.
Oltre al sindaco di Grugliasco Roberto Montà, è previsto
l’intervento dei rappresentanti della Regione Piemonte, dello
Juventus Official fan club Grugliasco "Alessio & Riccardo", dei
rappresentati delle famiglie delle vittime del tragico evento di
Bruxelles e dei dirigenti della società FC Juventus. Presso il
giardino saranno posizionate due corone, a ridosso delle due
targhe, in ricordo delle 39 vittime.
28 maggio 2021
Fonte: Quotidianopiemontese.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
Al monumento di Cherasco si ricorda la tragedia
dello stadio Heysel
CHERASCO - Domani, sabato 29 maggio,
l’associazione Quelli di via Filadelfia con il patrocinio della
città di Cherasco ha organizzato la cerimonia annuale per
ricordare le vittime dello stadio Heysel di Bruxelles, una
tragedia collettiva avvenuta prima della finale di Coppa
Campioni Juventus-Liverpool del 29 maggio 1985.
Al monumento di Cherasco si ricorda la tragedia
dello stadio Heysel. Il ritrovo è fissato per le ore 18, presso
il monumento costruito cinque anni fa per ricordare le 39
persone partite alla volta della capitale belga per assistere a
una partita di calcio e mai più tornate. L’invito degli
organizzatori è di evitare ogni forma di assembramento,
mantenendo la distanza di sicurezza e il rispetto delle norme
sanitarie anti Covid. c.l.
28 Maggio 2021
Fonte: Gazzettadalba.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
28 MAGGIO 2021
HEYSEL, IL GIORNO DEL RICORDO
Passano gli anni, ma il ricordo continua a fare
male.
Dal 1985, il 29 maggio rappresenta il giorno del
silenzio e della commemorazione. Il giorno in cui tutti noi ci
stringiamo per ricordare un momento assurdo che trasformò una
serata di festa, nell’attesa di 90 minuti indimenticabili, in un
incubo che resta scolpito nella storia. Sono emozioni di gioia
ed entusiasmo, quelli che solitamente precedono una grande
partita come quella che stava per iniziare allo stadio Heysel,
ma che quella sera lasciarono il posto alla paura prima, al
dolore poi. Quella del 29 maggio 1985 è una tragedia che
continua a fare male anche a distanza di trentasei anni: oggi,
come allora, e come ogni volta che pronunciamo la parola
"Heysel", il nostro pensiero va a tutte le vittime di quella
serata senza un senso, e alle loro famiglie. Perché il ricordo è
sempre vivo dentro tutti noi.
Fonte: Juventus.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
Santa
Lucia Del Mela - Questa sera alle ore 19:30
la presentazione del
libro "Quella notte all’Heysel"
di
Giuseppe Ruggeri
Si terrà
questa sera alle ore 19:30 in diretta facebook sulla pagina
ufficiale del Comune di Santa Lucia Del Mela
https://www.facebook.com/santaluciaofficial la presentazione del
libro "Quella notte all’Heysel" scritto da Emilio Targia. La
presentazione odierna si inserisce e conclude l’iniziativa
denominata "Maggio dei libri". Il libro narra di una delle
pagine più brutte del calcio, e in maniera particolare è un
tristissimo ricordo nelle menti dei tifosi juventini, infatti il
29 Maggio 1985 allo stadio Heysel a Bruxelles morirono in
maniera atroce 39 persone che si erano recate in Belgio per
assistere alla finale di Coppa Campioni fra la Juventus e il
Liverpool. Nel dettaglio ecco come presenta l’evento il Comune
Luciese:
Maggio
dei libri -
Il 29
maggio 1985, allo stadio Heysel, finale di Coppa dei Campioni
tra Juventus e Liverpool, la partita delle partite. Emilio ha
diciotto anni e ce l’ha fatta: è lì, con il biglietto per
entrare allo stadio, insieme all’amico di una vita, Giampiero.
Nello stadio, tra canti e battiti di mani, c’è una chimica
speciale che assomiglia a un incantesimo. "Bastò un click
sull’interruttore a far svanire il calore di quel sole. A
precipitarci nel gelo. Mani che di colpo ora servivano a
proteggersi. Canti tramutati in urla". Venerdì 28 maggio alle
ore 19.30 segui la diretta dalla pagina Facebook del Comune di
Santa Lucia del Mela.
Programma: Saluti dell’Assessore Benedetto Merulla - Iuliana
Bodnari (Presidente Comitato Per Non Dimenticare Heysel) -
Stefano Tacconi (ex calciatore) - Emilio Targia (Autore del
libro) - Andrea Lorentini (Presidente Associazione Vittime
Heysel). Moderano l’incontro la Prof.ssa Katia Trifirò e
Francesco Anania.
Complimenti al Comune di Santa Lucia Del Mela e in particolare
all’Assessore Comunale Benedetto Merulla per questa lodevole
iniziativa culturale.
28 maggio
2021
Fonte:
Nicetotv.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 1-28 MAGGIO 2021
36° Anniversario Strage Stadio Heysel Bruxelles
Comunicato Associazione Familiari Vittime Heysel
"29 maggio 1985 - 29 maggio 2021 - La memoria va
difesa e allenata. Senza retorica per non farne un feticcio.
Ricordare i nostri cari promuovendo progetti di educazione
civico-sportiva rivolti alle nuove generazioni. Solo così
possiamo dare un senso al sacrificio dei nostri familiari.
Continueremo con sempre più forza e determinazione a portare
avanti il nostro impegno civico in questa direzione". Andrea
Lorentini (Presidente Associazione Familiari Vittime Heysel)
29 maggio 2021
Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
La tragedia dell'Heysel 36 anni fa
Il 29 maggio 1985 39 tifosi della Juventus
morirono prima della finale di Coppa Campioni col Liverpool.
"Passano gli anni, ma il ricordo continua a fare
male". La Juventus ricorda così, sul suo sito Internet, la
tragedia dell'Heysel nel suo 36esimo anniversario. "Dal 1985, il
29 maggio rappresenta il giorno del silenzio e della
commemorazione - osserva il club - Il giorno in cui tutti noi ci
stringiamo per ricordare un momento assurdo che trasformò una
serata di festa, nell'attesa di 90 minuti indimenticabili, in un
incubo che resta scolpito nella storia. Sono emozioni di gioia
ed entusiasmo, quelli che solitamente precedono una grande
partita come quella che stava per iniziare allo stadio Heysel,
ma che quella sera lasciarono il posto alla paura prima, al
dolore poi. Quella del 29 maggio 1985 è una tragedia che
continua a fare male anche a distanza di trentasei anni: oggi,
come allora, e come ogni volta che pronunciamo la parola
"Heysel", il nostro pensiero va a tutte le vittime di quella
serata senza un senso, e alle loro famiglie. Perché il ricordo è
sempre vivo dentro tutti noi". Il 29 maggio 1985 è stata la
notte più buia del calcio mondiale, quella della tragedia
dell'Heysel. I tifosi juventini - 32 erano italiani - andati a
Bruxelles con la speranza di festeggiare la prima Coppa dei
Campioni bianconera trovarono una morte orribile nel settore Z
dello stadio, travolti dalla furia degli hooligans inglesi
ubriachi, schiacciati contro le balaustre o precipitati dalle
gradinate, poco prima che iniziasse la finale Juve-Liverpool.
Morti, però, anche per l'inadeguatezza dell'Heysel e dei servizi
di sicurezza ed ordine pubblico. Un ricordo ancora oggi
terribile per i parenti delle vittime, per i sopravvissuti, per
chi aveva seguito le cariche degli hooligans, il caos e la
disperazione dei tifosi che cercavano scampo dagli altri settori
dell'Heysel o in tv. Una "Coppa maledetta" che la Juve aveva
inseguito per 30 anni, sfuggita già due volte, nel '73 a
Belgrado, dieci anni dopo ad Atene. Un trofeo che oggi molti
protagonisti dell'epoca non sentono come un trofeo conquistato,
ricordando che in pratica furono obbligati a giocare. Ma ci sono
anche tifosi juventini che, al contrario, la considerano un
premio alla memoria delle 39 vittime, allineate nelle stanze
dello stadio mentre sul campo si consumava la partita più
surreale nella storia del calcio europeo, vinta dalla Juventus
con un calcio di rigore segnato da Platini. Una partita giocata
con un intero spicchio dell'Heysel, senza più tifosi,
transennato davanti alle macerie ed alle cose perse dai tifosi
nella calca. "Non sapevamo cosa era davvero successo, avevamo
avuto notizie di un morto, forse due, ma non potevamo immaginare
una tragedia così grande", avrebbero detto poi i giocatori
bianconeri.
I neo campioni d'Europa avevano
festeggiato sotto la curva dell'Heysel subito dopo il 90°, ma il
giorno dopo, al rientro a Torino, quando le notizie sulla
tragedia erano diventate ufficiali e chiare nella loro
drammaticità, ogni traccia di gioia era scomparsa dai loro
volti. Sergio Brio, scendendo sulla scaletta dell'aereo,
stringeva la Coppa, ma senza esultare. All'Heysel il club
bianconero aveva consegnato al delegato Uefa Gunther Schneider
la nota ufficiale spiegando perché aveva detto sì alla richiesta
di giocare comunque: "La Juve accetta disciplinatamente, anche
se con l'animo pieno di angoscia, la decisione dell'Uefa,
comunicata al nostro presidente, di giocare la partita per
motivi di ordine pubblico". Il presidente di allora, Giampiero
Boniperti, non ha mai voluto riparlare di quella finale così
dolorosa. Neppure per l'attuale massimo dirigente bianconero,
Andrea Agnelli, è facile tornare sull'argomento: "Ho sempre
fatto fatica a sentire mia quella Coppa - ha detto in occasione
del venticinquennale dell'Heysel - anche se i giocatori mi hanno
sempre detto che fu partita vera". E Marco Tardelli, in
un'intervista alla Rai, qualche anno fa ha spiegato e chiesto
scusa: "Era impossibile rifiutarsi di giocare, ma non dovevamo
andare a festeggiare, l'abbiamo fatto e sinceramente chiedo
scusa". "Sono passati tanti anni da quel 29 maggio 1985, quando
nella strage dell'Heysel persero la vita 39 persone di cui 32
nostri connazionali, con centinaia di feriti. Forte è la
memoria, così come le ferite". Così, sui social, la sindaca di
Torino Chiara Appendino ricorda la tragedia. "La Città di Torino
ricorda le vittime e si stringe alle famiglie", aggiunge la
prima cittadina.
29 maggio 2021
Fonte: Ansa.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Strage dell'Heysel, il ricordo della Juve: "La
gioia lasciò il posto al dolore"
ANSA - A 36 anni dalla tragedia allo stadio di
Bruxelles, i bianconeri ricordano le vittime: "Il 29 maggio è il
giorno in cui tutti noi ci stringiamo per ricordare un momento
assurdo che trasformò una serata di festa, nell'attesa di 90'
indimenticabili, in un incubo". La sindaca di Torino, Appendino:
"Ferita ancora aperta"
29 MAGGIO 2021 - Sono passati 36 anni da quella
notte in cui 90′ di festa si trasformarono in tragedia. Oggi la
Juventus ricorda le vittime dell’Heysel. "Dal 1985, il 29 maggio
rappresenta il giorno del silenzio e della commemorazione -
ricorda la società bianconera - Il giorno in cui tutti noi ci
stringiamo per ricordare un momento assurdo che trasformò una
serata di festa, nell’attesa di 90 minuti indimenticabili, in un
incubo che resta scolpito nella storia".
"La gioia lasciò il posto al dolore" - "Sono
emozioni di gioia ed entusiasmo, quelli che solitamente
precedono una grande partita come quella che stava per iniziare
allo stadio Heysel - prosegue la Juventus - ma che quella sera
lasciarono il posto alla paura prima, al dolore poi. Quella del
29 maggio 1985 è una tragedia che continua a fare male anche a
distanza di trentasei anni: oggi, come allora, e come ogni volta
che pronunciamo la parola "Heysel", il nostro pensiero va a
tutte le vittime di quella serata senza un senso, e alle loro
famiglie. Perché il ricordo è sempre vivo dentro tutti noi".
Il ricordo della sindaca Appendino - Al ricordo si
è unita anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino: "Sono
passati tanti anni da quel 29 maggio 1985, quando nella strage
dell’Heysel persero la vita 39 persone di cui 32 nostri
connazionali, con centinaia di feriti. Forte è la memoria, così
come le ferite. La Città di Torino ricorda le vittime e si
stringe alle famiglie".
29 maggio 2021
Fonte: Repubblica.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
La Juve ricorda l’Heysel: "È il giorno del
silenzio"
La nota del club bianconero a 36 anni dalla strage
che si consumò in finale di Coppa dei Campioni: "Continua a fare
male, oggi come allora".
"Passano gli anni, ma il ricordo continua a fare
male". Silenzio e rispetto in casa Juve, oggi è il giorno della
commemorazione. Dalla strage dell’Heysel di Bruxelles sono
passati ben 36 anni e il club bianconero ha voluto dedicare, sul
proprio sito, un pensiero alle 39 vittime: "È il giorno in cui
tutti noi ci stringiamo per ricordare un momento assurdo che
trasformò una serata di festa, nell’attesa di 90 minuti
indimenticabili, in un incubo che resta scolpito nella storia".
Juve: "29 maggio, paura e dolore" - "Sono emozioni
di gioia ed entusiasmo, quelli che solitamente precedono una
grande partita come quella che stava per iniziare allo stadio
Heysel (finale di Coppa dei Campioni tra Juve e Liverpool, ndr)
ma che quella sera lasciarono il posto alla paura prima, al
dolore poi".
Juve: "Una tragedia che continua a fare male" -
"Quella del 29 maggio 1985 è una tragedia che continua a fare
male anche a distanza di trentasei anni: oggi, come allora, e
come ogni volta che pronunciamo la parola "Heysel", il nostro
pensiero va a tutte le vittime di quella serata senza un senso,
e alle loro famiglie. Perché il ricordo è sempre vivo dentro
tutti noi".
Il Torino: "Vi siamo vicini" - Anche il Torino ha
voluto ricordare la strage dell’Heysel. Lo ha fatto su Twitter,
con un messaggio molto toccante: "Respect. Vi siamo vicini nel
ricordo e nella preghiera".
La notte del 29 maggio 1985 - Successe tutto in
pochi, pochissimi minuti. L’assalto di una frangia di esagitati
hooligans, la folla che si spostò per cercare riparo ma trovò
invece il crollo di parte del Settore Z dello stadio: un settore
che, in memoria di quella notte di pazzia, non fu mai più
ricostruito. (NdR: Non corrisponde al vero, fu ricostruito per
intero, trattandosi di una fiancata sbreccata del muro
perimetrale abbattuto dal peso di centinaia di tifosi)
29 maggio 2021
Fonte: Tuttosport.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Strage dell’Heysel, la Juve: "È il giorno del
ricordo"
Il club bianconero ricorda la tragedia di
Bruxelles a distanza di 36 anni: "Il nostro pensiero va a tutte
le vittime di quella serata senza un senso e alle loro
famiglie".
29 maggio 1985, 29 maggio 2021. Da quella tragica
notte sono passati ben 36 anni. "Passano gli anni, ma il ricordo
continua a fare male - il commento della Juve sulla strage
dell’Heysel di Bruxelles - Il 29 maggio rappresenta il giorno
del silenzio e della commemorazione. Il giorno in cui tutti noi
ci stringiamo per ricordare un momento assurdo che trasformò una
serata di festa, nell’attesa di 90 minuti indimenticabili, in un
incubo che resta scolpito nella storia".
Heysel, la nota della Juve - "Sono emozioni di
gioia ed entusiasmo, quelli che solitamente precedono una grande
partita come quella che stava per iniziare allo stadio Heysel
(finale di Coppa dei Campioni tra Juve e Liverpool, ndr) ma che
quella sera lasciarono il posto alla paura prima, al dolore
poi".
Juve: "Continua a fare male" - "Quella del 29
maggio 1985 è una tragedia che continua a fare male anche a
distanza di trentasei anni: oggi, come allora, e come ogni volta
che pronunciamo la parola "Heysel", il nostro pensiero va a
tutte le vittime di quella serata senza un senso, e alle loro
famiglie. Perché il ricordo è sempre vivo dentro tutti noi".
I fatti del 29 maggio 1985 - Successe tutto in
pochi, pochissimi minuti. L’assalto di una frangia di esagitati
hooligans, la folla che si spostò per cercare riparo ma trovò
invece il crollo di parte del Settore Z dello stadio: un settore
che, in memoria di quella notte di pazzia, non fu mai più
ricostruito.
29 maggio 2021
Fonte: Corrieredellosport.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Il Torino ricorda le vittime dell’Heysel:
"Respect, vi siamo vicini"
Nel giorno del trentaseiesimo anniversario della
terribile tragedia dello stadio Heysel, consumatasi poco prima
dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni dell'anno 1985,
il Torino, tramite i propri canali social, ha voluto far sentire
la vicinanza alla Juventus e alle famiglie delle vittime, a
dimostrazione che davanti a tali tragedie non esistono colori o
rivalità.
29 maggio 2021
Fonte: Toronews.net
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Capuano: "Oltre a sparare contro Juve per
Superlega, possibile che Ceferin
non abbia trovato un solo
istante per ricordare la ricorrenza dell’Heysel ?"
Il giornalista di Panorama Giovanni Capuano, ha
puntato il dito contro l’Uefa ed il suo presidente Alexander
Ceferin. Il motivo ? Il mancato ricordo delle vittime
dell’Heysel in quel triste 29 maggio del 1985 quando Juve e
Liverpool si contesero la Coppa dei Campioni in uno scenario
surreale: "Oltre a sparare contro Juventus, Real Madrid e
Barcellona sulla Superlega, possibile che Ceferin e Uefa non
abbiano trovato un solo istante per ricordare la ricorrenza
dell’Heysel ?", l’accusa di Capuano. "Era un 29 maggio anche
allora. Anche allora si giocava per la coppa per cui si gioca
oggi", ha scritto il giornalista di Radio 24 sul proprio profilo
Twitter.
30 maggio 2021
Fonte: Stilejuve.net
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
"Sono morti nostri fratelli"
Il tweet sulla tragedia dell’Heysel oltre ogni
stupida rivalità
di Maurizio De Santis
Il 29 maggio 1985 fu il giorno della tragedia
dell’Heysel, una delle pagine più dolorose nella storia del
calcio. La finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool fu
macchiata col sangue: morirono 39 persone, di cui 32 italiani.
"Vi siamo vicini nel ricordo e nella preghiera", il tweet del
Torino, un bel gesto apprezzato da tutti i tifosi.
"Vi siamo vicini nel ricordo e nella preghiera".
Il 29 maggio del 1985 la tragedia dell'Heysel di Bruxelles fu
una delle pagine più dolorose per il calcio. Di quelle che
quando le racconti, soprattutto se le hai viste da vicino, fai
fatica anche a respirare. È come azionare il rewind, fare un
salto indietro nel tempo e ti tremano le ginocchia al solo
pensiero di finire di nuovo in quell'inferno. Il messaggio del
Torino, a corredo del tweet e della foto che ritrae la targa
dedicata a quella sciagura, è un bell'esempio. Il club
bianconero lo ha recepito e condiviso attraverso i canali
ufficiali, alimentando il consenso del popolo granata e
bianconero. "Bel gesto, il Torino insieme alla Juve deve tornare
il modello che era per il resto dell'Italia calcistica,
avversari in campo, uniti in queste tragedie, che siano
juventini o torinesi sono morti miei fratelli".
Superga - l'incidente aereo che spazzò via gli
"invincibili" guidati da Valentino Mazzola - e quanto accaduto
in quella "maledetta" serata all'interno dell'impianto belga
sono due ferite che ancora sanguinano. "Sportività, il bello del
calcio. Torino unita nel ricordo di Superga e Heysel. Onore e
rispetto", è il commento che accomuna molti sostenitori al di là
di ogni stupida rivalità. La finale di Coppa Campioni tra la
Juventus e il Liverpool è passata alla storia per la furia degli
hooligans inglesi, per gli scontri tra tifosi (NdR: Quali ?
Falso: Non vi fu alcuno scontro !) che portarono alla morte di
ben 39 persone (di cui 32 italiani). A 36 anni di distanza il
ricordo delle vittime e degli oltre 600 feriti è presente nella
memoria di chi allora era sulle gradinate di quell'impianto
definito inadeguato, di chi ancora oggi non riesce (né può)
dimenticare la drammaticità delle immagini che, attraverso il
collegamento della Rai rimbalzarono nelle case degli italiani a
ora di cena. Fu come servire la morte a tavola. "Bene così,
martellare le teste bacate di gran parte dei tifosi di ogni
squadra con messaggi civili, per cercare di fare un passo nella
giusta direzione, mantenendo una sana rivalità", è l'altro
concetto che ha fatto da tam tam per l'intera comunità di
tifosi, quelli più giovani e chi ha i capelli bianchi in testa.
"Chapeau. Un bel gesto che ha onore a una grande squadra".
29 maggio 2021
Fonte: Fanpage.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Remembering Heysel, 36 years on
Thirty-six year ago today 39 fans died at the
Heysel Stadium in Belgium during the European Cup final between
Liverpool and Juventus.
Crowd trouble in Block Z of the stadium led to
many Juventus fans being crushed as the stadium wall collapsed.
After the tragedy there were criticisms of the state of the
stadium, the lack of segregation between the two sets of fans
and the behaviour of supporters on the day.
May those who lost their lives on that day never
be forgotten… (Elenco Nomi) … May they rest in peace.
May 29, 2021
Fonte: Lfcclick.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Tragedia dell’Heysel, il ricordo del Liverpool:
"Mai dimenticare"
Il Liverpool, attraverso il profilo Twitter
ufficiale, ha voluto ricordare le vittime della tragedia
dell’Heysel del 29 maggio 1985.
Anche il Liverpool, tramite il proprio account
Twitter, ha ricordato la strage dell’Heysel del 29 maggio 1985
prima della finale di Coppa dei Campioni a Bruxelles tra i
"Reds" e la Juventus. "Ci uniamo come club per rendere omaggio a
coloro che hanno perso la vita all’Heysel. Mai dimenticare", si
legge sul profilo ufficiale del Liverpool.
29 Maggio 2021
Fonte: JuventusNews24.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
CERIMONIA
Grugliasco ricorda l'Heysel con 39 pietre di
inciampo
Commemorazione della tragedia del 1985 nel
giardino di via Galimberti: un momento condiviso anche dal Museo
del Grande Torino.
29 Maggio 2021 - 16:50 Grugliasco ricorda l'Heysel
con 39 pietre di inciampo - Grugliasco ha reso omaggio questa
mattina alle 39 vittime dello stadio Heysel a 36 anni esatti da
quella immane tragedia. Nel giardino di via Galimberti 5 che
porta il loro nome, l’amministrazione comunale, insieme allo
Juventus club Grugliasco Alessio Ferramosca & Riccardo Neri,
anche quest’anno ha voluto celebrare la memoria con un restyling
della pavimentazione del giardino, inserendo 39 pietre
d’inciampo lungo il percorso del giardino che porta alla targa
dedicata ai tifosi bianconeri caduti a Bruxelles. La breve
cerimonia ha coinvolto le autorità, le forze dell’ordine, i
cittadini, i club e i tifosi. A ricordare per primo quella
tragica serata Carlo Rossanigo dello Juve Club cittadino. A
seguire un messaggio dell'associazione dei familiari delle
vittime dell’Heysel, del rappresentante dell'associazione
"Quelli di via Filadelfia". Poi gli interventi del sindaco
Roberto Montà e di Gianluca Pessotto ex giocatore ed attuale
dirigente della formazione Primavera ed Under 23. Tutti
presentati da Marco Dejana-Nanà - che ha letto i nomi delle
vittime. A portare il saluto e condividere il ricordo c’erano
alcuni rappresentanti del Museo del Grande Torino. Insieme hanno
posizionato due corone e un mazzo di fiori, a ridosso delle due
targhe, in ricordo delle vittime e scoperto quindi le 39 pietre
d'inciampo.
29 maggio 2021
Fonte: Lunanuova.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
VENARIA - Il sindaco Giulivi commemora
la
strage
dell'Heysel: "presto una targa in città"
Oggi ricorre il 36esimo anniversario di quel
maledetto 29 maggio 1985, quando, poco prima dell'inizio della
finale di Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool,
allo stadio Heysel di Bruxelles, morirono 39 persone.
Dopo aver omaggiato i giocatori del Grande Torino
in occasione del 4 maggio, tragedia di Superga, il sindaco di
Venaria, Fabio Giulivi, questa mattina, sabato 29 maggio 2021,
si è recato - assieme all'assessore allo Sport, Luigi Tinozzi -
al J Museum, il museo della Juventus, per ricordare la tragedia
dell'Heysel e deporre un mazzo di fiori presso la stele
commemorativa a ricordo delle 39 vittime di quel maledetto 29
maggio 1985, quando, poco prima dell'inizio della finale di
Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool, allo
stadio Heysel di Bruxelles, morirono 39 persone, di cui 32
italiane, e ne rimasero ferite oltre 600. "In ricordo di chi era
dentro quello stadio maledetto e di chi tremava davanti alla tv,
di chi ha versato lacrime commosse per un ritorno a casa e di
chi le ha finite davanti a una tragedia, di chi non era nato
però ha saputo, e ha pianto e provato rabbia lo stesso.
Sono trentasei anni, oggi, da una notte
traditrice che doveva essere festa ed è diventata dramma. Il
ricordo di quelle 39 vittime, di oltre 600 feriti, rimane vivo
ancora oggi e ritorna prepotentemente ogni volta che accadono
incidenti nel corso di eventi sportivi. A tutte le vittime, alle
loro famiglie, va ancora una volta il pensiero e la preghiera di
tutti noi. Ringraziamo la società Juventus, il presidente del J
Museum, Paolo Garimberti, ed il direttore Marco Albano per
averci ospitati presso il loro bellissimo museo nella speranza
di poter presto avere, anche nella nostra Città, una targa
commemorativa in ricordo di questa tragedia".
29 maggio 2021
Fonte: Quotidianovenaria.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Grugliasco commemora le vittime dell'Heysel con lo
Juventus Fan Club
Cerimonia al giardino intitolato ai 39 deceduti
Si è svolta questa mattina alle 11.30, al giardino
"Vittime dello stadio Heysel", in via Galimberti 5, a
Grugliasco, la commemorazione dei 39 tifosi morti il 29 maggio
1985 a Bruxelles durante la finale di Coppa Campioni
Juventus-Liverpool.
L’Amministrazione comunale di Grugliasco, insieme
allo Juventus Official fan club Grugliasco Alessio Ferramosca &
Riccardo Neri, anche quest’anno hanno voluto celebrare e
commemorare i 36 anni dalla tragedia dello stadio Heysel,
effettuando un restyling della pavimentazione del giardino,
inserendo 39 pietre d’inciampo lungo il percorso del giardino
che porta alla targa dedicata ai 39 tifosi.
La breve cerimonia ha coinvolto le
autorità, le forze dell’ordine, i cittadini, i Club e i tifosi.
A ricordare per primo quella tragica serata Carlo Rossanigo del
Juventus Official fan club Grugliasco e a seguire un messaggio
dell'associazione dei familiari delle vittime dell'Heysel, del
rappresentante dell'associazione "Quelli di via Filadelfia". Poi
gli interventi del sindaco di Grugliasco Roberto Montà e di
Gianluca Pessotto U23s and U19s Team Coordinator della Juventus
FC. Tutti presentati da Marco Dejana-Nanà che ha letto i nomi
delle vittime. Presenti anche i rappresentanti del Museo del
Grande Torino di Grugliasco con la bandiera +39. Insieme hanno
posizionato due corone e un mazzo di fiori, a ridosso delle due
targhe, in ricordo delle 39 vittime e scoperto le 39 pietre
d'inciampo.
29 maggio 2021
Fonte: Grugliasco24.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
La prima Giornata della Memoria per le vittime
dell’Heysel
Celebrata nel Palazzo della Regione Piemonte la
prima Giornata della Memoria per le vittime dell’Heysel,
organizzata a cura dell’Associazione Quelli di Via Filadelfia.
Un ricordo sentito per voce dei familiari di
coloro che hanno perso la vita in quel tragico evento e una
toccante monologo di Omar Rottoli che ha ricordato tutti i 39
caduti quella sera del 29 maggio 1985 nel vecchio stadio di
Bruxelles prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus
e Liverpool, raccontando la loro quotidianità e le loro storie.
Per la Regione presenti gli assessori Andrea Tronzano e Maurizio
Marrone e i consiglieri Diego Sarno e Sarah Disabato.
29 maggio 2021
Fonte: Regione.piemonte.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
La strage dell'Heysel: Juventus-Liverpool e la
tragedia in cui morirono 39 tifosi
di Paolo Camedda
Il 29 maggio 1985 allo Stadio Heysel c'è la finale
della Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool: ma prima del
fischio d'inizio avviene la strage.
"Trentadue italiani, quattro belgi, due francesi,
un nordirlandese. E seicento feriti. Intorno tutto è finito.
Voci, suoni, colori deflagrano e raggiungono il silenzio. Sono
le 21.40. L'assurdo è così banale che le squadre entrano in
campo" - Anthony Cartwright, Gian Luca Favetto, "Il giorno
perduto". La stagione 1984-85 volge al termine e c'è un’attesa
sempre più spasmodica per quella che sarà la finale di Coppa dei
Campioni, in programma mercoledì 29 maggio 1985. Soprattutto da
parte dei tifosi bianconeri, che chiuso al 6° posto il
campionato, vinto dal sorprendente Verona di Osvaldo Bagnoli,
concentrano sull'Europa le loro energie. La Juventus di Giovanni
Trapattoni aveva eliminato in semifinale il Bordeaux, e ora si
ritrovava a giocarsi le possibilità di vincere la prima Coppa
dei Campioni della sua carriera. Di fronte il Liverpool di Joe
Fagan, campione d'Europa in carica, che vuole bissare il
successo dell'anno precedente e in semifinale aveva avuto gioco
facile dei greci del Panathinaikos, mentre in campionato si era
dovuto arrendere all'Everton, autore di un'inarrestabile
cavalcata fino al titolo, conquistato con ben 6 giornate di
anticipo.
GLI ANTEFATTI - Lo Stadio che l'UEFA sceglie per
la finale è lo Stadio Heysel di Bruxelles, così chiamato dal
nome del quartiere della città in cui sorge. Un impianto che con
gli standard di oggi verrebbe considerato completamente
inadeguato ad ospitare una finale, ma che già era stato sede di
quelle del 1958, del 1966 e del 1974 e dei Campionati europei
del 1972. Il fischio d'inizio è previsto per le ore 20.15. Ciò
che porterà alla strage è un mix di scelte logistiche
discutibili e col senno di poi scriteriate, superficialità,
cattiva gestione della situazione e assoluta inadeguatezza del
servizio d'ordine e dei sistemi di sicurezza dell'impianto.
Quest'ultimo, nonostante una prima ristrutturazione avvenuta
negli anni Settanta, era fatiscente e privo di vie di fuga
adeguate. Il campo e le tribune, in particolare, erano mal
tenuti. I muri che dividevano i vari settori, poi, erano vecchi
e fragili, tanto che capitava di frequente che cadessero dei
calcinacci. Lo scarico dei servizi igienici colava dalle stesse
pareti, rendendo queste ultime ancora meno resistenti. Nelle
settimane che precedono la partita si scatena la caccia al
biglietto. L'Heysel può ospitare sulla carta un massimo di 60
mila spettatori, ma le richieste di un tagliando sono molte di
più, circa 400 mila. Tanti sono anche i tifosi bianconeri che
sognano di vedere la loro squadra del cuore sollevare per la
prima volta la Coppa dei Campioni. Anche la vendita dei
biglietti e la disposizione dei tifosi all'interno dello Stadio
è gestita male. Ai sostenitori italiani, in netta predominanza,
sono garantiti i settori M, N e O, a Sud-Est dell'impianto,
mentre agli inglesi le zone X e Y, nella curva opposta. C'è poi
un ulteriore settore, il settore Z, adiacente a quello degli
ultrà del Liverpool, da cui è separato esclusivamente da due
basse reti metalliche, denominate "chicken wires", ovvero "reti
per polli", assolutamente inadeguate ad evitare il contatto fra
le due aree, e anzi, assai pericolose in presenza di scontri.
L'UEFA sceglie di destinare il settore Z ai tifosi neutrali,
ovvero a quelli in possesso di biglietto di entrambe le
tifoserie che non appartengono a gruppi organizzati. Di fatto ad
accaparrarsi la maggior parte dei biglietti saranno i tifosi
bianconeri. Nei giorni che precedono la sfida fra Juventus e
Liverpool, questa scelta è contestata da entrambe le società,
che temono il contatto ravvicinato fra supporters di fede
calcistica opposta. Ma gli organizzatori, convinti di poter
gestire la situazione attraverso il rispetto delle disposizioni
burocratiche, non vogliono sentire ragioni.
LA STRAGE DELL'HEYSEL - Nelle ore che precedono il
match, i tifosi del Liverpool, accorsi nella capitale belga in
numero abbondantemente superiore a quello dei posti disponibili
e dei biglietti venduti, fanno largo abuso di alcolici ma, a
parte qualche scaramuccia e una rapina in una gioielleria, non
si verificano particolari episodi da segnalare. Quando nel
pomeriggio vengono aperti i cancelli, ad occupare il Settore Z
sono per di più tifosi normali, famiglie, genitori con i propri
figli, italiani ma anche tifosi di altri paesi, che in
maggioranza simpatizzano per la Juventus. Mentre si capisce ad
occhio che un numero molto maggiore di tifosi inglesi affolla i
settori X e Y destinati ai Reds. I controlli all'ingresso sono
infatti carenti e superficiali, e sono circa 6 mila i tifosi
inglesi senza biglietto che prendono posto nella Curva, fra cui
si sono infiltrati anche alcuni ultrà del Chelsea del gruppo di
estrema destra Headhunters, membri dell’organizzazione
neonazista Combat 18 e del partito National Front, noti per la
loro violenza. Alcuni riescono a entrare persino facendo dei
buchi sulle pareti esterne in calcestruzzo dell'Heysel e
arrampicandosi.
"Quel 29 maggio del 1985 avevo 30 anni e le
immagini che ho visto quel giorno sono impresse indelebilmente
nella mia memoria - racconta Claudio Pozzi, uno dei
sopravvissuti, presente quel giorno nel Settore Z dell'Heysel, a
"Varesenews.it" - Eravamo partiti con un pullman da Busto
Arsizio con il Club Amici della Juve; in realtà avevamo perso le
speranze qualche giorno prima quando ci dissero che i biglietti
erano finiti, ma poi si liberarono alcuni posti nel maledetto
settore Z e riuscimmo a partire". "Dopo 15 ore di viaggio
arrivammo nei pressi dello stadio attorno alle 16 e la prima
cosa che notai erano gruppi di inglesi sdraiati nei prati
attorno allo stadio già ubriachi. L’emozione per la partita,
però, non ci fece soffermare troppo su quelle immagini: volevamo
vedere la nostra Juve alzare la coppa e nulla più. L’umore era
alle stelle, la giornata bella e noi juventini eravamo in
tantissimi". "Quando ci avvicinammo allo stadio ricordo che la
struttura dell’Heysel mi impressionò per quanto appariva vecchia
e poco adatta ad una finale di Coppa dei Campioni. Si entrava da
grandi portoni che immettevano alle scale, una volta percorse le
quali si sbucava nella parte più alta dell’anello; da lì si
doveva ridiscendere i gradoni per arrivare al proprio posto. Ero
accompagnato da quattro amici e insieme ci siamo messi uno
accanto all’altro: erano circa le 18. Quella è l’ultima immagine
normale che ho nella memoria, tutto il resto non aveva più
niente a che fare con una partita di calcio". La tragedia inizia
a prendere forma verso le 19.20, quando manca poco meno di
un'ora al fischio d'inizio della gara. "Attorno alle 19 lo
stadio cominciò a riempirsi - ricorda Claudio - e dal nostro
settore vedevamo i settori dedicati ai tifosi del Liverpool
pieni di hooligans scatenati che avevano cominciato a lanciare
cori e slogan contro gli italiani. Notai subito che la rete che
divideva i settori X e Y, dedicati agli inglesi, era del tutto
inadeguata a contenere una delle tifoserie più agitate del
mondo. Poi c’era un cordone di agenti più simili a vigili urbani
che ai nostri poliziotti in tenuta anti-sommossa e infine noi
del settore Z, la parte estrema della curva. Alla nostra destra
c’era un muro, che ci divideva dallo spazio vuoto prima della
tribuna". Una parte degli ultras del Liverpool, piena d'odio
dopo gli incidenti che si erano verificati l'anno prima a Roma
per la finale dell'Olimpico, vedendo i tifosi bianconeri nel
Settore Z, e pensando che si trattasse di ultrà italiani, inizia
ad ondeggiare paurosamente, con l'obiettivo di intimidire i
tifosi avversari e conquistare lo spazio lo spazio da loro
occupato. È il cosiddetto "take an end", "prendi la curva". Alla
seconda e terza carica degli hooligans, le reti di recinzione
che separano la Curva dei Reds dal settore Z cedono e i pochi
poliziotti (cinque) posti come cordone di separazione non
possono far nulla per impedire l'invasione da parte degli ultrà
inglesi. "I primi lanci di bottiglie cominciarono a metterci sul
"chi va là" - racconta Pozzi - Eravamo a circa 50 metri in linea
d’aria e la maggior parte degli oggetti si fermava prima di noi
ma realizzai che il peggio stava per arrivare quando una di
queste bottiglie si frantumò sulla faccia di un tifoso alle
nostre spalle. Sentimmo il suo urlo di dolore, ci voltammo e il
sangue gli aveva già ricoperto il viso". Terrorizzati, i tifosi
che occupano il settore Z cercano vie di fuga, che non ci sono:
i cancelli di uscita in alto sono chiusi a chiave, mentre chi
prova a riversarsi sul terreno di gioco è preso a manganellate
dagli agenti a cavallo. La situazione diventa disperata, e presi
dal panico, i tifosi italiani si ammassano nell'angolo più
lontano e basso del Settore Z, schiacciati l’uno sull'altro
contro il muro divisorio, dalla parte opposta alla curva del
Liverpool. Più in là il vuoto, che separa il Settore Z dalla
tribuna. Qualcuno riesce a saltare giù e a salvarsi. Altri
restano schiacciati nella calca che si crea, visto l'arrivo in
massa degli ultrà inglesi, che inseguono i sostenitori
bianconeri. A un certo punto il muretto non regge il peso dei
tifosi e crolla. È una strage. Molti tifosi volano di sotto o
restano schiacciati, altri, feriti, periscono calpestati da
altri tifosi in preda al terrore. "La folla cominciò a spingere.
I tifosi inglesi saltarono la rete, superarono senza tanti
problemi il cordone di polizia, invasero il settore Z e solo
pochi tifosi juventini affrontarono questa orda barbara. La
maggior parte, migliaia di persone, cominciò ad indietreggiare
verso di noi e la pressione si faceva sempre più forte. In un
batter d’occhio persi tre membri del mio gruppetto e rimasi solo
con un altro ragazzo. Ci ritrovammo a ridosso di quel maledetto
muro e con grande fatica riuscii a salirci sopra e a saltare
giù, sotto di me c’erano 4-5 metri di vuoto. Non so nemmeno se
la decisione di saltare la presi io o se fu la spinta di quella
moltitudine di persone a farmi volare in basso. Anche il mio
amico saltò ma si fece male ad un piede; nulla di grave per
fortuna rispetto a quello che capitò a centinaia di altri
tifosi".
Mobilitato, un battaglione mobile della polizia belga
giunge allo stadio dopo oltre mezzora, a disastro ormai
avvenuto, quando l'impianto si è trasformato in un campo di
battaglia. Dopo aver caricato i tifosi del Liverpool, le forze
dell'ordine presidiano la Curva bianconera, in quanto alcuni
ultrà, avvisati dai sopravvissuti, che hanno trovato riparo
nella curva opposta, vogliono vendicarsi e tentano di
raggiungere la Curva dei Reds.
L'assenza nello Stadio Heysel di
un'unità di rianimazione impedisce che ai feriti vengano
prestati gli opportuni soccorsi. Nella tragedia muoiono 39
tifosi, di cui 32 italiani, mentre i feriti, di varia entità,
sono circa seicento.
LA PARTITA SI GIOCA: LA COPPA INSANGUINATA - Di
fronte alla strage, non c'è grande consapevolezza di quanto
avvenuto da parte di chi si trova all'interno dello Stadio. Si
capisce che è successo qualcosa di grave ma non si sa
esattamente cosa. Le autorità civili e calcistiche, per motivi
di ordine pubblico, decidono comunque di far giocare la partita.
Il fischio d'inizio viene rinviato di un'ora e 25 minuti. Si
teme sostanzialmente che possa esserci una reazione da parte dei
tifosi della Juventus, e che la tragedia assuma proporzioni
ancora peggiori. Bisogna però convincere le due squadre a
scendere in campo. "La Juventus non voleva giocare. Il Liverpool
neppure - racconterà a "La Stampa" il presidente bianconero
Boniperti - Ci obbligarono l’UEFA e le autorità belghe. Temevano
che l’effetto rinuncia avrebbe spinto alla rivolta gli altri
settori. Nel 1985, non c’erano ancora i telefonini. Chi era
dall’altra parte dello stadio, non poteva percepire l’entità del
dramma. Lo avrebbe capito da un improvviso ritiro delle squadre,
dalla cancellazione della finale. E allora, dissero per
convincerci, sarebbe stato non più un inferno, ma l’apocalisse".
"Si può immaginare la confusione, il caos. Barelle, sirene, urla
strazianti. Cercammo in tutti i modi di non far entrare la
notizia nello spogliatoio. Per questo, impedii fisicamente a
Edoardo, il figlio dell’Avvocato, di parlare con i ragazzi.
Edoardo lo ricordo vagare per il campo: non riuscivano a
portarlo via. Lo trascinai in uno stanzone e gli intimai di non
muoversi da lì. Suo padre (l'avvocato Gianni Agnelli, ndr), non
appena arrivò e venne informato dai tifosi, disse all’autista di
tornare indietro". "Io ero là, travolto dalle emozioni. Cercavo
mia moglie, in tribuna con mio figlio Giampaolo, che a sua volta
cercava Alessandro, l’altro figlio che si era spinto verso la
curva maledetta. A Platini dicemmo di non fare il giro d’onore,
di portare la Coppa solo dalla parte dei nostri". La partita
dunque si gioca, nonostante i cadaveri e i tanti feriti, e il
risultato sarà valido a tutti gli effetti per l'assegnazione del
trofeo. "Il presidente Boniperti ha detto chiaro: "Va bene, se
voi volete così, noi giochiamo. Ma la partita è valida, insomma
il punteggio e tutto il resto?" - ricorda Francesco Morini, il
D.s. bianconero - E allora quelli del Liverpool hanno risposto:
‘Se noi giochiamo, vogliamo giocare per il risultato vero". Da
qui la decisione dell’UEFA: "Sì, il risultato che viene fuori è
valido". Cabrini, Tardelli e Brio vanno comunque a parlare con i
tifosi. Capitan Scirea, in contemporanea al capitano del
Liverpool, Phil Neal, legge un comunicato: "La partita verrà
giocata per consentire alle forze dell'ordine di organizzare al
termine l'evacuazione dello stadio. State calmi, non rispondete
alle provocazioni. Giochiamo per voi". Le tv di tutto il Mondo
prendono decisioni diverse: la tv tedesca "ZDF" si rifiuta di
trasmettere la gara, mentre la tv austriaca, la ORF, interrompe
la telecronaca e manda in onda un'eloquente scritta: "Questa che
andiamo a trasmettere non è una manifestazione sportiva, ma una
manifestazione volta a evitare massacri". In Italia Bruno Pizzul
è in palese difficoltà quando su Rai Due prende la linea prima
dell'inizio prestabilito del match. Le immagini sono infatti
volutamente oscurate e non si capisce il perché. Lui ne
attribuisce il motivo a cause tecniche, ma poco dopo al TG1
scorrono le immagini della tragedia e anche lui ne viene
informato. "Io vi posso solo dire che purtroppo debbo confermare
l’esistenza di alcuni morti, di cui peraltro non conosco,
sottolineo, non conosco la nazionalità". In quel momento anche
in Italia si comincia a prendere atto che allo Stadio Heysel è
accaduto qualcosa di grave. Quando Pizzul riprende la linea
perché l'UEFA decide ha deciso che si giocherà, prima della
telecronaca annuncia: "Gentili telespettatori, la partita verrà
commentata in tono il più neutro, impersonale e asettico
possibile". Nel caos generale, con i sopravvissuti che cercano
di raggiungere anche la tribuna stampa per dire di chiamare alle
loro famiglie in Italia, la partita inizia regolarmente alle
21.40. "Uno dei momenti di maggior difficoltà di carattere
personale - racconterà il telecronista anni dopo - l'ho
affrontato quando un paio di ragazzi, che erano nella curva Z,
vennero vicino a me. Mi chiesero di far dire al microfono alla
loro mamma che erano vivi. Io ebbi alcune difficoltà, ma alla
fine decisi di non farlo. Immediatamente pensai alle migliaia di
altre mamme in Italia, che non avrebbero sentito il proprio
figlio e all’angoscia che avrebbero provato". Intanto si gioca
in un clima surreale, con il settore Z ormai vuoto e che appare
come un campo di guerra dopo la battaglia. Nel primo tempo
Tacconi blinda la porta bianconera con alcuni interventi
decisivi su Wark e Whelan. La Vecchia Signora si rende insidiosa
in contropiede. Nel corso della ripresa la partita cambia, con i
bianconeri più intraprendenti. L'episodio che decide il
confronto arriva al 56': Platini lancia Boniek in contropiede,
il polacco corre a grandi falcate verso la porta avversaria e
viene steso da Gillespie un metro-un metro e mezzo fuori area.
L'arbitro, lo svizzero André Daïna, è molto distante dall'azione
e assegna un rigore alla Juventus. Sul dischetto si porta
Platini, che spiazza Grobbelaar e porta in vantaggio la
formazione italiana. "Le Roi" esulta, come se nulla fosse
accaduto prima. "Non sapevo cosa esattamente fosse successo",
spiegherà. La squadra di Trapattoni gestisce il vantaggio di
misura e al fischio finale ne esce vincitrice. I tifosi,
fortunatamente, lasciano poi l'Heysel in modo ordinato.
I SURREALI FESTEGGIAMENTI E LE POLEMICHE - La
Juventus è campione d'Europa, i giocatori, che non conoscono
esattamente quanto accaduto, esultano comunque con il trofeo che
viene consegnato a Scirea da un anonimo funzionario belga ed è
mostrato ai tifosi nella curva. Ma quella Coppa resterà sempre
macchiata del sangue dei tifosi morti per vedere la loro squadra
del cuore. E non mancheranno le polemiche. "Abbiamo cercato di
entrare in campo con la consapevolezza di dover fare una vera
partita di calcio - dirà Cabrini - ma sapevamo che non era la
serata che poteva e doveva incoronare la squadra regina
d'Europa". "Era impossibile rifiutarsi di giocare - dirà Marco
Tardelli - ma non dovevamo andare a festeggiare, l'abbiamo fatto
e sinceramente chiedo scusa". "A dispetto di quella che fu
comunque una partita vera - affermerà l'attuale patron
bianconero, Andrea Agnelli - abbiamo sempre fatto fatica a
sentire quel trofeo come una coppa nostra". Lo stesso Boniek
dirà anni dopo di aver rinunciato al premio partita. Soltanto a
tarda notte, quando ormai lo Stadio Heysel, teatro di una delle
tragedie più grandi della storia del calcio, era ormai vuoto, si
ha una reale coscienza delle dimensioni della strage. Ed
emergono le storie, strazianti, di chi non c'è più. Ci sono
Andrea Casula, di soli 10 anni, che aveva raggiunto Bruxelles
dalla Sardegna con il papà Giovanni, e andava a vedere per la
prima volta la Juventus, la sua seconda squadra del cuore dopo
il Cagliari. C'è Roberto Lorentini, giovane medico di Arezzo
insignito della medaglia d'argento al valore civile perché, già
in salvo, era tornato indietro per soccorrere un bambino ferito
e perse la vita nella calca mortale. C'è Giuseppina Conti, di 16
anni, che andava a scuola e si era concessa la trasferta di
Bruxelles dopo aver sostenuto le ultime interrogazioni. E tutti
gli altri, ognuno con la sua storia, ognuno con una famiglia che
non potrà più riabbracciarli. Morti per vedere una partita di
pallone. Per tenerne viva la memoria nasce subito l'Associazione
fra i Familiari delle vittime dell'Heysel.
I PROCESSI E LE CONSEGUENZE - Per i fatti avvenuti
il 29 maggio 1985 finirono sotto processo 25 hooligans, oltre ad
Albert Roosens, il capo della Federcalcio belga, e i due
responsabili dell’ordine pubblico di quella serata. Il processo
si concluse con brevi condanne con la condizionale a 14
hooligans, mentre l'UEFA, lo Stato e la Federazione belga furono
condannati a risarcire le famiglie delle vittime. La
responsabilità della strage fu attribuita inizialmente
esclusivamente ai tifosi del Liverpool e al loro comportamento,
soltanto in un secondo tempo, grazie alla tenacia di Otello
Lorentini, papà di una delle vittime, anche l’UEFA è stata
condannata per le sue responsabilità: il segretario generale
Hans Bangerter si prese infatti 3 mesi con la condizionale. Ma i
risarcimenti ricevuti dalle famiglie delle vittime e dei feriti
saranno molto inferiori alle promesse, come riportato da
"saladellamemoriaheysel.it", e varieranno fra i 14 e i 400
milioni di Lire. In seguito alla tragedia dell'Heysel, l'UEFA
decise di escludere per 5 anni (6 per il Liverpool) le squadre
inglesi dalle competizioni europee, su richiesta arrivata dallo
stesso governo britannico, allora presieduto da Margaret
Thatcher. Nella stessa riunione la Juventus è punita con 2 turni
a porte chiuse e la Federcalcio belga è inibita per 10 anni
dall'ospitare una finale internazionale. In seguito alla
tragedia, inoltre, nel 1985 venne elaborata la Convenzione
europea sulla violenza e i disordini degli spettatori durante le
manifestazioni sportive. Ma ci vorrà un'altra strage, quella di
Hillsborough a Sheffield nel 1989, per introdurre norme di
sicurezza più severe negli stadi e riconcepire la struttura
stessa degli impianti sportivi.
LA MEMORIA - Dopo la strage, nel 1985, in Piazza
Crimea, all'interno della sede amministrativa del club
bianconero, l'architetto Daniele Grassi ha realizzato un
monumento in memoria di coloro che perirono all'Heysel, con un
epitaffio scritto dal giornalista Giovanni Arpino. Quindici anni
dopo, nel 2000, durante gli Europei in Belgio e Olanda, prima
della sfida fra Italia e Belgio, il 14 giugno, davanti al nuovo
Stadio "Re Baldovino" è affissa una targa commemorativa con i
nomi delle 39 vittime dell'Heysel, e una delegazione, con il
capitano azzurro Paolo Maldini, quello della Juventus, Antonio
Conte, e quello del Belgio Staelens, depone un mazzo di fiori.
L'UEFA non concede agli Azzurri di indossare il lutto al
braccio, così la Nazionale entrerà in campo con un fiore nella
mano sinistra per commemorare le vittime della strage. Quando
poi Liverpool e Juventus si affrontano ad Anfield nella
Champions League 2004-05, la Kop espone diversi striscioni che
compongono la parola "Friendship", ovvero amicizia. Nel 2012 il
presidente bianconero Andrea Agnelli ha inserito un totem
commemorativo all'interno del J-Museum. Sulla Mole Antonelliana,
negli ultimi anni, è sempre stata proiettata la scritta +39 nel
giorno dell'anniversario della tragedia. E anche il Torino ha
voluto commemorare le vittime: nel 2020 un gruppo di tifosi
granata è salito sul colle di Superga, dove riposa il Grande
Torino, e ha esposto lo striscione "+39". A Torino una piazza
pedonale nel quartiere Aurora nel 2018 è stata intitolata alle
vittime dell'Heysel. E sono frequenti le iniziative intraprese
dall'Associazione dei familiari. Ad eterna memoria di quel 29
maggio 1985, il giorno perduto del calcio, in cui la festa si
tramutò in tragedia.
29 maggio 2021
Fonte: Goal.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Heysel, la tragedia dimenticata del calcio inglese
Gli anni Ottanta sono stai giorni bui per il
calcio, con gli orrori di Hillsborough e Bradford impressi nei
ricordi per sempre. Ma il disastro di Heysel del 1985, in
Inghilterra è diventato la tragedia dimenticata del gioco. Per
le generazioni moderne dei tifosi di calcio svezzati con gli
stadi con i seggiolini e una copertura televisiva raffinata,
deve essere difficile immaginare che c’è stato un giorno in cui
una partita diventò una questione di vita o di morte. Il fuoco
che ha squarciato uno steccato di legno a Bradford, provocando
56 vittime, e i terribili eventi di Hillsborough hanno lasciato
una macchia oscura sul calcio e su coloro che lo hanno
governato, portando a molti cambiamenti. Eppure per alcuni, la
catastrofe allo stadio Heysel di Bruxelles, in Belgio, il 29
maggio 1985, si trova in qualche modo a disagio in questa serie
di catastrofi. Trentanove persone sono morte e seicento sono
rimaste ferite: i tifosi bianconeri furono schiacciati contro un
muro che è poi crollato durante la finale di Coppa dei Campioni
tra Liverpool e Juventus. Un’ondata di tifosi del Liverpool
verso i tifosi della squadra italiana. Come dimenticare quelle
drammatiche immagini ? Ciò comportò l’esclusione dei club
inglesi dall’Europa per cinque anni e ha inasprito la
reputazione sempre più malvagia dei tifosi inglesi dell’epoca.
La colpa e la colpa si sono palleggiate per anni tra i due
gruppi di tifosi, e le emozioni erano ancora palpabili nel 2005,
quando i due club si incontrarono per la prima volta dopo il
disastro in un quarto di finale di Champions League ad Anfield.
I tifosi del Liverpool avevano in mano carte colorate con le
quali scrissero la parola "Amicizia" e mentre il gesto è stato
applaudito da molti sostenitori della Juventus, altri voltarono
le spalle. Rogan Taylor, docente di studi calcistici
all’Università di Liverpool, ha affermato che una serie
complessa di sentimenti ha circondato il disastro perché la
gente si vergognava di affrontare la scomoda realtà del
teppismo. Heysel inoltre è stato "un giorno nero" per la città
di Liverpool, il sentimento in città è stato ed è ancora oggi di
disperata, disperata vergogna e depressione. "All’epoca c’era un
controverso governo locale e c’erano solo due grandi fonti di
eccellenza culturale: la musica e il calcio. Avevamo la migliore
squadra di calcio del mondo e questa è stata una pugnalata nel
cuore della città. È stata una giornata nera, nera". Circa
un’ora prima del calcio d’inizio della finale di Coppa dei
Campioni del 1985, un gruppo di tifosi del Liverpool attraversò
un recinto che li separava da un’area neutrale che conteneva
principalmente normali tifosi della Juventus, molti padri di
famiglia con i loro figli. Mentre fuggivano dalla minaccia,
furono schiacciati in un settore del vecchio e inadeguato stadio
di Bruxelles, contro un muro di contenimento in cemento, che
alla fine è crollato. Trentanove persone sono morte. La partita
è stata giocata nonostante il disastro, al fine di prevenire
ulteriori disordini, con la Juventus che ha vinto 1-0. Tra gli
uccisi c’erano 32 italiani, quattro belgi, due francesi e uno
dall’Irlanda del Nord. Quattordici tifosi del Liverpool sono
stati giudicati colpevoli di omicidio colposo e ciascuno
incarcerato per tre anni. Taylor ha affermato che, poiché il
disastro è avvenuto in Belgio, non è stato qualcosa che i
sostenitori inglesi - e le autorità - hanno potuto analizzare e
fare i conti con il modo in cui avrebbero potuto fare se fosse
accaduto nel Regno Unito. "È stata una tragedia accaduta in una
terra straniera". Quattro anni dopo, 96 tifosi del Liverpool
hanno perso la vita dopo durante la semifinale della FA Cup del
1989 tra Liverpool e il Nottingham Forest allo stadio di
Hillsborough di Sheffield. Le circostanze di quello che è
successo esattamente quel giorno sono state studiate per
ventisei anni, in gran parte grazie a una campagna per la verità
condotta dalle famiglie delle vittime colpite dal lutto. Nuove
inchieste sul disastro stanno ancora oggi indagando sulle accuse
di una complessa serie di fallimenti da parte delle autorità
quel giorno. La colpa di Heysel fu inizialmente attribuita
interamente agli hooligans del Liverpool, e quattordici, come
detto, furono successivamente dichiarati colpevoli di omicidio
colposo e incarcerati. Tuttavia, un’indagine successiva ha
appurato che una certa responsabilità era dovuta alle autorità
belghe e alla condizione fatiscente dello stadio Heysel. Phil
Hammond, che ha perso suo figlio di 14 anni, Philip, a
Hillsborough, ha detto che ricorda bene Heysel. "Penso che
quando è successo Hillsborough, hanno pensato che fosse un altro
Heysel. Penso che se Heysel non fosse successo, le cose
sarebbero state molto diverse, perché si è incominciato a
parlare seriamente del teppismo negli stadi". "Ma come stiamo
vedendo ora, stiamo finalmente arrivando alla verità", riferito
alle nuove inchieste di Hillsborough. "Ricordo bene Heysel
perché uno dei miei amici aveva un biglietto, poi aiutò a tirare
fuori i feriti. La gente non voleva proprio parlarne e metterlo
in secondo piano. Si vergognavano. Penso che sia stato
dimenticato. C’è solo una piccola targa ad Anfield. Ma il club
non può dimenticarlo". Il disastro di Hillsborough è
caratterizzato da grandi monumenti commemorativi negli stadi di
Hillsborough e Anfield e nella forma della fiamma eterna di
Hillsborough sullo stemma del club di Liverpool. Il riferimento
a Heysel è, tuttavia, più difficile da trovare. C’è appunto una
piccola targa commemorativa dedicata alle vittime all’interno
del museo del club di Liverpool, con la maglietta indossata da
Kenny Dalglish quella notte, a fianco. Per alcuni tifosi della
Juventus, c’è la percezione che molte persone in Inghilterra
abbiano davvero dimenticato il disastro di Heysel, anche se le
ragioni di ciò rimangono complesse. Negli ultimi anni i
bianconeri hanno compiuto molti gesti per ricordare, tra cui
un’enorme esposizione di cartelli con il nome delle vittime
durante una partita di Serie A contro il Napoli. Ma c’è stata
poca o nessuna menzione di Heysel durante le ultime stagioni
della Premier, al di là della posa di ghirlande una volta ad
Anfield. Il sostenitore della Juventus Gurjit Kahlon, di
Coventry, ha dichiarato: "Penso che sia stato dimenticato. Non è
qualcosa di cui si parla qui, e potrebbe essere discusso più
frequentemente a Torino. Penso che con Hillsborough e Bradford
ci sia stato un senso di affari incompiuti e di giustizia che
dovevano per forza essere affrontati. E quei disastri si sono
verificati in casa, in Inghilterra, quindi è stato naturale che
ne abbiano parlato e che ne parlino ancora oggi".
29 maggio 2021
Fonte: Ilnobilecalcio.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Memoria, Onore, Rispetto
di Domenico Beccaria
Sono passati trentasei anni, ma il ricordo di
quella sera intrisa di dolore e di morte, ancora ci perseguita;
sono passati trentasei anni, ma l'orrore per l'uso vigliacco che
di quella tragedia è stato fatto da troppi, ancora ci offende.
La morte non è mai un bello spettacolo e vederla
in diretta in eurovisione, è un incubo che resta negli occhi e
nell'anima per sempre. Dal televisore di casa, allora ancora in
bianco e nero, la vista di quei corpi accalcati, schiacciati,
disperatamente alla ricerca di aria e di sollievo, di salvezza e
di pace, erano una lama che si infilava diritta nel cuore di chi
assisteva incredulo, perché aveva acceso il televisore per
vedere una partita di calcio, ma stava assistendo ad un massacro
di innocenti. Era la notte di mercoledì 29 maggio 1985 e, dallo
stadio Heysel di Bruxelles, era prevista la diretta della finale
di Coppa dei Campioni tra la Juventus ed il Liverpool. Ma il
pressappochismo organizzativo della UEFA, unito
all'impreparazione delle autorità belghe preposte alla
sorveglianza e sicurezza degli spettatori e dell'impianto,
accresciuto dall’incoscienza
dei bagarini che avevano venduto
biglietti di un settore che avrebbe dovuto essere occupato solo
da tifosi inglesi, ed infine innescato dalla birra, ingerita a
profusione dai delinquenti che poi misero in atto lo scempio,
confezionarono il risultato finale di trentanove vittime
innocenti, nemmeno tutte italiane, nemmeno tutte bianconere,
giunte fin lì solo per vedere una partita di calcio. Perché di
questo stiamo parlando, di una strage senza senso e senza scuse,
una tragedia che sarebbe riduttivo definire "bianconera", perché
è una tragedia di tutta l'umanità, così come lo è stata Superga
e come lo sono tutte le tragedie. E magari fosse finita qui !
Perché negli anni a venire queste trentanove povere vittime sono
state uccise innumerevoli altre volte, quando in molti stadi
d'Italia la loro memoria è stata vilipesa e brandita come una
clava, per offendere i "nemici" bianconeri che quel giorno
giocavano lì. Sono passati trentasei anni, ma il ricordo di
quella sera intrisa di dolore e di morte, ancora ci perseguita;
sono passati trentasei anni, ma l'orrore per l'uso vigliacco che
di quella tragedia è stato fatto da troppi, ancora ci offende.
Per fortuna, sono anche passati sette anni, dacché il Museo del
Grande Torino, in collaborazione con due bianconeri che allora
chiamammo amici, ma che oggi sono orgoglioso di chiamare
fratelli, Domenico Laudadio e Francesco Caremani, propose la
mostra "70 Angeli in un unico Cielo - Superga ed Heysel tragedie
sorelle", allestita nel febbraio del 2014 nelle sale della
Memoria, a Villa Claretta. Ricordo perfettamente il mare di
insulti che mi presi, da parte di molti "fratelli", molto tra
virgolette, granata, per aver osato proporre questa cosa, che,
agli occhi offuscati ed ai cervelli ottenebrati dall’odio di
questi individui, suonava come un blasfemo gemellaggio, mentre
di ben altro si trattava. Noi, Giampaolo Muliari, direttore del
museo con cui ho condiviso l'idea della mostra e me, siamo
orgogliosamente granata e sono sicuro che Domenico e Francesco,
le nostre controparti culturali, siano altrettanto
orgogliosamente bianconeri. In campo fieri avversari, fuori
amici, come sport impone e logica vuole. Ma per fortuna ho la
pelle spessa e ho tirato diritto, fregandomene di tutto e tutti,
in primis di quelli che mi consigliavano mellifluamente e
bonariamente di lasciar perdere. I fatti mi hanno dato ragione:
da una schiacciante maggioranza di contrari, che accolse il
primo annuncio, siamo un po' alla volta passati ad invertire le
proporzioni ed oggi, con grande orgoglio e piacere, constato che
sono molti di più quelli che hanno capito il senso di quella
mostra e l'hanno approvata, fatta loro, modificando la loro
opinione in merito. Constato, con immensa gioia, che cori e
striscioni offensivi di Superga e dell’Heysel sono quasi del
tutto spariti dalle curve d'Italia e questo, oltre ad essere un
segno di grande civiltà, è certamente anche un po' figlio di
quella prima mostra, di quel primo passo, fatto da entrambi per
venirci incontro e trovarci a metà strada. E lasciatemi
aggiungere che, sempre a seguito di quella prima mostra, ho
allacciato rapporti straordinari, amicizie vere, al di là della
fede calcistica. Gli amici del "Comitato Per Non Dimenticare Heysel" di Reggio Emilia, Iuliana Bodnari e Rossano Garlassi,
l'associazione Quelli di... Via Filadelfia e poi Fabrizio
Landini, Nereo Ferlat, lo Juventus Club di Grugliasco e tanti
altri. Una menzione a parte se la merita Beppe Franzo,
personaggio di spicco della curva bianconera, con cui abbiamo
realizzato altre iniziative insieme, per ricordare i nostri
settanta angeli e mettere un freno alla vigliacca e demenziale
logica dell’offesa ai defunti. Da qualche tempo è finito
nell'occhio del ciclone per vicende giudiziarie legate allo
stadio, ma io continuo a considerarlo, come è giusto che sia per
tutti quelli che non hanno subito una condanna definitiva,
innocente e nel suo caso specifico, per averlo conosciuto
personalmente ed averlo "pesato" e giudicato, una persona a
posto, con dei valori, con cui abbiamo realizzato cose
significative, sia con gli adulti che con i ragazzi delle
scuole, sull’educazione al vero significato dell'attività
sportiva, sulla prevenzione dell'odio da stadio ed in favore del
rispetto per chi non c'è più. In conclusione, quello che vorrei
che fosse chiaro, quello che tutti quanti ci dovremmo ficcare
ben bene in testa, è che non possiamo chiedere rispetto per i
nostri morti se non siamo disposti ad offrirlo per quelli
altrui. Che la memoria, l'onore ed il rispetto dei defunti,
calciatori o tifosi che siano, è un atto dovuto a prescindere
dalla reciprocità. Che fare il primo passo, è prerogativa dei
forti e dei giusti, non dei deboli e dei vigliacchi. Settanta
angeli ce lo chiedono ed io, ma credo tutti noi, non li
deluderemo.
29 maggio 2021
Fonte: Torinoggi.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Eros Ramazzotti scatto straziante: il ricordo è
ancora indelebile
di Argia Renda
Eros Ramazzotti tra tifo e memoria, il cantante
non dimentica la ricorrenza: ecco il suo omaggio.
Eros Ramazzotti torna sui social con un ricordo
davvero importante che riguarda la Juventus, la sua squadra del
cuore e i fatti accaduti circa 36 anni fa. Stiamo parlando della
strage dell’Heysel, avvenuta il 29 Maggio del 1985 poco prima
dell’inizio della finale della Coppa dei Campioni tra Juventus e
Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles. In quel giorno
morirono trentanove persone di cui trentadue italiane e circa
600 feriti. La colpa di quello che successe, dopo le varie
indagini venne attribuita ad alcuni tifosi del Liverpool con le
conseguenti condanne del caso. Il cantante romano è solo uno dei
tanti tifosi juventini che in questo giorno ricorda i fatti
accaduti moltissimi anni fa, segno che il tifo e la memoria sono
due cose che in alcuni casi devono andare di pari passo con
grande rispetto.
29 Maggio 2021
Fonte: Youmovies.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Caro
Otello…
di
Francesco Caremani
Caro
Otello chissà se vedi, ma qui è tutto un chiacchierare dell'Uefa
e di come in una finale rigiocata il 29 di maggio non abbia
pensato a un ricordo per la strage dell'Heysel e per i nostri 39
morti. Come se tutti questi 36 anni di rimozione collettiva e
istituzionale, italiana ed europea, di una Storia non condivisa,
non fossero mai passati. Come se portare avanti il ricordo di
quello che era accaduto non fosse stato difficile e,
addirittura, pericoloso: io e te da soli, era il 2003, non c'era
altro, in quel momento non c'era alcun altro; sono arrivati
tutti dopo. Lo so Otello è antipatico autocitarsi, ma ricordo
ancora la tua determinazione a mettere sempre i puntini sulle i
di questa storia, la tua più di chiunque altro. Ho letto firme
eccelse scrivere sciocchezze e inesattezze solo per fare un post
sull'Heysel, peccato: era meglio il silenzio, quello che quasi
tutti hanno scelto in 36 anni, voltandoci spesso le spalle.
L'eredità che mi/ci hai lasciato è pesante, ma è nel contempo
responsabilità e orgoglio. Quello che proveresti nel guardare
Andrea Lorentini che porta avanti la memoria e la dignità dei
familiari delle vittime, con la tua stessa fermezza, con la tua
identica costanza. So che non hai mai perdonato e io con te,
perché per perdonare bisogna dimenticare, quello che hanno
cercato di fare quasi tutti, quello che noi non abbiamo fatto
mai.
29 maggio
2021
Fonte:
Pagina Facebook Autore
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Il dovere del ricordo
di Ermenegildo Loffredo
29 maggio, una data che per i tifosi juventini
della mia generazione non abbisogna dell'anno, nel caso di chi
scrive è "il 29 maggio di quando avevo dieci anni".
Nella Storia della Juventus c'è una stanza dove
risuona il silenzio del rispetto e si diffonde la luce di
trentanove stelle che si sono accese quella sera di maggio del
1985. Un luogo che è nel profondo di ogni tifoso bianconero e
nella consapevolezza di tutti gli sportivi del mondo. Quest'anno
torneremo a celebrare in presenza il ricordo delle trentanove
vittime dell'Heysel; alle consuete commemorazioni che sono
organizzate dall'Associazione fra i Familiari delle Vittime
dell'Heysel, dal Museo Virtuale Multimediale Sala della Memoria
Heysel e dal Comitato Per Non Dimenticare Heysel di Reggio
Emilia si affianca l'istituzione La giornata della Memoria delle
Vittime dell’Heysel. Una decisione che ha trovato il primo
plauso proprio da chi fino ad oggi ha sostenuto la maggior parte
del peso del dover conservare la memoria di quei fatti. Il
valore dell'istituzione di questo evento, che contribuisce a
preservare il ricordo, è ben espresso da Domenico Laudadio: "La
giornata della Memoria delle Vittime dell’Heysel, istituita
ufficialmente dalla Regione Piemonte, certamente rappresenta una
lodevole iniziativa locale della politica "bipartisan" nel
capoluogo piemontese. La sensibilità per questo evento
drammatico del 1985 che lacerò il mondo del calcio
internazionale e marchiò a sangue per sempre la storia di quello
torinese sulla sponda bianconera, oltre che ai familiari delle
vittime non era mai appartenuta in passato alle istituzioni del
calcio o di governo. Soltanto la tifoseria juventina ricordava
il 29 maggio i caduti e un manipolo di sparuti pionieri si
avventuravano nell’oblio generalizzato alla ricerca di una
memoria allargata e condivisibile. Nell’ultimo decennio qualcosa
si era già mosso. In verità una prima "Giornata della Memoria
per le Vittime dell'Heysel e di ogni violenza sportiva" si tenne
nel capoluogo piemontese all’interno della "Sala delle Colonne"
il 31.05.2014. La manifestazione fu promossa dall’Associazione
Culturale "Quelli di… Via Filadelfia" e patrocinata dal Comune
di Torino. Vi partecipò anche la Juventus Football Club,
rappresentata nell’occasione dal Dott. Giuseppe Marotta,
all’epoca amministratore delegato della società. Successivamente
con la rifondazione dell’Associazione dei Familiari nel 2015,
qualche mese prima del 30° anniversario della strage, si
ricostituisce naturalmente il riferimento più autorevole con il
quale le istituzioni e i privati devono interfacciarsi per
manifestazioni e iniziative in Memoria del tragico Evento.
Queste, al di là di una commemorazione fine a sé stessa, possano
allargare le menti in una riflessione più alta, ispirata alla
non violenza e mirata all’educazione civico-sportiva delle nuove
generazioni".
Non meno consapevole il pensiero di Iuliana
Bodnari: "Comitato Per Non Dimenticare Heysel di Reggio Emilia
ringrazia il Presidente della Regione piemontese sig. Alberto
Cirio insieme all'assessore dello sport sig. Ricca per la
graditissima notizia dell'istituzione della giornata alla
memoria Heysel e delle 39 vittime, gli angeli della curva Z.
L'attesa è stata lunghissima, quasi 36 anni. Un grande passo in
avanti e questa giornata è storica. Noi tutti continueremo a
ricordare le vittime innocenti di quella tragedia del 29 maggio
1985 come abbiamo sempre fatto commemorando e difendendo da
sempre la loro memoria".
Poco si può aggiungere a quanto di sentito è stato
detto e scritto in questi anni. La certezza è che trentanove
Angeli resteranno per sempre nel nostro ricordo e per i quali
chiederemo sempre il rispetto che meritano.
29 maggio 2021
Fonte: Giulemanidallajuve.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
36 anni fa la tragedia dell'Heysel: Venaria e
Grugliasco
omaggiano le 39 vittime con fiori e pietre d'inciampo
di Claudio Martinelli
Due celebrazioni nella mattinata odierna.
Quest'oggi, sabato 29 maggio 2021, ricorre il
36esimo anniversario della tragedia dell'Heysel. Le città di
Venaria e Grugliasco, con due diversi momenti, hanno voluto
commemorare quella drammatica sera: era il 29 maggio del 1985
quando, poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei
Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool, allo stadio Heysel
di Bruxelles, morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e ne
rimasero ferite oltre 600. Il sindaco di Venaria, Fabio Giulivi,
si è recato - assieme all'assessore allo Sport, Luigi Tinozzi -
al J Museum, il museo della Juventus, per ricordare la tragedia
dell'Heysel e deporre un mazzo di fiori presso la stele
commemorativa a ricordo delle 39 vittime. Annunciando come, a
breve, verrà realizzata e inaugurata "una targa commemorativa in
ricordo di questa tragedia". Giulivi, che ha incontrato il
presidente del J Museum, Paolo Garimberti, ed il direttore Marco
Albano, ha anche spiegato il perché di questo gesto: "Un ricordo
per chi era dentro quello stadio maledetto e di chi tremava
davanti alla tv, di chi ha versato lacrime commosse per un
ritorno a casa e di chi le ha finite davanti a una tragedia, di
chi non era nato però ha saputo, e ha pianto e provato rabbia lo
stesso.
Sono trentasei anni, oggi, da una notte
traditrice che doveva essere festa ed è diventata dramma. Il
ricordo di quelle 39 vittime, di oltre 600 feriti, rimane vivo
ancora oggi e ritorna prepotentemente ogni volta che accadono
incidenti nel corso di eventi sportivi. A tutte le vittime, alle
loro famiglie, va ancora una volta il pensiero e la preghiera di
tutti noi".
39 pietre d'inciampo a Grugliasco nel giardino
"Vittime dello stadio Heysel"
Una pietra d'inciampo per ognuna delle vittime
dell'Heysel. Questa mattina, sabato 29 maggio 2021, a
Grugliasco, nel giardino "Vittime dello stadio Heysel", in via
Galimberti 5 a Grugliasco, si è tenuta la tradizionale
commemorazione dei 39 tifosi morti il 29 maggio 1985 a Bruxelles
durante la finale di Coppa Campioni Juventus-Liverpool.
L’Amministrazione comunale di Grugliasco, insieme allo Juventus
Official fan club Grugliasco Alessio Ferramosca & Riccardo Neri,
ha voluto celebrare e commemorare i 36 anni dalla tragedia dello
stadio Heysel, effettuando un restyling della pavimentazione del
giardino, inserendo 39 pietre d’inciampo lungo il percorso del
giardino che porta alla targa dedicata ai 39 tifosi. La breve
cerimonia ha coinvolto le autorità, le forze dell’ordine, i
cittadini, i Club e i tifosi. A ricordare per primo quella
tragica serata Carlo Rossanigo del Juventus Official fan club
Grugliasco e a seguire un messaggio dell'associazione dei
familiari delle vittime dell'Heysel, del rappresentante
dell'associazione "Quelli di via Filadelfia". Poi gli interventi
di del sindaco di Grugliasco Roberto Montà e di Gianluca
Pessotto U23s and U19s Team Coordinator della Juventus FC. Tutti
presentati da Marco Dejana-Nanà che ha letto i nomi delle
vittime. Presenti anche i rappresentanti del Museo del Grande
Torino di Grugliasco con la bandiera "+39". Insieme hanno
posizionato due corone e un mazzo di fiori, a ridosso delle due
targhe, in ricordo delle 39 vittime e scoperto le 39 pietre
d'inciampo.
29 maggio 2021
Fonte: Torinotoday.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Strage dell’Heysel: partecipata la cerimonia
nel
ricordo delle vittime, fra cui il reggiano Zavaroni
Reggio Emilia non dimentica.
Oggi pomeriggio è stato celebrato nel parco in via
Matteotti davanti al Mirabello il 36esimo anniversario della
"strage dell’Heysel", la tragedia avvenuta il 29 maggio 1985
poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra
Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles, in cui
morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e ne rimasero ferite
più di 600. In quella tragedia rimase ucciso anche un reggiano,
Claudio Zavaroni, 28 anni: un ragazzo solare e pieno di vita,
uno sportivo dal cuore grande, che tentò di salvare altre
persone quando fu travolto dalla ferocia degli hooligans. La
toccante celebrazione alla quale hanno partecipato numerose
persone, era stata organizzata dal comitato "Per non dimenticare
Heysel" per ricordare appunto il giovane reggiano e le vittime
di quell’assurda tragedia. Condividendo l’auspicio della
Presidente del Comitato Per Non Dimenticare Heysel Iuliana
Bodnari, "Siamo custodi di questa memoria e ci prendiamo cura
con il nostro volontariato. È importante trasmettere alle
giovani generazioni insegnando loro che lo sport è fairplay,
divertimento e non odio".
29 maggio 2021
Fonte: Nextstopreggio.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Tacconi: "Ecco cos'è successo davvero all'Heysel"
Stefano Tacconi, in esclusiva per il giornale.it,
ha toccato diversi temi tra cui la strage dell'Heysel di cui
ricorre oggi il triste 36esimo anniversario.
Oggi è un giorno importante per la Juventus ma
triste per il calcio italiano ed europeo dato che ricorre il
36esimo anniversario della strage dell'Heysel di Bruxelles dove
persero la vita 39 persone, di cui 32 tifosi bianconeri, e ne
rimasero ferite oltre 600. Stefano Tacconi faceva parte di
quella Juventus che vinse in finale contro il Liverpool e in
esclusiva per il giornale.it, l'ex estremo difensore della
Vecchia Signora ha toccato diversi argomenti tra cui quella
finale insanguinata di Coppa dei campioni ma anche di attualità
con Allegri, Simone Inzaghi e molto altro ancora:
Tacconi, oggi ricorre un anniversario agrodolce
per la Juventus: la vittoria della coppa campioni nella strage
dell'Heysel. Cosa ricorda di quei momenti ?
"Ovviamente ricordo tutto. Noi abbiamo dovuto
giocare per forza quella partita nonostante fossero morte tante
persone. L’importante è che si ricordi non la partita ma le 39
persone che non ce l'hanno fatta. Non è normale andare a tifare
per la tua squadra del cuore e tornare a casa in una bara. Nel
calcio non può succedere una cosa del genere, non si può essere
felici dopo che succede una cosa del genere anche se hai vinto
la coppa dei campioni".
Quando avete saputo delle vittime ?
"Noi abbiamo saputo dei 39 morti solo dopo
mezzanotte. All'inizio sapevamo che fossero solo 1-2 rimasti
schiacciati. Dopo ci siamo resi conto della portata e della
drammaticità della faccenda. Il giorno dopo io e Platini siamo
andati all’ospedale a incontrare i tifosi della Juventus rimasti
feriti e nonostante tutto vedevamo la gioia nei loro occhi per
la conquista della coppa dei campioni. Purtroppo questa tragedia
fa parte della storia ed è importante non dimenticare le persone
che sono morte, sarebbe brutto se si ricordasse solo la vittoria
della coppa e non quella brutta tragedia"… (Omissis)
29 maggio 2021
Fonte: Ilgiornale.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Finale di Champions: il minuto di silenzio per
l'Heysel da fare a casa
La finale di Coppa torna a giocarsi il 29 maggio.
L'Uefa non ha previsto minuto di silenzio, ma un ricordo delle
39 vittime è obbligatorio per ogni appassionato di calcio.
TORINO - Questa sera non ci sarà un minuto di
silenzio prima di Chelsea-Manchester City. Peccato, sarebbe
stata una buona idea, visto che, 36 anni dopo, la finale di
Coppa dei campioni torna a disputarsi il 29 maggio, in una delle
date più tragiche nella storia del calcio mondiale. Il 29 maggio
del 1985, a Bruxelles, si disputava la finale fra Juventus e
Liverpool, prima della quale morivano 39 tifosi in seguito agli
scontri avvenuti nella curva Z del fatiscente impianto belga. Fu
una tragica responsabilità degli organizzatori della partita,
che sottovalutarono con incredibile incoscienza la pericolosità
di mettere a contatto tifosi inglesi e italiani, separati con
una rete da pollaio; che non si resero conto della necessità di
un servizio d'ordine all'altezza (avevano concesso giorni di
riposo alle forze dell'ordine della città, dopo gli straordinari
per la precedente visita del Papa); che gestirono la situazione
con una colpevole inesperienza. Tutto questo costò la vita a 39
persone, 39 tifosi che avevano un biglietto per vivere
l'emozione di una finale e hanno avuto la vita stroncata da un
destino assurdo. La storia è nota e ogni anno i tifosi della
Juventus la ricordano. Anche solo con una frase, uno striscione,
un post sui social. È fondamentale non dimenticarsene mai, la
memoria ha bisogno ricorrente di manutenzione. Un minuto di
silenzio, prima della finale di questa sera, possono farlo tutti
gli amanti del calcio, il tempo di una preghiera o di un ricordo
per 39 persone proprio come loro.
29 maggio 2021
Fonte: Tuttosport.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
CHI ERA
Strage dell’Heysel, 36 anni fa: tra le 39 vittime
anche un 25enne bergamasco
Anche Franco Galli di Calcio morì schiacciato.
Quando la sua salma arrivò a casa, i genitori si resero conto
che gli erano stati rubati gli oggetti in oro che indossava.
C’era anche un 25enne bergamasco tra le vittime
della strage dell’Heysel il 29 maggio 1985, la notte della
finale di Coppa dei Campioni tra Juve e Liverpool ma anche la
più triste della storia per gli appassionati di calcio che si
trovarono di fronte a una tragedia inimmaginabile, con 39 tifosi
morti schiacciati sotto il peso degli altri: 32 erano italiani.
Tutti tifosi juventini come Francesco Galli (per gli amici
Franco), andati in Belgio con la speranza di festeggiare.
Trovarono invece la morte in modo assurdo, travolti dalla furia
degli hooligans inglesi, schiacciati contro le balaustre o
precipitati dalle gradinate, poco prima che iniziasse la
partita. Morti anche a causa dell’inadeguatezza dello stadio Re
Baldovino e dei servizi di sicurezza. Un ricordo che a 36 anni
di distanza brucia ancora nel paese della Bassa. Come avevano
raccontato i suoi familiari a Bergamonews, Francesco, 25 anni,
era l’ultimo di dieci figli. La Juve era la sua grande passione.
Aveva raggiunto Bruxelles con alcuni amici a bordo di un
furgone. Un’ora prima della partita, intorno alle 19, i tifosi
del Liverpool cominciarono a spingersi verso il settore Zeta da
loro occupato, fino a sfondare le reti divisorie. Nella ressa
che venne a crearsi, alcuni si lanciarono nel vuoto per evitare
di rimanere schiacciati, altri cercarono di scavalcare gli
ostacoli ed entrare nel settore adiacente, altri si ferirono
contro le recinzioni. Il muro crollò per il troppo peso,
moltissime persone rimasero schiacciate, calpestate dalla folla
e uccise nella corsa verso una via d’uscita. Tra loro anche
Galli, rimasto sepolto sotto un cumulo di gente e tra i primi a
morire, come ricostruito poi dagli inquirenti. Oltre al danno,
la beffa. Quando la sua salma arrivò a casa, i genitori si
resero conto che gli erano stati rubati gli oggetti in oro che
indossava. Tra i quali una catenina d’oro che valeva molto e a
cui era molto legato, sostituita con una da bigiotteria.
29 maggio 2021
Fonte: Bergamonews.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Storia di Antonio Ragnanese da Brugherio, il
tifoso della
Juventus morto nella strage dell’Heysel del 29
maggio 1985
Antonio Ragnanese abitava a Brugherio: è lui
l’unica vittima brianzola della strage dell’Heysel, lo stadio
che ospitò il 29 maggio 1985 la finale di Coppa dei Campioni tra
Juventus se Liverpool.
"Non vogliamo raccontare nulla. Certe cose prima
si dimenticano, meglio è per tutti". A parlare a il Cittadino
qualche anno fa, era stata una parente stretta di Antonio
Ragnanese, il 49enne di Brugherio unica vittima brianzola della
strage dell’Heysel. La telefonata dove le si chiedeva un ricordo
di quei fatti forse è arrivata inaspettata. La voce conciliante
all’inizio si fa dura: la famiglia non parla, grazie. Sono
passati 36 anni (era il 29 maggio 1985) da una delle pagine più
nere e difficili del calcio italiano ed europeo: quella sera
trentanove tifosi della Juventus morirono prima della finale di
Coppa dei campioni con il Liverpool. Fu la strage dell’Heysel.
Trentanove morti, 32 di nazionalità italiana e tra loro anche un
brianzolo: Antonio Ragnanese, appunto, 49 anni di Brugherio,
allo stadio col fratello Ciro che rimase ferito. "É precipitato
dall’ultimo anello di gradinate sotto la rottura del muretto di
protezione" aveva scritto il Cittadino all’indomani della
strage, raccontando della cerimonia funebre voluta in forma
privata dalla famiglia e officiata da don Gianni Calchinovati,
alla presenza del sindaco di allora Giuseppe Cerioli. "La bara è
stata portata a spalla da via Cattaneo alla chiesa dai familiari
- si legge nella cronaca dell’epoca - Abitava in quartiere
nuovo, vicino al fratello Ciro che ha seguito il funerale
accanto alla moglie del fratello, Carla, zoppicando ancora
visibilmente per le lesioni alle gambe riportate durante la
caduta dalla gradinata". In tanti erano venuti da San Severo di
Foggia, città di origine della famiglia, per assistere alle
esequie. Antonio Ragnanese lavorava in uno studio dentistico a
Pessano con Bornago e un anno prima della sua tragica morte si
era trasferito da Vimodrone nella nuova zona residenziale di
Brugherio. Non era un tifoso sfegatato, ma amava il calcio.
Aveva preso quel maledetto biglietto in un’agenzia viaggi di
Vimodrone, che offriva l’abbinata biglietto aereo e ticket
d’ingresso nello stadio dove ha poi trovato la morte. I tifosi
bianconeri ospitati dal settore Z dello stadio di Bruxelles
furono caricati a ondate dai tifosi inglesi ubriachi. Morirono
schiacciati contro le cancellate o cadendo dalla balaustra.
Seicento invece i feriti. Una strage che in molti seguirono in
televisione, ma che inizialmente non arrivò in campo. O almeno,
non subito. "Non sapevamo cosa fosse successo, avevamo avuto
notizie di un morto, forse due, ma non potevamo immaginare una
tragedia così grande" avrebbero detto poi i giocatori
bianconeri. Vinse la Juve con un gol di Michel Platini su
rigore. I giocatori festeggiarono in campo e se ne pentirono
immediatamente.
29 maggio 2021
Fonte: Ilcittadinomb.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Accadde a Mesagne
Heysel 29 maggio 1985. Il ricordo di Alberto
Guarini dell’avv. Fernando Orsini
di Giuseppe Messe
Nel primo elenco delle vittime pubblicato sul
"Corriere della Sera" del 30 maggio 1985, il suo nome non c’era.
Purtroppo, la speranza che fosse davvero così, durò solo qualche
ora. Come una lancia perfidamente acuminata dalla scelleratezza
di criminali hooligans, la mattina di quello stesso giovedì
avemmo la drammatica conferma: per il fanatismo violento, la
bestialità e la furia omicida di teppisti delinquenti in una
serata colma di orrore, Alberto Guarini, insieme ad altri 38
spettatori, aveva lasciato la sua vita sugli spalti di quel
maledetto stadio, fra le grida disperate del padre Bruno.
Avrebbe compiuto solo 21 anni di lì a qualche giorno ed
assistere a quella partita era stato uno dei suoi sogni. E
mentre ieri mattina guardavo il suo volto sorridente impresso su
quel marmo, continuo a chiedermi come si possa morire in un
tardo pomeriggio di primavera inoltrata, per una partita di
calcio ancora non cominciata, per assistere ad una finale di
coppa stravolta da un odio incomprensibile di selvaggi che nulla
avevano a che fare con lo sport. 36 anni di dolore per la sua
mamma Lucia e per il suo papà Bruno che, solo qualche anno fa,
quando lo ha potuto riabbracciare nel mondo dei giusti, ha
colmato il ricordo di quel pomeriggio, un ricordo straziante che
lo ha tormentato fino all’ultimo dei suoi giorni per non essere
riuscito a tirare fuori da quell’inferno il suo Alberto.
Per te, Alberto.
29 Maggio 2021
Fonte: Mesagnesera.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
HEYSEL, LE COMMEMORAZIONI PER NON DIMENTICARE
Dimenticare è impossibile, ma il 29 maggio è il
giorno in cui tutti noi ricordiamo un po' più forte. Quella di
oggi, come ogni anno, è stata una giornata ricca di iniziative,
sostenute dal club, per commemorare le vittime della tragedia
dell'Heysel. Ad aprirla, presso la Regione Piemonte, la Giornata
della Memoria per le vittime dell’Heysel a cura
dell’Associazione "Quelli di Via Filadelfia". Per la Juventus
presente il Presidente del JMuseum, Paolo Garimberti. Proprio il
JMuseum è stato teatro di un altro momento di commemorazione, di
fronte al punto esatto in cui nel Museo bianconero, ogni giorno,
si ricorda la giornata del 29 maggio 1985. Sempre in mattinata,
nel Giardino di via Galimberti a Grugliasco, commovente lettura
dei nomi delle vittime della tragedia di Bruxelles ad opera
dello speaker dell'Allianz Stadium, presente, con Gianluca
Pessotto e il Gonfalone ufficiale, in rappresentanza del club.
Nel pomeriggio, Juventus ha partecipato, tramite una lettera del
Presidente Andrea Agnelli e con la consegna di un omaggio
floreale, alla commemorazione organizzata dal Comitato Per Non Dimenticare Heysel, tenutasi presso il Monumento Heysel a Reggio
Emilia. All'iniziativa organizzata nel pomeriggio a Cherasco,
presso i giardini del Santuario "Madonna delle Grazie", hanno
partecipato al momento di ricordo, per il Club (rappresentato
anche con il Gonfalone ufficiale), il Team Manager dell'Under
23, Marco Lombardo e il difensore Gabriele Boloca che ha
consegnato un omaggio floreale. Presenti anche i rappresentanti
dell'Associazione "Quelli di via Filadelfia".
29 Maggio 2021
Fonte: Juventus.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Il 29 maggio la Città di Grugliasco, lo Juventus Official Fan
Club
Grugliasco e la Juventus FC hanno ricordato le 39 vittime
dello Stadio Heysel con
l’installazione di 39 Pietre d’inciampo
di Fabrizio Pasquino
Si è svolta sabato 29 maggio, alle
11,30, al giardino "Vittime dello stadio Heysel", in via
Galimberti 5, a Grugliasco, la commemorazione dei 39 tifosi
morti il 29 maggio 1985 a Bruxelles durante la finale di Coppa
Campioni Juventus-Liverpool. L’Amministrazione comunale di
Grugliasco, insieme allo Juventus Official fan club Grugliasco
Alessio Ferramosca & Riccardo Neri, anche quest’anno, hanno
voluto celebrare e commemorare i 36 anni dalla tragedia dello
stadio Heysel, effettuando un restyling della pavimentazione del
giardino, inserendo 39 pietre d’inciampo lungo il percorso del
giardino che porta alla targa dedicata ai 39 tifosi. La breve
cerimonia ha coinvolto le autorità, le forze dell’ordine, i
cittadini, i Club e i tifosi. A ricordare per primo quella
tragica serata Carlo Rossanigo del Juventus Official fan club
Grugliasco e a seguire un messaggio dell'associazione dei
familiari delle vittime dell'Heysel, del rappresentante
dell'associazione "Quelli di via Filadelfia" Paolo Lasagno. Poi
gli interventi del sindaco di Grugliasco Roberto Montà e di
Gianluca Pessotto U23s and U19s Team Coordinator della Juventus
FC. Tutti presentati da Marco Dejana-Nanà che ha letto i nomi
delle vittime. Presenti anche i rappresentanti del Museo del
Grande Torino di Grugliasco con la bandiera +39. Insieme hanno
posizionato due corone e un mazzo di fiori, a ridosso delle due
targhe, in ricordo delle 39 vittime e scoperto le 39 pietre
d'inciampo.
29 Maggio 2021
Fonte: Ingrugliasco.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 29 MAGGIO 2021
Perché Mesagne ha dimenticato Alberto Guarini
di Giuseppe Messe
I LETTORI CI SCRIVONO - Caro Direttore mi sa
spiegare perché Mesagne ha dimenticato Alberto Guarini, il
giovane mesagnese che 36 anni fa fu vittima della tragedia
dell’Heysel ? Come, lo stadio di calcio porta il suo nome, anni
fa Walter Veltroni lo commemorò in Piazza Sedile. Come mai il
sindaco Matarrelli che è sempre pronto a inaugurazioni,
commemorazioni, conferenze stampa, questa volta se n’è
dimenticato ?
30 Maggio 2021
Fonte: Mesagnesera.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 30-31 MAGGIO 2021
Ceferin pensa ai soldi della Superlega e cancella
l'anniversario dell'Heysel: che tristezza !
di Stefano Agresti
Pensano solo ai soldi. Che sono importanti, per
carità, a maggior ragione nel calcio di oggi sommerso dai
debiti. Ma è grave e triste - soprattutto triste - che il 29
maggio, anniversario della strage dell'Heysel, Ceferin abbia
parlato di Superlega, abbia minacciato di provvedimenti seri
Real, Barcellona e Juve, e non abbia trovato il tempo per
inviare lo straccio di un pensiero alle 39 vittime di una tra le
tragedie più grandi che il calcio e lo sport abbiano mai
vissuto. Da 30 anni la finale di Champions - allora Coppa dei
campioni - non si giocava il 29 maggio. L'unica circostanza in
cui è caduta in questa data maledetta, da quel 1985 di
Juve-Liverpool in poi, è stata nel 1991 quando a Bari la Stella
Rossa ha battuto ai rigori il Marsiglia. Poi basta, fino a ieri.
Era davvero impossibile ricordare le vittime ? Sarebbe stato
opportuno un minuto di raccoglimento prima di Chelsea-City, ma
al limite sarebbe bastato il ricordo di Ceferin nell'imminenza
della partita. Niente da fare, il presidente della Uefa era
troppo impegnato a guerreggiare per contrastare coloro i quali
non vogliono abbandonare l'idea della Superlega. Sia chiaro, nel
caso in questione Ceferin ha ragione e noi ci siamo già espressi
contro quella manifestazione folle e antisportiva. Tutto però
sarebbe stato più umano se avesse inviato un pensiero pubblico
alle 39 vittime dell'Heysel. Ma l'umanità non è di questo
calcio, evidentemente.
30 maggio 2021
Fonte: Ilbianconero.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 30-31 MAGGIO 2021
Zazzaroni su Ceferin: "Non ha rispettato l’Heysel
! Ecco perché"
Il commento del direttore del Corriere dello
Sport.
Ivan Zazzaroni attacca Aleksander Ceferin sul
Corriere dello Sport: "A volte anche le cose giuste diventano
sbagliate se sbagliato è il momento, o il giorno. Il presidente
dell’Uefa Alek Ceferin stavolta ha sbagliato terribilmente
giorno. Ha tutto il diritto di criticare club e dirigenti
ribelli minacciando sanzioni di varia natura. In questo caso,
però, parlando ai media italiani ha trascurato un particolare
importante: il 29 maggio di 36 anni fa un’altra finale di coppa
dei campioni organizzata dall’Uefa la giocò la Juve, la
ricordiamo soltanto per i 39 morti, molti dei quali juventini.
Il calcio del popolo al quale Ceferin fa riferimento non deve
prescindere mai dal rispetto della memoria e dal ricordo di una
delle più grandi tragedie del popolo dei tifosi".
30 maggio 2021
Fonte: Juventusnews24.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 30-31 MAGGIO 2021
Heysel, a 36 anni dalla strage le autorità dello
sport fanno le gnorri
di Alvise Da Mosto
Heysel, la strage del 29 maggio 1985, a 36 anni da
quella maledetta serata a Bruxelles, durante la finale di Coppia
dei Campioni tra Juventus e Liverpool, qual è lo stato dell’arte
della Memoria ? Il ricordo da trasmettere alle nuove
generazioni, per non dimenticare il drammatico monito della
morte degli aretini Roberto Lorentini e Giuseppina Conti, nel
massacro di 39 vittime, 32 italiani, perite tutte in uno stadio
fatiscente, travolti dalla cieca furia degli hooligan. La
Memoria dell’Heysel non è esattamente una priorità né per le
Istituzioni del Calcio, a cominciare dalla Uefa, e neppure per
le Autorità dello Sport italiano. Questa denuncia, sobria com’è
nel suo stile ma senza mezzi termini, giunge da Andrea
Lorentini, presidente della Associazione fra i familiari delle
vittime di quella sciagurata notte. Figlio di Roberto, aveva 3 o
4 anni quando il padre, medico, appassionato della Vecchia
Signora, andato a Bruxelles, per tifare la squadra bianconera,
trovò la morte per salvare altre vite. Benché salvo, rimise in
pericolo la propria vita per soccorrere un bambino. Un eroe,
antesignano - viene da dire, oggigiorno - dei coraggiosi dottori
ed operatori sanitari tornati in mezzo ai pericoli del covid,
nei reparti ospedalieri. Loro contro un virus mortale ma c’è
molto in loro di Roberto Lorentini, medaglia d’argento al Valor
Civile. Andrea Lorentini - nipote di Otello, iniziatore della
prima associazione, viatico delle famiglie delle vittima verso
la giustizia, poi ottenuta con una sentenza da giurisprudenza,
in virtù della quale la Uefa diventò
direttamente responsabile di eventuali incidenti,
durante gli eventi sportivi organizzati
sotto il suo patrocinio - ha fatto il punto sullo stato
dell’arte, ad oggi, 2021, sulla istituzione in Italia di una
Giornata Nazionale contro la Violenza nello Sport, intervistato
da Radio Radicale, nel notiziario di punta trasmesso ieri sera,
la sera dell’anniversario dell’Heysel. Il dimenticatoio è il
pericolo non potenziale di lasciar cadere dalla Memoria
collettiva e, in special modo, dei giovani, la vicenda Heysel. A
contrastare la cover up, l’insabbiamento operato dagli anni che
passano e l’indifferenza che avanza, interviene l’impegno
costante di Andrea Lorentini e dell’Associazione dei Familiari.
Impegno rivolto al mondo della scuola, collaborando a importanti
progetti d’ordine civico sportivo. Prossimamente, l’Associazione
sarà, ad esempio, a Codogno, città martire della pandemia, per
dare anche un sostegno alla ripresa dopo il covid, con una
Giornata all’insegna dell’Educazione civica e sportiva. Si
sente, però, la mancanza di un riferimento istituzionale, a 36
anni dalla sciagurata notte dell’Heysel. Occorre fare presto per
scongiurare l’inevitabile dimenticatoio con una nuova linfa, da
parte non soltanto delle istituzioni sportive, anche del Paese.
Nuova linfa in grado edificare una Memoria Nazionale delle
vittime dell’Heysel e, in generale, della violenza nello sport.
Andrea Lorentini chiama in causa un nome di indiscussa fama, che
nel mondo delle istituzioni potrebbe essere in grado di
assestare il colpo di fioretto vincente per l’obiettivo
dell’Associazione dei Famigliari delle vittime dell’Heysel: la
sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali.
30 maggio 2021
Fonte: Lortica.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 30-31 MAGGIO 2021
Renga: "Mi piacerebbe un intervento della
Federazione italiana
sull’assurdo silenzio Uefa in merito
all’Heysel di ieri sera"
di Benedetta Demichelis
Roberto Renga, tramite Twitter, ha parlato del
mancato ricordo da parte dell'Uefa delle vittime dell'Heysel:
"Mi piacerebbe un intervento della Federazione italiana
sull’assurdo silenzio Uefa in merito all’Heysel di ieri sera. So
bene che Gravina è vicino a Ceferin. Per questo chiedo un suo
intervento. Anche per farci sapere che cos’è la FIGC. Ma sul
serio non si capisce che sulla Federazione ho fatto una
provocazione ?", ha scritto il giornalista.
30 maggio 2021
Fonte: TuttoJuve.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 30-31 MAGGIO 2021
Heysel 36 anni dopo: il dovere del ricordo
Tutte le iniziative adottate per non dimenticare
le 39 vittime della furia degli hooligans il 29 maggio 1985 a
Bruxelles.
Vietato dimenticare ciò che accadde il 29 maggio
1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, sede della finale di Coppa
dei Campioni tra Juventus e Liverpool. La tragedia, con il
crollo della curva Z dove morirono 39 persone. E poi la memoria
che si rinnova anno dopo anno, tra J Museum e altri luoghi
simbolo. L'ha fatto anche il Torino sui social: "Respect. Vi
siamo vicini nel ricordo e nella preghiera". Nereo Ferlat aveva
30 anni ed era in curva Z: riuscì a salvarsi. Così ha raccontato
le Iniziative adottate ieri: "Nella serata in cui l'Uefa con
lungimiranza ha stabilito in questa fatidica data la finale di
Champions, si ricorda il 36° anniversario di quella triste
serata in terra belga in cui 39 persone persero la vita in
quell'allora fatiscente impianto, travolte dalla furia degli
hooligans. Ogni anno ricordiamo affinché la memoria di questi 39
angeli non venga dimenticata. Quest'anno è stato indetto dal
Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, il 29 maggio
come data di memoria per tutte le tragedie sportive e ieri si è
tenuta la commemorazione presso la Sala Trasparenza in Piazza
Castello alla presenza di consiglieri regionali, di familiari
delle vittime, della Juventus rappresentata dal Presidente del
Museum Paolo Garimberti, dal Custode della memoria granata del
Museo Grande Torino, Domenico Beccarla e da una rappresentanza
di tifosi bianconeri. La commemorazione è continuata con un
commovente monologo dell'attore Omar Rottoti, che ha fatto
rivivere le storie umane dei 39 angeli. A Grugliasco, nel
giardino delle vittime dell'Heysel una rappresentanza granata ha
posto una corona, con 39 pietre d'inciampo, perché davanti alle
tragedie le bandiere devono sventolare unite (per la Juve c'era
Gianluca Pessotto, ndr). Nel pomeriggio a Reggio Emilia e a
Cherasco ci sono stati ancora momenti di ricordo e meditazione
perché "nessuno è morto finché vive nel cuore di chi resta". In
Emilia la Juve ha partecipato con un omaggio floreale e una
lettera del presidente Andrea Agnelli.
30 maggio 2021
Fonte: Tuttosport
ARTICOLI STAMPA e WEB 30-31 MAGGIO 2021
Scanzi: "L’Heysel fu un’orgia oscena di
errori ed
orrori, che grida ancora vendetta"
"39 vittime. Heysel, 36 anni fa. Finale di Coppa
Campioni tra Liverpool e Juventus. Una festa sportiva che si
tradusse in tragedia. Un inferno totale e indicibile, reso
surreale dall’obbligo di giocare la partita per non peggiorare
il tutto. Una partita-farsa inutile, decisa da un rigore
inventato e conclusasi con un agghiacciante giro d’onore finale.
Molti calciatori neanche sapevano cosa stesse accadendo sugli
spalti. Mentre invece, il giorno dopo, quando scese dall’aereo,
Platini sapeva benissimo delle 39 vittime. Eppure alzò al cielo
quella coppa insanguinata (NdR: non Platini, ma Sergio Brio). Un
gesto che mi fece orrore ieri e mi fa schifo ancora oggi. Di
quella tragedia ho memoria vivida, come tutti. La voce raggelata
di Pizzul risuona ancora nelle nostre menti. Due vittime furono
aretine. Uno di loro abitava davanti alla mia casa. Si chiamava
Roberto Lorentini. Aveva una moglie e due bambini piccoli,
cresciuti poi meravigliosamente. Quel giorno Roberto perse la
vita per proteggere una persona che era caduta a terra. Era un
dottore e si sacrificò, pur di salvare un’altra persona. Un uomo
straordinario come suo padre, Otello, presente anche lui
all’Heysel, che ha dedicato tutta la sua vita al ripristino
della verità storica e all’accertamento dei fatti. Fu una
tragedia tremenda, di cui si parla troppo poco e alla quale
Francesco Caremani ha dedicato pagine preziose, che vi
consiglio. Senza memoria siamo nulla. La memoria serve per
ricordare chi non c’è più e non ripetere gli stessi orrori. E
l’Heysel fu un’orgia oscena di errori ed orrori, che grida
ancora vendetta". (Fonte Andrea Scanzi)
30 maggio 2021
Fonte: Tuttomercatoweb.com
ARTICOLI STAMPA e WEB 30-31 MAGGIO 2021
Reggio non dimentica
L’omaggio alle vittime dello stadio Heysel
di Romano Zampineti
Commovente cerimonia sul monumento di via
Matteotti nel 36esimo anniversario della finale
Juventus-Liverpool.
REGGIO EMILIA - Reggio non dimentica le vittime
dell’Heysel e sabato - giorno in cui si è giocata la finale di
Champions League, vinta 1-0 dal Chelsea nel derby con il
Manchester City - nel giorno del 36esimo anniversario della
tragedia di Bruxelles costata la vita a 39 persone, si è svolta
la tradizionale cerimonia davanti allo stadio Mirabello, nel
parco di via Matteotti dove si trova il monumento alle vittime
del 29 maggio 1985. Nel rispetto delle disposizioni anti-Covid,
il Comitato "Per non dimenticare Heysel" ha organizzato una
commovente cerimonia, nel corso della quale è stato ricordato
anche il giovane reggiano Claudio Zavaroni, uno dei 39 martiri
della follia degli hooligans del Liverpool. Durante la
cerimonia, dopo aver iniziato con l’inno di Mameli, c’è stato il
discorso di benvenuto della presidentessa del Comitato, Iuliana
Bodnari. Sono poi intervenuti Katia Olivi, membro del comitato,
la quale ha letto i nomi di tutti i 39 morti; Claudio Cagiano,
presidente del club Juventus Mutina di Modena, che ha letto il
ricordo inviato per l’occasione dal presidente della società
bianconera, Andrea Agnelli; Franco Febbo, presidente dello
Juventus club di Bologna, ha letto una poesia di Susanna
Polimanti; Piero Cardisciani ha letto la poesia "Fermate gli
Orologi"; Adolfo Ovi, membro del comitato "Per non dimenticare
Heysel", ha letto la poesia "Volevo solo vedere una partita" di
Omar Rottoli. Sono intervenuti anche Armando Addona della Filef,
Emanuele Maccaferri, vice presidente della Fondazione dello
sport, e Angelo Zanetti, presidente di "Orgoglio Reggiano
onlus". Il comitato - che ringrazia la presidentessa della
Filef, Laura Salsi - è stato molto lieto della presenza di
alcuni club juventini, tra cui Emilia bianconera, Juventus club
Carpi, Juventus club Gaetano Scirea di Bologna, Juventus club
Val Taro, Juventus club Ladispoli, Terza stella Roma, Juventus
club Ischia, Juventus club Bastia (Francia), Juventus club
Crecchio (Abruzzo). Tra i presenti c’era anche Marina Salvi,
figlia del bresciano Tarcisio Salvi, una delle 39 vittime
dell’Heysel. La cerimonia si è conclusa con il ringraziamento
del comitato a tutti i presenti.
30 maggio 2021
Fonte: Gazzetta di Reggio
ARTICOLI STAMPA e WEB 30-31 MAGGIO 2021
Calcio:
Lorentini, "Heysel ? non sono sorpreso, dimenticati da 36 anni"
Roma, 31
mag. (Adnkronos) - "Quello che è accaduto lo scorso 29 maggio è
quello che accade frequentemente da 36 anni, ci hanno
dimenticato. Credo si commenti da solo anche perché lo stesso
Boniek che è Vice presidente dell'Uefa quel giorno era in
campo". Lo ha detto Andrea Lorentini, presidente
dell'Associazione Familiari Vittime Heysel, all'Adnkronos, in
merito all'anniversario della Strage dell'Heysel, in cui persero
la vita 39 persone tra i quali anche il padre dello stesso
Lorentini, non commemorato dalla Uefa lo scorso 29 maggio in
occasione della finale di Champions League tra Manchester City e
Chelsea. "Non va dimenticato che la Uefa, nel processo
sull'Heysel, è stata condannata grazie all'azione
dell'Associazione Familiari Vittime Heysel allora presieduta da
mio nonno - prosegue Lorentini - Quella sentenza ha fatto
giurisprudenza perché da quel momento la Uefa viene ritenuta
responsabile anche oggettivamente di quello che accade durante
eventi da loro organizzati, eppure se ne parla molto poco". Il
presidente non è apparso affatto sorpreso della noncuranza
istituzionale: "si stupisce di più chi lo vive da fuori, ma noi
dopo 36 anni siamo abituati perché dalle istituzioni calcistiche
non c'è mai stata la dovuta attenzione e la voglia di creare una
memoria collettiva", conclude.
31 maggio
2021
Fonte:
Adnkronos
ARTICOLI STAMPA e WEB 30-31 MAGGIO 2021
Tragedia Heysel, Massimo Tadolini:
"Fu una notte
orribile. La Juventus non ha fatto nulla…"
di Giuseppe Martorana
A 36 anni dalla tragedia dell’Heysel Massimo
Tadolini, uno dei tifosi superstiti della Juventus ha raccontato
in esclusiva ai nostri microfoni i tragici avvenimenti di quella
"maledetta" finale di Champions League contro il Liverpool.
In occasione del 36° anniversario della tragedia
dell’Heysel (29 maggio 1985), dove nella finale di Champions
League tra Juventus e Liverpool, nel medesimo stadio, morirono
ben 39 tifosi juventini oltre a 600 feriti, abbiamo intercettato
in esclusiva ai nostri microfoni Massimo Tadolini, uno dei
supporters che si trovavano lì in quella che passò alla storia
come una delle notti più tristi e dolorose per il mondo del
calcio.
Massimo, che ricordi hai della tragedia
dell’Heysel ?
"Posso raccontare ovviamente la mia esperienza. Lo
scenario all’inizio era di festa, la Juventus la mia squadra del
cuore si giocava la famosa Coppa dalle Grandi Orecchie, una
coppa stregata per la Vecchia Signora. Tutti i tifosi juventini
sognavano e sognano ancora tutt’ora di vincerla. Partimmo da
Bassano del Grappa in stile alpini con il camper ed il mio
gruppo arrivò il giorno prima della partita a Bruxelles, avevamo
avuto i biglietti dalla Juventus. Altri gruppi di Bassano,
invece avevano preso i biglietti dall’agenzia di viaggi che
proponeva pacchetti stadio-albergo. Biglietti dello stadio che
poi risultarono nel settore Z, il luogo del misfatto. Dopo la
prima serata dove si andò insieme al ristorante, la mattina ci
si ritrovò per un saluto, poi andammo allo stadio. Entrai dentro
il settore Juve e già lì fu una cosa indescrivibile: pensa ad un
imbuto, dove il beccuccio va dentro la porta dove c’era
l’ingresso dello stadio ed il grosso di quell’imbuto è la folla
con tutti tifosi della Juventus, fai conto 10.000 persone che
dovevano entrare da una porta. Come se non bastasse, ai lati
della folla c’era la polizia a cavallo che iniziò a menarci con
i manganelli per gestire la folla. Ho visto tanta gente svenire,
tanti bambini che piangevano, una cosa davvero orribile. Poi,
arrivato alla porta non venivi nemmeno perquisito".
Fammi capire, i controlli c’erano prima e non dopo
?
"Si, ti facevano impazzire per entrare nello
stadio e poi dopo non ti perquisivano. Non ha senso una gestione
così. Io mi sono posizionato con quelli che erano considerati
gli ultras al centro del tifo bianconero. Ad un certo punto alle
7 circa, entrarono due squadre di calcio di bambini: una aveva
la maglia rossa, un’altra quella bianca. Gli scontri tra le due
tifoserie incominciarono durante quella partitella tra bambini,
che doveva essere una partita cuscinetto, una partita che doveva
rilassare gli spettatori in attesa della finale. Ovviamente i
tifosi del Liverpool, quando i bambini con la maglia rossa
facevano goal esultavano, lanciavano cori, mentre noi tifavamo
per i bambini con la maglia bianca. Lo stadio era in maggioranza
della Juve e questi tifosi inglesi hanno fatto in modo di
travolgere i nostri connazionali, rompendo la rete che separava
le due tifoserie, facendosi beffe della polizia che contava
pochi uomini e male organizzati. Non avevano nemmeno i walkie
talkie, quindi non si potevano nemmeno chiamare, pensa te. Non
avevano nemmeno i respiratori per rianimare le persone che
potevano stare male con questi problemi di schiacciamento. Cose
davvero incredibili".
Secondo te se le condizioni dello stadio non erano
adeguate, perché si scelse di ospitare un evento così importante
come la finale di Champions in un impianto del genere ?
"Mi trovi impreparato su quest’argomento. Ero un
ragazzino di 22 anni, riuscire a trovare un biglietto per una
finale di Champions era difficile, anche se io di Juve poi ne ho
masticata davvero tanta nella mia vita dato che è la mia più
grande passione. Io non posso risponderti su cose che erano e
che sono anche oggi più grandi di me. Si sono dette tantissime
cose su quest’argomento, quello che posso dirti è che la polizia
non era preparata a tutto quello che poi è successo. Ti dico la
verità, già il giorno prima c’era stato un clima incredibile:
gli inglesi erano pieni di cassette di birre ed avevano già
aggredito i tifosi della Juve. Era un segnale da non
sottovalutare per nulla quello".
Quindi già avevano dato un assaggio di cosa
avrebbero fatto ?
"Si, quando noi arrivammo allo stadio, avendo dei
camper noleggiati, eravamo in paranoia perché oltre al fatto che
ti prendevi delle botte da loro quasi sicuramente, ti potevano
anche distruggere il veicolo, quindi siamo andati a dormire in
centro perché avevamo paura di stare vicino a loro. Il giorno
dopo quando arrivammo in zona stadio, io del gruppo degli ultras
ero l’unico che parlava il francese per cui chiesi alla polizia
dove parcheggiare i camper e loro mi dissero di metterci vicino
ai tifosi inglesi. Era come mandare una persona sanguinante di
fronte ad uno squalo, era una roba fuori di testa. Attraversai
tutta la zona degli inglesi e dissi tra di me "Qua ci
distruggono". Erano talmente fatti ed ubriachi, che erano tutti
mezzi nudi in questo enorme giardino dietro la loro curva. Alla
fine quindi me ne sono fregato di quello che mi ha detto la
polizia e me ne sono andato. Il giorno prima era già sulla bocca
di tutti. Gli inglesi si erano già fatti conoscere dato che
stavano creando tantissimi disordini, era chiaro che sarebbe
successo qualcosa di brutto. Noi italiani venivamo osservati a
vista, cosa anche confermata dall’entrata allo stadio, dove
anche il segretario del nostro club disse "Basta, io vado via".
Ho visto gente svenuta che veniva portata via dalla calca in
quella circostanza".
É vero che i giocatori della Juve non sapevano
nulla di quello che era accaduto ?
"No, i feriti entravano negli spogliatoi ed il
dottore delle società bianconera fu uno dei primi a prestare i
soccorsi, anche il fotografo fece degli scatti memorabili che
poi entrarono nella storia delle foto più cruenti di quella
vicenda. Sicuramente non sapevano il numero dei morti, così come
non lo sapevamo nemmeno noi perché nel mentre c’era questa
partitella tra bambini come ti raccontavo, noi vedevamo questi
tifosi del Liverpool che si ammassavano tutti per rompere le
gradinate, abbiamo cominciato a gridare "Police, Police, Police"
per attirare l’attenzione. Ti posso garantire che la polizia con
i cani antisommossa si schierò sotto la nostra curva perché noi
cercavamo di entrare in campo, cosa che poi avvenne. Tu vedevi
quindi da noi delle cariche pazzesche, di là invece nessuno.
Comunque la rete fu sfondata ed una parte dei tifosi della
Juventus entrarono in campo, tra cui anche io ed un gruppo
iniziò a correre sulla pista di atletica verso il settore
opposto. Questi tifosi juventini arrivarono sotto la curva degli
inglesi che loro avevano già sfondato e videro gente morta e che
questi hooligans si erano allargati anche nel famigerato settore
Z che secondo loro era diventato un territorio di conquista. Là
sotto sono arrivate forse 200 persone ed ho visto proprio gli
inglesi che erano entrati nella curva Z che sono rientrati
subito nel loro settore. Se ci fossero stati i poliziotti con i
caschi ed i manganelli, questi col cavolo che continuavano a
sfondare ed accanirsi sugli italiani, ma non c’era nessuno.
Quando questi sono rientrati la polizia a cavallo con i
manganelli ha menato gli italiani, mentre gli inglesi non hanno
subito nulla. A quel punto si era creata la caccia all’italiano
ed uno di questi prese il megafono ed iniziò a dire che c’erano
dei morti e che non si doveva giocare, chiedendo anche alla
curva di togliere gli striscioni. Ho anche sentito degli
italiani dire "A me non interessa, io ho pagato il biglietto e
voglio vedere la partita". La cosa che non mi piacque per nulla
comunque fu un’altra. Quella che lessi nei giornali i giorni
dopo, cioè il fatto che alcuni tifosi della Juventus in Italia
festeggiarono quella coppa, anche se sapevano quello che era
successo. Questo ti dà il senso di come è la gente. Noi tifosi
juventini che eravamo lì, quella coppa non la sentiamo nostra,
l’avremmo restituita persino alla Uefa e tu sai quanto ci
teniamo a vincerla ?".
La Juventus ha fatto qualcosa per le vittime
dell’Heysel ?
"Sono amico di tanti figli di persone decedute in
quell’occasione, ci sentiamo spesso e posso dire che la Juventus
per loro non ha fatto nulla. Non so, dico io, non fare la
colletta, ma dare l’incasso di qualche partita in beneficienza
si poteva fare. Ti voglio svelare un aneddoto. Tra i tanti
morti, mi colpì una ragazzina di 17 anni che era stata promossa
a scuola e suo padre gli aveva fatto questo regalo, dato che era
tifosissima della Juventus, purtroppo lei morì in quella
tragedia. Un giorno mi chiama un ragazzo che faceva parte del
nostro club e che era molto vicino alla famiglia di questa
bambina morta e mi disse che in un giornale era uscito un
articolo sui fratelli di questa che erano anche loro juventini e
volevano andare a Berlino sperando di vincere la Coppa per
dedicarla alla sorella defunta 30 anni prima. Questa cosa mi
colpì talmente tanto che io, che non sono niente, regalai loro
due biglietti per vedere quella partita. Roba da 500 euro l’uno
! Dico io, una cosa del genere dovrebbe farla la Juventus, è la
Juventus che deve mettere in lista i familiari delle vittime,
non deve farla Massimo questa roba qui. Io l’ho fatto col cuore
e lo rifarei 1.000 volte, però la Juve ha sbagliato secondo me.
La gestione del rapporto con i tifosi è fondamentale, essi vanno
trattati con amore. La Juve non è un prodotto, la Juve è
passione, se la società dicesse facciamo la colletta per
comprare quel giocatore noi la facciamo. Io in tanti anni da
tifoso ho trovato tante sbavature nella gestione dei rapporti.
Puoi farci qualche esempio ?
"Mah, ultimamente la questione Superlega, anche la
vicenda dell’allenatore dopo l’esonero di Allegri. Magari non
tutte le cose si sanno, non sono lì con loro io. Se uno mi
dovesse chiedere un giudizio però ti direi che sono perplesso.
Per carità, hanno vinto 9 scudetti consecutivi, hanno vinto
Coppe Italia e Supercoppe Italiane però la gestione dei rapporti
non è dei migliori. Io penso che la Juve abbia fatto molto poco
per ricordare le vittime della tragedia dell’Heysel. Pur di
avere ragione con la Uefa una persona, a causa della morte del
proprio figlio, le ha provate tutte: pagandosi gli avvocati,
coinvolgendo i familiari delle vittime. Queste erano cose che
doveva fare la Juventus dichiarandosi parte civile. Io la vedo
così e come me la vedono in tanti. Ormai comunque è una storia
passata, rimangono sicuramente tante cose che non si riescono a
spiegare".
Qual è la cosa che più ti spinge a ricordare
questa vicenda tragica ?
"Una delle cose che mi ha spinto a mettermi in
prima fila per portare avanti questa memoria sono i cori
fastidiosi che ci perseguitano per anni, questi striscioni
contro quelle vittime, è una roba inconcepibile. La rivalità tra
le tifoserie ci può stare, però arrivare a questo punto è
davvero vigliacco e triste. Ti dico che ne ho sentite e viste di
tutti i colori e mi disgusta veramente questa cosa anche a
distanza di anni, è proprio da ignoranti. Io non mi permetterei
mai di fare una cosa del genere. Una roba così può essere fatta
solo da deficienti. Questa è una cosa tragica, è una ferita
ancora troppo grave ed il fatto che le persone infanghino la
memoria di quelle morti mi fa diventare una bestia".
31 maggio 2021
Fonte: Footballnews24.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 30-31 MAGGIO 2021
Santa
Lucia del Mela - La strage dell’Heysel. 36 anni dopo, per non
dimenticare
di
Raffaele Valentino
Con una
conferenza on line il Comune di Santa Lucia del Mela e lo
Juventus Club locale, intitolato Gaetano Scirea, hanno voluto
ricordare la strage dell’Heysel del 29 maggio 1985.
Una
macchia indelebile dello sport mondiale che causò ben 39 morti e
tanti interrogativi su tutto quello che successe prima della
finale di Coppa Campioni tra la Juventus e il Liverpool. Alla
conferenza hanno partecipato Stefano Tacconi, che giocò quella
partita, l’Assessore Benedetto Merulla, la Docente Universitaria
Katia Trifirò, Iuliana Bodnari Presidente del Comitato per non
dimenticare l’Heysel, Andrea Lorentini Presidente
dell’Associazione Vittime dell’Heysel e il Giornalista Emilio
Targia, presente tra il pubblico in quella terribile finale e
che per l’occasione ha presentato il libro "Quella notte
all’Heysel". L’evento inserito nel Maggio dei libri ha riscosso
un grande successo.
31
Maggio, 2021
Fonte:
Amnotizie.it
ARTICOLI STAMPA e WEB 30-31 MAGGIO 2021
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